I NOTAV in tour sul palco dei No Grandi Navi! Libertà per tutti i No Tav!

post — 25 settembre 2016 at 19:30

Il No Tav Tour sul palco dei No Grandi Navi. Dalla difesa dei territori costruiamo un futuro diverso. Libertà per Nicoletta e tutti i No Tav!

no tav tour venezia

No Tav e repressione: una storia antica. Da Caselli a Spataro.

documentipost23 settembre 2016 at 16:02

palazzo_giustizia_torino_09Stiamo affrontando con Nicoletta l’ennnesimo caso di accanimento giudiziario, vendicativo e insensato agli occhi dei più. Tutto ciò mentre altri No Tav sono sottoposti a misure cautelari e tanti altri, anzi tantissimi, continuano ad affollare i corridoi del Palazzo di Giustiza poichè perseguiti per qualche reato commesso in relazione alla tav valsusina.

Tante volte abbiamo parlato di accanimento ed anomalia, ecco come questo articolo potrà aggiungere qualche dato utile al ragionamento ma soprattutto sarà in grado di dimostrare come alcuni tesi del movimento rispetto la procura torinese non siano solo propaganda, ma prodotto della raccolta di dati verificabili e decisamente inconfutabili.

Questo perchè leggere i documenti ufficiali sull’organizzazione degli uffici giudiziari non solo consente di decifrare meglio le linee guida che governano le diverse strategie repressive, ma riserva talora delle sorprese.
“Criteri di organizzazione dell’Ufficio” della Procura della Repubblica di Torino, predisposti dal dott. Spataronell’estate delle scorso anno, segnano sotto diversi aspetti una discontinuità con la precedente “gestione” Caselli.
Per quanto concerne il movimento No Tav, il dato più interessante è costituito dalla cancellazione della sezione specializzata definita “Gruppo TAV” (curiosamente chiamata “No Tav”, in altra parte del documento, alle pagine 36, 41 e 96), a cui dovevano essere assegnati “i procedimenti per qualsiasi tipo di reato connesso alla costruzione del cd. impianto Tav, sia in occasione di manifestazioni pubbliche, che in materia di appalti”, ma che curiosamente ha finito per occuparsi, appunto, solo dei reati commessi nel corso delle manifestazioni indette dal movimento No Tav.
E’ noto che la costituzione di tale sezione specializzata ha comportato, nei fatti, l’investimento di importanti risorse nella repressione del conflitto sociale valsusino e la costruzione di un circuito processuale ad alta velocità che ha consentito  di definire speditamente tali procedimenti ( i famosi 1000 imputati con le oltre 200 condanne in primo grado, di cui hanno parlato più volte i giornali).
Dall’anno scorso la sezione Tav è stata accorpata alla vecchia sezione “Reati di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico”,  con l’istituzione di un unico gruppo specializzato denominato ”Terrorismo ed eversione dell’ordine democratico, reati in occasione di manifestazioni pubbliche”.
Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Si tratta, a prima vista, di un aggiornamento in chiave giudiziaria del vecchio detto  «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Il dato sorprendente è però un altro.
Nel riferirsi alla costituzione dell’originario gruppo Tav (o, più correttamente, No Tav) il dott. Spataro, nel documento sopra richiamato, fa riferimento ad un provvedimento del dott. Caselli del 13.1.2010, che in tale data avrebbe istituito la sezione specializzata.
Segnatevi la data: 13 gennaio 2010.
Chi conosce la storia giudiziaria dei processi contro i militanti del movimento sa che, dopo la parentesi del 2005, legata alla battaglia del Seghino e ai pestaggi di Venaus, non c’erano stati, sino al 2010, episodi di rilevanza penale tali da meritare l’apertura di un fascicolo processuale.
In effetti, solo nel gennaio 2010 iniziano i presidi e le manifestazioni di opposizione ai sondaggi, realizzati da LTF sui terreni della Consepi.
