SIRIA, AVVISTATO IL “BURATINO”: UNA DELLE ARMI PIÙ DEVASTANTI MAI INVENTATE DALL’UOMO

Complottisti 

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Ci ostiniamo a non chiamarla “seconda guerra fredda” ma la realtà parla chiaro. Il fronte russo e quello americano sono nuovamente sulle due rive opposte del fiume, non comunicano, non si capiscono ma combattono. Se l’America in questo frangente ha deciso di chetare i cannoni, i russi invece vogliono far sentire i boati lontano chilometri. Dalla soffitta delle armi poco conosciute ma dannatamente letali il Cremlino rispolvera il TOS-1 Buratino. Il nome non incute un gran terrore ma proprio soffermarsi al nome, sarebbe il nostro errore più grande.

Il Buratino è stato un progetto quasi sconosciuto fino a tempi relativamente recenti ed è considerato dagli estimatori di armamenti inusuali una vera chicca in mano ai russi. Il nome tecnico del Buratino è TOS-1 ed è classificato come un’arma termobarica pesante destinato all’annientamento sistematico di qualsiasi ostacolo gli si pari davanti. È stato progettato per ingaggiare forze appiedate, fortificazioni e veicoli corazzati leggeri. Il sistema è paragonabile ai sistemi MLRS (Multiple Launch Rocket System), ma questo spara diverse tipologie di missile e ha una gittata minore (6 km). Il TOS-1 è stato sviluppato nei primi anni 1980 ed è stato utilizzato con successo da parte dell’esercito sovietico in Afghanistan e in seguito dalle forze russe in Cecenia. Oggi pare essere approdato anche in Siria.

Il Buratino utilizza razzi da 220 mm ed è a tutti gli effetti considerato artiglieria pesante visto il suo calibro. Su questo tipo di supporto sono impiegabili due diversi tipi di testate: la prima di tipo esplosivo incendiario e la seconda a combustibile-aria. Queste ultime sono anche chiamate testate termobariche. Questo tipo di munizione rilascia una grande nube di gas infiammabile e provoca enormi esplosioni, proprio per questa sua forza dirompente questa tecnologia è usata per “sbriciolare” letteralmente bunker fortificati ed interrati.

Il sistema di controllo del fuoco è considerato all’avanguardia, tutte le procedure di orientamento e cattura del target sono realizzati all’interno del veicolo senza equipaggio esposto al fuoco. Il TOS ha un mirino ottico, un computer balistico e un telemetro laser con cui misura la distanza del bersaglio con un errore massimo di 10 m. I dati acquisiti vengono inseriti automaticamente nel computer balistico che calcola l’elevazione e la rotazione necessaria. L’equipaggio è composto da tre elementi: comandante, cannoniere e pilota.

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L’incubo russo dallo strano nome in codice è considerato da molti alla stregua di una bomba atomica. L’esplosione provocata crea una sfera di gas incandescenti ad altissima temperatura, accompagnata da una devastante sovra-pressione. Per ottenere questo effetto la bomba combina uno speciale esplosivo, in forma di gel o polvere e con additivi metallici, all’ossigeno atmosferico, che funge da ossidante. Dopo di che la miscela viene fatta deflagrare da un apposito innesco. I russi sono stati gli antesignani nello sviluppo ed impiego su vasta scala di armi basate su questi principi ma anche gli americani hanno dato il loro contributo soprattutto in Vietnam con le Daisy cutter, «tagliamargherite», per creare rapidamente piazzole di atterraggio per gli elicotteri.

In Siria queste armi distruttive potrebbero già essere in azione per debellare barricate costruite dai ribelli o bunker in cui si nascondono i seguaci dello Stato Islamico. Qualunque sia il vero obbiettivo di Putin è fuor di dubbio che ilBuratino ha un forte impatto strategico e psicologico. Coloro che si trovano vicinissimi alla deflagrazione vengono annientati. Allo stesso modo chi è nei suoi paraggi subisce diverse ferite interne, quindi invisibili, tra cui la rottura dei timpani e degli organi uditivi, concussioni varie, la rottura dei polmoni e degli organi interni, e cecità causate dall’onda d’urto potentissima. Qualsiasi tipo di tessuto che interagisce con l’onda d’urto viene compresso, schiacciato, tranciato o disintegrato dall’eccessivo peso in base alle proprietà del materiale metallico usato per aumentare la potenza esplosiva. Gli organi interni che contengono aria (orecchie, polmoni e intestino) sono particolarmente vulnerabili ad esplodere perché i microframmenti di materiale metallico si insinuano negli organi dove c’è ossigeno e brucia.

