Cantiere Tav: un anno di ritardo e lo pagherà l’Italia

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Spinta dal Bass

Cantiere Tav: un anno di ritardo e lo pagherà l’Italia

Secondo il cronoprogramma del 2011 lo scavo della tratta fissa del tunnel geognostico di Chiomonte – fino a 5765 metri – sarebbe dovuto durare 689 giorni. Il cronoprogramma aggiornato al 2015 allunga la durata dello scavo a 1084 giorni, con una dilatazione dei tempi di 395 giorni. Oltre un anno di ritardo. Chi pagherà per questo ritardo? Secondo i documenti di Telt a rimetterci sarà l’Italia, che pagherà da sola l’ultimo tratto del tunnel, senza il cofinanziamento di Francia e Unione Europea.

Ma andiamo con ordine. Nel cronoprogramma stilato da Telt nell’ottobre 2011 lo scavo con la talpa sarebbe dovuto incominciare il 2 maggio 2014, e arrivare alla fine della tratta fissa il 20 marzo 2016. In realtà iniziarono con largo anticipo il 12 Novembre 2013, come attesta l’Action Status Report per il cofinanziamento europeo. Quasi sei mesi di vantaggio sono stati persi strada facendo e a loro si è aggiunto ulteriore ritardo. Il cronoprogramma di Telt redatto nel 2015 indica infatti come termine della tratta fissa il 31 ottobre 2016. Lo scavo della tbm durerebbe quindi 36 mesi anziché i 23 previsti inizialmente.

Crono tratta fissa

Lo scavo del tunnel geognostico non finisce però con la tratta fissa. Il Cipe (86/2010) ha autorizzato e finanziato un tunnel “con una lunghezza complessiva di circa 7,5 Km”. Rimangono quindi ancora altri 2 km conclusa la tratta fissa, la cosiddetta tratta opzionale. E quando pensa di finirli Telt? Secondo il cronoprogramma del 2011 la talpa avrebbe impiegato 210 giorni per terminare questa parte finale. Il cronoprogramma 2015 riduce incredibilmente a 150 giorni quest’ultima fase portando il termine dello scavo al 1 aprile 2017 e la fine dei lavori al 2 ottobre 2017; ma è un altro l’aspetto importante. Nell’ultimo cronoprogramma c’è scritto esplicitamente che l’ultima tratta sarà “financé à 100% par l’Italie”. Merci!

Lo scavo in clamoroso ritardo e parte dello scavo totalmente a carico dell’Italia, senza cofinanziamento francese o europeo: le previsioni dei detrattori dell’opera sembrano concretizzarsi una dopo l’altra.

Qualcuno chiederà mai conto a chi dichiarava solennemente che i lavori per l’intero cunicolo esplorativo sarebbero terminati entro il 2015?

Quel cantiere è un pozzo che ingoia soldi che potrebbero essere utilizzati per qualcosa di utile per tutti, non sarà mai troppo tardi per porre fine a questo spreco.

Bankitalia: “Il 10% delle famiglie è esposto al bail-in”

venerdì, 29, aprile, 2016
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“Si può stimare che il complesso degli investimenti delle famiglie in strumenti (diversi dalle azioni) che potrebbero essere interessati da misure di bail-in in caso di risoluzione rappresenti poco oltre il 10 per cento delle attività finanziarie delle famiglie italiane”. E’ quanto si legge nel rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia.
 
“Le obbligazioni subordinate pesano per meno dell’1 per cento, quelle senior non garantite per il 4,3 per cento e i depositi superiori a 100.000 euro per il 5,6 per cento. L’importo totale della ricchezza delle famiglie che potrebbe essere effettivamente coinvolto dipende dalle dimensioni della banca in dissesto, dal valore delle perdite, dall’ammontare di capitale detenuto, dalle necessità di ricapitalizzazione e dalle decisioni dell’autorità di risoluzione, che potrebbe escludere alcune passività in via discrezionale al fine di preservare la stabilità finanziaria”, conclude.
 
agenzia dire.it
 
Il bail-in si basa sul concetto che, per il salvataggio di una banca, a pagare debbano essere in primo luogo gli azionisti dell’istituto stesso, senza ricorrere ad aiuti esterni, di un’altra società o, in particolare,  dello Stato.

