GLI ATTACCHI DI PARIGI SONO APPARSI SU WIKIPEDIA E TWITTER PRIMA ANCORA DI ACCADERE ?

Postato il Martedì, 24 novembre 
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FONTE: UPROOTEDPALESTINIANS.WORDPRESS.COM
 
Innanzitutto ringraziamo il lettore che è stato in grado di identificare l’indirizzo IP (82.45.236.70) come appartenente a una lista di indirizzi IP assegnati alla “VirginMedia Consumer Broadband UK”.
 
Il massacro di Parigi pare sia cominciato alle 21.16 (fuso orario dell’Europa centrale).
 
Alle 23.06 in Wikipedia era stato già caricato un articolo estremamente dettagliato, che includeva le dichiarazioni di un ex Presidente Francese e perfette descrizioni degli eventi avvenuti in luoghi diversi, tutte quante cose che la stampa, o almeno quella che ho potuto consultare, non aveva ancora riportato a quel punto.
 
Il fatto che un evento potesse già apparire in Wikipedia a due ore dal suo accadere ha stuzzicato il mio interesse, così sono andato a controllare.
 
Iniziai a leggere la versione corrente dell’articolo e poi passai a leggere la versione antecedente. Scelsi per questo articolo, senza una ragione definita, la versione delle 23.18. A quel punto non ci capivo più nulla.
 
AL punto in cui mi apprestavo a portare avanti la mia verifica le versioni precedenti dell’articolo sparivano dal registro delle modifiche all’articolo di Wikipedia. Tutto quanto prima delle 12.00 non era più visibile, le versioni originali della storia non più consultabili. Ciò ha subito suscitato qualche sospetto.
 
(la lista delle varie versioni modificate cancellate è stata riottenuta andando alla pagine dell’utente che aveva scritto gli articoli nota solo per numero IP:82.45.236.70. La lista appariva e gli articoli erano cliccabili e recuperabili. Potete consultarli anche voi, finchè non saranno rimossi, cliccando sul link).
 
La versione delle 23.18 include discussioni sulla cattura di ostaggi, completa con un numero approssimativo di ostaggi coinvolti (60 circa), insieme a resoconti dettagliati dell’accaduto in vari luoghi. Completo con bibliografia dettagliata. Come potrebbe mai l’autore di Wikipedia medio mettere insieme un lavoro così straordinario in meno di 2 ore? Chiaramente non parliamo dell’autore di wikipedia comune.
 
Vi invito a leggere la prima versione dell’articolo su Wikipedia, che riporto qui in fondo. Alla prima versione seguono varie revisioni, ma la temporalità e l’ordine degli eventi non vengono alterati, ed il fatto che fosse già ben ponderata è uno dei motivi perchè hanno potuto caricarla su Wikipedia così alla svelta. Il succo della storia è pensato per colpire la mente del pubblico.
 
Ancora alle 00.41 i telegiornali riportano solo una lista di eventi in maniera confusa e sporadica, mentre wikipedia, avanti a tutti, aveva già una copertura estesa nel giro d’un paio d’ore. La cosa non mi convinceva più di tanto, così ho deciso di investigare più a fondo.
 
In determinate circostanze è già accaduto che eventi siano apparsi prima, o in simultanea, all’accadere. Non in questo caso. Gli addetti alle operazioni occulte pare abbiano rimediato ad alcune ingenuità. Nondimeno, un reportage così accurato appena un paio d’ore dopo l’evento, per quanto mi riguarda, indica collusione.
 
E continuando più a fondo l’analisi ho trovato un commento così implausibile che per me chiude già il caso.
 
Nella versione delle 23.06 troviamo il commento:
 
“In una dichiarazione televisiva delle 23.58 circa, il Presidente Francese François Hollande annuncia la proclamazione dello stato di emergenza nazionale e la chiusura delle frontiere francesi”.[7]
 
Come fa lo scrittore a riferire di ciò che Hollande farà alle 23.58, come fosse già fatto compiuto, mentre scrive alle 23.06, prima che accada? Non ci ricorda un pò delle BBC che riferisce del crollo del “Building 7” (torri gemelle) mentre il “Building 7” appare ancora tutto intero durante la diretta?
 
Il fatto poi che la lista delle modifiche sia stata rimossa per rendere più complicate le cose ad un eventuale ricercatore. Si può pensare lo scopo sia coprire le tracce.
 
Queste circostanze sono talmente implausibili da far perdere all’articolo di Wikipedia ogni credibilità.
 
Aggiungo prove a supporto della premeditazione dell’evento:
 
La ragione per fare apparire articoli di questo tipo in posti come Wikipedia (congetturo che ci siano altri articoli analoghi altrove) è per “imprimere” la loro versione degli eventi su fonti Internet influenti, condivise e accettate. Il pubblico si fida di Wikipedia. Chi penserebbe mai che viene usato per “vendere” una operazione occulta?
 
Qualcuno si ricorderà del passante di New York l’11 Settembre che, appena gli aerei sono impattati è stato intervistato ed ha detto che era un attacco terroristico. E’stato poi smentito come figurante. E i commentatori alla TV che dal primo minuto attribuirono l’attentato ad Osama Bin Laden? Comparse anche loro.
 
Infatti è stato il loro governo a progettare l’11 Settembre, ed a questi complici fu assegnato il ruolo di impiantare la versione “terrorismo” della storia nella mente del pubblico sin dall’inizio. Una volta che c’è una versione ufficiale dei fatti piantata nella mente del pubblico gli attori ufficiali hanno gioco facile a mettere l’etichetta di “teorico del complotto” su chi si metta a investigare.
 
Ecco indicazioni che l’intento dell’articolo Wikipedia era di fissare la versione degli eventi incentrata sull’elemento Arabo/Musulmano.
 
All’articolo Wikipedia si legge:
 
“Una notizia afferma che si potrebbe trattare di 6 individui armati [10]. La radio Francese Europe 1 riferisce che inoltre ci sarebbero 3 kamikaze suicidi con bombe coinvolti negli attacchi”.
 
Gli attentatori suicidi sono facilmente associati a Musulmani e Arabi nella mente del pubblico.
 
“Una persona sfuggita all’attacco ha riferito ai giornalisti che gli assalitori urlavano qualcosa sulla Siria e di aver visto 5 o 6 assalitori”.
 
Coem affatto l’autore dell’articolo, in meno di due ore, a trovare come fonte “un sopravvissuto all’attacco” mentre ascoltava la radio, leggendo tutti gli articoli che poteva, come sostiene, e allo stesso tempo scrivendo un pezzo così bello che dettagliato? Una dichiarazione del genere per me ha una credibilità bassissima.
 
Il lavoro di questo secondo commento consiste nell’introdurre un secondo elemento nella narrazione: l’associazione con la Siria. Da qui a dire che l’ISIS si è stabilito in Francia e gli attacchi sono il biglietto da visita il passo è breve.
 
La narrazione viene ribadita in seguito:
 
“Il Presidente François Hollande ha rilasciato una dichiarazione: la popolazione Francese deve restare unita contro il terrorismo”.
 
Abbiamo già bello ed accertato che l’attacco è opera di terroristi, forse proveniente dalla Siria, con kamikaze che si sono fatti esplodere.
 
Un elemento che viene stralciato dalla versione delle 23.18, ma presente nella versione delle 23.06 è il seguente: “I terroristi hanno urlato Allah Akbar!!! eQuesto è per la Siria!!!”. Non saprei perchè lo abbiano stralciato. Senza dubbio era coerente alla narrazione, ma comunque lo hanno stralciato.
 
