Nuovo voltafaccia ai civili yemeniti! Gli USA venderanno maggiori quantitativi di bombe a grappolo all’Arabia Saudita

Dirittoumanisti pacifisti dove siete? A spendere i soldi dei sauditi? Ed il premio nobel per la pace, Obama, il presidente del popolo e non dei ricchi non dice niente??????????
 
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vietate, sui civili nello Yemen.
 
I legislatori degli Stati Uniti hanno votato, ieri, contro una proposta di modifica del Dipartimento della Difesa del paese per il bilancio 2017, recentemente proposto da due senatori degli Stati Uniti, vale a dire, il repubblicano Rand Paul e il democratico Chris Murphy, per vietare la vendita di questo tipo di munizioni alla monarchia saudita.
 
“Il Dipartimento della Difesa si oppone con forza a questo emendamento”, ha dichiarato Rodney Frelinghuysen, presidente della sottocommissione per gli Stanziamenti alla Difesa durante il dibattito.
In base a tale proposta (Paul-Murphy), Washington non avrebbe dovuto riprendere l’attività di vendita di armi e bombe di fabbricazione USA all’Arabia Saudita fino a che questa non avesse rispettato gli standard internazionali e adottato misure “concrete” per ridurre il numero di morti tra i civili yemeniti .
Parlando a sostegno della modifica, il rappresentante Hank Johnson, ha dichiarato che l’Arabia Saudita ha deliberatamente preso di mira civili usando quel tipo di bombe sullo Yemen, dove conduce  da un anno una campagna di bombardamenti con l’obiettivo di eliminare dalla sfera politica il movimento popolare Ansarola e ripristinare il potere del presidente Abdu Rabu Mansur Hadi fuggitivo, fedele alleato di Riyad.
“D’all’inizio di quest’anno, l’Arabia Saudita guida la coalizione lanciando bombe a grappolo nella capitale dello Yemen, Sana’a, in particolare dove vivono civili”, ha affermato Johnson. “Uno degli edifici bombardato è il Centro di riabilitazione per i ciechi di Al-Nur, che ha anche una scuola per bambini non vedenti. La distruzione della scuola e le lesioni subite da parte dei bambini sono state terribili”, ha lamentato.
La Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera a questa iniziativa un giorno dopo che Mohamad Bin Salman, il principe ereditario deputato e ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, uno dei principali architetti della aggressione saudita contro lo Yemen, si è incontrato con i legislatori degli Stati Uniti durante la sua visita a Washington.
 
Fonte: Hispantv
Notizia del: 17/06/2016

Più di 50 funzionari degli Stati Uniti chiedono un intervento militare contro il governo siriano

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Ieri, il quotidiano statunitense The New York Times, ha riportato in una lettera di alti funzionari Del Dipartimento di Stato USA, i quali, hanno sostenuto che l’attuale crisi in Siria non può essere risolta fino a quando  degli Stati Uniti non attaccheranno le postazioni delle forze siriane e, costringeranno così il presidente siriano Bashar al-Assad, a sedersi e parlare per raggiungere un accordo.
Inoltre, hanno anche accusato il governo di Damasco per il fallimento del cessate il fuoco ad Aleppo (nord) ed hanno assicurato che attaccare le forze siriane consentirà il rispetto della tregua concordata nel territorio siriano.
Hanno inoltre sottolineato i vantaggi degli attacchi contro le forze siriane potrà influenzare il processo diplomatico in Siria che potrebbe diventare “più a guida degli Stati Uniti.”
La lettera è stata presentata attraverso il ‘canale di dissenso’, che è stato stabilito durante la guerra del Vietnam (1955-1975) ai diplomatici degli Stati Uniti per protestare contro le misure e le politiche adottate da parte dello Stato, senza timore di rappresaglie.
La maggior parte dei firmatari, secondo il NYT, sono i funzionari di medio livello  rispetto ai molti diplomatici di carriera che sono stati coinvolti nella progettazione delle politiche di Washington per la Siria.
 
Fonte: Hispantv

Troika in Grecia: con austerity boom suicidi e mortalità infantile

l’amata UE DEI POPOLI
 
17 giugno 2016, di Laura Naka Antonelli
 
ROMA (WSI) – Quando si dice che l’austerity uccide – ed è una frase che è stata ripetuta diverse volte in questi ultimi anni in Eurozona – non si fa riferimento solo agli effetti che recessione, disoccupazione e soprattutto tasse hanno sui portafogli dei cittadini. L’austerity uccide davvero, prostrando il corpo e la mente. E questa volta ad ammetterlo è la banca centrale di un paese che più di tutti ha sofferto il giogo dell’austerity. Giogo imposto dalla troika, ovvero dall’asse Bce Ue e FMI.
 