Incredibile discorso di Magdi Allam: “In Italia la mafia è lo Stato” !!!

Magdi Allam

Incredibile presa di posizione dell’On. Magdi Cristiano Allam, che commenta le dichiarazioni di Papa Francesco circa la scomunica dei mafiosi:

Trascriviamo una parte del discorso:

“E’ doveroso domandarci chi è, veramente, la mafia in Italia; sono semplicemente dei gruppi criminali che pongono il pizzo ai commercianti, che lucrano attraverso il traffico della droga e dei clandestini? E’ la MASSONERIA, che in modo più o meno occulto controlla il potere ovunque nel mondo? E’ il gruppo Bilderberg, che associa ‘chi conta’nella finanza, nell’economia, nella politica internazionale? (…)

C’è invece un’altra realtà che è lampante, che è cristallina, che è di fronte ai nostri occhi, ed è la realtà di questo nostro stato. E’ uno stato che ci vessa imponendoci fino all’80% delle tasse, che finisce perimpoverirci. E’ uno stato che sta condannando a morte le impreseimponendo circa un centinaio di diversi tipi di tassazioni e di balzelli, e circa un centinaio di controlli amministrativi. E’ uno Stato che ha svenduto la nostra sovranità monetaria, all’80% quella legislativa, e che si appresta a rinunciare del tutto alla sovranità nazionale. E’ uno stato che ci impone di essere assoggettati ad una moneta straniera, l’euro, che ci obbliga a indebitarci per ripianare il debito. Attraverso il debito noi veniamo noi di fatto veniamo condannati alla povertà. E’ uno stato che oggi ha prodotto 4.100.000 italiani che non hanno i soldi per mangiare…”(…)

Infine, rivolgendosi a Papa Francesco:

(…) quindi Papa Francesco, i veri mafiosi che tu hai scomunicato, sono le alte personalità che tu hai invitato in Vaticano; a cui hai stretto la mano; a cui hai augurato successo; perché PER NOI SONO LORO I VERI MAFIOSI!

ECCO IL VIDEO:

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tratto da:http://siamolagente2.altervista.org/incredibile-discorso-di-magdi-allam-italia-la-mafia-e-lo-stato/

Sicilia, Renzi inaugura viadotto Himera. Ma è la carreggiata che non è mai crollata e fu “battezzata” la prima volta nel 1975

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/30/sicilia-renzi-inaugura-viadotto-himera-ma-e-la-carreggiata-che-non-e-mai-crollata-e-fu-battezzata-la-prima-volta-nel-1975/2684227/

Sicilia, Renzi inaugura viadotto Himera. Ma è la carreggiata che non è mai crollata e fu “battezzata” la prima volta nel 1975

Il premier riapre al traffico il viadotto sull’autostrada tra Catania e Palermo: è il tratto di strada mai franato e riaperto dopo i controlli di sicurezza. Il sindaco di Caltavuturo: “Dovremmo ricordargli che nel Patto per la Sicilia non c’è un euro per i dissesti della vallata dell’Himera che incombono sui piloni dell’autostrada”. Il premier: “Non è un’inaugurazione, ma una riapertura”
di  | 30 aprile 2016

Una cerimonia con tanto di taglio di nastro per riaprire al traffico un viadotto già inaugurato nel lontano 1975. Sembra una boutade, invece è accaduto in Sicilia. Il premier Matteo Renzi è tornato sull’isola per incontrare i sindaci di Catania e Palermo, e ne ha approfittato per partecipare alla cerimonia di riapertura del viadotto Himera sull’autostrada 19 che collega le due principali città della Regione. Si tratta per caso del ponte che esattamente un anno fa era franato spezzando in due la Sicilia? Nossignore. Perché ad essere riaperta al traffico sarà solo la carreggiata parallela, quella cioè che da Catania va verso Palermo: non era stata colpita dalla frana di un anno fa, ma si era comunque deciso di chiuderla per motivi di sicurezza. In pratica i tecnici incaricati dall’Anas hanno verificato che la parte del viadotto risparmiata dal crollo non ha subito danni strutturali: dopo dodici mesi può dunque essere riaperta. 

