UNA VOCE DA BUDAPEST

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MONDOCANE

VENERDÌ 28 APRILE 2017

Ricevo da Budapest questo articolo. Utile, perchè in genere di quel paese, bersaglio di demonizzazioni di ogni genere dagli atlantosionisti, sappiamo poco.Sicuramente io ne so meno dell’amico che scrive, ma avanzerei qualche riserva sulla drasticità del giudizio su Orban e sulla descrizione eufemistica della CEU di Soros. Soros non sarà la fonte di ogni male, ma di moltissimi e decisivi lo è, in tutto il mondo. La CEU non è altro che uno dei mille nodi della sua rete di ragno velenoso mirata a diffondere una cultura turbocapitalista e genocida, travestita da progressismo e diritti civili. Uno dei massimi criminali del nostro tempo. Ultima manifestazione, le Ong che trafficano carne umana insieme ai negrieri africani, sotto lo sguardo compiaciuto dei maltusiani alla Soros impegnati a svuotare delle proprie migliori energie i paesi da depredare e distruggere, a fornire manovalanza schiavista per il dumping sociale dalle nostre parti e a mettere in ginocchio l’Europa. Per fortuna, in questo caso ci sono un procuratore e i 5 Stelle a raccontarcela giusta.

Fulvio

 Caro Fulvio,

ringraziandoti molto per la possibilità che mi dai di esprimermi in merito a fatti che mi riguardano e mi toccano personalmente, ti presento qui un mio contributo, che scrivo sotto forma di lettera scritta a te. Il mio scopo è quello di dare un contributo per fare capire meglio certe dinamiche che stanno succedendo qui in Ungheria, soprattutto per quanto riguarda la chiusura della Ceu.

Dopo che è stata annunciata la chiusura della Ceu, le proteste hanno preso un po’ una deriva russofoba. Cosa forse non tanto strana perché in questo paese c’è tanta idiozia e slogan tipo “russi a casa” sono già stati urlati in contesti dove non c’entravano niente. Ora, facciamo un’analisi di questo slogan. Urlare “russi a casa” in una manifestazione contro la chiusura di un’università come minimo non c’entra niente, come massimo è uno slogan stupido, razzista e xenofobo che prende in blocco un intero popolo colpevole di vivere sotto Putin. E ho trovato molto grave che certe persone alla Ceu abbiano giustificato questi slogan. Evidentemente non sanno che paese è l’Ungheria. È un paese-mondezzaio ideologico, dove tante varie forme di incitazione all’odio sono mescolate le une con le altre, e non si capisce dove inizia una e dove finisce l’altra. Come minimo, uno che non capisce questo e avvalla certi modi di dire non ha capito niente di questo paese, e sta rimestando feccia nel ginepraio.

Ma questa giustificazione di certi slogan russofobi va spiegata meglio, nel contesto dell’ideologia che la scusa, cioè il “liberalismo” di “sinistra”, “europeista” e atlantista. Quante chiacchiere, quante belle parole alla Ceu su diversità, rispetto per tutti, “società aperta” ecc., e poi si avvallano slogan razzisti. E questo in uno di quei posti che portano il “politicamente corretto” a estremi ridicoli, tipo: togliamo la parola “obeso” dal dizionario perché è offensiva. Il bello è che talvolta, in quel circo equestre che per certi versi è la Ceu, si sfiora davvero il ridicolo. Un esempio? Ecco uno slogan per aiutare le donne senza casa: “Rendere la mestruazione un’esperienza di dignità per le donne senza casa”. Incredibile. Nella mia ignoranza, pensavo che il miglior modo per aiutare le donne e gli uomini che vivono per strada fosse dar loro una casa, risolvendo il problema alla radice. Forse sarebbe meglio che fare pietose campagne per raccogliere assorbenti.

Detto questo, devo fare una precisazione. Conoscendo la Ceu, posso dire che non tutti quelli che ci studiano e ci lavorano sono dei decerebrati servi della finanza internazionale. Ci sono diverse persone, molte indifferenti, molte ingenuamente convinte di slogan vuoti e ipocriti, altri critici e che, nonostante tutto, non si fanno abbindolare, e sono costretti a mantenere un basso profilo. Non sarebbe giusto accusarli perché studiano o lavorano lì. Sarebbe come accusare un operaio colombiano di una fabbrica Coca Cola di essere un imperialista.

Ma insomma, che cos’è la Ceu? Un ottimo contributo per rispondere a questa domanda è in un buon articolo di Nicolas Guilhot sul “filantropismo di sinistra” e su che origini e obbiettivi ha (consultabile qui:http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1163/156916307X188988 ). Certamente è stato un progetto di cooptazione ideologica e per il raggiungimento dell’egemonia culturale dopo la fine del socialismo reale. Guilhot spiega bene come questo “filantropismo”, che ha radici antiche e precedenti illustri, dai Rockfeller, London School of Economics ecc., ha intenzione di irreggimentare le istanze di cambiamento sociale, incanalandole verso soluzioni “moderate”, “riformiste” e controllabili dallo status quo. In parole povere, ma questo veniva fatto già nell’800 da alcuni capitalisti, si cerca di controllare e castrare la lotta di classe e le vere istanze di cambiamento sociale con scartoffie, libri, soluzioni moderate e riformiste ecc. ecc. La cosa non ci è nuova neanche in Italia: quante volte abbiamo sentito parlare di “buon padrone”, paternalismo industriale ecc.? Secondo me così devono essere interpretati la storia e il ruolo della Ceu. Non bisogna farsi abbindolare da parole d’ordine che suonano bene, ma neanche lasciarsi andare al complottismo e pensare che adesso la Ceu e Soros siano la causa di tutti i mali del mondo. Spero di essermi spiegato.

