Dove vanno a finire le armi italiane?…

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Pochi sanno che quando si parla di Made in Italy non ci si riferisce solo a cibo, moda e belle macchine, ma anche a un altro tipo di prodotto che nel corso degli ultimi 25 anni ha generato un giro d’affari, tra autorizzazioni e consegne, pari a 90 miliardi di euro. Una vera e propria gallina dalle uova d’oro per il nostro Paese che però, quando ci vantiamo orgogliosamente del primato del marchio italiano nel mondo, non viene mai nominata. Sicuramente non per modestia, forse un po’ per pudore, probabilmente perché fa un po’ comodo a tutti che non se ne parli continuando ad incassare in silenzio denaro vitale per le casse dello Stato. L’italico “prodotto – gallina dalle uova d’oro”  cui ci riferiamo sono le armi. Leggere (munizioni, pistole, fucili, esplosivi) e pesanti (elicotteri, carri armati, ecc.). Società come Beretta, Agusta Westland o Aermacchi, controllate del gruppo Finmeccanica, rappresentano infatti il meglio del meglio dell’industria mondiale. Non a caso in questo settore non solo siamo tra i più attivi al mondo, ma anche tra i migliori.  
Secondo i dati del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) siamo al 12esimo posto nel mondo quanto a spese militari con 23,29 miliardi di euro di uscite nel 2014 (l’1,5% del PIL), mentre per quanto riguarda l’export di armamenti l’anno scorso ci siamo piazzati al nono posto nella classifica globale con un totale di 786 milioni di dollari (circa 700 milioni di euro) di entrate. Andando indietro nel tempo tra il 2000 e il 2013 l’Italia ha raggiunto addirittura il primo posto in classifica per esportazioni di armi comuni  seguita da Germania Stati Uniti .
I primi 10 esportatori mondiali di armi comuni nel decennio 2002-2013I primi 10 esportatori mondiali di armi comuni nel decennio 2002-2013, infografica OPAL  Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL)
Ma dove vanno a finire le nostre armi? USA, Regno Unito, Germania, Francia in primis. Ma anche Algeria, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
In base a quanto riportato dall’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL), dal 1990 ad oggi le principali autorizzazioni all’export di sistemi d’arma italiani si sono dirette verso l’Unione Europea che rappresenta il 35,9% del totale. Subito dopo però troviamo la zona formata da Medio Oriente e Nord Africa che conta nel nostro export per il 23,2% e l’Asia che raggiunge il 15,4%. L’OPAL sottolinea però che prendendo come base di riferimento il quinquennio 2010-2014, si scopre che mentre le autorizzazioni verso l’UE hanno registrato un netto calo passando dal 36,4% del 2004-2009 al 24,5 degli ultimi cinque anni, l’export verso il Medio Oriente e il Nord Africa ha invece segnato un cospicuo aumento arrivando al 35,5% , così come sono cresciute le autorizzazioni verso l’Asia (16,2%) e l’America Latina (5,2%).
Parlando invece dei singoli Paesi, negli ultimi 25 anni i destinatari del nostro export sono stati soprattutto Stati Uniti   (4,5 miliardi di euro) Regno Unito (4 miliardi). Consistente anche l’export nei confronti di Arabia Saudita (3,9 miliardi) Emirati Arabi Uniti (3,2 miliardi) Turchia (2,7 miliardi), India (1,6 miliardi), Pakistan (1,2 miliardi), Libia (353 milioni).
La classifica cambia restringendo l’arco temporale di riferimento al quinquennio 2010 e il 2014 il principale paese destinatario del nostro export risulta essere l’Algeria (1,4 miliardi di euro), seguita, dall’Arabia Saudita (1,2 miliardi di euro), dagli USA e dagli Emirati Arabi Uniti.
Esportazioni italiane armamenti, la classifica dei destinatari nel quinquennio 2010-2014Esportazioni italiane armamenti, la classifica dei destinatari nel quinquennio 2010-2014, infografica OPAL  OPAL
Da sottolineare inoltre che lo scorso 11 settembre Matteo Renzi ha firmato un memorandum d’intesa con il Kuwait che prevede l’acquisto da parte del suddetto Paese di 28 caccia Eurofighter di un consorzio europeo guidato da Finmeccanica per un totale di 8 miliardi di euro, una cifra che rappresenta la più grande commessa mai ottenuta dall’azienda guidata da Mauro Moretti. Dal 2012 al 2014 inoltre l’Italia ha esportato armi al Kuwait per 17 milioni di euro, ma soprattutto al Qatar per 146 milioni di euro.
Si tratta, curiosamente, dei due Paesi che, insieme alla già citata Arabia Saudita, rappresentano secondo il Washington Institute for Near Policy, i principali finanziatori (ovviamente indiretti e non ufficiali) dell’ISIS, che negli ultimi due anni avrebbe ricevuto dagli Stati del Golfo Persico circa 40 milioni di dollari. L’organizzazione attiva in Iraq e sutura, comunque, non sembra usare armi italiane, preferendo, secondo il Conflict Armament Research, armamenti americani, russi e cinesi).
Quali sono le regole da rispettare per l’esportazione delle armi?
Le “norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” sono regolate dalla legge 185 del 1990, che stabilisce i criteri base da rispettare. In primo luogo le esportazioni di armi non devono essere contrari ai “i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (articolo 11), in secondo devono essere utilizzate delle  “specifiche procedure di rilascio delle autorizzazioni” e “modalità di controllo sulla destinazione finale degli armamenti”.
Questo significa che le armi italiane non possono essere vendute a Paesi in guerra tra loro, ma che tuttavia l’Italia può vendere armi anche a Paesi che devono affrontare problemi di “ordine interno”, come le proteste degli attivisti per la democrazia, che, come si è visto negli anni scorsi nella penisola arabica, sono state represse nel sangue, magari con l'”aiuto” di armi italiane…
(International Business Times)

PARIGI-SIRIA: CUI PRODEST. Una crepa nell’imperialismo.

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2015/11/parigi-siria-cui-prodest-una-crepa.html

MONDOCANE

MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2015

 “Non è la guerra di Israele, è la vostra guerra, è la guerra della Francia, perchè è la stessa guerra. Perché se riescono qui, ed è Israele ad essere criticata e non i terroristi, e se non siamo solidali, allora questa peste di terrorismo verrà da voi. E’ una questione di tempo: verrà in Francia!” (Netaniahu, agosto 2014)
Di uno dei kamikaze di Parigi è rimasto solo un dito. E tutti stanno guardando quello”(www.spinoza.it, Il Fatto Quotidiano)
 
“Per sconfiggere l’Isis dobbiamo bombardare i curdi” (Erdogan). “Per sconfiggere l’Isis dobbiamo eliminare Assad” (Hollande). “Per sconfiggere l’Isis dobbiamo distruggere la Siria” (Obama). “Per sconfiggere l’Isis dobbiamo bombardare l’Isis” (Putin)
 
Il post-Parigi
Torme di morti viventi che avanzano, ti circondano, ti vengono addosso, ululano, guaiscono, miagolano, sbavano, singhiozzano, ruggiscono, digrignano i denti, emettono borborigmi rivoltanti. Non è un film. Sono i cronisti e i commentatori della stampa d’Occidente che, come ti mordono, diventi come loro. Come si dice a Blob? E’ la cosa più orribile che abbia mai visto.
L’alfa e l’omega
Moshe Ya’alon, testa militare dell’idra israeliana, braccio destrissimo di Netaniahu, è la gallina che ha cantato per prima. Non s’era ancora spenta l’eco delle mitragliate nel Bataclan, che l’energumeno ha indicato l’obiettivo principale dell’operazione: “In Europa i diritti umani devono sottostare alle esigenze della sicurezza. Dobbiamo intercettare tutte le comunicazioni, stringere tutti i controlli, porre poliziotti davanti a ogni esercizio pubblico. Dobbiamo seguire l’esempio degli Usa dove, dopo l’11 settembre, la sicurezza ha prevalso su ogni altra considerazione. Detto da uno dei massimi esperti nell’annientamento di diritti umani e relative vite. Ma non sono solo gli spurghi di questo nazisionista a far correre il pensiero da Parigi a Tel Aviv.
E’ l’espressione più recente del genocidio strisciante palestinese che dura da settant’anni, altro che i dieci del nazismo. Di fronte al quale spunta la domanda maliziosetta del perché mai i jihadisti, che pongono da sempre Israele in cima agli infedeli da liquidare, non si siano mai sognati di fare anche solo uno sgambetto a qualche rappresentante del nemico principale a casa sua (occupata). Hanno, sì, ammazzato ebrei, ma mai in Israele. Che potrà sacrificare suoi correligionari nei paesi “infestati da antisemitismo” e mai sufficientemente a fianco dello Stato ebraico, ma deve pur rassicurare i propri cittadini sulla propria indefettibile sicurezza.
Ottobre-15 novembre: Netaniahu e i suoi jihadisti ammazzano 80 civili palestinesi. Fanno a gara con i compari di Parigi (e di New York, Londra, Madrid, Sinai, Beirut, Ankara, Siria, Iraq, Yemen, Somalia, Afghanistan, Nigeria…). Viene abbattuto sul Sinai il Boeing russo e muoiono 224 civili. A Beirut  esplodono bombe nei quartieri sciti e muoiono 41 civili. Duemila sono i morti dei bombardamenti sauditi in Yemen, facilitati dalle armi che Finmeccanica e Renzi vendono a Riyad. Sono 250mila le vittime, insieme a 11 milioni di profughi interni ed esterni, di cinque anni di guerra alla Siria. Sono 2, 5 milioni le vittime delle guerre Nato-Golfo in Iraq. E poi Afghanistan, Pakistan, Somalia, Libia, Palestina, Sahel invaso dalla Francia, paesi latinoamericani destabilizzati… Lumini, pianti, gigantografie, cordoglio universale, inni, riti e liturgie, ai primi. Silenzio, indifferenza, (soddisfazione?), per tutti gli altri, con molti più bambini e donne, con un oceano di distruzioni e devastazioni.
 
