Bussoleno, bloccata trivella Terna e la polizia interviene

post — 25 febbraio 2016 at 11:40

IMG-20160225-WA0004In questo momento alcuni No Tav si trovano tra Bussoleno e San Giorio, sotto il ponte autostradale per la presenza di una trivella Terna (statale 24).

Sono per ora riusciti a bloccare i lavori, la polizia ne ha spinti alcuni fuori dall’area ma altri sono riusciti ad arrampicarsi sulla trivella e sul camion.

Presente la celere, chi può passi a dare sostegno.

Risorse a 2.5 euro l’ora: ecco come il caporalato sfrutta gli immigrati

ma non chiamatelo dumping sociale, sia mai che SIA QUESTO CHE VUOLE MAFIA CAPITALE OLTRE AL DIRETTO ARRICCHIMENTO DELLA MAFIA DELLE COOP????
Le coop sono caporalato legalizzato, chiunque ci lavori, italiano e non, sà cosa vuol dire.
No è solo amore fraterno, pura solidarietà.
 
risorse
febbraio 24 2016
 di  Filippo Burla –
 
Due euro e mezzo all’ora (quando va bene) per non meno di 12 euro al giorno di lavoro. Nessuna tutela giuridica, ovviamente nessuna assistenza in caso di malattia, infortunio o altro. Di contratti neanche a parlarne. Circa 400mila lavoratori, ma le stime lasciano sempre il tempo che trovano e potrebbero essere anche più di mezzo milione. Sono le cifre del caporalato, piaga sociale e lavorativa che coinvolge, soprattutto nel meridione e nel settore agricolo, le masse di immigrati sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli.
 
I dati, elaborati dallo studio milanese Ambrosetti su numeri della Cgil e presentati al convegno dll’associazione italiana delle agenzie per il lavoro, sono impietosi. E tracciano un quadro drammatico sul tema. Sugli 80 distretti industriali dell’agricoltura, spiegano gli estensori della ricerca, sono almeno 55 quelli nei quali si può parlare di caporalato. In 22 di questi le condizioni di lavoro sono a livello di “grave sfruttamento”, in 33 addirittura “indecenti”. L’80% dei lavoratori coinvolti nel fenomeno sono stranieri, spesso raccolti fra coloro che sbarcano sulle nostre coste. Il salario è la metà di quanto previsto dai contratti collettivi di settore: siamo attorno ai 2.5 euro l’ora, in totale 25-30 euro massimo per 12 ore di lavoro al giorno. E non basta: perché al “lordo” vanno tolti icontributi richiesti per la sistemazione, gli alimenti e il trasporto fino al luogo di lavoro, tutti oneri a carico della manodopera. Siamo ben oltre lo schiavismo, dato che in quest’ultimo caso il datore di lavoro – padrone aveva l’obbligo (almeno formale) di offrire vitto e alloggio. Come se non bastasse, nel 60% dei casi non è nemmeno garantito l’accesso ad acqua corrente, servizi igienici, acqua potabile. Un contesto che aggrava ulteriormente la situazione, soprattutto a fine campagna quando tre lavoratori su quattro presentano disturbi di tipo fisico dovuti a malnutrizione, esposizione alle intemperie, mancanza dei servizi-base di salute pubblica. Nulla che – data anche la giovane età media – non si possa curare con terapie antibiotiche (laddove disponibili), ma con il rischio di rendere croniche patologie potenzialmente anche invalidanti sul lungo termine. E spesso ci scappa il morto: nel 2015 le vittime accertate sono state almeno 10.
 
Oltre alla palese violazione della dignità umana, il fenomeno del caporalato è anche distorsivo dal punto di vista dell’economia nazionale. Anzitutto per quanto riguarda i contratti collettivi, che in queste “zone franche” sono merce rara se non quasi banditi, di fatto trascinando al ribasso le condizioni di lavoro generali.E non vale la giustificazione per cui l’agricoltura altrimenti non ce la farebbe, dato che laddove il caporalato non la fa da padrone le aziende agricolre riescono – pur fra mille difficoltà – a tirare comunque avanti. In ultimo, il danno per lo Stato: secondo lo studio, fra mancati versamenti di contributi e altri oneri fiscali, sono almeno 600 milioni gli euro sottratti ogni anno all’erario. Quanto basterebbe, eventualmente, per politiche di sostegno al settore.
 

ancora suicidi

grazie equitalia, ancora morti ed orfani grazie a te. Grazie al regime europeista delle tasse che sono tanto sexy, chi non può pagarle CHE CREPI. E’ la società moralmente superiore che lo decreta.
 
