Nizza, chi sono gli attentatori?

NIZZA: SIAMO FORSE DI FRONTE A UN SINTOMO INDIVIDUALE DI UN IMPAZZIMENTO COLLETTIVO. INFATTI STIAMO IMPAZZENDO TUTTI. STATISTICAMENTE. FORSE E’ UN ATTENTATO, MA HA L’ARIA DI UNA MOSTRUOSA INDIVIDUALE VENDETTA CONTRO IL MONDO. ALMENO, VISTE LE CIRCOSTANZE CHE ORA TUTTO IL MONDO PUO’ VEDERE SU YOU TUBE, QUESTA MI SEMBRA LA “SPIEGAZIONE” PIU’ LOGICA. LA LOGICA DI UN PAZZO. GLI ALTRI ATTENTATI “FRANCESI” AVEVANO UN ASPETTO “ORGANIZZATO”. QUESTO SEMBRA (RIPETO SEMBRA, E NON POTREI DIRE DIVERSAMENTE) QUALCOSA DI DIVERSO. CERTO, SARA’ RIVENDICATO. E SARA’ USATO. STIAMO ENTRANDO IN UNA FASE OSCURA IN CUI TUTTI I GATTI TENDERANNO (GIA’ TENDONO) A DIVENTARE BIGI.
Giulietto Chiesa
Fonte:www.facebook.com
15.07.2016
 
Scritto tutto in maiuscolo, Ndr
 
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di Alberto Negri* – Sole 24 ore, 15 luglio
La paura non deve sopraffare l’intelligenza, la razionalità, diceva l’ambasciatrice francese Catherine Colonna poche ore prima dell’attentato di Nizza. Nel cortile di palazzo Farnese storica sede dell’ambasciata francese, la banda dei carabinieri suonava l’Inno di Mameli e la Marsigliese per la festa della Bastiglia. Fuori i controlli di sicurezza francesi con la polizia e i militari italiani schierati a protezione dell’ingresso.
Che la Francia sia nel mirino è un’ossessione quotidiana, fuori e dentro il Paese.
 
Chi sono gli attentatori di Nizza? Lupi solitari, esponenti di un terrorismo che si è radicalizzato in solitario sul web, oppure membri addestrati di cellule jihadiste legate all’Isis come quelli che hanno già colpito a Parigi con la strage del Bataclan? E’ questa la polemica scoppiata da qualche tempo tra due eminenti studiosi ed esperti francesi, Gilles Kepel e Olivier Roy: il primo sostiene che siamo di fronte a una deriva generale dell’islamismo estremista, il secondo afferma che la religione non è determinante ma che conta assai di più la diffusione di una radicalizzazione individuale e sociale della violenza.
 
Come si vede anche gli esperti sono disarmanti e forse disarmati nelle chiavi di interpretazione di questi tragici eventi. Una riposta affidabile davanti a questa strage spaventosa di Nizza non è ancora possibile ma la Francia non è l’America: il terrorismo di matrice islamista su questo territorio è radicato da anni, centinaia di cittadini francesi si sono arruolati nell’Isis per combattere contro il regime di Bashar Assad e proprio il ritorno dei jihadisti dalla Siria è uno dei fenomeni più temuti dai servizi di sicurezza di Parigi.
 
La Francia è il Paese che produce più jihadisti in Europa. Un rapporto parlamentare afferma che nel 2015 erano già più di 1.500 i giovani legati al network islamista radicale.
 