Tornando alla critica degli slogan russofobi e di quelli alla Ceu che li giustificano, come minimo questi sono degli ipocriti e delle anime belle “liberali” che hanno un attaccamento religioso a certe parole d’ordine che suonano bene, ma non si rendono contro dell’incoerenza che c’è dietro. Appunto, dopo tante chiacchiere contro razzismo e intolleranza, si giustificano slogan xenofobi. Ma non è tutto qui, c’è un’ipocrisia di fondo. Si protesta contro la chiusura di un’università spalleggiati dal Dipartimento di Stato Usa e dalla finanza internazionale. Si dice che Orban è un fascista e un dittatore, ma per esempio si sono sostenuti moralmente – e forse non solo moralmente – i neonazisti ucraini, la cosiddetta “rivoluzione” del Maidan e la junta nazista che si è instaurata dopo. Si dice che manifestazioni di rabbia per un’offesa ai caduti sovietici sono “incitazioni alla guerra civile”. Come se i “liberali” americani non avessero sostenuto e fomentato guerre civili in Ucraina, Siria, Libia, e Afghanistan solo per citarne alcune. E che dire del ruolo degli Stati Uniti nella nascita dello Stato Islamico? E dell’alleanza con l’Arabia Saudita e le altre petro-monarchie del Golfo? Evidentemente non c’è logica, ma forse è vano cercare logica in atteggiamenti di tipo religioso. Certe persone, con scarsa o nulla conoscenza della vita reale, preferiscono starsene rinchiusi in una biblioteca col loro sapere ammuffito, per non essere toccati nella loro purezza “liberale”. Vera metafora della “torre d’avorio” e del “ghetto d’oro”. Sembra davvero che certe persone si possano far abbindolare da qualche fiorino di borsa di studio. Ma non tutti, per fortuna.

In conclusione, dico qualcosa sul ruolo di Orban. Dobbiamo capire chi è questa persona. Assurdo sarebbe considerarlo un “antiimperialista” o rappresentante di una qualsivoglia “alternativa”. Niente di tutto questo. Orban è un nazionalista ungherese che si è costruito un piccolo satrapato orientale autoritario, e che strizza l’occhio alla Russia. Ma attenzione, strizzare l’occhio non significa averci intrapreso una relazione completa. Orban è in realtà un ottimo doppiogiochista, tanto che sembra incredibile come riesce a prendere per il culo tanta gente (ma non bisogna mai sottovalutare l’umana idiozia). Blatera di Russia, “aperture a Est” ecc., retorica antieuropea e antiamericana, chiacchiere populiste contro il capitale straniero. Ma sono tutte prese per il culo, e per capirlo basta guardare la struttura politica ed economica, che è sotto gli occhi di tutti per essere vista. L’Ungheria è membro UE e Nato. Non solo, ma è tra i paesi che ricevono più soldi dall’UE per una miriade di progetti (basta che chiunque si faccia una passeggiata per Budapest o per altre città ungheresi, non si vedono altro che cantieri o altre cose finanziate con soldi comunitari). E non ho sentito che voglia uscire dall’UE o dalla Nato. Quando mai?

Veniamo ora alla retorica contro il capitale straniero. Quelli che dicono che qui c’è chissà quale “influenza russa” evidentemente non hanno capito niente di questo paese. Semmai, è un paese colonizzato dalle multinazionali americane e europee, ce ne sono tantissime. Queste multinazionali sfruttano i lavoratori di qua come limoni approfittando della mancanza di sindacati e del fatto che i lavoratori ungheresi sono docili e disciplinati (preferiscono sempre prendersela con l’ebreo-zingaro-frocio-comunista della situazione). Inoltre, queste multinazionali occidentali fanno profitti miliardari perché questo è ancora un Far West rispetto ad altri paesi dell’Europa Occidentale: condizioni peggiori, meno diritti, meno garanzie, malattia e gravidanza non totalmente pagate, liquidazione chissà che cosa sia, poi bisogna pagare di meno perché è un paese povero. Queste multinazionali occidentali fanno profitti enormi anche perché pagano pochissime tasse, e da poco hanno ricevuto ulteriori sgravi. In alcuni casi, praticamente è stato il governo ungherese che ha pagato delle multinazionali per venire qui e assumere qualche lavoratore (solo che le multinazionali sloggiano dall’oggi al domani come li pare: “essere competitivi” significa trasferirsi in continuazione verso il paese dove si può fare maggiore macelleria sociale, che ogni tanto cambia). Conosco bene le multinazionali di qui, perché ci ho lavorato.

