ENCORE UN CLOU DANS LE CERCUEIL DU NON-ETAT BELGICAIN : TOUT FOUT LE CAMP, VOICI BRUSSELS AIRLINES MENACEE .

LM pour LA REPUBLIQUE D’EUROPE/
2016 09 24/
CtDoBPEWYAAwSE-
Après la faillite retentissante de la Sabena, voici Brussels Airline, sa pâle suivante, menacée !
Le délitement d’un non-état à la lente agonie conduit à ce que les restes de son économie, jadis florissante, soient avalés les uns après les autres à bas prix par les gros poissons de l’économie globalisée …
 
“Le Soir” (Bruxelles) rapportait vendredi soir que l’actionnaire allemand entendait mettre la main sur le bloc de 55 % d’actions qu’il ne détient pas encore pour un petit prix. “Le prix sera fixé en fonction de la convention conclue en 2008 dont une clause prévoyait le cas de figure où Brussels Airlines serait endettée au cours de l’exercice où a lieu cette évaluation”, expliquait hier soir une source proche du dossier à la “Libre”. “C’est de fait le cas ici puisque Brussels Airlines a aujourd’hui une dette de 45 millions d’euros vis-à-vis de Lufthansa. Les actionnaires belges ne seraient donc pas en mesure de négocier le montant de leur ticket de sortie. Un ticket de sortie” que “De Tijd” chiffrait vendredi soir à 2,6 millions d’euros. “Une misère pour certains actionnaires belges de la première heure”.
 
* Lire sur LLB :
Lufthansa veut racheter Brussels Airlines
Extrait :
“Mercredi prochain, le sort de la compagnie belge devrait être scellé. Le passage de la compagnie belge Brussels Airlines entièrement sous pavillon allemand n’est sans doute plus qu’une question de jours. Nous avons en effet eu confirmation vendredi soir que le conseil de surveillance de Lufthansa se penchera mercredi prochain sur une proposition de son comité de direction relative au rachat des parts que le géant allemand ne détient pas encore dans la compagnie née sur les cendres de la défunte Sabena (…) Pour rappel, Lufthansa est actionnaire, depuis 2009, à hauteur de 45 % de SN Airholding, le véhicule financier qui contrôle Brussels Airlines. Et détient, depuis lors, une option d’achat sur le solde du capital, option qui court jusqu’en 2017. Dès lors, le passage complet de la compagnie belge dans le giron allemand était inscrit dans les astres. Le scénario avait d’ailleurs été à de multiples fois évoqué ces dernières années.”
 
LM / LA REPUBLIQUE D’EUROPE

GIULIETTO E’ MOBILE QUAL PIUMA AL VENTO – SPUTNIK ROMPE CON PANDORA TV?

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/09/giulietto-e-mobile-qual-piuma-al-vento.html

MONDOCANE

VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2016

A questo link troverete una puntata di Pandora Tv, l’emittente web di Giulietto Chiesa, in cui il noto giornalista dice la sua, dall’aeroporto di Mosca, sulle recenti elezioni parlamentari alla Duma russa.https://youtu.be/Yi-Fh20YJGsE poi guardatevi anche questa simpatica descrizione di Putin e della Russia.