E’ la banca centrale della Grecia, che ha pubblicato l’analisi nel suo rapporto sulla politica monetaria del 2015-2016. E che, nel capitolo “Riforme sulla salute, sulla crisi economica e l’impatto sulla salute della popolazione” presenta il quadro drammatico venutosi a creare con l’imposizione dell’austerity nel paese.
 
L’istituto, in realtà, non ha usato precisamente la frase “l’austerity uccide”, per ovvi motivi di natura politica. Ma le conclusioni del rapporto, così come sono state presentate, non lasciano spazi a dubbi.
 
Così KeepTalkingGreece.com:
 
“Le conclusioni di quel capitolo sono scioccanti, e confermano quanto leggiamo in giro e ci sentiamo dire da amici e parenti, ormai da anni: ovvero, che lo stato di salute fisica e mentale dei greci continua a subire una fase di deterioramento, in parte a causa dell’incertezza sull’economia, dell’elevato tasso di disoccupazione, dell’incertezza sul lavoro, del calo del reddito e della costante esposizione allo stress. In parte anche a causa di problemi economici che hanno portato chi è malato a rinunciare alle cure mediche, sulla scia anche dei tagli incredibili che hanno colpito la sanità pubblica“.
 
Per avere un’idea di quanto sta accadendo in Grecia, basta fare riferimento a quanto afferma nel suo rapporto la banca centrale:
  • Il numero di suicidi è aumentato.
  • La mortalità infantile è anch’essa salita, di quasi il 50%, principalmente a causa dei decessi di bambini di età inferiore a un anno e al declino delle nascite, pari a -22,1%. Il tasso di mortalità infantile è salito dal 2,65% nel 2008 al 3,75% nel 2014.
  • In aumento i casi di persone affette da disturbi mentali, soprattutto dalla depressione. L’aumento è stato il seguente: si è passati dal 3,3% del 2008 al 6,8% del 2009, all’8,2% nel 2011 e poi al 12,3% nel 2013. Nel 2014, il 4,7% della popolazione sopra i 15 anni ha dichiarato di soffrire di depressione, contro il 2,6% del 2009.
  • Crescita delle malattie croniche approssimativamente del 24%
La banca centrale della Grecia ha fatto notare che i:
 
“forti tagli alla spesa pubblica non sono stati accompagnati dal cambiamento e miglioramento del sistema sanitario, al fine di limitare le conseguenze (negative) per i cittadini più deboli e per i gruppi più vulnerabili della società”.
 
Il report della banca centrale è in linea con i sondaggi condotti dalle Autorità statistiche della Grecia (ELSTAT), secondo cui.
  • Aumento significativo +24,2% di persone di età superiore ai 15 anni che soffrono di problemi cronici di salute o di malattie croniche.
  • Aumento superiore a +15% di persone costrette a limitare le loro attività a causa di problemi di salute, nel 2014.
  • La percentuale di bambini nati sotto peso (inferiore ai 2,5 kg) è aumentata nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 del 19%.
Citando i dati dell’Ocse del 2013, la Banca centrale della Grecia ha sottolineato inolttre che il 79% della popolazione greca non ha accesso ad alcuna forma di assicuazione e, a causa della disoccupazione di lungo periodo, non può permettersi medicine e trattamenti sanitari.
 
Un altro sondaggio condotto nel 2014 dall’ELSTAT ha rilevato che parte della popolazione con età superiore ai 15 anni necessitava di cure mediche ma non è riuscita a curarsi per mancanza di soldi. Precisamente:
  • Il 13% della popolazione non ha ricevuto cure o trattamenti medici.
  • Il 15,4% della popolazione non ha ricevuto trattamenti per la cura dei denti.
  • Il 4,3% della popolazione non ha usufruito di servizi di salute mentale.
  • L’11,2% non è riuscito ad acquistare i medicinali prescritti dai dottori.

DOLORE E SDEGNO PER L’ASSASSINIO DELLA DEPUTATA LABURISTA COX, MA NON CAMBIO IDEA: SI ALLA BREXIT

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di Giorgio Cremaschi
Non conosco le dinamiche del confronto politico britannico e quindi non so come influirà su di esso il terribile assassinio della deputata laburista Cox, impegnata contro la Brexit. La Borsa di Londra, appena diffusa la notizia degli spari contro la parlamentare, ha invertito la spinta al ribasso ed è risalita. Si sa la finanza non ha anima ma gioca sull’animo altrui. Evidentemente i poteri economici tutti schierati a favore del Remain , sperano che il delitto convinca i britannici a rifiutare la Brexit. Io spero invece che i cittadini di quel paese orientati per il SI non cambino idea.
 
