Bombe carta su cantiere, dispersi No Tav – Tentativo di ‘attacco’ al cantiere di Chiomonte

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2015/11/20/bombe-carta-su-cantiere-dispersi-no-tav_e4118811-01e1-42d3-bf39-5e7e96fa2757.html

Redazione ANSATORINO
20 novembre 2015 21:00 NEWS

(ANSA) – TORINO, 20 NOV – Un tentativo di attacco con bombe carta e fuochi d’artificio al cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, a Chiomonte, è stato respinto dalle forze dell’ordine in serata. Una quarantina di attivisti No Tav, che avevano organizzato un apericena vicino al varco 1 del cantiere, ha raggiunto l’area archeologica del paese e da lì ha fatto partire il lancio. I manifestanti stati dispersi con lacrimogeni e idranti prima che riuscissero ad avvicinarsi alle recinzioni.

Ven 20/11, passeggiata a sorpesa al cantiere!

posttop — 21 novembre 2015 at 18:40

rete1Altra serata di lotta no tav, altra passeggiata a sorpresa al cantiere subito dopo l’apericena davanti ai cancelli della centrale elettrica.
Ieri sera circa un centinaio di No Tav ha lasciato il presidio davanti ai cancelli e prendere i sentori che, attraverso le vigne, raggiungono il cantiere e le sue reti.
Colta di sorpresa, la polizia non ha potuto far altro che ripararsi dietro ai mezzi lanciando lacrimogeni ed attendere il termine delle manifestazione.
Le ansa di oggi, che riprendono le solite veline della questura, rasentano il fantascientifico e raccontano di No Tav dispersi dai lacrimogeni (dai vari video si vede bene che non è così) e del non raggiungimento delle reti del cantiere (in realtà se i No Tav avessero voluto, vi avrebbero potuto stendere il bucato…).
Informazioni errate a parte, l’umore è alto come l’attesa per le mobilitazioni che ci attendono ad inizio dicembre.
Nessuna tregua vi è concessa, la Valle non vi vuole, andatevene via!

Siria: la favola grottesca della rivoluzione tradita

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Rivista di geopolitica e studi internazionali
22 luglio 2015. — Medio Oriente
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(Patrizio Ricci) – I media ed i nostri governanti ci hanno detto che quella siriana è stata una estensione delle primavere arabe.  Loro ancora sostengono che è stata la violenta repressione del governo che ha scatenato la ‘reazione’ della rivolta armata.

E’ vietato discostarsi da questa narrativa.

Ma non è stato così. E si continua a mentire. Non senza esiti: sostenere simili menzogne  ha centuplicato la violenza.

Fiumi si falsità ci hanno inondato e ancora si stratificano ma  i fatti, documentati, hanno ampiamente sconfessato la versione della ‘rivoluzione di popolo’.

Daraa - Wikipedia, l'enciclopedia libera' - en_wikipedia_org_wiki_Daraa

Andiamo all’inizio: la rivolta in Siria non è iniziata in un grande centro (come è accaduto in Egitto nella sua primavera o in altri paesi ) ma a Daara, una città siriana posta alla periferia del paese .

Inizio di marzo 2011: un gruppo di 15 ragazzini (tutti appartenenti alla stessa famiglia) scrive con lo spry su un muro della caserma di polizia di Daara frasi contrarie al potere di Damasco “il popolo vuole rovesciare il regime” ” è il tuo turno, dottore”. Lo racconterà uno di loro al New York Times.

Cosa ne possono capire ragazzini di 12/13 anni di politica? Niente. Sicuramente sono stati istigati. Il contenuto delle scritte non sono invettive o di un insulti ma dicono esattamente cosa accadrà.

I bambini vengono arrestati, picchiati e trattenuti. Saranno rilasciati in seguito ma solo dopo che le proteste scatenano la reazione della polizia che causa alcuni morti tra i manifestanti. Il governatore locale , un ‘puro e duro’ del partito Bath darà ‘lo spunto’ per l’ampliarsi delle agitazioni. Quando il il governo centrale lo rimuoverà, sarà troppo tardi.