Torno a occuparmi  di Giulietto Chiesa e potrebbe sembrare una fissa personale. Ma non lo è, o meglio, è la fissa di analizzare quelli che appaiono i cambiamenti di rotta di un comunicatore, conferenziere, analista geopolitico, corrispondente, di non trascurabile rilievo, con un indubbio seguito. Tutti conosciamo il classico e insidiosissimo fenomeno italiano del cambio di casacca, in gergo contemporaneo, “savianismo”. Non mi riferisco al rozzo voltagabbianismo di opportunisti mercenari alla Scilipoti o Razzi, o a quello altrettanto basico fino alla volgarità dei sostenitori appassionati della cancellazione delle Olimpiadi da parte del compare Monti, tramutati in feroci fustigatori dei 5 Stelle e della Raggi quando costoro, contro tutti i poteri forti (di cui qualcuno si ostina a dichiararli agenti), il devastante magna magna di Malagò e Caltagirone e annessi famigli politici lo hanno impedito. Ho invece in mente proprio le raffinatezze di un Saviano che ti educa il pupo costruendogli davanti prima l’abbagliante piedistallo del combattente anti-camorra (fatto perlopiù di marmi ritagliati da altri) e, poi da quel pulpito somministrandogli comunicazioni tossiche quali le martellate a Chavez o Putin e gli incensi turibolati ale democrazie di Usa e Israele. Il guaio funesto di questo metodo è che l’oro della prima epifania, abbagliandoti, ti copre la latta, se non lo sterco, della seconda.
Torri buttate giù dai sauditi
Ci ho pensato quando, stupefatto, ho letto su Il Fatto Quotidiano un testo che ripetutamente vi ho inoltrato: un documento di Giulietto Chiesa in cui, a seguito di un’iniziativa del governo Usa, si stravolgeva la fin qui asserita e documentata, da mille e anche da lui, responsabilità degli establishment statunitensi e israeliani nella confezione e attuazione degli attentati dell’11 settembre. Di colpo Washington e Giulietto asserivano che “era stato il governo saudita a tirare le fila degli attentati” e che l’esecuzione era stata affidata al gruppo di dirottatori sauditi assemblati da Sheikh Khaled. Un quindicennio di contestazioni scientifiche, tecniche, testimoniali sulla demolizione controllata delle torri e sul Pentagono bucato da un missile raso al suolo. Alle mie denunce e richieste di spiegazioni l’illustre giornalista rispose limitandosi a una gragnuola di termini da angiporto, oltre tutto ignaro di quanti danni economici simili manifestazioni di dolce stil novo gli avrebbero potuto arrecare, solo che io, contro ogni mio convincimento e pratica, impugnassi l’arma del ricorso a misure legali, quella di solito adoperata per intimidire e silenziare i giornalisti. Lungi!
Il problema si gonfia ora che GC si è voluto esprimere sulle recenti elezioni alla Duma. Guardate il video con la sua corrispondenza. Non vi sembrerà neanche la copia deformata del Giulietto tutto impegnato nella sacrosanta battaglia contro la strategia diffamatoria imperialista della russofobia, nella difesa delle buone ragioni della Russia nel governo delle proprie cose e di Putin nell’affrontare sul piano esterno il rodomontismo guerriero di Obama e dei suoi alleati e vassalli, dalla Siria all’intero mondo. Se non un’inversione a U, come nell’inconfutabile caso dei sauditi inventati autori degli attentati, si tratta di un tuffo carpiato con acrobatico avvitamento.
Russia brutta e cattiva
Questa sbalorditiva e davvero demolitrice presa di posizione sulla Russia di Putin e non solo sulle sue elezioni, avviene in contemporanea con l’affannata controffensiva Usa e Nato per rimediare al tonfo, divenuto di pubblico dominio, dell’attacco delle aviazioni Usa e Nato alla guarnigione dell’esercito di Damasco di Der Ezzor, nel preciso momento in cui gli assedianti (da tre anni) Isis e jihadisti connessi stavano attaccando quella base aerea lealista. E all’altro tonfo per cui satelliti russi e testimoni militari e civili dimostravano che la scellerata distruzione della colonna di aiuti della Mezzaluna Rossa araba diretta ad Aleppo era stata causata da un incendio appiccato dai terroristi sotto supervisione di droni Usa. Ci si sarebbe aspettati, nella circostanza, che non solo lo storico vindice delle posizioni russe in difesa del diritto internazionale, ma anche il suo apparato di comunicazione, si concentrassero con tutte le loro forze e con la ricchezza di documenti disponibili sulla denuncia di questi crimini della consorteria Usa-Nato-Israele-Isis, sulla dimostrazione incontrovertibile che il terrorismo jihadista in Siria, come in Iraq, continua ad essere alimentato e sostenuto assieme ai nuovi ascari curdi) da  coloro che l’hanno originata: Usa, tirannie del Golfo, Israele, Turchia.
Si trattava di un’occasione per dare addosso alla Russia negli stessi termini – e anche peggiori – deglihouse organ del Pentagono, del Dipartimento di Stato e di Israele, dal New York Times in giù, fino, in fondo, al “manifesto”? O piuttosto di un momento di eccezionale pericolo per la possibilità di una conflagrazione generale, dato che gli Usa e Israele e corifei vari avevano gettato la maschera, e quindi di impellente dovere di schierarsi e non andare in giro a sfrucugliare i russi per questioni largamente artificiose?
 
