Tav. Anche Venaria esce dall’Osservatorio “tecnico”

post — 27 ottobre 2015 at 16:29

muratadi Fabrizio Salmoni

Lentamente ma inesorabilmente si va sfaldando l’incastellatura che Pd e lobby del Tav hanno eretto negli anni a sostegno del progetto devastatore della Torino-Lione. Lunedi sera il consiglio comunale di Venaria ha votato l’uscita dall’Osservatorio che all’origine (2006 – governo Prodi) era stato spacciato per sede di discussione tecnica per valutare costi e benefici del Tav ma che si è rivelato presto come organismo politico che escludeva a priori l’opzione contraria alla costruzione della linea. Sono ormai 20 i comuni della Val Susa e del bacino originariamente interessato al percorso Tav che uscendo dall’Osservatorio hanno voluto denunciarne la strumentalità e allo stesso tempo ribadire il no, con tanto di delibere, al Tav.

Della Bassa Valle, rimangono dentro solo S. Antonino di Susa, feudo di quel Ferrentino che ha scelto di barattare la sua terra e la sua gente con una carriera politica, Meana che sconta ancora (fino alle prossime elezioni) la lunga subordinazione alle politiche dell’ex sindaco di Susa di centrodestra Amprino, e Giaglione con il suo sindaco ondivago e imprevedibile.

La decisione di Venaria è un altro successo della collaborazione tra i comitati popolari del territorio e le forze politiche contrarie alla Torino-Lione, in questo caso i Cinque Stelle del neo sindaco Falcone che aveva messo l’uscita dall’Osservatorio nel suo programma elettorale. A lui va il plauso del senatore Marco Scibona in un comunicato in cui si augura che “venga sciolto l’Osservatorio tecnico e venga revocato l’incarico all’attuale Commissario di Governo” il Pd Foietta, uno che – sottolinea a sua volta la consigliera regionale Francesca Frediani– “dopo l’imbarazzante audizione in Commissione regionale trasporti, ha dimostrato di non conoscere nemmeno i presupposti alla base della grande opera (saturazione della linea storica e una seria valutazione costi – benefici)”.

Grande soddisfazione” per la decisione di Venaria è espressa anche dal Comitato Gronda No Tav che si propone  “di rendere il territorio intorno alla valle di Susa attivo  nella lotta contro il Tav. Le priorità dei comuni – ricorda un portavoce del Comitato – sono altre  e non  lo spreco di risorse  per un’opera inutile e costosa”.

Non poteva dunque esserci miglior benvenuto al ministro Delrio che mercoledi 29  riceverà a Torino i sindaci dell’Unione dei Comuni contrari al Tav dai quali verrà ribadita la richiesta di sciogliere l’Osservatorio e di convocare un vero tavolo tecnico che lavori sui dati reali e non escluda  a priori l’Opzione Zero. Difficile che la richiesta venga accolta da un ministro che tende a rinviare le decisioni non gradite in attesa che si modifichino le condizioni ma l’eventuale diniego darebbe la conferma della non volontà del governo di avere il dialogo da sempre invocato nonchè dell’assoluta inattendibilità dei dati su cui per venti anni e più si è voluto fondare il progetto. I sindaci sicuramente ribadiranno anche il no alla pacificazione e alle compensazioni se intese come “premio-ricatto” per i comuni che dicono si al Tav e non come risorse a cui hanno comunque diritto per le opere ritenute indispensabili per il territorio (F.S. 27.10.2015)

da www.valsusanotizie.it.

CONTRO LA NATO, CONTRO LE BASI, CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL TTIP, la Nato economica.