La Marsigliese, cantata a petto in fuori da mandanti, sicari e masse di poveretti lobotomizzati, ha fatto risuonare in Mali, Niger, Ciad, RCA, Costa d’Avorio, Libia, Siria, Iraq, liberté, egalité e fraternité sotto forma di esclavage, racisme, colonialisme..
E poi rompono i coglioni alle comunità islamiche, prime vittime sia dei loro correligionari mercenari, sia dell’Occidente che questi ha reclutati, perché non si manifestano abbastanza duri contro gli islamisti. Non sarà perché i musulmani non mercenari dell’impero hanno capito benissimo chi fa gli attentati?  Infine tutto il mondo proclama Je suis Paris (come prima, quando si è autoinsultato chiamandosi Je suis Charlie). Ovviamente tutti si sentirebbero come chi finisce in costume da bagno in una messa cantata se dicessero anche Je suis Beirut, Je suis Ramallah, Je suis Damas, Je suis Sanaa…..
Insegnanti di terrorismo. In Israele e da noi.
Il sasso nell’acqua e i suoi cerchi
Il metodo scientifico che non ammette refutazioni è quello storico. Allora vediamo la storia dei grandi attentati terroristici, da Pearl Harbour all’11 settembre, da Piazza Fontana alle armi chimiche turche in Siria e se tre indizi fanno una prova, che prova fanno 100 indizi?  L’altra chiave di lettura irrinunciabile e quasi sempre inconfutabile, è il cui prodest. Vediamolo, uno per uno, relativo a Parigi uno e due.
Si rinfocola lo scontro di civiltà tra Occidente civile e Islam e Sud del mondo incivile. Si alimenta la paura dei popoli, funzionale alle guerre di aggressione fatte passare per difesa, e all’ulteriore stretta verso Stati di polizia. Patriot Act,  stati d’emergenza (e dunque commissari di regime al posto di rappresentanti del popolo (vedi Renzi a Roma e ovunque), legge marziale e riforme reazionarie della Costituzione (vedi Renzi) garantiscono la sorveglianza totale e mezzi di annientamento delle insubordinazioni sociali, della privatezza e della libertà d’espressione. Una prima applicazione nel dopo-attentato è stata l’occupazione militare del quartiere di St.Denis. Stato d’assedio nei confronti dei suoi cittadini, una popolazione multinazionale giovane vivacissima, contestatrice, non certo scelta a caso perché da anni, con la sua popolarissima università, focolaio di idee e di movimenti, costituisce una spina nel fianco della Parigi da normalizzare. L’assalto al presunto covo, le bombe, la sparatoria, il terrore degli abitanti, i morti, i feriti, la gente costretta in casa, mezzi blindati dell’esercito, delle forze speciali e della polizia, elicotteri ad altezza di finestre, morte ventilata dai gendarmi a chi usciva di casa, irruzioni e perquisizioni dove capita. Prove di dittatura, prove di colpo di Stato, prova di quello che ci attende tutti. Già si era visto a Boston, col pretesto delle bombe alla maratona. Per alcune settimane la città sembrava un quartiere di Baghdad nel 2003. Da noi queste cose le abbiamo incominciato a vedere nella Val di Susa.militarizzata.
Tempestivo e chiarissimo il nostro procuratore antiterrorismo Franco Roberti: “Dovremo cedere pezzi della nostra libertà”. Del poco che ancora rimaneva dopo l’avvento del golpista di Rignano. Creando e anfetamizzando l’odio razziale, tipo Salvini e Le Pen, si lacera il tessuto sociale e si atomizzano gli individui  e si perfeziona il regno delle diseguaglianze. Si offrono opportunità di controllo sociale e demolizione dei diritti agli europei amici che, subito, ne approfittano per eclatanti sospensioni di partite (Hannover), terrificanti allarmi bomba a gogò, aerei dirottati. Si mettono in un angolo i governi riluttanti alle avventure militari e relative spese (Germania, Italia, Spagna, europei minori). Si neutralizza il monopolio della Russia, unico efficace e sincero combattente contro il terrorismo, che ha sparigliato l’intera scena mediorientale e ha alterato l’equilibrio geopolitico mondiale, gettando gli Occidentali nel panico e nell’isteria.
Si distrae sia dal molto sospetto abbattimento del Boeing russo sul Sinai, sia dal terrorismo USraeliano sempre più evidente all’opinione pubblica (la crocchia dirigente francese è in gran parte correligionaria degli israeliani: Hollande, Fabius, Sarkozy, Royal e così l’élite intellettuale, Bernard Levy, Glucksman…). Si giustifica il riarmo che rafforza il complesso militar-industriale a scapito di altre economie e industrie che prosperano sui rapporti pacifici. Si fa una pera di sangue all’anemico presidente francese che può gonfiare e lepenizzare i suoi gracili muscoletti in vista della prossima tornata elettorale. Poi, per coprire l’evidente collusione con gli attentatori, evidenziata dalle quasi 4 ore di licenza di uccidere concesse in piena Parigi prima dell‘intervento della polizia, si organizza una canizza due giorni dopo, in un quartiere di fermenti sociali e culturali, dove la polizia, uccidendo “terroristi” e anche passanti, può ricuperare la faccia perduta.
Si criminalizza la vasta comunità immigrata araba e ci si prepara a espulsioni e a chiusure delle frontiere ai rifugiati. Si impone a un’opinione pubblica, riottosa ma domata, l’accettazione del TTIP (trattato di libero scambio Usa-UE) e del TISA (accordo per la privatizzazione di tutti i servizi), che eliminano i residui delle sovranità nazionali e popolari e sanciscono la dittatura dei poteri economici  di cui i gruppi dirigenti euro-atlantici sono l’espressione. E visto che i terroristi imperversano e si moltiplicano in internet, si potrà disciplinare questo estremo strumento di libertà e permettere ai service, Google, Yahoo, Facebook, Twitter, eccetera, di spiare per i regimi i propri clienti. E, come ciliegina su questo tiramisù del tecno-nazismo, si riabilitano, per la proprietà transitiva, i portavoce più volgari e razzisti del sionimperialismo, Charlie Hebdo, che avevano appena sconcertato l’umanità perbene con queste oscene vignette sull’abbattimento dell’aereo russo. Sono quelli che Hollande chiama “i nostri valori”.
Le didascalie: 1) I rischi del low cost russo; 2) L’aviazione russa intensifica i bombardamenti. Uguali alle vignette anti-ebrei dei nazisti.
 
Repetita juvant
Un ulteriore criterio per smascherare la strategia delle False Flag, ormai strumento prevalente per le guerre esterne e interne, è la pedissequa ricorrenza di elementi di continuità. Ogni volta c’è chi fornisce preavvisi degli attentati.(a Parigi, la comunità ebraica, i servizi sauditi e iracheni). Poi si denunciano “le falle” negli apparati e sistemi di sicurezza. Così si giustificano ulteriori misure fasciste  e si preme su governi non adeguatamente militanti a schierarsi con maggiore decisione. Ogni volta si uccidono (anche quando già catturati, come Coulibaly nel negozio Kosher), o muoiono, tutti gli attentatori, che però si fanno identificare da documenti personali fortuitamente lasciati sul posto (magari lindi e integri nel taxi della fuga, o in mezzo alla Torri polverizzate). Poi si procede a largo raggio per schiacciare  ogni velleità politica delle comunità immigrate  attraverso retate a casaccio di loro membri. Integralisti islamici saputi devoti ai rigori dei loro costumi e pronti alla partenza per il paradiso, si scoprono puttanieri, giocatori d’azzardo, bevitori, frequentatori di ambienti equivoci (i presunti piloti dell’11 settembre), o malviventi e spacciatori (la “cellula” belga degli attentatori).
I più collaudati servizi di intelligence e sorveglianza delle maggiori potenze si scoprono ciechi, muti e sordi (e dunque vanno rafforzati), mentre certe forze di polizia assistono passive all’azione di Charlie Hebdo, o arrivano quattro ore dopo l’inizio dell’operazione, a strage compiuta, nelle zone a maggiore vulnerabilità (1 poliziotto davanti al giornale più inviso ai musulmani, due poliziotti davanti al Bataclan, proprietà di ebrei). Ogni atto di terrorismo in Occidente ha favorito guerre d’aggressione.Tutti i grandi attentati, dalle Torri Gemelle al Pentagono, da Piazza Fontana alla Maratona di Boston, da Charlie Hebdo alla stazione di Bologna, all’operazione Northwoods, che doveva attribuire a Cuba bombe negli Usa e abbattimento di aerei Usa pianificati dal Pentagono (e che Kennedy stoppò, in un anteprima del dissidio di oggi tra circoli militaristi e opzioni soft di destabilizzazione), da Londra 2005 a Madrid 2004, rivelano all’analisi più superficiale manipolazioni di fatti, baggianate tecniche e strumenti umani inconsapevoli o manovrati, tutto regolarmente soppresso da investigatori e media di regime.
 
I convenienti tabù degli utili idioti e amici del giaguaro
A questa fenomenologia dei terrorismi di Stato danno una mano preziosa, atta a narcotizzare eventuali perplessità delle opposizioni politiche e sociali, i tabù Nato e False Flag delle sedicenti sinistre. I volumi di prove all’incontrario dei più autorevoli esperti della materia, dei tecnici, degli storici, degli investigatori indipendenti, non hanno accesso alle dichiarazioni e pubblicazioni di politici e media di “sinistra”, in perfetta sintonia con l’occultamento che ne fanno i regimi e loro mezzi d’informazione. E, si sa, queste unanimità servono al più forte e minchionano il più debole. Qualcosa che vada oltre il dubbio traspare dai Cinque Stelle, ma anche questo viene rigorosamente dribblato nella pubblicistica di “sinistra” e nei suoi microrganismi recentemente proliferanti, da Sinistra Italiana ai sinistri radicali, da Coalizione Sociale ai mille partitini comunisti rifondati, dai guru di pace, nonviolenza e antifascismo. E a questo proposito, è discutibile la pressione del M5S, che pure coraggiosamente e da solo entra in campo in difesa della Siria e contro le guerre, quando accredita la fondatezza dei propositi di regime per un potenziamento degli organi di controllo e sicurezza: Abbiamo più polizie e il più alto numero di agenti rispetto alla popolazione di tutta l’Europa. E il loro comportamento in ordine pubblico, affine a quello impiegato negli Usa contro neri e manifestanti, fa sembrare eserciti della salvezza le forze dell’ordine in tutta Europa e soprattutto in Russia.
 