 
 Ecco cosa ho pubblicato a botta calda in Facebook.
Interessante intervento di Giulietto Chiesa sulle elezioni parlamentari russe. Interessante perchè, di nuovo, come sull’analisi degli attentati dell’11 settembre, quando è passato da una paternità USraeliana a quella – assurda, ma ben vista da Washington – saudita, GC ha fatto una drastica correzione di rotta. Da sostenitore convinto delle buone ragioni e del buon governo russo il nostro camaleontico collega è passato, in questo video, a una atteggiamento duramente critico, se non liquidatorio, addirittura più negativo della maggioranza dei media capitalisti e imperialisti occidentali, enfatizzando una a-democraticità presunta del sistema elettorale, sullo sfondo di una grave corruzione generalizzata, che finisce col dare un quadro fortemente preoccupante della Russia. Cose del tutto inusitate per Chiesa e sorprendenti per chi ne ha seguito il percorso degli ultimi anni.
Qualcuno ha parlato di sputi nel piatto in cui si mangia. Qualcun altro ha ricordato le corrispondenze di GC per Radio Liberty. E non corregge il tiro il pistolotto finale in cui il giornalista diffida gli occidentali dal definire irregolari le elezioni (sparata a salve perchè nessuno lo ha potuto fare per l’evidenza dei fatti), da lui fin lì messe invece in forte dubbio di democraticità. Particolarmente tirata per i capelli mi pare la sua idea che l’alta quota di astenuti accosti la Russia ai paesi occidentali nel disamoramento degli elettori per la classe politica. Vero in Occidente, meno vero in un paese dove il presidente gode di un consenso di oltre l’80%. Ritengo più plausibile, davanti a sondaggi, anche delle più importanti società occidentali, che davano Russia Unita, il partito di Putin (di cui apoditticamente GC afferma che si sia allontanato dal suo fondatore) vincitore certo con la maggioranza assoluta, che molti elettori abbiano ritenuto superfluo andare alle urne.
A me pare, e chiedo l’opinione di chi vorrà esprimersi, perchè posso certamente sbagliarmi per le
turbe emotive che rischiano di inondarmi quando mi riferisco a questa persona, che in questo intervento Chiesa abbia ripreso diverse delle note e ormai stereotipate accuse mosse a Putin e al sistema russo dai media occidentali appassionati di una loro democrazia dirittoumanista. Si tratterebbe di un regalo a chi nutre perennemente malevoli retropensieri e ha per metodo la demonizzazione dell’avversario. La combinazione in Russia tra sistema proporzionale – da tutti i costituzionalisti veri ritenuto il più rispondente alla volontà degli elettori – e sistema uninominale è di certo più onesto di tutti i sistemi in vigore nel nostro emisfero. E allora perchè dargli giù?
Insomma si nota un certo soprassalto. Che si tratti dell’effetto del connubio con lo svenditore dell’URSS e pizzaiolo Michail Gorbaciov, recentemente rinnovato nella sede, ideale, della Fondazione Italiani Europei di Massimo D’Alema, il bombardiere della Serbia?
Mi sarei anche aspettato da Pandora qualche insistito approfondimento sulla strage Nato di Der Ezzor e sull’ infame incendio della colonna di aiuti, entrambi tesi a far saltare la tregua faticosamente negoziata dal ministro degli esteri Lavrov  I materiali sono disponibili e meritano di essere evidenziati con grande enfasi, dato il significato di formidabile provocazione, ma anche di disvelamento delle vere intenzioni Usa, che hanno avuto questi episodi, gravidi di catastrofiche conseguenze.
Comunque mi aspetto, da chi vorrà correggermi, valutazioni meno “di parte” della mia. Così facciamo il punto e non se ne parla più. Magari anche dalla’ottima agenzia di notizie russa “Sputnik”, che mi si dice abbia rotto i rapporti con Pandora tv e abbia smesso di finanziarla. Il famoso sputo nel piatto in cui hai mangiato?
Pubblicato da alle ore 15:23

COMMENT LES ONG OCCIDENTALES ONT TRUQUE L’ENQUETE DES NATIONS-UNIES CONTRE LE BURUNDI !?

