Quando I padroni del “Pensiero Unico” danno ordine di bruciare le librerie

Libreria-data-alle-fiamme-1Libreria data alle fiamme
Ancora una volta un episodio di intolleranza violenta contro la cultura non conforme: il Circolo culturale con Libreria annessa, “La Terra dei Padri” di Modena, è stato dato alle fiamme nella notte di Mercoledì scorso a Modena.
Il Circolo culturale, già dalla sua inaugurazione, nel Gennaio dell’anno in corso, era stato fatto oggetto di intimidazioni, cortei di protesta, invettive e condanne da parte dei partiti e delle associazioni delle sinistra mondialista, con il PDI e l’ANPDI in testa a denunciare il “pericolo fascista”. Questo perchè l’impostazione culturale e politica del Circolo non era allineata a quella del “Pensiero Unico” vigente, in particolare in una zona da sempre gestita dal PD e dai suoi sodali.
Nonostante questa ostilità manifestata, il Circolo, che ospitava una nutrita biblioteca, era andato avanti con le sue iniziative metapolitiche e culturali come conferenze sul conflitto nell’Ucraina e del Donbass, commemorazione della figura del giornalista scomparso Arrigo Grilts, presentazione di libri come l’ultima opera di Sensini sull’ISIS, una piccola fiera dell’Editoria indipendente con esposizione di libri di case editrici non omologate, un convegno sullo Scontro di Civiltà, l’Europa ed il terrorismo, ed altre interessanti iniziative.
Il successo di queste iniziative aveva attirato molte iscrizioni di nuovi soci al circolo e questo aveva sicuramente dato fastidio e di conseguenza, da qualche settore politico, è arrivato l’ordine di far tacere quella fastidiosa voce dissidente.
Puntuale è arrivato l’attacco incendiario alla sede nella notte, attacco che non è difficile supporre che sia stato affidato a qualche gruppo di quelli che agiscono sotto le spoglie di sigle anarchiche o dei centri sociali e che in realtà svolgono la insostituibile funzione di “truppe cammellate” del sistema. Vedi: Modena, incendio doloso alla sede della Terra dei Padri
Non è la prima volta e non sarà l’ultima.
La fase attuale di soppressione del dissenso, a cui si sta rapidamente arrivando, consiste nel silenziare le voci dissidenti sul web, con il pretesto di controllare la rete e” prevenire la diffusione dell’odio” (Boldrini), oppure in altri casi si passa  a bruciare direttamente le librerie ed i circoli culturali dove circolano idee difformi e sono custoditi e venduti al pubblico i libri dissenzienti rispetto al “Pensiero Unico”.
In quel caso il sistema fa ricorso al suo braccio violento, costituito quasi sempre dai “centri sociali” mobilitati per distruggere le librerie o bastonare le persone che siano interessate a divulgare le idee proibite.
Era già accaduto accaduto poco tempo fa anche a Firenze, dove La libreria “Il Bargello” era stata assaltata da un gruppo di venti persone a volto coperto. Gli assaltanti, gridando slogans, avevano distrutto la vetrina ed avevano lanciato all’interno mattoni, bottiglie, petardi. Una ragazza, che lavorava come commessa, era stata aggredita, alcuni scaffali con relativi libri distrutti, e l’azione aveva voluto avere un significato “punitivo” in quanto la libreria era considerata vicina all’area di Casa Pound, in gruppo classificato di estrema destra e che si ispira alle opere del noto poeta e storico del novecento, considerato “eretico” rispetto alla cultura storica corrente. Stesso copione di quando, in precedenza venne devastata la libreria Ritter a Milano o quando in Francia, nel centro di Parigi venne assaltata la libreria “Facta” nel corso di una manifestazione antifascista proclamata “contro l’omofobia e le forze reazionarie”. Tanto meno fu espressa alcuna riprovazione dalle autorità pubbliche, quando un gruppo di assalitori incappucciati distrusse più di un anno prima la libreria Europa a Barcellona.
Libri dati alle fiamme a Modena
Tutti episodi che rendono l’idea del clima di intolleranza e di totalitarismo culturale che si è diffuso in questi anni in Europa.
La sinistra mondialista utilizza questi gruppi quando deve affidare a qualcuno il “lavoro sporco” mentre ufficialmente condanna queste azioni ma in modo subdolo le istiga, lanciando anatemi contro presunti circoli che propagano idee si stampo “fascista”. Il solito vecchio gioco del sistema di potere: la sinistra, oggi palesemente al servizio del grande capitale sovranazionale, maschera la sua subordinazione ai grandi poteri dietro la cortina fumogena dell’antifascismo.
Circolo culturale in fiamme a Modena
Quando poi accade che il fascismo compare davvero in Europa ( e non solo quello finanziario che schiaccia i popoli ed annulla i diritti), come accaduto in Ucraina dove i gruppi neonazisiti di Svoboda e del Battaglione Azov nel 2014, grazie al colpo di Stato della CIA, hanno mandato i loro esponenti al governo di Kiev, allora avviene che la sinistra europea si allea con questi e con il governi filo nazista di Poroshenko con il pretesto di bloccare la minaccia della Russia. Tutti quindi sempre al servizio del dominio imperiale USA, della NATO e della grande finanza di Soros e del Cartello dei  Rothshild/Rockefeller/Morgan/Dupont..
Non è un fatto nuovo e si percepiva già da molto tempo che il sistema in Italia ed in tutta l’Unione Europea si va sempre più avvicinando ad un ordine totalitario strisciante dove i grandi media (giornali e TV) sono controllati dai gruppi finanziari che ne sono proprietari, altrettanto avviene per gli Istituti di cultura, per le Università e le cattedre di docenza, dove il controllo è essenzialmente politico, idem per le fondazioni culturali ed le principali case editrici.
 
Libreria data alle fiamme
Tutti gli attori principali, che siano intellettuali, politici ed operatori dell’informazione, si sono ( da molto tempo) accomodati adeguandosi all’ideologia del “politicamente corretto” e del “Pensiero Unico”, essenzialmente globalista e neo liberista in economia (il primato dei mercati), laico, relativista, progressista  in politica (con le varie sfaccettature post ideologiche ) con al centro di questo sistema l’interpretazione della Storia precisamente conforme alla vulgata di regime e la deformazione cognitiva imposta dagli orientatori e opinionisti a libro paga delle centrali di potere.
Presto anche in Italia (come sta avvenendo adesso in Ucraina o in Turchia)  non ci sarà posto per chi dissente e le misure estreme, che le Autorità prenderanno per il “nostro bene”, saranno applicate a chi dissente o a chi sia accusato di collusione con  il terrorismo , a chi critica l’immigrazione, il multiculturalismo, le guerre della NATO, le coppie gay,il gender nelle scuole, a chi contesta l’unica religione ammessa ed i concetti base del Pensiero Unico.
Prepariamoci per il mondo che verrà, quelli delle librerie che bruciano sono i primi bagliori del prossimo futuro che ci predispone il super potere finanziario.
Mag 26, 2017 di Luciano Lago

RELAZIONI PERICOLOSE: TU MI PORTI I PROFUGHI, IO TI FINANZIO

coop msfovviamente tutte calunnie. E’ solo solidarietà, che chissà perché non si manifesta nei confronti di disoccupati italiani che si suicidano per disperazione.


E’ giusto premiare e finanziare chi ti rifornisce di un numero così copioso di clienti. Una gran parte del business dell’accoglienza è infatti gestito da cooperative che fanno parte della Lega nazionale cooperative, quella vicina al PD, quella di cui fa parte anche Coop. Diciamo che, a spanne, il business se lo dividono in maniera quasi paritaria Vaticano, cooperative e mafie. Che sono poi anche i tre referenti politici di chi governa.
Ovviamente questi finanziamenti vengono definiti ‘donazioni’. E la foto è solo un piccolo esempio di un flusso ben più imponente e nascosto. Poi, il modo come questo flusso di denaro viene utilizzato dipende dalle Ong che li ricevono. Ma qualcosa ci dice che il fatto che la Coop ‘doni’ soldi a MSF, e che questo sia impegnato nel traffico umanitario dalla Libia, non sia un caso.
Medici senza frontiere è l’organizzazione non governativa al centro dell’inchiesta della nave msfProcura di Trapani con ipotesi di reato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e a Palermo per ‘associazione a delinquere’. Una decina di appartenenti alla piu’ importante organizzazione umanitaria sono oggetto di indagini da parte degli uomini della polizia di Stato.
 
L’inchiesta non e’ circoscritta all’operato di una singola nave, ma prende in considerazione ruolo e missione di Medici senza frontiere nel Mar Mediterraneo. La forza dell’ipotesi investigativa deriva dal fatto che gli elementi concreti che hanno fatto partire l’indagine sono stati forniti dagli stessi membri dell’equipaggio delle navi, i quali hanno raccontato le anomalie nelle operazioni di salvataggio senza alcuna richiesta di soccorso.
Non solo. Molti dei terroristi islamici delle stragi compiute negli ultimi anni in Europa sono sbarcati come profughi. Di almeno uno di loro, il terzo kamikaze dello Stade de France, a Parigi, abbiamo la certezza di chi lo abbia accolto e rifocillato. Ahmad Almohammad è arrivato come profugo sull’isola di Leros per poi farsi esplodere allo Stade de France e non solo è stato salvato insieme agli altri dalla guardia costiera greca, ma una volta sbarcato è stato ospitato e rivestito di tutto punto dai volontari francesi di Medici Senza Frontiere. Gli avranno anche dato, su richiesta, una cartina di Parigi? Non si sa.
ECCO CHI CI GUADAGNA –
Erano in 200 su quel barcone. Tre terroristi sicuri, altri probabili, secondo la polizia francese. Da tempo diciamo che chi aiuta i cosiddetti profughi a sbarcare è un collaborazionista. Chissà quanti terroristi islamici hanno traghettato dalla Libia all’Italia. Di alcuni, come Amri, sappiamo, di altri sapremo solo quando faranno stragi e semineranno vittime.
 
