Renzi: “Non strumentalizzate i morti”. Si può fare solo con Aylan?

quindi per Renzi, parlare di chi si suicida per salvare le banche o perché non ha un euro per tirare avanti, è di destra, cioè un argomento trattato dalle bestie per usare sue parole. L’avevamo capito che era così per la società moralmente superiore contro le discriminazioni, loro sanno come discriminare in modo politically correct.
 
Aggiunto da Eugenio Palazzini il 13 dicembre 2015
 
Renzi-Leopolda
Roma, 13 dic –
“Chi pensa di strumentalizzare la vita delle persone deve fare pace con se stesso, ma chi pensa di strumentalizzare la morte delle persone personalmente mi fa schifo. Le polemiche politiche si fanno a viso aperto”. Alla Leopolda il premier Renzi non ha usato mezzi termini per condannare chi ha posto l’attenzione sul suicidio di Luigino D’Angelo, il pensionato 70enne di Civitavecchia che si è tolto la vita per aver perso 100 mila euro, i risparmi di una vita, investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio. In tanti, politici e non solo, vedi Federconsumatori, hanno parlato di “esproprio criminale” e di chiare responsabilità ascrivibili al salva-banche del governo. Riferendosi non soltanto al caso D’Angelo ma in generale a tutti i risparmiatori che si sono visti bruciare improvvisamente i soldi investiti nelle banche salvate dal decreto governativo.
 
Eppure alla Festa dell’Unità svoltasi a Milano lo scorso settembre sono state proiettate le foto di Aylan, il bambino siriano di tre anni trovato morto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, mentre Renzi pronunciava queste parole: “C’è un livello di umanità sotto il quale non bisognerebbe scendere, arrivando a strumentalizzare anche la vita. Non serve il Pd contro la destra, ci sono gli umani contro le bestie. Ma non ci rendiamo conto cosa comporta essere umani?”
 
Evidentemente Renzi ha un concetto di umanità tutto suo, perché chiunque non appartenga alla sua parte politica non può parlare di responsabilità per la morte di un uomo mentre lui può farlo anche utilizzando le foto più crude. Dalla ponderazione della tragedia greca siamo passati quindi alla speculazione arbitraria e unilaterale, con punte di squallore politicante, sui morti? Ce lo spieghi adesso l’ex sindaco di Firenze.
 
Eugenio Palazzini

Record di disoccupati in Friuli

LA società civile della donna Serrachiani che fa? Come tutela le donne disoccupate? Come tutela le famiglie? O anche lei ritiene siano una massa di evasori che si fingono poveri? E’ per questo che c’è chi si infastidisce ed invoca la censura se non minaccia palesemente di morte a chi da risalto a queste notizie ufficiali ma ben nascoste dalla stampa di regime?
 
Il tasso dei senza lavoro all’8,4%, il più alto del Nordest. A farne le spese soprattutto le donne
UDINE. Con un tasso di disoccupazione all’8,4 per cento, il Friuli Venezia Giulia guida la classifica, ma a rovescio, del lavoro a Nordest. Il dato è, infatti, il peggiore della macro area, superiore al 7,8 dell’Emilia Romagna, al 7 per cento del Veneto, al 5,2 del Trentino Alto Adige.
E mentre nelle altre regioni la disoccupazione cala, con una percentuale oscillante tra il 0,3 e il 0,4 per cento (in Italia -0,6), in regione cresce di quasi un punto percentuale nel raffronto tendenziale con lo stesso periodo (i primi nove mesi) del 2014.
Tra i dati più rilevanti diffusi ieri dall’Istat, c’è il numero degli occupati, in flessione in regione, passando dai 498 mila del periodo gennaio-settembre 2014, ai 496 mila 100 di quest’anno, con una variazione in termini assoluti di mille e 900 unità (-0,4 per cento).
Peggio di noi ha fatto il Veneto con meno 9 mila unità (-0,4 per cento), mentre sia in Trentino che in Emilia il numero degli occupati è segnalato in crescita. L’andamento negativo ha riguardato esclusivamente la componente femminile, mentre quella maschile è in leggera crescita.
 