In questo referendum la sola cosa che la UE è stata in grado di offrire sono state minacce. Come del resto aveva fatto con il popolo greco. La UE è allergica alla democrazia e quando questa si manifesta dà il peggio di se stessa. Non un messaggio positivo, non una proposta più avanzata. Si deve stare nella Unione Europea come in una prigione ove ci sia la minaccia estrema per chi vuole evadere.
 
L’Eurogruppo, al governo italiano che vuol mettere in campo l’imbroglio della pensione col mutuo bancario, ha comunque ribadito che bisogna lavorare fino 70 anni. Altro che rivedere la Fornero.
 
La Unione Europea è oggi il primo avversario del lavoro e dei diritti sociali, così come è il primo amico delle banche e della speculazione finanziaria. L’Unione Europea è una oligarchia economico burocratica che impazzisce appena i popoli cercano di decidere su di essa. La Unione Europea è un potere non riformabile, che non vuole essere riformato.
Solo se mettono in discussione la UE i popoli del continente possono riprendere a progredire con giustizia, eguaglianza e democrazia. Per questo, nonostante il dolore e lo sdegno per l’assassinio della deputata Cox non cambio idea e soprattutto spero non la cambino i britannici. Brexit.
 
Notizia del: 16/06/2016

La morte di Jo Cox e la Brexit. Una tragedia che sposta gli equilibri di una campagna fuori controllo

ma quanto fa bene agli affossatori del Brexit questo omicidio, affossatori del calibro di Obama, Hollande per finire con Mario Draghi…
Ah ovviamente è lo scontro tra “nazisti” (i populisti, quindi assasini) contro chi vuole un mondo migliore, cioè gli europeisti quindi le sinistre (come ha scritto la stampa). La troika fa solo del bene, chiedere ai greci.
 
DOPO L’OMICIDIO IN GRAN BRETAGNA
Siamo nella fase dell’indignazione: il vero problema sarà riprendere il dibattito. Ma la campagna sul sì o sul no all’Europa di recente si è inasprita oltre i livelli di guardia
di Fabio Cavalera, corrispondente da Londra
 
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È presto per dire con certezza che dietro al delitto della parlamentare laburista Jo Cox vi è la mente malata di un estremista di destra. Vanno ancora confermate e verificate al meglio le testimonianze di chi avrebbe sentito Tommy Mair, l’arrestato, urlare «Britain First», ovvero la sigla di un’organizzazione violenta che finge di agitare la bandiera del patriottismo ma che in nome di questo predica l’odio.
 
Tutto sommato poco importa. Il fatto vero è che la campagna referendaria sul «sì» o sul «no» all’Europa, immediatamente sospesa con l’accordo fra i due schieramenti, nelle ultime settimane si è inasprita oltre i livelli di guardia.L’immigrazione è un tema reale che non può essere taciuto e dimenticato. Il fronte europeista lo ha colpevolmente sottovalutato lasciando che ad agitarlo fossero i più accaniti sostenitori della Brexit. E fra questi, in prima fila, Nigel Farage, capo dello Ukip, che ancora ieri si è presentato con un manifesto di pessimo gusto: titolo «Breaking Point», limite di sopportazione o di rottura, con la foto delle migliaia di esuli siriani ammassati ai confini.
 
Non è razzismo esplicito, va ammesso. Ma significa giocare con i sentimenti degli elettori, con le loro legittime paure, con i loro istinti. Sfruttarli per vincere una competizione non sull’onda di proposte credibili e ragionevoli per provare a governare gli esodi dalle zone di povertà e di guerra ma sull’onda dell’emotività. Un populismo di pancia che fa breccia nell’elettorato conservatore e nell’elettorato laburista.Non c’è un nesso palese fra l’agguato alla parlamentare Jo Cox e gli slogan facili, superficiali, da avanspettacolo che stanno animando l’ultima settimana di campagna referendaria. Ma sicuramente i toni e la rabbia che li caratterizzano, a cui fanno da contraltare gli imbarazzi, i silenzi, le timidezze degli europeisti, sono il quadro entro il quale si è sviluppato maggiormente il dibattito sulla Brexit.
 
Ed è chiaro che più si tira la corda e più gli sconsiderati, i violenti, si sentono protetti. E si sentono legittimati a qualsiasi azione.L’omicidio di Jo Cox, che da anni si batteva per i diritti umani e che da anni riconosceva la centralità del tema immigrazione, essendo stata volontaria nelle regioni più critiche e conoscendolo con cognizione di causa meglio di chiunque altro, è avvenuto in tale contesto di esasperazione. Lo è, sia se si scoprirà che il killer è un estremista di destra sia se si smentirà questa tesi. Perché Jo Cox è comunque morta nello svolgimento della sua funzione pubblica e nel pieno degli ultimi sforzi per convincere gli indecisi. È chiaro che una ricaduta sul voto l’avrà.
 
 
Nessuno lo ammette. Siamo nella fase delle lacrime e dell’indignazione. Sospendere la campagna referendaria è stata una decisione giusta e dovuta. Per fortuna, in un sussulto di intelligenza, gli euroscettici e gli europeisti hanno trovato il modo di ritrovarsi d’accordo. Ma anche il riconoscimento della sua durezza, della sua volgarità, della sua caratterizzazione poco «british». Il vero problema sarà come e quando riprendere il dibattito. Non c’è dubbio che il sacrificio di Jo Cox, parlamentare uccisa sul lavoro, potrebbe pesare e spostare gli equilibri. Magari, i mercati, che pure si muovono a rimorchio delle emozioni, daranno indicazioni nelle prossime ore. Una cosa è certa: una pausa di lutto e una pausa di riflessione servono a calmare gli animi, a frenare i nervosismi, a portare un po’ di moderazione in una brutta campagna che fino a ora è stata piena di allarmismi e di parole inutili.
 
16 giugno 2016 (modifica il 16 giugno 2016 | 23:07)

MPS, morte David Rossi: spunta video choc. Non fu suicidio

Peccato che per i solerti magistrati italiani invece non ci sia niente di strano e fanno i risentiti con il New York Post che li ha “sgamati”.
17 giugno 2016, di Alessandra Caparello
 
SIENA (WSI) – Colpo di scena nel caso della morte di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena ritrovato cadavere in un vicolo dietro l’istituto di Rocca Salimbeni.
 
Dalle prime ricostruzioni si era pensato al suicidio. David Rossi sarebbe caduto a terra dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio della banca senese il 6 marzo 2013. Ma la famiglia e la moglie Antonella Tognazzi hanno da sempre sostenuto che non si trattasse di suicidio e pochi mesi hanno ottenuto la riapertura del caso.
 
Il 6 aprile scorso la salma dell’uomo è stata riesumata su ordine della Procura di Siena e  oggi un video choc pubblicato dal New York Post getta nuova luce sul caso avvallando la tesi per cui quello di Rossi non fu suicidio ma omicidio.
 
Nel video mostrato a poche ore dalla simulazione della caduta del corpo ed il sopralluogo negli spazi dove avvenuta la morte di David Rossi, fissato per il 25 giugno si vede il momento in cui il capo della Comunicazione del MPS cade a terra e agonizzante arrivano due uomini, uno dei quali si avvicina a Rossi come se si stesse accertando delle sue condizioni e poi si allontana, mentre sulla sfondo un altro rimane lontano e quasi nascosto da un furgoncino parcheggiato. Le immagini sarebbero state riprese da una delle telecamere di sorveglianza poste all’esterno della banca.
 
In realtà come riporta Il Fatto Quotidiano non ci sarebbe nessun mistero visto che i due uomini sarebbero  Giancarlo Filippone e Bernardo Mingrone, entrambi sono stati sentiti dai pm già nel 2013.
 
“Il primo, che nel video è quello con piumino e berretto, è un collega del manager nonché amico dell’ex responsabile della comunicazione di Mps. Era stato allertato dalla moglie di Rossi, Antonella Tognazzi, che non vedeva tornare a casa il marito: a fine pomeriggio Rossi l’aveva avvisata che stava rientrando, dopo un’ora la donna, preoccupata, avvisa Filippone e altri amici della banca. L’altro uomo che si vede nel video con il cappotto è Bernardo Mingrone. All’epoca capo della vicedirezione generale finanza di Mps e oggi ai vertici di Unicredit. La sera del 6 marzo 2013 era uno dei pochi, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti di Siena, che si trovava nella sede di Rocca Salimbeni. Entrambi sono stati sentiti dai pm già nel 2013”.
Il filmato choc della morte di David Rossi

Il Pakistan denuncia gli USA all’ONU: ” Basta con i vostri droni, state massacrando la nostra popolazione