Almohammad, 25 anni, è stato ospitato in un campo gestito dall’organizzazione francese Medici Senza Frontiere. Meno di 24 ore dopo esserci entrato, ne è uscito con vestiti nuovi di zecca forniti dai volontari di MSF. E con biglietti del traghetto per Atene. E poi Parigi. La strage.
 
Queste ONG, vero e proprio braccio armato di una organizzazione globale che lavora per la dissoluzione dei popoli europei, sono un pericolo mortale. E incassano tanti soldi.

Le priorità della Ue: “Trovare lavoro ai profughi entro 9 mesi”. E agli italiani?

migranti lavoromafia capitale estende il business…formazione ed ancora dumping sociale. Dato che la mafia dell’accoglienza percepisce 35 euro al giorno per persona, che queste persone lavorino a gratis, dicono i promotori dello sfruttamento, che sono gli stessi che guardacaso si oppongono al reddito di cittadinanza UNIVERSALE, ossia senza paletti che non essere senza reddito.
Le priorità della Ue: “Trovare lavoro ai profughi entro 9 mesi”. E agli italiani?
Bruxelles,  – Non trovi lavoro? Fatti tuoi. Se però sei un immigrato, l’Ue si farà in quattro per trovarti un impiego, senza tanti problemi burocratici. Ce lo dice la commissaria Marianne Thyssen, che, in un’intervista alla Stampa, mostra perfettamente il vero volto delle istituzioni di Bruxelles.
Il discorso parte da un falso storico riportato nella domanda del quotidiano torinese: “lavoro e inclusione possono aiutarci a battere la jihad in Europa? I killer occasionali di solito sono nati in Europa. Forse se non si fossero sentiti esclusi non sarebbero arrivati a scelte così tragiche”.
Idiozie: i killer di Londra si sono conosciuti perché lavoravano nello stesso ristorante, non hanno fatto amicizia sotto ai ponti. Avevano un impiego dignitoso. Salah Abdeslam gestiva un locale, era perfettamente integrato. Non ci sono storie di vera miseria e disperazione, nella biografia dei soldati del Califfato. Ad ogni modo, la Thyssen non la pensa così, e anzi replica: “Non c’è dubbio che sia così. Bisogna riformare il sistema di istruzione per preparare le nuove generazioni alle competenze del futuro”.
E se gli immigrati non trovassero lavoro lo stesso, allora bisogna agire con la forza: “Ogni paese europeo che accoglie un profugo ha il dovere di dargli l’accesso al mercato del lavoro entro nove mesi, cancellando qualunque ostacolo burocratico. Abbiamo proposto di scendere a sei mesi, qualche Paese fa già meglio di sua iniziativa”. Un impegno che stona con l’assenza di qualsivoglia politica in favore del lavoro degli autoctoni. E poi cosa vuol dire “cancellare qualunque ostacolo burocratico”? Che bisogna passare sopra alle leggi? Se la burocrazia è troppa, la si elimini, ma per tutti, non solo per gli immigrati.
Notare, inoltre, che la conversazione è iniziata parlando delle seconde generazioni, mentre ora si parla di “profughi”, cioè di gente appena arrivata, che spesso non sa la lingua, non conosce la cultura, non ha specializzazione alcuna. In Germania ci hanno già provato a riempirsi di immigrati sperando che fossero i nuovi operai a sostenere la crescita tedesca. Solo dopo ci si è accorti che la gran parte degli immigrati accolti non parlano il tedesco, hanno scarse qualifiche e spesso sono molto giovani.
Le confederazioni dei datori di lavoro hanno proposto di mandarli di nuovo a scuola, il che significa nuove spese a carico dello Stato. Fatto sta che, mesi fa, Continental ha avviato un programma di stage per 50 lavoratori migranti, ma dopo un anno solo il 30% dei posti è stato assegnato. Deutsche Post ha offerto 1.000 posti per uno stage indirizzato in modo specifico ai rifugiati, ma ha ricevuto solo 235 richieste di partecipazione. Se ne contano a centinaia di casi simili. Ma l’Europa, a quanto pare, continua a fare gli stessi sbagli.
di  Giorgio Nigra Giu 09, 2017

L’Espresso vs Diego Fusaro

Lespresso-vs-Diego-Fusaro-copertinaIl settimanale L’Espresso ha recentemente dileggiato Diego Fusaro dandogli del filosofo da talk show. Abbiamo simpaticamente deciso di rispondere agli amici di De Benedetti.
Era purtroppo inevitabile. Dalle parti di La Repubblica e L’Espresso hanno una specie di preoccupante coazione a ripetere: non essendo abbastanza obiettivi da schifarsi l’un l’altro, quando si incontrano durante le riunioni di redazione, si compiacciono di spalmare il fango che li lorda sul volto altrui. Ciò non stupisce. Chi non ha niente da dire e, quando parla, non è in grado di articolare alcun tipo di pensiero compiuto, passa solitamente la vita a criticare l’operato altrui.
Un nemico è del resto necessario e utilissimo per nascondere la propria nefandezza, oltre che la miseria intellettuale. Soprattutto se si è costruita la propria fortuna demonizzando gli altri, nella logica del che s’ha da fa’ pe’ campà.
L’hanno fatto con Berlusconi – avendo gioco facile, sia ben chiaro! Poi, essendo venuto a mancare l’ex Cavaliere, che avrebbero potuto combinare? Diventare grandi e trovarsi un lavoro vero? Magari dimostrare di poter andare a costituire un’alternativa credibile? Il sentiero risultava impervio e piuttosto ripido. Si sono pertanto guardati in faccia, col sudore che gli colava lungo le tempie, dicendosi: “Signori, qui dobbiamo trovare un altro da mettere alla gogna”. Detto fatto: Diego Fusaro. Tanto sta sulle scatole a tutti… quelli che essendo troppo poco si consumano nel livore contro chi è migliore di loro. I più non possono certo permettersi di dire con Nietzsche: “Voi, quando dovete elevarvi, guardate verso l’alto, io verso il basso: sono sopraelevato”.
 
Naturalmente, però, queste sono tutte argomentazioni di un pennivendolo a libro paga di Diego Fusaro. È bene, invece, soppesare la logica stringente delle argomentazioni avanzate da Guido Quaranta (secondo me, più trenta denari che quaranta!), il giornalista che si è fatto carico di sbrigare l’obbrobriosa pratica. Analizziamole dunque con ordine:
Fusaro appare spesso in televisione. In effetti, entrare in quel rettangolo di pixel, che di solito occupa il salone delle case degli italiani, non è esattamente motivo di gran vanto. Tutti ci vogliono, o vorrebbero, andarci, ma è comunque oramai assunto dal comune sentire che la cosa sia esecrabile. Solo, non si capisce perché la stessa reprimenda non venga mossa nei confronti di Mario Calabresi; del fu Ezio Mauro, dal carisma di uno sportellista delle Poste Italiane; o, prima ancora, di Massimo Giannini, con quella sua faccia impettita da primo della classe che segnala alla maestra i bambini che hanno fatto chiasso, mentre lei era in bagno.
Non parliamo poi di Sua Eminenza (Occulta?) Nostro Signore Eugenio Scalfari. Rammentate quella sua aria a metà tra il saggio stoico e il vecchio lupo di mare scampato a mille naufragi? E la sua rubiconda gioia quando la Gruber, come una figlia che accolga il vecchio padre solo la notte di Natale, lo riceve nel suo studio? Meglio non aggiungere altro.
“Fusaro è un bel giovanotto sui trent’anni, torinese, dagli occhi azzurri e dal ciuffo bruno. Non sorride mai, di solito, quando parla, sogguarda i presenti in studio con aria sufficiente e, dal tono monocorde della voce, sembra voler dare lezioni a tutti”Eh no, caro il mio burlone di un Quaranta! Uno, il giovane Diego non è un giovanotto, ma un professore universitario di filosofia. Capìta l’antifona? Non si deve vergognare come la maggior parte di voi giornalisti! Quindi, ne stia certo, lui non solo sembra voler dare lezioni, ma è pagato da un’università, e tra le più prestigiose, per farlo. E poi, scusi, cosa ci sarebbe di male nell’essere giovani e piacenti? Ci avete fatto due palle così con la storia che Renzi era giovane e cool e adesso vorreste tirarvi indietro?
Notate poi la finezza logica di Quaranta: “Fusaro non sorride”. Caspita, certo che sarebbe credibile un filosofo che va in televisione a parlare di disoccupazione, poteri occulti e neoliberismo, con il sorriso da idiota stampato in faccia. “E il tono monocorde?”, soggiungerà lei. Personalmente non l’ho notato, ma ho idea che Scalfari legga anche la bolletta della luce con tono grave, più o meno come faceva Gassman in televisione. Solo che quella di Gassman era una provocazione, mentre secondo me nonno Eugenio è serio quando lo fa. Dott. Quaranta, ma sul serio non si vergogna a essere così meschino?
Andiamo infine alla mirabile chiusa del pezzo:
 