Detto questo, spero si chiaro che la retorica antiamericana, antieuropea e “anticapitalista” di questo politico è una presa per il culo, solo che convince parecchia gente. Orban è un maestro nel mungere due vacche, e sinora ci ha guadagnato molto.            

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 18:52

COMPRENDRE LES ANALYSES DE LUC MICHEL POUR ‘LIGNE ROUGE’ SUR AFRIQUE MEDIA CE JEUDI MATIN 27 AVRIL 2017 : ORGANIGRAMMES DES ‘VITRINES LEGALES DE LA CIA’ …

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les « vitrines légales de la CIA » en action !
Au Cameroun :
La NDI et son Directeur-Afrique C. Fomunyoh …
* Documents sur les « vitrines légales de la CIA » :
* Emission de référence :
LUC MICHEL ANALYSE LE ROLE DES ‘VITRINES LEGALES DE LA CIA’ DANS LA DESTABILISATION DES ETATS ET EN PARTICULIER DU CAMEROUN (SUR ‘LIGNE ROUGE’)
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COMPRENDRE LES ANALYSES DE LUC MICHEL POUR ‘LIGNE ROUGE’ SUR AFRIQUE MEDIA CE JEUDI MATIN 27 AVRIL 2017 (II) : SCHEMAS DES ‘REVOLUTIONS DE COULEUR’ …

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Eurasie – Proche-Orient – Afrique : 
Depuis le « laboratoire yougoslave » contre Milosevic (Octobre 2000 à Belgrade), les « vitrines légales de la CIA » organisent les « révolutions de couleur »
Au Cameroun :
La NDI et son Directeur-Afrique C. Fomunyoh en embuscade pour la future Présidentielle …
* Documents sur les « révolutions de couleur » :
* Emission de référence :
LUC MICHEL ANALYSE LE ROLE DES ‘VITRINES LEGALES DE LA CIA’ DANS LA DESTABILISATION DES ETATS ET EN PARTICULIER DU CAMEROUN (SUR ‘LIGNE ROUGE’)
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LUC MICHEL ANALYSE LES RAPPORTS DE LA CPI AVEC LA LIBYE ET LA TRAQUE DES KADHAFISTES PAR LA HAYE (SUR ‘LIGNE ROUGE’) …

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ 
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Ce vendredi matin 28 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Vanessa Ngadi Kwa
Thème de l’émission de ce jour :
« La CPI lance un mandat d’arrêt contre l’ex chef de sécurité de KADHAFI, Al Touhami Khaled. Quelle lecture ? » 
 
La Cour pénale internationale (CPI) basée à La Haye a rendu public ce lundi 24 avril un mandat d’arrêt contre un responsable de la sécurité intérieure de l’ancien régime libyen. Il s’agit d’Al Touhami Khaled accusé de soi-disant « crimes contre l’humanité et de crimes de guerre qui auraient été commis entre février et août 2011 ». Le mandat est daté de 2013 mais il n’a pourtant été révélé qu’aujourd’hui, comme l’a expliqué à RFI Fadi Al Abdallah, le porte-parole de la CPI. Al Touhami Khaled avait été arrêté en 2012 au Caire mais vite relâché faute de mandat d’arrêt. La CPI a lancé un mandat d’arrêt à l’encontre de Seïf al-Islam Al Kadhafi, et du chef de renseignement de l’ancien régime Abdallah Sanoussi, tous deux accusés aussi de soi-disant « crimes contre l’humanité ». 
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse le Dossier des rapports de la CPI avec la Libye …
 
QUE VEUT LA CPI EN LIBYE ?
QUEL ROLE JOUE-T-ELLE AU SERVICE DE L’IMPERIALISME OCCIDENTAL CONTRE LA LIBYE ?
POURQUOI CETTE TRAQUE DE SIX ANS CONTRE LA FAMILLE ET LES PARTISANS DE KADHAFI ?
Le géopoliticien répondra aux questions :
 
* Nous parlons de la CPI et de la Libye. Vous suivez étroitement la situation en Libye depuis la chute de la Jamahiriyah. Quel sens donner aux infos sur le nouveau mandat lancé par La Haye contre un dirigeant kadhafiste de plus ?
* Quel est le but véritable de ce mandat d’arrêt lancé contre l’ancien chef de la Sécurité intérieure de Kadhafi, Al Touhami Khaled ?
* A propos de ce mandat d’arrêt, vous parlez de « demi-nouvelle ». Pourquoi ?
* Quel sont les rapports de la CPI avec la Libye ? On parle surtout depuis cinq ans du Dossier de Sail al-Islam Kadhafi, le fils ainé du guide …
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce vendredi matin 28 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017- 2e TOUR : LES SONDAGES REFLENT-ILS L’OPINION PUBLIQUE OU LA FORMATISENT-ILS ?