La lotta armata perseguirà intensificata estendosi in tutta la Siria. Chiunque dissenta dall’operato della guerriglia o è appartenente al governo sarà punito duramente o ucciso (vengono uccisi anche i postini), vengono attaccate le fabbriche, le centrali elettriche, tutto ciò che è ‘governativo’ cristiano o alawita diventa sempre di più un ‘obiettivo legittimo’. Già a marzo 2012, 50.000 cristiani venivano cacciati dalle loro case ad Homs.

Sentite cosa scriveva tale ‘Hamed’ attivista anti-Assad in un post datato 15 aprile 2011 riportato da di Karim Metref   (peace reporter algerino che vive a Torino).

E’ esattamente un mese dopo l’inizio delle manifestazioni ‘pacifiche’. Superfluo ogni commento…

(…) Come hai lasciato la situazione nel paese? “khara!”, merda. Non ci capiamo più niente. Era iniziato tutto bene. Come in tutti i paesi della zona.

Per strada c’erano studenti, giovani, lavoratori, donne, giovani, adulti, famiglie. Movimenti di sinistra, un po’ di fratelli musulmani, nazionalisti siriani… d’un colpo sono apparsi dal nulla i salafiti pieni di armi e di soldi e la situazione è degenerata.

Non si capisce più niente. Si muore come mosche da una parte e dall’altra. Le altre tendenze si sono ritrovate prese tra due fuochi.

Minacciati dallo stato e dai gruppi armati. In molte città si racconta che i gruppi del così detto Esercito Libero si sono comportati peggio del governo con torture, mutilazioni e uccisioni in pubblico di persone presentate come collaborazionisti.

(…) Qua se cade il governo in questo momento e in queste condizioni, quello che è successo in Iraq sembrerà alla fine una passeggiata rispetto a quello che rischia di succedere da noi.

fonte: http://www.glob011.com/mondi/item/497-intervista-a-un-attivista-scappato-dallinferno-siriano

Questi sono i fatti.

Quella che segue è la testimonianza di Padre Frans , massacrato dai ribelli ad Homs il 7 aprile 2014:

Padre Pater Frans van der Lugt (ucciso dai ribelli il 7 aprile 2014 ad Homs) testimonia in una lettera pubblicata nel 2012: «Fin dall’inizio, i movimenti di protesta non erano proprio pacifici. Fin dall’inizio ho potuto vedere dimostranti armati che marciavano insieme ai manifestanti, che hanno iniziato a sparare per primi alla polizia. Molto spesso la violenza delle forze di sicurezza è sta una reazione alla violenza brutale dei ribelli armati».

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Padre Frans dice anche: «Fin dall’inizio c’è stato il problema dei gruppi armati, che sono parte dell’opposizione […] L’opposizione della strada è molto più forte di ogni altra opposizione. E questa opposizione è armata e impiega frequentemente la brutalità e la violenza, al solo fine di incolpare il governo».

Tutt’oggi i media riferiscono che  la rivolta sia diventata armata solo dal 2012 . In realtà gruppi armati hanno preso di mira e ucciso forze di sicurezza e civili e installazioni governative subito dopo le prime proteste nel marzo 2011.

Viene attaccato anche l’esercito di leva tenuto volutamente fuori dalle zone sensibili fino al 25 aprile 2011:

Fine marzo 2011 – diversi vecchi camion militari di fabbricazione russa delle forze di sicurezza siriane procedono lentamente attraversando un pendio su una strada a valle tra Dara’a al-Mahata e Dara’a al-Balad. La strada in pendenza era stata preventivamente macchiata d’olio, che era stato versato dagli stessi uomini armati che aspettavano per tendere l’imboscata.

Appena a tiro, i colpi partono prima che i veicoli riescano a fermarsi. Come si vede nel filmato i soldati non rispondono al fuoco. Si tratta di soldati disarmati: è una carneficina. Secondo una nostra fonte erano disarmati per un preciso ordine del governo che voleva così evitare escalation di violenze.