Poi dicono che dobbiamo accogliere i profughi perché noi, ITALIANI, ABBIAMO VOLONTARIAMENTE SCELTO DI FARE LA GUERRA A MEZZO MONDO.
Quando è stato chiesto al popolo italiano???? Siamo una colonia ed è pure colpa nostra per le guerre create DALLA NATO cui siamo annessi senza il nostro consenso.
Nessun pacifista in piazza a chiedere lo stop alle guerre NATO?!? I TANTO PACIFISTI DIRITTOUMANISTI piangono quando sbarcano MA GUAI PIANGERE PERCHE’ I LORO AMATI LIBERATORI LI BOMBARDANO.
Giu 17, 2016
 
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Droni USA
 
Il Pakistan ha denunciato gli attacchi sistematici dei droni statunitensi contro il proprio territorio con il pretesto della lotta contro il terrorismo
La rappresentante permanente del Pakistan davanti all’Organizzazione delle Nazioni unite, Tehmina Yanyua, ha accusato il silenzio dei media occidentali e degli organismi internazionali davanti al massacro di civili che è stato causato dalle incursioni dei droni senza pilota.
 
Il comunicato della Cancelleria Pakistana ha richiesto una risposta dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU davanti alle violazioni dei diritti umani e la perdita di vite preziose causate dagli attacchi dei droni.
L’ambasciatrice ha esortato la comunità internazionale ed il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU a seguire da vicino le violazioni dei diritti umani che si producono  come risultato degli attacchi aerei illegali.
La diplomatica ha aggiunto che i sistematici attacchi di aerei senza pilota degli USA violano anche la carta dell’ONU ed il diritto internazionale.
Dall’invasione dell’Afghanistan avvenuta nel 2001, il Pentagono realizza, su ordine diretto di Obama (premio Nobel per la Pace), bombardamenti contro presunte posizioni del gruppo terrorista dei Talebani nel territorio pakistano, cosa che ha provocato le critiche delle autorità del paese ed il forte risentimento contro gli statunitensi   delle popolazioni colpite .
Islamabad ha qualificato come una violazione della sua sovranità territoriale i voli dei droni statunitensi nel suo spazio aereo, operazioni che hanno causato la morte di centinaia di civili inermi ed una forte reazione di odio da parte della popolazione delle aree interessate che hanno manifestato la loro rabbia e la loro condanna.
 
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Proteste contro attacchi dei droni USA
 
I droni USA colpiscono indiscriminatamente qualsiasi assembramento di persone, come ad esempio feste di matrimonio o gruppi di bambini che giocano all’aperto. Come sostenuto anche da varie organizzazioni internazionali , queste azioni sono considerate veri e propri crimini di guerra la cui responsabilità ricade sulle autorità statunitensi ed in paticolare sul Presidente Obama (premio Nobel per la Pace) che ha autorizzato queste operazioni omicide.
 
Le operazioni dei droni USA vengono realizzate non solo in Pakistan ma anche in altri paesi come la Somalia, il Sudan, lo Yemen, la Siria, l’Iraq ed altri. Alcune di queste operazioni vengono dirette e partono da basi americane in Sicilia (Sigonella).
Traduzione esintesi: Luciano Lago
 

Truppe speciali NATO di Francia e Germania in Siria, in appoggio ai “ribelli moderati”

Giu 16, 2016
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Truppe speciali francesi in Siria
 
La Cancelleria di Damasco ha denunciato, con un duro comunicato, la presenza accertata di forze di reparti speciali francesi e tedeschi  in coordinamento con comando Nato che si trovano sul terreno in Siria nelle località di Kobane e di Manbej, nel nord della Siria.
In un comunicato del Ministero degli esteri siriano, si considera la presenza estraenea di questi reparti una violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite ed una aggressione ingiustificata alla sovranità ed alla indipendenza della Siria.
Damasco ha segnalato che “i tentativi di mascheramento di questa presenza di truppe straniere con il pretesto della lotta antiterrorista non possono ingannare alcuno visto che questa lotta contro il terrorismo richiede la collaborazione con il Governo legittimo della Siria, il cui Esercito e popolo stanno combattendo in ogni parte del territorio del paese e stanno facendo grandi sacrifici per ripulire il proprio paese dal terrorismo che minaccia la sicurazza e la stabilità di tutti i paesi”.
Il comunicato degli Esteri di Damasco sottolinea che le vere finalità di ingerenza dei paesi NATO non sono quelle di combattere il terrorismo, visto che sono precisamente questi paesi che si sono trasformati nei principali patrocinatori di questo flagello da quando è iniziata la crisi siriana nel 2011.
 
