CE VENDREDI 27 NOVEMBRE 2015/ SUR AFRIQUE MEDIA TV : EMISSION ‘LE MERITE PANAFRICAIN’

En direct de Douala, Ndjamena et Bruxelles

vers 19h30 (Ndjamena/Malabo) ou 19h30 (Bruxelles/Paris/Berlin)

Présentée par : (Douala) ALAIN MICHEL YETNA

Co-Présentatrice (Ndjamena) VIRGINIA

En direct sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/  

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Avec les panelistes,

Et Luc MICHEL (en duplex TV avec EODE-TV depuis Bruxelles)

# THEMES DE L’EMISSION ‘LE MERITE PANAFRICAIN’

DU VENDREDI 27 NOVEMBRE 2015

1. PETROLE :

Baisse du coût du pétrole. Daech pointé du doigt !

Quelle analyse ?

2. REMANIEMENT MINISTERIEL DANS LES ETATS AFRICAINS :

Comment un Chef d’Etat peut-il choisir des hommes clés pour l’accompagner dans le développement de son pays sans émettre des erreurs ?

Au moins 21 morts dans l’explosion de deux kamikazes lors d’une procession chiite au Nigéria

https://francais.rt.com/international/11189-kamikaze-se-fait-exploser-nigeria

rt

27 nov. 2015, 16:02

 – Avec AFP

Le lieu de l'explosion en Nigéria
Le lieu de l’explosion en Nigéria
 

Deux kamikazes se sont fait exploser vendredi au milieu de la foule, à l’occasion d’une procession de musulmans chiites, à 20 km au sud de Kano, dans le Nord-Est du Nigeria, a-t-on appris auprès des organisateurs qui évoquent «au moins 21 morts».

L’attaque a eu lieu vers 14 heures (13H00 GMT), «tuant des dizaines» de fidèles dans le village de Dakasoye, affirme sur son site internet le Mouvement islamique au Nigeria, dirigé par le Cheikh Ibrahim Zakzaky, qui organisait la procession. 

Un des organisateurs de la procession dans le village de Dakasoye avait plus tôt précisé à l’AFP qu’il était «encore trop tôt» pour établir un bilan précis des victimes», ajoutant toutefois qu’il y avait une foule énorme». Désormais le bilan serait d’«au moins 21 morts».

«Nous avons perdu 21 personnes et plusieurs autres ont été blessées», a déclaré à la presse Muhammad Turi, un membre du Mouvement islamique du Nigeria.

Plus tôt, un premier kamikaze a été arrêté et avoué qu’un second se trouvait dans la foule, explique le communiqué publié sur le site du Mouvement islamique au Nigeria. 

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«Désormais, nous avons l’autre suspect sous bonne garde», a dit à l’AFP un organisateur sous couvert d’anonymat. Selon lui, le kamikaze s’est précipité dans la foule et a déclenché ses explosifs avant d’avoir pu être identifié, lorsqu’il a réalisé que son complice avait été arrêté.

Lire aussi : Deux explosions secouent la ville nigériane de Kano, plusieurs victimes seraient à déplorer

«Il était habillé en noir, comme tout le monde. Son complice avait été arrêté auparavant et avait avoué qu’ils étaient envoyés par Boko Haram», a-t-il encore précisé.

«Ils faisaient partie des jeunes gens enlevés par Boko Haram dans la ville de Mubi (Etat de Borno) l’an passé et emmenés dans la forêt de Sambisa où on leur a imposé un entraînement militaire. Ils ont été envoyés à Kano il y a 11 jours et gardés dans une maison spécalement pour cette attaque», a détaillé l’organisateur.

Les fidèles participaient à une «marche symbolique» de Kano à Zaria, dans l’Etat voisin de Kaduna, où le Cheikh Zakzaky est basé, pour marquer le 40ème jour du deuil chiite de l’Achoura.

L’arrivée à Zaria, prévue le 3 décembre, était censée coïncider avec le rassemblement de pèlerins dans la ville irakienne de Kerbala où se trouve le tombeau de l’imam Hossein.

Lire aussi : Boko Haram frappe encore au Niger : 18 morts et 11 blessés

Le groupe terroriste Boko Haram, d’obédience sunnite a déjà ciblé les musulmans chiites de la région.