La cosa curiosa è però che le prime due comunicazioni di reato per tali vicende arrivano sul tavolo della Procura rispettivamente il 10 gennaio e il 15 gennaio, per i primi due presidi effettuati in località Traduerivi il 9.1.2010 e il 12.1.2010.
E, invece, già il 13 gennaio dello stesso anno, dimostrando così una straordinaria capacità predittiva e divinatoria, i vertici della Procura decidono di costituire un’apposita sezione di magistrati, che, caso più unico che raro nella storia giudiziaria, viene istituita prima che i reati vengano commessi.
Alla data della sua istituzione, infatti, la sezione Tav dispone di una sola notizia di reato, relativa, tra l’altro, ad un’invasione  terreni, reato previsto dalla norma contenuta nell’art. 633  del codice penale, vale a dire un reato che più modesto e inoffensivo non si può, tant’è che il relativo processo si definirà poi  davanti al Tribunale con alcune condanne alla pena della multa.
E, invece, di fronte a tale fatto di evidente straordinaria tenuità (che tale non può che essere parso anche ai magistrati inquirenti, nonostante la loro indubbia vocazione all’iperbole descrittiva e alla sovradimensione nel corso della qualificazione dei fatti reato) che fanno i vertici della Procura?
Decidono di dirottare imponenti risorse umane ed economiche su questo fronte repressivo, distogliendo alcuni PM dai loro normali compiti d’ufficio per destinarli ad una sezione che non aveva però, in allora, materiale su cui investigare.
Sarebbe interessante conoscere le ragioni di tale sorprendente decisione.
Si tratta, in ogni caso, di una scelta che rivela come la strategia di repressione contro il movimento No Tav abbia radici antiche e non del tutto chiare, visto che la relativa sezione specializzata non nasce come risposta organizzativa alla necessità di affrontare una moltitudine di procedimenti per fatti simili (come ad esempio è avvenuto per le altre sezioni,  relative, ad esempio, alla trattazione dei reati di riciclaggio e usura o dei reati in tema di tutela dell’ambiente o contro la pubblica amministrazione) ma anticipa la verifica dell’esistenza di tali reati.
La cronologia della vicenda sembrerebbe confermare che si è trattato di una scelta fatta a tavolino, non dettata da ragioni connesse all’adozione di moduli organizzativi più efficienti e specializzati, ma maturata, con ogni probabilità, nell’ambito di una strategia più complessiva.
Fatto sta che, fin dal gennaio 2010, la risposta giudiziaria è stata individuata come uno dei pilastri fondamentali della complessiva lotta che le istituzioni di questo paese hanno deciso di ingaggiare contro coloro che difendono la propria terra dalla devastazione del progetto ad alta velocità ferroviaria.
E allora sorge spontanea una domanda: chi ha operato tale scelta? E’ pensabile che si sia trattato di una decisione autonoma dei vertici della Procura?
Difficile, visto che la Procura, in qualità di ufficio giudiziario inquirente, ha come primo compito istituzionale quello di prendere cognizione dei reati già commessi e di istruire le notizie di reato a lei trasmesse o presentate, ma sembra difficile che possa partire autonomamente alla ricerca di possibili e futuri reati, per poi calibrare e costruire su tale eventualità le proprie scelte organizzative.
Vi è stato forse un coinvolgimento dell’autorità amministrativa (di polizia) e politica, che si sono adoperate per segnalare l’importanza di contrastare anche sul piano giudiziario l’opposizione al Tav?
E in questo possibile coinvolgimento quanto hanno pesato i poteri forti, che da sempre sono stati capaci di influenzare le decisioni del potere politico sulle grandi opere pubbliche?
Sono stati serenamente a guardare o si sono a loro volta attivati?
Domande al momento senza risposta.
Però a pensare male, diceva quel tale, si fa peccato ma talvolta si indovina.