“Le indagini – spiegano dall’Anas – ed in particolare le prove di carico svolte nei giorni scorsi hanno dato indicazioni positivesulla statica dell’opera. Sono stati inoltre installati sistemi di monitoraggio sia per le strutture del viadotto che per la pendice interessata dal movimento franoso”. Dunque via all’inaugurazione bis del viadotto mai crollato, alla presenza del premier in persona, accompagnato per l’occasione dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente di Anas Gianni Vittorio Armani.

E pazienza se la vita degli automobilisti siciliani non è poi cambiata molto: fino ad oggi chi deve recarsi da Palermo a Catania deve comunque uscire allo svincolo di Scillato, imboccare la bretella (aperta solo nell’autunno scorso, mentre nei sei mesi precedenti occorreva percorrere la disastrosa statale 626) e rientrare in autostrada all’altezza di Tremonzelli, in attesa che la carreggiata in direzione opposta venga quindi aperta al doppio senso di marcia (con le inevitabili code che allungheranno in ogni caso i tempi di percorrenza). La parte del ponte Himera franata nell’aprile del 2015, invece, è stata abbattuta nel dicembre scorso: secondo alcune stime i lavori di ricostruzione non termineranno prima del 2018, cioè a tre anni dal crollo e a due dalla inaugurazione bisdel tratto parallelo. Ecco perché la cerimonia di riapertura del viadotto mai crollato non ha entusiasmato per nulla i cittadini dell’isola, scatenando al contrario un fiume di polemiche.

“Questa è la prova che quello che dicevamo da sempre era corretto: il tratto autostradale era agibile, ne andava testata subito la staticità, dopo aver abbattuto la carreggiata collassata. Chi ha sbagliato paghi e, soprattutto, risarcisca le imprese siciliane per gli enormi danni subiti inutilmente: ricordiamo inoltre che sul fronte frana, che ha causato tutto ciò, non è stato fatto praticamente nulla”, dicono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, mentre persino Gianfranco Micciché, tornato a coordinare Forza Italia sull’isola, definisce l’inaugurazione del viadotto come “una bufala a danno dei siciliani da fare invidia al Totòtruffa che vende la fontana di Trevi”.

Un commento al vetriolo arriva pure da Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, comune che era rimasto isolato dopo il crollo del viadotto autostradale. “Consiglierei a Faraone (Davide, sottosegretario all’Istruzione ndr) e Renzi di risparmiarci la cerimonia della riapertura della carreggiata del viadotto Himera, diversamente dovremmo ricordagli che è stata una quasi truffa la bretella e che nel Patto per la Sicilia che andrà a presentare al teatro Politeama non c’è un euro per i dissesti della vallata dell’Himera che incombono sui piloni dell’autostrada”, dice il primo cittadino. Il premier, intervenendo alla cerimonia di riapertura, ha risposto così alle voci critiche: “Ci sono state polemiche quando abbiamo detto che saremmo venuti quaper riaprire il viadotto. Che venite a fare? Non è una inaugurazione. Esatto non è una inaugurazione. La nostra priorità numero uno è quella di riaprire le strade che erano chiuse e fare manutenzione per evitare che crollino”.