“Ripudia l’euro e considera euroservi o euroinomani coloro che lo difendono. Avverte che l’emigrazione è una deportazione di massa che giova ai signori della mondializzazione capitalistica. Aborre l’aristocrazia bancaria e la talassocrazia del dollaro. Rampogna la tv per il suo effetto anestetizzante sulle coscienze. Deplora l’insinuarsi crescente di vocaboli inglesi nel lessico italiano. Diversi politici, durante i suoi dotti sermoni, approvano. Altri si urtano, qualcuno ridacchia. Lui, lì per lì, piccato, reagisce con battute sferzanti. Poi, imperturbabile, riprende a esecrare tutto o, quasi, tutto.”.
Ma ci volete prendere per i fondelli, o cosa? All’Europa ci crederanno sì e no cinque ingenui, il resto si sottomette perché in un modo o nell’altro ci guadagna. Ergo, sì, sono dei servi. Che l’immigrazione sia necessaria ai signori della mondializzazione capitalistica, mi rendo conto, Dott. Quaranta, a furia di stare chiuso in redazione, le deve essere sfuggito. Provi a fare un giro nei cantieri edili e in campagna. Come scusi, non sa cosa siano? Lo supponevo! E l’attacco alle televisioni che anestetizzerebbero le coscienze? Sa che lo diceva anche un certo Pasolini e ancora nessuno è riuscito seriamente a smentirlo? E la presa di posizione contro l’inglese?
Quanta malafede c’è in lei, Dottore! Ciò che Fusaro critica è un uso strumentale e manipolatorio di un’altra lingua per confondere l’opinione pubblica. Lei sa benissimo che si dice Spending Review, ma si legge ti taglio i viveri e la sanità pubblica. Lei lo sa ed è colpevole perché non lo ammette. Si vergogni e taccia, per favore. Sostiene che Fusaro passa sopra le critiche e procede oltre imperturbabile? E fa bene! Grazie al cielo ci pensa lui a svolgere attività di denuncia, pur non essendo il suo mestiere, ma quello che dovrebbe appartenere a lei Dott. Quaranta, che crede di scrivere dieci righe – forse addirittura meno – ed essersi guadagnato il pane che ha impunemente messo in tavola.
Matteo Fais -09.06.2017

Grecia sulla lama del coltello: verso la totale catastrofe economica

proteste-greciada quando c’è il paladino del popolo, l’antifascista anti sistema Tsipras della vita dei greci non importa più a nessuno della stampa buonista e tanto solidale. GRAZIE UE ED A TUTTI I SUOI SERVI

Proteste in Grecia
Sono passati esattamente cinque anni da quando la Grecia ha aderito al meccanismo europeo di sostegno in stretta collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). In quel periodo di tempo gli altri fondamentali e critici dati economici del Paese erano i seguenti: il PIL ammontava a 222,151 mld alla fine del 2010. Il debito pubblico era al 148,3% in rapporto al PIL. La disoccupazione si trovava al 12,5%. La percentuale di Greci che vivevano sotto la soglia della povertà (reddito inferiore al 60% del reddito nazionale intermedio disponibile) raggiungeva il 27,6%.
La politica di pura austerità applicata al Paese su ordine dei creditori internazionali durante tutti questi anni ha aggravato ulteriormente la realtà economica e sociale. Così, il PIL oggi è ridotto a 186,54 mld. Il debito pubblico è schizzato al 176% in rapporto al PIL.
La disoccupazione ha raggiunto straordinariamente il 26%, colpendo principalmente i giovani, molti dei quali costituiscono brillanti risorse scientifiche, con la conseguenza di spingerli ad emigrare all’estero. Questa grave mancanza di talenti potrebbe aiutare il Paese in questo contesto critico. La percentuale di Greci che vivono sotto la soglia di povertà è 34,6% o 3.795.100 persone.
In base all’esposizione dei suddetti elementi si rende conto chiunque che il programma di consolidamento fiscale in un paese che si trovava già in recessione prima del 2010 ha fallito completamente e non sarebbe assolutamente razionale, economicamente e socialmente, continuarne l’applicazione. Tale politica fiscale di contrazione e le misure di austerità danno forma alla spirale particolarmente letale di debito-recessione-austerità, escludendo ogni prospettiva di sviluppo.
 
In tal modo, l’insistenza che si osserva nella ferma continuazione dell’applicazione del programma di estrema austerità da parte dei prestatori avrà veramente risultati tragici per il Paese.
Condurrà alla totale catastrofe economica, la quale non potrà essere sanata per decenni, e certamente ad una crisi umanitaria di incredibili dimensioni per gli standard dell’Europa post-bellica. I cittadini senzatetto e immiseriti che già si vedono per le strade di Atene si moltiplicheranno rapidamente. I suicidi dovuti della disperazione e dello sconforto che causa l’impossibilità di sopravvivenza continueranno il loro percorso di aumento frenetico. Gli svenimenti dei bambini nelle scuole dovuti alla mancanza di nutrimento sufficiente diventeranno parte inseparabile della quotidianità.
 
La domanda, dunque, che si pone con decisione in questo periodo di tempo è che cosa deve succedere affinché la Grecia possa uscire dal tunnel scurissimo della profonda crisi economica e tornare sul viale luminoso dello sviluppo e del progresso.
 
In primis, il debito che porta sulle sue spalle l’economia ellenica è enorme e difficile da sopportare e non traspare alcuna possibilità di una sua estinzione. Quindi deve essere cancellata la parte più grande del valore nominale del debito affinché il peso del debito del Paese venga limitato sotto al 100% e diventi sostenibile con una simultanea tecnica che non rechi danno agli altri popoli d’Europa. L’estinzione del restante debito dovrà essere collegata a «clausole di sviluppo», cosicché si serva dello sviluppo e non dell’eventuale surplus di bilancio.
Secondo, è richiesta la riorganizzazione produttiva del Paese con le seguenti leve principali:
a) il bilanciamento delle transazioni correnti tramite il cambio della mescolanza dei prodotti realizzati nel Paese, rafforzando di conseguenza i margini dell’orientamento all’esportazione di molti settori dell’economia ellenica.
 
b) l’industrializzazione con la messa in atto di una compiuta politica industriale di ampio respiro e lo sviluppo della ricerca locale e della produzione di un’ampia gamma di prodotti di alto valore aggiunto. Il settore della trasformazione è particolarmente decisivo in quanto è impossibile per un paese pensare di poter avanzare nella catena del valore nella divisione del lavoro mondiale senza creare la necessaria base manifatturiera che comprende innanzitutto la realizzazione di prodotti industriali finali.
 
c) il conferimento di particolare importanza al turismo, per cui la Grecia ha a disposizione un forte vantaggio comparato, ma anche alla marina mercantile -la Grecia ha la più grande flotta mercantile al mondo- e ovviamente all’agricoltura per la copertura di beni sociali fondamentali e
 
d) lo sfruttamento efficiente delle materie prime -come la bauxite da cui si produce l’alluminio- e di probabili grandi giacimenti di petrolio, tanto nel Mar Egeo quanto nel Mar Ionio.
Terzo, è necessaria l’edificazione di uno Stato moderno, efficiente e razionale che lavori con onestà e senza interporre innumerevoli ostacoli burocratici allo sviluppo dell’attività imprenditoriale e che combatta efficacemente l’Idra di Lerna della corruzione e dell’evasione fiscale, cosicché vengano rimosse le molteplici conseguenze negative a livello economico, sociale e politico che causa e che venga resa giustizia fiscale. Le conseguenze economiche hanno a che fare da un lato con i danni delle finanze dello Stato e dall’altro con gli effetti sfavorevoli nel settore pubblico dell’economia. Quando si consolida la percezione che solo con il guadagno illecito delle persone che ricoprono posti d’importanza nodale nell’amministrazione pubblica è possibile raggiungere il risultato perseguito, si scoraggiano gli investimenti, si altera la sana concorrenza e si condannano al declino le imprese che si rifiutano di partecipare a questo tipo di transazioni illegali e immorali. Le conseguenze sociali e politiche della corruzione sono, inoltre, eccezionalmente serie. La corruzione crea nei cittadini malcontento, delusione e un intenso sentimento di crollo dei valori. Si consolida la convinzione che niente funzioni correttamente e che il cittadino rispettoso della legge subisca un torto.
 
