Tav, sciopero a oltranza al cantiere di Chiomonte: “Rischiamo il posto di lavoro”. 

13 luglio 17 Repubblica 

Respinto il piano di Virano, futuro in bilico per 50 addetti.

Esposito (Pd): “Italia poco attenta”

di Stefano Parola

http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/07/13/news/tav_sciopero_a_oltranza_al_cantiere_di_chiomonte_rischiamo_il_posto_di_lavoro_-170671359/

Tav, sciopero a oltranza al cantiere di Chiomonte: “Rischiamo il posto di lavoro”

torino.repubblica.it

Respinto il piano di Virano, futuro in bilico per 50 addetti. Esposito (Pd): “Italia poco attenta”

I lavoratori della Torino-Lione incrociano le braccia.

Sono in sciopero a oltranza da martedì sera perché temono di restare senza lavoro.

Nella programmazione del cantiere si è infatti creato un buco di alcuni mesi.

Avrebbe dovuto essere tamponato con la lastricatura del tunnel geognostico e con una serie di altri piccoli lavori, invece la commissione appalti di Telt, la società che deve costruire la ferrovia ad alta velocità, ha respinto la richiesta avanzata dagli stessi vertici della società.

La bocciatura ha scatenato le ire dei sindacati, ma rischia pure di avere ripercussioni sulla sicurezza del cantiere di Chiomonte.
Oggi sono circa 50 gli addetti impegnati negli scavi , per conto della Venaus Scarl (un gruppo di aziende con a capo la ravennate Cmc).

Il tunnel avrebbe dovuto arrivare a 7,5 chilometri circa, invece a febbraio ci si è fermati prima, perché il nuovo progetto della Torino-Lione non prevede più di realizzare il pozzetto di ventilazione Clarea.

L’idea era di utilizzare i circa 5 milioni risparmiati per lastricare la galleria, creare alcune nicchie e fare altri piccoli interventi. Questo insieme di attività avrebbe garantito lavoro fino a maggio 2018 e avrebbe dovuto essere affidato direttamente alla Venaus Scarl.

Niente di anomalo per le regole italiane, ma il 6 luglio la commissione appalti si è riunita a Parigi è ha detto “no” chiedendo invece una nuova gara d’appalto.

“Siamo inferociti, perché così i lavoratori rischiano di essere licenziati tra un mese e mezzo o due”, dice Marco Bosio, segretario generale della Fillea- Cgil di Torino. Il sindacato è su tutte le furie perché il personale nei mesi scorsi era già sceso da un centinaio di addetti agli attuali cinquanta circa: “Avevamo siglato un’intesa anche con la Regione in cui tutti si impegnavano a riassorbire i lavoratori lasciati a casa, invece ora rischiano il posto anche tutti gli altri”, sottolinea Bosio. Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil chiedono garanzie per i lavoratori (in buona parte valsusini). Vogliono che siano sottoscritte le clausole di salvaguardia, che consentirebbero agli operai di essere riassunti nel caso in cui a vincere il prossimo bando fosse un consorzio diverso da quello attuale.
Da lunedì il presidente dell’Osservatorio sulla Torino- Lione Paolo Foietta e il prefetto di Torino Renato Saccone sono in contatto con gli uffici del ministro ai Trasporti Graziano Delrio per risolvere la grana. “Da parte nostra c’è una forte attenzione per fare in modo che si trovi una soluzione”, spiega Foietta.

Che ha già scritto una lettera dura alla Telt, in cui chiede alla società di gestire l’impasse e di dare continuità ai lavori di Chiomonte.

Oggi il cantiere ha lavoro fino a ottobre o novembre, poi rischia di crearsi un vuoto fino a metà 2018, quando gli scavi della Torino-Lione entreranno nel vivo e impiegheranno centinaia di persone.

La questione non è soltanto sindacale, ma anche di ordine pubblico. Se le attività dovessero fermarsi per alcuni mesi, sarebbe ancora giustificabile l’impiego delle forze dell’ordine per proteggere la zona?
Ecco perché la questione dello sciopero di Chiomonte è più delicata di quanto non possa apparire. Stefano Esposito, senatore Pd che da anni lotta per la realizzazione della Torino- Lione, è sconsolato: “Lo dico da tempo che c’è una disattenzione generale sulla Tav. Quando devi allestire un cantiere da 5,5 miliardi con una società binazionale deve esserci una coralità istituzionale che al momento in Italia non si vede”.

A fine mese è in programma un vertice Italia-Francia proprio sul tema delle infrastrutture, al quale parteciperà il ministro Delrio. Potrebbe essere il momento giusto per concordare con i transalpini una soluzione alla grana di Chiomonte.

Nel frattempo, la protesta continua, come promette Bosio della Fillea: “Lo sciopero è a oltranza, andremo avanti fino a quando non otterremo impegni scritti“.

In una nota, Telt annuncia che le opere di finitura dello scavo “si completeranno in autunno e al termine dei lavori si avrà la naturale cessazione del contratto con il raggruppamento di imprese“. La società dice comunque di volersi adoperare “nei limiti previsti dalla legge e dalle normative binazionali, affinché l’esperienza maturata dalle maestranze locali non vada dispersa”.

Tav, sciopero a oltranza al cantiere di Chiomonte: “Rischiamo il posto di lavoro”. ultima modifica: 2017-07-14T09:23:33+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo