“Basta ordinanze rinnovate di anno in anno, sono incostituzionali, è conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato!”

TAV – SCIBONA (M5S): “Basta ordinanze rinnovate di anno in anno, sono incostituzionali, è conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato!”

L’assoluzione di tre attivisti storici del movimento No TAV dall’accusa di aver violato una delle tante ordinanze della Prefettura, che limita la libera circolazione in ampie porzioni dei Comuni di Chiomonte e Giaglione, sancisce ciò che noi diciamo da anni.

La Prefettura non può disporre della viabilità e delle aree limitrofe al cantiere TAV di Chiomonte al di fuori dei limiti imposti dalla Costituzione rendendola, di fatto, non applicabile a parte del territorio della Val Susa.

Il potere esecutivo, del quale è espressione la Prefettura, ha da anni trasceso le elementari regole costituzionali che riservano solo ed esclusivamente al Parlamento (ed in limitati casi al Governo, con conversione nei successivi 6 mesi) le eventuali limitazioni alla libera circolazione.
Tra l’altro segnaliamo, nuovamente e con forza, che le ordinanze reiterate per oltre 6 anni non insistono sull’area di cantiere, area già disciplinata da una legge (legge stabilità 2011), ma coprono ettari di terra in tutta la zona esterna al cantiere.

Certi dell’incostituzionalità della reiterazione dei provvedimenti che da 6 anni, stabilizzando e rendendo permanente una situazione che dovrebbe essere “strettamente limitata nel tempo”, avevamo presentato ricorso al Presidente della Repubblica, poi deferito al TAR.

Ad oggi il TAR non si è ancora pronunciato, ma ci auguriamo che quanto prima sia ripristinata la libera circolazione di cittadini e proprietari dei terreni o quanto meno si apra con il Prefetto un confronto circa l’uso distorto delle ordinanze prefettizie, che debbono essere limitate nel tempo e non costituire la regola, pena la violazione della Costituzione e l’invasione delle prerogative del Parlamento con conseguente conflitto di attribuzione tra i poteri dello stato.

Marco Scibona, Senatore M5S – Segretario 8° Commissione Lavori pubblici, comunicazioni.

Tre No Tav innocenti. Il processo mette in luce la Costituzione Italiana

TG Valle Susa

Sono innocenti, “Il fatto non sussiste”, un’investigazione sbagliata su tutti i fronti, dichiarazioni false e supposizioni potevano incastrare i No Tav

di Valsusa Report

Innocenti, “un processo che non doveva neanche iniziare, sono false le investigazioni, non dovevano venire a farci perdere il tempo nostro e vostro ed anche soldi pubblici per un processo” così l’avvocato Ghia, difensore di uno dei tre, si esprime davanti al collegio giudicante. La disobbedienza al Prefetto di Torino emerse per parola degli agenti investigativi di quel giorno. Una colpa in grado penale e multe da pagare sono previste per il reato 650 c.p.p.

L’avvocato Carena esprime bene il concetto psicologico della legge “c’è il reato se i personaggi in questione esprimono il voler infrangere l’ordine dell’autorità costituita, gli imputati hanno già espresso che quel giorno la manifestazione si sarebbe fermata al limite della volontà di infrangere, non volevano, si sono fermati al ciglio della strada, diverso sarebbe stato se si fossero messi a correre sulla Strada Avanà sventolando bandiere No Tav. Comunque non c’è il nesso psicologico di volontà e quindi non c’è il reato”.

Solo per questa investigazione sbagliata il processo è durato mesi con udienze ripetutesi a ritmo serrato, innocenti perchè il fatto non sussiste, fra trenta giorni le motivazioni dell’assoluzione. Il processo mette in luce l’evidenza dell’Ordinanza Prefettizia, quella che gli agenti avrebbero dovuti leggere, l’avvocato Bongiovanni dichiara “ma è la questura che chiede al Prefetto di Torino di emettere ordinanza di divieto, ma andiamo a leggere, ordinanza di divieto di circolazione veicolare sulla Strada dell’Avanà, non a piedi come gli imputati, e lo stesso numero di ordinanza ripetuto per le successive 18 ordinanze espresse dal Prefetto riportano la stessa cosa. Bastava leggere?”