Secondo fonti della stessa opposizione siriana sono stati uccisi in quell’occasione 60 soldati delle forze di sicurezza siriane. Il massacro sarà tenuto nascosto dall’opposizione per non rivelare che sin dall’inizio fosse armata..
Quella proposta è la versione del Vice Ministro degli Esteri della Siria dr. Faisal Mekdad ed è la stessa dell’Osservatorio per i diritti umani. Variano solo il numero di morti.

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Quello descritto non è un episodio isolato.

– 25 aprile 2011: diciannove soldati siriani vengono uccisi a colpi di arma da fuoco a Dara’a da assalitori sconosciuti

– 23 aprile 2011, 7 soldati vengono assassinati a Nawa (vicino a Daara). Il massacro ha luogo poco dopo che il governo siriano nel tentativo di diminuire la tensione abolisce i tribunali di sicurezza dello Stato, cessa lo stato di emergenza, concede amnistie generali e riconosce definitivamente il diritto alla protesta pacifica.

La lista dei uccisi si ingrandirà per tutto il mese di aprile e arriverà a 88 vittime. Si noti bene che l’esercito di leva siriano nelle prime fasi del conflitto non ha contrastato le sommosse e si è tenuto fino ad allora al di fuori dei centri abitati, infatti solo il 25 aprile l’esercito ha ricevuto l’ordine di muoversi verso il centro abitato di Daara. Nel solo giorno del 25 aprile l’esercito avrà altri 19 morti.

Da parte governativa, la maggior parte delle vittime nel periodo marzo/aprile si registreranno tra le fila delle forze di sicurezza e di polizia.

Questo è il periodo in cui, secondo i nostri media, la ribellione era pacifica.

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

Fonte: Siriapax

Noam Chomsky: “L’Isis è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita”

Posted on novembre 19, 2015. 

Chomsky

In un’intervista rilasciata recentemente a Giuseppe Acconcia su il Manifesto , il grande intellettuale americano Noam Chomsky commenta così la questione del nucleare iraniano: “L’Iran è un grande paese, e come la Cina, aspetta per avere un’influenza nella regione. Ma l’Arabia Sau­dita non vuole mai e poi mai un antagonista, un deterrente. Anche se l’Iran avesse l’atomica, quale sarebbe la preoccupazione per gli Stati uniti? Si tratterebbe solamente di un deterrente. Nessuno pensa che mai e poi mai l’Iran potrà fare uso dell’arma nucleare, perché il paese sarebbe vaporizzato all’istante e gli ayatollah di certo non vogliono suicidarsi. Un Iran con il nucleare sarebbe solo un deterrente contro l’aggressività di Israele nella regione. È questo che gli Stati uniti non vogliono”.

E sulla politica americana in Medio Oriente, Chomsky definisce i repubblicani “un partito fascista, ma “lo stesso Barack Obama è terribile, ma meno dei repubblicani. Il principale errore di Obama è la sua campagna con i droni”. Se a farla, prosegue Chomsky, fosse stato l’Iran contro gli ufficiali citati negli articoli della stampa Usa, come reagirebbero gli Stati uniti? “La guerra dei droni è la più grande operazione terroristica mai esistita” e non fa altro che far aumentare il numero dei Jihadisti. “Quando hanno iniziato, al-Qaeda era solo nelle zone tribali di Afghanistan e Pakistan ora è in tutto il mondo. Ma di questo non si può parlare nei media occidentali”.
 
Infine sull’Isis, Chomsky lo definisce “una mostruosità”, ma non “è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita che propaga una versione estremista, wahabita, dell’Islam. Da Riad arrivano tonnellate soldi e l’ideologia per diffondere fondamentalismo nel mondo arabo”. Il meassaggio conclusivo: qeuesta situazione “è la conseguenza diretta dei devastanti attacchi degli Stati Uniti in Iraq del 2003 e degli attacchi della Nato in Libia del 2011 che hanno esasperato il conflitto sunniti-sciiti diffondendolo in tutta la regione.I bombardamenti della Nato hanno fatto aumentare il numero delle vittime di dieci volte, hanno distrutto la Libia. In Yemen ora Arabia Saudita ed Emirati stanno uccidendo una grande quantità di persone nei campi pprofughi. Ma anche questa guerra è destinata a fallire e non può comportare altro che diffusione di jihadismo”.