Le istituzioni vengono sabotate e barcollano e infine si scredita lo stesso regime democratico agli occhi dei cittadini. Inoltre, l’istituzione immediata di un sistema fiscale equo che non incoraggi e non «giustifichi» l’evasione fiscale contribuirà decisamente allo sviluppo della coscienza fiscale dei contribuenti e quindi all’aumento significativo delle entrate statali.
Queste posizioni dovranno senza tardare oltre entrare in via di realizzazione cosicché la Grecia possa uscire dal coma della recessione ed essere guidata alla luce dell’ambìto sviluppo, lontano dalle applicate politiche di austerità selvagge e senza sbocco, che costituiscono la punta di diamante del capitalismo finanziario nel suo tentativo di estinzione del debito e di mantenimento del suo dominio in un’epoca di intensa e generalizzata crisi capitalistica.
I cittadini europei da parte loro dovranno mostrarsi solidali verso il dramma del popolo greco che è stato trasformato in tutti questi anni in un animale da laboratorio, visto che la parte decisamente maggiore del denaro che riceve in prestito il settore pubblico greco non finisce ai contribuenti greci, ma alle banche o per il pagamento di obblighi di prossima scadenza oppure per la ricapitalizzazione delle banche greche, il costo della quale pesa per grossa parte sui contribuenti.
Concludendo, la Grecia non sopporta di continuare con l’austerità, poiché è giunta ai suoi limiti più remoti, in quanto è crollato il tenore di vita ma anche la dignità del popolo greco e questo lo dovranno capire i creditori. Il nuovo terzo accordo con le misure di austerità estrema rafforzerà la recessione e avrà risultati disastrosi. Così, l’ora dello scontro e della rottura, non tarderà.
Isidoros Karderinis è nato ad Atene nel 1967. È romanziere, poeta ed economista con studi post-laurea in economia turistica. I suoi articoli sono stati ripubblicati in giornali, reviste e siti in tutto il mondo. Le sue poesie sono state tradotte in francese. Ha pubblicato sette libri di poesia e due romanzi. Cinque di questi sono stati pubblicati negli USA e in Gran Bretagna.
di Isidoros Karderinis  Giu 08, 2017 Fonte: Imola Oggi

Zajárova sfida giornalista della CNN: “Adesso faccia un ‘servizio onesto’ sul bambino di Aleppo”

AmamnpourAmampour della CNN ed il bambino siriano
La portavoce del ministero degli Esteri russo ha dichiarato che i giornalisti della catena televisiva statunitense “sono stati colto in flagrante” e ora “devono rispondere.”
La portavoce del ministero degli Esteri russo, María Zajárova, ha affermato che le dichiarazioni del padre di Omran Daqneesh, il ‘bambino di Aleppo’, che ha accusato la stampa occidentale di “sfruttare” il figlio a scopo di propaganda, quando nel mese di agosto 2016 vari media comunicazione pubblicarono immagini del bambino insanguinato. La diplomatica russa ha ricordato che la giornalista Christiane Amanpour della CNN ha mostrato queste foto al ministro degli esteri russo Serguéi Lavrov durante un’intervista e ha chiesto cosa avrebbe potuto dire alla famiglia del ragazzo.
“Dal momento che Christiane Amanpour ha iniziato quella storia … Adesso si può anche avere il coraggio e l’etica professionale per portarla al termine. Vai a Aleppo, in Siria, vai a trovare la famiglia del bambino e fai un servizio veramente onesto e non falsa, come sanno fare alla CNN “, ha spiegatoZajárova.
“Potresti fare domande difficili, fare un vera e proprio reportage su questo bambino su come i media statunitensi hanno manipolato la sua immagine e il suo destino. Non solo il destino della sua famiglia, ma il destino di tutta la Siria per anni”, ha sottolineato.
Maria Zajarova portavoce russa
 
La portavoce ha ammesso che “è comodo diffondere una storia falsa sulla CNN”, ma ha anche aggiunto che i suoi reporter “sono stati colti in flagrante” e ora “devono rispondere.” “Christiane Amanpour, ti aspettano ad Aleppo”, ha concluso.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”
“I nostri giornalisti hanno denunciato uno dei ‘falsi’ più spaventosi sulla Siria”, ha dichiarato il direttore del gruppo RT, Margarita Simonián.
“La prossima volta porteremo con noi Christiane Amanpour e a tutti coloro che lo vogliono. Se avete il coraggio di parlare con Omran e la sua famiglia”, ha affermato.
Un team di Ruptly ha incontrato la famiglia Daqneesh che era tornato ad Aleppo dove cerca di riprendere la sua routine. Parlando a Ruptly, Mohammad Kheir Daqneesh, padre di Omran, ha rivelato che la prima cosa che hanno fatto i ‘Caschi Bianchi’ è stata mettere suo figlio in ambulanza per fotografarlo invece di fornire il primo soccorso.
“Mentre ero impegnato a salvare la mia famiglia”, quelle persone hanno “come sfuggiti dalle macerie per utilizzare queste immagini nella loro propaganda”, ha detto Mohammad. Daqneesh ha anche chiarito che il bambino è stato “fotografato senza il mio consenso.” “Hanno anche rasato i miei capelli, ho cambiato il mio nome e per un po’ ho smesso di uscire con lui per proteggerlo da molestie”, ha raccontato Mohammad.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”, ha aggiunto. Tuttavia, ha deplorato il fatto che aveva da poco ricevuto minacce per non aver collaborato con l’opposizione siriana, che lo considerano “un traditore”. Egli ha anche criticato le azioni della Caschi Bianchi, che “lavorano principalmente con la stampa” perché è “uno strumento professionale che stanno utilizzando.”Vedi: Youtube.com/Watch
Giu 08, 2017  Fonte: RT Actualidad

Le manovre delle banche centrali che contano più del G7

yellenIl mondo, inteso come sistema finanziario-industriale, ha bisogno di instabilità affinché le Banche centrali continuino a salvarlo, spiega MAURO BOTTARELLI
Janet Yellen (Lapresse)
 
Da ieri, la Nato fa ufficialmente parte della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti. Lo ha annunciato il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, prima dell’apertura del Vertice che vedeva presente, tra gli altri, Donald Trump. Nel più palese caso di excusatio non petita, accusatio manifesta, sempre Stoltenberg ha immediatamente sottolineato che la Nato non parteciperà ad azioni di combattimento, ma diverrà il centro di collegamento dove convoglieranno le informazioni di intelligence per la lotta contro Daesh. Prendiamone atto, l’attentato di Manchester ha davvero accelerato molti processi, fino alla scorsa settimana rallentanti, se non bloccati, da veti incrociati e pareri discordanti.
Oggi, poi, a Taormina prenderà il via il G7 con al centro della discussione, nemmeno a dirlo, la lotta al terrorismo globale. E chi mancherà al tavolo dei grandi? Il soggetto che maggiormente, tra le potenze mondiali, sta combattendo sul campo quel fenomeno eversivo e destabilizzante: la Russia. Capite da soli e senza bisogno di dotte analisi geopolitiche che quel vertice nasce già con lo stigma del fallimento, perché pensare di combattere il terrorismo senza coinvolgere Mosca è folle. A meno che, tramite strani giochi di prestigio politici e abile propaganda, non si voglia far finire nel calderone dei soggetti pericolosi proprio la scomoda Russia di Vladimir Putin. E, per proprietà transitiva neo-con, il suo alleato in Siria, cioè quell’Iran che Donald Trump ha attaccato senza soluzione di continuità nella sua due giorni tra Arabia Saudita e Israele.
Già, perché forse questo G7 ha una sua agenda precisa, ma non è quella ufficiale, bensì quella nata proprio tra Ryad e Tel Aviv e sviluppatasi tra l’orrore di Manchester. Metto in fila, senza un ordine particolare, i focolai di guerra o destabilizzazione in atto a tutt’oggi: Siria, Iraq, Libia, Yemen, Mali, Filippine, Corea del Nord, Venezuela, Afghanistan, Brasile e sicuramente ne sto scordando qualcuno. Sedici anni di “guerra preventiva” ed “esportazione della democrazia” hanno portato a questo: siamo più sicuri o insicuri? E poi, cosa unisce tutta questa messe di guerre sparse, la famosa Terza Guerra Mondiale a pezzi di cui parla Papa Francesco?
Il denaro, inteso come sistema finanziario che necessita di destabilizzazioni per stare in piedi attraverso mosse emergenziali. Come mai, di colpo, le Filippine finiscono al centro dell’attività del braccio locale di Daesh, guarda caso mentre il presidente, Rodrigo Duterte, stringe alleanze e partnership con Vladimir Putin? Perché il Brasile, di colpo, vede i manifestanti assaltare e incendiare i palazzi ministeriali, tanto da portare il presidente a firmare un atto che conferisce alle forze armate poteri di ordine pubblico? Anche in Gran Bretagna, per la prima volta dall’allarme del 2007 per un temuto attentato in Scozia, si vede l’esercito per le strade, 4800 uomini: un vulnus non da poco per la patria della common law. E la Corea del Nord, fino a quattro giorni ombelico del male? Sparita. Probabilmente la produzione in serie dell’ultimo missile sparato nel Mar del Giappone non spaventa più tanto. C’è Manchester che garantisce mano libera e fogli bianchi su cui scrivere le nuove regole.
C’è talmente tanta calma, garantita paradossalmente dal caos, che la Fed l’altra sera ha potuto permettersi di inserire toni da falco nelle minute (le quali vengono sempre riviste e ritoccate prima della pubblicazione, fidatevi) dell’ultimo Fomc, facendo trasparire la possibilità di un rialzo dei tassi imminente, quindi certificando – implicitamente – ai mercati e ai cittadini la buona salute dell’economia americana. I mercati? Nemmeno un plissé, anzi l’Asia ha festeggiato. Festeggiamenti giustificati? Fate voi, alla luce di questi grafici: il primo ci mostra come il cosiddetto “National team”, ovvero un consorzio di china stocksbanche e istituzioni finanziarie che agiscono su mandato del governo cinese, sia massicciamente intervenuto sul mercato per sostenere i corsi azionari, in perfetta contemporanea con il crollo dell’acciaio: il downgrade di Moody’s ha dato il colpo di grazia a una dinamica che sta già schiantando tutte le commodities da settimane. Ma Draghi dice, salvo poi rimangiarsi la parola, che la ripresa ormai è globale.
Il secondo, invece, ci mostra come questa dinamica, ovvero la finanziarizzazione della delinquenciesmaterie prime attraverso i futures, stia colpendo l’economia reale, nella fattispecie l’agricoltura Usa e i prestiti contratti da proprietari terrieri per portare avanti la loro attività. Dal quarto trimestre del 2014 al primo di quest’anno, il tasso di delinquencies su quei prestiti è salito del 225%, stando a dati ufficiali del Board of Governors della Fed.
Terra, cibo, economia vera: devastati da Wall Street e dai suoi giochini, ora con l’aggravante di qualche triliardo di contratti derivati che hanno come collaterale proprio futures legati alle commodities che pagano lo scotto al rallentamento della crescita cinese.
g3 central bankIl terzo, invece, ci mostra come dal dicembre 2016 questa logica di intervento delle Banche centrali per evitare l’armageddon si sia concentrata anche sul mercato obbligazionario sovrano, ovvero quello dei governi: questo, al netto di Bce e Bank of Japan che stanno comprando anche l’aria.
Vi serve altro per capire che il mondo, inteso come sistema finanziario-industriale, ha bisogno di instabilità affinché soggetti ormai onnipotenti come le Banche centrali continuino a salvarlo con soldi vostri? Stiamo tutti quanti camminando sul filo dell’equilibrista circense, ma la rete di salvataggio sotto di noi diventa ogni giorno più piccola e piena di buchi. La scorsa settimana vi ho ricordato come in un articolo dello scorso gennaio già avessi profilato l’ipotesi che l’elezione di Donald Trump fosse stata il perfetto capro espiatorio per giustificare un crash del mercato, evitando così che l’opinione pubblica additasse i veri responsabili di quello che era un epilogo già scritto, dopo anni di denaro a pioggia creato dal nulla e debito insostenibile. E dove siamo, oggi? Con i tassi che, formalmente, stanno salendo negli Usa, la meteoritica ascesa del mercato è andata in stallo.
 