Prosegue l’avvocato Bongiovanni addentrandosi nel diritto, quel diritto tanto evocato ai manifestanti “vi dobbiamo denunciare, avete infranto la legge” le parole di quel giorno di luglio 2015. L’avocato fa ricordo tecnico sulla nascita del diritto della legge che porta all’Ordinanza Prefettizia, il tutto deriva dal cosiddetto T.U.L.P.S. Articolo 2 dove si dice che “il Prefetto, nel caso di urgenza o per grave necessità pubblica, ha facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica. Contro i provvedimenti del Prefetto chi vi ha interesse può presentare ricorso al Ministro per l’Interno”.

In diritto questo uso va a cocciare con la Carta Costituzionale in vari punti, sulla libera circolazione e soprattutto nell’art. 76 dove esprime che “l’esecutivo che la esercita può avvalersi dell’apporto di soggetti o commissioni dotati di specifiche competenze tecniche, in caso di materia complessa, ma non può, a sua volta, delegare l’intera funzione”. Vengono riportate diverse sentenze della Corte Costituzionale, la sentenza n.8 del 1956 che avverte dell’incostituzionalità dell’articolo 2 T.U.L.P.S. Espresso in quel modo e suggerisce di riconsiderarlo:

Non si può negare che la formula dell’art. 2 della legge di p.s., nella sua latitudine, potrebbe dare adito ad arbitrarie applicazioni, giudicando con unica sentenza nei procedimenti riuniti di cui in epigrafe, e respinta l’eccezione di incompetenza proposta dall’Avvocatura dello Stato, dichiara infondata la questione di legittimità costituzionale nei riguardi dell’art. 2 del T.U. leggi di p.s., approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, salva la opportuna revisione del testo della norma predetta, al fine di renderlo formalmente più adeguato al carattere dei poteri attribuiti al Prefetto. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 20 giugno 1956.”

La sentenza n.26 del 1961 Corte Costituzionale ne emette illegittimità dell’articolo:

É, dunque, da ritenere che l’illegittimità dell’art. 2 sussiste soltanto nei limiti in cui esso attribuisce ai Prefetti il potere di emettere ordinanze senza il rispetto dei principi dell’ordinamento giuridico, intesa questa espressione nei sensi sopra indicati. Pronunziando sopra i quattro procedimenti riuniti di cui in epigrafe: dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 2 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, nei sensi e nei limiti indicati nella motivazione. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 23 maggio 1961”.

Innocenti, “il fatto non sussiste”, ma quindi non sussistono anche le reiterate ordinanze che come riporta l’avvocato Bongiovanni “si susseguono da 4 anni con lo stesso numero e senza discontinuità – e ancora – il Prefetto ha violato il processo costituzionale”, con gli articoli 76 e 77 della Costituzione Italiana la previsione di chiusura alla circolazione veicolare, sarebbe stata quella di logica conversione in legge nell’arco dei sei mesi, così non è il “caso di urgenza o per grave necessità pubblica” espresso dall’art. 2 T.U.L.P.S. quindi di breve periodo è diventata continuata e reiterata quindi prassi fuorilegge in Valsusa al cantiere TAV.

Un processo che ha messo in luce alcuni fatti che altrimenti sarebbero sfuggiti all’informazione pubblica. Assolti e innocenti, la leggerezza di essere a prescindere dalla parte della ragione di alcuni servizi investigativi ha evidenziato che le leggi non le conosce nessuno al di fuori degli avvocati del Legal Team No Tav, della PM che anch’ella ha chiesto l’assoluzione e del Giudice Iannibelli Immacolata.