«Nel raffronto tendenziale – spiega il ricercatore dell’Ires, Alessandro Russo – tra i primi nove mesi del 2015 e lo stesso periodo del 2015, il livello medio dell’occupazione è più basso. Però è anche vero che a partire dalla fine dello scorso anno, di trimestre in trimestre il numero degli occupati sta salendo. Se questa tendenza fosse confermata anche negli ultimi mesi, il bilancio finale del 2015 sarebbe positivo».
Per quel che riguarda i settori, l’occupazione si conferma in calo nell’industria (-1.500 occupati nella media dei nove mesi), nell’edilizia (-3.800), nel commercio (-3.400); Risulta in crescita solo nel terziario (+6.500 unità).
Per l’assessore al Lavoro del Fvg, Loredana Panariti, i dati Istat «evidenziano innanzitutto un forte incremento della forza lavoro in regione (+ 8 mila unità). Questo aumento delle persone disponibili e la diminuzione sostenuta del numero di quelle scoraggiate è probabilmente il segnale delle aspettative di una ripresa della domanda di lavoro».
Rispetto alla disoccupazione femminile «per porre rimedio a quello che rischia di diventare un fenomeno di esclusione, continua ad essere prioritario per la Regione il rafforzamento dei programmi finalizzati a potenziare l’occupazione femminile».

Mamma con due figlie, di cui una disabile, dormono in auto da un mese

la società civile tanto impegnata per le donne dov’è? A QUANTO PARE IN ITALIA LA COLPA PIU’ GRAVE E’ SEMPRE LA STESSA, ESSERE POVERI. IL DIRITTO ALLA CASA?!?!!?!?
ah già GLI ITALIANI SONO RICCHI PERCHE’ EVADONO le tasse. 
 
Published On: sab, Dic 12th, 2015
 
Avrebbe potuto restare nell’anonimato e rientrare ancora in quel mondo sommerso composto da persone che vivono spesso in silenzio il problema dell’emergenza abitativa. E invece ha deciso di rendersi riconoscibile per denunciare la condizione in cui è costretta a vivere da circa un anno. Perchè per Valentina Giuffré, e per le sue figlie, di sicuro c’è veramente poco. La sua vicenda familiare si è esponenzialmente aggravata nell’arco dell’ultimo mese, da quando, cioè, trascorre la sue giornate in macchina e la maggior parte delle notti, se tutto va bene, nella camera di qualche b&b. «Il mio calvario – racconta – è iniziato nel settembre del 2014, quando ho subito un sfratto dalla casa in cui ho vissuto per cinque anni. Non riuscivo più a pagare l’affitto di 650 euro e, lavorando a nero, non avevo alcuna garanzia da esibire per prendere un altro appartamento».
Da allora per Valentina e le sue bambine il percorso in salita è diventato una costante e il disagio è cresciuto a dismisura delineando i contorni di una situazione tanto più drammatica se si considera che la maggiore delle sue figlie, da poco diciottenne, è una ragazza disabile. Con un divorzio alle spalle e un marito che, confessa, «non ha mai pagato le spese di sostentamento», la donna è stata ospite, insieme alle sue figlie, di uno zio per qualche mese ma la convivenza si è rivelata impossibile: «Da gennaio la situazione è precipitata, siamo prima state ospiti di amici e poi in alcuni b&b, da allora, solo a settembre sono riuscita a fittare una casa in zona litoranea che ho dovuto lasciare il 15 novembre». Da circa un mese, dunque, Valentina è di nuovo in strada e, se non avesse potuto contare sulla solidarietà di qualcuno, avrebbe già trascorso più di una notte in auto: «In questo periodo ho potuto usufruire di un contributo che il Comune mi aveva concesso per fittare una casa, io avevo fatto richiesta di 2mila euro, mi dissero che più di quello non mi potevano dare. Trovai un appartamento al costo di 500 euro pensando di poter contare sull’intera somma ma dopo 45 giorni riuscì ad averne solo la metà, nel frattempo la casa l’avevo persa e quei soldi li utilizzai sia per pagare i debiti che avevo nei confronti delle strutture ricettive in cui stavo alloggiando, che per il fitto dell’appartamento in litoranea».
Nonostante l’aiuto della Caritas, di fatto la donna può contare esclusivamente
sui voucher che l’Amministrazione le ha concesso per la figlia disabile. Tuttavia «dovrebbero arrivare a cadenza trimestrale – dice – ma ad ora ho ottenuto gli assegni solo per i primi tre mesi dell’anno».
 