Quattro incontri con Fulvio Grimaldi e la presentazione del docufilm “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi Crimini” , o per discutere del Trattato di Libero scambio tra Usa e UE (TTIP).
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30 ottobre, Roma, S.Maria della Pietà, Padiglione Ex-Lavanderia, ore 18.00: “L’ITALIA DAL TEMPO DELLA PESTE”
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13  novembre, Lecce, Officine Cantelmo, Piazzetta Falconieri 1, B, ore 18.00: “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE”
15  novembre, Cecina, Via Landi 14, Centro Accademico Fabrici, ore 16.00: con l’europarlamentare M5S Tiziana Begin: “TTTIP, IL TRATTATO CAPESTRO”
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21 novembre, Vignola (RE), Circolo Ribalta, ore 20.30 : “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE”

La mafia a caccia di subappalti in valle di Susa

http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/10/27/news/la_mafia_a_caccia_di_subappalti_in_valle_di_susa-126008651/

Il sospetto dei carabinieri del Ros, al termine dell’inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta nel Torinese: i personaggi potrebbero essere anche nell’orbita dei lavori per la Tav

La mafia a caccia di subappalti in valle di Susa

La cava gestita da Giovanni Toro 

Personaggi legati alla mafia a caccia di subappalti in valle di Susa, probabilmente anche nell’orbita dei lavori per la Tav: è il sospetto che i carabinieri del Ros, al termine di un’inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta nel Torinese, hanno comunicato alla procura subalpina in una annotazione confluita agli atti del maxi-processo chiamato “San Michele”, in corso in questi giorni.

Gli investigatori si riferiscono a un episodio che risale al giugno del 2011. Un imprenditore residente in provincia di Torino, A.C., definito un “soggetto legato all’associazione mafiosa Cosa Nostra”, contattò uno degli indagati nell’inchiesta San Michele, Gregorio Sisca, servendosi di un cellulare intestato a una società di camion per trasporto rifiuti. Nel corso della telefonata “dimostrò di essere a conoscenza dell’interesse di Sisca per i lavori del Tav e chiese se la situazione si fosse sbloccata”.

“Non vorrei chiedere troppo – disse – però se pensi che è possibile non mi puoi favorire in qualche maniera? Mi farebbe piacere”. “Adesso che inizia – è la risposta – qualcosa esce per tutti. Il lavoro c’è”. La “via di accesso”, secondo i carabinieri, era rappresentata da Giovanni Toro, gestore di una cava in Valle di Susa, oggi imputato nel processo San Michele, il quale ha sempre negato ogni accusa e qualsiasi coinvolgimento con la criminalità organizzata. Il Ros, nell’annotazione, osserva che A.C. – non imputato in San Michele – nel 2012 è stato denunciato dalla Guardia di finanza a Catania nel quadro di un’inchiesta antimafia.

Siria – Renzi minaccia Putin, Putin risponde e lo ridicolizza: “Torni a fare il capo-scout”

 

O stoppa i bombardamenti contro l’opposizione o saremo costretti come NATO a prendere seri provvedimenti“. Parole pesanti quelle di Renzi pronunciate ieri a margine del Consiglio dei ministri convocato d’urgenza per parlare della partecipazione italiana ai bombardamenti contro l’ISIS in Iraq.

E dopo neanche 24 ore la risposta di Putin è arrivata: “Per prima cosa, dico a Renzi che la Russia non stà bombardando l’opposizione ma i terroristiSecondo punto: Renzi torni a fare il capo-scout invece di fare il soldatino della NATO”.

Fonte: http://www.corrieredellapera.com/2015/10/siria-renzi-minaccia-putin-putin.html?m=1

Tassa Tav su contribuenti? Citofonare Montezemolo

 26 ottobre 2015

Opere strategiche (come l’alta velocità) a secco. E così si fa pagare il cittadino. Non l’utente, perché danneggerebbe gli interessi di qualcuno…

montezemolo

E’ trascorso un anno dall’improvvisa accelerazione dei progetti sull’alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova. Un rilancio-patacca con finanziamenti virtuali e dichiarazioni roboanti, a fronte di un inaccettabile silenzio su tre fatti: a) gli stanziamenti sono di competenze e quindi subordinati alla deliberazione del ministero dell’Economia e, se esistono, sono riportati nel Contratto di Programma RFI-Ministero, nel sito di monitoraggio come investimenti opere strategiche, e nelle tabelle accluse alla legge di stabilità; b) una volta superata la verifica della valutazione dell’investimento,  che avviene al Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento Economico, devono essere trasmesse alla Corte dei Conti; ricordo, che pochi anni fa la Corte ha respinto il progetto del nodo di Verona approvato dal Cipe, per mancanza del finanziamento; c) si sorvola sul rispetto dei parametri finanziari, che discendono da vincoli sottoscritti in ambito zona euro. Questi: avanzo primario, ovvero differenza tra entrate e spese dello Stato, tolti gli interessi sul debito pubblico, variabile tra 27 e 45 miliardi di euro (dall’1,7% PIL 2015 al 3% del 2017 al 4,3% del 2019). Inoltre, l’attuale legge di stabilità porta la grancassa mediatica a parlare di riduzione di entrate per 19,8 miliardi di euro, mentre in realtà la cifra contiene solo, per il 2016, la cancellazione degli aumenti d’Iva per 16,8 miliardi di euro.