Neanche la più efferata dimostrazione di aggressività della Nato, come la superfetazione di basi inquinatrici e omicide, o la recente esercitazione Kolossal “Trident Juncture 15” di prova alla guerra in Africa, Medioriente e Russia, ha fatto entrare nei proclami e programmi di anche una sola conventicola della “nuova sinistra” un accenno di messa in discussione del principale apparato della globalizzazione militare e totalitariaNeanche la montagna di serie confutazioni, da centinaia di fonti di indiscutibile competenza, di questo o quest’altro episodio di terrorismo, ha mai avuto ospitalità nel “manifesto”, o nella saggistica dell’intellighenzia di sinistra. Una ininterrotta successione di false bandiere, di provocazioni  di Stato storicamente dimostrate e anche riconosciute, perfino ammesse ed elogiate da un nostro Capo di Stato, Cossiga, qui non ha prodotto altro che diffamazione e ridicolizzazione dei “dietrologi” e “complottisti”.  Utili idioti, questi fideisti delle sacre tavole della disinformazione, o amici del giaguaro? Fate voi. Per me giocano tutti nella stessa squadra.
Sono strabilianti,.dopo anni di finte incursioni anti-Isis e di vero supporto all’Isis della coalizione occidentale, le vittorie diplomatiche e militari della Russia e dei relativi alleati in Siria e Iraq. Sottaciute dai media di ogni colore, come la conquista della base aerea di Aleppo, lo sfondamento verso Palmira, i missili Cruise dal Mar Nero al centro di Raqqa, o l’avanzata irachena nell’Anbar. In compenso viene esaltata la conquista di Sinjar da parte dei curdi iracheni, armati dagli Usa e protetti da Israele che, come i curdi di Siria, pure armati dagli Usa, si stanno appropriando di territori arabi, fuori dal Kurdistan, funzionali al piano USraeliano di frantumazioni delle nazioni arabe. Con grande irritazione di Erdogan e del suo piano di una zona cuscinetto per contenere i curdi e strappare territorio alla Siria. Quella zona, nei piani israelo-occidentali, è già dei curdi.
 
La crepa nell’imperialismo.
Con la sua mossa del cavallo il migliore scacchista del torneo ha messo sotto scacco il re. Cosa può fare il re a questo punto? Ha due possibilità. O mobilita pedoni, torri, regine e li scaglia contro l’avversario e i suoi pezzi. Eliminazione di Assad e squartamento di Iraq e Siria, con, a rischio di una conflagrazione generale, la messa in riga di Russia, Iran, Libano (vedi bombe  di Beirut) e arabi ancora vivi. Oppure sospensione della partita in attesa di tempi migliori, magari dopo che qualche altro eccidio di russi attribuito all’Isis ammorbidisca quello che, comunque, resta il nemico pubblico numero uno.
C’è il cambio di rotta dell’accordo di Vienna, dove i 5+1 hanno dovuto piegarsi al piano russo-iraniano di tregua (come a Minsk) e di dialogo con le opposizioni siriane non terroriste (io stesso a Damasco le avevo incontrate nella persona di un vescovo maronita, leader della maggiore formazione non asservita all’imperialismo e ai petrodittatori, favorevole a una modifica della costituzione, ma anche alla permanenza di Assad). Hanno accantonato annosissimi progetti di distruzione della Siria, accettato il periodo di transizione, con Assad, e poi si vedrà alle successive elezioni. C’è il G20 con l’inusitato testa a testa confidenziale di Putin e Obama. Si  confermano così le due linee d’azione che dividono i guerrafondai dai diplomatici. Da un lato chi, vista la prospettiva di una sconfitta di Daish e Al Nusra per mano russo-iracheno-siriano, vuole scatenare l’inferno di una guerra terrestre di Golfo e Occidente contro Assad, facendo finta di avercela con i terroristi, sapendo benissimo che l’unica forza militare efficace sul terreno contro l’Isis e Al Nusra è l’esercito patriottico con i suoi alleati. Dall’altro, sempre alla luce della debacle dei propri mercenari, chi pensa di guadagnare tempo accettando la mediazione dei difensori della Siria.
L’asse Israele-Francia (il primo al perseguimento del Grande Israele, la seconda per riprendersi le vecchie colonie) è integrato da Cia, Pentagono, cioè complesso militar-industriale,Turchia, mallevadori di Daish nel Golfo. L’asse Russia-Iran-Baghdad-Damasco-Hezbollah, vittorioso sul campo, vede confluire nella sua proposta di soluzione politica i Brics, gran parte del Sud del mondo, paesi europei come Germania, Italia, Spagna e perfino il parlamento britannico che ha negato a Cameron l’intervento di terra. Ha voglia il patetico personaggetto di Parigi a urlare “Allons enfants à la guerre”, e a spedire i suoi Rafale a bombardare edifici vuoti a Raqqa (così è stato filmato). C’ è anche da noi tal Ammiraglio Di Paola, palafreniere del Pentagono. Appuntatosi sul petto di ministro della Difesa il genocidio libico, sgarra dalla linea italiana e, infilatosi il pugnale tra i denti, perora che non ci si limiti alla “solidarietà” parolaia con Parigi e si vada giù di brutto contro Assad. Come minimo otterrà gli F35 e qualche miliardo in aggiunta agli 80 che sottraiamo giornalmente a pensioni, salari di miseria, scuole e ospedali.
Chi decide la partita sono i missili russi che, il giorno dopo l’attentato, hanno frantumato a Raqqa centri di comando e colonne di rifornimenti. Mentre John Kerry a Vienna,,preso pragmaticamente atto del nuovo rapporto di forze, fraternizzava apertamente con il ministro degli esteri russo, Lavrov, e ne elogiava il piano politico, mentre Obama si isolava con Putin ad Ankara e ne usciva parlando di “incontro costruttivo”, sottolineando il “ruolo positivo della Russia in Siria”, i generali a Washington, futuri presidenti e amministratori delegati delle società degli armamenti, sputavano fiamme contro la Russia.Il ministro della guerra e dell’industria militare, Ashton Carter, definiva per l’ennesima volta la Russia “una minaccia globale” al pari dell’Isis e chiamava l’intervento di Mosca  “benzina sull’incendio siriano”. Lo stesso capo di stato maggiore, generale Joseph Dunford, anatemizzava la Russia come “minaccia esistenziale agli Stati Uniti”, affermazione che il portavoce di Kerry ripudiava. Ma che viene condivisa dalla candidata presidenziale preferita dai nostri “sinistri”, Hillary Clinton, la belva del genocidio libico.
 
Significativo nel contesto di queste divergenze, l’appello a partecipare alla sua guerra che Hollande ha lanciato all’Europa, non alla Nato, mentre entrambe hanno clausole che impongono la partecipazione di tutti alla difesa del membro “aggredito” .Appello che ha scarse possibilità di essere accolto, se non da attori minori come i baltici, l’Ucraina, la Polonia, la Grecia, ora entrata in simbiosi militare con Israele. Non per nulla, dopo che Putin aveva puntato il dito contro certi commensali del G20, dicendo che ben 40 paesi alimentano e sostengono l’Isis (turchi, israeliani e tagliateste del Golfo fischiettavano, facendo finta di non sentire), ecco che gli schermi tv e i fogli di regime europei, anziché indignarsi, ci rovesciano addosso pensose riflessioni sull’anomalia che nostri alleati, da noi riforniti di armi, abbiano potuto approvvigionare la “massima minaccia alla civiltà occidentale”. C’è motivo di sospettare che l’evidenza della sinergia Golfo-Israele-Turchia-Daish, da noi denunciata e documentata mille volte, grazie a Putin abbia costretto a questa clamorosa virata buona parte dello schieramento anti-Assad. L’asse del rifiuto alla guerra aperta ne esce rafforzato. Altra affermazione dell’azione russa.
Chi decide sta in alto e si vede poco
Qui non si sta argomentando che gli Usa, Obama, i poteri economici che guadagnano più dalla conquista economica  che dalle guerre, siano candidi angeli della pace e della rinuncia al dominio. L’obiettivo strategico della dittatura economica, politica e militare sul mondo  accomuna tutti perché è dettato dal vertice di una piramide della quale tutti, dell’una linea, o dell’altra, sono i mattoni, seppure conniventi-confliggenti. La differenza sta nel metodo. L’accordo sul nucleare con l’Iran, il connubio con Cuba nel segno della restaurazione capitalista, Aung San Suu Kji coalizzata con i tanto detestati generali e, ora, il riconoscimento del ruolo russo, rappresentano il prevalere dell’opzione dell’infiltrazione e dell’accerchiamento, sempre a scopo di regime change ovviamente, come in altre occasioni le rivoluzioni colorate.
Si vorrebbe concludere che poté più il capitalismo neoliberista che i marines, la guerra sporca, la destabilizzazione strisciante che i colpi di Stato militari e l’invasione-occupazione. Costano di meno, cosa di cui Obama e il suo retroterra bancario-petrolifero devono tener conto, anche perché alla Fortezza Bastiani statunitense non si affacciano i tartari, bensì 50 milioni di poveri, un apparato produttivo in disarmo, una marea di disoccupati, un debito stellare e intorno alle metropoli si addensano minacciose le baraccopoli e tendopoli di milioni di senzatetto, senza sanità, senza speranza. Forse, si teme, non basteranno i droni assassini, i poliziotti serialkiller, i campi di concentramento allestiti in tutti gli stati dell’Unione a trattenere chi, da ulteriori guerre, verrà buttato oltre i margini della sopravvivenza.
In ogni caso deciderà la Cupola, la criminalità organizzata finanziaria. La crepa non sarà facile da rinsaldare. Sta a noi, all’umanità, allargarla a voragine. Per questo va fatto chiarezza sul terrorismo e va sostenuta la Russia.
Pubblicato da alle ore 16:43

L’Isis minaccia l’italia e dichiara: “Sgozzeremo i vostri politici”

http://www.italianotizie24.eu/lisis-minaccia-litalia-e-dichiara-sgozzeremo-i-vostri-politici/ 

Arrivano ancora minacce da parte dell’isis, questa volta, sono indirizzate all’italia e al governo italiano, hanno mandato minaccie via twitter ed hanno dichiarato,che conquisteranno roma ed uccideranno tutti i politici ad uno ad uno,non si sa quanto arriveranno qui ma stiamo certi che fanno sul serio

PUTIN, SALVACI TU!

dago

Dagospia19 NOV 2015 19:01

PUTIN, SALVACI TU! FIRMATO: IL GOVERNO AMERICANO! – UN EX MEMBRO DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA USA SOSTIENE CHE I RUSSI SIANO GLI UNICI AL MONDO IN GRADO DI SCONFIGGERE L’ISIS, E DICE APERTAMENTE CHE LA TURCHIA APPOGGIA LO STATO ISLAMICO – L’OCCIDENTE? “CASTRATO DAI MEDIA E DALL’OPINIONE PUBBLICA”

Gwyneth Todd all’agenzia di notizie russa Sputnik: ”Sia l’Europa che l’America sanno che la Turchia, uno dei membri chiave della Nato, è anche un supporter dell’Isis e non la difenderanno mai qualora Erdogan decidesse di mettersi contro la Russia in Siria. E Le monarchie del Golfo non rischierebbero mai un confronto armato contro Putin”…