Ricordiamoci che dopo le stragi di Parigi dell’anno scorso la Francia reagì con i bombardamenti su Raqqa, capitale del Califfato. Ma la stessa Francia non aveva visto con dispiacere l’arrivo dei jihadisti in Siria dalla Turchia per abbattere il regime di Assad e poi, dopo gli attentati in casa, non ha esitato a contattare Damasco per esercitare la sua rappresaglia.
Quello che vivono i francesi e gli occidentali è anche il risultato di politiche assai contradditorie nei confronti del mondo musulmano, le stesse che hanno condotto prima all’intervento di Putin in Siria a fianco di Assad e ora alla trattativa tra Mosca e Washington per coordinare gli sforzi per combattere il Califfato. Le potenze occidentali cinque anni fa puntavano su una rapida caduta del regime di Damasco ora si rendono di conto insieme ai loro alleati mediorientali come la Turchia e l’Arabia Saudita di avere commesso un clamoroso errore di calcolo che ha aperto le porte al terrorismo in Europa, alle migrazioni incontrollate e alla destabilizzazione.
La Francia vive un allerta continuo, dentro e fuori le frontiere dell’Esagono. Pochi giorni fa è stato chiuso il consolato francese di Istanbul, proprio di fronte a quello italiano, dove l’Isis ha appena colpito con un commando l’aereoporto internazionale Kemal Ataturk. La Francia ogni giorno di più percepisce una minaccia alla sua sicurezza.
A cento anni di Sykes-Picot, l’accordo franco-britannico che spartì il Medio Oriente, a quasi 60 anni dalle avventure coloniali terminate nel sangue con la guerra d’Algeria, la Francia in realtà non è mai uscita dal Medio Oriente e dal Nordafrica come dimostrano anche le sue iniziative politiche e militari di cui quella più clamorosa, e che ci riguarda da vicino, è stata nel 2011 il bombardamento del raìs libico Muhammar Gheddafi.
 
Forse non stupisce neppure che sia stata colpita la Promenade des Anglais mentre esplodevano i fuochi di artificio del 14 luglio. I servizi francesi per la sicurezza interna, DGSI, si erano appena detti convinti che lo Stato Islamico sarebbe passato “alla fase delle autobomba” anche in Francia, come a Baghdad o Damasco. Ma qui, come sappiamo bene, nessuno è al sicuro: l’attentato di Dacca con i suoi morti italiani ha chiaramente indicato che il terrorismo può colpire ovunque e chiunque, americani, francesi, europei e musulmani, che vivono questa tragedia del terrore sulla loro pelle da qualche decennio. E’ fondamentale, come dice l’ambasciatrice francese, che l’intelligenza non sia sopraffatta dalla paura.
 
*Pulichiamo su gentile concessione dell’Autore
Notizia del: 15/07/2016
 
 
Nizza, loro due ci avevano avvertito. Noi lo sapevamo che avevano ragione ma l’occidente li ha ignorati
 
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di Federico Pieraccini
 
Bashar Assad, attuale presidente della Siria in lotta contro il terrorismo (fomentato e supportato dall’occidente e dai suoi alleati del Golfo:
“Da 20 anni il terrorismo è stato esportato dalla nostra regione, in particolare dai paesi del Golfo come l’Arabia Saudita. Ora viene dall’Europa, specialmente dalla Francia. Il più grande contingente di terroristi occidentali in Siria è quello francese. Si commettono attentati in Francia. […] Il terrorismo in Europa non sta dormendo, è sveglio.
Siamo spiacenti di non vedere l’Occidente, che credevamo in grado di aiutare con l’apertura e lo sviluppo, prendere la direzione opposta. Peggio, i suoi alleati sono i paesi medievali del Golfo come l’Arabia Saudita e il Qatar.”
 
M. Gheddafi: l’ex presidente della Libia, ucciso dopo la criminale invasione della Nato nel 2011
 
«La scelta è tra me o Al Qaeda. L’Europa tornerà ai tempi del Barbarossa. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione (…) Avrete Bin Laden alle porte, ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo». E lanciava, senza successo, un appello: «La situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo?»
 
Da che Al Qaeda era un’organizzazione di poche centinaia di combattenti incapaci negli anni 90′, siam passati ad un quasi stato daesh con qualche centinaio di migliaia di affiliati.
L’occidente ha sviluppato su scala industriale il terrorismo per raggiungere i propri obiettivi geopolitici, attaccando i suoi avversari in nord africa, medio oriente, Caucaso e ora non riesce più a controllarlo subendone le conseguenze.
 