EODE/ OBSERVATOIRE DES ELECTIONS/ 
 
KH/ EODE/ 2017 04 27/ 
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La condition de la victoire de Macron, candidat du système, au second tour, c’est la peur que doit inspirer Le Pen, challenger désigné par le même syustème ! C’est ce que Luc MICHEL (interviewé par la TV iranienne francophone) appelle le « scénario du diable », précisant que « des apprenti-sorciers, qui se croyaient aussi les plus malins, l’ont déjà joué en Allemagne un certain 30 janvier 1933 ». Et il ajoute : « ceux qui disent que la sociologie des Années ’30 – celle de la montée des fascismes – n’est plus valide (entendu ce matin sur France24) se trompent lourdement sur la valeur constante des thèses de la Psychologie des foules (Le Bon, Moscovici) depuis la fin du XIXe siècle » …
 
Sondage sur la présidentielle : 
L’écart se réduit entre Macron et Le Pen, disent l’AFP  et La Libre …
Emmanuel Macron reste le favori de la course à l’Elysée. Il passe cependant pour la première fois, depuis mi-mars, sous la barre des 60% d’intentions de vote !
* Lire sur AFP/LLB :
KH / EODE / OBSERVATOIRE DES ELECTIONS /
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# EODE ORGANISATION :
* EODE-TV :
* ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/
EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS 
(EODE) :

NOUVEAU MASSACRE DE CIVILS AU CONGO : QUI VEUT DESTABILISER LA RDC ? A QUOI SERT LA MINUSCO ?

PANAFRICOM/ 2017 04 27/
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Vingt-neuf civils ont été tués mercredi dans une région instable de l’est de la République démocratique du Congo (RDC) lors d’affrontements entre des combattants de groupes armés, a rapporté jeudi la radio onusienne Okapi, citant des sources policières locales.
Ces combats ont opposé des combattants armés des groupes Nyatura et du Conseil national pour le renouveau et la démocratie (CNRD), une branche dissidente des rebelles hutu rwandais des Forces démocratiques de Libération du Rwanda (FDLR) à Masisi, une localité située à environ 90 km au nord-ouest de Goma, le chef-lieu de la province troublée du Nord-Kivu. Selon des sources policières citées par Radio Okapi, les combattants du CNRD auraient attaqué les Nyatura. Les deux groupes sont dirigés par d’anciens officiers de l’armée congolaise.
Certains civils sont morts par balles au moment où ils tentaient de s’enfuir. D’autres ont été brûlés dans leurs maisons, indiquent les mêmes sources. Selon l’administrateur du territoire de Masisi, Dieudonné Tshishiku, toute la population aurait fui dans la forêt.
Le groupement de Bashali Mokoto où ont eu lieu les combats est presqu’entièrement occupé par des groupes armés depuis plusieurs années, rappelle la radio onusienne (qui avoue l’inutilité de l’ONU et de sa MINUSCO) …
LM / PANAFRICOM
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# PANAFRICOM/
PANAFRIcan action and support COMmittees :
Le Parti d’action du Néopanafricanisme !
 
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Panafricom II – Néopanafricanisme
* Panafricom sur Twitter/

LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (27 AVRIL 2017) : A-T-ON FRAUDE AU 1er TOUR DE LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017 ?

PCN-TV/ 2017 04 27/
 
PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge dans une grande interview le géopoliticien sur les accusations de fraude qui fusent de partout pour le 1er tour de la Présidentielle française 2017 …
Précisons que Luc MICHEL est un spécialiste des élections : vingt d’expérience électorale en Belgique et en France avec son parti PCN. Mais aussi dix ans de direction de missions de monitoring électoral – dont l’organisation du monitoring du Référendum de Crimée en mars 2014 – avec l’Ong EODE qu’il dirige (Eurasian Observatory for Democracy & Elections) !
AS-T-ON FRAUDE AU 1er TOUR DE LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017 ?
LA FRAUDE ELECTORALE EST-ELLE POSSIBLE EN FRANCE ?
PEUT-ON MANIUPULER LES ELECTIONS FRANCAISES ET OCCIDENTALES ?
OUI REPOND LUC MICHEL !
PRESS TV : « Après les résultats du 23 avril, les résultats du premier tour de l’Election présidentielle, grande stupeur sur les réseaux sociaux, on entend même des rumeurs de fraude. Est-ce possible ?
Malgré leurs 23 % et 21 % des intentions de vote, les deux candidats Macron et Le Pen ne s’attirent pas les faveurs de tous les Français. L’analyste Luc Michel en parle.»
 
Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,
PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …”
 
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Emission complète « Reportage. L’interview »
France : entre les deux tours
# ALLER PLUS LOIN/
DES FAITS ET DES ANALYSES :
* Luc MICHEL, 
FILON ET LE BIG DATAS/ LES INCOHERENCES DU 1er TOUR
* Luc MICHEL, 
QUE DENONCAIT MELECHON AU SOIR DU 1er TOUR ?/
POURQUOI EST-IL EN COLERE ?
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# PCN-TV
# ALLEZ ‘LIKER’ LA PAGE OFFICIELLE DE PCN-TV !

LA SYRIE REPOND A PARIS : ATTAQUE CHIMIQUE DE KHAN CHEIKHOUN. LA FRANCE EST IMPLIQUEE, SELON DAMAS !

