Processo “San Michele”, la ’ndrangheta in Valsusa: gli amici si vedono nel momento del bisogno. Udienze del 30 e 31 marzo.

Nel resocondo dell’udienza del 22 marzo abbiamo evidenziato alcuni aspetti inquietanti del processo che si sta svolgendo nella maxi aula 3 del Tribunale di Torino, del quale pare non esserci più traccia sui principali media, anche locali. Al centro dell’inchiesta le note famiglie ‘ndranghetiste dei GRECO e DONATO facenti capo al “casato” del “GRANDE “Iuntrune” ARACRI Nicolino, boss  legato a doppia mandata alla massoneria, stando a quanto riportato (  vedi qui e qui) da La Casa della Legalità. Eppure non sono mancati sorprendenti e tragici colpi di scena, come l’improvvisa morte (per una malattia diagnosticata pochi giorni prima) della giudice Tiziana Proietti, che aveva solo 41 anni  seguita, pochi giorni dopo, (altra coincidenza?) dalla morte di un teste della procura, aveva solo 51 anni ed era l’ufficiale di polizia giudiziaria che aveva seguito l’indagine. Anche lui colto da un malore improvviso qualche giorno prima della sua deposizione.

Coincidenze sfortunate, ma certamente inquietanti. Tanto più alla luce delle dichiarazioni di Francesco Oliverio, uno dei collaboratori di giustizia che più di tutti in questi anni ha contribuito a svelare insospettabili legami ed un salto di qualità della criminalità sia nei rapporti che nelle modalità operative, come nelle sofisticate strategie finanziarie per il riciclaggio e lo sviluppo del capitale.
Fu proprio Oliverio ad introdurre un aspetto che dovrebbe farci sorgere ragionevoli dubbi sulle “morti naturali” della giudice e del testimone, descrivendo quello che in un altro procedimento, “La Svolta”, ha definito un “corpo riservato, una sorta di organismo parallelo dello Stato che comprenderebbe membri della massoneria, dei servizi segreti e politici e che avrebbe collegamenti anche con la criminalità organizzata”.
La prima tranche del processo sulla ‘ndrina di San Mauro Marchesato (nel crotonese) con rito abbreviato,  è finita con undici condanne e quattro assoluzioni, confermando sostanzialmente l’impianto accusatorio.
“Si tratta di un gruppo molto forte perché sono insospettabili e sono inseriti nel tessuto economico torinese”, stando alle rivelazioni del collaboratore Oliverio,  “un gruppo forte e potente nel senso che queste persone hanno molte attività economiche anche pulite, gestite da persone insospettabili e da facce pulite, sono persone agguerriteanche come braccio armato”, intendo riferirmi alla loro capacità di porre in essere omicidi, tentati omicidi, rapine, estorsioni etc. Investono in Torino e utilizzano Torino come “una lavanderia per riciclare il denaro sporco”. “So che prestano del denaro a ditte in difficoltà economica e poi riescono ad assumerne la gestione e la titolarità.”

Nonostante le premesse, il dispositivo di sicurezza appare piuttosto ridotto, forse perché sono abituata a seguire ben altri processi con decine di uomini delle forze dell’ordine all’esterno ed all’interno dell’aula.

Segui il link per le deposizioni del consigliere comunale di Grugliasco, Verduci, (Anche noi dobbiamo avere un Cetto Laqualunque qua!) e le altre deposizioni alle udienze del 30 e 31 marzo.
 
Processo “San Michele”, la ’ndrangheta in Valsusa: gli amici si vedono nel momento del bisogno. Udienze del 30 e 31 marzo.ultima modifica: 2016-04-07T20:16:09+02:00da davi-luciano
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