Riceve una cartella di Equitalia: parà si spara sotto il Tricolore
 
In provincia di Treviso un artigiano con un passato da paracadutista si è tolto la vita di fronte al monumento dei caduti ad El Alamein
Ivan Francese – Mer, 24/02/2016 – 10:22
Una storia tragica, che purtroppo non è la prima e ancor più tristemente non sarà nemmeno l’ultima.
 
suicida
Un artigiano veneto, Ivan Bolzonello, si è sparato ieri in piazza a Cornuda, in provincia di Treviso. E lo ha fatto nel luogo più simbolico: davanti al monumento per i caduti di El Alamein. Lui stesso, riferisce del resto la Tribuna di Treviso, aveva un passato daparacadutista nella Folgore.
 
Il suicidio è arrivato dopo la notifica di una cartella esattoriale di Equitalia in cui si chiedeva all’uomo di rientrare dal debito. Bolzonello, che lavorava come idraulico, però non ha retto e ha deciso di togliersi la vita.
 
Un gesto da molti definito inspiegabile, ma su cui sono già al lavoro i carabinieri della compagnia di Montebelluna. Bolzonello lascia la madre, la moglie e due figlie di 14 e 17 anni.
 
una volta le donne erano importanti per la società civile….guai a dire che era solo strumentalizzazione, silenzio sui suicidi delle donne?
 
Suicidio a Palermo, donna si lancia dalla finestra
 
Una donna si è tolta la vita lanciandosi da una finestra della propria abitazione di via Monreale, nella zona di Cardillo, quartiere della periferia di Palermo. Sul posto, scattato l’allarme, sono intervenuti i sanitari del 118 e la polizia. Per lei non c’è stato nulla da fare.
 
era depressa, certo. Non pare che avesse un lavoro, quindi perché mai indagare? si sa mai che una persona sia depressa PERCHE’ non ha un REDDITO
 
Giovane donna suicida a Trentinara
La 35enne originaria di Salerno s’impicca alla spalliera del letto
 
Decide di farla finita con la vita e s’impicca alla spalliera del letto. Sgomenta la comunità di Trentinara per il suicidio di una giovane donna di 35anni, B.A., ritrovata morta questa mattina all’interno della propria abitazione di via Roma. Inutile i soccorsi allertati immediatamente, con l’unità rianimativa Humanitas di Licinella, che ne ha potuto solo constatare il decesso. Dalle prime testimonianze raccolte, la donna originaria di Salerno, si sarebbe trasferita da poco a Trentinara insieme con l’anziana madre. Tra l’altro, la stessa sembra che prendesse con regolarità dei farmaci antidepressivi. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Agropoli, agli ordini del tenente Francesco Manna, a cui sono state affidate le prime indagini.
mercoledì 24 febbraio 2016

Siamo i soliti sciuscià: da Sigonella droni americani per la Libia

sono pur sempre i nostri amati liberatori, mai un presidio od un sit in davanti alle basi ovviamente. AL massimo qualche petizione di facciata per fingersi ancora pacifisti. Ma in piazza si va per “combattere”  le destre, le sinistre soprattutto di governo si proteggono anche quando queste fanno le guerre, pardon, missioni umanitarie per liberare altri popoli dai loro cattivi sanguinari dittatori.
 
sigonella
febbraio 23 2016
 
Gli Usa intervengono sempre più pesantemente nel nostro “cortile di casa”. E Lo fanno partendo direttamente da casa nostra. Mentre la società civile è impegnata sul fondamentale tema delle unioni civili, il governo italiano concede la base di Sigonella ai droni armati americani per azioni militari in LibiaRenzi si piega quindi alle richieste di Obama e fa della nostra nazione il trampolino per consolidare l’egemonia militare, politica ed economica americana in un Paese che è storicamente sotto la nostra influenza, e che anche solo per ragioni geografiche avrebbe imposto un nostro intervento in prima persona.
 