V.R. 30.3.17

Dai sindaci della valle di Susa al Salento

post, top 31 marzo 2017 at 15:41

I Sindaci dell’Unione Montana Valle Susa dalla lettura dei quotidiani sui fatti del Salento rilevano preoccupanti analogie con le vicende che hanno coinvolto il loro territorio. Troppo spesso gli Amministratori locali e i cittadini non vengono ascoltati e coinvolti nelle decisioni che li riguardano. Le grandi opere giungono senza un confronto profondo e sincero, spesso spinte dalle necessità economiche, con il mito del lavoro e dello sviluppo, più che da comprovate necessità. Non possiamo che rinnovare i nostri appelli per un paese migliore, che guardi alle opere utili e necessarie, piccole e concrete, partendo dalla messa in sicurezza del territorio. Un paese che sappia valorizzare e proteggere le sue ricchezze, il patrimonio naturale, storico, guardando al turismo e alla sostenibilità come nuova frontiera dell’economia e della politica. Per queste ragioni esprimiamo comprensione e un ideale abbraccio ai nostri colleghi del Sud che difendono la loro terra e cercano di ridurre la distanza tra la gente e le Istituzioni.

Unione Montana Valle di Susa

il presidente Sandro Plano

“Ci saranno i black bloc, a costo di metterceli noi”

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Non era mai accaduto in queste dimensioni. L’allarmismo per una manifestazione non è una novità, certo, ma una esagerazione così non è cosa di tutti i giorni.

Per il marzo, e in particolare sul corteo indetto da Eurostop e Movimenti territoriali, è stato fatto balenare – in contemporanea, e come se fossero quasi la stessa cosa – il pericolo di una calata internazionale di black bloc (specificate anche le provenienze: Francia, Germania, Grecia) e possibili attentati dell’Isis. Mancavano gli alieni – quelli di Mars Attack, probabilmente – ma forse se li sono tenuti da parte per la prossima volta.

Gli “incidenti”, gli “scontri”, la “devastazione di Roma”, compresa – chissà perché – la fontana della piazza di Testaccio, erano su tutte le prime pagine e nelle aperture dei Tg. Praticamente c’erano già stati, erano già raccontati nei dettagli. Una profezia che si autoavvera.

Un povero ingenuo si chiederebbe da dove venisse tanta sicurezza. Certo, i servizi segreti hanno ampie possibilità di infiltrazione (le forme di organizzazione antagoniste sono sotto i limiti dell’artigianato pre-industriale). E di sicuro i social servono più a schedarsi da soli che a tenere rapporti sociali o politici. Però, diciamocelo, tutta quella sicumera era un tantino sospetta…

Perciò qualche cittadino democratico si è guardato intorno, nei pressi della manifestazione, ed ha potuto fotografare almeno un gruppetto di giovinastri che scaricavano zainetti sospetti da una macchina parcheggiata.

I black bloc in questione, però non apparivano poi tanto degli emarginati sul punto di sfogare la propria rabbia incendiaria, visto che in fondo l’automobile era in pratica nuova di zecca.

La cosa più stupefacente, comunque, è che fosse parcheggiata tra un’autoambilanza e i blindati della polizia. Parecchi agenti vedevano molto da vicino l’armeggiare dei “black bloc”, al punto a scambiarsi frasi come “ahò, ma questi non li perquisimo?”

E giù grasse risate…

Queste le immagini, colte “al volo” da distanza ravvicinata, così simili a quelle di Genova 2001. Sia chiaro: sappiamo benissimo che ci sono tanti gruppetti diffusi che amano entrare nelle manifestazioni “anti vertice” e scassare qualcosa di più o meno simbolicamente significativo; ma sappiamo anche – e si notano spesso – che esistono altri “gruppetti”, niente affatto diffusi e anzi molto centralizzati, che assumono le stesse sembianze e criteri operativi simili. Per obiettivi decisamente diversi e niente affatto innocenti.

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30 marzo 2017 – © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

LUC MICHEL : QUE FAIRE ? AFRIQUE – NEOCOLONIALISME – PANAFRICANISME … AGIR !