E dire che la vigilia della trasferta siciliana di Renzi era stata caratterizzata anche da una sorta di giallo, tutto interno allo stato attuale delle infrastrutture dell’isola. Nella sua enews di mercoledì 27 aprile, infatti, il premier scriveva: “Sabato pomeriggio, Sicilia: riapriamo una delle arterie a quattro corsie chiuse dopo i crolli degli scorsi mesi (ricordate gli impegni per rimettere a posto le strade in Sicilia?)”. Arterie a quattro corsie in Sicilia? Panico tra i vertici siciliani dell’Anas, che al sito meridionews.it ammettevano candidamente: “Che strada riapriremo? Stiamo cercando di capirlo anche noi”. “Dopo l’annuncio di Renzi è scattato una sorta di toto inaugurazione: sono così tante le strade chiuse in Sicilia che ci si interrogava su quale fosse l’inaugurazione annunciata dal premier”, era invece il commento sarcastico di Giancarlo Cancelleri, deputato del M5s. E in effetti, come documentato da Ilfattoquotidiano.it dopo il crollo del viadotto Himera, lo stato delle infrastrutture sull’isola somiglia sempre più ad una rete viaria da terzo mondo, tra illuminazioni assenti, manti stradali deformati, gallerie senza aereatori e una viabilità interna praticamente ferma al periodo dei Borbone. Poco male, però, perché Renzi si riferiva alla carreggiata del viadotto Himera, quella mai crollata e quindi pronta per essere riaperta. Dalla prima inaugurazione sono passati appena 41 anni: in pratica è coetanea del premier.

di  | 30 aprile 2016

Primo Maggio a Torino. Il Pd blinda la democrazia

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VALSUSA NOTIZIE

Voci indipendenti dalla Val Susa

E si difende dalla gente con la polizia. Blocchi e cariche contro lo spezzone sociale che poi riempie la piazza.. Un Potere arrogante che sente il terreno mancare sotto i piedi.

Inserito il 1 maggio 2016

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di Fabrizio Salmoni

E’ un brutto corteo di apparati quello che quest’anno celebra a Torino il Primo Maggio. Probabilmente non è solo colpa della pioggia se manca la folla perchè non c’è gente neanche sotto i portici. Niente applausi ma neanche fischi. Gelo assoluto, come il clima. Le solite bande, i soliti grupponi di sindacalisti.

Uno “straordinario” sforzo organizzativo ha convogliato truppe dietro lo striscione del Pd ma anche cosi non riescono a raggiungere il centinaio, circondati dal loro servizio d’ordine privato e da nugoli di Digos, li solo per proteggere loro. E’ ormai un’abitudine e sarei pronto a scommettere che, se fosse per loro, forse non verrebbero neanche più. Sanno cosa li aspetta. Non ci sono neanche tutti i soliti notabili e i soliti clientes. Alcuni sono ai lati, “in incognito”, forse preferiscono non rischiare fischi e  eccessivi coinvolgimenti. Brutto segno per il Partitone.

Fassino e Chiamparino arrivano all’ultimo momento ma si infilano dietro il gonfalone della città, e con loro si infila un imbronciatissimo Giachino, l’ex sottosegretario di Forza Italia alle Infrastrutture, la sentinella di destra della lobby del Tav. Un bel trio.

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 Tra Pd e spezzone sociale, compaiono i fantasmi del “nuovo” Partito Comunista di Marco Rizzo, candidato alle amministrative, che marcia a fianco di Vattimo., tutti dietro una gigantografia di Stalin, Lenin, Marx e Engels. Un quadretto fuori dal tempo e fuori dal mondo, come i loro slogan: “Stalin Berja, Ghepeù, il trottzkismo non c’è più“… In compenso non si vede Lotta Comunista.

Cè la lista di Airaudo con lui presente, di scarsa consistenza.

Le nostre fonti riferiscono che alla riunione  “organizzativa” di ieri, il Pd ha espressamente chiesto di tenere lomtano lo spezzone di corteo che rappresenta le lotte sociali (casa, Tav, lavoratori della logistica, ecc.) “perchè non rientrano nella composizione del corteo“, affermazione che la dice lunga su quanto il Pd si ritieme padrone delle istituzioni e padrone della piazza. Decidono loro chi, al Primo Maggio, può sfilare: senza precedenti e sempre più giù.

La Questura esegue e schiera la truppa a chiusura di via Po non appena lo spezzone sociale accenna a muoversi. Non ci sono motivazioni contingenti, solo “ordini” da eseguire. Quando il Pd è lontano e adeguatamente blindato, lo schieramento si apre.

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E’ in piazza Castello che lo spezzone sociale prende l’iniziativa, si smarca improvvisamente e corre avanti per avvicinarsi a Pd e piazza san Carlo. Sbucano agenti da tutte le parti, chiudono via Roma, breve confrontation, si chiudono tutti i varchi. Passano solo i giornalisti tranne il sottoscritto che, appellato per cognome da un CC in borghese, viene bloccato anche se mostra il tesserino. Perchè loro si e io no? “Eh sù, lo sappiamo…” . Già, lo sappiamo: anche tra i giornalisti ci sono i cattivi.

E’ evidente da quello che sta succedendo: c’è un Pd che decide chi può stare in piazza e chi no e tutti chinano il capo, Questore, Prefetto, ecc. Un atmosfera da regime che sente avvicinarsi la resa dei conti.

Qualcuno avverte Airaudo che è ancora indietro, gli chiede di farsi avanti per andare a trattare. Lui rifiuta “Ormai non c’è più nessuno in piazza San Carlo…Non è il caso…”. E riprende a chiacchierare. Non gli viene in mente che è una situazione eccezionale, gravissima, che la polizia blocchi metà corteo del Primo Maggio….

Intanto c’è stata una seconda carica e diversa gente accorre e comincia a premere su agenti che hanno gli occhi spiritati. In mezzo la Celere, a sinistra i Carabinieri, a destra la Finanza. Si devono sfogare ancora. Vediamo dei Digos che afferrano un extracomunitario (chissà chi era…) e lo portano dentro un negozio, poi tentano di tirare giù la  ragazza che è alla guida del furgone di Aska. Tafferuglio. Vediamo dei dirigenti di Ps che hanno brutta fama, già visti nelle situazioni peggiori.

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Poi la pressione della piazza ha la meglio, i cordoni di polizia si aprono e vengono spinti via. Quando sono disorganizzati vanno in affanno e gli si legge la paura negli occhi, dietro le visiere calate. La gente filtra dappertutto, preme da presso, grida “Vergogna!”. Il corteo può affluire in una piazza San Carlo ormai vuota, abbandonata in tutta fretta dagli apparati dopo un veloce discorso del sindacalista di turno ma questo corteo è quello della gente e riempie di nuovo la piazza. Davanti i genitori degli arrestati, come il 25 Aprile, i SiCobas, gli occupanti del Neruda, i No Tav torinesi, tanta gente diversa. Si occupa come ormai consuetudine il palco e si riapre il comizio. Ma il momento cruciale è passato e restano amare riflessioni sulla triste situazione politica della città. C’è una cappa pesante che la avvolge, quella determinata da un sistema di Potere che ogni volta che deve mostrarsi in piazza si deve difendere dalla gente, dai protagonisti delle lotte sociali, dai fischi, dagli insulti, solo con la polizia. Niente più argomenti, niente mediazioni. Quanto dureranno in queste condizioni? (F. S. 1.5.2016)

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VIDEO 1° maggio con intervista a Esposito

Corteo 1 maggio a Torino, Esposito (Pd): “Hanno cercato di darmi una sprangata. La scorta ha bloccato l’uomo, poi fuggito”

di Cosimo Caridi

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/05/01/corteo-1-maggio-a-torino-esposito-pd-hanno-cercato-di-darmi-una-sprangata-la-scorta-ha-bloccato-luomo-poi-fuggito/514952/?pl_id=3&pl_type=category 

Brutta avventura per il senatore Pd Stefano Esposito, già assessore capitolino della giunta Marino. 

Al termine della corteo del primo maggio a Torino, dove si sono registrati scontri tra gli antagonisti e le forze dell’ordine, si sfoga così su Facebook: “Uno stupido ha cercato di darmi una sbarra di ferro in testa. Non mi sono accorto di nulla. Ringrazio i ragazzi della GdF e alla ‪Digos Torino”. “Si è sfilato una sbarra di ferro da sotto il giubbotto – racconta ai microfoni de ilfattoquotidiano.it -. Quelli della scorta lo hanno visto e gli hanno portato via la sbarra, che è ora nelle mani degli investigatori, mentre l’aggressore è riuscito a sfuggire. Sono stati bravi quelli della scorta, io non mi sono accorto di nulla”. 

Esposito è un convinto sostenitore della Torino-Lione e da anni vive scortato. La ruggine tra il senatore e i NoTav è storia nota e ha già dato vita a pesanti contestazioni. 

Alle quali Esposito non si è mai sottratto, rispondendo sempre con toni provocatori

50 mila euro al mese per Mario Monti. Con un stipendio del genere chiedeva sacrifici agli italiani

Posted By ilradicale on Mar 1, 2016 
Per Monti 50 mila euro al mese di stipendio
 
Altro che sacricfici: il presidente del Consiglio incassa uno stipendio da nababbo. Alla faccia della sobrietà e del rigore.
 
Mario Monti, in termini di sobrietà e austerità, non è proprio un asso. Infatti, secondo i conti in tasca al premier fatti da Dagospia, il bocconiano incassa uno stipendio mensile di 50mila euro. Per arrivare alla cifra complessiva, si deve partire dalla remunerazione di Commissario europeo (iniziò a lavorare a Bruxelles nel 1995): 9mila euro lordi mensili. Senza considerare che le pensioni e le indennità degli ex commissari sono fissati da Consiglio d’Europa e che gli ex commissari godono di un regime fiscale meno pressante e punitivo del nostro.
 
Dopo Bruxelles, c’è l’incarico di Senatore a Vita. Ventimila euro a cui vanno sommati la “diaria” ridotta (sic) a 3.500 euro mensili dal primo gennaio 2011, il rimborso spese per l’esercizio del mandato (altri 2.090 euro), un rimborso forfettario per “spese generali” di 1.650 euro, biglietti gratuiti per aerei, treni e navi, esenzione dal pedaggio autostradale e “l’assegno di fine mandato”. Il tutto per più di 20.000 euro al mese, scrive il ragioniere Dago. Insomma, aggiungendo poi la pensione di professore universitario, Monti incasserà all’incirca 50mila euro al mese. Vergogna, questo era l’uomo che ha tassato tutti gli italiani, chiedendo sacrifici, e portando centinaia di padri di famiglia al suicidio. Tutti devono sapere!

LA FOLLIA DELLA SINISTRA ITALIANA :”LA SHARIA EMANCIPA LE DONNE”

niente male come punto di arrivo del femminismo
 
di SERGIO RAME-(Il Giornale .it )
A Milano la sinistra sponsorizza la sharia. E lo fa attraverso convegni, progetti culturali e dotti incontri.
Testimonial d’occasione è l’assessore comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Così, dopo aver a lungo coccolato i musulmani (anche quelli più radicali, adesso si adoperano per far passare la sharia, e in modo particolare la sottomissione della donna all’uomo, come una pratica normale, accettabile. Uno schiaffo a tutte quelle islamiche che anche in Italia vengono quotidianamente “violate” nel nome dell’islam.
 
Giusto ieri, come racconta Francesco Borgonovo su Libero, Majorino ha partecipato alla presentazione del Progetto Aisha si cui Palazzo Marino è tra i principali sponsor. Va subito ricordato che Aisha era la “sposa bambina” di Maometto. Il Profeta la fece sua moglie quando la piccola aveva dodici anni, ma i due stavano insieme già quando lei ne aveva sette. È proprio su queste nozze che sono state pronunciate le fatwe che nei Paesi islamici giustificano i matrimoni con le bambine. A “militare” nel Progetto Aisha c’è Sumaya Abdel Qader che, subito dopo i macabri fatti di Colonia, aveva dichiarato che “il problema di scarso rispetto nei confronti delle donne non è legato soltanto all’islam ma anche a fattori diversi, come per esempio l’introduzione della pornografia – tipico prodotto occidentale – in contesti più arretrati e chiusi. La fruizione del porno da parte di uomini che non possono culturalmente e socialmente dare sfogo ai loro impulsi – aveva giustificato – può portare alle molestie”. Oltre a far parte del direttivo del Coordinamento associazioni islamiche di Milano (Caim), Sumaya Abdel Qader è anche la responsabile della sezione “Youth & Students” della Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa che è considerata una costola della Fratellanza Musulmana a Bruxelles.
Dopo aver “benedetto” un progetto, che si ispira allo sposalizio di una bambina, Majorino sarà al convegno Donne e islam: aspetti giuridici, culturali e religiosi che martedì sarà ospitato al Palazzo di Giustizia. Tra i vari interventi spicca quello della professoressa Elisa Giunchi dal titolo La shari’a come strumento di emancipazione femminile? Il caso pakistano.