Negli ultimi mesi, i corsi azionari hanno introitato un misero punto percentuale di rialzo o ribasso alla settimana. Poi, stranamente, la scorsa settimana è successo qualcosa: i mercati, senza apparente motivo sono crollati di quasi 400 punti in un solo giorno. Andate a riprendervi i titoli dei principali media, italiani ed esteri e troverete la narrativa ufficiale rispetto a quel tonfo: l’instabilità generata da Trump e dai suoi guai legati al Russiagate, con il rischio addirittura di un impeachment. Insomma, è colpa del presidente Usa. Sembra il signor Malaussene dei romanzi di Daniel Pennac, professione capro espiatorio: Banche centrali e grande finanza, sentitamente ringraziano.
E attenzione, perché se avete voglia di fare una rassegna stampa più accurata ed estesa nel tempo, questa narrativa i grandi media hanno cominciato a montarla ancora prima dell’elezione di Trump, quando si era in campagna elettorale: ma se tutti i sondaggi davano Hillary Clinton come vincitrice in carrozza, quale bisogno c’era di creare quella cortina di terrorismo finanziario? Basti vedere Bloomberg, agenzia il cui mantra fu quello di dipingere Donald Trump come un uomo fortunato, perché riceveva in eredità da Barack Obama un’economia florida e in ripresa. Balle, quale economia abbia lasciato l’ex inquilino di Pennsylvania Avenue è ormai sotto gli occhi di tutti: mercato in bolla assoluta, peggio del dot.com e livello di debito ormai insostenibile, sovrano e privato. Ovviamente, con la colpevole collaborazione fattiva di chi detiene la stampatrice, ovvero la Fed. Addirittura, il settimanale Fortune scrisse che l’iniziale rally di mercato che aveva salutato l’elezione di Donald Trump altro non era se non una creazione del palcoscenico per un sorprendente crash del mercato. Diciamo che o hanno poteri divinatori o forse c’era un’agenda condivisa da far accettare all’opinione pubblica.
Non vi pare che quanto accaduto da quando il presidente Usa ha messo piede a Ryad fino a oggi, risponda a una logica simile ma a livello geopolitico? Attenzione a cosa verra deciso al G7, per quanto realisticamente inutile – stante l’assenza della Russia -: ci dirà quale piega prenderanno gli eventi. Ovvero, quando – e non se – sarà guerra.
26 maggio 2017 Mauro Bottarelli

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi
Contrariamente alla stampa o ai genitori, Salman Abadi Labidi, presunto attentatore suicida di Manchester, non era un profugo, ma aveva beneficiato di uno dei tanti programmi speciali di protezione dei servizi segreti inglesi. Salman era nato da genitori libici a Manchester nel 1994. Suo padre, Ramadan Abadi, era un ufficiale dei servizi segreti libici, prima di essere reclutato dagli inglesi. La sua copertura fu bruciata accidentalmente da un parente della moglie, Samia Tabal, poco dopo il fallimento di una vasta cospirazione dell’esercito libico per uccidere Muammar Gaddafi. Quest’ennesima congiura contro Gheddafi innescò non solo una delle più grandi purghe nei servizi di sicurezza, ma la dissoluzione delle Forze Armate libiche, sostituite da ciò che Gheddafi chiamò “popolo in armi”, concetto vagamente ispirato ai sistemi svizzeri e svedesi di difesa logistica e che si rivelerà fatale nel 2011, quando la Libia fu attaccata dalla NATO. Fu il servizio segreto inglese che si occupò dell’esfiltrazione o fuga della famiglia Abadi dalla Libia. Ufficialmente, Abadi fuggì dalla dittatura di Gheddafi rifugiandosi nel Regno Unito.
Gli Abadi risiedettero prima a Londra, prima di trasferirsi nel sobborgo di Manchester dove risiedette per oltre un decennio. Come molti giovani delle periferie delle città europee, Salman crebbe senza riferimenti e mostrò particolare entusiasmo verso la cosiddetta “primavera araba” al punto di voler unirsi ai ribelli libici. Ciò naturalmente attirò subito l’attenzione dei servizi segreti inglesi responsabili della perlustrazione della periferia cercando candidati disposti a sacrificarsi in battaglia contro i nemici di Sua Maestà, in nome di Allah. L’attentatore suicida che ha colpito il concerto pop di Manchester causò 22 morti e 50 feriti, secondo un rapporto delle ultime ore. La polizia inglese rivelava rapidamente l’identità del presunto terrorista, suggerendo che non fosse solo conosciuto, ma supervisionato dagli agenti che seguivano l’ambiente da cui proveniva. Questi dettagli non sono stati trasmessi dai media europei e probabilmente non lo saranno mai. La ragione di Stato lo chiede.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 consultare il link alla fonte in fondo per visionare le numerose foto di cui l’articolo seguente è corredato
Secondo una fonte della sicurezza, l’FBI avvertì l’MI5 che Salman Abadi pianificava un attentato in Gran Bretagna nel gennaio 2017. Pensavano che volesse assassinare un politico. L’MI5 esaminò ma non trovò niente“. Daily Mail
Sembra che Salman Abadi fosse protetto dall’MI5? In questa foto di ‘Salman Abadi’, sono stati rimossi i suoi “gestori dei servizi di sicurezza”?
Alcuna traccia di un zaino? Nell’attentato di Boston, lo zaino con una bomba che sembrava appartenesse ad un agente della polizia privata Craft.
Il capo della polizia di Manchester Michael Todd, stava conducendo un’indagine sulle attività illegale della CIA e connessi. Michael Todd fu trovato morto in circostanze misteriose.
Peter Walker sostiene che un gruppo di misteriosi uomini in abito scuro, ritenuti dei servizi di sicurezza, fu visto ai piedi di Monte Snowdon dopo che fu trovato il corpo di Todd. Un misterioso elicottero Chinook apparve al di sopra del luogo. Il capo della polizia “suicida”: Perché non ci hanno chiamato prima del salvataggio?
La versione originale di ciò che è successo a Manchester: Secondo The Times, i video CCTV mostravano Salman Abadi collocare una valigia sulla scena dell’esplosione. ‘Una madre’ ha detto che l’attentatore indossava una giacca rossa brillante. L’attentatore suicida Abadi agiva da solo e non faceva parte di un gruppo terroristico. Abadi usò una bomba artigianale. Furono trovati i “possibili residui del tronco di Abadi“, identificati dal suo bancomat.
Dopo le fughe dagli USA spuntò una seconda versione di ciò che è successo a Manchester: la bomba era in uno zaino Karimor e non in una valigia. L’attentatore aveva un vestito scuro e faceva parte di un grande gruppo. L’attentatore usò una bomba sofisticata, creata da un esperto e telecomandata. Abadi non doveva essere sulla scena del crimine. Crimine di Stato e attentato al Manchester Arena.
In una versione, Salman Abadi si dedicava a droghe, alcol e feste. In un’altra versione era un sostenitore puritano dello SIIL. Il falso di Manchester
Le immagini dei video CCTV rilasciate dalla polizia, che presumibilmente mostrano Salman Abadi da qualche parte nel mondo, il 22 maggio 2017. La polizia di Manchester si dice che sia la “banda più grande in Gran Bretagna”. I servizi di sicurezza inviarono libici da Manchester in Libia per combattere Gheddafi. Salman Abadi e suo padre aiutarono la CIA a rovesciare Gheddafi in Libia.
 
