La sinistra vorrebbe esami per votare, e lo ripropone ogni volta che perde alle elezioni

Ci risiamo: la sinistra perde le elezioni da qualche parte nel mondo e di riflesso si scaglia contro il sistema democratico delle elezioni, perché non essendo “meritocratico” permette a chiunque di esprimersi, a detta loro.

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Questa volta è toccato all’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano usare duri toni contro il risultato delle elezioni americane: in un commento neanche troppo a caldo a seguito della vittoria di Trump il Senatore a vita propone che gli ignoranti non votino.

A ben vedere le sue esatte parole sono state “La vittoria di Donald Trump è intrisa di molta demagogia, irragionevolezza, carica distruttiva e disgregativa“, e “nasce come reazione di tutti i colpiti e gli insoddisfatti dal processo di globalizzazione e dal ruolo, semplicisticamente demonizzato, di ogni tipo di establishment e di ogni assetto di potere”.

In buona sostanza la vittoria di Trump è dovuta alla reazione di pancia, istintiva, non basata sulla ragione e sulla razionalità, una reazione ignorante quindi. Come lui si sono allineati tutti quanti appartengono a quella che impropriamente si definisce come “sinistra”: da Massimo Gramellini che su La Stampa tuona contro “l’ignoranza al potere” e sul presunto odio che gli ignoranti provano verso coloro che hanno studiato conducendoli così a votare “a destra”, sino a Fabrizio Rondolino, editorialista de L’Unità, che in un tweet afferma, testuali parole, che “Il suffragio universale comincia a rappresentare un serio pericolo per la civiltà occidentale”.

Non è una novità nel panorama della sinistra italiana, e mondiale, visto che anche oltre Manica e oltre Oceano la solfa è sempre la stessa, anche se, nel loro caso, forse ha più un valore provocatorio. Chi non ricorda, infatti, gli strali di Umberto Eco contro il popolo “ignorante” quando Silvio Berlusconi vinse le elezioni nel 1994? Oppure il professor Asor Rosa che invocava addirittura un golpe per spodestare quello che definiva “un gruppo affaristico-delinquenziale” regolarmente eletto? E’ davvero strana la doppia visione di questa sinistra salottiera ormai scollata totalmente dal mondo reale: quando il popolo vota e la pensa come loro, allora essi lottano col popolo, parafrasando lo stesso Eco, e quindi le masse sono colte, vanno ascoltate e soprattutto rispettate; se invece le stesse si pongono in antitesi con la loro visione allora giocoforza sono populiste, becere, ignoranti e soprattutto vanno rieducate. E’ proprio questo ultimo punto ad essere preponderante nella loro visione: la necessità di una rieducazione delle masse, o di una maggiore educazione (forse in un Laogai). Come se l’esito del voto elettorale avesse istantaneamente cancellato decenni di istruzione obbligatoria con progressivo innalzamento dell’età scolastica, come se, improvvisamente, questo Paese fosse popolato da una massa di analfabeti funzionali, parole che accoppiate piacciono molto alla nostra sinistra, incapaci di farsi un’idea propria.

Strana questa sinistra che ha sempre avuto tra i propri cavalli di battaglia, giustamente anche, un ampliamento dell’istruzione e poi improvvisamente si scopre circondata da ignoranti. Forse meno strano vederla ragionare in termini di “ignoranza” e non di “intelligenza”, dato che ammettere che alcune persone semplicemente non abbiano la capacità di raggiungere certi obiettivi per natura, non è assolutamente ammissibile nella loro concezione del mondo. Un mondo dove tutti possono raggiungere qualsiasi risultato, o diventare chiunque vogliano essere indipendentemente dalle proprie capacità intrinseche.

Con questo non vogliamo dire che certe preferenze elettorali denotino un quoziente intellettivo più basso, anzi, se c’è una cosa assolutamente trasversale politicamente parlando è l’intelligenza (o l’idiozia), però per la sinistra nostrana, dal parlamentare sino all’elettore, se uno vota “a destra” o è “fascista” allora si può spiegare solo attraverso la poca intelligenza o l’ignoranza, come dimostra il loro famoso slogan trito e ritrito “Il fascismo si cura leggendo e il razzismo si cura viaggiando”, un concentrato di banalità assoluta: basti pensare a quei personaggi del Fascismo che ancora oggi hanno un peso culturale enorme come Giovanni Gentile, Giuseppe Solaro o Niccolò Giani, giusto per citarne alcuni.

Insomma alla sinistra italiana questo popolo va stretto quando non fa quello che vogliono loro; così dopo la proposta di vietare le piazze ai fascisti o a chi è sprovvisto di certificato di “sinceramente democratico”, ora vorrebbero rilasciare anche “patenti di voto” che certifichino un adeguato livello culturale: quale sia e come sia possibile stabilirlo è un mistero che non intendono svelare però. Questa volta, a differenza della grottesca diatriba sul diritto di manifestare, il rischio è che si giunga ad una oligarchia votante, o per meglio dire ad un “suffragio onorifico”; idea che magari potrebbe anche affascinarci, per certi versi, ma che ha in sé un rischio molto serio: la formulazione di regole via via più limitanti per l’accesso al voto con la finalità di cristallizzare chi detiene il potere, e a questo gioco, con le loro regole, non vogliamo certo giocare.

di Vittorio Sasso – 13/11/2016

Fonte: Il Primato Nazionale

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=57664

La sinistra vorrebbe esami per votare, e lo ripropone ogni volta che perde alle elezioniultima modifica: 2016-12-03T01:05:17+01:00da davi-luciano
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Un pensiero su “La sinistra vorrebbe esami per votare, e lo ripropone ogni volta che perde alle elezioni

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