Lo spacciatore africano ha l’«asilo», la questura: non si può espellere

una risorsa che ci paga la pensione
 
CREMONA. BLITZ ANTI-DROGA AI GIARDINI
Il gambiano ha una protezione sussidiaria. Il senegalese già in un Cie
CREMONA – Sedicente profugo. Privo di documenti di identità all’arrivo in Italia. Accolto dalla Caritas, con un esborso, per la comunità, di oltre mille euro al mese. Spacciatore di droga nel cuore della città, pronto a rifornire ‘fumo’ e marijuana ai ragazzini di Cremona e dintorni e, per questo, processato. Ma non può essere espulso dal territorio nazionale. Perché? Perché gode di una ‘protezione sussidiaria’, una sorta di diritto di asilo attenuato che gli è stato concesso a suo tempo (non a Cremona). E’ ambivalente e, per molti, sconcertante lo strascico dell’intervento che l’altro giorno ha permesso agli agenti della polizia di arrestare due africani trovati con la droga ai Giardini di piazza Roma. In totale quasi un etto tra hascisc e marijuana (25 grammi di ‘fumo’, confezionati nello stesso, identico modo, sono stati trovati negli anfratti della ‘grotta’ sotto le montagnole, divenuta una sorta di ‘piattaforma logistica’ dello spaccio. Ambivalente, l’epilogo di questi servizi, perché i due africani arrestati e processati (hanno entrambi patteggiato pochi mesi di reclusione con pena sospesa) hanno preso strade differenti.
 
Il 23enne del Gambia che è risultato avere la quella sorta di ‘immunità’, residente alla Casa dell’Accoglienza (i locali occupati dallo straniero sono stati perquisiti dopo il fermo del giovane, senza esito), è tornato libero punto e basta. L’altro ventenne arrestato e processato, un senegalese, è risultato essere un clandestino (tutte le sue istanze sono state rigettate) e per questo, subito dopo la direttissima, è stato preso in consegna dagli agenti della questura e condotto nel centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Brindisi. Da lì, si presume entro non molto tempo, sarà espulso dall’Italia.
 
Di quel che è seguito ai maxi controlli fatti scattare l’altro giorno nel centro città dal questore, Gaetano Bonaccorso, si è parlato a lungo negli uffici di via Tribunali e non soltanto lì. Lo sforzo è stato notevole. Sono entrati in azione agenti della squadra volante e della squadra mobile (sezione anti-droga), ma anche gli uomini del Reparto prevenzione crimine giunti da Milano e i colleghi dell’unità cinofila giunti da Bologna (proprio i cani hanno scovato tutta la droga). E’ stato un chiaro, inequivocabile messaggio per riaffermare che non esistono, tantomeno in centro, zone franche dove spacciatori, abusivi e tutti coloro che tengono condotte sopra le righe possono fare il bello e il cattivo tempo. Ma il fatto che uno dei due spacciatori sia di nuovo in giro lascia molti con l’amaro in bocca. La sola cosa che è possibile fare per ottenere un provvedimento di espulsione — spiegano dalla questura — è chiedere che, a seguito dell’esito del procedimento giudiziario per spaccio di droga, venga revocata la ‘protezione’. Chissà se si potrà fare. Chissà quanto tempo ci vorrà. Soprattutto, chissà dove sarà il 23enne del Gambia quando tutto questo avverrà.
19 Settembre 2016
Lo spacciatore africano ha l’«asilo», la questura: non si può espellereultima modifica: 2016-09-24T08:03:45+02:00da davi-luciano
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