Alberto Perino: il punto sul TAV Torino-Lione

21.11.2015 – Olivier TurquetAlberto Perino: il punto sul TAV Torino-Lione
(Foto di Enzo Gargano)

In valle e tra coloro che hanno seguito i fatti del TAV in Val di Susa dire chi è Alberto Perino potrebbe risultare perfino ridicolo. Per tutti gli altri diciamo che Alberto è una persona che fin dall’inizio è stata  punto di riferimento nelle assemblee NO-TAV; non un leader ma una voce del movimento di resistenza popolare e di disobbedienza civile a un progetto dannoso e inutile.

Alberto, ho il sospetto che da quando vi hanno levato i riflettori di dosso molta gente non sappia bene cosa sta succedendo con il TAV Lione-Torino, il cantiere e tutto il resto. Ci puoi fare un quadro della situazione?

In realtà i riflettori li accendono solo quando ci sono gli scontri, quando ci sono i sabotaggi o vola qualche pietra in risposta ai massicci lanci di lacrimogeni da parte delle Forse del Disordine. Li accendono solo per darci addosso, per criminalizzarci.

Noi stiamo continuando quella resistenza civile nata oltre venticinque anni fa in difesa dei beni comuni che sono: le finanze dello Stato che derivano dalle tasse dei cittadini onesti, la qualità della vita, il territorio, l’acqua, l’aria, i servizi sociali, la scuola, la sanità, le pensioni; tutte cose che vengono distrutte con la costruzione delle cosiddette GRANDI OPERE INUTILI e IMPOSTE (GOII), che servono solo gli interessi dei soliti gruppi transnazionali che spolpano le finanze pubbliche in nome di un falso progresso.

I Governi Italiano e Francese continuano a dire che l’opera è strategica e che verrà fatta. Ma la crisi infuria e il pane manca e i fondi (al di la dei bei proclami) scarseggiano. L’UE dice che finanzierà l’opera ma per ora finanzia solo gli studi. Sicuramente la lobby delle GOII è potente, ha soldi da spendere e risorse da mettere in campo anche a livello europeo. Per ora l’impressione che abbiamo è che lor signori cerchino di mettere dei paletti per dire che non importa quando, non importa come, ma un giorno l’opera si farà. Intanto si cerca di rastrellare tutto il denaro pubblico possibile a danno dei cittadini, continuando a far fare studi strapagati ai soliti amici. Il metodo Incalza è ben collaudato, anche se ora, mancando il regista, sembra che al Ministero abbiano qualche problema e molta paura di finire male.

Lato Francia stanno impiantando un cantiere per un tunnel geognostico di circa 10 Km. che dovrebbe partire dal piede della discenderia (geognostica) di Saint-Martin-La-Porte e finire al piede della discenderia (geognostica) di La Praz (entrambe queste discenderie sono già state terminate). Questo tunnel dovrebbe essere in asse ed avere le stesse misure di uno dei due tunnel definitivi, in quel tratto. È di un tunnel geognostico che dovrebbe studiare a fondo i problemi dovuti all’incontro di due sistemi geologici e delle relative faglie. La gara di appalto vinta da una cordata internazionale dei soliti noti (per l’Italia la solita CMC) prevede dieci anni di lavori per fare 10 Km. di galleria. Pur trattandosi di un tunnel geognostico, cioè uno studio preparatorio e quindi finanziato al 50% dall’Unione Europea, in Italia tutti i media lo spacciano e l’hanno spacciato per l’inizio dei lavori della Grande Opera. E per i proponenti, come diceva Mussolini, “indietro non si torna”.