“Si alla guerra contro la Turchia”: il Parlamento russo dà il via libera a Putin

 Riscatto Nazionale

RISCATTO NAZIONALE

Riprendiamoci la nostra patria

 27 novembre 2015

Ora c’è anche il via libera del Parlamento russo. La Duma, oggi, ha votato favorevolmente al diritto da parte di Mosca a una “risposta militare” nei confronti della Turchia, dopo l’abbattimento di un Sukhoi-24 di Mosca da parte degli F-16 di Istanbul sopra il confine tra Turchia e Siria, avvenuto lunedì scorso. Una decisione, quella della Duma, che aggrava ulteriormente i rapporti tra i due Paesi, che sono tesissimi. La Russia ha cancellato oggi a tempo indeterminato la sua partecipazione a esercitazioni militari congiunte nel Mar Nero. Da parte sua, Erdogan ha annunciato la cancellazione dei voli militari turchi in territorio siriano, ma ha avvertito Mosca di “non giocare col fuoco”.

Il presidente russo ha ribadito di “non voler mettere a repentaglio le relazioni” con la Russia. In un discorso trasmesso in diretta tv, il leader turco ha puntualizzato che quanto accaduto non è stato “intenzionale” bensì dovuto “all’applicazione automatica
delle regole d’ingaggio”. Quindi non ha escluso di incontrare il collega russo Vladimir Putin a margine dell’inaugurazione della Conferenza sul Clima, lunedì prossimo, ma ha aggiunto un non rassicurante “voglio vederlo faccia a faccia”.

Erdogan ha anche accusato Putin di aver pronunciato “parole inaccettabili” nei confronti della Turchia e di “puntare a estendere ad altri settori” la disputa sul caccia abbattuto. Il presidente turco ha liquidato come “calunnie” le accuse di Mosca, secondo cui Ankara acquisterebbe clandestinamente petrolio dall’Isis, e le ha anzi ribaltate, sostenendo che gli Stati Uniti “hanno prove documentate della vendita al regime siriano” di idrocarburi da parte dello stesso Isis e persino “di compagnie russe”.

Fonte: libero quotidiano

– See more at: http://www.riscattonazionale.it/2015/11/27/si-alla-guerra-contro-la-turchia-il-parlamento-russo-da-il-via-libera-a-putin/#sthash.ZODnhWVl.dpuf

Multe ai No Tav, al varco Chiomonte

I due No Tav come altre volte, da quando la zona è diventata accessibile anche a loro nelle ore diurne (dalle 8 alle 19), si sono recati al loro fondo di proprietà per risistemare quei terreni da troppi anni abbandonati e incolti.

di Valsusa Report

Si apprende proprio ora che stamattina, 27 novembre, due  che andavano a lavorare il loro fondo dentro le mura del cantiere-fortino sono stati raggiunti in tutta fretta dalla vigilanza delle forze in divisa. L’entrata della zona rossa si estende oltre il cantiere fino alla cosiddetta“zona centrale”, in prossimità della centrale elettrica dell’Iren, appunto il varco Chiomonte. Una zona presidiata probabilmente perchè la corrente per le luci del cantiere arriva da lì. Cancello, fari notturni, posto di blocco e immancabili telecamere fanno da scudo. La Central Room, posizionata alla Maddalena, registra tutto.

Foto Luciano Ciartano

I due No Tav come altre volte, da quando la zona è diventata accessibile anche a loro nelle ore diurne (dalle 8 alle 19), si sono recati al loro fondo di proprietà per risistemare quei terreni da troppi anni abbandonati e incolti. Fermi al posto di controllo squilla il telefono, chi è alla guida risponde. Controllo avvenuto, con i soliti crismi, documenti, “scenda mi apra il baule”, ripartono, dopo pochi metri una macchina della polizia gli sbarra la strada, seguiteci al piazzale della Maddalena, spupefatti loro eseguono. Arriva la polizia stradale, verbale di 200 euro e 10 punti sulla patente. A nulla sono servite le spiegazioni.

Foto Luciano Ciartano

Dai soliti aperipranzo, svolti proprio davanti al cancello varco Chiomonte, ci fanno sapere, che molti di quelli che entrano normalmente non hanno la cintura di sicurezza. Noi facemmo notare, in un nostro articolo [QUI], come il divieto di transito ai cammion superiori alle 35 quintali fosse eluso quotidianamente.