SYRIA COMMITTEES/ COMITES SYRIE/ 
КОМИТЕТЫ СИРИИ/ 2017 04 27/
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Attaque chimique de Khan Cheikhoun: la France est impliquée, selon Damas !
Suite à un rapport fourni par les services de renseignement français qui accusent le gouvernement syrien d’être responsable de l’attaque chimique contre la ville syrienne de Khan Cheikhoun, Damas pointe du doigt l’implication de Paris dans ce crime.
En réaction aux accusations « non-fondées » de la France et au rapport fourni par les services de renseignement français qui accusent le gouvernement syrien d’être responsable de l’attaque chimique contre la ville syrienne de Khan Cheikhoun, la diplomatie syrienne a déclaré qu’un tel rapport démontrait l’implication de la France dans ce crime.
Dénonçant les déclarations anti-syriennes de M. Ayrault, Damas estime que Paris n’a pas à s’ingérer dans une affaire dont l’examen revient aux instances pénales internationales compétentes. Ce geste de la France « vise à cacher la vérité sur ce crime et ses vrais auteurs », a ajouté le gouvernement syrien.  
L’organisation des WHITE HELMET (réseaux Söros et « vitrines légales de la CIA) a contribué au montage de la provocation …
* Lire sur PRESS TV :
SYRIA COMMITTEES WEBSITE

LUC MICHEL ANALYSE LE ROLE DES ‘VITRINES LEGALES DE LA CIA’ DANS LA DESTABILISATION DES ETATS ET EN PARTICULIER DU CAMEROUN (SUR ‘LIGNE ROUGE’)

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ …
 
Ce jeudi 27 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Manuela Sike
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Thème de l’émission de ce jour :
« Derrière la déstabilisation du Cameroun pour la Présidentielle de 2018 : la NDI et son directeur Afrique Cristopher Fomunyoh» 
 
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), spécialiste des « révolutions de couleur », qu’il combat depuis près de 20 ans, analyse les « vitrines légales de la CIA », leur histoire et leur action …
 
LUC MICHEL VOUS DIT TOUT SUR :
LES « VITRINES LEGALES DE LA CIA » – LES « REVOLUTIONS DE COULEUR » – LE SOI-DISANT « PRINTEMPS AFRICAIN » …
IL EXPLIQUE COMMENT UN ORGANISME D’ETAT AMERICAIN, LA NDI ET SON DIRECTEUR AFRIQUE C. FOMUNYOH, SONT EN EMBUSCADE POUR LA PRESIDENTIELLE 2018 AU CAMEROUN !
Le géopoliticien répondra aux questions centrales :
 