Lato Italia, siamo impantanati nel cantiere/fortino de La Maddalena di Chiomonte dove si sta scavando il tunnel geognostico per conoscere la geologia e la morfologia dei terreni dove, secondo loro, un bel giorno dovrebbero scavare il vero tunnel di base. E’ un cantiere/fortino in cui lavorano divisi su tre turni meno di un centinaio di operai ma è sorvegliato 24 ore su 24 da alcune centinaia di carabinieri, poliziotti, finanzieri, esercito.

Il tunnel geognostico dovrebbe avere la lunghezza di circa 7,5 Km. e avrebbe dovuto essere portato a termine entro la fine del 2015. Al 9 novembre u.s. avevano scavato 3873 metri (con una velocità di scavo degli ultimi 13 giorni di meno di 2 metri al giorno!). Pare abbiano trovato problemi geologici imprevisti (possibile revisione prezzi e notevole aumento dei costi).

Il CIPE ha deliberato il finanziamento di uno studio per spostare il cantiere per il tunnel di base dalla piana di Susa (troppo poco difendibile militarmente da quei terribili NO TAV) a Chiomonte allargando il cantiere/fortino perché lì è ben difendibile militarmente (per contrappasso ci sono una montagna di problemi logistici e di operatività da affrontare, ma intanto di studia e si pagano gli amici).

Cosa sta succedendo invece dal lato del Movimento?  Come andate avanti?

Andiamo avanti come abbiamo sempre fatto in questi venticinque anni! Tenendo gli occhi aperti, studiando i pochi documenti disponibili, chiedendo i documenti che cercano di negarci, informando la gente, ma soprattutto facendo pressione attorno al cantiere/fortino. Tutti i giorni ci sono molte persone (soprattutto facenti parte dei Cattolici per la vita della Valle e dei Pintoni Attivi) che controllano, fotografano, indagano prendono nota di tutto quanto succede nel cantiere/fortino, la cosa due o tre volte la settimana funziona anche in notturna con un enorme nervosismo e arrabbiatura delle Forse del Disordine e dei soldatini. Non possono impedirci il passaggio (tranne in pochi casi in cui manu militari bloccano tutto illegalmente) perché abbiamo comprato dei terreni intorno al cantiere fortino in oltre mille persone ed essendo proprietari abbiamo il diritto di poterci recare sui nostri terreni.

Continuiamo a tessere i contatti e le reti resistenti alle devastazioni delle GOII sia in Italia sia all’Estero. Cerchiamo sempre di inventarci qualcosa di nuovo per bloccare questa devastazione. Non è facile ma ci proviamo sempre. La vita nella valle è molto vivace e quasi ogni sera da qualche parte c’è un appuntamento che riguarda i NO TAV. Non ci annoiamo, ecco.

Come è la situazione dei vari processi che vi hanno fatto?

L’offensiva repressiva scatenata dal 2011 ad opera della procura di Torino è stata particolarmente pesante e fastidiosa. Circa un migliaio di indagati per oltre un centinaio di fascicoli aperti. Anche le denunce che gli avvocati definiscono “bagatellari” vengono trattate con uno spreco di mezzi e di accanimenti fuori dal mondo. La procura di Caselli aveva costituito un pool di 4 PM specifico per tutte le questioni relative al TAV (pool oggi smantellato dal nuovo procuratore Spataro). Ma è soprattutto l‘eco spropositato dei media torinesi Repubblica, La Stampa, RAI TG3 Regionale, che fanno da megafono alla questura e alla procura enfatizzando ogni notizia, accostando continuamente il Movimento NO TAV al terrorismo e ai terroristi (nonostante la Cassazione in due distinte sentenze abbia sempre dichiarato che non c’è ombra di terrorismo nelle attività anche forti del Movimento NO TAV).

Il processo farsa per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011, celebrato nell’aula bunker del carcere delle Vallette, ha comminato condanne spropositate: oltre 142 anni di carcere per 47 condannati con oltre 131.000 euro di provvisionali, di cui circa 82.000 euro ai ministeri dell’interno, della difesa e delle finanze.