V.R. 27.11.15

No Tav: i guai del giornalista alla manifestazione

 TG Valle Susa

Seguire la cronaca delle manifestazioni No Tav può essere molto pericoloso per i giornalisti freelance. Un processo per Davide Falcioni.

di Daniela Giuffrida.

E’ l’estate del 2012 quando il giornalista  (cronista di Agoravox) decide di realizzare un reportage sulla protesta del movimento  e per una settimana vive fra Torino e la Val .

Il 24 agosto,  un gruppo di militanti dei centri sociali si reca a Torino, presso lo studio di progettazione della  s.r.l. società che lavora per il progetto  della Torino-Lione e il giornalista decide di unirsi a loro per vedere ciò che succede: da vero cronista, Falcioni, non è uno che se la fa raccontare, lui non “copiaincolla”, lui va sul posto, vede e racconta.

Il gruppetto di manifestanti arriva sotto la sede della Geovalsusa s.r.l., non forza porte o finestre, suona al citofono e chi risponde, apre il portone. Salgono al secondo piano, i manifestanti e affacciatisi al balcone, appendono uno striscione quindi accendono dei fumogeni. Il giornalista è presente, prende atto di quanto sta accadendo e lo racconta sul suo giornale. Il suo articolo verrà allegato agli atti del processo.

 Il 28 novembre del 2014, durante il processo ai 19 attivisti, Davide Falcioni, che non era fra gli imputati, viene chiamato a testimoniare per la difesa. Questi, prova a raccontare come la protesta, quel 24 agosto 2012, si fosse svolta in maniera pacifica. Ma il sostituto procuratore Manuela Pedrotta, prontamente lo interrompe e dispone che il giornalista venga iscritto nel registro degli indagati con le stesse accuse mosse agli “altri” manifestanti. In realtà, la versione raccontata da Falcioni sui fatti avvenuti quel giorno di agosto, contrasta con quella raccontata dalle forze dell’ordine, quindi è un complice degli attivisti? E cosa ne è del diritto di cronaca?

Il 20 febbraio del 2015, 19 di quei manifestanti, ritenuti colpevoli di violazione di domicilio aggravata dalla violenza sulle cose, vengono condannati a pene dai cinque agli otto mesi e il 17 ottobre scorso, otto mesi dopo la condanna degli attivisti e oltre due anni dopo l’accaduto, Davide Falcioni ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini dalla Procura di Torino con cui gli viene  che, nei suoi confronti, sta per essere esercitata un’azione penale, quindi ha accesso ai documenti d’indagine, in possesso del p.m., documenti che gli serviranno per predisporre la sua difesa. La sua difesa!

Dunque cosa si deve aspettare chi si appresta a far valere un diritto sancito dalla Costituzione come il diritto di espressione? Ricordiamo che l’art. 21 della Costituzione, riconosce a “tutti” il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e per far questo, così come avanzato da più parti, non è indispensabile essere iscritto ad un Ordine dei Giornalisti.

Davide Falcioni forse all’epoca dei fatti non era nemmeno pubblicista ma aveva già alle spalle un curriculum di tutto rispetto e noi vogliamo raccontarlo giusto per fugare qualsiasi dubbio in chi ritiene che il suo dichiararsi giornalista possa rappresentare una “furbata” o una “copertura” per farla franca a sue “supposte” responsabilità penali.

Falcioni ha iniziato la sua attività nel 2006, scrivendo per una rivista di viaggi che pubblicava in cartaceo, lo troviamo redattore di un giornale online (Inviato Speciale) già nel 2010, quindi passa ad “Agoravox” e dal 2013 scrive per “Fanpage”. Ma nel frattempo gira diversi documentari su temi di attualità importanti come quello girato per il Comitato referendario sull’acqua o quello sui Rom del “Casilino 900” di Roma (il più grande campo Rom abusivo d’Europa), un progetto sostenuto da Amnesty International, per realizzare il quale, Falcioni visse per un anno intero all’interno del campo. Vanta anche diverse esperienze all’estero, a metà tra attivismo e giornalismo; si reca in Vietnam, Cambogia, Argentina, per dei  reportage richiesti da riviste specializzate in viaggi.