PANAFRICOM-TV/ 
LUC MICHEL : QUE FAIRE ? 
AFRIQUE – NEOCOLONIALISME – PANAFRICANISME … AGIR !
VIGNETTE 1
LE GEOPOLITICIEN LUC MICHEL 
(PRESIDENT DE PANAFRICOM)
INTERVIEWE PAR LA RTNC 
(RADIO TELEVISION NATIONALE CONGOLAISE) 
A LA SORTIE DU ‘CAFE POLITIQUE DU PPRD’ (13 MAI 2016).
IMAGES/REALISATION : PANAFRICOM-TV KINSHASA
FILME LE 13 MAI 2016.
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LUC MICHEL : GEOPOLITIQUE DU FRANC CFA ET DE L’AFREXIT CFA

PANAFRICOM-TV/ 
LUC MICHEL : 
GEOPOLITIQUE DU FRANC CFA ET DE L’AFREXIT CFA
video GEOPOL FRANC CFA
Luc MICHEL
dans ‘LIGNE ROUGE’
sur AFRIQUE MEDIA
Thème de l’émission :
« Le peuple africain demande la libération des banques centrales de tutelle française ».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse la géopolitique du Franc CFA et de l’AFREXIT CFA.
GEOPOLITIQUE DU FRANC CFA :
COMMENT LE FRANC CFA, PILIER ECONOMICO-MONETAIRE DE LA FRANCAFRIQUE, A CONFISQUE LES INDEPENDANCES DES COLONIES AFRICAINES DE LA FRANCE ET MAINTENU LA DIMENSION ET LA PUISSANCE FRANCAISES …
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM, « néopanafricaniste », répond aux questions :
* Vous dites que « la Question du Franc CFA et l’AFREXIT CFA ont des conséquences géopolitiques directes et un arrière-plan géopolitique ». Dites-nous en plus ?
* Vous insistez sur la dimension coloniale du Franc CFA. Il nait en 1939 et repose sur les principes de l’économie coloniale, pas seulement celles des colonies d’Afrique et d’Asie, mais aussi sur les mécanismes économiques de l’exploitation économique impérialiste de l’Europe occupée par le IIIe Reich nazi de 1940-44 ?
* Le Franc CFA a sa seconde naissance fin 1945, lorsque la France rejoint les institutions du FMI. Déjà la Banque de France joue un rôle central et contrôle tout le système monétaire. Nous sommes en 2017 et rien n’a changé ?
* Le Franc français a disparu et le Franc CFA s’est alors satellisé à l’Euro, et la zone CFA à la zone Euro. Tout va alors empirer pour les économies africaines ?
* Et le fameux Compte des opérations ? Il vient aussi affaiblir des économies africaines, déjà anémiées par la satellisation du Franc CFA à l’Euro, et les « thérapies de choc » du FMI ?
* Venons-en à la conclusion de votre analyse. Esquissez-nous les grands traits de votre « Géopolitique du Franc CFA » ? En quoi le Franc CFA empêche non seulement l’indépendance réelle des anciennes colonies françaises, mais aussi l’unification continentale panafricaine ?
EXTRAIT DE ‘LIGNE ROUGE’ 
DU 27 MARS 2017
LA GRANDE EMISSION MATINALE
SUR AFRIQUE MEDIA
Images : 
Filmé à Bruxelles par EODE-TV
Pour le Multiplex AFRIQUE MEDIA
avec Douala-Yaoundé-Ndjaména-Malabo
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NOUVELLE AFFAIRE DE ‘BIENS DITS MAL ACQUIS’ AU GABON EN LIAISON AVEC LA TENTATIVE OCCIDENTALE DE CHANGEMENT DE REGIME CONTRE LE PRESIDENT BONGO

AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ …

Ce jeudi matin 30 mars 2017

Dans LIGNE ROUGE

la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !

ujii

Thème de l’émission de ce jour :

« Gabon: la présidente de la Cour constitutionnelle accusée par Paris de ‘détournement de fonds publics et blanchiment en bande organisée à travers de nombreux comptes bancaires’. Quelle lecture ? ».