Inoltre il comunicato ha sottolineato che questi paesi, la Francia e la Germania , hanno sempre ostacolato qualsiasi sforzo internazionale sincero per mettere fine a questo conflitto, in particolare dando legittimità ad alcuni gruppi terroristi, considerandoli “moderati” nonostante che il loro atteggiamento e la loro ideologia non siano diverse da quelle del gruppo terrorista del Daesh e del Fronte Al Nusra.
Nello stesso tempo, la cancelleria indica che il popolo siriano manifesta  una volta di più la sua adesione assoluta alla sovranità ed indipendenza della Siria ed alla sua integrità territoriale, così come la sua disponibilità ad offrire più sacrifici per difenderla.
La Siria ha richiamato gli stati aggressori a svegliarsi dai propri sogni ed abbandonare le proprie illusioni e mentalità colonialista, visto che l’era dei mandati e delle tutele neocolonali è definitivamente terminata.
Nota: ancora una volta la NATO viene utilizzata, dietro pretesti risibili (combattere contro il terrorismo dell’ISIS), come braccio armato della politica egemonica degli USA e del piano di aggressione e smembramento contro la Siria.
In modo sfacciato questi reparti speciali vengono utilizzati come istruttori e consiglieri militari in supporto ai denominati “ribelli moderati” che in realtà operano assieme ai gruppi terroristi jihadisti contro le forze dell’Esercito siriano per rovesciare il governo legittimo di Damasco.
Di fatto Washington e Tel Aviv, assieme alla Turchia di Erdogan ed all’Arabia Saudita, non si sono ancora rassegnati a perdere la partita in Siria grazie all’eroica resistenza dell’Esercito e della popolazione siriana che gode dell’appoggio dell’aviazione russa. Non per nulla sono stati visti e filmati i rifornimenti e l’afflusso di volontari che sono continuati ad affluire dalla frontiera della Turchia che in questo momento si presta a fare il gioco sporco per conto degli USA. Grandi proclami di lotta contro il terrorismo ed appoggio sotterraneo a i gruppi terroristi in Siria pur di ottenere il rovesciamento del governo di Bashar al- Assad, appoggiato dai russi e dagli iraniani.
Il rischio è quello che questi reparti NATO possano entrare in contatto con i reparti russi che stanno operando a fianco delle fore siriane per ripulire il territorio dalle ultime roccaforti terroriste ad Aleppo ed a Raqqa. Un rischio ben conosciuto dal Comando USA che probabilmente sta cercando il pretesto per una massiccia invasione del paese arabo, in spregio al diritto internazionale ed alla sovranità del paese siriano. Si è capito che Washington vuole fare della Siria un’altra Libia e favorire lo smembramento del paese sotto il protettorato della Turchia e dell’Arabia Saudita.
La Russia e l’asse della Resistenza (Siria, Hezbollah e Iran) non hanno però intenzione di cedere.
Traduzine e nota: Luciano Lago

Brexit Supporters Call Jo Cox Attack “Left Wing False Flag” and Blame “Lying Muslims”

SUBITO LE SINISTRE SERVE DEI BANCHIERI DELLA UE SI INVENTANO LA STORIA DEL GRIDO “BRITAIN FIRST” E CI SPECULANO SOPRA
 
By Pride’s Purge
Thursday, June 16, 2016 8:56
Labour MP and remain campaigner Jo Cox is fighting for her life after being shot and stabbed outside her surgery. Jo’s attacker allegedly shouted “Britain First” before launching his vicious attack.
 
But incredibly – already tinfoil hat Brexit campaigners* are calling the attack a “false flag”:
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Thoughts are with Jo’s family. Hope she pulls through..
 
*I’ve deliberately not bothered to blank out the twitter identities of these sick people, so if you’re on Twitter, please feel free to tell them what you think of their disgusting comments.
 

Uk, uomo spara e accoltella deputata laburista Jo Cox: è morta. Sospese campagne su referendum Brexit

AVEVANO PROMESSO CHE AVREBBERO USATO OGNI MEZZO PER IMPEDIRE ALLA GB DI USCIRE DALLA UE. FALSE FLAG
 
IL “testimone che avrebbe sentito l’urlo BRITAIN FIRST NON ERA NEMMENO SUL LUOGO DELL’AGGRESSIONE
 
Pubblicato il 16 giu 2016

Lies created by the media on the basis of a supposed ‘eye witness’ who wasn’t even at the scene of the crime and later changed his mind and refused that he heard to words.