Da http://sputniknews.com

barack obama nsc

BARACK OBAMA NSC

 “La Russia è l’unica grande potenza in grado di distruggere l’Isis perché può ignorare le accuse e le pressioni dei media occidentali”. Lo ha detto Gwenyth Todd, un ex consigliere di Barack Obama ed ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC) della Casa Bianca.

gwenyth todd

GWENYTH TODD

“Il mondo ha bisogno di un paese veramente potente, pronto a fare qualsiasi cosa per respingere questi terroristi ben armati e finanziati. È inoltre necessario mettere un attimo da parte le accuse di violazione dei diritti umani e cercare di fermare il flusso di denaro proveniente dalla Turchia e dai paesi del Golfo diretto ad alimentare lo stato islamico”, ha detto Gwenyth Todd a Sputnik.

aereo russo decollo

AEREO RUSSO DECOLLO

Todd ha spiegato che gli Stati Uniti hanno grande difficoltà a intraprendere azioni di guerra contro i terroristi perché “ci sono molti cittadini americani che vogliono assolutamente evitare tutti i danni collaterali legati a una possibile guerra o anche solo le violenze necessarie a fermare i colpevoli.”

francoise hollande

FRANCOISE HOLLANDE

 Il problema però riguarda l’Occidente nel suo complesso, spiega Todd, perché anche gli inglesi, i tedeschi e i francesi vogliono evitare un intervento deciso. E in più sono disposti a chiudere un occhio anche con quei governi che violano i diritti umani, pur di proteggere i loro interessi economici.

aereo russo sgancia bomba su obiettivo isis

AEREO RUSSO SGANCIA BOMBA SU OBIETTIVO ISIS

“Nessuno di questi atteggiamenti può essere efficace quando si tratta di fronteggiare l’avanzata del terrorismo – afferma l’ex membro dell’NSC – Se l’Occidente rifiuta di vendicarsi, i terroristi capiranno che potranno agire indisturbati perché non avremo mai il coraggio di attaccarli veramente”.

 vladimir putin

VLADIMIR PUTIN

Il sospetto che hanno i terroristi è che ora anche la Russia sia stata contagiata dalla paura occidentale di compiere un intervento risolutivo e, per Gwenyth Todd, l’abbattimento del Metrojet russo sarebbe servito a provare questa teoria. “Gli Stati Uniti, incapaci di agire – sostiene Todd – si sentirebbero estremamente sollevati se la Russia si decidesse a distruggere il quartier generale dello Stato Islamico, ignorando le pressioni dell’opinione pubblica”.

 BOMBA ISIS NELLA LATTINA DI BIRRA GOLD

BOMBA ISIS NELLA LATTINA DI BIRRA GOLD

Il momento è molto favorevole, il giudizio su un intervento russo sarebbe mitigato dagli ultimi attentati di Parigi e dalla rivendicazione da parte dell’Isis dell’attentato all’aereo russo. Ma per Todd “questa finestra rimarrà aperta solo per poco tempo, e la Russia deve muoversi molto velocemente e colpire l’Isis con grande forza se vuole essere efficace”.

 attentati a parigi assato al bistrot 9

ATTENTATI A PARIGI ASSATO AL BISTROT 9

attentati a parigi assato al bistrot 11

ATTENTATI A PARIGI ASSATO AL BISTROT 11

fotomontaggi isis su parigi

FOTOMONTAGGI ISIS SU PARIGI

ISIS

ISIS

isis 2

ISIS 2

“Strategicamente l’Occidente sa che la Turchia, uno dei membri chiave della Nato, è anche un supporter dell’Isis e non la difenderà se Erdogan decidesse di mettersi contro la Russia in Siria. E i paesi del Golfo non rischierebbero mai un confronto armato contro Putin”.

Comunicato No Tav sullo smarino della Torino Lione

Un comunicato dei No Tav pone serie domande sul futuro del cantiere di Chiomonte e su come potrebbe essere gestito l’enorme cumulo dello smarino.

A CHE PUNTO SIAMO CON LA TORINO LIONE ? 

A Chiomonte è in corso lo scavo del tunnel geognostico della Maddalena, il cunicolo esplorativo propedeutico alla realizzazione della Torino Lione. Ad oggi, dopo 2 anni di attività della talpa, lo scavo è in ritardo di 9 mesi rispetto al cronoprogramma ufficiale dei lavori. Il progetto della Torino Lione prevede la costruzione di una nuova linea ferroviaria della lunghezza complessiva di 270 km; con la delibera 19/2015, il CIPE ha approvato il progetto definitivo relativo ad una tratta di lunghezza pari a 17 km, ovvero quella compresa tra il confine di Stato e Bussoleno. Gli scavi in corso e quelli futuri hanno, fra le altre conseguenza, la produzione di una enorme quantità di terra .

DOVE FINIRÀ TUTTO LO  IN ESUBERO?

Ad oggi lo smarino prodotto alla Maddalena è stato depositato in cantiere. Lo smarino in esubero del tunnel di base verrà invece trasportato nelle cave di Torrazza e  . QUANTO MATERIALE À VERRÀ PORTATO NELLA CAVA DI CAPRIE?
Una montagna: 1.220.040 tonnellate. Corrispondono a qualcosa in più di 610.000 metri cubi. In realtà i progettisti prevedono di portarne fino a 850.000 m etri cubi mettendo in conto di dover «gestire eventuali variazioni nel processo di utilizzo dei materiali di scavo in fase realizzativa» , cosa già puntualmente capitata per il cunicolo geognostico della Maddalena.

Sono numeri enormi, difficili da maneggiare. Conviene paragonarli a qualcosa di conosciuto. Quanti sono 850.000 metri cubi? Prendete lo stadio olimpico di Torino, l’ex comunale dove gioca il Toro, o lo Juventus Stadium; l’area del terreno di gioco misura 7.140 metri quadri. Se ci portassero lo smarino destinato alla cava di Caprie creerebbero un enorme cubo grande come il campo e alto 119 metri. Oppure considerate il Colosseo: ha una superficie di 3.357 metri quadri e un’altezza massima di 48,5 metri. Il cumulo di smarino che dovrebbe confluire a Caprie corrisponde a 5 volte il volume del Colosseo!

Per le tonnellate possiamo fare un ragionamento analogo: la Costa Concordia aveva una stazza lorda di circa 115.000 tonnellate, il materiale che TELT vorrebbe portare a Caprie pesa dieci volte quella nave!
COME TRASPORTERANNO QUESTA MONTAGNA DI MATERIALE?
Dicono in treno. Il CIPE ha approvato la proposta di utilizzare container sistemati su convogli lunghi 300 metri e capaci di caricare circa 1000 tonnellate. In totale 50.000 container e 1.250 treni . Se li mettessimo in fila otterremmo un mostruoso treno lungo 350 km, più della distanza fra Torino e Lione. Sarà questa la “saturazione della ferrovia esistente” che predicono da trent’anni?
CHE EFFETTI POTRÀ AVERE TUTTO QUESTO SULLA SALUTE DI CHI ABITA IN  VALLE DI S USA ?

L’attività del cantiere di Chiomonte causa ovviamente un aumento delle polveri sottili presenti in aria (PM10 e PM2,5); queste polveri sono pericolose per la salute, per questo la legge individua valori limite che non devono essere superati al fine di tutelare la salute dei cittadini. Con riferimento alla realizzazione dello scavo del tunnel di base e al conseguente trasporto dello smarino nella cava di Caprie, i proponenti
prospettano il superamento del valore limite previsto dalla legge in prossimità del deposito di Caprie [nel Quadro di riferimento ambientale ,Tomo 2 , p. 152 del progetto definitivo, a proposito del PM2.5 si legge che «a causa dei valori di fondo più elevati il superamento del livello di 25 μ g/m 3 (cioè del valore limite in vigore dal 2015) si potrebbe verificare in prossimità del deposito di Caprie» ].

Qui non si tratta di fare allarmismo, ma di leggere i documenti ufficiali e informarsi sulle conseguenze di un . simile spostamento di materiali che durerà, da progetto, almeno sei anni. Il futuro che vogliamo per Caprie e per i paesi della Valle non è questo.
E insieme continueremo a opporci a questo scellerato progetto.

Per sincerarvi dei numeri citati consigliamo la lettura di Relazione geotecnica del sito di Caprie (PD2 C3B 0045), Evacuazione del marino con il treno (PD2 C2A 0023) e Relazione illustrativa siti di deposito (PD2 C3A 5501)

Attacco all’ufficio di Russia Today a Tel-Aviv, ci sono morti

http://it.sputniknews.com/mondo/20151119/1571490/tel-aviv-attacco-rt.html

Control room of the Russia Today English-language newsroom

Ore di paura a Tel Aviv, dove un uomo, ancora ignoto, ha attacco l’ufficio locale della tv Russia Today.

Un uomo armato di coltello si è introdotto nell’ufficio di Russia Today a Tel Aviv ed ha ucciso una persona e ferito altre tre, poi si è dato alla fuga. Lo riferisce Paula Slier, corrispondente della tv russa.

Non ci sono feriti tra i dipendenti di RT.

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Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20151119/1571490/tel-aviv-attacco-rt.html#ixzz3ryS3Hi4Y

Russia: distrutte centinaia autocisterne di ISIS per contrabbando petrolio in Siria

Generale Andrey Kartapolov

© Sputnik. Vadim Savitskii

18:08 18.11.2015(aggiornato 18:17 18.11.2015) 

Il generale Andrey Kartapolov, direttore del dipartimento operativo dello Stato Maggiore generale delle Forze Armate russe, ha riferito che l’Aviazione russa ha distrutto circa 500 autocisterne che venivano utilizzate da ISIS per il trasporto illegale di petrolio dalla Siria all’Iraq, segnala l’agenzia “RIA Novosti”.

Inoltre, secondo il generale, la Russia ha rafforzato tutti i tipi di ricognizione in Medio Oriente, inclusa quella spaziale.

“Tutti i raid delle forze aeree russe sono condotti contro obiettivi precedentemente esplorati dai nostri mezzi d’intelligence. Per migliorare l’efficienza e l’accuratezza della localizzazione dei siti delle organizzazioni terroristiche sono stati rafforzati tutti i tipi di ricognizione sul territorio della regione mediorientale, tra cui quella spaziale,” — ha detto Kartapolov in una conferenza stampa.

Secondo il generale, tutto questo permette di rilevare nuovi target terroristici e di eliminarli quasi in tempo reale.

Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/mondo/20151118/1568946/Raid-Terrorismo.html#ixzz3ryRJF43c

Attentati Parigi: le (orribili) verità che ci vengono nascoste

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/18/attentati-parigi-le-orribili-verita-che-ci-vengono-nascoste/2227630/

di  | 18 novembre 2015

Saggista e direttore editoriale di Dissensi Edizioni

In questi giorni giornali, Tv e radio ci hanno inondato di notizie.Uno tsunami d’informazioni sui luoghi dell’attentato, sulle armi usate dai terroristisulle dichiarazioni dei politici e sulle povere esistenze spente quella notte. Un’immensa onda di immagini e parole che ha commosso ma anche suscitato rabbia. Tuttavia, da questo oceano di notizie che poco alla volta si va ritirando, non resta nemmeno una goccia di consapevolezza sul perché degli attentati.

Nessuna seria riflessione è iniziata per tentare di capire le vere ragioni che hanno spinto dei ragazzi poco più che ventenni ad imbestialirsi in tal modo da giungere a trucidare dei coetanei e farsi esplodere. Le trasmissioni Tv di questi giorni, con fastidioso paternalismo, hanno trattato i telespettatori come bambini che non devono sapere tutto, soprattutto, non devono interrogarsi su cosa davvero sia accaduto. Nessuna riflessione in grado di sforzarsi a capire le ragioni dell’altro fu fatta nemmeno sul video postumo di Coulibaly, uno degli autori del primo attacco a Parigi: “Non potete attaccare e non aspettarvi rappresaglie giocando a fare le vittime (…) bombardate e uccidete dei civili e dei combattenti, perché? Siete voi che decidete cosa succede sulla Terra. No, non possiamo lasciarvelo fare ”.

Tra le 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media elaborate da Noam Chomsky, una spiega che se ci si rivolge ad una persona come se fosse un dodicenne, la sua reazione sprovvista di senso critico sarà come quella di una persona di dodici anni o meno. Ma sempre più italiani sono stufi di essere trattati come bimbi. Il mainstream mediatico a reti unificate continua a sparare immagini di uomini bruti e barbuti che brandiscono kalashnikov e lancia razzi magari costruiti in Occidente. L’importante è individuare un nemico. Nessun approfondimento su chi l’ha creato, chi gli procura le armi, chi lo finanzia e soprattutto perché ci odia tanto. Domande, le cui risposte potrebbero squarciare il velo d’ipocrisia che cela una realtà diversa da quella che ci è stata narrata.

E allora, quotidianamente occorre ingoiare le velenose opinioni dellaSantanché e i titoli di giornale di Belpietro miranti ad innescare l’odio tra popoli, invece di puntare il dito contro le élite responsabili. Possibile che questo Paese sappia offrire agli anziani, alle casalinghe e ai troppi disoccupati solo dei pomeriggi in sale scommesse o le trasmissioni di Barbara D’Urso? Questo spiega lo smarrimento di molti e l’ascesa di personaggi come Salvini.

Gran parte del pubblico occidentale è all’oscuro dei crimini commessi dagli eserciti capeggiati dagli Usa in Medio Oriente. Della guerra civile che si è innescata. Poche ore dopo gli attacchi di Parigi, la Francia, con aerei da guerra, ha bombardato una città, Raqqa. I giornali hanno parlato di “diluvio di fuoco”, ma qualcuno, forse mi sarà sfuggito, si è domandato quanti decessi hanno causato questi raid? La realtà è che i poveri morti di Parigi valgono molto in più di quelli che vengono dilaniati in città o villaggi dai nomi impronunciabili. E, finché prevarrà questo razzismo, non ci sarà mai pace nel mondo. Davvero si pensava che la distruzione per finalità neocoloniali di Paesi come Afganistan, Iraq, Libia e Palestinanon avrebbe suscitato delle reazioni? Siamo solo all’inizio.

In questi anni agli spettatori del Truman Show è stato detto che i nostri militari hanno partecipato a missioni di pace, come se la pace si seminasse con i carri armati e i mitra invece che con la comprensione e il rispetto. Non ci viene detto che le azioni militari che hanno insanguinato il Medio Oriente sono state tutte guerre miranti ad accaparrare idrocarburi indispensabili per far muovere la mostruosa macchina capitalista occidentale che necessita di crescenti dosi d’energia. E’ noto che, se tutti gli abitanti del mondo fossero europei, avremmo bisogno di tre pianeti, se fossero tutti americani addirittura sei. Finché questa insostenibilità andrà avanti si calpesteranno sempre i piedi di qualcuno.

Il coro mediatico, per giustificare nuove guerre, ci vuole far credere che dei ventenni disadattati che vivono nelle periferie occidentali e alcune dozzine di uomini barbuti che urlano nel deserto possano essere dei credibili antagonisti di Paesi che posseggono arsenali atomici in grado di far saltare il pianeta decine di volte. Come è successo con Saddam, Gheddafi, Bin Laden e i talebani; gli odierni nemici dell’Isis sono strumentali ai grandi interessi dei potentati economici nostrani. Tanto a pagare le conseguenze dell’odio innescato è la donna e l’uomo comune di Parigi, Beirut, Bagdad, Kabul e Gaza.

La religione è solo un pretesto. L’unico vero dio è il denaro.

di  | 18 novembre 2015

“Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”, il nuovo DL per contrastare il terrorismo (non solo internazionale)

French soldier patrol near the Eiffel Tower in Paris as part of the highest level of "Vigipirate" securityAnnunciato in una conferenza stampa dal Ministro Alfano, il nuovo DL emanato in apparente “emergenza” dopo i fatti di Parigi (Charlie Hebdo) ed il crescendo delle  “minacce dell’ISIS” che, stando a quanto riferisce l’ambasciatore egiziano, espongono a rischi anche l’Italia. Qui un’analisi della prima parte.

Testo completo del Decreto Legge 18.02.2015 n° 7 , G.U. 19.02.2015

Lo schema di decreto-legge si concentra, con soluzioni anche analoghe a quelle adottate di recente da altri Paesi europei, quali la Francia, sull’aggiornamento delle misure di prevenzione e contrasto del terrorismo.

Il provvedimento prevede sul piano penale:

  • l’introduzione di una nuova figura di reato destinata a punire chi organizza, finanzia e propaganda viaggi per commettere condotte terroristiche (reclusione da tre a sei anni); Qui hanno, di fatto, aggiunto l’Art.270-quater 1:Organizzazione di trasferimenti per finalita’ di terrorismo Fuori dai casi di cui agli articoli 270-bis e 270-quater,  chiunque
    organizza, finanzia o propaganda  viaggi  finalizzati  al  compimento delle condotte  con  finalita’  di  terrorismo  di  cui  all’articolo 270-sexies ( Condotte con finalità di terrorismo) , e’ punito con la reclusione da tre a sei anni.»
    E’ bene considerare che il 270-sexies è uno dei capi d’imputazione che hanno tenuto in carcere Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia per l’azione nella quale fu danneggiato un compressore, con l’accusa di terrorismo poi caduta con la sentenza in Corte d’Assise il 17 dicembre (qui tutti gli articoli ed i resoconti delle udienze), e per quell’azione sono ancora detenuti Lucio, Francesco e Graziano, nel carcere di Ferrara.  Sempre con il 270-sexies sono state aperte indagini, effettuate perquisizioni, arresti, processi verso quell’area militante che pare creare così tanta preoccupazione, l’area anarchica. Cito uno dei casi più recenti solo come esempio, per alcune scritte sui muri di un tribunale, in solidarietà con i compagni NO TAV,  la polizia ha perquisito un centro occupato sequestrando pericolose bombolette, dicembre 2014. Ora, con una modifica del genere, ci si può sentire a rischio quando si trasportano anche bombolette di vernice?
  • la punibilità del soggetto reclutato con finalità di terrorismo anche fuori dai casi di partecipazione ad associazioni criminali operanti con le medesime finalità (attualmente, l’art. 270-quater c.p. sanziona solo il reclutatore); si tratta della modifica all’art. 270-quater, “arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale”, con l’aggiunta del paragrafo finale: “Fuori dei casi di cui all’art. 270-bis (associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico) e salvo il caso di addestramento della persona arruolata (già previsto), è punita con la pena della reclusione da tre a sei anni.
  • la punibilità, sul modello francese, di colui che si “auto-addestra” alle tecniche terroristiche (oggi è punito solo colui che viene addestrato da un terzo – art. 270-quinquies c.p.); E’ la modifica del 270-quinquies, “Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.” (in rosso il testo aggiunto da questo decreto)
    “Chiunque, al di fuori dei casi di cui all’articolo 270-bis (associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico), addestra o comunque fornisce istruzioni sulla preparazione o sull’uso di materiali esplosivi, di armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche o batteriologiche nocive o pericolose, nonché di ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. La stessa pena si applica nei confronti della persona addestrata nonche’ della  persona  che avendo  acquisito,  anche  autonomamente,  le   istruzioni   per   ilcompimento degli atti  di  cui  al  primo  periodo,  pone  in  essere comportamenti finalizzati alla  commissione  delle  condotte  di  cui all’articolo 270-sexies.
    Domanda: pur essendo evidente che nello scenario internazionale una modifica di questo tipo è ispirata alla paura (diffusa ad arte) delle azioni “individuali” che contraddistinguono presumibilmente lo scenario del terrorismo internazionale, il dubbio è sull’ampiezza nella sua applicazione effettiva, insomma quella repressione made-in-Italy, e la domanda spontanea è cosa potranno considerare come addestramento di persone che non fanno parte di alcun tipo di “associazione”? E quello che, purtroppo, scopriremo vivendo. Per ora suggerisco di fare jogging indossando una maglietta che ne spieghi le ragioni, portandosi dietro documento d’identità ed eventuale certificato medico che attesti quanto faccia bene fare jogging… non sia mai che anche questo passi come auto-addestramento (alla fuga, ad esempio!)

Pene aumentate se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. Censura, di fatto.

Una stretta al web: sempre nell’articolo 270-quinquies (di cui sopra), dopo il primo comma c’è un’aggiunta finale: «Le pene previste dal  presente  articolo  sono  aumentate  se  il  fatto  e’ commesso attraverso strumenti informatici o telematici.».

Altra modifica che il DL apporta è al reato di istigazione, art. 302 c.p. 
Istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai capi primo e secondo [Capo I Dei delitti contro la personalità internazionale dello Stato, Capo II Dei delitti contro la personalità interna dello Stato ] . In rosso la modifica introdotta con questo decreto.