En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse ce nouveau dossier connexe des affaires dites « des biens mal acquis » …

POURQUOI CE NOUVEAU DOSSIER EST-IL OUVERT PAR PARIS LE LENDEMAIN DE L’OUVERTURE DU DIALOGUE NATIONAL AU GABON ?

COMMENT REPRESENTE-T-IL UNE NOUVELLE ETAPE DE LA DESTABILISATION DU REGIME DU PRESIDENT BONGO, APRES LA « REVOLUTION DE COULEUR » RAMPANTE DE SEPTEMBRE 2014 A SEPTEMBRE 2016 ?

Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (1), « néopanafricaniste » (2), répondra aux questions :

* Voici donc un nouveau « dossier parallèle » des « biens mal acquis », concernant cette fois la présidente de la Cour constitutionnelle du Gabon, « visée par une enquête en France ». Encore et toujours la France ! « Nouveau complot néocolonialiste » avez-vous dit immédiatement. Pourquoi ?

* Quel est le lien avec les autres affaires dites « des biens mal acquis » ? Y a-t-il des liens entre cette nouvelle affaire et les précédentes ?              

* Comment expliquez-vous la cible de cette nouvelle affaire ? Quelle raison de viser maintenant Marie-Madeleine Mborantsuo, la présidente de la Cour constitutionnelle du Gabon, celle que l’AFP désigne comme « la femme forte de la justice gabonaise » ?

* Venons-en au fond véritable de cette affaire. Vous dites que tout ceci est directement lié à la tentative de changement de régime menée par Washington, Paris et Bruxelles, depuis septembre 2014 au Gabon. Que vous qualifiez, arguments solides à l’appui, de « révolution de couleur » ?

QUE DISENT LES MEDIAS FRANÇAIS ?

AFP et Canard Enchaîné (ce 29 mars) :

« Marie-Madeleine Mborantsuo, la présidente de la Cour constitutionnelle du Gabon dans le viseur de la justice française. Des mouvements suspects sur ses comptes à l‘étrangers ont éveillé les soupçons des enquêteurs français, rapporte le “Canard Enchainé” dans son édition du mercredi. Tout débute selon le journal en 2014, quand le Traitement du renseignement et action contre les circuits financiers clandestins, ( un organisme du ministère français de l’Economie et des Finances, chargé de la lutte contre le blanchiment d’argent) se voit “alerté” sur les mouvements de plusieurs comptes bancaires censés appartenir à Marie-Madeleine Mborantsuo. Le “Canard Enchainé” évoque notamment des comptes domiciliés au Canada, au Luxembourg, au Liban ou encore à Monaco. Mais il n’y pas que ces retraits et dépôts suspects d’importantes sommes d’argent qui intéressent les enquêteurs. Le patrimoine immobilier de la femme forte de la justice gabonaise les interpelle également. La magistrate détiendrait ainsi des appartements en France, en Afrique du Sud et à New York. D’ailleurs, dans l’un d’eux, à Versailles, les policiers auraient saisi la somme de 100 000 euros en liquide. Soupçonnée de recel de détournements, soustraction ou destruction de fonds publics et blanchiment en bande organisée, son cas sera défendu par maître Pierre Haïk qui a notamment assisté les anciens présidents français et ivoirien, Nicolas Sarkozy et Laurent Gbagbo.