Notre-Dame-des-Landes: un messaggio della Valle Susa

movimentopost — 29 settembre 2016 at 09:26

Un messaggio della Valle Susa a Notre-Dame-des-Landes in vista della manifestazione di sabato 8 ottobre 2016

1792290_6_68de_opponents-demonstrate-against-a-project-to_d6032ff24ba4e27ec52520760348e9daPer un futuro senza Aeroporto di NDDL, senza Torino-Lione… senza Grandi Opere Inutili e Imposte

Di fronte all’arroganza e alla violenza di Governi, nel momento nel quale i disastri ambientali e sociali hanno confermato la loro capacità di danneggiare l’ambiente e di mettere in grave pericolo la vita delle persone, le cittadine e i cittadini da anni affermano che il futuro del pianeta non può essere delegato a coloro che lo minacciano.

La lotta di NDDL è un simbolo vivente e resistente, una lotta sorella alla nostra.

Il Movimento No TAV è vigilante e mobilitato in Valle Susa con lo stesso impegno e con gli stessi vostri obiettivi che ci uniscono nella lotta alle GOII.

Il 6° Forum internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte 2016 svoltosi a Bayonne ha assunto una chiara posizione di sostegno alla lotta di NDDL, ha sottolineato l’importanza della mobilitazione contro le GOIII nella lotta ecologica e climatica a livello globale, ha dato grande attenzione alle le comunità in lotta e ai percorsi trasversali delle lotte popolari e alle incoerenze delle decisioni pubbliche a seguito della COP21 di Parigi.

Richiamiamo in questa circostanza la Sentenza del 2015 del Tribunale Permanete dei Popoli –

Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e Grandi Opere.

In particolare il TPP ricorda che lo spirito capace di dare forza alla lotta della ZAD di NDDL come quella dei NO TAV è lo “spirito di fraternità”: una fraternità tra esseri umani e con la natura che ci ha permesso di ricostruire una collettività capace di resistere al partito trasversale degli affari e di progettare un futuro migliore e più vivibile per tutti.

Siamo e saremo fino in fondo con le donne e con gli uomini che a Notre-Dame-de Landes come in Valle di Susa hanno deciso di riprendersi il proprio destino contro i distruttori della loro terra e del mondo.

Questo è un momento in cui il Governo francese con Holland e quello italiano con Renzi, con gli sgomberi e gli attacchi ai movimenti in lotta vogliono ripristinare regimi chiamati democratici, in Francia armando i poliziotti con strumenti che feriscono accecano e uccidono operai e oppositori, in Italia con arresti e militarizzazione dei territori. Tutti alzano muri e recinti che noi dobbiamo abbattere.

Notre-Dame-de-Landes con la ZAD e le cascine abbattute e la Valsusa con il cantiere continuano da anni con la stessa lotta e non si fermeranno mai. I giovani e i più anziani delle nostre due realtà combattono gli sprechi e la corruzione di queste mostruose opere che distruggono interi territori, essi vogliono un cambiamento ed una vera democrazia dal basso.

Forza NO TAV e AMASSAD;a sarà dura !

(Una delegazione di NO TAV valsusini andrà a NDDL per la manifestazione dell’8/10)

Movimento No TAV – 26 settembre 2016

La lezione di libertà di Nicoletta

http://www.osservatoriorepressione.info/la-lezione-liberta-nicoletta/

Osservatorio Repressione

Amnistia Sociale

  • settembre 23, 2016

Nicoletta Dosio è un’insegnante valsusina. È un’attivista, anzi uno dei simboli della lotta No Tav. È una militante comunista di lungo corso, di quelle sempre presenti quando ci sono diritti e dignità da difendere: che si tratti della sua Valsusa, della scuola, del lavoro, dei migranti o di prendere un aereo per andare ad Atene a portare solidarietà al popolo greco schiacciato dall’austerity non fa differenza. È un’eterna ragazza chenon riesce a smettere il vizio di immaginare un paese migliore di questo.

Io la conosco e posso dirvi che è una persona combattiva ma mite e aperta al confronto; solo che ha l’imperdonabile vizio di dissentire e all’occorrenza di disobbedire. È quello che ha deciso di fare quando l’estate scorsa la procura di Torino le ha notificato l’obbligo di firma solo per avere preso parte a una manifestazione. Nel vostro paese, nel duemilasedici.

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Nicoletta non ha rispettato la restrizione perché priva di qualsiasi fondamento: anzi, è partita per un tour che l’ha portata a girare mezza Italia per spiegare le ragioni di una lotta e della sua disobbedienza. Così l’autorità ha ritenuto di notificarle gli arresti domiciliari. Nicoletta ha già detto chiaro che non rispetterà neanche questo provvedimento, perché non ammette che la sua casa diventi la sua prigione e non ha nessuna intenzione di diventare carceriera di sé stessa.

Se scrivo queste cose è perché magari molti di voi non conoscono questa storia. Non per mitizzare Nicoletta – che non ne ha bisogno e che è una persona comune con una vicenda comune a quella di molti altri in Val di Susa – ma perché le misure che le vengono imposte senza una vera ragione (l’obbligo di firma è previsto nel caso in cui ci sia rischio di inquinamento delle prove o di fuga) mirano a colpire, oltre alla lotta No Tav nel suo insieme, il diritto di manifestare, di dissentire e di disobbedire. Ora, capite bene che non si tratta di una questione che tocca la sola Nicoletta o il movimento No Tav: è una cosa che riguarda tutti, perché non c’è democrazia e soprattutto non c’è libertà possibile senza opposizione e dissenso. Poi intendiamoci, se riteniamo sufficiente all’esercizio del dissenso la possibilità di postare la nostra indignazione sui social il discorso è diverso. Ma le cose non si cambiano in questo modo, e quel paese diverso che immagina questa donna (e come forse abbiamo in mente tutti, ognuno a modo suo) non lo si può costruire e neanche sognare così. I rischi che si sta prendendo, Nicoletta se li sta prendendo per tutti. Ecco perché ho buttato giù queste righe, per raccontarvi che non è vero che questo è un paese morto nel quale ognuno pensa ai propri tornaconti. E che non è vero che tutto è inutile, che non c’è possibilità di cambiamento. A ricordarcelo, tra i tanti, c’è Nicoletta Dosio:per questo forse sarebbe giusto non lasciare soli lei e la sua Valsusa, e magari fare in modo che a più persone possibile arrivi questa vicenda, insieme alla lezione di questa insegnante e dei suoi compagni, che ci ricordano come l’atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l’inizio della ragione.