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L’aggressore fermato dalla polizia
 
La parlamentare attaccata in strada vicino a Leeds. Pare si sia trattato di un agguato, ma le ricostruzioni sono ancora confuse. Arrestato l’aggressore, ha 52 anni. Cameron: “Tragedia”. Secondo i vertici del suo partito, poteva diventare la prossima candidata per la carica di primo ministro. Renzi: “Atto di odio che non prevarrà”
 
E’ stata accoltellata più volte e colpita con tre spari al grido di “Britain first”, cioé “prima la Gran Bretagna“, slogan politico usato in chiave nazionalista e anti immigrati. Una delle pallottole è arrivata “vicina alla testa”. La parlamentare laburista Jo Cox, 41 anni e madre di due bambini, è morta sul colpo a seguito di un’aggressione avvenuta nel suo collegio elettorale nello Yorkshire. Era stata trasportata al Leeds General Infirmary ma fin da subito è stato impossibile rianimarla. Era ospite di un evento nella biblioteca in Market Street, nella cittadina di Birstall, vicino a Leeds. “La morte di Jo Cox è una tragedia” per la Gran Bretagna, ha detto il premier David Cameron. “Era una parlamentare impegnata e premurosa, i miei pensieri vanno a suo marito Brendan e ai suoi due figli piccoli”. Tutte le campagne pro e contro la Brexit sono state sospese.
 
Secondo quanto emerso dalle testimonianze pare sia stato un agguato, visto che l’aggressore l’avrebbe aspettata fuori dall’edificio. L’uomo, 52 anni, è stato arrestato. Si chiama Tommy Mair e la sua abitazione è stata posta sotto sequestro dalla polizia che sta effettuando delle perquisizioni all’interno della casa e sta ispezionando il giardino. I vicini hanno riferito che abita lì da oltre 40 anni, dei quali gli ultimi venti da solo, dopo la morte della madre e della nonna.
 
A fronte di una dinamica che però è ancora confusa, la polizia britannica mantiene il riserbo sul possibile movente e non conferma né smentisce che l’uomo, prima di colpire, sia stato sentito gridare “Britain first”. Secondo quanto però scrive The Independent, l’attacco sarebbe collegata alle posizioni politiche della donna, che è schierata contro la Brexit in vista del referendum britannico sull’Ue del 23 giugno e a favore dell’immigrazione. Gli agenti hanno comunque invitato ogni testimone a farsi avanti, precisando che sono state recuperate “alcune armi”.
 
Sospese campagne su referendum BrexitBoris Johnson, ex sindaco di Londra, una volta appresa la notizia del ferimento della deputata ha sospeso il tour sul bus della campagna referendaria Vote Leave. Fra i maggiori esponenti euroscettici, Johnson ha definito il fatto come ”assolutamente orribile”. Stop anche alla campagna contrapposta Remain. Una decisione apprezzata dal primo ministro David Cameron che ha cancellato il suo comizio pro Ue a Gibilterra. “Scioccato” dalla notizia dell’aggressione anche il neo eletto sindaco di Londra, Sadiq Khan, così come il leader dei laburisti britannici, Jeremy Corbyn. E una volta appresa la notizia della morte, Nigel Farage, leader dell’Ukip, si è detto in un tweet “profondamente rattristato”. Nello stesso messaggio, ha offerto “le più sincere condoglianze alla sua famiglia”.
 
Jayda Fransen, numero due di Britain First, partitino di estrema destra britannico nato da una costola degli ultranazionalisti del Bnp per iniziativa di un vecchio militante unionista protestante reduce dell’Ulster, si è detta “estremamente scioccata” da quanto accaduto e dalle parole pronunciate dall’aggressore prima di sparare. “E’ ovvio che per ora si tratta di chiacchiere”, ha detto Fransen citata dal Guardian online, “aspettiamo le conferme”. In ogni caso ha assicurato che il suo movimento non c’entra e che “non è assolutamente il tipo di comportamento che noi giustifichiamo“.
 
Sull’uccisione della deputata britannica è intervenuto anche Matteo Renzi che ha parlato di “un orribile atto di odio che getta un’ombra sul cuore di tutti noi; odio che non prevarrà mai né in Inghilterra né altrove”.
 
Il marito: “L’odio non ha un credo, una razza o una religione, è velenoso” – “Oggi è l’inizio di un nuovo capitolo nella nostra vita, più difficile, più doloroso, meno gioioso, meno pieno di amore“. Sono le parole di Brendan Cox, marito della deputata laburista uccisa a Birstall. “Io e gli amici di Jo continueremo a lavorare ogni momento della nostra vita per amare e nutrire i nostri figli e per la lotta contro l’odio che ha ucciso Jo”, ha continuato Brendan aggiungendo: “Jo credeva in un mondo migliore e ha combattuto in tutti i giorni della sua vita con energia e amore”. Secondo il marito, “avrebbe voluto due cose: che ora i nostri preziosi bambini siamo immersi di amore e che tutti si uniscano nella lotta contro l’odio che l’ha uccisa. L’odio non ha un credo, una razza o una religione, è velenoso“.
 