In Grecia è rivoluzione, ma i Tg hanno ordini di censurare perché hanno paura di un contagio e che scoppi una rivoluzione in tutta Europa.

bravo Tsipras, dalla parte del popolo eh? E’ per questo che ti hanno votato, ah giusto sennò poi salivano al potere quelli cattivi euroscettici….
Che fortuna che invece hanno votato uno che protegge il popolo vero?
 
by francesco · 27 aprile 2016
 
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Sono ore drammatiche in Grecia, dove il popolo si e’ accampato sotto al parlamento per protestare contro le misure di austerità dettate ancora una volta dalla Troika. Bisogna condividere! I mi piace non servono! I media vi stanno nascondendo ciò che sta accadendo in Grecia perché hanno paura di un contagio e che scoppi una rivoluzione in tutta Europa.
I rappresentanti del mondo dell’agricoltura hanno invaso le strade della capitale con mezzi pesanti agricoli paralizzando di fatto tutto. I media italiani tacciono impegnati a distrarre l’opinione pubblica con programmi televisivi spazzatura.
I manifestanti hanno tentato di entrare all’interno del palazzo ma la polizia li ha respinti usando gas lacrimogeni. Ad Atene si è realizzata una nuova giornata di proteste, scioperi e tensioni. Almeno un migliaio di coltivatori si sono ritrovati nella capitale ellenica in segno di protesta contro l’aumento delle tasse previsto dal Governo e contro la riforma delle pensioni, la cui misura più contestata è il taglio (dal 15 al 30%) per gli assegni dei pensionati che lasceranno il lavoro a partire dal 2016.
 
Sarebbe questo l’ennesimo provvedimento emanato ai danni dei pensionati greci negli ultimi sei anni. I sindacati di categoria denunciano che le misure richieste da Ue e Fmi porterebbero a un taglio del‘85% del reddito annuo di diversi attori sociali: in primis gli agricoltori.

20 Kg di droga in valigia, arrestato consigliere comunale Pd di Siracusa

è moralmente superiore, non può essere trattato come la famosa Dama bianca..
venerdì, 29, aprile, 2016
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POZZALLO (RAGUSA), 29 APR –
Un consigliere comunale del Pd di Siracusa, Antonio Bonafede, di 31 anni, è stato arrestato questa mattina dalla polizia di Stato a Pozzallo, nel Ragusano, mentre stava per imbarcarsi su traghetto diretto a Malta con circa 20 chilogrammi di droga.
 
Agenti della squadra mobile di Siracusa, coordinati dalla dirigente Rosa Alba Stramandino, in collaborazione con colleghi della stessa struttura della Questura di Ragusa, diretta da Anonino Ciavola, hanno fermato sul piazzale prima dell’imbarco Bonafede ed altri due uomini Salvatore Mauceri, 32 anni e Antonio Genova, 44 anni. All’interno di un borsone e di un trolley la polizia di Stato ha trovato e sequestrato 16 chili di marijuana e tre chili e mezzo di hashish. I tre sono accusati di spaccio di sostanze stupefacente. Gli arresti sono arrivati al termine di una complessa attività di osservazione e di pedinamento da parte della mobile. I tre sono stati condotti in carcere su disposizione della Procura di Ragusa. (ANSA).