Un abbraccio forte a Nicoletta e a tutti i compagni colpiti in Valsusa da una legge che non ha niente a che vedere con la giustizia

Marco Arturi da Comune-Info

Fassino trova un’altra poltrona: sarà commissario per i migranti (lo manda Alfano)

http://web-news24.com/2016/09/28/fassino-trova-unaltra-poltrona-sara-commissario-migranti-lo-manda-alfano/

DI  · 28 SETTEMBRE 2016

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La raccomandazione è tutta un programma: “Sono stato io a suggerire con una nota scritta al presidente del Consiglio il suo nome come una persona che, finito il suo mestiere all’Anci, potrebbe fare un lavoro complementare a quello che ciascuno di noi sta facendo”. Parola di Angelino Alfano. Il raccomandato in questione è Piero Fassino, che dopo aver regalato Torino ai grillini sembra stia per essere premiato con il neonato ruolo di commissario governativo all’emergenza migranti. Proprio lui, che così disastrosamente ha gestito nella sua città proprio sul fronte immigrazione (solo dopo la sconfitta si è accorto che tutte le case popolari vanno agli immigrati, ghettizzando gli italiani, anche se, a differenza degli altri, almeno ha avuto il coraggio di ammetterlo in una drammatica direzione del Pd).

Sembra infatti che i soldi per l’emergenza immigrazione siano finiti. Da qui l’idea geniale di Renzi: creare l’ennesima poltrona,l’ennesima carica altisonante da affidare, ovviamente, a qualche trombato del suo partito, possibilmente della vecchia guardia, in modo da risolvere anche qualche bega interna. Fassino, quindi, ha tutte le carte in regola, anche se il suo nome per ora circola in via ufficiosa. Che dovrà fare, il super commissario? Coordinare gli interventi dei vari ministeri, curare la distribuzione capillare degli immigrati sul territorio, gestire il controllo alle frontiere, impostare trattative bilaterali con gli Stati africani. Ma soprattutto, come una brava massaia, Fassino dovrà far quadrare i conti. I costi di mantenimento per le “risorse” sono infatti di “soli” 100 milioni di euro al mese. Palazzo Chigi sta cercando disperatamente 600 milioni per evitare che il banco salti. Già ad aprile i rubinetti del Viminale si sono chiusi per chi gestisce i servizi all’interno dei centri di accoglienza governativi. Ora sono a rischio le forniture per gli stranieri in attesa di sapere se la loro richiesta di asilo sarà accolta. A tutto questo dovrà pensare Fassino. Del resto lo manda Angelino Alfano.
FONTE: http://www.ilprimatonazionale.it/

Inquinamento, gli ultimi dati fanno venire voglia di scappare dall’Italia

http://www.wired.it/attualita/ambiente/2016/09/28/dati-inquinamento-oms-italia/

E dalla Pianura Padana in generale. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, una delle aree più inquinate dell’intero continente europeo

Foto WHOFoto WHO

I dati diffusi dalla Oms, in quello che è considerato il più dettagliato studio finora mai condotto sull’argomento, lasciano senza parole. I giornali di tutto il mondo hanno ripreso la notizia, focalizzando sul proprio stato di salute locale. In generale, l’organizzazione sanitaria mondiale dice che il 92% delle persone sul globo, cioè oltre 9 persone su 10, respirano aria troppo inquinata, aria che danneggia la loro salute respiro dopo respiro. I morti che ne conseguono sono milioni, uccisi da solfati, nitrati e carbone che penetrano in minuscoli corpuscoli nel nostro corpo, fino a ucciderlo. I danni peggiori li subiscono, si sa, vecchi, bambini e donne gravide.