“Sono stato tre volte in Tanzania – ci ha raccontato – facevo il muratore in un  e nel frattempo documentavo ciò che mi accadeva intorno. Feci delle mostre fotografiche e diverse pubblicazioni su riviste e giornali. Ho vissuto a lungo a Parigi: lavoravo ad Agoravox e seguivo la nascita del movimento No Tav francese, rimasto comunque debolissimo se confrontato a quello italiano”.

Gli abbiamo chiesto con che animo affronterà questa cosa, lui ci ha risposto: “guarda, io sono piuttosto sereno soprattutto perché ho trovato molta solidarietà, anche tra i colleghi (non tutti). Come ho sempre detto, a prescindere dall’esito dell’eventuale processo a mio carico, rifarei esattamente quello che ho fatto. Non mi sfugge però il problema politico generale – ha aggiunto – perché è vero che qualcuno al mio posto potrebbe tirarsi indietro. E’ ovvio che la prospettiva di affrontare spese legali ingenti preoccuperebbe chiunque e mi riferisco soprattutto ai giornalisti precari e ai freelance.”

Noi riteniamo che quanto sta accadendo a Falcioni sia quanto di più assurdo possa accadere in un paese sedicente democratico, perchè se è vero com’è vero che la collettività ha il ruolo di esercitare la sovranità popolare (art. 1 della Costituzione) e poiché il popolo è sovrano solo se è pienamente informato, senza una corretta informazione, non può esservi democrazia.

(D.G. 27.11.15)

LUC MICHEL : A BATONS ROMPUS SUR LE DJIHADISME. PARTIE 1 (SUR SAHAR TV, IRAN)

EODE-TV/ 2015 11 26/

Avec SAHAR TV/

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org

https://vimeo.com/eodetv

EODE TV - SAHARTV LM terrorisme à batons rompus 1 (2015 11 26)  FR

A BATONS ROMPUS SUR LE DJIHADISME. PARTIE 1 :

Sur la Télévision iranienne francophone SAHAR TV,

Luc MICHEL, administrateur-général d’EODE,

analyse à bâtons rompus 35 ans de Djihadisme et de complicités avec les puissances occidentales.

Loin des analyses biaisées des « experts » des médias de l’OTAN, il jette dans un vaste panorama qui nous conduit au Proche-Orient, en Afrique mais aussi en Europe et aux USA,un regard sans concession sur le phénomène djihadiste …

Le commentaire de SAHAR TV /

« La réaction de la politique française envers les attentas des takfiris

Monsieur Luc Michel de retour d’un long voyage en Afrique nous donne des réponses »

* Voir l’émission complète sur :

EODE-TV / EODE PRESS OFFICE

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EODE- Eurasian Observatory for Democracy and Elections

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

THE TIME OF THE US KILLERS WITHOUT SHAME: WHEN US AIR FORCE KILLS BY ‘HUMAN ERROR’!

PCN-SPO avec Sputnik News/ 2015 11 26/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

PCN-SPO - CART. human error (2015 11 26)  ENGL

US Forces Commander in Afghanistan Gen. John Campbell called the deadly bombing of the Kunduz hospital in Afghanistan by US forces “an avoidable accident, caused primarily by human error.”

“No nation does more to prevent civilian casualties than the United States, but we failed to meet our own high expectations on October 3. This was a tragic but avoidable accident, caused primarily by human error,” Campbell said.

PCN-SPO/ with Sputnik News/

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PCN – Service de Presse

PCN-NCP – Press Office

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

L’OCAM : CET ORGANISME OPAQUE AU SERVICE DU NON-ETAT BELGICAIN QUI PLONGE LA BELGIQUE DANS UNE ANGOISSE ARTIFICIELLE

# LUCMICHEL. NET/

 Luc MICHEL/ En Bref/

avec LLB/ 2015 11 26/

“C’est le gouvernement qui décide ou pas de faire redescendre le niveau, sur base de l’avis de l’Ocam. L’un et l’autre sont au courant de choses que le grand public ignore  (sic). Ils décident entre eux et nous devons tout simplement leur faire confiance car ils sont compétents pour assurer notre sécurité (resic)”

– le Service Public d’Information belge.