* Au cœur de la déstabilisation du Cameroun et des scénarios dressés pour la Présidentielle 2018, il y a ce que vous appelez « les vitrines légales de la CIA ». Que sont-elles exactement et quelle est leur histoire ?
* Le but des « vitrines légales de la CIA » c’est donc les « changements de régime » au profit du Bloc occidental. Comment cette technique de déstabilisation s’est-elle développée ?
* Comment les fameuses « révolutions de couleur », les « vitrines légales de la CIA » et leur associé Georges Söros, qui les organisent, sont-ils arrivés à déstabiliser l’Afrique et le Cameroun avec le soi-disant « Printemps africain » ?
# ALLER PLUS LOIN :
LUC MICHEL DECRYPTE LA MACHINE A DESTABILISER OCCIDENTALE (POUR EODE THINK TANK EN 2016) …
Derrière les « révolutions de couleur » en Eurasie, le soi-disant « printemps arabe et la déstabilisation africaine (les « révolutions de couleur à l’africaine »), il y a les mêmes réseaux spécialisés dans les changements de régime, pilotés depuis Washington. Et les mêmes donneurs d’ordre : CIA, NED, Soros et autres Mc Cain !
* Octobre 2000 à Belgrade (alors Yougoslavie, la 3e du président Milosevic) : La matrice des « révolutions de couleur ». OTPOR contre Milosevic. Ils formeront ensuite l’institut international CANVAS, l’école des mercenaires des USA pour organiser la première phase des révolutions de couleur. NOTEZ le logo d’OTPOR : le Poing noir stylisé. Il va se répandre sur deux continents dans les quinze années qui vont suivre.
* Février 2011 en Egypte (les mêmes groupuscules existent en Algérie, Tunisie ou Libye) : les soi-disants « activistes arabes » sont en fait des mercenaires US formés par CANVAS et les spécialistes d’OTPOR. Leur logo : c’est celui des hommes de Belgrade importé dans le monde arabe, la marque de fabrique.
* Septembre 2014, une révolution de couleur à l’africaine est organisée au Burkina Faso et dans d’autres pays : Ici c’est le « balais citoyen », ailleurs « y en a mare » ou « dégage ». Les hommes d’OTPOR et autres Soros boys sont à la manœuvre. Le logo sur les banderoles : Oui c’est encore celui d’OTPOR, la marque de fabrique est aussi celle du « printemps africain » (comme dit Libération à Paris, la voix de son maître US) !
Une simple recherche iconographique sur le soi-disant « printemps arabe » révèle l’utilisation systématique du logo d’OTPOR en Libye, Egypte, Maroc, Algérie, Tunisie, Yemen. Sasha Papovic, le leader d’OTPOR, a lui même reconnu son implication dans la formation et l’organisation de ses métastases arabes. Voici le « Balais citoyen », les Soros boys du Burkina Faso (1), qui l’utilisent …
DES REVOLUTIONS DE COULEUR EN EURASIE …
Le scénario qui se développe en Afrique depuis l’automne 2014 est bien connu.
De 2000 à 2005 une série de « révolutions de couleur » a installé des régimes pro-américains ou tenté de le faire : Serbie (le coup d’essai réussi en 2000) – Belarus (où Lukashenko a arrêté tous les coups d’état occidentaux) – Géorgie – Ukraine « orangiste » – Kyrgistan …
Depuis 2005, une seconde vague a été tentée en Eurasie et exportée au Proche-Orient et en Amérique Latine : Russie (où Poutine les a stoppées) – Belarus (en permanence) – Moldavie (où elle a échoué mais obligé à de nouvelles élections gagnées par les partis pro Nato). Mais aussi au Venezuela (à deux reprises) et au Liban (la soi-disant « révolution du Cèdre en 2005).
Et un peu partout depuis 2011, le procédé bien rodé a été exporté au Proche-Orient par les mêmes maîtres d’œuvre et avec les mêmes spécialistes : Egypte, Tunisie, Maroc, Libye – où elle s’est immédiatement transformée en guerre civile -, Yemen, Algérie – où elle a échoué – et Syrie – où elle s’est aussi transformée en guerre civile (et ce n’est pas un hasard) …
Au centre de ces ‘révolutions de couleur’ : les réseaux d’OTPOR et CANVAS, les mercenaires internationaux et les « petites mains » de l’OTAN. Déployés depuis Belgrade et Budapest (le centre des opérations spéciales des USA et de l’OTAN en Europe). Ceux qui depuis 2000 à l’Est et 2009 au Proche-Orient préparent et organisent le PREMIER STADE des coups d’états US, les ‘révolutions de couleur’ et au « Grand Moyen-Orient » le soi-disant « Printemps arabe ». Après un coup d’essai oriental réussi au Liban en 2005, qui conduit au départ des forces armées syriennes.
EN PASSANT PAR LE « PRINTEMPS ARABE » …
Dans le Monde arabe, les réseaux de déstabilisation sont en place depuis la fin 2010. Et les activistes formés aux USA depuis 2009. Derrière ces réseaux « arabes », on retrouve en effet les activistes arabes formés à Belgrade et aux USA par le réseau OTPOR et CANVAS son école de subversion, financés par la CIA. OTPOR, directement financé et soutenu par la CIA et les réseaux SOROS, est directement derrière les soi-disant “révolutions arabes”.
Srdja Popovic, qui dirige maintenant le Center for Applied Non violent Action and Strategies, basé à Belgrade (Serbie), ou CANVAS, le confirmait en mars 2011 dans une interview avec l’Associated Press. Les vétérans du mouvement OTPOR ont continué à créer une organisation qui forme en Serbie et aux USA des mercenaires pro-occidentaux spécialisés dans l’art de la subversion, sous prétexte de « révolution pacifique » (sic). Ils ont formé l’un des groupes principaux de jeunes au centre de la révolution en Egypte, et précisent avoir « influencé la rébellion libyenne ». “Il est probable que certains groupes de jeunesse libyens ont eu l’idée sur la façon de renverser le dirigeant libyen Mouammar Kadhafi des militants égyptiens que nous avons formés », a déclaré l’ancien chef d’Otpor Popovic. OTPOR a aussi organisé des groupes en Tunisie, au Yemen, à Bahrein,k au Maroc. Et en Algérie. (2)
Depuis Tripoli, je diffuse mes analyses – « Le Monde arabe est en feu » (sur PCN-TV) – exposant la nature véritable du soi-disant « printemps arabe » dès début février 2011 (3),
… JUSQU’AU « PRINTEMPS AFRICAIN »
Début Août 2014 à Washington se tenait le « Sommet USA-African Leaders » sur invitation d’Obama. Un piège tendu aux chefs d’état africains. Obama et Kerry y annoncent une vague de changements de régimes en Afrique (4), désignant même 13 chefs d’état. Le modèle : le soi-disant « printemps arabe ». Le but : recoloniser l’Afrique au profit des USA (5), en liaison avec le travail de prise en main des armées africaines par l’AFRICOM (créé par Bush II en 2007), le Commandement militaire US pour l’Afrique.
Parmi les cibles principales, le « noyau dur » du « nouveau Panafricanisme » : Idriss Deby Itno au Tchad et surtout le président équato-guinéen Obiang Gnuema Mbassogo. 