La nostra stampa riporta la notizia generale, dall’Ansa ai siti più letti, senza tuttavia entrare nello specifico di quella che per noi dovrebbe essere la vera notizia, di interesse pubblico. Abbiamo l’aria peggiore di tutta l’Europa occidentale, nessun angolo del nostro Paese può vantare zone “verdi”, cioè pulite, come invece hanno Francia, Spagna e soprattutto Gran Bretagna e Paesi scandinavi.

 Tutto il nostro Paese è avvolto da una nebbia killer, mentre la Pianura Padana raggiunge i livelli record – il rosso – presente altrove ad esempio in Cina e India.

Considerando anche l’Europa dell’Est, il rosso si trova solamente nel sud della Romania e nel nord della Serbia. Scozia e Irlanda se la passano molto bene, come anche parti del sud della Francia e della Spagna, mentre, come detto, il colore verde non tocca nessun luogo dell’Italia.

La Francia congela i finanziamenti alla Torino,-Lione, Scibona del M5S:”Tutto crolla”

http://www.torinoggi.it/2016/09/29/leggi-notizia/argomenti/politica-11/articolo/la-francia-congela-i-finanziamenti-alla-torino-lione-scibona-del-m5stutto-crolla.html

giovedì 29 settembre 2016, 19:11

“Dopo centinaia di processi contro i NoTav viene data loro ragione dal Senato francese”

“E’ di oggi la notizia che un gruppo politicamente trasversale di senatori del Senato francese intende congelare il finanziamento di tutti i progetti di grandi opere superiori ad un valore di 100 milioni di € decisi prima del 2014”. A dirlo è Marco Scibona, senatore del M5S, che prosegue:”Tra i progetti da congelare rientra anche la nuova linea ferroviaria Torino Lyon con il fine preciso di “dare priorità alla modernizzazione delle reti esistenti“, manco avessero subito loro il disastro ferroviario pugliese”.

“Dopo centinaia di processi contro i NoTav”, prosegue l’esponente penta stellato, “viene data loro ragione dal Senato francese e ciò dopo che ben due note della Corte dei Conti d’oltralpe si era espressa, con dati precisi alla mano, contro l’utilità della Torino Lyon e la sua sostenibilità economica”.

“Pure lo stesso Brinkhorst, coordinatore del progetto prioritario 6 (ove insisteva la Torino Lyon, ora corridoio mediterraneo) dovette ammettere, nella sua relazione annuale del 2013, “l’infattibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto”.

“Ma dissero”, prosegue Scibona, “che Brinkhorst parlasse a titolo personale, non della Commissione Europea.A fronte di quanto deciso dai senatori francesi chiediamo la sospensione di tutte le attività del cantiere di Chiomonte, cantiere aperto attraverso la truffa della Legge Obiettivo e per la quale richiediamo che venga discussa anche in una Commissione parlamentare di inchiesta (già da tempo richiesta e mai istituita)”. 

“Ma non solo, chiediamo che tutti i cantieri ferroviari dell’alta velocità vengano sospesi e che tutti i progetti approvati con il c.d. “Sistema Incalza” attraverso quella Legge definita “criminogena” dal Presidente dell’Anticorruzione Cantone vengano fermati, analizzati e discussi dalla nostra Corte dei Conti”. 

“Chiediamo che i fondi stanziati dal C.I.P.E.”, prosegue Scibona,” per le predette opere vengano dirottati per l’emergenza terremoto, per la messa in sicurezza di edifici e territori e per il miglioramento degli standard di sicurezza dei trasporti ferroviari delle linee tradizionali a partire da quelle in concessione”.

“Chiediamo anche al Presidente del Consiglio dei Ministri di tenere a freno la lingua  e di non mettere più in imbarazzo l’Italia con folli promesse in stile saltimbanco medioevale. La misura è colma, sarà la Corte dei Conti a  valutare la posizione di chi ” anche indirettamente”  abbia concorso alle ingenti spese per la progettazione e costruzione della Torino Lyon e ciò anche attraverso erronee interpretazioni di Legge, come è puntualmente avvenuto”, conclude Scibona.

RUSSIAN MOD RESPONDS TO RADIO DATA FROM MH17 CRASH SITE: THE FACTS HIDDEN BY THE INTERNATIONAL INVESTIGATION!