Secondo Daily Mail, lo zio dei terroristi di Boston, Ruslan Tsarnaev, era sposato con la figlia del funzionario della CIA Graham Fuller e conviveva con il funzionario della CIA.
 
L’atrocità del Manchester Arena è simile alla strage di Bologna. Secondo un documentario della BBC, i servizi di sicurezza (CIA e affini) effettuarono la strage di Bologna nell’ambito dell’operazione Gladio.
 
L’operazione CIA-Mossad Gladio-B implica l’impiego di musulmani. Operazione Gladio-B
Il padre di Salman Abadi si presume fosse in contatto con Abu Qatada, un agente dell’MI5.
Harun Rashid Asuat fu indicato quale autore degli attentati di Londra del 7 luglio. Le autorità dichiararono che telefonò a due degli attentatori del 7 luglio. Dopo che Asuat fu consegnato alla polizia inglese, Scotland Yard affermò, il 7 agosto 2005, che i detective non erano interessati a parlargli degli attentati di Londra. Secondo quanto riferito, Asuat lavorava per l’MI6. Wikipedia/Agenti del Mossad?
Anwar al-Awlaki di al-Qaida era nato negli USA. Fu cappellano presso la George Washington University, e venne reclutato dalla CIA. Il 21 ottobre 2010, Anwar al-Awlaki dial-Qaidafu invitato al Pentagono per un pranzo, dopo l’11 settembre 2001. Nel 1996 e nel 1997, al-Awlaki fu arrestato a San Diego per istigazione alla prostituzione.
 
Il presidente Mubaraq, dopo il massacro di Luxor, dichiarò: “Ci sono responsabili dei crimini condannati (in Egitto) e che vivono su suolo inglese“. Zawahiri/Agenti del Mossad?
Chi sono i responsabili del “terrorismo”? Israele è governato da terroristi? Mossad ed affini hanno sempre impiegato molti musulmani che possono essere sedotti da denaro e sesso, o intimiditi o controllati. Il Regno Unito ha più di un nemico? Quali collegamenti ha la famiglia di Salman Abadi con la CIA? Nel 1946 i terroristi ebrei tentarono di bombardare la Camera dei Comuni con un aereo. La Camera dei Comuni fu salvata quando la polizia francese scoprì che membri della banda Stern si preparavano a sorvolare il canale su un aereo con una grande bomba. BBC
Intelligence declassificata dimostra che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la priorità principale dell’MI5 era il terrorismo dei gruppi ebraici Irgun e Banda Stern. I terroristi ebrei erano sostenuti da eminenze negli USA che vedevano la Gran Bretagna come potenza rivale. Il 22 luglio 1946, l’Irgun bombardò l’hotel King David a Gerusalemme che ospitava funzionari inglesi e la sede dell’esercito inglese in Palestina. 91 persone morirono. I sionisti amano compiere i loro attentati il 22 di ogni mese. Nel novembre 1944 la Banda Stern assassinò il ministro Lord Moyne. Nel marzo 1947, l’Irgun bombardò il Colonial Club di Londra. Nell’aprile 1947 l’Irgun mise una bomba all’ufficio coloniale di Londra. Nel giugno 1947, la Banda Stern spedì varie lettere-bomba in Gran Bretagna. Marvin Paice e Clifford Martin, due sergenti inglesi, furono impiccati dall’Irgun. A metà giugno 1946, l’Irgun bombardò cinque treni e 10 degli 11 ponti nella Palestina controllata dagli inglesi. Nell’ottobre 1946, l’Irgun bombardò l’ambasciata inglese a Roma. Tra fine 1946 e inizio 1947, l’Irgun effettuò attentati sulle strade militari inglesi nella Germania occupata. Come l’estremismo sionista divenne il peggior nemico delle spie inglesi/L’impero segreto di Calder Walton
L’esercito inglese ospitava ebrei membri dell’Irgun e della Banda Stern. MI5 e MI6 avevano ebrei sostenitori d’Israele. Lord Victor Rothschild lavorò per MI5 e MI6 e si dice avesse consegnato segreti ad Israele. Il governo inglese aveva ebrei che sostenevano Israele. Si può dire che, gradualmente, gli ebrei sionisti e i loro alleati hanno influenzato le istituzioni chiave del Regno Unito, compresi i media. Si dice che gli ebrei sionisti e i loro alleati controllino i capi islamisti. I segretari degli interni ebrei permisero a numerosi musulmani di entrare nel Regno Unito. I membri dell’IRA, come Robert Briscoe, sostenevano i terroristi ebraici.
 
 
Kennedy e Briscoe, al centro
 
Paul Cruickshank della CNN suggeriva la possibilità che l’attentato al Manchester Arena fosse un attacco False Flag. Gli attentati sotto falsa bandiera sono indagati da storici come il dottor Daniel Ganser. Daniel Ganser spiega che i governi occidentali hanno compiuto molti attentati sotto falsa bandiera. L’agente della Gladio di CIA-NATO Vincenzo Vinciguerra spiegò la “strategia della tensione” di Gladio in una testimonianza giurata, dicendo: “Devi attaccare civili, persone, donne, bambini, inermi, sconosciuti lontani da qualsiasi gioco politico… per costringere il pubblico a rivolgersi allo Stato per chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti i massacri e gli attentati rimasti impuniti, perché lo Stato non può condannarsi o dichiararsi responsabile di ciò che è accaduto“. Gli eserciti segreti della NATO collegati al terrorismo. Bruxelles; Mossad, CIA False Flag/ L’attentato di Berlino e la strana morte di Anis Amri / Attentato a Parigi, Psy-op di Gladio
Un ‘ufficiale dell’antiterrorismo libico’ Ahmad bin Salam, affermava che Salman Abadi telefonò alla madre e le disse “perdonami”. Salman Abadi chiamò la madre. Non dovremmo fidarci di un funzionario libico che potrebbe lavorare per la CIA. Furono CIA e Mossad a distruggere la Libia con la loro primavera araba, per far cadere Gheddafi. La famiglia di Salman Abadi lavorerebbe per la CIA e amici.
Abu Anas al-Libi di al-Qaida ha vissuto a Manchester e avrebbe lavorato per l’MI6. (L’MI6 arruolò uomini di al-Qaida) Abu Anas al-Libi ebbe asilo nel Regno Unito e la moglie era un’amica della madre di Salman Abadi. Il padre di Salman Abadi era legato ad al-Qaida. Il segretario di Stato inglese Robin Cook spiegò al parlamento del Regno Unito che al-Qaida è la CIA. Il giornale Scotland on Sunday riferì che Usama bin Ladin lavorò per la mafia ebraica. Si sostiene che Salman Abadi fosse in un appartamento a Granby House poco prima dell’attentato alla Manchester Arena. La polizia di Manchester perquisisce il centro della città. Granby House è nel Gay Village di Manchester. Il Mossad controllava Abadi attraverso un ricatto sessuale?…
L’ex-cattolica Ariana Grande è una supporter della kabbalah ebraica mentalmente controllata? Simbolismo Illuminato e Kabbalah
C’era un momento, quando avevo tre o quattro anni, in cui mia madre pensava che sarei diventata una serial killer“, aveva detto Ariana al Billboard, continuando: “Mi mettevo sempre una maschera da scheletro o da Freddy Krueger“. Daily Mail
Hashim, fratello di Salman Abadi
 
Peter Chamberlin, in Neocon – sionismo fascista, collega il potente sionista Michael Ledeen al terrorismo sotto falsa bandiera che ha colpito Europa ed USA. Il presunto attentatore del Manchester Arena, Salman Abadi, viveva vicino a numerosi libici e a certi “cristiani” che chiaramente lavoravano per la CIA. La connessione Manchester – Libia
Stephen Grey, 31enne di Manchester che prestò servizio nella Royal Air Force e cercò di recarsi in Siria per combattere con lo SIIL, sarebbe controllato dalla CIA.
 
Il rapper Raphael Hostey, 22 anni, di Manchester, si è unito allo SIIL. Reti dei combattenti dello SIIL e delle spose della jihad attive a Manchester.
 
Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, sarebbe stato un membro del gruppo combattente islamico libico (LIFG) di Abdalhaqim Bilhadj. Abdalhaqim Bilhadj lavorò per Stati Uniti e NATO nel rovesciare Gheddafi. Il gruppo combattente islamico libico (LIFG) ha una grande presenza a Manchester. Il LIFG è ora collegato all’attentato del Manchester Arena. LIFG lavora per la CIA e i suoi amici. Il governo inglese protegge i terroristi di Manchester. Gli investigatori hanno collegato il presunto attentatore del Manchester Arena Salman Abadi agli attentati di Mossad-CIA a Parigi nel 2015 e a Bruxelles nel 2016.
 