# PANAFRICOM/

Capture TWEET II 063

Voici un des appels (sur Whatsapp ici) aux témoignages orientés !

 Avec Twitter/ 2016 09 23/

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PANAFRICOM

WebTV : http://www.panafricom-tv.com/

Organisation : https://www.facebook.com/panafricom/

Néopanaficanisme (idéologie) :

https://www.facebook.com/Panafricom2/

QUELLE PAIX EN AFGHANISTAN ?

# EODE/ GEOPOLITIQUE/

14 ANS DE GUERRE POUR EN ARRIVER LA : RETOUR AUX AFFAIRES POUR LE ‘BOUCHER DE KABOUL’ … QUI FUT AUSSI LE PRINCIPAL ALLIE DES USA CONTRE LES SOVIETIQUES ENTRE 1979 ET 1990 !

EODE/ 2016 09 23/

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http://www.eode.org

EODE - GEOPOL quelle paix en afghanistan (2016 08 23) FR

« Il était au premier rang dans le djihad anti-soviétique en Afghanistan alors que Ben Laden commençait seulement son parcours. Principal allié des généraux pakistanais et de leurs services, l’ISI, à la fois islamistes radicaux dans l’orbite du Wahabbisme et principaux alliés des USA dans la région !»

– Luc MICHEL.

« L’Afghanistan fait la paix avec le “Boucher de Kaboul », titre l’AFP !

L’Afghanistan a signé jeudi un accord de paix avec l’un de ses pires criminels de guerre, Gulbuddin Hekmatyar, garantissant au “Boucher de Kaboul” encore en exil l’immunité et un possible retour en politique malgré les protestations. Pour les habitants de la capitale afghane, dont quelques centaines ont manifesté pour dénoncer cet accord, Hekmatyar est celui qui, alors Premier ministre, ordonna le bombardement aveugle de la ville au début des années 90, lui infligeant le maximum de victimes et de dégâts. “Jamais nous n’oublierons le Boucher de Kaboul”, clamaient les pancartes du rassemblement en centre-ville.

Mais sceller la paix avec son mouvement, le Hezb-i-Islami, deuxième principal réseau insurgé du pays et rival des Talibans (à nouveau aux portes du pouvoir), constitue une « avancée symbolique » (sic) pour le président Ashraf Ghani, alors que les pourparlers avec les talibans sont au point mort et que la situation sécuritaire ne cesse de se dégrader. L’accord a été signé entre le Haut Conseil pour la paix, organisme gouvernemental chargé des négocier une réconciliation nationale, et une délégation du Hezb-i-Islami, censé désormais déposer les armes et muer en parti politique. “Cet accord est signé après deux ans de négociations (…) Nous constatons à l’unanimité que ces négociations de paix sont parvenues à une heureuse conclusion” (resc) a déclaré le vice-président du Conseil, Habiba Sorabi, précisant que l’accord entrerait “en vigueur quand le président Ghani et Hekmatyar lui-même l’auront à leur tour officiellement paraphé”.

QUI EST LE CHEF ISLAMISTE GULBUDDIN HEKMATYAR ?

Né à Kunduz (nord), Hekmatyar, l’homme au turban noir aujourd’hui âgé de 67 ans, est un vétéran du jihad anti-soviétique sunnite des années 80. « Il était au premier rang dans le djihad anti-soviétique en Afghanistan alors que Ben Laden commençait seulement son parcours. Principal allié des généraux pakistanais et de leurs services, l’ISI, à la fois islamistes radicaux dans l’orbite du Wahabbisme et principaux alliés des USA dans la région ! Ce que l’AFP oublie de préciser », précise le géopoliticien Luc MICHEL  …

Chassé par les talibans, il aurait vécu les deux dernières décennies en exil au Pakistan, d’où il a appelé en 2004 à la “guerre sainte” contre les Etats-Unis, se rangeant dans l’opposition au président Hamid Karzai. Les Etats-Unis le maintiennent d’ailleurs sur la liste des “terroristes internationaux”. Mais négocient avec lui. Comme ils négocient à Berlin avec les Talibans ! Le Hezb-i-Islami est resté largement inactif récemment, sa dernière attaque à Kaboul remontant à 2013 – elle avait tué 15 personnes dont cinq Américains.