“Chiunque istiga taluno a commettere uno dei delitti, non colposi, preveduti dai capi primo e secondo di questo titolo, per i quali la legge stabilisce la pena di morte (abolita nel 1944) o l’ergastolo o la reclusione, è punito, se l’istigazione non è accolta, ovvero se l’istigazione è accolta ma il delitto non è commesso, con la reclusione da uno a otto anni.
Tuttavia, la pena da applicare è sempre inferiore alla metà della pena stabilita per il delitto al quale si riferisce l’istigazione. «La pena e’ aumentata se il  fatto  e’  commesso  attraverso strumenti informatici o telematici.»
Sono aumentate, non si sa di quanto, ma sono aumentate. Sarà a discrezione del giudice? O della procura?

Modificato anche l’art.414 c.p., istigazione a delinquere. Anche in questo caso «La pena e’ aumentata fino a due terzi se il fatto e’ commesso attraverso strumenti informatici o telematici.».  Ma almeno qui l’aumento della pena è chiarissimo, fino a due terzi. Quindi una eventuale condanna a 6 anni diventa automaticamente una condanna a 10 anni.
Per disincentivare ulteriormente l’uso del web ed aumentare i poteri di controllo agli organi giudiziari, questo decreto aumenta i super poteri (e l’impunità) per le operazioni “sotto copertura” ( Legge 16.03.2006 n° 146 , G.U. 11.04.2006) , con un particolare occhio al web.
Vengono introdotti all’art.9 (operazioni sotto copertura) due nuovi passaggi, rilevanti. Il comma 1, nei punti a e b, definiscono l’impunibilità degli ufficiali di PG etc, nel compimento di eventuali “reati” finalizzati all’attività di contrasto al terrorismo o all’eversione, ma nei due punti successivi prevenzione e repressione si spostano sul web. Tenete sempre a mente le bombolette spray del caso di cui vi parlavo prima, perché poi è nell’applicazione pratica che si comprende il senso di una legge in un dato contesto.

 2. Ai fini dello svolgimento delle attivita’ di cui all’articolo 9, commi 1, lettera b), e 2, della legge 16 marzo 2006, n.  146,  svolte dagli ufficiali di polizia giudiziaria ivi  indicati,  nonche’  delle attivita’ di prevenzione e repressione delle attivita’  terroristiche o di agevolazione del terrorismo, di cui all’articolo 7-bis, comma 2, del decreto-legge  27  luglio  2005,   n.   144,   convertito,   con modificazioni, dalla legge 31  luglio  2005,  n.  155,  l’organo  del Ministero dell’interno per la sicurezza  e  per  la  regolarita’  dei servizi  di  telecomunicazione,  fatte  salve  le  iniziative  e   le determinazioni dell’autorita’ giudiziaria, aggiorna costantemente  unelenco di siti utilizzati per le attivita’ e le condotte di cui  agli articoli  270-bis  e  270-sexies  del  codice   penale,   nel   quale confluiscono le  segnalazioni  effettuate  dagli  organi  di  polizia giudiziaria richiamati dal medesimo comma 2 dell’articolo  7-bis  del decreto-legge n. 144 del 2005, convertito, con  modificazioni,  dalla
legge n. 155 del 2005.

  3.  I  fornitori  di  connettivita’,  su  richiesta  dell’autorita’ giudiziaria  procedente,  inibiscono  l’accesso  ai   siti   inseriti nell’elenco di cui al comma 2, secondo le modalita’,  i  tempi  e  le soluzioni tecniche individuate e definite  con  il  decreto  previsto dall’articolo 14-quater, comma 1, della legge 3 agosto 1998, n. 269.

DANNATI E BANNATI: SOLO 48 ORE.

A proposito dell’art. 14-quater, parte di un progetto per contrastare la pedopornografia (ma si sa, si parte da un obiettivo e poi…) è bene ricordare che in base a questo articolo “I fornitori di connettività alla rete INTERNET, al fine di impedire l’accesso ai siti segnalati dal Centro, sono obbligati ad utilizzare gli strumenti di filtraggio e le relative soluzioni tecnologiche conformi ai requisiti individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro per l’innovazione e le tecnologie e sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei fornitori di connettività della rete INTERNET. “. Poiché correva l’anno 1998 quando la legge obbligò i fornitori a dotarsi degli strumenti di filtraggio, potete immaginare che nel 2015 questi strumenti siano in grado di oscurare in tempo reale qualsiasi sito web con una rapida azione sui DNS, Domain Name Server, ovvero sistema dei nomi di dominio. E qui dominio è azzeccatissimo, ma nel caso informatico non è altro che quell’indirizzo numerico assegnato ad ogni computer, macchina, sito connesso alla rete. Normalmente noi conosciamo gli indirizzi per nome perché esistono dei registri che traducono il nome  che digitiamo, come www.tgmaddalena.it , in un indirizzo IP, numerico, che l’utente non è tenuto a conoscere. Nel momento in cui viene oscurato un sito, il più delle volte è perché il gestore della rete provvede a bannarlo dai DNS. 
A stimolare i fornitori ad attivarsi rapidamente per filtrare i contenuti del web pensò l’importo delle sanzioni,  da euro 50.000 a euro 250.000.
Altra aggiunta da questo decreto:  4. Quando si procede per i delitti di cui  agli  articoli  270-bis, 270-ter, 270-quater e 270-quinquies del codice penale commessi con le finalita’ di terrorismo di cui  all’articolo  270-sexies  del  codice penale, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno  compia  dette  attivita’  per  via  telematica,  il  pubblico ministero ordina, con decreto motivato, ai fornitori  di  servizi  di cui all’articolo 16 del decreto legislativo 9  aprile  2003,  n.  70, ovvero ai soggetti che comunque forniscono servizi  di  immissione  e gestione, attraverso i quali  il  contenuto  relativo  alle  medesime attivita’  e’  reso  accessibile  al  pubblico,  di  provvedere  alla rimozione  dello   stesso.   I   destinatari   adempiono   all’ordine
immediatamente e comunque non oltre quarantotto ore  dal  ricevimento della  notifica.  In  caso  di  mancato   adempimento,   si   dispone l’interdizione dell’accesso al dominio internet nelle forme e con  le
modalita’ di cui all’articolo 321 del codice di procedura penale ( pene per il corruttore).

La coltivazione del sospetto

Sembra una modifica da nulla, eppure è una delle tante che ci dà il senso di quanto stiamo rinunciando alla nostra “privacy” in nome di una falsa sicurezza. Grave soprattutto oggi che qualsiasi informazione relativa alla nostra esistenza è un dato contenuto in data base condivisi non si sa come e da chi. E magari replicati, infinite volte, analizzati non soltanto ai fini di operazioni di marketing.
La modifica in questione riguarda l’art.9 del DECRETO LEGISLATIVO 21 novembre 2007, n. 231 (GU n.290 del 14-12-2007 – Suppl. Ordinario n. 268 ) che applica la direttiva europea sulla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi da attività criminose e di finanziamento del terrorismo.
Ha a che fare con l’UIF, Unità di Informazioni Finanziarie , l’art.9 disciplina sostanzialmente lo scambio di informazioni e la collaborazione tra Autorità e Forze di polizia , il comma 9 ha questa aggiunta, evidenziata in rosso:

9. La UIF fornisce i risultati di carattere generale degli studi effettuati alle forze di polizia, alle autorita’ di vigilanza di settore, al Ministero dell’economia e delle finanze, al Ministero della giustizia ed al Procuratore nazionale antimafia; fermo restando quanto previsto dall’articolo 331 del codice di procedura penale, la UIF fornisce alla DIA e al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza , nonche’ al Comitato di analisi strategica antiterrorismo gli esiti delle analisi e degli studi effettuati su specifiche anomalie da cui emergono fenomeni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

Sulle misure di prevenzione: sorveglianza molto, molto speciale.

Le misure di sorveglianza speciale nascono, nell’Italia unita, proprio ai suoi esordi, nel 1865, eredità del precedente codice francese, risalente al 1836, e su quei codici, ripercorrendone la storia, il barone Locré si era domandato: “Ma in fine questo Codice è buono? è cattivo? E’ l’uno e l’altro: buono nelle disposizioni che ha tolte dalle leggi anteriori, di cui ha saputo migliorarne qualcuna, e che ha riunito e disposte in un piano regolare; cattivo in  quelle parti, che sono di sua invenzione. (…) Vi si trovano per certo disposizioni giustissime e savissime. (…) Ma il vizio sta nel sistema dell’amministrazioneIn teoria, nulla di più seducente di questo sistema: nulla di più disastroso nella sua pratica. L’esperienza l’ha dimostrato e lo dimostra ogni giorno», [J. G. Locré,
Legislazione civile commerciale e criminale ossia comentario e compimento dei Codici francesi].

Insomma, sono quasi 200 anni che il sistema, così seducente, si rivela disastroso nella sua pratica. Ma torniamo alla sorveglianza speciale. C’è una progressione repressiva che punta ad un controllo capillare su soggetti ritenuti “particolarmente pericolosi”, erano ritenuti tali oziosi, vagabondi e briganti nell’Italia appena unita, ma non sono mancate le applicazioni anche nelle lotte sociali e operaie.E sul vagabondare non posso fare a meno di citare Henry David Thoreau:

«Se un uomo passeggia nei boschi metà di ogni sua giornata — per il solo piacere di farlo — corre il rischio di essere considerato un fannullone. Ma se spende l’intera giornata come uno speculatore, tagliando quegli stessi alberi e spogliando la terra prima del tempo, allora è considerato un cittadino industrioso e intraprendente» (ogni riferimento alla lotta al TAV non è casuale). Chiusa parentesi, torniamo all’evoluzione della sorveglianza speciale.

La l. n. 1423/56 descrive e “tipizza” categorie di persone (c.d. pericolosità semplice) che, in larga parte, ripercorrono le categorie di soggetti anche precedentemente ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica: oziosi e vagabondi abituali validi al lavoro (prego, rileggere citazione Thoreau),
persone dedite a traffici illeciti o che vivano abitualmente con il provento di delitti o con il favoreggiamento, persone che diano fondato motivo di ritenere che siano proclivi a delinquere, persone dedite a favorire o sfruttare la prostituzione o la tratta delle donne o la corruzione dei minori o che svolgono abitualmente altre attività contrarie alla morale pubblica e al buon costume. La l. n. 575/65 (c.d. legge antimafia) introduce un’altra categoria di pericolosità, le persone indiziate di appartenere ad associazioni mafiose (c.d. pericolosità qualificata o specifica). La l. n. 152/75 introduce ulteriori categorie orientate prevenzione di fenomeni eversivi, siamo negli “anni di piombo”.

