NOTRIV sui blocchi a Gela degli operai Eni

di seguito un appello ricevuto dai compagni del Coordinamento No Triv (che abbiamo conosciuto a Susa e in Clarea) il comunicato del 21 Gennaio 2016 :

“APPELLO AI LAVORATORI IN LOTTA A GELA

che fa chiarezza sulle parole del sindacalista contenute nel seguente articolo del 20 genn 16 di Adnkronos :

“Gela, nuovi picchetti e blocchi stradali dei lavoratori Eni

http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2016/01/20/gela-nuovi-picchetti-blocchi-stradali-dei-lavoratori-eni_y4TliHWm5XExa5kDXZ8oOO.html

Prosegue ad oltranza la protesta dei lavoratori dell’Eni e dell’indotto di Gela che ieri hanno paralizzato per tutto il giorno il traffico sulla Strada Statale 117 Catania-Gela con blocchi stradali, all’altezza del centro direzionale Enimed, ma anche sulla Strada statale Gela-Licata.

I presidi, organizzati dai sindacati confederali, dai lavoratori dell’indotto e dai dipendenti diretti del petrolchimico dell’Eni, proseguiranno anche oggi. Sono una delle forme della mobilitazione generale avviata per protestare contro la mancata attuazione del protocollo d’intesa sulla riconversione della raffineria, firmato nel novembre del 2014.

Il picchetto dei lavoratori è già sulla Strada Statale 117, per il secondo giorno consecutivo perché “vogliamo fare arrivare la nostra voce al premier Matteo Renzi”, dicono.

“A Gela è in corso una mobilitazione straordinaria contro lo svuotamento del protocollo d’intesa sottoscritto. I lavoratori hanno fermato tutti i 65 pozzi on shore ed è presumibile che la mobilitazione cresca nei prossimi giorni”, ha detto all’AdnKronos Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil. “Avevamo avvertito l’Eni dei rischi connessi a un rallentamento degli investimenti a Gela come nel resto del Paese – aggiunge Miceli – e che gli impegni presi con il suggello del presidente del Consiglio, arrivato di gran corsa a Gela, non venivano rispettati”. Per il leader nazionale della Filctem Cgil l’Eni “come abbiamo detto più volte sta dismettendo la sua presenza in Italia e il Governo non può assistere a un fatto così eccezionale senza dire parole chiare”.

e anche a quanto scritto:

19 genn 16 COMUNICATO STAMPA Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

NoTriv La Corte costituzionale dice no al Governo

http://www.fiom-cgil.it/web/comunicazione/stampa-e-relazioni-esterne/2859-notriv-la-corte-costituzionale-dice-no-al-governo

Oggi la Corte costituzionale, dichiarando ammissibile anche solo uno dei sei referendum richiesti – quello contro i permessi e le concessioni a “vita” delle trivellazioni per la ricerca di giacimenti di gas e petrolio – ha detto no al tentativo del Governo di impedire che venisse soddisfatta la volontà di tante persone, associazioni, comitati e Consigli regionali che in questi mesi si sono battute per affermare la possibilità di una nuova idea di sviluppo, alternativa a quella che vuole l’utilizzo delle fonti fossili per soddisfare il fabbisogno energetico.

Per Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, “l’impegno per ottenere lo svolgimento degli altri referendum deve continuare, ma la campagna per conquistare la vittoria a questo referendum deve iniziare da subito e la Fiom, come ha fatto nelle settimane passate, sarà con il movimento ‘NoTriv’ per conquistare il consenso a questa battaglia, che è anche quella di tanti lavoratori metalmeccanici.”

Sostenere il ‘no’ alle trivellazioni nel mare non vuol dire solo tutelare l’ambiente ma anche affermare che è possibile una nuova idea di sviluppo, fondata sulle energie rinnovabili che non modificano il clima e non determinano danni alla salute e in un contesto di vera democrazia, dove le istanze dei cittadini e delle persone non siano cancellate a favore degli interessi dei grandi gruppi finanziari.”

NellAppello si Fa riferimenhto anche a :

“ANNOTAZIONI SU PROTOCOLLO D’INTESA PER L’AREA DI GELA sottoscritto presso il MISE in data 6 Novembre 2014”

…..Con l’Intesa si risponde ad un problema drammaticamente reale in modo errato e contraddittorio.

Il dato reale su cui tutti dobbiamo ragionare con grande senso di responsabilità, è rappresentato dalla crisi della raffinazione in Sicilia e nell’intera Penisola.

Il settore registra in Italia un over capacity che l’ICC (International Chamber of Commerce) stima in 40 milioni di tonnellate, che equivalgono al prodotto di quasi 7 raffinerie messe assieme, e le cui cause profonde -mai abbastanza indagate- sono da ricercare negli eccessivi investimenti effettuati negli anni ’80 in nuova capacità di raffinazione (si ebbero perfino casi di nuovi impianti mai entrati in esercizio), nel cambiamento nella disponibilità dei greggi sui mercati internazionali e nella progressiva sostituzione dell’olio da parte del gas naturale nella generazione elettrica.

La concorrenza dei competitors del Far East e dei biocarburanti e la flessione della domanda, ingenerata dalla perdurante crisi economica, hanno fatto il resto….”

http://asud.net/annotazioni-su-protocollo-dintesa-per-larea-di-gela/   

NO TRIV

21 Gennaio 2016 APPELLO DEL COORDINAMENTO NO TRIV AI LAVORATORI IN LOTTA A GELA

Mentre a Gela è in corso una straordinaria e determinata mobilitazione operaia e popolare contro lo svuotamento del protocollo d’intesa sottoscritto da governo regionale, parti datoriali ed organizzazioni sindacali a novembre 2014, tutti si interrogano sui possibili sviluppi della lotta, che da tempo assume le caratteristiche di una battaglia per il destino di un’intera area della Sicilia.

I lavoratori hanno fermato tutti i 65 pozzi on shore; la  mobilitazione è destinata a crescere nei prossimi giorni”, ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, aggiungendo che “avevamo avvertito l’Eni dei rischi connessi a un rallentamento degli investimenti a Gela come nel resto del Paese  e che gli impegni presi con il suggello del presidente del Consiglio, arrivato di gran corsa a Gela, non venivano rispettati”.

Per il leader nazionale della Filctem Cgil l’Eni “come abbiamo detto più volte, sta dismettendo la sua presenza in Italia e il Governo non può assistere a un fatto così eccezionale senza dire parole chiare”.

Un comunicato sulle ambiguità e contraddizioni del protocollo di Gela a firma del Coordinamento nazionale No Triv sez Sicilia di fine Novembre 2014 denunziava gli effetti concomitanti degli aspetti giuridici, economici, politici, di un bluff annunziato.

Come mai  i vertici nazionali e locali della stessa Fiom Cgil, oltre che della Filctem, delle rappresentanze di categoria di Cisl e Uil, si sono detti unanimemente entusiasti, siglando senza battere ciglio?

Eppure si sapeva di essere di fronte ad una crisi strutturale di settore, riguardante da una lato il calo della domanda, dall’altro (vedi allegato No Triv) l’eccedenza dei volumi di raffinazione.

Oggi che una violenta crisi complessiva di carattere politico/economico/militare sta sconvolgendo vecchi e consolidati assetti geopolitici, mettendo sotto gli occhi di tutti gli effetti speculativi e competitivi del ribasso del prezzo del barile a circa un quarto del prezzo stabilito ai tempi del protocollo di Gela, Eni svende, diversifica, elude. Crocetta e Renzi si tengono lontani dagli scenari dei conflitti sociali, mostrando in tal modo il vero grado di subordinazione alle scelte di Eni.

La recente decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibile la celebrazione del referendum No Triv crea una situazione nuova, che operai, popolazioni di Gela e siciliane, insieme con le parti più avvedute ed illuminate delle associazioni ambientaliste e sindacali locali e nazionali, auspichiamo sappiano cogliere al meglio, sapendo respingere i tentativi del governo Renzi di giustificare la crisi del settore della raffinazione ed il fallimento del protocollo del 2014 dando la colpa all’iniziativa No Triv, magari all’enciclica di papa Francesco ed alla COP 21 a Parigi, per costruire, insieme, una straordinaria vertenza  improntata alla richiesta di reddito ed occupazione legati alla transizione energetica, alle bonifiche ambientali, alla riqualificazione del rapporto tra agricoltura, pesca, turismo, archeologia.

Siamo d’accordo con  Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, che in comunicato stampa afferma che “la campagna per conquistare la vittoria a questo referendum deve iniziare da subito e la Fiom, sarà con il movimento ‘NoTriv’ per conquistare il consenso a questa battaglia, che è anche quella di tanti lavoratori metalmeccanici” e che

“sostenere il ‘no’ alle trivellazioni nel mare non vuol dire solo tutelare l’ambiente, ma anche affermare che è possibile una nuova idea di sviluppo, fondata sulle energie rinnovabili che non modificano il clima e non determinano danni alla salute e in un contesto di vera democrazia, dove le istanze dei cittadini e delle persone non siano cancellate a favore degli interessi dei grandi gruppi finanziari”, ma oggi la non più rinviabile necessità di garantire reddito, salute, ambiente vivibile, servizi, dignità, ci chiama tutti a responsabilità epocali.

Se sapremo darci una mano saremo in grado di allontanare lo spettro della disoccupazione, dell’esilio, del ricatto del nuovo autoritarismo dei poteri centralizzati e separati e della mafia, contribuendo ad una nuova ed esaltante stagione di riscossa della democrazia e della solidarietà.

NOTRIV sui blocchi a Gela degli operai Eniultima modifica: 2016-01-24T21:43:57+01:00da davi-luciano
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