L’accord en 25 points lui garantit une immunité juridique pour “toutes les actions politiques et militaires du passé”. Le texte prévoit également la libération de prisonniers du Hezb-i-Islami en échange de son renoncement à toute activité militaire et à “tout lien ou tout soutien à des organisations terroristes”.

MASSACRES, TORTURES ET DISPARITIONS FORCÉES :

LE BILAN SANGLANT D’UN CRIMINEL DE GUERRE

« Le texte est à ce titre dénoncé par les organisations de défense des droits de l’Homme d’autant qu’il ne devrait entraîner aucune amélioration immédiate de la situation sécuritaire en Afghanistan, principalement troublée par les talibans et l’organisation Etat Islamique » précise l’AFP. « Le retour de Gulbuddin Hekmatyar après des décennies d’exil va conforter cette culture d’impunité que le gouvernement afghan et les bailleurs internationaux ont entretenue en renonçant à poursuivre les responsables des si nombreuses victimes (de) Hekmatyar et d’autres chefs de guerre qui ont dévasté le pays dans les années 1990 » dénonce une Ong.

Outre les bombardements sur Kaboul, Hekmatyar est accusé de nombreuses atrocités, rappelle HRW dans un communiqué, dont le massacre attesté par le Comité international de la Croix rouge en août 1992 de plus d’un millier de personnes, la disparition de nombreux opposants et le recours à la torture dans des prisons clandestines.

S’exprimant après la signature, le négociateur en chef du Hezb-i-Islami Mohammad Amin Karim a assuré que “depuis l’ouverture des négociations, le but du Hezb-i-Islami était de parvenir à une paix immédiate, durable et nationale”. “Nous avons appelé à un dialogue inter-afghan, avec les factions présentes en Afghanistan, et nous demandons à tous les groupes engagés dans des combats de reprendre les discussions de paix quels que soient les objectifs poursuivis”, a-t-il ajouté à destination des talibans. De même, le vice-président Abdullah Abdullah a appelé sur Twitter “les talibans à choisir la paix plutôt que la violence”.

Quatorze ans de guerre des USA et de l’OTAN, dont des milliers de jeunes européens tombés dans la sale « guerre américaine contre les intérêts vitaux de la Grande-Europe » (dixit le géopoliticien Jordis Von Lohausen), pour en arriver là …

EODE / GEOPOLITIQUE

Photo : Le représentant du Haut Conseil pour la paix, Pir Sayed Ahmed Gailani (g), et le représentant du chef de guerre Gulbuddin Hekmatyar signent un accord de paix, le 22 septembre 2016 à Kaboul, en Afghanistan.

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‘THE BOTTOM LINE FOR THE OBAMA ADMINISTRATION IS REGIME CHANGE, WHICH MEANS A JIHADIST VICTORY IN SYRIA. I DON’T KNOW WHY THE RUSSIAN SIDE KEEPS TALKING TO THEM’ (US HISTORIAN)

SYRIA COMMITTEES/ 

SYRIA - VISUAL us target is assad (2016 09 22) ENGL

“Mr. Lavrov must know when he talks to Mr. Kerry that as much as they may seem to agree on various details, in terms of where the two countries want to go in Syria they are poles apart. The bottom line for the Obama administration is regime change, which means a jihadist victory in Syria, and that is the rabbit they are constantly trying to pull out of the hat. I don’t know why the Russian side keeps talking to them as though they have common goals and interests, when in fact they don’t. They are dealing with ideologues here who are dancing to the tune called by the Saudis and other supporters of radical Islamic forces, and they’ve got to stop entertaining that they can somehow make a deal on this… There are no real moderates. They are all Wahhabists, they’re all terrorists, they’re all jihadists.”