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Madre di 5 figli sotto sfratto. «Aiutatemi a trovare un lavoro, rischio di perdere i miei figli»

LA SOCIETA’ CIVILE DELLA SOLIDARIETA’ CHE FA???????
 
Published On: gio, Dic 3rd, 2015
 
Circa un mese fa l’Sos sui social, Facebook in particolare: «Non bevo, non mi drogo, vi prego aiutatemi a trovare un lavoro, rischio di perdere i miei figli». Ma da allora non è cambiato granché. Deborah Soncin, 43 anni, origini piemontesi, residente a Motteggiana e madre di cinque figli, resta ancora in gravi difficoltà economiche. «Non ho lavoro – racconta – ad aprile ne avevo uno alla Sole di Suzzara, ma ho preso due giorni di permesso per un problema con la casa e al termine del periodo di prova mi hanno lasciato a casa». Non solo: « I Servizi sociali mi hanno portato via i miei cinque figli». E il 10 dicembre ci sarà lo sfratto. A segnalare il caso della 43enne l’associazione Solidarietà Nazionale: «Dal primo momento ci siamo preoccupati di portarle cibo e un po’ di affetto. Ci siamo presi a cuore la situazione della sua famiglia anche nel momento in cui i figli le sono stati tolti. Il 10 dicembre avrà lo sfratto esecutivo e, senza casa né lavoro, le speranze di rivedere i suoi figli sono veramente poche».
Quindi il disperato appello: «Chiediamo a chiunque avesse un lavoro, anche umile da offrire a Deborah, di contattarla al numero 327-8199047».

Crisitaly e le minacce che non ci fermeranno

Siamo in democrazia e non si può DESCRIVERE una realtà che non piace a Renzi, alle Boldrini, alle Boschi, alla sinistra al caviale che, essendo moralmente superiore ha lei sola il diritto di dire quali siano i problemi del paese. Chi osa riportare FATTI REALI che contrastano l’immagine che il regime intende trasmettere, la censura e le minacce sono giustificate (sono “estremisti”, chi parla di suicidi, chi parla di povertà, di violenze ed aggressioni)
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Dunque siamo arrivati alle minacce di morte via email.
Mancano quelle per posta scritte tagliando le lettere dai giornali e allora le avremo tutte; una collezione di minacce, più o meno plausibili.
Chiariamo subito un paio di punti:
– Sul portale Crisitaly è presente della pubblicità in quanto il server che ospita il sito ha un costo annuo di circa 1500 euro. Visto che non godiamo di finanziamenti pubblici come la maggior parte dei soloni che leggete e vedete in tv, e visto che non siamo degli Elkann fulminati da filantropia acuta, in qualche modo quei soldi li dobbiamo trovare e la pubblicità è l’unico metodo legale che conosciamo.
– Crisitaly raccoglie e riporta notizie pubblicate dalla stampa, dalle agenzie, dai siti e dai portali. Riteniamo le nostre fonti abbastanza attendibili ed anzi li ringraziamo per il lavoro che fanno sul territorio, raccogliendo notizie che altrimenti in nessun modo sarebbero uscite fuori.
– Crisitaly è su base volontaria, nel senso che chi la cura, lo fa con esclusivo amore per la verità. Un sacrificio quindi. Direte chi ve lo fa fare; nessuno, lo facciamo e basta.
Detto ciò, non ci mettono certo paura i deliri di chi non la pensa come noi, e a dirla tutta neanche ce ne frega più di tanto. Noi andiamo avanti per la nostra strada, fino a che ne avremo voglia e ne sussistano le condizioni.
Anche perché per strada noi ci siamo tutti i giorni e ci resteremo, e semmai incontreremo qualcuno di questi che ci vuole “menare fino ad ammazzarci”, come si dice, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Chi mena chi è tutto da vedere.
Grazie a chi continua a leggere Crisitaly, anche a chi colto da prurito minacciatorio.
Grazie a tutti.

Leopolda, la dittatura renziana mette alla berlina le testate scomode

è IL PARTITO democratico, in lotta contro gli “estremismi”…..tutto è giustificato e concesso se i giusti lo stabiliscono in modo unilaterale
 
domenica, 13, dicembre, 2015
 
“Scegli anche tu il peggior titolo di giornale”, dice il sito della Leopolda. La pagina Facebook ufficiale è ancora più diretta: “La top 11 delle balle contro il governo Renzi“. L’iniziativa della due giorni renziana contro la libertà di stampa è stata lanciata dal palco di Firenze tra battute, risate ironiche e gigantografie dei quotidiani: il nemico numero uno è il Fatto Quotidiano. (da cui è tratto l’articolo)
 
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Per tutta la durata della manifestazione militanti e sostenitori potranno andare sul sito internet a votare quella che per loro è la “worst front page, ovvero la peggior prima pagina. Tra quelle selezionate dallo staff e presentate in video ai partecipanti della kermesse, 11 sono del Fatto Quotidiano, 4 di Libero e una del Giornale. In testa, a poche ore dall’inizio della competizione, c’è Libero con “Immigrati in cattedra e lezioni all’asilo”, subito dietro il Fatto Quotidiano con “Le grandi riforme: insegnanti deportati e Jobs act fuorilegge”.
 
Sulla pagina Facebook le stesse immagini sono rilanciate con un post dal titolo: “La top 11 delle balle contro il governo Renzi”. Rimane misterioso il perché molti dei titoli del Fatto citati siano una balla: ad esempio “E’ Landini l’antirenzi” (il segretario della Fiom a giugno scorso ha lanciato la ‘coalizione sociale’ e rivolgendosi al premier ha detto: “Si preoccupi di cosa c’è fuori e dentro il Pd”); poi “Fiducia sull’articolo 18, Renzi distrugge la sinistra” (il Senato ha votato la fiducia al Jobs act a dicembre 2014); ma anche “Il Parlamento ignora Re Giorgio e Renzi fa il patto di governo con B.” (da gennaio 2014 a febbraio 2015 Renzi e Berlusconi hanno stretto un accordo per le riforme e votato insieme numerosi provvedimenti, dal Jobs act al ddl Boschi); e infine “Pd panico Grillo” (poco prima delle Europee 2014 i sondaggi davano il M5S a 2\4 punti percentuali di distanza dal Partito democratico) .
 
In serata è arrivato anche il commento del senatore della minoranza Pd Miguel Gotor: “Trovo sbagliato che il presidente del consiglio, ossia il detentore del potere esecutivo, metta alla berlina alcune testate giornalistiche, quelle che criticano i provvedimenti del governo. Forse tra una Leopolda e un’altra si stanno perdendo con troppa leggerezza, e un eccesso di indifferenza dell’opinione pubblica, senso delle proporzioni e del proprio ruolo istituzionale”.

Migranti, 350 Coop hanno debiti per milioni di euro: “la regione Sicilia non paga”

perché in mezzo ad una strada? Le coop non hanno dividendi da devolvere alla pura solidarietà? O se non genera LUCRO la solidarietà diventa quella fuffa propagandistica che è sempre stata vedi MAFIA CAPITALE??
sabato, 12, dicembre, 2015
 
“Il 31 dicembre chiuderemo le nostre comunità alloggio per i bambini profughi non accompagnati e oltre quattromila ragazzini, tutti minorenni, resteranno in mezzo alla strada. Non è una minaccia, ma ci siamo indebitati fino al collo e non abbiamo più un euro nelle nostre casse per sfamare e vestire i piccoli”.
 
COOP-SICILIA
E’ l’allarme lanciato da un gruppo di responsabili delle 350 comunità alloggio per minori non accompagnati della Sicilia, che si sono dati appuntamento ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo dove si sta celebrando la Giornata dell’accoglienza. Tengono una grande chiave in mano con la quale accolgono prima il sindaco Leoluca Orlando, poi l’assessore regionale al Lavoro Gianluca Miccichè ed infine l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice. “Stiamo morendo di fame – è il grido d’aiuto lanciato all’Adnkronos da Ilenia Caruso della comunità Papa Francesco di Partinico – Ospitiamo dodici minori provenienti dal Mali, dal Gambia e da tanti altri paesi dell’Africa. L’età media è di 14 anni circa”. Lo stesso problema della cooperativa ‘L’Arca’ che ha venti dipendenti e ospita 48 minori. Il credito che vanta la cooperativa è di oltre un milione di euro.
 
Le comunità alloggio ricevono complessivamente 76,61 euro al giorno per ogni minore non accompagnato. Ma in realtà ne ottengono solo 46, che sono quelli pagati dal Ministero dell’Interno. I restanti 36,61 euro che sono a carico di Regione e Comuni spesso non arrivano perché le casse degli enti locali sono vuote. Alessandro Lo Presti, a capo della comunità l’Edera è preoccupato anche per un altro motivo, perché spiega che “da quando c’è la fatturazione elettronica i comuni non accettano più le fatture”. Alla protesta partecipa pure Cettina Bonetta della comunità ‘Yuvenilia’ di Campobello di Licata, piccolo centro dell’agrigentino. “Non riceviamo i contributi della Regione e degli enti locali dal maggio scorso – dice – Dal Comune ci chiedono una nota di credito”.
 
“Oggi siamo qui – dicono all’unisono i responsabili delle comunità alloggio per i minori – perché il prossimo 31 dicembre saremo costretti a chiudere le nostre strutture e oltre quattromila ragazzini non sapranno dove andare. La Regione e i Comuni hanno in mano i loro destini”. “Tutti dicono che vogliono fare accoglienza – dice Ilenia Caruso – ma nella realtà siamo noi a fare l’accoglienza vera. Perché le istituzioni non ci aiutano”. Poi criticano il Governatore siciliano Rosario Crocetta: “Non si è mai presentato ai nostri tavoli tecnici, ma parla sempre di accoglienza. Invece non ha mai mostrato alcun interesse”. “Siamo al disastro – dice Cettina Bonetta – c’è chi rischia il pignoramento della casa perché ci siamo indebitati fino al collo. Lo Stato è assente”.
 
L’assessore regionale alla Famiglia Gianluca Miccichè, a cui le comunità alloggio hanno regalato una chiave gigante in segno di protesta, ha annunciato: “Lavoriamo ogni giorno fino a tardi per trovare una soluzione a questo grave problema”. E ha dato appuntamento ai responsabili delle comunità “entro la prossima settimana”. Anche l’arcivescovo Corrado Lorefice, ha annunciato che li incontrerà presto. Intanto, quattromila bambini dal primo gennaio 2016 rischiano di restare senza casa. ADNKRONOS

IL BIMBO PROFUGO CHE PIANGE È UN BUFALA: GUARDA CHE SUCCEDE PRIMA – VIDEO

OLTRE ALLE GUERRE UMANITARIE ANCHE LE BUFALE UMANITARIE, non ha niente a che fare con il business più redditizio della droga ovviamente.
Sono solo bugie democratiche e quindi innocenti
 
Ora vi mostriamo come i media di distrazione di massa creano le notizie, per manipolare l’opinione pubblica europea, e favorire, così, l’invasione in corso.
Mezzo ideale di questa manipolazione, nbe abbiamo te vedove affrante dell’immigrazione:
 
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Un bambino zuppo di pioggia e disperato, c’hanno detto, che i cattivi europei non volevano fare entrare.
 
In realtà, il video in nostro possesso, mostra una realtà ben diversa.
 