Il fatto che il commento è stato rimosso dal resoconto dopo le 24.00 potrebbe spiegare perchè le precedenti versioni siano state fatte sparire dal registro delle modifiche precedenti. Potrebbero aver temuto di esser visti come “registi” nel caso in cui l’immagine dei terroristi che gridano “Allah Akbar!” fosse stata lasciata. Rimosso il registro precedenti modifiche la dichiarazione non era più alla portata del ricercatore. O così almeno hanno pensato.
 
Conclusioni? Ovvio: sono stati gli Arabi Mussulmani.
 
A seguire inizia la retorica pro-bellica:
 
“l’ex Primo Ministro François Fillon ha rilasciato una dichiarazione dicendo “la guerra è tra noi”. Le autorità hanno invitato la popolazione di Parigi a restare in casa per ragioni di sicurezza”.
 
La guerra è tra noi! [22] Non sembra proprio fatto per accendere la paura della gente? E se ciò non basta, la gente presa in ostaggio farà il resto.[7]
 
“in risposta agli attacchi, le frontiere Francesi sono state chiuse e l’esercito mobilitato.[23]
Inoltre è stato dichiarato lo stato d’emergenza”.
 
Il paese è in stato d’emergenza nazionale. I diritti civili saranno limitati. Molte persone hanno perso la vita. Moltissima paura è stata generata dagli attacchi e dai reportage degli attacchi. E abbiamo un dramma degli ostaggi in corso per mantenere l’attenzione al massimo.
 
Non posso pensare a niente di più forzoso.
 
Ma questa operazione false flag funzionerà? I Francesi ci cascheranno?
 
Molta gente ha perso la vita in atti recenti di terrore di Stato. Altri sono stati tenuti in ostaggio. Dobbiamo a loro se si possono svelare la vera natura di questi attacchi come false flag alla popolazione Francese e mondiale in modo che non finisca per reagire come è desiderato.
 
Suggerisco alla popolazione Francese di indire una campagna, il cui motto è semplicemente “Stop!” ed esplorare tutte le possibilità che potrebbero nascere dal semplice fatto di invitare la gente a fermarsi un attimo.
 
Basta con il terrorismo di Stato. Basta attentare ai diritti civili. Basta con la demonizzazioni di Arabi e Musulmani, che passano falsamente da colpevoli mentre dietro questi atti di violenza, questi massacri, ci sono i nostri governi.
 
Suggerisco che altri prendano un’altro pezzo della storia e continuino a dipanarla finchè l’intera operazione oscura non è svelata.
 
Personalmente dubito che una operazione simile possa essere messa in atto senza lasciarsi dietro numerosi indizi sulla sua natura di fabbricazione.
 
NOTE
 
(1) L’utente che ha scritto la storia è identificato con l’ IP 82.45.236.70.
 
Sulla pagina 82.45.236.70, la lista delle versioni che ha postato sono state cancellate:
(2) Disponibile qui: “23:06: November 2015 Paris Attacks” at http://goldenageofgaia.com/2306-november-2015-paris-attacks/
 
* * *
Pensando che qualcuno poteva cancellare questa versione della storia 23:18, l’ho riprodotta qui:
 
 
Iniziati alle 21:16 (CET) del 13 Novembre 2015, una serie di violenti attacchi si sono verificati nel  10th and 11th arrondissements di Parigi, Francia, e allo Stade de France a Saint-Denis, a Nord cdella capitale,  in altri posti Île-de-France.[1] Almeno tre esplosioni distinte e sei sparatorie sono state segnalate intorno alla capitale, e degli ostaggi sono tenuti al Teatro Bataclan, si presume che siano circa 60 persone in tutto. [2]
 
Il numero delle vittime è sconosciuto, ma si parla di circa 40/70 persone che sono morte.[3][4][5][6][7][1][8][9] Un rapporto parla di sei uomini armati.[10]  Il network francese Europe 1 riporta che tre kamikaze sono stati coinvolti negli attacchi.
 
In un comunicato tv verso le  23:58, il presidente francese François Hollande ha dichiarato lo stato of emergenza e sono stati chiusi completamente i confini.[7] E’ la prima volta chelòa Francia dichiara uno stato di emergenza fin dalle rivolte del 2005
 
Attacchi individuali
 
Ci sono state almeno 6 sparatorie e tre espolosioni.[4][8] Le sparatorie sono state individuate intorno a Rue de la Fontaine-au-Roi, Rue de Charonne, and Rue Bataclan.[6]
 
La sparatoria al Petit Cambodge e Le Carillon
 
Una sparatoria al ristorante Petit Cambodge (“Little Cambodia“) situato nel 10th arrondissement of Paris ha ucciso 4 persone.[7][11][12]. I terropristi hanno anche sparato fuori dal bar Le Carillon vicino a Canal Saint-Martin.[13] Secondo l’ Associated Press attraverso un ufficiale di polizia, 11 perrsone sono state uccise dentro il ristorante.[7]
 
La sparatoria al teatro Bataclan e la presa degli ostaggi
 
Bataclan_theater,_Paris_January_2011
Il teatro Bataclan nel 2011
 
Una seconda sparatoria è avvenuta al teatro Bataclan nell’ 11th arrondissement di Parigi dove il gruppo rock americano Eagles of Death Metal so stava esibendo.[7] Secondo l’ Associated Press, sono state uccise più di 35 persone, e sono stati presi dai 60 ai 100 ostaggi.[6][7] Qualcuno che è riuscito a scappare hanno a un giornalista  raccontato che i terroristi hammo menzionato la Syria e che erano 5 o 6.[14] Ci sono stati altri attacchi come ha riportatola polizia e primi soccorritori che sono arrivati ​​sulla scena. .[15] Uno dei terroristi al Bataclan è esploso, secondo un giornalista di Libération che ha un riportato le parole di un poliziotto presente sulla scena .[14] Julien Pierce, un giornalista di Europe 1, ha visto della gente armata entrare al Bataclan, ha riferito che erano in due o tre non indossavano maschere e che hanno iniziato a sparare  alla cieca sulla folla .[14]
 
Esplosioni alla Stadio Di Francia
 
Almeno 10 persone sono rimaste ferite o uccise in un’esplosione in un bar vicino allo Stadio de France nel sobborgo parigino di Saint-Denis.[5] Il Presidente franceseFrançois Hollande, era presente allo stadio per asistere alla partita amichevole tra Francia e Germania.[16] Hollande è stato condotto fuori dallo stadio in sicurezza [1][7] e si è incontrato  con il Ministro degli interni fancese Bernard Cazeneuve per coordinare una risposta all’emergenza.[17] La partita era in diretta televisiva.[18]. Sospesa la partita, i tifosi sono stati portati in mezzo al campo di gioco in attesa di essere evacuati mentre la  poliziamonitorava tutte le uscite.
 
Forum des Halles esplosioni e soparatoria
 
Una sparatoria e esplosioni sono state riporatate dal Forum des Halles centro di shoppimg nel centro di Parigi.[19][20] Inizialmente la notizia è stata riportata dal network Europe 1 e più tardi confermata dall’ Agence France-Presse (AFP).[21]
 
La risposta del Governo
 
Il presidente François Hollande ha dichiarato, che il popolo francese deve essere forte di fronte al terrorismo. L’ex primo ministro francese François Fillon ha ribadito, che “la guerra è tra noi”.[22] Le autorità hanno invitato i residenti in tutta Parigi di rimanere in casa per la loro sicurezza..[7]
 
In risposta agli attacchi, i confini della Francia sono stati chiusi, e sono stati chiamati i militari.[23] il paese è stsarto messo in stato di allarme.[7]
 
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Questo tweet tratta dell’attacco di Parigi 2 giorni prima che avvenga e questo screenshot non è passato da photoshop o altre modifiche, controllate da voi il link al post di twitter: https://twitter.com/pzbooks/status/664529154344419329
 
Il fatto, poi, che il tweet sia ancora lì, attivo e visibile è parecchio strano.
 
