Caccia russo abbattuto: nel mirino della NATO non l’ISIS, bensì Mosca

16:28 25.11.2015(aggiornato 16:39 25.11.2015)

L’abbattimento del caccia russo SU-24 da parte della Turchia con degli F-16 smaschera gli attori coinvolti nel conflitto siriano. Con questa mossa, i turchi hanno dimostrato per l’ennesima volta la loro complicità con l’ISIS.

L’aereo militare russo avrebbe sconfinato lo spazio aereo turco per 17 secondi, per poi tornare verso la base russa di Latakia in Siria. Questi pochi secondi sono bastati ai turchi per abbattere il caccia russo, che non si dirigeva verso il territorio turco e non poteva quindi rappresentare una minaccia per il Paese. Perché abbattere quindi un aereo militare di un altro Paese impegnato in missioni anti ISIS?

L’appoggio ad Ankara della NATO e di Obama fa pensare ad un atto premeditato, un’azione mirata a bloccare una possibile strategia comune nella lotta allo Stato Islamico. Nonostante la mossa turca, Mosca è pronta a formare uno stato maggiore congiunto contro i tagliagole, dove anche i turchi sono benvenuti. Sta alla NATO decidere se continuare a fare la guerra a Mosca o all’ISIS.

Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Mirko Molteni, giornalista esperto di storia e argomenti militari, collaboratore di “Analisi Difesa” e del quotidiano “Libero”. 

— Secondo te l’abbattimento del SU-24 da parte dei turchi come potrà influenzare la crisi siriana e gli equilibri geopolitici in generale?

— Sicuramente influenza negativamente la possibilità di trovare tutti insieme una soluzione al problema dell’ISIS. I turchi hanno dimostrato un’ennesima volta che il loro atteggiamento verso l’ISIS è di complicità. Vorrei ricordare che dalla frontiera turca passano i jihadisti che si arruolano nell’ISIS e poi in senso inverso passano le autobotti del petrolio di contrabbando. È possibile che il governo turco in tutti questi anni ormai non sia riuscito a controllare meglio la sua frontiera con la Siria?

Non dimentichiamoci l’episodio di Kobane, quando all’inizio del 2015 i curdi combattevano quasi da soli contro l’ISIS, a qualche centinaio di metri più in là l’esercito turco non faceva altro che osservare i combattimenti senza intervenire neanche per aiutare i curdi. È chiaro che alla Turchia fa comodo l’ISIS per tenere a bada i curdi, i quali se acquistassero un maggior ruolo nella lotta contro il Califfato, sarebbero un esempio anche per i curdi nella parte turca del Kurdistan, che vorrebbero una maggiore autonomia. La mossa turca tende a spezzare il fronte anti ISIS e in un certo senso a dare più possibilità di sopravvivenza al Califfato.

— Possiamo dire che la mossa turca, “una pugnalata alle spalle”, come l’ha definita Putin, smaschera molti attori in questo conflitto, la Turchia, ma anche la NATO e gli Stati Uniti, che appoggiano Ankara? Ora è ancora più chiaro quindi chi sostiene l’ISIS?

— Sì, esattamente. Mi ha stupito molto che Obama fino ad ora non si sia premurato almeno di parlare direttamente anche con Putin. Esiste una linea telefonica diretta tra Washington e Mosca. Data la gravità dell’incidente, Obama avrebbe dovuto quanto meno fare una telefonata diretta al presidente russo.

È evidente che dietro all’incidente ci sia una pre organizzazione, si tratta di una reazione ovviamente esagerata da parte della Turchia. Abbattere un aereo da combattimento di un altro Paese per una violazione di confine valutata in due chilometri, che per un aereo supersonico sono appena pochi secondi di volo, è esagerato. Tra l’altro l’aereo russo è stato colpito quando era già entrato in territorio siriano, parliamo poi di un attraversamento di qualche secondo del confine aereo e di striscio. L’aereo era diretto per tornare alla base a Latakia, non voleva di certo entrare in Turchia.

— Dall’atteggiamento della Turchia, della NATO capiamo che la guerra si fa a Mosca e non all’ISIS?

— Purtroppo sembra che pesi ancora la questione geopolitica legata all’Ucraina e al gas, all’allargamento della NATO, questo nonostante tutti i morti che ci sono stati recentemente a Parigi. Quello che si può sperare è che i Paesi europei, in particolare la Francia colpita di recente dall’ISIS, riescano in qualche modo a smarcarsi dalla posizione americana.

— Renzi non ha detto nulla in merito all’abbattimento del jet russo. Come dovrebbe reagire a tuo avviso l’Europa e l’Italia, membro della NATO, alla mossa turca?

— Bisognerebbe stabilire una volta per tutte che in questo momento essendo l’ISIS e i suoi alleati come al-Nusra il nemico principale, bisogna mettere da parte gli altri motivi di contrasto fra gli Stati occidentali e la Russia. Bisognerebbe concentrarsi sulla lotta contro l’ISIS. Oggi i russi si sono detti disposti a formare un centro di comando unificato per coordinare la lotta e le missioni aeree. La Francia da qualche giorno ha iniziato ad attaccare le postazioni dell’ISIS con gli aerei della portaerei De Gaulle, arrivata nel Mediterraneo orientale. Siccome la Francia sta bombardando la parte dell’ISIS che si trova in Iraq, gli aerei francesi devono passare su territori di altri Stati. Si dice, ma non è confermato, che gli aerei francesi passino o sulla Turchia o sul territorio della Giordania col permesso dei governi.

Non si capisce per quale motivo non si potrebbe nell’ottica della lotta comune all’ISIS, stabilire che i Paesi della regione lascino libertà di transito ai caccia diretti a bombardare postazioni dei terroristi. Se ciò serve anche all’aviazione russa, bisognerebbe concederglielo. Il punto è: esiste la volontà per una strategia comune? A me pare di no per il momento.

— I russi traslocano sistemi S-400 in Siria, Lavrov ha annullato la sua visita in Turchia ed ha invitato i cittadini russi a fare lo stesso. Come valuti la reazione della Russia alla mossa turca?

— Il governo russo molto difficilmente cadrà in trappola. Tutte le misure che si stanno adottando, dai missili antiaerei S-400 e le nuove disposizioni per difendere gli aerei russi in volo, sono misure di carattere difensivo. Se nelle prossime missioni l’aviazione russa farà scortare i Sukhoi da attacco da i caccia di scorta come i Sukhoi 30, lo farà in un’ottica di protezione. Se si dovesse rappresentare il caso dei caccia turchi o di altri Paesi con l’intenzione di abbattere aerei russi, a quel punto i caccia di scorta interverranno. Io penso che sia Putin che il suo Stato Maggiore cercheranno il più possibile di mantenere la lotta all’ISIS al centro dei loro obiettivi, adottando maggiori misure di difesa, evitando provocazioni ulteriori.

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Caccia russo abbattuto: nel mirino della NATO non l’ISIS, bensì Moscaultima modifica: 2015-11-26T09:59:28+01:00da davi-luciano
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