Il bambino viene preventivamente bagnato e istruito a piangere disperato. VIDEO AL LINK http://voxnews.info/2015/11/02/il-bimbo-profugo-che-piange-e-un-bufala-guarda-che-succede-prima-video/
 
 

E intanto gli scandali in Italia continuano: denunciato a Roma l’ex sindaco Marino per abuso di ufficio

Complimenti. Ovviamente è tutto falso, sono i cattivi che vogliono “far fuori” il kompagno Marino
Aggiunto da Redazione il 10 dicembre 2015
 
cane
Scandalo canili comunali di Roma, cinque milioni di euro annualmente erogati dall’Amministrazione capitolina al gestore privato Avcpp, da vent’anni insediato senza gara o bando pubblico in modo del tutto illegale, di cui solo il 10% destinato ai cani detenuti, il restante spartito tra stipendi d’oro dei numerosi dirigenti, 5/6 mila euro mensili, e spese per la gestione del personale, 109 lavoratori tutti assunti senza aver vinto un concorso pubblico ma scelti per chiamata diretta, per amicizia. Un meccanismo speculativo costruito sulla pelle dei cani detenuti il cui numero non scendeva mai al di sotto di 1.000 unità, numero necessario per garantire l’erogazione dei fondi concordati.
 
Centinaia di documenti interni e protocollati dal Comune di Roma ci sono pervenuti in forma anonima alla nostra sede, confermano la totale illegalità della gestione finanziaria dei canili e gattili comunali. Per decenni è stato messo in piedi un sistema che favoriva lo sviluppo di meccanismi speculativi ed ingiustificatamente lucrativi ai danni delle casse pubbliche dell’Amministrazione capitolina e degli stessi animali.dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano FuccelliI documenti trafugati afferiscono agli affidamenti diretti in convenzione concessi alla Avcpp (Associazione Volontari Canile Porta Portese) con cadenze bi/trimestrali per cui il Comune di Roma si impegnava a versare un canone forfettario mensile di circa 350.000 euro netti quantificato sulla base del numero medio di presenze mensili di animali rilevato nell’ultimo trimestre. Va da se l’equazione meno cani detenuti meno soldi ricevuti. Tale pratica risulta essere del tutto illegale, visto l’ammontare dei finanziamenti l’Amministrazione è obbligata ad indire un bando europeo. Si riscontrano, inoltre, ulteriori anomalie nell’erogazione dei fondi pubblici che privilegiano la Avcpp discriminando le altre associazioni che gestiscono rifugi per animali, ciò fa si che per ogni animale siano erogati fondi che vanno straordinariamente al di sopra delle medie, 18 euro ( di cui solo il 10% destinato effettivamente a loro) contro 4 euro, a fronte di una situazione igienico-sanitaria peggiore di molte altre visto che la Asl ha determinato la chiusura definitiva della metà delle strutture e la messa a norma delle restanti, tutte illegali.conclude Fuccelli – Abbiamo depositato in data odierna presso la Procura di Roma contro l’ex sindaco Marino un atto di denuncia querela per abuso d’ufficio in concorso nel reato. Dei fatti abbiamo interessato anche il Commissario Straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, che ha convocato un incontro il 17 dicembre per esaminare l’intera documentazione trafugata da un “corvo” all’interno del Comune di Roma , determinato ad andare in fondo a ad una situazione di illegalità che si trascina ormai da troppo tempo.”
 
Ufficio Stampa
Partito Animalista Europeo

Maddalena: “I No Tav non sono le Brigate Rosse, ma il sabotaggio è terrorismo”

Maddalena: “I No Tav non sono le Brigate Rosse, ma il sabotaggio è terrorismo”
dicembre 14 2015

di Fabrizio Petrarulo

Marcello Maddalena è chiaro: «Il sabotaggio è una manifestazione del terrorismo». Così il procuratore generale di Torino si è espresso durante il processo d’appello ai quattro attivisti No Tav già condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi per l’attacco al cantiere.
«Mancano le rivolte rispetto alle Brigate Rosse – ha detto Maddalena – ma in questo processo l’obiettivo non è dare la patente di terrorista ma semmai capire se sono dati commessi dei fatti sulla manifestazione».
Il procuratore ha poi osservato «l’innegabile sproporzione tra le condotte addebitate agli imputati rispetto a altre manifestazioni di terrorismo che in altre parti del mondo ci affliggono» ricordando come «le sentenze delle Cassazione in questo procedimento non fanno stato».