Alla fine il taglio unico e reale riguarda gli investimenti fissi e in particolare le opere strategiche. E’ proprio questa difficoltà che, congiuntamente alla voglia di sollecitare gli investimenti dei concessionari, ha indotto questo governo nella persona del ministro delle infrastrutture Delrio a dichiarare che la provincia di Trento deve trovare un accordo per ilprolungamento nord della Valdastico (costo 2 miliardi di euro). Il prolungamento implica tutta una serie di conseguenze: a) la concessionaria Serenissima Bs-Pd ottiene la proroga della concessione per 11 anni, che vale 1,1 miliardi b) questa proroga comporta l’erogazione da parte della Serenissima di 228 milioni di euro per il finanziamento di 5 Km in Valtrompia come da convenzione con Anas; d) Autovie Venete con concessione scaduta si fonde con la Serenissima per evitare la gara. In questo modo si effettuano investimenti che non gravano sul bilancio pubblico e sono pagati unicamente dagli automobilisti che utilizzano queste autostrade; e) le amministrazioni pubbliche trentine e venete, che detengono l’82% dell’A22 del Brennero, ottengono per ulteriori 30 anni la proroga dell’autostrada. In tal modo sembra che sia superata l’opposizione dei trentini.

Sul versante alta velocità resta problematica l’istituzione della tassa di cui abbiamo parlato la volta scorsa. L’istituzione di uno spazio unico europeo nella parte che riguarda l’accesso alla linea è riconosciuto dalla direttiva 34/2012. Alla fine è scontato che sarà il contribuente italiano a pagare questa tassa e non l’utente dell’alta velocità. Il motivo è che una tassa del genere “ucciderebbe” la società privata Ntv col marchio Italo, che avuto la disponibilità dagli azionisti di sottoscrivere un aumento di capitale di 100 milioni di euro con una ristrutturazione del debito pari a 683 milioni di euro ricadenzato per il 70% al 2028 e la rimanente parte al 2031. Diciamo che la rilevanza di questo debito è probabilmente dovuta alla scarsità di domanda di traffico legata all’alta velocità, significativa solo sulla tratta Milano-Roma. Chi sono gli azionisti di Ntv che sarebbero penalizzati con la tassa sull’alta velocità sugli utenti anziché sui tutti noi contribuenti? Intesa San Paolo (20%), Generali (15%), Alberto Bombassei (5%), Mdp Holding di Cordero di Montezemolo, Punzo, Dalla Valle e infine le ferrovie francesi, SNCF, che possiedono un quinto del capitale.

Qualche anno fa due fondazioni culturali presentarono un rapporto molto interessante intitolato “Misure per ridurre il tempo verso la crescita. Investimenti leggeri, tecnologia e sviluppi dei traffici”. Erano proposti piccoli interventi, in alcuni casi di natura esclusivamente tecnologica, per potenziare e aumentare la velocità sulle reti viarie e ferroviarie, migliorando la capacità di transito nei porti. In questa fase di grande crisi di finanza pubblica attivata e del settore bancario privato e con rigidità delle politiche dell’Ue, responsabilmente si deve operare nella scelta delle opere con il criterio della valutazione, l’analisi di rischio e quella di sensitività, ovvero: “cosa succede se la domanda è inferiore  a quella che avevamo previsto?”. Agire sull’esistente utilizzando al meglio la capacità di treni ancora contenuto dalla linea con strumenti tecnologici che sono costati moltissimo come il sistema di controllo della marcia treni: questa dovrebbe essere la via maestra.