– Adel Darwish (American historian, author)

Avec Télévision russe/ 2016 09 22/

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‘WE SHOULD TRY NOT TO MAKE THE SAME MISTAKES THAT WE MADE IN AFGHANISTAN BY TRYING TO DEFEAT RUSSIA IN SYRIA THE WAY THEY DID IN AFGHANISTAN’ (US HISTORIAN)

SYRIA COMMITTEES/

SYRIA - VISUAL syria is not afghanistan (2016 09 22) ENGL

 “I think that John Kerry is torn really between an earlier desire as a diplomat to leave his mark on history as we are coming to the end of this administration. He managed to get a ceasefire with the help of Lavrov and with the help of the Russians. He is also torn between the whole Western propaganda strategy of demonizing Russia. The problem here is that to a certain extent neither of the superpowers can have 100 percent control of what is happening on the ground. The Russians are in the position because it is the regime they can at least control large part of it, while the Americans have armed groups… they cannot really have control over them. And then prior to that they had a strategy of trying to do Afghanistan. We should try not to make the same mistakes that we made in Afghanistan by trying to defeat Russia in Syria the way they did in Afghanistan. That would be a disaster for everybody. I think they should move away from that and really try to cooperate.”

– Adel Darwish (American historian, author)

Avec Télévision russe/ 2016 09 22/

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‘US PRIORITY IN SYRIA: STOP ALEPPO FROM FALLING TO PRO-ASSAD FORCES’ (JOHN KERRY, US SECRETARY OF STATE)

SYRIA COMMITTEES/ 

SYRIA - VISUAL kerry aleppo (2016 09 22) ENGL

“Strategically, if the jihad terrorists lose eastern Aleppo strategically this war is over”,

– Jim Jatras (former US diplomat, told RT).

“Let’s be clear: Right now, the Obama administration has one priority and that is to stop eastern Aleppo from falling to Syrian government forces. Strategically, if the jihad terrorists lose eastern Aleppo strategically this war is over. The fighting may go on for a while, but that will be the tipping point in terms of who is going to win. They can dance around any way they want, but the bottom line is always going to be to try and stop the Syrian and Russian forces from decimating these jihadists and changing the outcome”, sais Jim Jatras. “The fighting may go on for a while, but that will be the tipping point in terms of who is going to win”, he added.

The international bitterness over the crisis is Syria has been laid bare at a special UN Security Council meeting underway in New York. Russian Foreign Minister Sergey Lavrov said he wants a thorough and impartial investigation into the deadly attack on the UN aid convoy near Aleppo, which the US has blamed on Russia without presenting any evidence. So come with biterness the declaration that ‘US PRIORITY IN SYRIA IS STOP ALEPPO FROM FALLING TO PRO-ASSAD FORCES’! The game is over, the king is naked : USA do not “fight terrorism” in Syria …

Avec Télévisions russes/ 2016 09 22/

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POURQUOI LES MEDIAS DE L’OTAN DENONCENT-ILS UNE FRAPPE SOI-DISANT RUSSE SUR UN CONVOI HUMANITAIRE EN SYRIE ?

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec Le Temps (Genève)/ 2016 09 22/

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http://www.lucmichel.net/

LM.NET - EN BREF LM bavures en syrie (2016 09 22) FR

Pourquoi les médias de l’OTAN dénoncent-ils une frappe soi-disant « russe » sur un convoi humanitaire en syrie ?

Tout se déroule en deux temps.