Au même moment que le sommet officiel, se tenait aussi à Washington un « sommet alternatif » (6) organisé par un organisme d’état US (créé par Ronald Reagan dans les Années 1980), financé sur le budget américain, la NED, que certains analystes qualifient de « vitrine légale de la CIA ». En collaboration avec une de ses filiales, la NDI (lui aussi un organisme d’état US, financé sur le budget américain), l’USAID, l’Open Society de Söros et un ensemble d’ONG et médias que l’on retrouve depuis 15 ans dans les « révolutions de couleur » en Eurasie et le « printemps arabe ». Des centaines d’activistes, de syndicalistes, de journalistes surtout y sont pris en main.
Car pas de « révolution de couleur » sans une intense préparation médiatique, à la fois au niveau du pays déstabilisé, mais aussi international. Ici soutien dans les autres pays africains. Support dans les grandes capitales occidentales. Rapidement les groupes de jeunes activistes sont organisés, sur le modèle des Serbes d’OTPOR/CANVAS (les tombeurs de Milosevic en 2000, la première des révolutions de couleur). Et tout aussi vite la conformisation de la presse africaine est mise en place, d’autant plus facilement qu’un vaste réseau d’ONG, Instituts et médias existe déjà. Soutenu, financé, organisé à la fois par les Réseau Söros (notamment la Fondation OSIWA, «Open Society Initiative for West Africa », en Afrique du Sud) et la NED et ses pseudopodes. La suite fait l’actualité de dizaines de pays livrés à la déstabilisation …
LE MYTHE DE LA « NON VIOLENCE »
Le SECOND STADE des révolutions de couleur, c’est la transformation en guerre civile avec l’arrivée via l’OTAN des Djihadistes. Lorsque la « révolution non violente » se transforme en coup d’état insurrectionnel. La pseudo « encyclopédie » WIKIPEDIA – en fait un des nombreux outils de désinformation des services de l’OTAN – écrit ainsi sans rire : « Les partisans à ces révolutions ont pour la plupart usé d’une résistance non-violente pour protester contre des gouvernements vus comme corrompus et autoritaires et pour promouvoir la démocratie et l’indépendance nationale principalement vis-à-vis de Moscou. Ces mouvements ont adopté une couleur ou une fleur comme symbole de leur mouvement. Ces révolutions sont caractérisées par le rôle important d’organisations non gouvernementales et particulièrement d’activistes étudiants dans l’organisation d’une résistance non violente. »
Dans la réalité, le second stade c’est à l’Est l’assaut insurrectionnel violent, l’occupation des bâtiments publics et des parlements (voir Kiev fin 2013). Et en Orient, le transformation en coup d’état puis en guerre civile. Alors arrivent les hooligangs et les skins néofascistes (Géorgie, Ukraine, Belarus, Russie) ou les djihadistes et les forces spéciales de l’OTAN (Libye, Syrie) …
En outre, le modèle de ces coups d’état, Belgrade en 2000, a été précédé d’une vague d’assassinats des cadres du régime ‘national-communiste’ du président Milosevic. Principalement dans les ministères de force. Il s’agissait de dégager la rue de toute force organisée pour contrer les groupes de choc de l’OTAN. En particulier l’assassinat de Zelinko Rajnatovic, le célèbre Arkan, le 15 janvier 2000, avait supprimé celui qui aurait été le plus susceptible de nettoyer la rue de Belgrade pour le gouvernement Milosevic. Avec ses anciens « Tigres », des commandos de choc, et la masse du noyau dur des supporters du club de football « L’Etoile rouge » de Belgrade, dont Arkan était le leader.
Curieusement ce mode opératif en deux stades, que l’on rencontre partout où le coup d’état réussi, n’a jamais été analysé.
L’ARGENT AMERICAIN FINANCE LES MERCENAIRES DE L’OCCIDENT
Car le cœur de l’action occidentale c’est l’argent, massivement distribué à des mercenaires avides. « Les opposants aux révolutions de couleur accusent la fondation Soros et/ou le gouvernement américain de soutenir et même d’organiser les révolutions dans le but de servir les intérêts occidentaux. Il est notable qu’après la ‘Révolution orange’ plusieurs pays d’Asie centrale menèrent des actions contre l”Open Society Institute’ de George Soros de différentes façons — l’Ouzbékistan, par exemple, obligea les bureaux régionaux de l’OSI à fermer quand les médias tadjikes, contrôlés par le pouvoir, accusèrent l’OSI du Tadjikistan « de corruption et de népotisme », écrit Wikipedia, l’officine de désinformation de l’OTAN.
En fait toutes les enquêtes des états ou de journalistes indépendants ne laissent aucune part au doute. Ainsi, « des preuves révélant une implication du gouvernement américain incluent les USAID et UNDP, soutenant des structures Internet appelées « Freenet », qui sont maintenant connues comme une part majeure de la structure Internet dans au moins un des pays – le Kirghizistan – dans lequel une des révolutions de couleur se produisit ». Structures qui servirent ensuite, en compagnie d’OTPOR/CANVAS, à former à partir de 2009 les net-activistes pro-occidentaux de Tunisie, Libye, Algérie, Egypte, Maroc et Syrie.
Le quotidien britannique The Guardian « décrit les révolutions colorées comme téléguidées par des influences néoconservatrices (ndla : les Neocons du régime Bush II) s’inscrivant dans une stratégie de manipulation et de domination ». THE GUARDIAN déclare que « USAID, National Endowment for Democracy, l’International Republican Institute, le National Democratic Institute for International Affairs et Freedom House sont intervenus directement ». « Des informations sur les sites Internet de ces organisations (dont les quatre premières sont financées par le budget de l’Etat américain) confirment ces affirmations ». « Projet pour les démocraties en transition » (sic) participe également à ce genre d’opérations.
NOTES ET RENVOIS :
(1) Cfr. PANAFRICOM/ OUI LE « BALAIS CITOYEN » ET SES CLONES PARTOUT EN AFRIQUE SONT DES MERCENAIRES AU SERVICE DES AMERICAINS ET DE LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE !
(2) Documents photos sur le Réseau OTPOR-CANVAS :
(3) PCN-TV, “Le Monde arabe est en feu” : Entretien en Français de Luc MICHEL pour PCN-TV, sur les soit-disant « révolutions arabes » (Tripoli, 7 février 2011).
VIDEO sur Vimeo : http://vimeo.com/26435385
(4) Cfr. LES USA PREPARENT-ILS UN « PRINTEMPS AFRICAIN » ? https://vimeo.com/102962474
(5) Cfr. Mon interview pour LA VOIX DE LA RUSSIE :
LUC MICHEL SUR LA VOIX DE LA RUSSIE/ INTERVIEW CHOC : REVOLUTIONS DE COULEUR. VOICI LE TOUR DE L’AFRIQUE ET DE LA CHINE !
(6) Cfr. PCN-TV/DOCUMENT/ THE MAKING OF THE COLOUR REVOLUTIONS IN AFRICA (1): AFRICAN SUMMIT OF THE NED IN WASHINGTON (AUGUST 5-6,2014)
Un impressionnant document de huit heures, provenant de la NED elle-même, sur la fabrication des 5e colonnes africaines !
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce jeudi matin 27 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017- ANALYSE DU 1er TOUR (III) : PERSPECTIVES DU 2e TOUR ET RECOMPOSITION POLITIQUE

