Europa e Turchia chiudono il cielo agli aerei della Russia

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Bombardiere strategico Тu-95

© Foto: Ministry of defence of the Russian Federation
15:01 19.12.2015

I piloti russi che partecipano alle operazioni contro i terroristi in Siria hanno dovuto organizzare una rotta che aggira l’Europa, perché i paesi europei hanno chiuso il loro cielo agli aerei della Russia, ha comunicato il ministero della Difesa.

“Quella di Olenegorsk è la nostra base aerea più a Nord, il che permette di estendere il raggio d’azione e di effettuare il rifornimento in volo. C’erano determinate circostanze che escludevano altre varianti. L’Europa non ci faceva entrare e neanche la Turchia”, — ha detto il generale Anatoly Konovalov, vice comandante dell’aviazione strategica della Russia.

Il generale ha aggiunto che persino in queste condizoni l’aviazione strategica ha dimostrato di essere in grado di assolvere ai compiti che le vengono affidati

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Putin dichiara guerra a Erdogan: “Provi adesso a vola sulla Siria”

Il capo del Cremlino alla conferenza stampa di fine anno: “Impossibile trovare un accordo con Ankara”. E accusa: : “L’abbattimento del jet russo? Un favore agli Usa”. Ma conferma gli impegni russi contro i tagliagole dello Stato islamico

 – Gio, 17/12/2015 – 12:05
 “In Turchia vedo un processo di islamizzazione strisciante, Ataturk si starà rivoltando nella tomba”.

Vladimir Putin non vede speranze di riparare i rapporti con l’attuale leadership turca dopo“l’atto ostile” rappresentato dall’abbattimento del Sukhoi-24. Nella conferenza stampa di fine anno, il capo del Cremlino ha lamentato che Recep Tayyip Erdoğan abbia voluto ingraziarsi Stati Uniti e Unione europea: “Si fosse trattato di un incidente, come i turchi dicono, uno si sarebbe aspettato delle scuse: invece sono andati dalla Nato”.

La sala congressi del World Trade Center di Mosca è gremita di giornalisti. Il Cremlino ne ha accreditati quasi 1.400. Severi i controlli all’ingresso da parte delle forze dell’ordine. Putin ha subito precisato di non aver molto altro da aggiungere dopo il discorso che a inizio mese ha tenuto di fronte all’Assemblea federale e, senza un intervento di introduzione, ha iniziato subito a rispondere alle domande dei giornalisti. Partendo dalla politica economica che, stando ai dati macro economici, ha superato nel suo complesso la crisi economica. E, facendo un bilancio del 2015 dal punto di vista economico, Putin ha elencato sia i risultati positivi sia le sfide che ha davanti il Paese come “la dipendenza dell’economia nazionale da fattori esterni e dall’export delle risorse energetiche”“A partire dal secondo trimestre del 2005 ci sono stati segnali di stabilizzazione dell attività economica”, ha continuato assicurando che gli investitori, capendo la realtà dell economia russa, continuano a manifestare interesse a lavorare nel Paese.

Ma è la politica estera a far da padrona alla conferenza stampa di fine anno. Dagli impegni militari contro i tagliagole dello Stato islamico ai rapporti tesissimi con la Turchia, fino alle trattative diplomatiche con gli Stati Uniti. Ed è la Siria il fulcro dello scacchiere mediorientale su cui si muove Putin. Con John Kerry ha recentemente parlato del futuro di Bashar al Assad. E la posizione della Russia non è cambiata. “Non saremo mai d’accordo con chi dall’esterno imporrà qualcosa”, mette in chiaro il presidente russo ricordando che a decidere il futuro del Paese devono essere gli stessi siriani. Ma, dopo “l’atto ostile” dell’attimento del Su-24, la Turchia resta in assoluto il nemico numero uno: “Abbattendo il cacciabombardiere Su-24, forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa o forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile”. Da qui la valutazione finale.“Non vedo alcuna possibilità di appianare le relazioni con la Turchia, ha detto Putin spingendosi a dire che è “virtualmente impossibile si possa trovare un terremo comune con l’attuale leadership turca”“Ora i turchi provino a entrare nello spazio aereo siriano…”, ha minacciato Putin senza fare troppi giri di parole.