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Il TOS-1 non è stato pensato per arginare l’avanzata nemica, ma per distruggere gli eserciti ancor prima che vadano in battaglia. Minare la stabilità emotiva del nemico è una tecnica validissima anche in un contesto come quello asimmetrico attuale.

Se non dovesse funzionare solo l’effetto deterrente, Putin e il Cremlino sarebbero disposti a fare i conti con le implicazioni che l’uso di quest’arma comporta?

Fonte: DifesaOnline

UNA COLORATA GIORNATA DI LOTTA A DESENZANO PER DIRE ORA BASTA, FERMIAMO IL TAV!

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Oggi a Desenzano volevamo scendere di nuovo in piazza per dire la nostra, per dar voce alle tante persone che da ormai un anno hanno deciso di opporsi, in diversi modi, a questo progetto. Innanzitutto era per noi importante ribadire l’inutilità’ di questa grande opera, con tutti i danni incommensurabili e su diversi piani che porterebbe al nostro territorio.

Ci tenevamo particolarmente a dire la nostra sugli scandali che hanno portato all’arresto del super manager del Ministero dei trasporti Incalza e alle dimissioni del Ministro Lupi in quanto anche la tratta TAV Brescia-Verona era uno dei pezzi centrali di questo sistema.
E di nuovo scendendo in piazza volevamo lanciare un messaggio ai nostri amministratori: nei territori che governano esiste una componente che quest’opera non la vuole, una componente che continua a crescere e che continuerà ad organizzarsi per fermarla.Avevamo a cuore anche di ribadire che i soldi per fare quest’opera non ci sono e che i pochi messi a disposizione sono quelli tolti al servizio sanitario nazionale, al welfare, alle bonifiche e alla prevenzione dal dissesto idrogeologico.
Tutte queste cose le abbiamo dette a modo nostro, in tanti e tante, uomini, donne, anziani e bambini, riempendo le strade e le piazze di Desenzano con cori, striscioni e bandiere.
Davanti al corteo un trattore, simbolo di uno delle tante attività che simboleggiano queste terre, guidato da uno dei possibili espropriati del TAV, con attaccato uno spaventav, il famoso spaventapasseri che ci aiuetrà a proteggere il nostro territorio dal TAV, che da diverso tempo sta diventando simbolo di questa lotta.
Tanti i cartelli che in diversi modi e con diversi slogan e frasi denunciavano lo sperpero di denaro a discapito di piccole opere utili per il nostro territorio e per chi lo vive.
E insieme a noi in corteo oltre alle delegazioni No Tav della Val di Susa, del Terzo Valico e del Trentino, anche il Comitato del Parco delle Colline e Moreniche e decine di comitati ambientalisti, insieme anche a tante delegazioni da diverse zone della lombardia e alcuni amministratori delle nostre province: un assessore di Castiglione delle Stiviere e i primi cittadini di Medole, Solferino e Monzambano che con orgoglio hanno sfilato insieme a noi per difendere i cittadini che rappresentano e il futuro di queste terre.

Oggi nessuno può negare che un vento nuovo soffia in questa provincia e che sarà in grado di rovinare i piani di chi vuole realizzare la Brescia-Verona.
Un grazie a tutti e tutte coloro che hanno reso possibile questa ennesima giornata di lotta. E insieme, lo fermeremo! 

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Operazione guida sicura

— 18 ottobre 2015 at 01:34

chiodi-a-quattro-punte-in-stradauna-bravata-o-vandalismo_a3439174-8561-11e4-80b6-6c15e322a9bb_998_397_big_story_detailRiceviamo e pubblichiamo poche righe che raccontano di alcune azioni di disturbo che dei No Tav hanno messo in campo nei giorni scorsi per contrastare l’azione devastante del cantiere e di chi, ovviamente, li ci lavora. In questo caso parliamo di iniziative in Via dell’Avanà, la quale di giorno secondo ordinanza prefettizia dovrebbe essere aperta alla circolazione (peccato ci sia però un check point), per poi tornare ad essere zona interdetta nelle ore serali e notturne.

“Segnaliamo a tutti come la circolazione in Via dell’Avana dalle 19 alle 7 sia evidentemente a rischio.
Infatti, venerdi 9 ottobre e giovedi 15 ottobre sono stati sparsi centinaia di chiodi a 4 punte lungo tale strada, producendo il danneggiamento di numerosi mezzi della polizia e di lavoro all interno del cantiere di Chiomonte.
Inutile dire che non c’è il 2 senza il 3, ma anche senza il 4 o il 5…
Vogliamo dire, insomma, che l’inverno è lungo e che l’officina dei chiodi lavora a ritmo continuo e costante.
La nostra lotta continuera determinata, nonostante i tentativi della lobby del Tav e delle guardie a difesa del fortino militare di indebolire il movimento e i suoi attivisti.
In solidarietà a Fabrizio, Vincenzo, Gabriele, Teo, Luca e Federico condannati per la giornata di lotta dell 8 dicembre 2011!
In solidarieta a tutti i No Tav inquisiti e sottoposti a misure cautelari!”