PCN-TV/ PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017- ANALYSE DU 1er TOUR (III) : PERSPECTIVES DU 2e TOUR ET RECOMPOSITION POLITIQUE
Luc MICHEL
dans ‘LIGNE ROUGE’
la grande émission matinale
sur AFRIQUE MEDIA
vignette PCN-TV PRESIDENTIELLE III
Thème de l’émission :
« QUELLE LECTURE DES RESULTATS DU PREMIER TOUR DE LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE ? QUE DOIT EN PENSER L’AFRIQUE ? »
 
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), dévoile le dessous des cartes du premier tour de cette élection centrale en France …
 
QUELLE ANALYSE DU PREMIER TOUR DE LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE ?
QU’ ATTENDRE DU SECOND TOUR ET DES LEGISLATIVES QUI SUIVRONT ?
QUE DOIVENT EN PENSER LES AFRICAINS ?
 
Le géopoliticien répondra aux questions :
 
* Nous allons analyser avec vous les résultats du Premier tour de la Présidentielle française 2017, qui annonce le choc Macron-Le Pen du Second tour. Quelles sont vos premières impression ?
* Vous faites une analyse sans concession et sans indulgence du système politique français. Vous parlez de « manipulations en vue d’imposer un scénario au deuxième tour », celui qui vient de se réaliser. Mais pourquoi imposer Macron et en quoi est-il le choix du Système et de l’oligarchie française et atlantiste ?
* Les analystes classiques parlent à propos de ce premier tour de « séisme politique » et de « recomposition ». Vous parlez vous de « la faillite annoncée du Système » et surtout du « divorce d’une majorité de français avec le système » ?
* Un mot sur le FN, que vous connaissez bien. Certains parlent d’un « succès historique ». D’autres, comme vous, d’une « défaite profonde ». Expliquez-nous votre analyse ?
* Venons-en à ce premier tour lui-même. Quelle enseignements en tirez-vous ?
* Vous concluez sur le fait que les jeux sont faits pour le deuxième tour et que c’était le but du scénario Macron-Le Pen. Selon vous, les enjeux sont juste pour après : la recomposition des forces politiques française, notamment la Droite républicaine et le PS moribond. Mais aussi et surtout les législatives qui suivront la présidentielle ?
* Un mot de conclusion pour l’Afrique et les Africains. Vous insistez depuis des semaines, notamment dans une campagne pour l’Abstention des Africains menée par votre Organisation panafricaine PANAFRICOM, sur le fait que « les africains ne doivent plus choisir dans cette présidentielle ». Ne pas faire comme vous dites « le choix du pire et le pire des choix » ?
EXTRAIT DE ‘LIGNE ROUGE’ 
DU 24 AVRIL 2017
LA GRANDE EMISSION MATINALE
SUR AFRIQUE MEDIA
Images : 
Filmé à Bruxelles par EODE-TV
Pour le Multiplex AFRIQUE MEDIA
avec Douala-Yaoundé-Ndjaména-Malabo
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