“Azzardatevi a venire, vi spariamo”. Vladimir Putin promette la guerra alla Turchia

 
TANTI AUGURI DALLO ZAR
Vladimir Putin

Vladimir Putin forza nove. Nella conferenza stampa di fine anno, promette un 2016 di fuoco: “Nessuna possibilità di appianare le relazioni con la Turchia o trovare un terreno comune con l’attuale leadership turca”, premette. Un attacco frontale. Lo zar prosegue: “In Turchia vedo un processo di islamizzazione strisciante, Ataturk si starà rivoltando nella tomba“. Al centro delle parole di Putin c’è sempre l’abbattimento del jet russo da parte della Turchia: “Non è stato un atto di inimicizia, maun atto ostile. Se si fosse trattato di un incidente, come i turchi dicono, uno si sarebbe aspettate delle scuse: invece sono andati dalla Nato”. Ne segue che, per Putin, con la Turchia non c’è alcuna possibilità di trattare né trovare accordi.

Poi punta il dito contro Usa e occidente: “Abbattendo ilcacciabombardiere Su-24, forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa, o forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile”. Frasi pesantissime, quelle dello zar, che poi minaccia direttamente Ankara: “Se prima l’aviazione turca violava lo spazio aereo della Siria, che voli ora“. Chiarissimo il messaggio: se la Turchia soltanto si azzarderà a volare in Siria, Putin aprirà il fuoco perabbattere l’aviazione di Ankara. Inoltre, il numero uno del Cremlino ha rimarcato come prima dell’abbattimento del jet russo gli aerei turchi violassero sempre lo spazio aereo siriano. E ancora, sulla situazione siriana ha ribadito le sue posizioni: “Nessuno ha il diritto di imporre chi debba essere il leader di un Paese, questo spetta solo al popolo siriano”.

No Tav a processo, parla la difesa: “Gli attentatori del Bataclan sono terroristi, loro no”

L’avvocato dei quattro attivisti a giudizio in appello: “Un chilometro di linea costa 235 milioni, questo è il danno d’immagine per l’Italia”. Sentenza lunedì 

18 dicembre 2015
No Tav a processo, parla la difesa: "Gli attentatori del Bataclan sono terroristi, loro no"

“Terrorismo sono i fatti francesi del Bataclan o quelli precedenti dell’attentato di Londra: nulla a che fare con le vicende della Val Susa, che è la storia di un conflitto, a volte anche aspro, e di un contrasto sociale”. È cominciata così l’arringa difensiva dell’avvocato Claudio Novaro al processo d’appello per i quattro attivisti No Tav accusati di terrorismo per l’assalto al cantiere di Chiomonte del 13 maggio 2013. Il difensore, che ha chiesto alla corte di mantenere le condanne inflitte in primo grado a Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi, Claudio Alberto, (tre anni e mezzo) e il mantenimento delle attenuanti generiche, ha tentato di offrire una visione opposta a quella dell’accusa del procuratore generale Marcello Maddalena, che aveva chiesto la condanna a 9 anni e mezzo di carcere.  “La sua ricostruzione è completamente sbagliata – ha detto l’avvocato – soprattutto quando sostiene che questo fatto è terrorismo perché è stato un attacco alla democrazia”. “Allora – ha poi spiegato- si debbono classificare anche come terrorismo le manifestazioni a volte violente degli studenti contro la riforma Gelmini”. La sentenza è prevista per lunedì. Nel frattempo è stato fissato al 9 febbraio il processo d’appello, senza l’accusa di terrorismo, per gli altri tre No Tav che erano stati arrestati in un secondo momento per lo stesso assalto.

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Dopo aver richiamato le due famose sentenze della Cassazione che avevano già escluso il reato di terrorismo, Novaro ha spiegato: “Non ci sono stati nè gravi attentati alla vita e all’incolumità fisica nè distruzioni di vasta portata o di strutture governative: qui si è solo danneggiato un compressore. Non si voleva far male alle persone, si è trattato di un fatto localizzato e circoscritto, modestissimo, rivolto contro il tunnel e neppure contro la linea ad alta velocità”.
Non c’è stato, ha aggiunto la difesa, alcun danno al nostro Paese, nè le autorità sono state costrette a cambiare idea: “Dopo un’ora gli operai erano già al lavoro”. Non sono mancati riferimenti ai punti chiave della lotta No Tav: “Sapete quanto costa un chilometro dell’alta velocità in Europa? Tra i 9 e 10 milioni di euro. Invece per la Torino-Lione si spenderanno 46 milioni di euro a chilometro per tratta francese e 235 per quella italiana. Le stime dicono che le malattie cardiopolmonari aumenteranno dal 10 al 15 per cento. Li’ c’è l’amianto. Questo è il vero danno di immagine per l’Italia”.