# EODE-TV/ 

https://vimeo.com/184902124/

(Video RT Ruptly)

Capture

Russia’s Defence Ministry presented radiolocation data on the MH17 crash site, during a press briefing in Moscow, Monday Sept. 26, 2016 :

 SOT, Andrew Coban, Head of Radio-Radar Troops of the Russian Air Force (Russian):

“At 13:20 the Malaysian Airlines Boeing 777 began to dismantle. According to the primary radar data, over the next eight minutes we clearly see the catastrophe unfolding; the plane was crashing. On the map we see a lot of fragments of the plane. One can confirm that before the Boeing crashed, not a single aerial object approaching the plane from the east side, including the village of Snezhnoe, could be determined. I would like to emphasise that if the Malaysian Boeing was hit by a missile launched from any area located to the east of the crash site, it would have been shown on the primary radar data. We need to point out that the technical capacities of the Russian radar control systems doesn’t allow us to determine whether a missile had been launched from the south or west of the crash site. The US and Ukrainian sites claimed that there were satellite images which could have proved a missile launch. These satellite images could have made the situation clear. If such information has ever been shown to anyone, than we have a question – why hasn’t this information been published yet? Moreover, on July 17, 2014, the Russian radio intelligence determined that the surveillance and areal control systems of the Ukrainian Military Forces were working near the crash site. All this proves the presence of the Ukrainian air defence systems at the crash site.”

SOT, Andrew Coban, Head of Radio-Radar Troops of the Russian Air Force (Russian):

“The analysis of the primary radiolocation information refutes claims of the Ukrainian site that a missile which hit the Malaysian Boeing could have been launched from the village of Snezhnoe.”

SOT, Major-General Igor Konashenkov, Russian Defence Ministry spokesperson (Russian):

“Despite the requests of Russia and other countries, as well as victims’ relatives, Kiev has not published information relating to the location of their Buk missile systems on the date of the crash, dispatchers’ conversations, especially military, as well as radiolocation data of the Ukrainian air defence systems and eyewitness testimony.”

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ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/

EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS (EODE)

http://www.eode.org/

https://vimeo.com/eodetv

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https://www.facebook.com/EODE.africa/

https://www.facebook.com/EODE.russia.caucasus/

БРИФИНГ МИНОБОРОНЫ И ПРЕДСТАВИТЕЛЕЙ ВПК О ПЕРВИЧНЫХ РАДИОЛОКАЦИОННЫÑ (МОСКВА, 28 СЕНТЯБРЯ 2016 ГОДА)

# EODE-TV/ 

 La réponse de l’Etat-Major russe (28 sept. 2016) au rapport biaisé de l’Enquête internationale sur le crash du vol MH17 d’Air Malaisia. Techniquement ce rapport ne tient pas la route et les données des radars russes au moment du crash le contredisent …

EODE-TV - MH17 counter-investigation MOE (2016 09 28) RU (2)

EODE-TV/

Брифинг Минобороны и представителей ВПК о первичных радиолокационныÑ:

Прямая трансляция пресс-конференции представителей предприятия-изготовителя средств отображения радиолокационного контроля и Минобороны России о первичных радиолокационных данных воздушной обстановки 17 июля 2014 г. в районе катастрофы Боинга 777. В брифинге принимают участие официальный представитель Минобороны России генерал-майор Игорь

https://vimeo.com/184899691/

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BUK (RUSSIA) COUNTER-INVESTIGATION ON MH17 AIR MALASIA CRASH

# EODE-TV/ 

RUSSIAN BUK MISSILE PRODUCER, RADAR PRODUCER HOLD PRESSER ON MH17 CRASH INTERNATIONAL INQUIRY AND ON THE MISTAKES OF THE EXPERTS FINAL REPORT …

(September 28, 2016)

https://vimeo.com/184758036

YTU

* EODE-TV/

BUK (RUSSIA) COUNTER-INVESTGATION ON MH17 AIR MALASIA CRASH/

MH17 CRASH’ TEST SIMULATION VIDEO: IL-86 PLANE COCKPIT HIT WITH BUK MISSILE …

https://vimeo.com/184893418

(Video RT)

 Russia’s Almaz-Antey, BUK missile systems manufacturer, presents its own report on the downing of the MH17 flight!

What they say :

* International investigators allowed Ukraine to fabricate MH17 evidence against Russia.

* MH17 intl probe’s only sources are Ukrainian intel and internet – Russian MoD.

* We only handed facts not conclusions to MH17 investigation – Buk missile producer.

* Buk producer: Our tests show missile came from southerly direction.

* Model Dutch probe used doesn’t correspond to reality.

(Video RT)

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