Sei condanne per i No Tav che avevano danneggiato i bagni di Palazzo di Giustizia

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Tra i sei e i nove mesi le pene per gli imputati

di SARAH MARTINENGHI

06 luglio 2016

Sei condanne per i No Tav che avevano danneggiato i bagni di Palazzo di Giustizia

Erano riusciti a manomettere, intasare e allagare alcuni bagni del Palazzo di Giustizia, rivendicando l’atto con gli adesivi “No Tav” appiccicati sulle vaschette. Questa mattina agli attivisti identificati per quegli episodi, avvenuti il 13 gennaio 2014, sono state inflitte sei condanne con pene comprese tra i 6 mesi e 20 giorni e i 9 mesi di carcere. Il pm Enrico Arnaldi Di Balme, che aveva coordinato l’indagine, era riuscito a identificare i responsabili tramite le impronte lasciate sullo scotch utilizzato per fare palline da gettare, insieme a delle biro, negli scarichi dei wc al quarto e al sesto piano. Gli imputati, Gabrio Gallocchio, Marianna Valenti, Giulia Ciasco, Giacomo Paolucci, Marco Pisano Cecile Rusterholz, non avevano scelto a caso le toilettes: erano infatti state prese di mira quelle più vicine ai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo e quella nei pressi del giudice per le indagini preliminari che aveva firmato l’ordinanza di custodia per i quattro attivisti arrestati con l’accusa di terrorismo.Il gesto insomma, da un lato voleva essere una “bravata” di solidarietà, dall’altra anche un segnale che i “No Tav” potevano arrivare fin dentro il palazzo di Giustizia.  Le condanne più alte sono state inflitte a chi era accusato anche di aver preso parte sia al sabotaggio delle toilette che a un’altra iniziativa No Tav, l’irruzione del 9 gennaio 2014 nella sede della società Italferr (Gruppo Ferrovie dello Stato).

L’Italia batte la Francia nella sfida a calcetto tra i tecnici della Tav

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L'Italia batte la Francia nella sfida a calcetto tra i tecnici della Tav
Cinquanta operai e tecnici italiani e francesi si sono sfidati in una partita di calcio al cantiere di Saint-Martin-La-Porte. La semifinale dell’Europeo 2016 ‘sognata’ dai lavoratori si è giocata questa mattina nel piazzale del sito di scavo del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione. In un clima di festa, con il campo circondato da bandiere dell’Europa e dei due Paesi, gli ospiti hanno vinto per 4a 2. Intanto in galleria sta terminando il montaggio della fresa Federica, che scaverà i 9 km nell’asse e nel diametro del tunnel di base del Moncenisio.
06 luglio 2016

Il Ttip salta. E l’Ue si lecca le ferite: “Abbiamo paura dei populismi”

o mamma, ma che vogliono sti popoli? Vogliono decidere le proprie sorti? ORRORE…non sanno quello che fanno, i popoli DEVONO SOLO FARE SACRIFICI PER IL LORO BENE NO????
 
La Francia lancia l’allarme sul TTIP: “Impossibile chiudere entro l’anno”. Anche l’Italia è sulla stessa linea. Valls: “Alimenterebbe i populismi”
Claudio Cartaldo – Mer, 06/07/2016 – 09:35
 
Forse non si farà più niente. Il TTIP, il misterioso accordo tra Ue e Stati Uniti, quel patto commerciale su cui nemmeno i parlamentari hanno potuto mettere bocca (figuriamoci i cittadini), rischia di saltare.
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A dirlo è stata la Francia per bocca del segretario del commercio, Matthias Fekl, secondo cui sarà “impossibile chiudere i negoziati con gli usa entro il 2016”, come ci si era prefissati. Sulla stessa linea anche Carlo Calenda, il ministro dello Sviluppo Economico italiano: “L’abbiamo tirata troppo per le lunghe”.
 
La paura dei populismi blocca il TTIP
Insomma, secondo le versioni ufficiali il TTIP sarebbe vicino alla morte per colpa dei negoziati troppo lunghi. Ma la realtà racconta che la maggior paura delle istituzioni europee e dei partiti di governo sia quello di “alimentare i populismi”, come ha affermato il premier francese Manuel Valls. Dal punto di vista pratico, ovviamente, ci sono alcuni problemi. Tra pochi giorni ci sarà il 14esimo incontro tra le parti, ma – scrive Repubblica – “gli Usa non aprono il mercato degli appalti pubblici, non cedono sulle denominazioni di origine e non dialogano sui tribunali privati”. Tre punti considerati invece vitali dalla controparte europea. Soprattutto il punto delle denominazioni di origine, cavallo di battaglia delle destre nazionaliste europee.
Coinvolti i parlamenti nazionali
Non solo. Ad ostacolare ancora il percorso del TTIP c’è anche la decisione dell’Ue di coinvolgere i parlamenti nazionali nell’approvazione dell’accordo. In pratica, se uno solo delle Aule dei Paesi membri dovesse votare contro, tutto potrebbe saltare. Visti i voti negli ultimi tempi, soprattutto in Stati come l’Austria, l’eventualità non è da escludere. In realtà, la Commissione Ue ha gicoato “sporco”, spacchettando in due l’accordo e permettendo ai Parlamenti di interferire solo su una parte del trattato.

Francia, il governo scavalca il Parlamento per approvare il jobs act: proteste in Aula e in piazza

ma che bravo il democratico kompagno Hollande, tanto moralmente superiore
 
5 LUGLIO 201616:05
 
Il primo ministro Valls forza la mano sulla riforma del lavoro: la legge sarà adottata direttamente dallʼesecutivo con un decreto
Passa per decreto la riforma del lavoro in Francia. Il premier, Manuel Valls, ha infatti deciso di forzare la mano facendo ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, bypassando il voto dei deputati. La mossa è stata condannata anche dal partito socialista di cui Valls fa parte. Alcuni deputati starebbero considerando l’ipotesi di presentare una mozione di sfiducia contro il governo, mentre diversi contestatori sono scesi in piazza a Parigi.
 
Jobs act, il governo francese “scavalca” il Parlamento: proteste a Parigi
 
La strada scelta dall’esecutivo è, di fatto, una sorta di scorciatoia: “Questo Paese è troppo abituato alla disoccupazione di massa – ha detto il primo ministro rivolgendosi al Parlamento – lo facciamo nell’interesse generale del popolo francese, non per intransigenza”.
 
L’iter legislativo contestato – Come detto, il contestato articolo costituzionale permette al governo di adottare una legge senza passare per il voto del Parlamento, salvo una mozione di censura dei deputati nelle 24 ore successive. Mozione che la destra, che all’annuncio del premier ha lasciato l’emiciclo in segno di protesta, ha affermato di non voler presentare. Se nessuna mozione sarà depositata entro le prossime 24 ore, il progetto di legge, che provoca da quattro mesi manifestazioni a ripetizione nel Paese, sarà definitivamente adottato.