“I padroni non li vogliamo!”, Fassino contestato a S.Ambrogio

Comune della Bassa Valle, S.Ambrogio accoglie il Sindaco Metropolitano Piero Fassino, carrierista della politica locale e nazionale ed esponente del partito nazionale PD. I cittadini chiedono conto anche del passato.

FOTO DIEGO FULCHERI

di Valsusa Report

“Una riunione di lavoro” dice il sindaco di S.Ambrogio  che ha il turno di rappresentare come portavoce la Zona Omogenea 6. La Città Metropolitana di Torino da poco nata ha diviso il territorio in 11 zone, 4 sono della cintura e le altre dei territori montani “la commissione che si è occupata della zonizzazione ha lavorato riconoscendo e tenendo ben presenti l’identità storica, territoriale, sociale ed economica delle singole realtà” si legge sul sito della metropolitana divisione. La zona 6, Valli di Susa e Sangone comprende 43 Comuni con 114165 abitanti, portavoce il sindaco di S.Ambrogio e vice il sindaco di Coazze, oggi Mario Ronco.

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Non si sono capiti con i sindaci del territorio valsusino, l’altro ieri 2 febbraio, via carta stampata e web gli scambi di opinioni sulla dichiarata contestazione che sarebbe avvenuta proprio con la calata del sindaco metropolitano. “Siamo in democrazia e ognuno può fare quel che vuole. Quella di domani sera è una riunione di lavoro” spiegava ai giornali Fracchia e dal sito del movimento No Tav veniva ribadito il concetto dello spreco delle risorse pubbliche. Di li la contestazione al simbolo del partito che per decenni sta governando la Valle di Susa. “Un partito che nella sua versione attuale ha cambiato casacca e nome ma mai i personaggi politici che lo animano – spiegano i manifestanti, giunti anche da Torino – e che hanno lasciato sul territorio enormi cattedrali nel deserto”.

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Il riferimento più grande va alle Olimpiadi (QUI i conti di spesa) di dieci anni fa dove da un proclamato guadagno turistico dell’epoca si è arrivati oggi alla desolazione delle strutture alcune già in fase di demolizione, e non solo, ne parlammo QUA dove la presenza di un centro urbano sin dal III sec. d.C. venne alla luce e subito ricoperto asfaltandolo. Probabilmente col denaro pubblico oggi si avrebbe un centro archeologico con una rilevanza museale e possibile introito dalla gestione delle visite alla struttura. “Una forma di sfruttamento del territorio a cui come cittadini non vogliamo più assistere” riferisce Francesco Richetto, in minoranza nel comune di Bussoleno. Infatti proprio di questo hanno parlato nella riunione tenuta nella sala grande del comune. Previsti un’ottantina di amministratori, ma meno di un terzo ha presenziato. Leggeranno le note dei funzionari presenti alla riunione.

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“La Città Metropolitana, è in fase di predisposizione del bilancio, parleremo di viabilità, edilizia scolastica e welfare” ricorda il sindaco, Dario Fracchia, la conferma quando arriva , l’ingente cordone di forze in divisa stenta a tenere le oltre 150 persone assiepate nella piccola piazza del comune. Una contestazione con fischi e trombe, qualche spintone della polizia alla comparsa dello striscione che si riferisce al Tav, uno striscione con un treno disegnato che entrando in galleria sui vagoni trova le scritte PD-MAFIA-BANCHE. Il gesto stizzito di saluto del sindaco metropolitano all’uscita mette fine alla contestazione durata alcune ore con l’organizzazione di cibo caldo e bevande per i manifestanti. “Ho la sensazione che il padrone sia venuto a tirare il collare a strozzo” ci riferisce un manifestante raggiunto al telefono.

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V.R. 4.2.16

“I padroni non li vogliamo!”, Fassino contestato a S.Ambrogioultima modifica: 2016-02-04T21:10:59+01:00da davi-luciano
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