Erri De Luca 19 ottobre processo e giornata in valsusa

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Lunedì 19 ottobre si chiuderà il processo a Erri De Luca, scrittore, no tav. La giornata inizierà al palagiustizia di Torino dove è attesa nell’ultima udienza fissata del processo per istigazione a delinquere la sentenza. Si proseguirà poi nel pomeriggio alle ore 17 presso la sala consiliare del comune di Bussoleno in via traforo 62 con un’assemblea insieme a De Luca. Per chiudere la giornata alle 19 si cenerà tutti insieme alla Credenza sempre a Bussoleno (è gradito un preavviso! 0122 49386). In attesa di una sentenza una bella giornata no tav da vivere insieme!

EUROPA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. IL NAZISMO È ALLE PORTE

Pubblicato in TROIKA&LOBBY da L’Euroscettico il 22 aprile, 2015

europa nazista

L’Europa sta vivendo una crisi senza precedenti, umiliata e vilipesa da masnadieri ipocriti ed infingardi del calibro di Mario Draghi e Wolfang Schaeuble, pericolosi nemici della democrazia oramai da tempo smascheratisi.

 

Ricordate Orwell? “La guerra è pace”, “La libertà è schiavitù”, “L’ignoranza è forza”. Aggiungete ora un nuovo slogan: “L’Antieuropeismo è europeismo”. Riflettete insieme a me. Quale messaggio veicolano di continuo i media controllati dalla massoneria reazionaria? “C’è la crisi e perciò bisogna tirare la cinghia”. Giusto? Bene. Cosa aggiungono poi i padroni? “La crisi mette a repentaglio la moneta unica e perciò bisogna fare i sacrifici”. Siamo d’accordo? Ottimo. Quale favola di comodo offrono poi i governanti del nord Europa ai rispettivi elettorati per spiegare il prolungarsi di una “crisi infinita”. La seguente: “Siamo dissanguati dalle cicale mediterranee. No a nuovi piano di salvataggio”. E quelli del sud? Questa: “I Paesi del nord ci strozzano obbligandoci a praticare politiche di austerità dannose e recessive”. Il teatrino appena tratteggiato che risultato oggettivo produce? Quello di alimentare dappertutto un nazionalismo becero, astioso e rivendicativo, indispensabile per inoculare di nuovo il virus nazifascista sulle macerie di una Europa volutamente e scientificamente disintegrata da due perversi contro-iniziati del calibro di Mario Draghi e Wolfang Schaeuble. Da anni il mainstream separa i Paesi virtuosi, in primis Germania e Finlandia, da quelli presuntivamente spreconi e corrotti come i famigerati Piigs.

L’obiettivo di una simile subdola manovra è quello di sterilizzare le pubbliche opinioni dei Paesi più colpiti dalla crisi attraverso l’innesto manipolatorio di un diffuso quanto ingiustificato senso di colpa. Cari greci, portoghesi, italiani e spagnoli, state male? Siete più poveri? La vostra vita è diventata un inferno? Prendetevela con voi stessi! Non è stata la Merkel a far esplodere il vostro debito pubblico! Simili pacchiane menzogne, accreditate per cinismo e interesse dai vari Renzi, Rajoy e Passos Coelho, fanno presa sul popolo, spesso sprovvisto di strumenti culturali utili per demistificare il racconto prevalente. Eppure, per quanto nascosta sotto un mare di bugie, la verità si erge comunque al centro della scena, visibile e manifesta per chi ha “occhi per vedere” e “orecchie per sentire”. Il 19 di Aprile si è votato in Finlandia, Paese che ha dato i natali ai vari Olli Rehn e Jiky Katainen, miserabili politicanti che da anni insolentiscono e ingiuriano i popoli mediterranei in nome e per conto dell’Unione Europea.

Ebbene, cosa ha dimostrato il voto finnico? Che il mito dei Paesi virtuosi, sempre pronti a fare la morale agli altri, è falso come Giuda. La Finlandia, al pari di tutte le altre nazioni torturate dal giogo dell’austerity,  è in preda ad una crisi sociale ed economica senza precedenti (clicca per leggere). Il premier uscente Alexander Stubb, una specie di chierichetto al servizio di Angela Merkel, ha perso le elezioni, spianando la strada alla probabile formazione di un nuovo governo di coalizione guidato dal milionario demagogo Juha Sipila in compagnia di Timo Soini, capo del partito di estrema destra “I Finlandesi”. Avete ancora dubbi circa le finalità dissimulate perseguite da Draghi e Schaeuble?