Per aver bruciato un compressore, in un’azione di sabotaggio nel cantiere, quattro ragazzi sono stati tenuti in carcere di massima sicurezza e in isolamento per oltre un anno con la pesantissima accusa di terrorismo, accusa respinta dalla Cassazione, e nello specifico assolti in Corte d’Assise ma condannati per danneggiamento e resistenza e tutt’ora agli arresti domiciliari. Nel processo in Corte d’Assise d’Appello che si sta svolgendo in questi giorni (sempre nell’aula Bunker delle Vallette) a sostenere, ancora una volta, l’accusa di terrorismo è sceso addirittura in campo il procuratore generale del Piemonte Marcello Maddalena.

È poi sintomatica dell’utilizzo dei tribunali per piegare il Movimento NO TAV, la denuncia e la condanna di primo grado, in sede civile, comminata al sottoscritto, al sindaco e al vicesindaco del comune di San Didero per un’azione di disobbedienza civile per bloccare un inutile sondaggio all’autoporto di Susa. Oltre 400 persone ferme su una strada dichiararono di non essere disposti a spostarsi per permettere il sondaggio. Denunciarono noi tre e nonostante altre 40 persone si auto denunciassero durante il processo ed i loro legali fossero ammessi al dibattimento solo noi tre fummo condannati a risarcire la società Lyon Turin Ferroviaire LTF di oltre 220.000 euro. Stendendo la mano e chiedendo aiuto a tutti i NO TAV del mondo in soli 20 giorni abbiamo raccolto oltre 300.000 euro e così abbiamo potuto versare quanto impostoci dal tribunale. Ora attendiamo il secondo grado di giudizio.

Personalmente ho perso il numero dei processi che ho in corso e anche delle condanne già ricevute. Ma se pensavano di indebolire il Movimento NO TAV con le denunce e le condanne i fatti dimostrano che non hanno raggiunto l’obiettivo che si erano prefissati. Ci hanno dato fastidio, questo si, anche perché subire perquisizioni domiciliari, affrontare processi idioti ecc. è fastidioso, fa perdere tempo e impegna in modo molto serio il fantastico gruppo di avvocati che in modo assolutamente gratuito ci difende con una professionalità ineguagliabile.

La recente sentenza del Tribunale dei Popoli come la commenti? E potrà servire a voi e ad altri casi analoghi di mastodontiche opere?

Il ricorso al Tribunale Permanente dei Popoli è stata una delle innumerevoli iniziative intraprese dal Movimento NO TAV attraverso il Controsservatorio Valsusa e dopo quasi due anni di lavori è culminato con la Sessioneconclusiva del TPP dedicata a Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere a Torino ed Almese dal 5 all’8 Novembre 2015. È stato un momento veramente esaltante. Erano 25 anni che aspettavamo qualcuno che ci rendesse almeno una giustizia morale in merito alla nostra lotta. Sentire le testimonianze nostre e delle altre realtà che in Europa si battono per la difesa delle comunità locali contro le GOII, sentire la passione, lo slancio, il disinteresse personale e l’interesse civile di intere popolazioni è stato gratificante e per chi volesse sono disponibili tutte le registrazioni audio/video (63 video) presentati in questa pagina. Il livore e le falsità con cui l’ex procuratore generale di Torino, Giancarlo Caselli, ha commentato la sentenza sulla Repubblica e il silenzio imposto a tutti i media relativamente a questo grande avvenimento sono la dimostrazione più evidente che abbiamo colpito duro il sistema del malaffare collegato alle GOII ovunque vengano imposte.

Parole come queste contenute nella sentenza del TPP non possono essere ignorate:

“Le persone che si mobilitano contro il TAV, come contro l’aeroporto di Notre Dame des Landes o in altri progetti, devono essere considerate come “sentinelle che lanciano l’allarme” al constatare violazioni di diritto che possono avere un grave impatto sociale ed ambientale e che, con modalità legali, cercano di allertare le autorità in vista della cessazione di atti contrari agli interessi di tutta la società.”