Depuis 2009, la justice française s’intéresse de près au patrimoine de plusieurs personnalités africaines dans une affaire distincte dite de “biens mal acquis”. Ces enquêtes visent les familles et proches des chefs d‘État Denis Sassou-Nguesso au Congo, Teodoro Obiang en Guinée équatoriale et l’ancien président gabonais Omar Bongo, dont Marie-Madeleine Mborantsuo fut la compagne et avec qui elle a notamment eu deux enfants. »

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EODE-TV / EODE PRESS OFFICE

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SUR AFRIQUE MEDIA/

LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’

LA GRANDE EMISSION DU MATIN

Ce jeudi matin 30 mars 2017

de 05h30 GMT à 08h GMT

(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h

et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)

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AFRIQUE MEDIA

* en STREAMING sur http://lb.streamakaci.com/afm

* sur SATELLITE sur http://www.lyngsat.com/Eutelsat-9B.html

* WebTV sur http://www.afriquemedia-webtv.org

UN REGARD GEOPOLITIQUE SUR LE BREXIT : BYE BYE BRITAIN … ET SANS REGRETS !

Luc MICHEL pour PCN-INFO/
2017 03 29/
téléchargement (6)
Enfin le Brexit !
Que nous saluons pour de toutes autres raisons que les souverainistes français ou les néofascistes du FN. Qui n’ont rien compris à la pensée gaulliste ni à sa vision géopolitique, dont certains se revendiquent abusivement (« Marine Le Pen, c’est la diplomatie à la Richard Virenque, à l’insu de son plein gré… », a ironisé avec raison, Alexis Corbière, le porte-parole de Mélenchon) …
Ce sont le général de Gaulle et le Géopoliticien Jean Thiriart (le père du concept de la “Grande-Europe de vladivostok à Reykjavik” dès 1964) qui avaient raison : “pas de cheval de Troie anglo-saxon dans l’Europe en construction” …
50 ans après la comédie d’une Grande-Bretagne devenue “européenne” (sic) est finie et les espoirs aussi …
Aujourd’hui la CEE devenue UE est un projet politique mort et un projet géopolitique mort-né. L’égoïsme et la sabotage pro-américain (les “cousins anglo-saxons” qui s’apprêtent avec Trump à devenir un porte-avion US face à l’UE) de Londres, ajouté à l’égoïsme et aux nostalgies de la Grande-Allemagne de Berlin y ont une large responsablité !
Place à l’Empire d’Eurasie du Pacifique à l’Atlantique, capitale Moscou (seul héritier géopolitique du concept de “Grande-Europe”) …
Et place à la dissolution de la Grande-Bretagne : soutenons sans relâche et sans férir les indépendances écossaises (à qui Londres refuse un nouveau referendum populaire), galloise et nord-irlandaise !
LM / PCN-INFOS
* Lire les principaux points de la lettre de Theresa May à Bruxelles sur LLB/AFP :
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ALLEZ LIKER LES PAGES MEDIAS DU PCN :
* PCN-SPO (Service de Presse du PCN)
* PCN-TV (Télévision communautaire du PCN)
* LA REPUBLIQUE D’EUROPE, 
la Page officielle d’information du PCN Wallonie-Bruxelles …

WESTERN NGOs WORKING FOR USA-NATO AND CIA BACKED ‘SÖROS NETWORKS’ : THE CASES OF AMNESTY INTERNATIONAL AND HUMAN RIGHTS WATCH …

LUCMICHEL. NET/

Why HRW wants another trial of Simone Gbagbo (Ivory Coast) by the ICC?

What game are playing the Western NGOs ???

LM.NET - LM hrw without mask (2017 03 29) ENGL (3)

THE ANSWER BY THE EXAMPLES OF UKRAINE (DONBASS WAR) AND ANTI-RUSSIAN PROPAGANDA (RUSSOPHOBIA):

Amnesty International and Human Rights Watch publish since 2014 biased reports on eastern Ukraine, making them accomplices to human rights violations — Puppet Masters …

LM.NET - LM hrw without mask (2017 03 29) ENGL (1)

See this HRW anti-Russian propaganda poster:

The funny thing in this case is that the photo is not taken in Russia, but in the Ukraine, and the riot cops shown here have Ukrainian unit badges.  But then, who cares anyway?  It’s not like “truth” is a topic that matters to HRW…

LM.NET - LM hrw without mask (2017 03 29) ENGL (2)

More amazing the photo is a mother of Odessa massacre victim, so killed by pro-western anti-russian “banderists” (pro Kiev Ukrainian neofascists)!!!