Prima delle modifiche introdotte da questo decreto legge per contrastare il terrorismo internazionale, la sorveglianza speciale era arrivata alla sua configurazione attuale con il decreto legislativo 6 settembre 2011 n.159, meglio noto come “codice antimafia”. Prima dell’entrata in vigore del codice antimafia la inosservanza del divieto o dell’obbligo di soggiorno costituiva contravvenzione, ma all’art.9 del DL 159 troviamo l’arresto da tre mesi ad un anno per il contravventore che sia sorvegliato speciale,  senza obbligo o divieto di soggiorno. La reclusione da uno a cinque anni si applica invece all’inosservanza di obblighi e prescrizioni per i soggetti sottoposti anche a obbligo o divieto di soggiorno.
Se avete tempo leggete i vari articoli, nel primo trovate la descrizione dei “soggetti destinatari”, all’art.2 il foglio di via (retaggio fascista), all’art.3 l’avviso orale (i dettagli sono davvero raccapriccianti, non si possono tenere mezzi idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme, chissà quanti hanno dovuto smettere di fumare perché non avrebbero potuto usare un accendino!), ma veniamo alla modifica introdotta da questo DL, la prima è una specifica aggiuntiva ai soggetti destinatari (art.1), alla lettera  d) a coloro che, operanti in gruppi o  isolatamente,  pongano  in essere  atti  preparatori,  obiettivamente   rilevanti,   diretti   a sovvertire l’ordinamento dello Stato, con la commissione di  uno  dei reati previsti dal capo I, titolo VI, del libro II del codice  penale o dagli articoli 284, 285, 286, 306, 438, 439, 605 e 630 dello stesso codice nonche’ alla commissione dei reati con finalita’ di terrorismo anche internazionale; ovvero a  prendere  parte ad un conflitto in territorio estero a sostegno di  un’organizzazione che  persegue  le  finalita’  terroristiche   di   cui   all’articolo 270-sexies del codice penale, ovvero a  prendere  parte ad un conflitto in territorio estero a sostegno di  un’organizzazione che  persegue  le  finalita’  terroristiche   di   cui   all’articolo 270-sexies (Condotte con finalità di terrorismo) del codice penale. (il testo in rosso è quello aggiunto).
Stento a comprendere la necessità di questa ulteriore specifica, considerando che nell’ultima frase c’era già “nonché alla commissione dei reati con finalità di terrorismo anche internazionale”, ma sicuramente il legislatore sa il fatto suo. SicuraMente.
Perché tutto questo è fatto per la nostra SICUREZZA, giusto?
Andiamo avanti. Il DL in questione modifica anche l’art.9, sui Provvedimenti d’urgenza, aggiungendo un comma 2-bis degno di un abile Azzeccagarbugli.

«2-bis. Nei casi di necessita’ e urgenza, il Questore, all’atto della presentazione della proposta di applicazione  delle  misure  di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo  di  soggiorno nel comune di residenza o di  dimora  abituale  nei  confronti  delle persone di cui all’articolo 4, comma 1, lettera d), puo’ disporre  il temporaneo ritiro del passaporto e la sospensione della validita‘  ai fini  dell’espatrio  di  ogni  altro   documento   equipollente.   Il temporaneo ritiro del passaporto e la sospensione della validita’  ai fini  dell’espatrio  di  ogni  altro  documento   equipollente   sono comunicati immediatamente al procuratore della Repubblica  presso  il tribunale del capoluogo del  distretto  ove  dimora  la  persona,  il quale, se non ritiene di  disporne  la  cessazione,  ne  richiede  la convalida, entro quarantotto ore, al  presidente  del  tribunale  del capoluogo della provincia in cui la persona dimora che provvede nelle successive quarantotto ore con le modalita’ di cui  al  comma  1.  Il ritiro del passaporto  e  la  sospensione  della  validita’  ai  fini dell’espatrio di ogni altro documento equipollente cessano  di  avere effetto  se  la  convalida  non  interviene  nelle   novantasei   ore successive alla loro adozione.»;

Quindi il sospettato (perché qui siamo in zona sospetti, più che in area fatti) in 4 giorni si ritrova impossibilitato ad espatriare, al di fuori dell’area Schengen ( ricordiamolo, sospesa in Italia in occasione del G8 di Genova nel 2001, pratica che presumo verrà ripetuta nell’ormai prossimo Expo a Milano). Se fosse davvero un personaggio pericoloso, 4 giorni non sembrerebbero una misura cosi’ rapida, ma il problema è, ancora una volta, verso quali soggetti verrà applicata questa misura perché è nell’applicazione che si comprende l’obiettivo reale di una legge e non nella teoria.

La mafia ringrazia.

Arriviamo alla modifica dell’art.71 del codice antimafia, ripeto, codice antimafia. E qui il legislatore ha davvero un guizzo creativo straordinario, perché in un volo pindarico supera ogni immaginazione e riesce ad aumentare le pene previste dal codice penale per i reati di terrorismo (ormai li conoscete a memoria i numeri, 270-bis,  270-ter,  270-quater,  270-quater.1, 270-quinquies, nonche’ per i delitti  commessi  con  le  finalita’  di terrorismo di cui all’articolo 270-sexies del codice penale) da un terzo alla metà! Quindi un decreto originariamente studiato per contrastare la mafia viene modificato per introdurre aggravanti che aumentano le condanne per i reati di terrorismo. Geniale. Considerando che poi, con l’accusa di terrorismo, vengono indagati, perquisiti, arrestati (e per ora non condannati) anche militanti che nel contrastare le nocività, le devastazioni ambientali e quant’altro si ritrovano a contrastare aziende in odor di mafia, direi che la mafia ringrazia. E applaude.

E anche il procuratore Maddalena sarà entusiasta, visto quanto aveva affermato di recente sulla bocciatura del reato di terrorismo per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia.

Non poteva mancare un inasprimento delle pene in caso di violazione delle misure imposte con “provvedimenti d’urgenza”, ed ecco l’introduzione dell’art.75-bis [selezionatelo qui nel menù di sinistra]:
1. Il contravventore alle misure imposte  con  i  provvedimenti  di urgenza di cui all’articolo 9 e’ punito con la reclusione  da  uno  a tre anni. Nelle ipotesi di cui  ai  commi  1  e  2-bis  del  predetto articolo 9 e’ consentito l’arresto nei casi di flagranza.».

Precursori esplosivi: stop alle armi (e alle bionde) fai-da-te.

Un passo indietro.

Il 2 settembre 2014 sono entrate in vigore le disposizioni del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio nr. UE 98/2013 del 15 gennaio 2013, relativo all’immissione sul mercato e all’uso di precursori di esplosivi, un approccio globale per ridurre al minimo le differenze tra le normative nazionali. Il Regolamento introduce norme che limitano la disponibilità al pubblico dei precursori dì esplosivi, sostanze spesso di uso comune, potenzialmente utilizzabili per la fabbricazione illecita di ordigni improvvisati, garantendo, nel contempo, l’istituzione di un sistema di segnalazione delle operazioni sospette, delle sparizioni significative e dei furti lungo tutta la catena commerciale della loro fornitura.

Vediamo qualche esempio pratico. Nella prima riga della tabella troviamo il “Perossido di idrogeno”, indicato nel valore limite al 12%. Si tratta dell’acqua ossigenata, comunemente utilizzata come disinfettante in tutte le famiglie, con concentrazione che varia dal 3 al 6%, ma come decolorante la concentrazione sale al 15% (superando di ben 3 punti il limite in tabella, sarà la fine delle finte bionde fai-da-te?). Viene anche usato 35% in odontoiatria come sbiancante.
E’ pur vero che in concentrazioni dall’85% al 98% viene usato anche come propellente per razzi, ma qui il valore limite, notare bene, è 12% ! 
Ci sono poi il clorato di potassio  , il perclorato di potassio, il clorato di sodio con valore limite 40% p/p. , utilizzato come diserbante per erbe infestanti su piazzali, massicciate ferroviarie ecc., e proprio come diserbante viene venduto in concentrazione al 40%, qui un esempio.
Per tutte le sostanze previste nell’allegato I e II il Regolamento prevede l’obbligo da parte degli operatori economici delle segnalazioni di tutte le movimentazioni con carattere di “operazione sospetta” che coinvolgono queste sostanze . Si definiscono “transazioni sospette”, ai sensi dell’articolo 3 del Regolamento, qualsiasi operazione ai fini commerciali riguardante le sostanze elencate negli Allegati, o miscele o sostanze che li contengono, comprese le operazioni tra utilizzatori professionali, nelle quali vi sono ragionevoli motivi per sospettare che la sostanza o la miscela sia destinata alla fabbricazione illecita dì esplosivi.
In linea con questa definizione, una transazione sospetta è un qualsiasi acquisto, anche se tentato, di uno o più precursori dì esplosivi, o una miscela contenente precursori, le cui modalità si discostano dalle ordinarie aspettative di interazione.

Ai sensi dell’articolo 9, punto tre, del Regolamento 98/2013 gli operatori economici possono riservarsi il diritto di rifiutare la transazione sospetta (inutile frignare qualcosa tipo “volevo farmi bionda”)  e segnalano la transazione o il tentativo di transazione senza indebito ritardo, includendo se possibilel’identità del cliente, al punto di contatto nazionale dello Stato membro in cui la transazione è stata conclusa o tentata, nel caso in cui abbiano ragionevoli motivi di ritenere sospetta una transazione proposta riguardante una o più sostanze elencate negli allegati, o riguardante miscele o sostanze che le contengono, tenuto conto di tutte le circostanze e, in particolare, quando il potenziale cliente:

– non è in grado di precisare l’uso previsto della sostanza o miscela;
sembra essere estraneo all’uso previsto per la sostanza o miscela o non è in grado di
spiegarlo in modo plausibile;
– intende acquistare le sostanze in quantità, combinazioni o concentrazioni insolite di sostanze per uso privato;
– è restio a esibire un documento attestante l’identità o il luogo di residenza;
– insiste per utilizzare metodi di pagamento inconsueti, incluse grosse somme in contanti.