L’incidente: le testimonianze – L’intero incidente sarebbe durato fra 15 e 20 minuti. L’aggressore “le dava calci anche mentre era distesa a terra”, ha raccontato a Press Association il testimone Hichem Ben Abdallah, aggiungendo che l’uomo ha estratto la pistola e ha sparato due colpi contro la deputata dopo l’intervento di un passante a favore della vittima. Ben Abdallah, 56 anni, si trovava nel bar accanto alla biblioteca quando ha sentito urlare ed è uscito fuori. “C’era un tipo che si comportava in modo molto coraggioso e un altro tipo con un cappellino da baseball bianco che lui stava provando a mettere sotto controllo; l’uomo con il cappellino da baseball all’improvviso ha estratto una pistola dalla borsa”, ha raccontato a Press Association, aggiungendo che il passante che provava a frapporsi ha continuato a farlo anche dopo avere visto la pistola.
 
Secondo Abdallah, la persona intervenuta a difesa della vittima, è un “uomo molto coraggioso della lavanderia a secco, che ha provato a fermare l’aggressore ma non ha potuto perché all’improvviso lui ha estratto la pistola”. “Stava litigando e lottando con lei e la pistola ha sparato due colpi; lei è caduta fra due auto e io sono arrivato e l’ho vista sanguinare a terra”, ha proseguito il testimone. “Era un bersaglio facile per lui quando le ha sparato“, ha detto ancora Abdallah. Il proprietario del bar riferisce che dopo 15 minuti sono arrivati i servizi di emergenza e l’hanno soccorsa con una flebo.
 
Ben Abdallah racconta inoltre di avere saputo da un altro passante che la deputata è stata anche accoltellata. Ed effettivamente un altro testimone oculare, Clarke Rothwell che gestisce un bar vicino, ha detto alla Bbc che ritiene che la deputata sia stata raggiunta da spari e accoltellata diverse volte. Lui parla però di tre spari e non di due: “È stata raggiunta da tre spari, una prima volta quando è caduta al suolo e poi altre due volte. La terza volta lui si è avvicinato per spararle in direzione della testa”. “Nel frattempo – aggiunge – la accoltellava anche, con il suo coltello”. Alla domanda se ritenga che Cox possa essere intervenuta in una lite, Rothwell ha detto di ritenere che la lite è stata “sempre fra il tipo che aveva la pistola e la donna che è stata raggiunta dagli spari”.
 
Chi era Jo FoxHelen Joanne Cox, meglio conosciuta come Jo, Era in in Parlamento da poco più di un anno, ma si era già costruita la fama di oratrice schietta e valida lavoratrice. Relativamente giovane per gli standard politici britannici, con i suoi 42 anni da compiere mercoledì prossimo, la deputata laburista era vista come possibile candidata a Downing Street. Strenua sostenitrice della campagna per il ‘remain’, la permanenza del Regno Unito nell’Unione europea nel referendum del 23 giugno, Fox era sposata e aveva due figli.
 
Nel 1995 si è laureata all’università di Cambridge e ha lavorato per anni per Oxfam, l’organizzazione non governativa e umanitaria, prima di essere eletta l’anno scorso come deputata per il seggio di Batley e Spen. È stata inoltre consulente della moglie dell’ex premier Gordon Brown, Sarah e per la baronessa Kinnock. Da pacifista, è difensore delle vittime della guerra civile siriana ed è presidente dell’associazione parlamentare Amici della Siria. Per questo, nello scorso autunno si astenne dalla votazione a Westminster sui raid aerei britannici contro lo Stato islamico in Siria, insistendo sulla necessità di una soluzione di più ampio respiro al conflitto.
 
Presidente della Rete Donne laburiste, Cox ha nominato Jeremy Corbyn per la leadership del partito l’anno scorso per poi votare alla fine per la candidata di Tony Blair, Liz Kendall. Cox è sempre stata impegnata in politica con il Labour e ha portato avanti diverse campagne, come quella contro le morti premature dei bambini e quella per il benessere delle donne in gravidanza. È stata anche consulente per la Bill e Melinda Gates Foundation e per la fondazione anti-schiavista The Freedom Fund. Secondo la leadership laburista poteva diventare la prossima candidata labour per la carica di primo ministro.
 
di F. Q. | 16 giugno 2016