Siria: Putin schiera il “Borisoglebsk 2”, tutte le comunicazioni sono sotto il controllo del Cremlino

 Complottisti

Il Cremlino potrebbe controllare a breve il cuore del Medio Oriente. Potrebbe essere solo una questione di giorni e rendere impossibile per le forze aeree e terrestri della Coalizione effettuare qualsiasi operazione militare previo coordinamento con i russi.

L’evoluzione della strategia in Siria, prevede un massiccio utilizzo delle piattaforme Ilyushin-20. Queste ultime, giunte in Siria un mese fa, operano di concerto con i sistemi a terra per la guerra elettronicaBorisoglebsk 2, progettati per disturbare le comunicazioni ed i sistemi GPS nemici. Misure che potrebbero essere viste come essenziali in un rischieramento operativo, ma la portata dei sistemi lascia ipotizzare altre finalità.

Cartina geografica alla mano, sappiamo che i velivoli Elint russi operano dalla base siriana di al-Hmeineem e da quella irachena di al-Taqaddum (a 74 km da Baghdad). In molti dimenticano che proprio la base di Latakia è distante soltanto 288 km da Israele. Tradotto significa che rimanendo in volo per 12 ore (con un raggio d’azione di 3500km), gli Il-20 possono mappare un quadro dettagliato e completo di ciò che accade sul terreno. In realtà (anche se i russi non lo ammetteranno mai), i sensori degli Il-20 consentirebbero, in linea teorica, di osservare anche tutte le attività israeliane sul Golan, intercettare tutte le comunicazioni da e verso Gerusalemme e monitorare tutte le operazioni di tutte le basi dell’IAF a sud di Israele. Giocando ancora con i numeri, in linea teorica i velivoli spia russi avrebbero il quadro completo anche sul complesso nucleare di Dimona, nel Negev.

Certo, queste sono supposizioni, ma il raggio d’azione dei quadrimotori spia russi, consentirebbero tali attività grazie alla completa suite avionica trasportata che gli permetterebbe di monitorare a diverse distanze in qualsiasi condizioni meteo.

Alla capacità aerea, Mosca ha aggiunto quella terrestre con l’entrata in servizio di nove sistemi Borisoglebsk 2 basati su MT-LB. La scelta di questi nuovi sistemi è dettata dal fatto che gli USA, continuano a comunicare con i gruppi ribelli “moderati”, gli stessi ritenuti ostili (e bombardati) dal Cremlino. La nuova capacità di disturbare ed interrompere ogni tipo di comunicazione criptata è stata attivata lungo la pianura costiera nel nord-ovest della Siria (oltre ai ribelli, i russi potrebbero anche intercettare le comunicazione dei reparti speciali americani. Ricordiamo, infatti, che il coordinamento tra Russia e Stati Uniti è riferito soltanto alla fase aerea e non a quella terrestre). I nuovi sistemi di monitoraggio e disturbo, conferiscono alla Russia il controllo del cuore del Medio Oriente e la capacità di spiare o interrompere le comunicazioni ostili e non.

Leggi anche:  Diffuso filmato russo in cui si vedono i terroristi utilizzare i civili come scudi umani – VIDEO

Della versione dell’ Ilyushin-18D-36 Bizon, sappiamo quasi tutto, almeno concettualmente. Progettato fin dall’inizio sulla cellula dell’Il-18 per l’acquisizione delle informazioni sul campo di battaglia (ELINT, COMINT, Optical and Radar intelligence), monta sotto la fusoliera un “Side-Looking Airborne Radar” tipo Igla-1. La suite avionica comprende telecamere panoramiche A-87P. L’apparato ELINT è dato dal sistema “Kvadrat”. Il “Vishnya”, infine, comprende tutti i sistemi per la Communications Intelligence gestita da otto operatori. Gli Il-20 sono tutti rischierati presso la base di Chkalovskaya, nei pressi di Mosca.

iscorso a parte per il Borisoglebsk 2. E’ una delle nuove armi di Putin, gelosamente custodita dai russi. In sviluppo dal 2004, ha raggiunto laCapacità Operativa Iniziale nel 2010. Le consegne all’esercito russo sono iniziate nel febbraio scorso con battesimo del fuoco avvenuto in Ucraina orientale, nell’estate appena trascorsa. E’ stato progettato per la soppressione delle comunicazioni mobili via satellite e dei sistemi di navigazione radio. Rispetto ai sistemi che andrà a sostituire, il Borisoglebsk 2 ha una maggiore capacità di monitoraggio e soppressione, scansione delle frequenza e precisione di localizzazione spaziale delle fonti di emissione delle onde radio.