Muhamad Abrini, l’uomo col cappello, collegato agli attentati a Parigi e Bruxelles, è noto per aver visitato Manchester nel 2015. Zaqaria Bufasil avrebbe lavorato per l’MI5. Bufasil finanziò Muhamad Abrini coinvolto negli attentati di Parigi del novembre 2015 e di Bruxelles del 2016. Bufasil gli diede 3000 sterline nel parco Small Heath di Birmingham nel luglio 2015. Bufasil, 26 anni, affermò di essere stato avvicinato dall’MI5, di aver avuto diversi incontri con agenti dell’MI5 e di essere stato pagato dall’MI5. “Le sue affermazioni possono ora essere pubblicate dopo che l’ordine che vieta la menzione dei suoi presunti legami con i servizi di sicurezza è stato revocato dal Kingston Crown Court“. Daily Mail
Perché la famiglia di Salman ha ricevuto asilo nel Regno Unito quando era nota ai servizi di sicurezza. Perché Salman poté viaggiare liberamente tra Libia e Regno Unito? Si può supporre che Salman e famiglia lavorassero per i servizi di sicurezza? Le autorità dissero alla ABC News di aver trovato una sorta di laboratorio per bombe a casa di Salman Abadi e che aveva accumulato abbastanza sostanze chimiche per farne altre. Tuttavia, secondo la polizia inglese, “alcuna apparecchiatura per bombe fu trovata in casa di Salman Abadi”. Daily Mail
Negli attentati ai treni di Londra, gli esplosivi furono collocati sotto i vagoni ferroviari, presumibilmente dai servizi di sicurezza. Un testimone disse che nel suo vagone non c’era nessun musulmano e alcun zaino da dove far uscire una bomba. Bombe a Londra. La bomba del Manchester Arena aveva un sofisticato detonatore telefonico a distanza. Daily Mail. Forse fu fatta esplodere da un agente dei servizi di sicurezza, a qualche distanza.
 
Salman Abadi (terzo da sinistra) e Bilal Ahmad (secondo da sinistra). Salman Abadi frequentava Bilal Ahmad, che ora sconta nove anni di prigione per violenze di gruppo a una studentessa di 16 anni. (Daily Mail) Molti musulmani inglesi lavorano nello spaccio di droga, o per le reti degli abusi ai bambini o per i servizi di sicurezza. Abusi ai bambini di Rotherham – il quadro.
La madre di Salman Abadi, Samia, è una scienziata nucleare con presunti collegamenti con i servizi di sicurezza. Un compagno di classe di Salman Abadi alle superiori, ha detto al MailOnline che Salman Abadi non aveva mai mostrato interesse per la religione. “Era solo un ragazzo normale, che non si era mai distinto”, aveva detto. Un amico disse: “Non ha mostrato alcun segno di radicalismo“. Debbie Smith, 53enne chef che vive di fronte agli Abadi, dichiarava: “Non abbiamo mai avuto problemi con la famiglia. Sembravano abbastanza occidentali, indossavano vestiti occidentali. Le donne non indossavano il velo. Daily Mail. Se Salman Abadi lavorava per lo SIIL, allora lavorava per la CIA, e probabilmente era mentalmente controllato.
 
Joe Dixon, dello SIIL, è di Chatham, Kent. (Daily Mail) Sembra essere stato controllato dai servizi di sicurezza.
 
Max von Oppenheim della famiglia bancaria ebraica, aveva un piano per incoraggiare la violenza religiosa in vari Paesi. Descrisse l’Islam come “una delle nostre armi più importanti”. I mullah furono corrotti con grandi somme di denaro per fargli sostenere la jihad. Max von Oppenheim
 
Negli attentati false flag, i veri testimoni descrivono spesso il presunto aggressore come “normale”, ma i testimoni falsi descrivono il presunto attentatore come “non normale”. Un presunto vicino disse della famiglia di Salman Abadi: “La famiglia è super religiosa… la madre è sempre rimasta in casa e ogni volta che l’ho vista portava il velo”. Daily Mail. Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, è un ufficiale di sicurezza dell’aeroporto che si pensa abbia lavorato nell’aeroporto di Manchester. La bomba utilizzata nell’attentato era “grande e sofisticata” creata con materiali non disponibili in Gran Bretagna. Una bomba della CIA o del Mossad? Daily Mail
La prima ministra inglese Theresa May è fortemente pro-sionista. “L’unico modo per combattere una guerra morale è quello ebraico: distruggere i loro siti sacri: uccidere uomini, donne e bambini“, scriveva il rabbino Manis Friedman. Chabad rabbi: gli ebrei dovrebbero uccidere uomini, donne e bambini arabi durante la guerra – Israele News/Haaretz
La polizia ha collegato Salman Abadi all’attentato di Manchester “attraverso un bancomat  trovatogli in tasca”. Ecco cose se ne sa. Negli attentati sotto falsa bandiera, i servizi di sicurezza ‘piazzerebbero’ prove false. I ‘sospetti’ dirottatori dell’11 settembre vivi e vegeti / 11 settembre, i passaporti furono rilasciati dalla CIA
Secondo la NBC News, citando funzionari dell’intelligence degli Stati Uniti, “Abadi si recò in più Paesi, come la Libia, nell’ultimo anno, per addestrarsi con il gruppo terroristico al-Qaida. Va ricordato che la CIA e amici hanno creatoal-Qaidae SIIL.
Gli attentati del 1996 a Manchester. Nel 1973, l’intelligence inglese (MI5 e MI6) infiltrò completamente l’IRA. (Dailymail). Si ritiene che gli agenti dei servizi di sicurezza effettuarono l’attentato del 1996 a Manchester per screditare il movimento repubblicano e spaventare la gente facendole votare la ricca élite. L’MI5 bombardò Londra nel 1973?
Salman Abadi studiava presso l’Università Salford di Manchester. “Gli amici lo ricordano come un buon calciatore, appassionato tifoso del Manchester United e dedito alle canne“. Attentato a Manchester. Si crede che vivesse in Libia.
 
Perché i servizi di sicurezza avrebbero ucciso Saffie Rose Roussos al Manchester Arena?
 
 
Sir Peter Hayman fu il vicecapo dell’MI6. La polizia ha trovato diari in cui Sir Peter Hayman aveva registrato le sue esperienze sessuali con bambini. La polizia aveva anche trovato le lettere ai suoi compari degli abusi. Due riguardavano torture sessuali e infanticidio. Come le dirigenze nascondono i mostri.
Possiamo fidarci dei militari inglesi? Lord Bramall
Da bambino, Paul Bonacci fu rapito dai servizi di sicurezza degli Stati Uniti e costretto a guardare abusi sessuali, torture e omicidi rituali di bambini. Bambini controllati dalle spie/Torture di bambini nelle forze armate statunitensi
Il 22enne Salman Abadi sarebbe il presunto attentatore al Manchester Arena. I genitori di Salman si trasferirono dalla Libia a Londra perché volevano sfuggire al regime di Gheddafi. Salman era nato a Manchester nel 1994. Vi sono notizie che Salman e i genitori fossero tornati in Libia. Salman Abadi
Come nella maggior parte degli attentati false flag, il presunto attentatore suicida “era noto ai servizi di sicurezza“. Lo stragista era  controllato dai servizi di sicurezza? SIIL.
 
 
La prima vittima dell’attentato di Manchester, Georgina Callander, qui fotografata con Ariana Grande due anni prima.
 
Il 22 maggio 2017 c’è stato un altro attentato sotto falsa bandiera nell’Arena di Manchester, dove Ariana Grande cantava.
 
Come accade nelle false flag, i servizi di sicurezza avevano svolto un’esercitazione:
 
Ariana Grande sembra essere controllata dall’élite. Il suo direttore è Scooter Braun.
 
Prima dell’attentato, un account Twitter non verificato pubblicava un tweets con bandiere dello SIIL dagli hashtags #IslamicState e #Manchesterarena. DailyMail
Lo SIIL è controllato dai servizi di sicurezza occidentali. Trump e SIIL
Rita Katz twitta che probabilmente è opera dello SIIL.
Andy Burnham è il neosindaco di Manchester. Burnham ha compiuto l’ultimo viaggio in Israele, sponsorizzato dagli Amici laburisti d’Israele. Manchester ha una grande popolazione ebraica.
 
Dopo l’attentato, si vedono persone fuggire nel panico. Il 22 maggio 2013, Lee Rigby fu ucciso a Woolwich, Londra. Il 22 marzo 2017, un attentato si è ebbe sul Westminster Bridge. (Woolwich False Flag/London Attack False FlagParte 1 e Parte 2
Lo scopo delle operazioni di Gladio, come quello di Manchester, è spaventare la gente e farla votare per i politici dello Stato profondo. Operazione Gladio/Bruxelles; Mossad CIA False Flag Inside Jobs
L’attentato di Manchester potrebbe preparare Theresa May ad invadere la Siria.
 