Incrociando le dita sembrerebbe che la disobbedienza civile paghi, e che paghi la nonviolenza, al di là di tutte le diffamazioni e le provocazioni. Tu come la vedi?

La lotta del Movimento NO TAV è innanzitutto una lotta POPOLARE di resistenza ad un progetto inutile e dannoso. Non è una lotta ideologica bensì una lotta popolare ad uno stupro concreto della nostra terra e ad uno sperpero folle delle risorse a danno di altri investimenti piccoli e più utili (messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali, del territorio) evitando il taglio a servizi essenziali quali sanità, scuola, ricerca, pensioni.

Come metodologia abbiamo sempre cercato di fare azioni che potessero coinvolgere tutti e che fossero alla portata di tutti. Mettendoci sempre in gioco in prima persona e mettendoci le nostre facce e i nostri corpi.

Purtroppo, come dicevo prima, se fai il bravo, se ti comporti educatamente, se documenti tecnicamente le tue ragioni, se dimostri l’inconsistenza o la malafede o le bugie della controparte in modo civile e pacato scrivendo libri (ne abbiamo pubblicati oltre 130), articoli, convegni ecc. nessuno ti fila e in questa società dell’immagine non esisti.

Se le Forse del Disordine ti massacrano di botte, ti gasano con i gas vietati in guerra, ti arrestano e allora, così come succede in tutte le parti del mondo, qualcuno si china raccoglie un sasso e lo lancia contro chi ti massacra, allora i media si ricordano di te e ti sbattono (come un mostro) in prima pagina.

Se poi lanci un fuoco d’artificio o un petardo ecco che hai attentato alla vita dei poveri poliziotti con “artifizi micidiali” o “bombe carta”.

Turi Vaccaro pacifista, nonviolento, resistente NO TAV, NO DAL MOLIN, NO MUOS ha fatto azioni spettacolari assolutamente pacifiche e nonviolente SABOTANDO le installazioni militari e i cantieri. È mai “passato” sui media nazionali? No, silenzio tombale.

Abbiamo ricordato a tutti e a volto scoperto che il sabotaggio è un metodo di lotta nonviolento (purché rispetti tutti gli esseri viventi). L’abbiamo praticato e continueremo a farlo. Perché dobbiamo fermare questa devastazione, questo spreco.

Poco più di un mese fa un gruppo di Pintoni Attivi over 60 ha deciso di giocare un tiro mancino alle Forse del Disordine nel cantiere/fortino de La Maddalena a Chiomonte.

Dopo aver fatto un veloce corso di “travisamento” tenuto dai ragazzini, in modo furtivo, tutti vestiti di nero come veri Black Block a notte fonda sono arrivati senza farsi scoprire alle reti del fortino in Clarea. Lì si sono messi a fare baccano, a lanciare dei petardi e dei fumogeni colorati. Digos, CC Cacciatori di Sardegna, Poliziotti sono usciti in forze per “arrestare” gli antagonisti i quali non hanno risposto alle domande, non hanno fornito i documenti richiesti ma soprattutto non hanno sollevato il travestimento. Con un po’ di violenza gli sbirri hanno scoperto il volto dei vari Black Block e sono rimasti molto interdetti di fronte a quei capelli bianchi e a quelle signore che per camminare dovevano appoggiarsi ad un bastone o a una stampella.

Con un sussulto di arroganza hanno ordinato agli uomini di sdraiarsi per terra e quando uno di questi ha iniziato a ronfare, perché si era addormentato, si sono anche spaventati.

L’obiettivo dell’azione era farsi arrestare e portare in questura per vedere cosa avrebbero scritto i giornali. Dopo due ore di frenetiche telefonate, visto che la DIGOS non prendeva decisioni i Black Block hanno detto “Signori adesso è tardi noi ce ne andiamo a casa”. Dopo una serie di inutili ordini di fermarsi vedendo che i nostri se ne erano davvero andati piantando gli sbirri in asso anche loro sono rientrati sconsolati nel fortino.