 Premier mouvement :

l’US Air Force, malgré la trêve en Syrie, commet une « bavure » (selon les médias de l’OTAN) et frappe l’Armée Arabe Syrienne. En fait de « bavure », trois frappes successives. Qui appuient au sol les djihadistes de Daesh et leur permettent de s’emparer d’un aérodrome stratégique. Pris la main dans le sac, Washington est face à une crise majeure, dénoncée par Moscou et Damas. Le Temps (Genève) titre « La «bavure» qui risque de coûter cher aux Américains » (notez les guillemets du quotidien suisse à bavure) et commente : « L’aviation américaine a bombardé samedi des positions de l’armée syrienne, qui a déclaré lundi la fin de la trêve. Entre excuses et versions contradictoires, Washington y perd en crédibilité ». Le roui est nu et Washington dévoile sa complicité avec les djihadistes …

Second mouvement :

Il faut faire immédiatement oublier les frappes américaines. C’est capital pour l’opinion publique occidentale. Intervient alors la soi-disant « frappe russe sur un convoi humanitaire, que rien ne vient démontrer. La presse occidentale retourne sa veste. Le Temps titre alors « Convoi humanitaire détruit: le choc et l’effroi » (élément de langage cynique fourni par les psyops de l’OTAN, « Choc et effroi » est en fait une doctrine militaire de l’US Army visant à terroriser les pays attaqués, voir l’Irak en 2003). Et le commentaire du quotidien suisse peut redevenir anti-russe : « Les humanitaires évoquent un «crime de guerre» et une attaque contre l’humanité. Mais les politiques temporisent ». Ils temporisent car tout le monde est conscient de la grossière manipulation de Washington …

Et là vous avez tout compris ?

Luc MICHEL

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TURQUIE LA MORT DELA DEMOCRATIE (POLITIS)

 

PCN-MAKP/ 2016 09 22/

https://www.facebook.com/PCN.MAKP/

PCN-MAKP - Politis démocratie turque (2016 09 22) FR

« La Turquie a connu un coup d’État, réussi celui-ci, il y a un an, lorsque le président turc Recep Tayyip Erdoğan a rejeté les résultats des élections législatives du 7 juin 2015, brutalement interrompu le processus de paix avec le mouvement kurde et semé la terreur dans tout le pays et en particulier au Kurdistan. Cette politique de guerre et de terreur a finalement permis à son parti, de remporter par la peur les élections anticipées du 1er novembre 2015 »

– HDP (parti kurde de Turquie, 16 sept. 2016).

LA REVUE POLITIS (PARIS)

DENONCE LA « MORT DE LA DEMOCRATIE » EN TURQUIE !

Députés emprisonnés, administrateurs remplaçant les élus locaux dans les municipalités, le tout dans un climat de terreur et de répression …

Extrait : « Alors qu’une purge sans précédent continue d’ébranler le pays, le gouvernement légitime ses dérives. Armé d’un régime exceptionnel proclamé au lendemain de la tentative de coup d’état, celui-ci ne cesse d’emprisonner, de destituer ou d’intimider tous ceux qui pourraient entraver l’autoritarisme grandissant du président Recep Tayyip Erdoğan. Dimanche 11 septembre, alors que le pays se prépare à la fête du sacrifice, «Kurban Bayrami » en turc, les autorités « ont envahi vingt huit municipalités » et mis « la main sur leur administration ». Partagé par le Conseil exécutif central du Parti démocratique des peuples (HDP), le récit de cette attaque laisse un goût amer aux opposants politiques d’Erdoğan :

Il n’y a aucune différence entre ceux qui ont lancé des bombes sur l’Assemblée nationale le 15 juillet dernier et ceux qui, aujourd’hui, ont pris d’assaut les Mairies et déclaré en hurlant mettre la main sur l’administration municipale, au mépris total de la démocratie et de la volonté populaire. Contraints de laisser leurs sièges, les élus municipaux sont accusés par le gouvernement d’entretenir des liens avec des organisations terroristes. Vingt-quatre maires ont ainsi été destitués pour des liens supposés avec le Parti des travailleurs du Kurdistan (PKK), issus, pour la plupart, de communes se trouvant à l’est de la Turquie, largement ciblé depuis la fin du cessez-le-feu, il y a plus d’un an (…)