La prima unità di fanteria meccanizzata a ricevere il nuovo sistema di riconoscimento elettronico ed eliminazione delle fonti di radiofrequenza opera pressi di Orenburg, negli Urali. Il Borisoglebsk-2 è il cuore della guerra radioelettronica delle unità tattiche dell’esercito russo. Secondo i russi, è in grado di disturbare tutti i moderni sistemi di comunicazione radio e sistemi GPS utilizzati dalla NATO (F-35 compreso).

www.difesaonline.it

Val Susa. Si apre il fronte cave

post — 26 ottobre 2015 at 12:04

cava-CaprieDi Fabrizio Salmoni per Valsusanotizie.it -Davanti alla sala strapiena del centro polivalente di Caprie, il sindaco Paolo Chirio affiancato dai suoi assessori e dai tecnici della Comunità Montana (in platea anche Sandro Plano e vari amministratori) ha spiegato ai cittadini i progetti Telt per distribuire lo scavato del cantiere di Chiomonte nelle cave di Caprie, opportunamente già ampliate allo scopo, nel resto della Valle e oltre fino a Torrazza Piemonte. Nessuna ipotesi campata per aria ma la cruda disamina dei documenti del “nemico” da cui si delineano ipotesi di scenari devastanti per il territorio e per la salute.

Il presupposto da cui si parte è l’estrema spregiudicatezza di come si muove Telt: in breve, fanno quello che vogliono in barba a qualsiasi normativa e nel nome della negazione totale della trasparenza. Significativo  a questo proposito il capitolo dei monitoraggi ambientali in Val Clarea che non sono stati fatti ante operam come pretendono normativa e  prescrizioni Cipe ma a cantiere già installato e operante. Dal 2011 i monitoraggi sono stati effettuati concordemente con l’Arpa a scadenza biennale e le risultanze, applicate su parametri  massimi, difficilissime da ottenere malgrado i tanti esposti e tentativi di averne informazione anche da parte istituzionale (leggi Cinque Stelle). Le risposte Telt sono dei rinvii eterni ed è evidente il tentativo di arrivare alla fase del progetto esecutivo (tuttora mancante) che renderebbe le informazioni protette dalla Legge Obiettivo e quindi definitivamente non divulgabili.

Sotto accusa in quanto giudicato improbabile, cosi come redatto, anche il progetto di smaltimento dello scavato che prevederebbe nastri trasportatori presumibilmente dallo scalo ferroviario di Condove. attraverso la valle, sopra il castello del Conte Verde  fino alle cave di Caprie (un’ulteriore infrastruttura ad alto impatto ambientale).

I tencici ritengono molto più probabile e fattibile da ogni punto di vista  un trasporto via camion (hanno costruito una diramazione stradale ad oggi non utilizzata, dal cantiere di Chiomonte) almeno da uno scalo ferroviario alle cave ma tale movimentazione implicherebbe comunque un’ingente dispersione di polveri nocive  (Pm 2,5 e Pm 10) nell’ambiente circostante.

Svelate anche alcune “furbate”, attribuite con buona probabilità all’ex direttore del Ministero Infrastrutture Incalza, inquisito per le malversazioni sulle Grandi Opere, sul programma di compensazioni (sempre riferite dai politici al 5%  ma dai documenti del Cipe ridotte al 2%): scorporare alcune opere dal progetto per conteggiarle come extra.

Nell’insieme, un futuro da incubo per i valsusini, un futuro di totale devastazione e di nocività che fa seriamente preoccupare e richiede mobilitazione fin da subito per evitare lo scenario peggiore a cui nessuno vuole pensare: uno spopolamento indotto per poter fare della valle un territorio in cui i devastatori abbiano finalmente campo libero per disporne a piacimento, senza interferenze. Quello che è certo ormai, vista l’apparente noncuranza con cui Telt trascura e viola scadenze e prescrizioni è che la Torino-Lione deve diventare per gli speculatori la Salerno-Reggio Calabria del Nord per poter saccheggiare più a lungo possibile le finanze pubbliche e per alimentare un sistema di potere politico criminale e parassitario.