« Nous vivons dans un pays de vrais débiles où l’on prend des décisions sans se soucier le moins du monde de ce qui se passe en bas (a-t-il dit, faisant allusion à l’annonce lundi dernier par le gouvernement fédéral du maintien du dispositif de sécurité général à Bruxelles pour une semaine). Ces gens vivent dans des bulles, dans des bureaux… Comment l’Etat fédéral peut-il croire qu’il garde encore une ligne de crédit, qui plus est, après les déclarations à l’étranger d’un ministre des Affaires Etrangères pas très diplomate qui y annonce que la Belgique recherche activement dix djihadistes lourdement armés (…) non sans cibler au passage la ministre de l’Education Joëlle Milquet (cdH) qui ferait mieux de se taire que de foutre le bordel par ses initiatives et/ou sorties au cours des derniers jours »

LM.NET - EN BREF OCAM avec O comme opaque (2015 11 26)  FR

– Le bourgmestre de Forest (Région de Bruxelles-Capitale), Marc-Jean Ghyssels.

*** Caricature de l’excellent Dubus pour LLB, qui montre la perplexité du grand public vias-à-vis de l’OCAM. Sur la caricature un para déployé à Bruxelles et les deux grands manipulateurs de l’opinion publique, le ministre de l’intérieur Jan Jambon et le premier ministre fédéral Charles Michel …

OCAM AVEC O COMME OPAQUE !

L’Organe de coordination pour l’analyse de la menace (Ocam) est opérationnel depuis le 1er décembre 2006. Placé sous l’autorité conjointe des ministres de l’Intérieur et de la Justice, cet organe, dont le siège se situe rue de la Loi, à Bruxelles, a succédé au Groupe interforces antiterroriste (GIA). Il a pour mission d’effectuer des évaluations stratégiques et ponctuelles sur les menaces terroristes et extrémistes qui pèsent sur la Belgique.

Son travail repose essentiellement sur l’analyse des informations transmises par les services d’appui, à savoir la Sûreté de l’Etat (renseignement civil), le Service général du renseignement et de la sécurité (SGRS, renseignement militaire), les polices locale et fédérale, l’administration des douanes et accises, l’Office des étrangers ou encore les SPF Intérieur, Mobilité et Transports et Affaires étrangères. Ce sont des experts détachés par ces services qui composent l’Ocam.Les évaluations de l’instance sont destinées aux autorités politiques, administratives ou judiciaires investies de responsabilités en matière de sécurité. Ce sont ces autorités qui, in fine, sont chargées de prendre les mesures appropriées pour parer à la menace éventuelle.

L’échelle de la menace établie par l’Ocam compte quatre niveaux. Le niveau 1 équivaut à un risque faible d’attaque terroriste envers la personne, le groupement ou l’événement qui fait l’objet de l’analyse. Une menace de niveau 2 représente une menace “peu vraisemblable”. Le niveau 3 veut dire menace “possible et vraisemblable”. Enfin, le niveau 4 représente une menace “sérieuse et imminente”.

En bref, un organisme opaque, où les services spéciaux se sont autoproclamés experts, sans contrôle extérieur réel, aux analyses incohérentes, et qui façonne la vision du politique. A nouveau le “surréalisme belgicain” en action …

LM.NET - EN BREF OCAM avec O comme opaque (2015 11 26)  FR (2)

LA LOURDE MACHINERIE REPRESSIVE BELGICAINE.

TOTALEMENT INEFFICACE CONTRE LE TERRORISME DJIHADISTE. TERRIBLEMENT OPPRESSIVE POUR LES LIBERTES PUBLIQUES …

Comptez le nombre de services policiers (sans oublier les mini services politiques, dits “sections ordre publique” créés par les bourgmestres des grandes villes comme Charleroi) dans un petit pays de onze millions d’habitants. Mais un pays clé pour l’OTAN qui y a son siège.

Luc MICHEL

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Putin: ucciso in meno di 24 ore il comandante dell’agguato ai piloti russi

http://www.gazzettadellasera.com/putin-ucciso-in-meno-di-24-ore-il-comandante-dellagguato-ai-piloti-russi/

Da: Redazione 26 nov, 2015

RASHID

Ucciso il comandante dell’agguato contro i piloti russi “E’ sopravvissuto 24 ore”

Igor Konoshenko, portavoce del ministero della Difesa russa ha annunciato che sarebbero stati annientate le milizie anti Assad presenti nella zona dove è stato salvato Konstantin Murakhtin, uno dei due membri dell’equipaggio del jet russo abbattuto dagli F16 turchi. “Non appena il nostro pilota si è trovato in un posto sicuro – ha spiegato – su quella zona si sono concentrati a lungo colpi massicci da parte dei bombardieri russi nonché dell’artiglieria delle truppe governative siriane. I terroristi attivi in questa zona ed altri gruppi misteriosi sono stati annientati” ha spiegato Konoshenko. I raid avrebbero colpito senza tregua le posizioni delle milizie anti Assad situate nelle montagne sopra le quali è stato abbattuto il caccia russo da parte dei F16 turchi. Ieri Dmitry Peskov, portavoce di Putin aveva ribadito che nonostante ‘abbattimento la Russia avrebbe continuato “senza dubbio” i suoi raid aerei contro obiettivi Isis “Ci piacerebbe che i terroristi e i militanti stessero lontano dal confine turco, ma sfortunatamente tendono a stare nel territorio siriano vicino al confine turco” aveva sottolineato. Nell’ambito dell’offensiva militare seguita all’abbattimento del jet russo il Cremlino ha posizionato l’incrociatore antimissile «Moskva» davanti alla costa alawita e schierato a Latakia gli S­400, il sistema antiaereo più efficiente per creare un ombrello di protezione per i propri jet. Se gli F­16 di Ankara dovessero portare nuove minacce, sarebbero bersagliati da un’antiaerea studiata per evadere i sistemi di difesa Nato. È il diluvio di bombe sul Jabel Turkman – le montagne al confine della Sira – a dare la misura delle determinazione di Mosca: fonti siriane parlano di “terra tremante per ore” nell’area dove si trovano le basi dei ribelli alleati di Ankara. Il portavoce dell’Esercito di liberazione siriano, Jahed Ahmad, parla di “vendetta russa”. È la stessa area dove il Sukhoi­24 russo è caduto. I ribelli anti Assad hanno pubblicato in rete un video dove, in preda al panico, parlano di “bombardamenti con armi spaventose”. Secondo i media russi nel corso dell’offensiva i raid avrebbero ucciso anche il comandante Rashid 9447 15 34 20 Share 9522 27/11/2015 PUTIN: UCCISO IN MENO DI 24 ORE IL COMANDANTE DELL’AGGUATO AI PILOTI RUSSI | Gazzetta della Sera http://www.gazzettadellasera.com/putin­ucciso­in­meno­di­24­ore­il­comandante­dellagguato­ai­piloti­russi/#_ 3/3 Bagdash, coordinatore dell’azione che ha portato all’abbattimento del caccia Su­24 e alla morte del pilota Oleg Peshkov e del soldato della squadra di soccorso Alexander Pozynich. La morte del comandante russo sarebbe avvenuta già ieri, nel corso dei raid. Se così fosse sarebbe sopravvissuto meno di 36 ore alla morte dei soldati russi. E mentre Vladimir Putin lancia l’offensiva militare l’America protesta. “La decisione di Mosca di schierare i sistemi di difesa anti missilistica S­400 alla base militare russa a Latakia non fa che complicare la situazione e non favorisce la lotta all’Isis” ha dichiara l’ambasciata Usa in Russia, aggiungendo: “Ci auguriamo che i missili russi non siano rivolti contro gli aerei della coalizione a guida Usa”.

Fonte: http://www.direttanews.it/2015/11/26/ucciso-il-comandante-dellagguato-contro-i-piloti-russi-e-sopravvissuto-24-ore/

SUNNISTAN O ISISTAN ECCO SVELATI I PIANI ISPIRATORI DELL’ISIS

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Questa mappa che si può vedere nel Corriere della Sera odierno (26-11-2015, p. 13) non è un prodotto del capo dell’Isis ma di John Bolton il neocon ex rappresentante Usa all’Onu. E’ una vecchia riedizione di far fuori due vecchi stati laici Iraq e Siria e sostituirli cin stati confessionali religiosi che andrebbero a raggiungere gli altri già presenti in area (Israele, Arabia Saudita, Iran). Il Sunnistan è esattamente ciò che si propone l’Isis adesso la quale dunque non è che l’epifania, del vecchio piano usa di scomposizione e dominio del medio oriente. Damasco stessa andrebbe in dote all’emiro cioè in realtà all’Arabia Saudita cioè in realtà alle mafie petroldollare sioniste texane saudite.