Proclamé au lendemain de ce putsch avorté, l’état d’urgence en Turquie permet tout. Faisant fi des dispositions prévues par la Constitution, le HDP précise que les vingt-huit maires ont pu être relevés de leurs fonctions grâce au « décret permettant la désignation d’administrateurs à la tête des mairies », précisant que ce type de législation ne se contentait pas de violer la Constitution, mais aussi « des conventions internationales ratifiées par la Turquie, notamment la Convention européenne des droits de l’Homme et la Charte européenne de l’autonomie locale » (…)En mai dernier, dans la continuité de ces mesures autoritaires, le Parlement turc votait en faveur d’une réforme constitutionnelle permettant de lever l’immunité des députés visés par des procédures judiciaires. Une décision ciblant 55 des 59 députés HDP. Pour le parti pro-kurde, « l’échec du dernier putsch a eu pour effet de lâcher la bride au despotisme frénétique d’Erdoğan » (…) Et aujourd’hui, les administrateurs d’Erdoğan remplacent les élus de l’opposition démocratique. Décidés à résister face à ce mépris, les habitants ont manifesté devant les mairies de certaines localités dimanche 11 septembre. Réprimés et dispersés dans la violence, les contestataires continuent cela dit de ne pas reconnaître la décision prise par le gouvernement. »

* Lire sur POLITIS :

Turquie : Après le coup d’État avorté, la mort de la démocratie

http://www.politis.fr/articles/2016/09/turquie-apres-le-coup-detat-avorte-la-mort-de-la-democratie-35381/

PCN-MAKP / PCN TURQUIE

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TENTATIVE DE COUP D’ETAT AU GABON ORGANISEE PAR PING ?

PANAFRICOM/ 2016 09 22/

Avec Afrique Confidentielle/

 AFRIQUE CONFIDENTIELLE (aussi reprise par Eburnie News) pose la question !

Et donne des éléments inquiétants de réponse …

PANAF - Gabon tentative de coup (2016 09 22) FR

Extrait :

Afrique Confidentielle a appris de sources très bien informées que des officiers de l’armée gabonaise viennent de signaler à leur hiérarchie qu’ils ont été approchés par l’entourage de Jean Ping pour déclencher des « actes de violence pour renverser le régime ». Des preuves solides ont été mises à la disposition des enquêteurs chargés de tirer au clair cette affaire, une de plus qui serait tentée par les partisans du candidat malheureux Ping pour faire basculer le Gabon dans la tourmente. Et de manière ultime permettre à leur chef de file de profiter de cette situation pour s’installer au pouvoir.

Les officiers qui ont révélé le coup en gestation ont donné des noms et des détails précis sur les différentes phases de l’opération de subversion envisagée. Des auditions voire des arrestations devraient avoir lieu assez rapidement car à une semaine de la décision de la Cour constitutionnelle concernant le recours introduit par Jean Ping, le Gabon ne peut pas se payer le luxe de laisser une telle menace sans réponse.

PING : LA STRATEGIE DELA TENSION !

En poursuivant dans sa stratégie de la tension qui ne lui a pas encore réussi, le candidat malheureux Jean Ping ne semble plus vouloir attendre sereinement la décision de la Cour constitutionnelle. Est-il paniqué par les récentes déclarations des responsables de l’Union africaine, de l’union européenne et de l’ONU qui, tous demandent de faire confiance à la Cour gabonaise et de s’en tenir à la légalité ? Quoiqu’il en soit il continue non seulement de proférer des menaces contre les neuf magistrats de la Cour constitutionnelle mais il insulte leurs compétences, leur fierté et leur patriotisme en leur dictant quoi penser et quoi décider.

La tentative de coup d’Etat pourrait participer de cette même stratégie jusqu’au-boutiste qui accoucherait d’une violence sanglante dont le Gabon doit être épargné.

C’est pourquoi nous avons joint au téléphone Jean Ping hier(dans la nuit du jeudi au vendredi) pour savoir quel était son avis sur la tentative de coup d’État ? Après une certaine hésitation et avec une voix peu assurée (peut-être parce qu’il a été interrogé en anglais), Jean Ping a nié être impliqué d’une façon ou d’une autre à cette affaire (…) Mais l’entretien que nous avons réalisé avec lui nous permet de dire que l’homme n’est pas tout à fait serein, il est même inquiet. Certainement qu’il ne s’attendait pas à notre coup de fil tard dans la nuit. »

* https://www.afriqueconfidentielle.com/fr/scoops/tentative-de-coup-d%E2%80%99%C3%A9tat.html

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