Sabato 19/12. Pomeriggio antifascista a Chianocco

agendapost — 18 dicembre 2015 at 23:29

anpi4Nei giorni scorsi a Chianocco, sono comparse scritte dal contenuto razzista e fascista inneggianti al duce ed alla superiorita del popolo italiano . Come giovani e antifascisti non possiamo tollerare la presenza di questi nostalgici del ventennio in una valle come la nostra che ha dato un forte contributo nella lotta partigiana e di liberazione dell’Italia  dal fascismo e dove i valori della resistenza vengono tramandati di generazione in generazione e praticati quotidianamente .

Per tutti questi motivi chiediamo a tutti gli antifascisti  Valsusini di intervenire nuemerosi domani pomeriggio a partire dalle ore 14 di fronte al penny market di Chianocco per ribadire e dimostrare che, nè qui nè altrove , nessuno spazio verrà mai concesso ai fascisti.
POMERIGGIO ANTIFASCISTA DOMANI (SABATO ) ORE 14 NEL PIAZZALE DEL PENNY MARKET DI CHIANOCCO.
 
 Anpi Bussoleno-Chianocco-Foresto
Giovani No Tav

Salvate il soldato Mario

post — 18 dicembre 2015 at 10:37

virano soldato

[riceviamo e pubblichiamo] Inutile girarci intorno, è venuto il momento di svelare il segreto: Virano è uno di noi. Lui, il grande architetto dell’universo Tav, è la migliore garanzia che la Torino-Lione non si farà mai.

Questa è la vera missione cui ha stoicamente sacrificato dieci anni di professione. Una vita da mediano, quella del povero Mario, che ha messo al servizio della causa la sua innata capacità nel menare il torrone.

L’Osservatorio è la sua creazione prediletta: come allungare il brodo in un gioco dell’oca di trecento riunioni, ampollosamente narrato in una romanzesca collana di Quaderni che riportano le motivazioni di inutilità dell’opera. Il Commissario di tutte le stagioni ha poi sfoderato distrazioni di massa quali la “demarche grand chantier”, il “genius loci”, il tunnel sotto Gibilterra”, la “stazione internazionale di Susa”, la “pacificazione” e la recente “via della seta Torino–Pechino”. Impalpabili miraggi di cui ora non si percepisce nemmeno il riflesso ma che sono stati utilissimi a discutere di tutto meno che della Torino-Lione.

Principe del gioco di prestigio, ha architettato una Babele di progetti e varianti (tratta comune, fasaggio, progetto “low cost”, tratta nazionale fase 1b, …) nella quale persino le ferrovie non ci si raccapezzano più. Maestro nel catenaccio, ha incagliato i procedimenti su quisquilie come la ricollocazione della “fondamentale” Pista di Guida Sicura, costato ben un anno intero di litigi e rinvii. E che dire della geniale denuncia ad Erri De Luca? Nessun guru della comunicazione avrebbe saputo ideare una così efficace campagna di discredito contro i fautori del Tav.

Ma il suo capolavoro è senza dubbio il cantiere di Chiomonte: un vero ologramma dell’opera che non c’è. La galleria di servizio, oggi tristemente a metà, è lì a fare da monumento ai fondi europei già persi e a quelli che si perderanno tra poco.

La vera pasta del combattente si vede però nel momento più difficile. Il Governo lo nomina “obtorto collo” Direttore Generale della neonata Telt per obbligarlo a combinare finalmente qualcosa di concreto? Lui, sprezzante del pericolo, si immola come “kamikaze”!

Perché nessuno lo sa che il suo precedente incarico governativo è in conflitto di interessi con il nuovo ruolo nella “società per azioni semplificata” che, per statuto, prevede utili e dividendi (ovvero è a scopo di lucro). <<Muoia Marione con tutti i Tavistei!>> è il suo grido di battaglia, nell’ultimo slancio di coraggio mentre trascina nella nullità tutti gli atti assunti in Telt. Il cartoncino estratto dall’Antitrust nel Monopoli del Tav dice infatti “Tornate alla casella iniziale … con tanti auguri”.

Possiamo perdere un alleato così??   #ARIDATECELO!!!

PS 1: Caro Mario, grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Comunque vada, non ti dimenticheremo mai. Nella casetta di Chiomonte ci sarà sempre un posto per te. Buon anno di incompatibilità.

PS 2: Chi è il sabotatore?