Nessuna velina è uscita dalla questura quella notte. Non una riga per questa beffa. Silenzio assoluto.

Noi continuiamo la nostra lotta e la nostra resistenza con il nostro passo, cercando di mantenere sempre la calma e la lucidità nell’azione.

Tu sei uno che ha lottato da sempre contro la violenza, l’autoritarismo, il militarismo: come vedi il futuro di queste lotte?

Quando ero giovane e ho iniziato a leggere Don Milani sono stato colpito dal suo motto “I CARE” cioè “MI INTERESSA”. Se la gente, le popolazioni spengono il televisore, accendono il cervello, scendono in strada e cominciano a dire guardandosi intorno “I CARE”: mi interessa quello che succede, mi interessa capire cosa succede, mi interessa sapere perché succede, MI INTERESSA VALUTARE SE È NEL MIO INTERESSE E NELL’INTERESSE DI TUTTI O SOLO DI POCHI, allora il futuro di queste lotte e di tutte le lotte sarà roseo.

Un grazie particolare a Enzo Gargano del Centro Sereno Regis per la foto, l’efficienza e la velocità.

TAV – FREDIANI (M5S): “EFFETTI DEL GAS CS SULLA POPOLAZIONE. PER SAITTA NESSUN PROBLEMA, BASTA LAVARE UN PAIO DI VOLTE LA VERDURA”

http://www.m5sp.it/comunicatistampa/2015/11/tav-frediani-m5s-effetti-del-gas-cs-sulla-popolazione-per-saitta-nessun-problema-basta-lavare-un-paio-di-volte-la-verdura/

Quali informazioni sono in possesso della Giunta in merito agli effetti dovuti all’esposizione ai gas CS e come intende darne comunicazione alla popolazione? Quali azioni intende intraprendere per tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori per evitare gli effetti dovuti all’esposizione ai gas CS?

Questi gli interrogativi posti all’assessorato alla Sanità attraverso un’interrogazione a 5 Stelle depositata il 27 luglio scorso. Interrogativi cui Saitta non dà risposta in aula, preferendo inviare una mail indirizzata al Capogruppo M5S e non all’interrogante (Frediani), probabilmente con l’intento di sottrarsi all’imbarazzo. La Regione, in sostanza, se ne lava le mani.

Il gas CS è è classificato come arma da guerra nella terza categoria (arma chimica) dalla legge 18 aprile 1975, n. 110, e la “Convenzione sulla proibizione dello sviluppo produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distribuzione” conclusa a Parigi il 13 gennaio 1993, ratificata in Italia nel 1995 ed entrata in vigore con il deposito del sessantacinquesimo strumento di ratifica il 29 aprile 1997, proibisce l’utilizzo del CS in ogni scenario bellico. Nonostante ciò sono stati utilizzati largamente in Valsusa, ad esempio nella giornata del 3 luglio 2011 a Chiomonte sono stati lanciati dalle Forze dell’Ordine circa 4 mila lacrimogeni contro i No Tav.

E come dimenticare l’episodio occorso in data 14 novembre 2012 durante il quale, in località San Giuliano di Susa, sono stati rilasciati artifici contenenti gas CS proprio in mezzo al centro abitato? Il Sindaco della città di Susa ed alcuni cittadini residenti nella zona interessata dall’evento sollecitarono le strutture del Dipartimento di prevenzione dell’ASL TO3 per conoscere quali potessero essere i rischi per la salute, in particolare derivanti dal consumo di vegetali coltivati negli orti, e per alcune specie di animali allevate nella zona in cui è avvenuto il rilascio di tale sostanza.

E Saitta, nella sua risposta, non riesce a fare di meglio che suggerire di lavare un paio di volte le verdure. Intanto è lui a lavarsi le mani suggerendo di rivolgerci al Ministero degli Interni per qualsiasi altra richiesta in merito alla salute dei cittadini.

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte