L’agguato turco al Su-24 russo fu guidato dagli USA

novembre 30, 2015 
 
Questo è ciò che si chiama ‘pugnalata alle spalle’ dalla ‘coalizione antiterrorismo’
Aleksej Leonkov, RegnumRussia Insider
Un esperto militare ed editorialista della rivista Arsenale della Patria spiega i dettagli dell’abbattimento del cacciabombardiere e perché non tutto è andato bene, in un intervista all’agenzia stampa Regnum.
 
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Com’è andata?
Un aereo AWACS Boeing E-3 Sentry dell’US Air Force è decollato il 24 novembre dalla base aerea di Preveza in Grecia. Un secondo E-3A dell’aviazione saudita è decollato dalla base aerea di Riyadh. Entrambi gli aerei eseguivano attività per determinare la posizione precisa degli aerei russi. Sono essi che scelsero la “vittima”. L’E-3A statunitense doveva rilevare l’attività del radar di puntamento del Su-24M2, per determinare se fosse in modalità di ricerca o se avesse già agganciato un bersaglio elaborando i dati di lancio. E’ noto che l’AWACS può dirigere l’attività di aeromobili in combattimento, trasmettendo informazioni all’avionica e ai computer di volo a bordo.
 
Cioè, per stabilire se il nostro aereo fosse indifeso?
Come si è visto, sì. Come sappiamo, il Su-24M2 rientrava dalla missione, e il suo computer di volo operava in modalità “navigazione” in tandem con il GLONASS (GPS russo). Stava tornando alla base e non si preparava all’azione. Per tutto il tempo, gli E-3 trasferivano informazioni dettagliate sul Su-24M2 ad una coppia di F-16CJ turchi. Tale aereo (F-16CJ) è stato appositamente costruito per la Turchia. La sua caratteristica distintiva è un computer che controlla il nuovo sistema radar AN/APG-68 e che svolge il ruolo di copilota-navigatore.
 
Ma questi dati ovviamente non bastavano per colpire con precisione un piccolo bersaglio. Veniva usato qualcos’altro?
In effetti, la precisione dell’intercettazione dei caccia F-16CJ fu garantita dai sistemi di difesa aerea terrestri statunitensi Patriot, dispiegati in Turchia, o più precisamente, dal loro radar multiruolo AN/MPQ-53. Il Patriot può cooperare con un velivolo E-3 o con i satelliti-spia MENTOR, e non si può escludere che attività satellitari siano coinvolte, come il sistema Geosat. La rotta del F-16CJ indica un’intercettazione precisa dell’obiettivo mediante triangolazione: una coppia di E-3 più radar di difesa aerea Patriot più satelliti.spia geostazionari MENTOR più, forse, il sistema spaziale Geosat. Inoltre, l’E-3 forniva le indicazioni sulla posizione del nostro aereo in volo e ne determinava rotta, velocità e stato dei sistemi di controllo delle armi; e il radar di difesa aerea dei Patriot insieme al satellite-spia MENTOR, fornì la telemetria dei movimenti del Su-24M2 relativo alla superficie sorvolata, fornendo una previsione precisa di dove il nostro aereo sarebbe apparso rispetto al terreno montuoso.
 
Così si scopre che i caccia turchi sapevano con certezza assoluta dove tendere l’agguato al nostro aereo?
Certamente. Una coppia di F-16CJ volava nella zona di lancio dei missili, ad una distanza di 4-6 chilometri, praticamente a bruciapelo! Lanciarono un missile aria-aria AIM-9X Sidewinder nell’emisfero posteriore del nostro cacciabombardiere. Inoltre il radar AN/APG-68 a bordo del caccia che aveva lanciato il missile, operava in modalità “illuminazione bersaglio”, cioè acceso al momento del lancio e spento non appena il missile aveva definitivamente agganciato il bersaglio.
 
I nostri piloti avevano la possibilità di salvare l’aereo?
No. La probabilità dell’equipaggio del Su-24M2 di sfuggire alla distruzione era pari a zero… la Turchia non ha la capacità per un’operazione così dettagliata e precisa. E non si dimentichi il secondo E-3, dall’Arabia Saudita. L’intero scenario è stato molto rapido, durando pochi secondi.
 
E’ davvero andata senza problemi?
I turchi comunque hanno commesso un errore, che ha comportato che la provocazione non funzionasse del tutto. L’F-16CJ cessò l’intercettazione con due minuti di ritardo, quando il Su-24M2 aveva già lasciato la zona di 68 chilometri disputata nel nord della Siria (ci si può riferire alla sedicente no-fly-zone turca contro Assad); richiedendo al massimo 1,5 minuti. Ma il comando di “uccidere” all’F-16CJ non era stato revocato; così il lancio del missile è stato effettuato oltre il punto previsto. Ciò è confermato dal fatto che il video (della televisione turca) del Su-24M2 che precipitava doveva essere ripreso da entrambi i territori, siriano e turco; tuttavia, il “video siriano” è più dettagliato. Sembra che questo abbia salvato il nostro navigatore. Poté entrare nel bosco e aspettare la squadra di soccorso.
 
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Il pilota turco che ha abbattuto il Su-24M uccidendo il Tenente-Colonnello Pushkov
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
L’agguato turco al Su-24 russo fu guidato dagli USAultima modifica: 2015-11-30T22:53:04+01:00da davi-luciano
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