 
Ex-Assistant Chief Constable di Manchester, Rebekah Sutcliffe. Poliziotta scioccata dal ‘boobgate’. Dovremmo fidarci della polizia di Manchester?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
maggio 23, 2017  Aanirfan

La Cina smantella le operazioni della CIA

The-Great-Hack-WebIl New York Times conferma che tra il 2010 e il 2012 la Cina ha smantellato un’operazione spionistica della CIA in Cina, imprigionando e giustiziando varie spie.
Il New York Times, basandosi su 10 agenti della CIA, afferma che tra il 2010 e il 2012 la Cina ha smantellato l’intera operazione della CIA in Cina, arrestando ed eliminando 20 spie. Sembra che in un caso i cinesi giustiziassero una delle spie catturate nel cortile di un edificio pubblico davanti ai colleghi con cui lavorava, per avvertirli dei rischi dello spionaggio per la CIA. Sembra che sia stata la peggiore disfatta che la CIA abbia subito dalla fine della guerra fredda e finora gli agenti sono divisi sulle cause, con alcuni che accusano una talpa (i loro sospetti puntano su un individuo che ora vivrebbe in un Paese asiatico) mentre altri accusano la gestione dei responsabili della CIA a Pechino. Indipendentemente dal fatto che l’episodio causi recriminazioni nella comunità d’intelligence degli Stati Uniti ancora oggi, e mettendo da parte la questione di come la Cina abbia scoperto e distrutto questa rete spionistica, vi sono numerosi spunti da questo episodio.
Il primo è che, sebbene il New York Times affermi che nel 2013 la Cina avrebbe perduto la capacità d’individuare le spie statunitensi, la sconfitta sembra così devastante che è improbabile che l’operazione della CIA in Cina sia stata riportata ai livelli di prima del 2010.
Il secondo è che, anche se i cinesi hanno agito decisamente e spietatamente per distruggere la rete della CIA, hanno agito anche discretamente. Contrariamente a quanto si sa della vicenda e del totale silenzio della Cina, vi è l’enorme sconcerto negli Stati Uniti sui cosiddetti “illegali russi”, arrestati dall’FBI nello stesso periodo.
Contrariamente a certe rivendicazioni, gli “illegali” non erano spie ma agenti che l’intelligence russa cercò d’insediare negli Stati Uniti per sostenere future operazioni di spionaggio. Poiché nessuno di loro era effettivamente una spia, le accuse furono relativamente minori e furono tutti subito deportati in Russia, venendo scambiati con vere spie statunitensi che la Russia aveva arrestato. Malgrado nessuno degli “illegali” fosse una spia, la vicenda dominò l’informazione per diversi giorni con una delle arrestate, Anna Chapman, corriere dell’intelligence non ‘illegale’, diventata star dei media notturni. Il contrasto tra la pubblicità degli Stati Uniti sullo smascheramento di questa rete e il silenzio della Cina sui passi assai più drastici presi nello stesso periodo, eliminando ciò che era chiaramente una rete spionistica, colpisce. Bisogna chiedersi se la pubblicità straordinaria che gli Stati Uniti diedero allo smascheramento dei “illegali” russi fosse una forma di compensazione psicologica per l’enorme sconfitta in Cina.
Il terzo punto segue il secondo, uno dei motivi per cui i cinesi, e anche gli USA, mantennero segreto questo affare fu evitare l’enorme danno che avrebbero subito le relazioni tra Stati Uniti e Cina se ciò diveniva pubblico. È facile vedere come la rivelazione della portata dello spionaggio statunitense in Cina sarebbe stato uno shock per il popolo cinese e la sua leadership ovviamente decise di non avvelenare ulteriormente le relazioni della Cina con gli Stati Uniti pubblicizzando la cosa.
 
Il quarto punto è che malgrado la preoccupazione cinese, la dimensione dell’operazione spionistica statunitense in Cina e la feroce reazione alla scoperta dimostrano che i due Paesi, per quanti convenevoli si scambino, sono rivali e avversari, non “partner” o amici.
 
Il quinto punto è che i cinesi reagiscono chiaramente molto più spietatamente alla scoperta di spie dei russi. Nei lunghi anni della guerra fredda tra USA e URSS, e dalla fine della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, si sviluppò una serie chiara di regole. Le spie che lavorano per un Paese, quando catturate dall’altro Paese, salvo circostanze estreme, non venivano più giustiziate, anche se al momento nell’URSS vi era ancora la pena di morte. Invece si trovavano in carcere fino ad essere scambiate. Chiaramente non è così tra Stati Uniti e Cina.
 
Il sesto punto è che questo episodio evidenzia ancora una volta l’importanza dello spionaggio, cioè dell’”intelligence umana” nel gioco dell’intelligence. Con tutta l’ampia macchina dell’intelligence elettronico di cui sentiamo così tanto parlare, la spiccata vecchia tradizione ha ancora un suo posto, e gli Stati Uniti, insieme alle altre grandi potenze, non fanno eccezione.
 
Il settimo e ultimo punto è che la fuga su questa storia al New York Times viene ufficialmente sancita, presumibilmente dal nuovo capo della CIA Mike Pompeo, e ci si deve chiedere perché. Può darsi che lui e Trump abbiano deciso di evidenziare la grande sconfitta dell’intelligence che gli Stati Uniti subirono durante l’amministrazione Obama, inviando un messaggio a chi orchestra l’affare Russiagate? Se è così, la fuga di questa storia potrebbe essere il primo passo del contrattacco del presidente Trump, con forse altre rivelazioni come questa.
 
Anna Chapman
Alexander Mercouris, The Duran 21/5/2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Così JP Morgan e Goldman Sachs aggirano ogni giorno le sanzioni contro la Russia

wall-streetDa quasi tre anni gli Stati Uniti ammorbano l’opinione pubblica occidentale con il mantra delle sanzioni alla Russia in seguito alla crisi ucraina. Nel tempo Washington, attraverso precise azioni di pressioni nei confronti dei burocrati europei, è riuscita addirittura a convincere l’Unione Europa ad adottare le medesime misure, al fine di preservare “le regole del diritto internazionale e l’integrità dell’Ucraina”. Il risultato ovviamente è stato disastroso. L’interscambio commerciale con la Russia è diminuito praticamente ovunque in Europa e anche dal punto di vista finanziario hanno quasi tutti risentito delle mosse suicide di Barack Obama.
Quasi tutti perché, come sempre accade in queste situazioni, quando in molti ci perdono, c’è sempre qualcuno che guadagna. E’ il caso di Jp Morgan e Goldman Sachs. L’altro ieri Forbes ha dedicato al tema delle sanzioni alla Russia un lungo articolo firmato da Kenneth Rapoza. Ed è venuto fuori che le due banche d’affari americani nell’anno in corso sono diventate due delle tre maggiori banche d’investimento in Russia. Nei soli primi quattro mesi dell’anno hanno raccolto più commissioni di intermediazione che in tutto lo scorso anno. «Le commissioni di intermediazione sono esattamente ciò che ha guadagnato Carter Page sull’affare Rosneft – scrive Forbes – Page è l’advisor estero della campagna di Trump, additato costantemente come un esempio del “collegamento con i russi” della squadra di Trump». Ad ogni modo, sia gli uffici di Goldman che Jp Morgan conducono una politica finanziaria molto disinvolta a Mosca e dintorni. Fino al 20 aprile le offerte bancarie di investimento hanno registrato un aumento del 32% rispetto ai 12 mesi dell’anno precedente.
 
 
Ma come è possibile tutto questo, nonostante le sanzioni alla Russia siano ancora in vigore? Forbes lo spiega così: «Quello che non le rende vincolati alle sanzioni – e questo potrebbe essere più una materia politica che non di rispetto della legge – è che il denaro che ricevono rimane in Russia o qualche volta si muove verso società offshore a Hong Kong, dicono molti addetti ai lavori».
Entrambe le banche americane tallonano la VTB Capital (società russa), la prima banca di investimento nel paese.
Le sanzioni attualmente in vigore vietano alle aziende statunitensi joint venture con aziende russe nell’ambito dell’esplorazione petrolifera, così come di ricevere o prestare denaro alle banche russe sotto sanzioni. E tra queste c’è VTB Bank, che possiede VTB Capital. Tuttavia i soggetti americani proveniente da altri settori dell’economia non hanno divieto di fornire servizi di consulenza. «Anche se questo dipende molto dalle interpretazioni della corte governativa, le imprese americane sono autorizzate a stipulare accordi con le aziende russe e quelle che lo hanno fatto si sentono sicure di non aver infranto le regole». Questo argomento riguarda anche due delle maggiori banche di Wall Strett, tra le quali proprio Goldman Sachs, fermamente dalla parte dell’amministrazione Trump. «Numerose imprese di investimento – spiega ancora Forbes – stanno facendo affari con società russe sanzionate. Alcuni, come Jp Morgan, stanno tenendo i soldi in Russia».
A riprova di cosa stia succedendo, Forbes cita il caso dei bond di Gazprom, sul mercato da marzo per un valore di circa 1 miliardo di dollari, i quali hanno ricevuto una forte domanda di Stati Uniti e investitori europei. Gli acquirenti sono perlopiù Jp Morgan e Deustche Bank, oltre VTB Capital e Gazprombank. «Nello stesso mese, Gazprom ha messo sul mercato altri 750 milioni di dollari in bond» per la prima volta dal ritorno della Crimea alla Russia. «Il valore totale delle offerte iniziali e secondarie raccolte nello scambio con Mosca ha toccato gli 1,2 miliardi di dollari», chiosa Forbes, il più alto livello da sei anni a questa parte. Soldi, tanti, che dimostrano come la politica delle sanzioni abbia fatto perdere molti, a vantaggio di pochi. I soliti.
di Eugenio Cipolla