LM.NET - LM hrw without mask (2017 03 29) ENGL (4)

* See (in French) on the Odessa massacre:

on LA VOIX DE LA RUSSIE & PCN-TV /

POUR ‘LE 9 MAI’ LUC MICHEL PARLE DU MASSACRE NEONAZI D’ODESSA

http://www.lucmichel.net/2014/05/11/la-voix-de-la-russie-pcn-tv-pour-le-9-mai-luc-michel-parle-du-massacre-neonazi-dodessa/

FROM POLITICAL TOOLS TO “LEGAL WINDOWS OF THE CIA” …

The fact is that western human rights organizations are below contempt. Some are political tools in the hands of the USA (Human Rights Watch, Amnesty), some are full of western intelligence agents (Medecins Sans Frontieres, OSCE monitors), some are lead by cynical bureaucrats who use idealistic young delegates as cannon fodder (ICRC), some are used by big business as a tool (Greenpeace) while others are quasi-official CIA tools from the “legal windoxs of the CIA” (NED, NDI, Freedom House, Open Society Foundation, etc.).

* Another example in Afghanistan with Amnesty :

LM.NET - LM hrw without mask (2017 03 29) ENGL (5)

Read on ELAC WEBSITE /

COMPARE NATO PROPAGANDA AND AMNESIA MEDIALIES: THERE IS BARELY ANY DIFFERENCE AT ALL!

http://www.elac-committees.org/2012/08/18/pcn-spo-compare-nato-propaganda-and-amnesia-medialies-there-is-barely-any-difference-at-all/

LUC MICHEL / 2017 03 29 /

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CES ONG OCCIDENTALES AU SERVICE DU NEOCOLONIALISME : ‘HUMAN RIGHT WATCH’ VEUT QUE LA CPI JUGE SIMONE GBAGBO !

PANAFRICOM/ 2017 03 29/

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Human Rights Watch mécontent de l’acquittement de Simone Gbagbo !

Bien lire le communiqué alambiqué de l’ONG occidentale au service de l’impérialisme et du néocolonialisme : si on égratigne le camps Ouattara, on demande surtout que Simone Gbagbo soit jugée par la CPI ! Au mépris du choix des jurés de la Cour d’Assise ivoirienne. Au mépris du principe fondamental du Droit qui veut que l’on ne puisse pas juger deux fois au fond la même affaire …

LM / PANAFRICOM

QUE VEUT HRW DANS SON COMMUNIQUE ?

« L’acquittement en Côte d’Ivoire de l’ex-Première dame Simone Gbagbo pour crimes contre l’humanité à l’issue d’un procès ayant suscité des inquiétudes en matière d’équité, et entaché par l’absence de preuves essentielles, met en évidence l’importance de l’affaire à son encontre devant la Cour pénale internationale », a déclaré Human Rights Watch aujourd’hui.

Extrait :

« L’acquittement de Simone Gbagbo par la haute cour de Côte d’Ivoire pour crimes contre l’humanité dément les nombreuses irrégularités qui ont entaché le procès et laisse de graves questions sans réponse concernant son rôle présumé dans les crimes brutaux perpétrés pendant la crise postélectorale de 2010-2011 », a expliqué Param-Preet Singh, directrice adjointe du Programme Justice internationale chez Human Rights Watch. « L’enquête peu approfondie et les preuves ténues présentées lors de son procès soulignent l’importance de l’affaire en cours contre Simone Gbagbo à la CPI pour des crimes similaires (…) Simone Gbagbo, détenue en Côte d’Ivoire depuis avril 2011, a aussi été inculpée par la CPI pour crimes contre l’humanité. La Côte d’Ivoire a toutefois refusé de la transférer à la CPI, en violation de son obligation légale prévue par le Statut de Rome, document fondateur de la CPI. Laurent Gbagbo est actuellement jugé par la CPI avec son proche allié, Charles Blé Goudé, pour crimes contre l’humanité. »

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