L’assemblea pubblica di Caprie è probabilmente la prima di una serie di interventi informativi che si dispiegheranno in Valle nel prossimo futuro con l’obiettivo di mobilitare la gente e sollecitare la vigilanza su tutti i siti che potrebbero ospitare lo scavato del Tav, come per esempio le cave di Caselette da tempo sotto stretta osservazione dei cittadini. (F.S. 24.10.2015)

L’automobile e l’ambiente: la grande illusione del “pulito

TG Valle Susa

Das Auto und die Umwelt: die große Illusion des “Sauberen” – L’automobile e l’ambiente: la grande illusione del “pulito”

Contributo di Ing. Antonio Alei.

La lezione di “Fondamenti dei Trasporti” del mio professore alla “Sapienza” di Roma (era il 1978) terminò con queste testuali parole:

“La fortuna dell’ è stata quella di indirizzare il tubo di scarico del motore sulla parte posteriore, se fosse stato posto sul davanti (o sotto al naso) non l’avrebbe acquistata nessuno!”.

Il motore a combustione interna (o esterna, come nelle locomotive a vapore) inquina irreparabilmente per sua natura. Tutti i dispositivi anti- adottati da decenni non sono altro che l’inane tentativo di mettere un “tappo” (o una “pezza a colori”, direbbero a Napoli) a una cosa che comunque “puzza” in senso lato.

L’unico vero mezzo ecologico che Madre Natura ci ha messo a disposizione, oltre ai piedi, è il cavallo e suoi derivati (asino e mulo) o la bicicletta (che in parte inquina per realizzarla).

Tutto il resto è pura “fuffa”, ivi compresa l. Perché?

Per realizzare un’auto elettrica si debbono spendere da 100 a 500.000 Mega Joule di energia (costruzione edifici e macchinari per realizzarla, estrazione minerali, lavorazione materie prime, produzione plastica e metalli, produzione componenti, montaggio, trasporti, ecc. ecc.) a seconda della quantità di veicoli prodotti nella catena di montaggio (meno ne realizzo, più “pesa” l’energia spesa per costruire la fabbrica).
100.000 Mega Joule di energia equivalgono ad una emissione in atmosfera di circa 13 tonnellate di anidride o diossido di carbonio (CO2).

Poi l’auto “non inquina” se l’energia utilizzata per muoverla è di provenienza “rinnovabile” (idrica, solare, geotermica, eolica, ecc.). Il virgolettato non è un refuso, ma sta ad indicare che i termini “non inquinante” e “rinnovabile” sono anch’essi da prendere con le molle (tutte le attività antropiche o umane producono “entropia” [che genericamente misura il disordine] e quindi inevitabilmente inquinano).
Ad esempio l’energia solare non è gratis, va captata con “marchingegni” che per realizzarli costano ed inquinano, come poi per smaltirli a fine vita.

In Italia il 75% dell’energia proviene da fonti non rinnovabili. Con cosa ricarico l’auto elettrica mentre è nel garage di casa?

L’auto elettrica in movimento inquina anch’essa (emette calore, radiazioni elettromagnetiche, polveri dagli pneumatici, ecc. ecc.). Come ne usciamo? Col buon senso, sprecare di meno e produrre veicoli (e beni in generale) che non solo siano poco inquinanti, ma che durino almeno il quadruplo degli attuali per ridurre l’impegno di energia di “semina”, ossia dell’energia spesa per progettarli, produrli e smaltirli.

TAV CHIOMONTE, LA MINORANZA INTERVIENE SUI DANNI AL BAR DI LUCREZIA BONO. DUBBI SULL’ASSOCIAZIONE IMPRENDOC E CRITICHE AL COMUNE

     10/25/2015    

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di Giorgio GUGLIELMO, Giuseppe  JOANNAS e Remo SIBILLE

Ancora una volta Chiomonte è balzato, suo malgrado, all’onore della cronaca per fatti incresciosi che le persone di buon senso non possono che condannare.