Invece no, perché l’Italia “ripudia la guerra” (Costituzione dixit), quindi si limita a fornire le sue basi per la guerra degli altri. E fa un po’ ridere, in questo contesto di ennesima cessione della sovranità, la ridicola clausola di salvaguardia che ci siamo formalmente riservati, per cui i droni Usa potranno decollare “solo a scopo di difesa, per proteggere eventuali operazioni di forze speciali Usa in Libia e nel Nord Africa contro l’Isis” e “ogni missione dovrà essere autorizzata dal comando militare italiano, sulla base di una richiesta specifica degli Usa, e potrà essere sospesa nel caso non vi fossero i requisiti della legittima difesa”. Quindi, siamo noi ad “autorizzare” le missioni del nostro padrone. E lo faremo solo se saranno raid “a scopo difensivo” (ma che vuol dire? Perché gli Usa dovrebbero venire a “difendersi” a migliaia di chilometri da casa loro?). Davvero possiamo immaginare i nostri comandi che puntano i piedi rispetto a una richiesta americana? Facciamo i seri, dai…
 
Del resto fanno bene alla difesa a parlare di “non-notizia”: “Da anni gli Stati Uniti hanno droni nella base siciliana con compiti di sorveglianza. Washington per adesso si è limitata a chiedere il via libera nel caso si rendessero necessarie missioni di protezione delle proprie truppe speciali”. Fino ad oggi, i droni Usa in partenza da Sigonella venivano utilizzati solo per missioni di ricognizione, quindi non armati. Ora avranno le armi. Ma solo per azioni “difensive”. Appunto, siamo sempre stati una colonia, perché cadere dalle nuvole solo ora?
 
Ma c’è di più. Sigonella, infatti, diventerà presto la base gemella di Ramstein (Germania), in collegamento diretto con il quartier generale di Creech in Nevada. E si trasformerà, con l’Uas Satcom Relay Pads and Facility, in una specie di “telecomando” con cui guidare gli attacchi dei droni Usa nei cieli di tutto il mondo. L’infrastruttura militare, secondo il bando di gara pubblicato il 14 novembre scorso dal dipartimento della Marina americana di Napoli, costerà tra i 10 e i 25 milioni di dollari (tutti a carico del bilancio statunitense).
 

I “moderati” dell’FSA rifiutano il cessate-il-fuoco mediato da Usa e Russia!

fsa
febbraio 24 2016
 
Fonti diplomatiche siriane, riprese dall’agenzia ufficiale SANA, hanno confermato che il Governo del Presidente Assad abbia accettato la proposta russo-americana di una cessate-il-fuoco.
Tuttavia Damasco ha specificato che continuerà i combattimenti non solo contro i militanti del cosiddetto ‘Stato Islamico’ e del Fronte Al-Nusra, ma anche contro tutte quelle organizzazioni che proseguiranno le ostilità.
 
Dal Libano l’emittente televisiva Al-Mayadeen ha riportato le dichiarazioni di molti comandanti dell’FSA (il cosiddetto ‘Esercito Libero Siriano’) che hanno annunciato la loro intenzione di continuare a combattere a fianco di Al-Nusra e di rifiutare il cessate-il-fuoco.
 
Tale sviluppo era prevedibile visto che intorno a Idlib, a Jisr-Al-Shoughour e attorno ad Aleppo, così come nella ‘sacca di Hama’ le unità dell’FSA e quelle di Al-Nusra sono contigue e organiche le une alle altre ed era una pura e semplice illusione sperare di vedere un gruppo armato arrendersi e quello schierato cento metri più in là continuare a combattere.
 
Questo sviluppo dimostra quanto sia illusorio da parte degli Usa forzare sviluppi “diplomatici” basati sul proprio irragionevole convincimento che esista una ipotetica ‘opposizione moderata’ che sul campo non è mai esistita.
 
Il maggiore raggruppamento delle opposizioni presente alle trattative, l’Alto Comitato per i Negoziati, ha fatto sapere che rispetterà la tregua a condizione che il regime tolga l’assedio a 18 località, rilasci i prigionieri e cessino i bombardamenti degli aerei governativi e russi.
 
Non si capisce chi dovrebbe seguire queste direttive sul campo, visto che a tale entità ‘negoziale’ non corrisponde quasi nessun gruppo armato sul terreno e anche se le forze siriane bloccassero le loro attività in certe zone del paese ad avvantaggiarsene sarebbero immediatamente Al-Nusra, l’ISIS e altri gruppi estremisti takfiri.
 

Eredità: aumentano le tasse di successione. Le novità

febbraio 24,2016
 
Il Governo vuole aumentare le imposte sull’eredità e sulla donazione: franchigie abbattute ed aliquote sino al 45%.
 
Per batter cassa il Governo “rispolvera” l’aumento della tassa di successione e donazione. L’incremento dell’imposta sulle successioni e donazioni era nell’aria già da tempo: la proposta di legge era stata presentata l’anno scorso dai deputati di Sel. Ora, come confermato da Milano Finanza, sono ripresi i lavori per l’inasprimento dell’imposta.
 
La nuova imposta sulle successioni e donazioni prevede dellefranchigie (cioè delle soglie esenti da tassazione) molto più basse rispetto alle attuali soglie e un innalzamento delle aliquote per tutti i contribuenti, anche qualora chi erediti sia il coniuge o il figlio. Non solo: se il valore dell’eredità supera 5 milioni di euro, le aliquote arrivano anche al45%. Visto l’aumento delle tasse sulla successione, occorrerà valutare se conviene di più fare una donazione diretta o indiretta in vita della casa. Vediamo i nuovi aumenti delle tasse nel dettaglio.
 
NUOVA TASSA DI SUCCESSIONE
La base imponibile della nuova imposta di successione sarà sempre costituita dal valore complessivo dell’eredità. L’ammontare della tassa, però, si determinerà applicando le seguenti aliquote:
  • 7%: per il coniuge ed i parenti in linea retta (genitori e figli), con una franchigia massima di 400.000 euro (vuol dire che il tributo si paga sul valore che eccede questa soglia). Attualmente, l’aliquota è al 4%, e la franchigia a un milione di euro;
  • 8%, per fratelli e sorelle, con una franchigia di 100.000 Euro; attualmente, l’aliquota è al 6%, e la franchigia è uguale;
  • 10%, senza franchigia, per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado; attualmente la franchigia è pari al 6%;
  • 15%, senza franchigia per gli altri soggetti; attualmente la franchigia è pari all’8%.
Ma le novità non finiscono qui: se il valore del patrimonio ereditario supera i 5 milioni di euro, le aliquote saranno pari al:
  • 21%, per coniuge, genitori e figli;
  • 24%,per fratelli e sorelle;
  • 30%, per tutti gli altri parenti sino al 4° grado;
  • 45%, per gli altri soggetti.
VALORE DELL’ASSE EREDITARIO
Il valore del patrimonio ereditario viene determinato non solo in base a conti correnti, depositi, ed a tutti i beni mobili del defunto, ma anche in base agli immobili posseduti.
 
In particolare, il valore degli immobili ai fini dell’imposta sulla successione si calcola in questo modo:
rendita catastale rivalutata del 5%, moltiplicata per uno dei seguenti coefficienti:
  • 110, per la prima casa;
  • 120, per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (esclusi A/10 e C/1);
  • 140, per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B;
  • 60, per i fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D;
  • 40,8, per i fabbricati delle categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E.
Il valore dei terreni non edificabili si determina moltiplicando per 90 il reddito dominicale già rivalutato del 25%.
 
IMPOSTE SU IMMOBILI EREDITATI
Non dimentichiamo, poi, che l’imposta sulle successioni non è l’unica tassa da pagare quando si eredita un immobile: devono essere effettuate, in questo caso, anche le volture catastali e saldate le imposte ipotecarie e catastali. Tra l’altro, mentre la dichiarazione di successione può essere presentata entro 1 anno dal decesso, e la relativa imposta è liquidata dall’Agenzia delle Entrate entro 3 anni, le imposte ipotecarie e catastali (la prima pari al 2%, e la seconda all’1% del valore dell’immobile) devono essere liquidate prima della presentazione della dichiarazione di successione. Delle eccezioni sono previste per la prima casa. Non dovrebbero essere previsti ritocchi al rialzo per tali imposte.
 
Fonte: Qui Finanza