La prossima volta che governanti e politici vi parleranno di terrorismo, ricordatevi che in realtà si tratta di una guerra con il terrore scatenata contro l’umanità tutta.
Notizia del: 15/07/2016
 
Attentato di Nizza. E ora provate ancora a scrivere che la “vera minaccia è la Russia”?
 
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di Diego Angelo Bertozzi
 
L’asse contro il terrorismo lo costruisci con Mosca e Pechino. Le distruzioni subite da Libia e, in parte, Siria mostrano in tutta evidenza la poca credibilità della NATO quando non la compromissione con movimenti che praticano apertamente il terrorismo.
 
Notizia del: 15/07/2016
 
le strane profezie…
 
Il Capo dell’Intelligence Francese avvisa circa il rischio di una “Guerra Civile ” in Francia
Lug 13, 2016
 
Calvar-pericolo
Calvar: pericolo guerra civile
 
Patrick Calvar, capo della Direzione Generale di Sicurezza Interna di Francia, ha dichiarato, nel corso di una udienza  ai componenti della Commissione parlamentare francese, che il suo paese “Si trova sull’orlo di una guerra civile”.
Calvar ha riferito che la situazione in Francia “si trava tanto sull’orlo del precipizio che soltanto mancherebbe l’episodio di un nuovo attacco terroristico islamico per provocare una reazione a catena che porterebbe beneficio all’estrema destra”.
 
Nelle dichiarazioni rilasciate al giornale francese Le Figaro, Calvar, ha detto che, seguendo il suo criterio: “Questo conflitto civile andrà ad essere quasi inevitabile e basterebbe soltanto un un altro attacco che dovesse accadere ancora sul suolo francese che questo farebbe da scintilla nel provocarlo”.
 
Con riferimeto a questo Calvar ha paventato anche la possibilità di potenziali attacchi con auto bomba. Pertanto, secondo il capo dell’Intelleigence francese, bisognerà bloccare ed anticipare le mosse di tutti questi gruppi , per impedire il possibile scontro, quasi inevitabile, tra i gruppi di estrema destra ed i mussulmani se si produrranno nuovi attacchi islamisti in Francia.
 
Secondo Calvar, questa possibilità prospetta una minaccia maggiore che non quella dello stesso terrorismo. Il capo dell’intelligence ha avvisato che “L’Europa si trova in un grande pericolo e che l’estremismo sta crescendo da tutte le parti”.
I commento del capo della Direzione Generale di Sicurezza Interna di Francia, coincide  nel tempo con le avvertenze fatte dall’ex capo del M16, , Richard Dearlove, il quale anche lui aveva detto che l’Europa si sarebbe trovata ad affrontare una “sollevazione populista” se i governi non predono il controllo della crisi migratoria.
 
Anhe gli esperti della sicurezza di Germania hanno messo sull’avviso la cancelliera Angela Merkel  che la classe media di trova sempre più radicalizzata per causa della crisi migratoria delle frontiere aperte. Tutto sembra indicare che l’Europa potrebbe sperimentare ina ondata di forte tensione in cui la crisi migratoria, il terrorismo e l’estrema destra, si retroalimenterebbero da soli.
 
Nota: Alcuni analisti cercano di capire il senso di questi avvertimenti fatti dal capo dell’Intelligence nella necessità  di interpretare questi come segnali del varo di un possibile “stato di pericolo” , con il pretesto di un qualche tragico avvenimento,  che consentirebbe al Governo Hollande/Valls di decretare uno stato di emergenza utile per mettere fuori legge alcuni gruppi politicamente ostili, condurre una repressione e limitare la base di consenso del partito della Marine Le Pen, il Front National che sta rapidamente crescendo nei consensi e rappresenta un pericolo per i detentori del potere politico ed economico in Francia.
 
Una strategia della tensione in “salsa francese”,con le opportune varianti, che si svolgerebbe secondo un copione già scritto e sperimentato negli anni ’70 proprio in Italia, come fu poi svelato dall’ex capo della CIA dell’epoca.
 
Fonte: Express.co
 
Traduzione e nota: Luciano Lago
Nizza, chi sono gli attentatori?ultima modifica: 2016-07-16T08:23:38+02:00da davi-luciano
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