E noi, quali consiglieri di minoranza, sinceramente esprimiamo il nostro disappunto per i danni procurati alle vetrine del Bar della Consigliera Bono e all’abitazione di un operaio del cantiere.

Sono accadimenti che rifiutiamo di attribuire all’area No Tav in quanto tale,  riconducibili forse ai così detti “cani sciolti” che approfittano di particolari momenti di tensione per portare a compimento piccole vendette o vicende personali.

Ribadiamo dunque di dissociarsi totalmente da tali comportamenti; in altro modo ed in altri contesti, nel rispetto delle regole, riteniamo di portare aventi il nostro dissenso all’opera (soprattutto al cantiere della Maddalena) ed alla azione di totale asservimento dell’Amministrazione Comunale.

Tuttavia non per giustificare, ma per cercare di fare comprendere in quale contesto possono nascere simili deprecabili azioni, ci corre l’obbligo di evidenziare il comportamento dell’Amministrazione Comunale che da un lato facilita e consente, con la sua inazione,  la approvazione in Consiglio Comunale di un atto deliberativo di totale contrarietà all’allargamento del cantiere della Maddalena, (delibera del Consiglio Comunale n° 4/15 del 27 febbraio 2015), mentre poi di riscontro assume una posizione “politica” di totale asservimento a tale scelta e svende il proprio territorio ed il proprio futuro, senza peraltro modificare la deliberazione consiliare precitata.

A questo punto l’Amministrazione deve  giustificare tale inversione di marcia e deve catturare la benevolenza della popolazione, facendo digerire la pillola amara di un territorio che per 15/20 anni sarà devastato in barba al turismo dolce, all’area archeologica, alle vigne di Avanà, ai prodotti di nicchia, al ritorno al passato.

Ecco allora che l’Amministrazione, sotto la regia di presenze inquietanti, in un momento in cui i  “media” riportano a titoli cubitali il taglio di 80 milioni di compensazioni da parte del CIPE, si inventa la calata di 500 operai e la fame di abitazioni private.

Ecco quindi l’invito del Sindaco alla popolazione di mettere a disposizione i propri alloggi sfitti o fatiscenti da destinare ai cantieristi della Maddalena,  promuovendo la ristrutturazione di tali edifici,  con l’aiuto di un gruppo di professionisti, a  quanto pare  scelti (come?) dall’Amministrazione stessa, contrabbandando tutto ciò come  rilancio del Paese   anche dal punto  di vista turistico!!!

Non è chiaro  nè il sistema di finanziamento di tali ristrutturazioni nè la messa a punto degli alloggi, si ragiona nel vago.

Come gruppo di minoranza intendiamo capire e successivamente spiegare alla popolazione quale sia l’iter procedurale , le spese a cui dovranno far fronte i proprietari,  le modalità di finanziamento  ed i successivi benefici nonchè come siano stati scelti i professionisti indicati.

Questo modo di operare  non è del tutto chiaro, come non è chiara la  posizione della consigliera Bono che riveste la duplice veste di consigliere comunale e consigliere dell’Associazione Impredoc (fino a poche settimane fa ne era  addirittura  la Presidente!), Associazione che svolge per il Comune molteplici attività (forse troppe, dalle manifestazioni turistiche al Baby Parking, all’assistenza scolastica, alla cultura) e  riceve consistenti contributi!

Per carità,  nulla di illegale per ora, ma possiamo dire “non opportuno”!!.

Comunque i fatti di cui riferiscono i giornali sono assolutamente deplorevoli così come parimenti deplorevole è il comportamento dell’Amministrazione Comunale che, senza sentire le opinioni degli abitanti, ha svenduto il suo territorio per un allargamento del cantiere di cui non si può più parlare a livello di semplice ipotesi: certo questo non giustifica atti inqualificabili come quelli commessi nella scorsa notte ma di certo non aiuta la tanto decantata “riappacificazione” che si potrà auspicare solo quando questo territorio avrà finalmente giustizia.

Chiomonte  25 Ottobre 2015

I consiglieri del gruppo di minoranza  “Insieme  Chiomonte”

Giorgio GUGLIELMO                          Giuseppe  JOANNAS                  Remo SIBILLE