Le funzioni di Punto di Contatto Nazionale, al quale dovranno essere inoltrate le segnalazioni relative alle transazioni sospette, nonché alle sparizioni ed ai furti significativi delle sostanze elencate negli allegati al Regolamento, saranno svolte, nell’ambito di questo Dipartimento, dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale (! e se lo dicono da soli, mi pare un passo avanti).
La fabbricazione o il commercio abusivo di sostanze esplodenti è regolato dall’art. 678 c.p. 
che prevede  l’arresto da tre a diciotto mesi e con l’ammenda fino a duecentoquarantasette euro per chiunque, senza la licenza dell’Autorità o senza le prescritte cautele, fabbrica o introduce nello Stato, ovvero tiene in deposito o vende o trasporta materie esplodenti o sostanze destinate alla composizione o alla fabbricazione di esse. A questo articolo è stato aggiunto il  «Art. 678-bis
Detenzione abusiva di precursori di esplosivi
Chiunque, senza  averne  titolo,  introduce  nel  territorio  dello
Stato, detiene, usa o mette a disposizione di privati le  sostanze  o le miscele che le contengono indicate come  precursori  di  esplosivi nell’allegato I  del  regolamento  (CE)  n.  98/2013  del  Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2013, e’ punito con l’arresto fino a diciotto mesi e con l’ammenda fino a euro 247.».
L’articolo successivo, il 629, è quello realtivo alle “omissioni” in materia di precursori ed esplosivi. L’omessa denuncia era punita  con l’arresto da tre a dodici mesi o con l’ammenda fino a trecentosettantuno euro. Anche quest’articolo è stato aggiornato, includendo i precursori esplosivi indicati nell’allegato I di cui sopra, in caso di omessa denuncia di sparizione (arresto fino a 1 anno e ammenda fino a 371 euro) , con l’aggiunta di una sanzione amministrativa che sicuramente incentiverà la massima attenzione: “Si applica la sanzione  amministrativa  pecuniaria  da  1.000  a 5.000  euro  nei  confronti   di   chiunque   omette   di   segnalare all’Autorita’  le  transazioni  sospette,  relative   alle   sostanze indicate negli allegati I e II del regolamento (CE)  n.  98/2013  del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2013, o le miscele o sostanze che le contengono. Ai fini della presente disposizione, le transazioni si considerano sospette quando ricorrono le condizioni di cui all’articolo 9, paragrafo 3, del predetto regolamento.” Beh, incutere un po’ di sano terrore, ops, timore, sicuramente metterà i meno abbienti, cioè la maggioranza della popolazione, in condizione di fare una segnalazione di troppo piuttosto che una di meno…

Sempre più coperti quelli “sotto copertura”.

Tutto si gioca sulla prevenzione, non c’è altra arma contro il terrorismo, prevenzione è la parola chiave e la miglior prevenzione si ottiene con una rete capillare di informatori e agenti infiltrati, sotto copertura. E sempre più “coperti”. Nell’ottica “internazionale” viene prevista la possibilità, per il questore, di rilasciare permessi di soggiorno con finalità “informative” anche a chi è ritenuto un “informatore necessario per la lotta alla criminalità transnazionale”.  In deroga a qualsiasi legge e regola, cosa non si fa per la sicurezza (la nostra?) sarà possibile rilasciare documenti di copertura (con tanto di garanzie FUNZIONALI, leggasi impunità, anonimità etc.) anche a individui che NON appartengono ai servizi segreti ma che si muovono in sinergia con agenti dei servizi (non solo dell’AISE ma anche dell’AISI), fino alla possibilità di deporre in tribunale, sempre SOTTO COPERTURA.

Insomma, già dotati di poteri al di là di ogni nostra immaginazione, con questo decreto avranno veri e propri “superpoteri”, difficile (ma neanche troppo) immaginare l’uso che ne faranno. Non sto a dirvi cosa il legislatore ha pensato bene di modificare nel codice in materia di protezione dei dati personali, perché son davvero quisquillie e pinzellacchere…

Iniziamo fotografando la situazione precedente: nel 2007  la Legge 3 agosto n.124 “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segretoistituisce il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e riforma il settore dell’intelligence che fino a quel momento aveva operato sotto la vigenza della legge 801/1977. Come da fonte ufficiale, “la riforma del 2007 ha introdotto significative novità, prima fra tutte l’attribuzione della responsabilità politica dell’intero settore al solo Presidente del Consiglio dei ministri. In questo modo è stata superata la condivisione di responsabilità gestionale con i Ministri della difesa e dell’interno che era prevista dalla legge 801/1977. Un uomo solo al comando, roba degna di Berlusconi, peccato che nel 2007 al governo ci fosse PRODI.

In base alla riforma, il Presidente del Consiglio può delegare tutti i compiti, a lui attribuiti in via non esclusiva, all’Autorità delegata individuata nella figura di un Sottosegretario di Stato o di un Ministro senza portafoglio. (…)”

“In materia di operazioni per scopi istituzionali, è consentito agli addetti delle Agenzie di avvalersi, con le limitazioni previste dalla legge, dello strumento delle garanzie funzionali. Si tratta di speciali cause di giustificazione previste per gli appartenenti ai servizi di informazione, ed eventuali soggetti esterni in concorso, che pongano in essere condotte configurabili come reato, a condizione di essere stati a ciò autorizzati ai fini dello svolgimento dei compiti istituzionali.” Sul tema delle garanzie funzionali è necessario un breve approfondimento, per comprendere l’impatto delle modifiche introdotte con questo DL.

GARANZIE FUNZIONALI: non è giusto, non è legale, ma puoi farlo. (per la nostra sicurezza?)

Le garanzie funzionali introdotte nel 2007 sostanzialmente esonerano da responsabilità penale gli agenti dell’AISE e dell’AISI che, nello svolgimento di operazioni per scopi istituzionali debbano compiere azioni configurabili come reato e si applicano anche nei confronti dei non appartenenti ai Servizi quando la loro attività sia indispensabile e avvenga “in concorso” con il personale delle Agenzie, condotte che devono essere autorizzate dal Presidente del Consiglio o dall’Autorità delegata . Per bilanciare le esigenze di tutela del sistema intelligence con la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini sono state inserite alcune condizioni che vincolano la loro condotta al fine di essere sollevati da qualsiasi responsabilità penale:

-“la condotta deve essere indispensabile e proporzionata al conseguiimento degli obiettivi dell’operazione,non perseguibili in altra maniera. “Come dire “eh, non avevo altra scelta”. OK, giustificato.
-“Sia frutto di una comparazione degli interessi pubblici e privati coinvolti”. Questa giuro che non la capisco, considerando che quasi tutto ormai è interesse privato non vedo bilanciamento.
-“Rechi il minor danno possibile agli interessi lesi”.
-“Non configuri deliti diretti a mettere in pericolo o ledere la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l’incolumità di una o più persone, o delitti contro l’amministrazione della giustizia, o reati contro organi costituzionali o contro el assemblee regionali, contro i diritti politici del cittadino nonchP altri delitti espressamente previsti dalla legge”
-“Non sia effettuata nelle sedi di partiti politici rappresentati in Parlamento o in un’assemblea o Consiglio regionale, nelle sedi di Organizzazioni sindacali o nei confronti di giornalisti professionisti iscritti all’albo.”

Questo ambito di applicazione delle garanzie funzionali era definita nell’art.17, comma 4, che specificava chiaramente per quali reati non potevano essere autorizzate le garanzie, cioé per quelli per i quali non era opponibile il segreto di Stato (ad eccezione del  270-bis, secondo comma, e 416-bis, primo comma, del codice penale.).

Qui il legislatore introduce una novità con un barbatrucco nuovamente degno di un geniale Azzeccagarbugli, introducendo tra le ECCEZIONI alle condotte NON AUTORIZZABILI (quindi rendendole DI FATTO AUTORIZZABILI) anche le “fattispecie di cui agli articoli 270, secondo  comma,  270-bis, secondo comma, 270-ter ( Assistenza agli associati.) , 270-quater, 270-quater (Organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo) .1, 270-quinquies ( Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.) , 302 ( Istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai capi primo e secondo.) , 306 ( Banda armata: formazione e partecipazione.) , secondo comma, 414 ( Istigazione a delinquere.) , quarto comma, e 416-bis ( Associazione per delinquere) ,  primo  comma,  del codice penale.»”

Allora, come si possa  pensare di “bilanciare le esigenze di tutela del sistema intelligence con la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini”AUTORIZZANDO E ASSOLVENDO DA QUALSIASI RESPONSABILITA’ reati di terrorismo, inclusa banda armata, istigazione a delinquere, associazione per delinquere, che ovviamente “configurano deliti diretti a mettere in pericolo o ledere la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l’incolumità di una o più persone”, credo che solo un abile demagogo potrebbe convincerci della necessità di tollerare una simile barbarie! Per la nostra SICUREZZA noi da 19 febbraio abbiamo nel nostro paese un imprecisato numero di uomini e donne con false identità e con LICENZA DI UCCIDERE e DOVREMMO SENTIRCI PIU’ SICURI?

E questi uomini e donne con licenza di uccidere e protetti da false identità sono autorizzate a deporre in un’aula di tribunale SOTTO COPERTURA?CON NOMI FALSI? E il fantomatico giuramento che si presta sempre prima delle deposizioni?

Stiamo forse LEGALIZZANDO scenari da INCUBO come quelli della STRAGE DI PIAZZA FONTANA?

Non essendo un “giurista” ma una persona qualsiasi che cerca di comprendere quella legge che non ammette ignoranza, vi prego di segnalarmi eventuali fraintendimenti, omissioni, o quant’altro, perché spero caldamente di aver capito male questo DL che purtroppo è già in vigore, e che temo non sarà suscettibile di modifica alcuna perché niente avviene per caso e se il discorso delle GARANZIE FUNZIONALI fu partorito sotto il secondo Governo PRODI, ossia da quello che resta della sinistra nel nostro paese, con Paolo Ferrero (Rifondazione) alla “Solidarietà Sociale” non oso immaginare il livello al quale arriverà il “compagno” Renzi.

Non so voi, ma a questo punto io sono terrorizzata.
Aveva ragione De André: “Qui chi non terrorizza, si ammala di terrore”.

Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it

 Aggiornamento 18 novembre 2015 “il premier potrà attribuire a forze speciali militari i poteri degli 007″
“I militari si trasformeranno in ‘007 a tempo’ per la durata dell’operazione e avranno le garanzie funzionali previste per gli agenti dei servizi, con la possibilità – ad esempio – di opporre il segreto di Stato davanti alla richiesta di un giudice, oppure di compiere alcuni reati”

Qui un bel contributo di RADIOCANE

Dal fronte interno: distruzione del Welfare e legislazione antiterrorismo

Furono le torri gemelle e seguì un pacchetto antiterrorismo. Furono gli attentati di Londra e Madrid e seguì un altro pacchetto antiterrorismo (la cui applicazione è stata e ancora sarà tentata nel quadro del processo “compressore”). Dopo l’attacco a Charlie Hebdo, il legislatore non si fece sfuggire l’occasione: e via con un quarto aggiustamento, approvato dal Senato lo scorso aprile. In attesa di vedere come declineranno l’ultima e più recente “emergenza terrorismo”, l’avvocato Giuseppe Pelazza legge le più recenti novità in materia collocandole in stretta relazione con il processo di smantellamento dello Stato sociale.

Simonetta Zandiri.