L’attacco di Parigi potrebbe essere stato programmato? Per trovare un nemico nell’Islam e scagliargli contro il mondo intero. Credo basterà un pò di pazienza e sapremo al verità su questi incidenti.
 
Fonte: uprootedpalestinians.wordpress.com
 
Link: http://bosniapress.info/index.php/news-in-english-articles/2459-paris-attack-reported-on-
 
16.11.2015
 
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CONZI

Così viaggia il petrolio rubato dall’Isis verso Turchia e Israele

Contrabbandieri turchi e curdi comprano greggio rubato dallo Stato islamico in Iraq e Siria e lo vendono ai paesi terzi. Israele è uno dei principali clienti di questo petrolio rubato, secondo il media israeliano “The Globe”.
Secondo quanto riporta il media israeliano “The Globe”, l’Isis vende fino a 40.000 barili di petrolio al giorno, guadagnando fino a 1,5 milioni di dollari ogni 24 ore. Uno dei campi petroliferi dove si produce si trova a Deir ez Zor nella Siria orientale. Altri 2 campi petroliferi sono situati in Iraq.
Il petrolio, in seguito, è trasportato a Zakho nel Kurdistan iracheno, vicino al confine tra la Siria e la Turchia. In questa aerea convergono mediatori dalla Turchia e Israele che si accordano sul prezzo.
 
Secondo il quotidiano Al-Arabi al-Jadeed il greggio attualmente si vende a $ 15-18 dollari al barile, mentre sul Brent e WTI lo vendono 41-45 dollari sui mercati internazionali.
Successivamente il greggio finisce nelle mani dei trafficanti turchi per essere distribuito in vari porti e poi ai clienti.
Nell’agosto 2015 ‘The Financial Times’ ha riferito che il 75% del greggio acquistato dagli israeliani proveniva dal Kurdistan iracheno. Più di un terzo di queste importazioni hanno attraversato Ceyhan, un porto turco sul Mediterraneo.
Fonte: RT
Notizia del: 01/12/2015
 

il kompagno Boeri….per fortuna ci sono i moralmente superiori quelli che difendono i deboli ed i lavoratori..

Ora Boeri terrorizza i giovani: “Andate in pensione a 75 anni”
 
Nell’ipotesi di un tasso di crescita del pil dell’1%, i 30enni di oggi dovranno lavorare fino a 75 anni. Con prestazioni del 25% più basse
Sergio Rame – Mar, 01/12/2015 – 14:19
La bomba è stata lanciata. E getterà sicuramente il panico tra tutti i trentenni di oggi. Intervenendo al convegno Pensioni e povertà oggi e domani, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha minacciato che nel 2050, “nell’ipotesi di un tasso di crescita del pil dell’1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni”.
 
Non solo. Quando poi andranno in pensione, avranno prestazioni mediamente del 25% più basse.
Non è la prima volta che Boeri getta bombe del genere contro il governo. Che, poi, deve correre ai ripari per assicurare lavoratori e pensionati. Ma il presidente dell’Inps continua a dipingere il futuro previdenziale degli italiani con tinte a dir poco fosche. “Avremo problemi seri di adeguatezza, che non potrebbero che aumentare nel caso di una crescita economica minore – spiega – questo aprirà anche un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni. Occorre perciò affrontare molto seriamente il problema di introdurre strumenti forti di contrasto alla povertà”. Secondo le simulazioni dell’Inps, chi è nato nel 1980 riscuoterà mediamente una pensione nel 2050 pari a 1.593 euro, contro l’importo medio di 1.703 euro percepito mediamente oggi da chi è nato nel 1945. “Occorre tuttavia tenere conto – ha spiegato Boeri – del fatto che chi è in pensione attualmente sta ricevendo la pensione per un periodo molto più lungo rispetto a chi la riceverà in futuro”. Perciò l’istituto ha calcolato “un importo medio comparabile” che è pari a 2.106 euro.
 
Ma i problemi dei pensionati non sono solo proiettati solo nel futuro. “Con le regole del contributivo le persone che non raggiungono un certo ammontare di prestazione prima dell’età pensionabile rischiano di non avere alcun reddito – spiega Boeri – si apre perciò il tema di una assistenza di base che protegga queste persone contro il rischio povertà. Èun problema molto serio che riguarda i giovani. Parliamo della generazione 1980, persone che avranno 70 anni nel 2050”. “Col sistema contributivo – aggiunge il numero uno dell’Inps – i buchi contributivi incidono pensantemente, soprattutto quelli che avvengono nelle fasi precoci della carriera”. Perciò, fa poi notare, “se l’economia italiana non cresce almeno dell’1% all’anno e non c’è non un processo di maggiore stabilizzazione del lavoro iniziando con prospettive di carriera più lunghe, senza tutte le interruzioni che contraddistinguono spesso con i contratti termporanei o precari, ci potrebbero essere problemi molto seri in futuro”.
 

Dario Franceschini: “Sono d’accordo con Renzi sul Ponte sullo stretto” (VIDEO)

il Pd può fare tutto. Tanto in piazza non c’è nessuno. Non si vedono le agende rosse in difesa della costituzione, NON SI VEDONO i sindacati contro Poletti che vuole il CAPORALATO per tutti. Si si, due urlacci si fanno tanto per mantenere le apparenze di “antagonista”
 
Dire
Pubblicato: 01/12/2015 14:09 CET Aggiornato: 4 ore fa
 
Il Ponte sullo stretto “in passato era un simbolo, non collegato a un disegno strategico. La volontà che il presidente del consiglio ha espresso, e che io condivido assolutamente, di portare l’alta velocità nel Sud, farla arrivare in sicilia e recuperarla anche sul versante adriatico comporta, come conseguenza di questa scelta, anche il Ponte sullo Stretto”. A dirlo, il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, intervenuto al convegno ‘orizzonte 2020: quali risorse per il turismo’, promosso dall’osservatorio parlamentare per il turismo e in corso a roma a palazzo Giustiniani.
 
“L’alta velocità- ha specificato Franceschini durante il suo intervento- non si può fermare a salerno. Renzi ha posto il tema del ponte sullo stretto non come una cattedrale nel deserto, ma come un pezzo del disegno che porti l’alta velocità fino a Palermo e Catania”.

Detto fatto: Le autorita` stanno utilizzando l’attentato di parigi per introdurre nuove leggi per il controllo delle masse

Pubblicato da neovitruvian
 
leadcia
I funzionari della CIA e dei governo di tutto il mondo stanno utilizzando gli attacchi di Parigi per spingere l’introduzione di nuove leggi per la sorveglianza globale. Ed era tutto pianificato in anticipo.
 
Mentre i sistemi democratici di solito impiegano mesi (se non anni) per passare nuove leggi e normative, ci sono voluti solo pochi giorni dopo gli attentati di Parigi per fregare gli onesti cittadini con leggi che diminuiscono la liberta’ di un individuo. Diverse organizzazioni stanno infatti capitalizzando dalla paura e dal panico causato dagli attacchi per portare avanti una nuova agenda ovvero un nuovo passo coraggioso verso la sorveglianza pubblica totale. Quel che è peggio: le informazioni trapelate dimostrano che le autorità erano in attesa di un attacco terroristico per proseguire con il loro piano.
 
In una e-mail trapelata scritta da Robert S. Litt, avvocato superiore della comunità dei servizi segreti durante il mese di agosto, il piano è chiaramente delineato: Vi è una mancanza di supporto per la messa al bando delle comunicazioni crittografate, ma un attacco terroristico potrebbe trasformare rapidamente le cose .
 
“Anche se il contesto legislativo è molto ostile oggi, le cose potrebbero cambiare in caso di un attacco terroristico o di un evento criminale in cui, la crittografia forte, potra essere mostrata come un ostacolo all’applicazione della legge.
 
Consiglio di mantenere aperte le nostre opzioni per una situazione del genere “.
 
Dopo pochi mesi da questa e-mail, un attacco terroristico si verifica a Parigi. Solo poche ore dopo gli attentati, le news stranamente accusano “le comunicazioni criptate”. Solo pochi giorni dopo gli attacchi, i funzionari chiedono … la messa al bando delle comunicazioni crittografate.
 
Il commissario di polizia di New York, Bill Bratton, la ha definita “una rivoluzione” dicendo che sono necessarie nuove leggi per mettere la crittografia fuori legge , aggiungendo:
 
” La [Crittografia] è qualcosa di cui va discusso al piu’ presto, perché non possiamo continuare ad operare completamente alla cieca.
 
Anche il direttore della CIA John Brennan sta utilizzando gli attacchi terroristici per fare pressioni su leggi che daranno al governo illimitato accesso a tutte le comunicazioni, accusando i “gruppi per la privacy” di ostacolare il loro lavoro.
 
Poi Lunedi, scaricando le colpe all’inverosimile, il direttore della CIA, John Brennan, avrebbe detto che i sostenitori della privacy hanno minato la capacità delle spie di monitorare i terroristi:
 
“A causa di una serie di rivelazioni non autorizzate e ad un sacco di ostacoli per quanto riguarda le modalita` con cui il governo tenta di scoprire questi terroristi, ci sono state alcune azioni politiche e legali che hanno reso la capacità collettiva di trovare questi terroristi, a livello internazionale, molto scarsa”, aggiungendo che c’è un “travisamento riguardo ciò che i servizi di sicurezza di intelligence stanno facendo “.
 
Leggete attentamente i commenti di Brennan, perché sono molto rivelatori. Quando dice “azioni legali”, sta riferendosi al fatto che diversi tribunali federali hanno stabilito che la sorveglianza segreta di massa del governo su milioni di americani è illegale. In pratica il direttore della CIA sta dicendo che è un peccato che i servizi segreti non possano piu` operare completamente al di sopra della legge, infine utilizza i gruppi per la privacy come capri espiatori  per eventuali carenze da parte della sua agenzia. (Anche se può ancora, apparentemente, operare al di sopra della legge.)
 
Ancora più importante, i commenti di Brennan sono incredibilmente disonesti. Il Freedom Act post Snowden, approvato dal Congresso ha riformato uno degli innumerevoli programmi di spionaggio di massa negli Stati Uniti. Era quello che ascoltava solo le telefonate degli americani, ed e` qui il punto: è stato attivo per tutto questo tempo e  chiudera solamente alla fine del mese.
– Ibid.
 
Anche i funzionari di governo nel Regno Unito stanno capitalizzando sulla paura.
 
Dall’altra parte dell’Atlantico, i politici nel Regno Unito, che hanno già le leggi sulla sorveglianza più estese nel mondo occidentale, stanno usando la tragedia per tentare di proporre il loro nuovo e ancor più invasivo, disegno di legge per lo spionaggio di massa che mira a consentire alla polizia di vedere la cronologia web di ogni cittadino e di costringere le aziende come Apple a far girare software per il controllo.
– Ibid.
 
Anche il governo italiano vuole adottare norme contro la privacy. Leggete cosa ha detto Renzi ad una intervista a Skytg24, ieri 18 novembre 2015:
 
“Avverto in questo momento la responsabilità e la delicatezza della fase che stiamo vivendo e proprio per questo penso: cosa serve? Serve investire in cyber security per tracciare cosa passa sul web”.  Il Fatto Quotidiano – Attentati a Parigi, leggi speciali: serve una cyber intelligence equilibrata.
 
NON EFFICACE
 
Nessuna di queste leggi si e` mai dimostrata efficace nel prevenire attacchi terroristici. In realtà, gli attentati di Parigi hanno avuto luogo sei mesi dopo la promulgazione di una legge massiccia (e controversa) di sorveglianza in Francia.
 
Approvata dal Parlamento francese a maggio in risposta agli attacchi contro la rivista con sede a Parigi, Charlie Hebdo, la legge consente al governo di monitorare le telefonate ed e-mail di persone sospettate di legami con il terrorismo, senza l’autorizzazione di un giudice.
 
Ma va oltre. La legge impone ai fornitori di servizi Internet di installare “scatole nere” che sono progettate per aspirare e analizzare i metadati della navigazione web e di Internet in generale per spiare le abitudini di milioni di persone che usano il Web rendendo disponibili i dati ai servizi segreti.
 
In casi eccezionali, la legge consente al governo di distribuire i cosiddetti “cacciatori di imsi” per tenere traccia di tutte le comunicazioni di telefonia mobile in una determinata area. Questi cacciatori sono fondamentalmente progettati per impersonare torri cellulari, ma intercettano e registrano dati di comunicazione da telefoni all’interno della propria portata, e possono anche seguire i movimenti delle persone che trasportano i telefoni.
 
Infine, la legge consente agli agenti del governo di irrompere nelle case dei sospetti terroristi al fine di installare microfoni e telecamere di sorveglianza e keylogger sui computer, in modo da catturare ogni click e lettera digitata.
 
In breve, dopo ogni evento traumatico nel mondo occidentale (fabbricato o meno), l’attenzione è rivolta verso un elemento molto specifico e mirato che “deve essere affrontato il più presto possibile”. Questo articolo è, infatti, parte della controversa legge che è seduta sugli scaffali fino a quando non sara` fatta passare, mentre le masse resteranno a guardare in preda all’orrore. E` successo con il Patriot Act e, quasi 15 anni dopo, sta accadendo di nuovo. La loro formula è “ordine dal caos” e continua a funzionare.
 

Rockefeller di Raqqa: come il petrolio dell’ISIS arriva in Israele

 
Il petrolio prodotto dallo Stato islamico finanzia la sua sete di sangue. Ma come viene estratto, trasportato e venduto? Chi sta comprando, e in che modo raggiunge Israele?
L’ISIS utilizza i milioni di dollari di proventi ottenuti dal petrolio per espandere e gestire vaste aree sotto il suo controllo, in cui vivono circa cinque milioni di civili.
L’IS vende petrolio iracheno e siriano per un prezzo molto basso alle reti e alle mafie curde e turche, che loi vendono poi al governo regionale del Kurdistan.
Successivamente viene trasportato dalla Turchia ad Israele, tramite intermediari conosciuti o meno.
L’IS sostiene di non voler vendere intenzionalmente petrolio ad Israele, accusando gli agenti che lavorano nei mercati internazionali.
 
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GIACIMENTI DI PETROLIO
 
Nei pressi dei giacimenti petroliferi controllati dall’ISIS in nord Iraq e Siria orientale, ci sono cartelli con la scritta: “. E` severamente vietato fotografare – i violatori mettono a rischio la loro sicurezza”.
In questi giacimenti si produce per sette/nove ore al giorno, dal tramonto all’alba, mentre la produzione è in gran parte sotto la supervisione di lavoratori iracheni e degli ingegneri che lavoravano precedentemente (alla presa del territorio da parte dell’IS) nel sito petrolifero.
L’IS è fortemente dipendente dalle sue entrate petrolifere. L’apporto dai suoi altri “redditi”, ad esempio da donazioni e riscatti sta lentamente diminuendo. I lavoratori nei campi petroliferi IS e le loro famiglie sono trattati bene, in quanto fondamentali per la sopravvivenza finanziaria del gruppo.
La capacità di estrazione del petrolio e` ulteriormente aumentata nel 2015 quando il gruppo, ottenne, macchine idrauliche e pompe elettriche dopo aver preso il controllo dei giacimenti petroliferi di Allas e Ajeel vicino alla città irachena di Tikrit.
Il gruppo ha anche sequestrato le attrezzature di una piccola compagnia petrolifera asiatica la quale stava lavorando in un giacimento petrolifero vicino alla città irachena di Mosul.
La produzione di petrolio in Siria si concentra sui giacimenti petroliferi di Conoco e al-Taim, ovest e nord-ovest di Deir Ezzor, mentre in Iraq il gruppo utilizza i giacimenti di al-Najma e al-Qayara nei pressi di Mosul. Un certo numero di giacimenti più piccoli sia in Iraq che in Siria sono utilizzati dal gruppo per le esigenze energetiche locali.
Secondo le stime basate sul numero di petroliere che lasciano l’Iraq, oltre alle fonti di al-Araby nella città turca di Sirnak, al confine con l’Iraq, attraverso la quale e` possibile contrabbandare il petrolio, l’IS sta producendo una media di 30.000 barili al giorno da il petrolio iracheno e siriano.
 
EXPORT
 
Al-Araby ha ottenuto informazioni su come il petrolio viene contrabbandato da un colonnello dei servizi segreti iracheni che manteniamo anonimo per la sua sicurezza.
L’informazione è stata verificata da funzionari della sicurezza curdi, da dipendenti che lavorano alla frontiera di Ibrahim Khalil tra la Turchia e il Kurdistan iracheno, e da un funzionario presso una delle tre compagnie petrolifere che si occupano di petrolio contrabbandato dall’ISIS.
Il colonnello iracheno, che insieme agli investigatori americani sta lavorando su un modo per fermare i flussi di finanziamento del terrorismo, ha spiegato ad al-Araby il percorso del petrolio contrabbandato, dai punti di estrazione nei giacimenti petroliferi iracheni verso le sue destinazioni – che prevedono in particolare il porto di Ashdod, in Israele.
“Dopo che l’olio viene estratto e caricato, le petroliere lasciano la provincia di Ninive e si dirigono a nord verso la città di Zakho, 88 km a nord di Mosul,”, afferma il colonnello.
Zakho è una città curda nel Kurdistan iracheno, proprio sul confine con la Turchia.
 
“Dopo che i camion di petrolio IS arrivano a Zakho – normalmente 70-100 alla volta – si incontrano con le mafie che gestiscono il contrabbando di petrolio, un mix di curdi siriani e iracheni, oltre ad alcuni turchi e iraniani”, ha continuato il colonnello.
 
“Il responsabile della spedizione del petrolio, lo vende al miglior offerente”, il colonnello ha aggiunto.
La concorrenza tra bande organizzate ha raggiunto il culmine, e l’assassinio di capi mafia è diventato un luogo comune.
Il miglior offerente paga tra il 10 e il 25 per cento del valore del petrolio in contanti – dollari – e il resto viene pagato dopo, secondo il colonnello.
 
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Gli autisti consegnano i loro veicoli ad altri autisti che hanno i permessi e le carte per attraversare il confine con la Turchia, assieme al loro prezioso carico. Agli autisti originali vengono dati dei camion vuoti e rispediti in aree controllate dall’ISIS.
 
Secondo il colonnello, tali operazioni si svolgono in varie locations, alla periferia di Zakho. I luoghi di incontro vengono decisi per telefono.
 
Prima di attraversare le frontiere, le mafie trasferiscono il greggio a raffinerie rudimentali di proprietà privata, in cui il petrolio è riscaldato e di nuovo caricato su camion che finalmente attraverseranno la frontiera di Ibrahim Khalil in Turchia.
 
L’affinamento rudimentale, secondo il colonnello, viene eseguito perché le autorità turche non consentono il passaggio del petrolio greggio, a meno che non vi sia la licenza da parte del governo iracheno.
 
La fase iniziale di affinamento viene condotta per ottenere documenti che attestino il trasporto di derivati ​​del petrolio, i quali sono autorizzati attraverso il confine.
 
Secondo l’ufficiale dei servizi segreti, i funzionari di frontiera ricevono grandi tangenti dalle locali bande di contrabbandieri.
 
Una volta in Turchia, i camion continuano verso la città di Silopi, dove il petrolio viene consegnato ad una persona che si fa chiamare Dr. Farid o Hajjid Farid o zio Farid.
 
Lo zio Farid è un uomo sulla cinquantina con la doppia cittadinanza greco-israelita. E` di solito accompagnato da due possenti guardie del corpo in una Jeep Cherokee nera. A causa dei rischi nel scattare una foto allo zio Farid, abbiamo un disegno del suo aspetto.
 
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Una volta all’interno della Turchia, il petrolio è indistinguibile da quello venduto dal Governo regionale del Kurdistan, in quanto entrambi sono venduti “illegalmente” e “senza licenza”.
Le aziende che acquistano il petrolio KRG (governo regionale del Kurdistan) acquistano anche quello dell’IS, secondo il colonnello.
 
LA STRADA PER ISRAELE
 
Dopo aver pagato gli autisti, gli intermediari e  le tangenti, il profitto dell’ISIS è di $ 15 / $ 18 al barile. Il gruppo attualmente fa $ 19.000.000 in media ogni mese, secondo l’ufficiale dei servizi segreti.
Lo zio Farid possiede un business di import-export con licenza che usa per stipulare accordi tra le mafie di contrabbando che comprano il petrolio e le tre compagnie petrolifere che esportano il petrolio in Israele.
Al-Araby ha i nomi di queste società e i dettagli dei loro traffici illeciti. Una di queste aziende è anche supportata da un funzionario occidentale di altissimo profilo.
Le aziende competono per comprare il petrolio di contrabbando e poi trasferirlo in Israele attraverso i porti turchi di Mersin, Dortyol e Ceyhan, secondo il colonnello.
 
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Al-Araby ha scoperto diversi broker che lavorano nello stesso settore di zio Farid – tuttavia e` lui il broker più influente ed efficace quando si tratta di marketing nel contrabbando di petrolio.
 
Un documento scritto dagli ingegneri navali George Kioukstsolou e Dr Alec D Coutroubis presso l’Università di Greenwich traccia il commercio di petrolio attraverso il porto di Ceyhan, e ha trovato una correlazione tra i successi militari dell’IS e i picchi nella produzione di petrolio.
Nel mese di agosto, il Financial Times ha riferito che Israele ottenne il 75 per cento delle sue forniture di petrolio dal Kurdistan iracheno. Più di un terzo di tali esportazioni passano attraverso il porto di Ceyhan.
 
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Kioukstsolou ha detto a al-Araby al-Jadeed che questo suggerirebbe corruzione tra gli intermediari e coloro seduti al livello piu` basso della gerarchia del commercio – piuttosto che abuso istituzionale da parte delle imprese multinazionali o dei governi.
 
Secondo un funzionario europeo, che ha incontrato al-Araby in una capitale del Golfo, in una compagnia petrolifera internazionale , Israele raffina il petrolio solo “una o due volte”, perché non ha raffinerie avanzate. Esporta poi il petrolio ai paesi mediterranei per $ 30 a $ 35 al barile.
 
“Il petrolio viene venduto entro un giorno o due ad un certo numero di società private, mentre la maggioranza va ad una raffineria italiana di proprietà di uno dei maggiori azionisti di una società calcistica italiana [nome rimosso] dove il petrolio è raffinato ed utilizzato localmente” ha aggiunto il funzionario europeo.
 
“Israele e` diventata in un modo o nell’altro l’acquirente principale di petrolio IS. Senza di loro, il petrolio in eccedenza sarebbe restato in Iraq, Siria e Turchia. Anche le tre società non avrebbero ricevuto il petrolio se non avessero un acquirente in Israele “, ha detto il funzionario del settore.
 
Secondo lui, la maggior parte dei paesi evita di comprare questo petrolio di contrabbando, nonostante il suo prezzo allettante, a causa delle implicazioni legali e della guerra contro il gruppo Stato Islamico.
 
CONSEGNA E PAGAMENTO
 
Al-Araby ha scoperto che IS utilizza una varietà di modi per ricevere i pagamenti per il suo petrolio di contrabbando – in modo simile ad altre reti criminali internazionali.
 
In primo luogo, l’IS riceve un pagamento in contanti del 10 – 25 per cento del valore del petrolio seguito della cessione a bande criminali che operano in tutto il confine con la Turchia.
 
In secondo luogo, i pagamenti da società commerciali di petrolio sono depositati in un conto bancario turco privato appartenente ad una persona irachena anonima, attraverso qualcuno come zio Farid, e poi trasferiti a Mosul e Raqqa, riciclati attraverso una serie di società di cambio valuta.
 
In terzo luogo, i pagamenti del petrolio sono usati per comprare le auto che vengono esportate in Iraq, dove vengono vendute dagli operatori IS a Baghdad e alle città del sud. I proventi vengono poi trasferiti nel tesoretto dell’ISIS.
 

Il colonnello israeliano dello Stato islamico

novembre 29, 2015 
 
F. William Engdahl NEO 25/11/2015
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Questo sicuramente non doveva succedere. Sembra che un colonnello israeliano sia stato “catturato con i pantaloni calati”. Intendo dire è stato catturato assieme a un branco di terroristi cosiddetti dello SI o Stato islamico o SIIL o DAASH a seconda le preferenze, da soldati dell’esercito iracheno. Interrogato dall’intelligence irachena, apparentemente ha detto molto sul ruolo delle IDF di Netanyahu nel sostenere lo SIIL. 
 
A fine ottobre un’agenzia di stampa iraniana, citando un alto ufficiale dei servizi segreti iracheni, riferiva la cattura di un colonnello dell’esercito israeliano del battaglione Golani, Yusi Oulen Shahak, collegato allo SIIL operante in Iraq nel fronte di Salahudin. In una dichiarazione semi-ufficiale a Fars News Agency un comandante dell’esercito iracheno ha dichiarato: “La sicurezza e le forze popolari hanno preso prigioniero un colonnello israeliano“, aggiungendo che il colonnello delle IDF “aveva partecipato ad operazioni terroristiche del gruppo taqfirita dello SIIL“, e il colonnello era stato arrestato asisieme a numerosi terroristi dello SIIL, fornendo dettagli: Il nome del colonnello israeliano è Yusi Oulen Shahak ed è indicato colonnello della brigata Golani… codice di sicurezza e militare Re34356578765az231434“.
 
Perché Israele?
Fin dall’inizio dell’efficace bombardamento russo di obiettivi selezionati in Siria, il 30 settembre, i dettagli del ruolo molto sporco non solo di Washington, ma anche del membro della NATO Turchia del presidente Erdogan, Qatar e altri Stati, sono venuti alla luce del sole per la prima volta. È sempre più chiaro che almeno una fazione dell’amministrazione Obama abbia svolto un ruolo molto sporco dietro le quinte, sostenendo lo SIIL per promuovere la rimozione del presidente siriano Bashar al-Assad e aprire la via inevitabilmente a caos e distruzione in stile libico che farebbe dell’attuale crisi dei rifugiati siriani in Europa un semplice gioco in confronto. La “fazione pro-SIIL” a Washington comprende i cosiddetti neoconservatori, radunati intorno al disonorato ex-capo della CIA e carnefice del “surge” iracheno generale David Petraeus, tra cui anche il generale John R. Allen che da settembre 2014 era l’inviato speciale del presidente Obama presso la coalizione globale per contrastare lo SIIL (Stato islamico di Iraq e Levante) e, fin quando si dimise nel febbraio 2013, anche la segretaria di Stato Hillary Clinton. Significativamente, il generale John Allen, fautore acceso della “No Fly Zone” dagli Stati Uniti in Siria al confine con la Turchia, che il presidente Obama ha rifiutato, fu sollevato dall’incarico il 23 ottobre 2015, poco dopo il lancio degli efficacissimi attacchi russi ai siti terroristici in Siria di Jabhat al-Nusra di al-Qaida e dello SIIL, cambiando l’intera situazione del quadro geopolitico della Siria e del Medio Oriente.
 
I rapporti delle Nazioni Unite citano Israele
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Che Likud di Netanyahu e militari israeliani collaborino strettamente con i falchi neo-conservatori di Washington è ormai noto, così come la veemente opposizione del primo ministro Benjamin Netanyahu all’accordo nucleare di Obama con l’Iran. Israele considera il gruppo filo-iraniano sciita Hezbollah nel Libano un arcinemico. Hezbollah ha attivamente combattuto a fianco dell’Esercito siriano contro lo SIIL in Siria. La strategia del generale Allen per “bombardare lo SIIL” da quando fu posto a capo delle operazioni nel settembre 2014, come Putin e il Ministro degli Esteri della Russia Lavrov hanno ripetutamente sottolineato, lungi dal distruggere lo SIIL in Siria, ne ha notevolmente ampliato il territorio controllato. Ora è chiaro che ciò era proprio l’intento di Allen e della fazione bellicosa di Washington. Almeno dal 2013 i militari israeliani hanno anche bombardato apertamente ciò che sostenevano essere obiettivi di Hezbollah in Siria. Dall’inchiesta è emerso che in realtà Israele colpiva obiettivi di Hezbollah che coraggiosamente combatte SIIL e altri terroristi in Siria. 
Di fatto Israele aiutava lo SIIL, come i bombardamenti “anti-SIIL” del generale John Allen. Che una fazione del Pentagono operi segretamente dietro le quinte per addestrare, armare e finanziare ciò che oggi viene chiamato SIIL in Siria è ormai di dominio pubblico. Nell’agosto 2012, un documento del Pentagono classificato “segreto” e poi declassificato su pressione dell’ONG Judicial Watch degli Stati Uniti, dettaglia proprio l’emergere di ciò che è diventato lo SIIL, nato dallo Stato Islamico in Iraq e poi affiliatosi ad al-Qaida. 
 
Il documento del Pentagono dichiara “…vi è la possibilità di creare un dichiarato o meno principato salafita in Siria orientale (Hasaqa e Dayr al-Zur), e questo è esattamente ciò che le potenze che sostengono l’opposizione (ad Assad) vogliono per isolare il regime siriano, considerato profondità strategica dell’espansione sciita (Iraq e Iran)“. 
 
Le potenze che sostenevano l’opposizione nel 2012 includevano Qatar, Turchia, Arabia Saudita, Stati Uniti e dietro le quinte Israele di Netanyahu. Proprio tale creazione del “principato salafita in Siria orientale”, territorio oggi dello SIIL, era l’ordine del giorno di Petraeus, Allen e altri a Washington per distruggere Assad. E’ ciò che spinge l’amministrazione Obama ad avanzare la bizzarra richiesta a Russia, Cina e Iran di cacciare Assad prima di passare a distruggere lo SIIL. 
 
Ora il mondo vede chiaramente la doppiezza di Washington nel sostenere ciò che i russi con precisione chiamano “terroristi moderati” contro Assad regolarmente eletto. Che Israele sia nel nido di ratti delle forze terroristiche in Siria è confermato da un recente rapporto delle Nazioni Unite. Ciò che il rapporto non menziona è il motivo per cui le IDF israeliane abbiano tale appassionato interesse in Siria, in particolare nelle alture del Golan.
 
Perché Israele vuole cacciare Assad
Nel dicembre 2014 il Jerusalem Post riportava i risultati di una relazione in gran parte ignorata, e politicamente esplosiva, che dettagliava gli avvistamenti delle Nazioni Unite di militari israeliani insieme ai terroristi dello SIIL. La forza di pace delle Nazioni Unite, la Forza di osservatori dell’ONU sul disimpegno (UNDOF), di stanza dal 1974 al confine sul Golan tra Siria e Israele, rivelava che Israele collabora strettamente con i terroristi dell’opposizione siriana, tra cui al-Qaida, al-Nusra e SIIL, sulle alture del Golan, con cui “mantiene stretti contatti negli ultimi 18 mesi“. La relazione fu presentata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I media tradizionali di Stati Uniti e occidente ne hanno sepolto i contenuti esplosivi. I documenti delle Nazioni Unite dimostrano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) mantengono contatti regolari con i membri del cosiddetto Stato islamico da maggio 2013. L’IDF dichiarava che ciò valeva solo per cure mediche ai civili, ma l’inganno fu svelato quando gli osservatori dell’UNDOF notarono i contatti diretti tra forze dell’IDF e dello SIIL, oltre alle cura ai terroristi dello SIIL. Le osservazioni includevano il trasferimento di due casse dalle IDF allo SIIL, i cui contenuti non furono confermati. Inoltre il rapporto delle Nazioni Unite identificava ciò che i siriani etichettavano “punto di trasferimento di forze tra Israele e SIIL“, una preoccupazione dell’UNDOF presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’UNDOF fu creata dalla risoluzione n° 350 del maggio 1974 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per le tensioni dopo la Guerra del Kippur dell’ottobre 1973 tra Siria e Israele, creando una zona cuscinetto tra Israele e Siria sul Golan, governato e controllato dalle autorità siriane, secondo l’accordo sulle Forze di disimpegno del 1974. Solo alle forze dell’UNDOF era consentito stazionarvi, che oggi contano 1200 osservatori. Dall’escalation degli attacchi israeliani alla Siria nel 2013, sulle alture del Golan, sostenendo la presenza di “terroristi di Hezbollah“, l’UNDOF stessa fu oggetto di attacchi massicci dai terroristi di SIIL o al-Nusra di al-Qaida, per la prima volta dal 1974, con rapimenti, omicidi, furto di armi, munizioni, veicoli e altri beni, e saccheggio e distruzione di strutture delle Nazioni Unite. Qualcuno evidentemente non vuole che l’UNDOF rimanga sulle alture del Golan.
 
Israele e il petrolio del Golan
Nell’incontro con il presidente Obama alla Casa Bianca, il 9 novembre, il primo ministro israeliano Netanyahu chiese a Washington di riconsiderare il fatto che, dalla guerra dei sei giorni del 1967 tra Israele e Paesi arabi, Israele abbia illegalmente occupato una parte significativa delle alture del Golan. Nell’incontro, Netanyahu, apparentemente senza successo, invitava Obama a sostenere la formale annessione israeliana delle alture occupate illegalmente del Golan, sostenendo che l’assenza di un governo siriano operativo “permette di pensarla diversamente” sullo status futuro dell’importante area strategica. Naturalmente Netanyahu non parlava apertamente di come IDF e altre forze israeliane fossero responsabili dell’assenza di un governo siriano attivo, sostenendo SIIL e al-Qaida. Nel 2013, quando l’UNDOF cominciò a documentare i molteplici contatti tra militari israeliani e SIIL e al-Qaida sulle alture del Golan, l’oscura compagnia petrolifera di Newark in New Jersey, Genie Energy, con una filiale israeliana, Afek Oil & Gas, cominciò ad entrare nelle alture del Golan con il permesso del governo Netanyahu, per cercare il petrolio. Quello stesso anno, gli ingegneri militari israeliani revisionarono la recinzione al confine di 45 miglia con la Siria, sostituendola con una barricata di acciaio con filo spinato, sensori, rilevatori di movimento, telecamere a infrarossi e radar, collegandolo al Muro che Israele ha costruito in Cisgiordania. È interessante notare che l’8 ottobre, Yuval Bartov, capo geologo della controllata israeliana di Genie Energy, Afek Oil & Gas, dichiarava alla TV israeliana Channel 2 che la sua azienda aveva trovato un grande giacimento di petrolio sulle alture del Golan:Abbiamo trovato uno strato di olio di 350 metri di spessore nelle alture del Golan meridionali. In media nel mondo, gli strati hanno uno spessore di 20 – 30 metri, e questo è 10 volte più grande, quindi parliamo di notevoli quantità“. Come ho sottolineato in un precedente articolo, l’International Advisory Board di Genie Energy include gente come Dick Cheney, l’ex-capo della CIA e infame neo-con James Woolsey, Jacob Lord Rothschild e altri. Ovviamente nessuna persona ragionevole penserebbe che ci possa essere un legame tra militari israeliani e SIIL e altri terroristi anti-Assad in Siria, soprattutto sulle alture del Golan, il ritrovamento di petrolio della Genie Energy nello stesso luogo, e l’ultimo appello ad Obama di Netanyahu a “ripensarci” sulle alture del Golan. Saprebbe troppo di “teoria della cospirazione” e come sanno tutte le persone ragionevoli le cospirazioni non esistono, sono solo coincidenze. O? In effetti, parafrasando le parole immortali di Brad Pitt nel ruolo del primo tenente Aldo Raine nella scena finale del brillante film di Tarantino, Bastardi senza gloria, sembra che il vecchio Netanyahu e i suoi amici ciucciapiselli di IDF e Mossad siano stati presi con le mani nella sudicia marmellata della Siria.
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F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, laureato in Scienze Politiche all’Università di Princeton, autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Israele presta assistenza medica a 500 miliziani componenti di Al Nusra (Al Qaeda)

ma Israele non era tanto atterrito dal terrorismo islamico? Sicuramente sono i cosiddetti ribelli moderati tanto cari ai narratori/sostenitori delle RIVOLUZIONI COLORATE
 
nov 26, 2015
 
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Netanyahu visita i terorristi feriti
 
La giornalista australiana della “News Corp”, Sharri Markson, nel corso di una visita guidata in un ospedale israeliano , nel “Ziv Medical Center” a Zefat (nord di Israele), ha potuto verificare che vi erano ricoverati in quella struttura circa 500 miliziani del gruppo Al Nusra che le autorità israeliane avevano ricoverato per assistenza medica.
Nel corso di un viaggio organizzato dalla Australia/Israel and Jewish Affairs Council (AIJAC), in cui erano stati invitati diversi medici internazionali, la Markson ha potuto constatare, attraverso la raccolta di testimonianze dei pazienti, che questi appartenevano tutti all’ortganizzazjone terrorista di Al Nusra.
 
I 500 pazienti erano stati tutti feriti in territorio siriano ed hanno fornito dettagli alla giornalista di come erano stati trasferiti dalla Siria in quell’ospedale da parte dell’Esercito israeliano che ha prestato loro assistenza. Da dove poi, hanno dichiarato che, una volta dimessi, sarebbero dovuti ritornare a combattere in territorio siriano.
 
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Sherri Markson, reporter australiana
 
Nel gruppo dei giornalisti facevano parte il redattore capo aggiunto del Daily Telegraph, Ben English; il giornalista della Seven News, Alex Hart; il reporter político di Sky News, David Lipson; il redattore capo della Australian Financial Review, Aaron Patrick; il capo della sezióne política del Sydney Morning Herald e delThe Age, Bevan Shields.  Sono stati tutti quelli che hanno assistito alla visita patrocinata da Israele e dall’ Australia.
Il clima nell’Ospedale era molto intenso e drammatico,’ ha detto una fonte. ‘C’era una grande confusione e improvvisamente c’erano forze di  sicurezza dappertutto.’
 
Oltre 500 siriani – tra cui combattenti feriti mentre combattevono contro il regime di Assad –risulta che sono stati curati presso il centro medico di Ziv a Safed, vicino al confine siriano.
In un briefing prima del tour, il personale dell’ospedale ha detto ai giornalisti che i pazienti potrebbero essere a rischio al loro ritorno in Siria, se  si fosse venuto a sapere che avevano ricevuto il trattamento medico in Israele. L’ospedale utilizza metodi propri  per trasferire segretamente i pazienti dentro e fuori la Siria. Otto giornalisti presenti sono stati incaricati di non registrare i nomi dei pazienti e di non scattare foto che potrebbero  identificarli.
 
Fairfax Media ha capito che, durante la visita, Markson si è distaccata dagli altri giornalisti per parlare con i pazienti senza supervisione e per scambiare i dati di contatto con loro. Ciò ha condotto al suo fermo da parte forze di sicurezza. L’incidente è stato però risolto, dopo intervento del NSW ebraico. Il consigliere  dei deputati, chief executive, Vic Alhadeff, Signor Alhadeff, che è tornato in Australia, ha detto: ‘ la nostra preoccupazione fondamentale era per la sicurezza e la sicurezza dei pazienti siriani. ‘ A questo proposito, siamo molto attenti a non rivelare la loro identità.
 
Si è trattato di un malinteso sfortunato, ma la situazione è stato rapidamente risolta. ‘ Il  direttore esecutivo del Consiglio Ebraico, Colin Rubenstein, che non è stato al viaggio, ha confermato  che un problema  era avvenuto presso l’ospedale.  iI rappresentante del Consiglio per il viaggio  ha riferito  che la Markson avrebbe preso l’indirizzo e-mail di un siriano senza avvertire i funzionari di sicurezza del paziente, questo ha causato il fermo della giornalista. Le forze di sicurezza hanno ordinato alla giornalista di cancellare tutti i dati in suo possesso e di non rivelare i nomi e quanto aveva visto. La giornalista ha riferito di essere stata perquisita e trattata molto duramente dalle forze israeliane.
 
Nello stesso ospedale era avvenuta, alcui mesi fa, la visita del premier israeliano Netanyahu ai miliziani feriti ricoverati nella struttura, nel corso della quale si era congratulato con loro e si era fermato a parlare con i terroristi alloggiati nei reparti.
 
L’assistenza che il governo di Israele presta ai miliziani del gruppo Al Nusra risulta cosa nota da tempo ed è stato rilevato che Israele fornisce agli stessi miliziani anche armi, rifornimenti ed equipaggiamenti vari per consentire loro di tornare a combattere in territorio siriano.
 
Fonti: Sidney Morning Herald            Al Manar

Lavoro, Poletti sogna il cottimo: “Penso a contratto non legato a ore ma ai risultati”

il kompagno Poletti, ministro delle coop e di tanta tanta SOLIDARIETA’ vuole il CAPORALATO PER LEGGE PER TUTTI. L’eguaglianza moralmente superiore, intanto, i cosiddetti antagonisti che a parole sostengono che questo sia un governo di DESTRA, in strada non ci vanno. Le parole costano poco e servono a fingere che si contrastino questi provvedimenti CONTRO I LAVORATORI, a fatti GUAI A MUOVERSI (o salgono le destre al potere, dicono).
 
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Lavoro & Precari
 
Il ministro ha detto agli studenti della Luiss che “l’ora di lavoro è un attrezzo vecchio che non permette l’innovazione”. Nuova picconata a quelli che secondo l’ex presidente Legacoop sono miti da sfatare. Giovedì aveva affermato che “la storia secondo cui c’è un posto dove si va a lavorare, la fabbrica, è finita”
di F. Q. | 27 novembre 2015

LA CONSULTA DEI NOMINATI

vedete qualcuno in piazza???? Le agende rosse dove sono? La costituzione non ha più autonominatisi difensori? I paladini della costituzione sono a massacrare di botte qualche studente universitario politically scorrect, per salvaguardare questa democrazia del Pd che a quanto pare è perfetta e piace a molti.
 
dic 01, 2015
 
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Corte Costituzionale in riunione
 
di Marco Della Luna
 
La Corte Costituzionale dovrà presto giudicare sulla costituzionalità o incostituzionalità dell’Italicum, la controversa riforma elettorale di Renzi, che, abolendo la separazione dei poteri, concentra nelle mani del premier molti poteri dello Stato oltre al dominio sul suo partito e di nomina dei futuri parlamentari.
 
Ora Renzi sta mercanteggiando per far eleggere tre (o almeno due su tre) giudici costituzionali scelti da lui tra esperti che già si sono dichiarati favorevoli all’Italicum, in modo di assicurarsi che la Corte Costituzionale dichiarerà che l’Italicum è costituzionale. E’ come se una delle parti di un processo scegliesse tra i propri amici i giudici del medesimo processo prima che questo inizi. Ma l’ambiente parlamentare è notoriamente un foro di mercanteggiamenti, di scambi, di spartizioni, di lottizzazioni, di consociativismo, e non certo di rappresentanza degli interessi nazionali.
 
A questo punto, se Renzi riuscirà a fare eleggere giudici-amici, il futuro e probabile giudizio di costituzionalità in favore della sua legge elettorale sarà un giudizio contrario ai principi fondamentali di diritto e di decenza. Con una Corte Costituzionale composta di giudici nominati dal premier col voto di una maggioranza parlamentare illegittima (perché dovuta a un premio di maggioranza già giudicato incostituzionale dalla stessa Corte) di un parlamento di nominati, sarà lo sputtanamento finale delle istituzioni, del quale in effetti si sente fortemente il bisogno, per poter finalmente ricominciare a ragionare da zero, da una bella tabula rasa.