Le politiche di austerità, somministrate senza pudore con la scusa di salvare l’Europa, servono in realtà a favorire dappertutto l’ascesa di partiti xenofobi, autoritari e violenti, pronti all’occorrenza a reprimere con la forza dell’intimidazione e della violenza le legittime rivendicazioni di benessere e democrazia che salgono dal basso. L’Europa è di fronte ad un bivio storico: o ripensa se stessa e procede verso l’unificazione politica e democratica, o implode in preda ad isterismi violenti e irrefrenabili. I Venerabili Maestri Wolfang Schaeuble e Mario Draghi sembrano aver puntato sulla seconda ipotesi, vittime di un delirio di onnipotenza che acceca, oggi come ieri, anche le menti più sottili e luciferine.

Leggi dalla fonte originale IlMoralista.it

Peschiera, frati No Tav: firmate, fedeli

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Sono più di seicento i veronesi che nel week end hanno firmato la petizione dei “No Tav Brescia-Verona”. La richiesta, inviata tra gli altri al presidente Matteo Renzi e al ministro delle InfrastruttureGraziano Delrio, è di ritirare il progetto della linea ferroviaria in cambio de «l’aumento e lamodernizzazione dei treni regionali presi dalla gran parte dei viaggiatori». Una grande partecipazione alla raccolta firme è stata data dai frati del santuario della Madonna del Frassino a Peschiera, come riportato da L’Arena, dove il passaggio della linea avverrebbe a pochi metri dall’edificio religioso. Durante le celebrazioni i frati avrebbero anche invitato i fedeli a sostenere l’iniziativa.

«Ulteriori firme saranno raccolte durante la marcia No Tav in programma sabato 17 ottobre a Desenzano, dopodiché invieremo la petizione» dichiara Daniele Nottegar, membro del comitato No Tav di Verona. Che poi interviene sul dibattito riguardante i fondi per l’opera, che pare non sarà finanziata dalla Banca centrale per gli investimenti: «con i soldi disponibili inizieranno i lavori per le gallerie di Lonato e del Frassino, poi si fermeranno lasciando queste due cattedrali nel deserto». Infine, Nottegar interviene sulla possibilità che Delrio visiti la città: otterremo un colloquio con lui, spiega, «così come negli anni Novanta riuscimmo ad ottenerlo con l’allora ministro Burlando».

Il Tav va fatto. E chiunque si metta contro alla sua realizzazione va fermato (sulle condanne per l’8 Dicembre 2011)

http://milanoinmovimento.com/rubriche/giuristi/il-tav-va-fatto-e-chiunque-si-metta-contro-alla-sua-realizzazione-va-fermato-sulle-condanne-per-l8-dicembre-2011

NoTav

E’ questo l’imperativo che riecheggia tra i manganelli alzati contro persone anziane, tra la massiccia dose di violenza inflitta in questi anni a danno di un’intera popolazione, tra gli stanzoni della classe dirigente che da una parte intasca mazzette e dall’altra decide su un territorio che di fatto non vuole l’Alta Velocità. Se pensiamo alla militarizzazione subita dalla Val di Susa negli ultimi 10 anni ci viene in mente una vera e propria “galleria degli orrori” che, senza dover andare indietro al triste assalto notturno al presidio di Venaus del Dicembre 2005 ci porta alla mente i pestaggi, i lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, i lanci di oggetti dai viadotti da parte delle Forze dell’Ordine del 3 Luglio 2011 e successivamente la storia di Marta, la NoTav molestata dagli agenti solo un paio di anni fa.

Ancora una volta tocchiamo la triste verità con mano: la sentenza del processo per i fatti dell’8 Dicembre 2011 (anniversario della “battaglia di Venaus”) non dice nulla di nuovo e parla ancora la lingua di un procedimento condotto seguendo una precisa linea politica, quella della repressione e della condanna di comportamenti che non possono essere ricondotti in alcun modo a reati definiti.

Sia ben chiaro. Crediamo che il dibattito su cosa sia legale a fronte della corruzione diffusa e della speculazione che stanno dietro alla realizzazione di grandi opere come questa lasci il tempo che trovi e sosteniamo tutti i mezzi che finora sono stati usati per portare avanti una lotta che mostra dignità, costanza, rispetto per la popolazione e per il territorio, volontà di partecipazione dal basso.

A Torino sembra esserci ormai da qualche anno una “legislazione speciale” per chi lotta contro il Tav.

Il caso limite è il processo a Erri De Luca per le semplici parole espresse conto la grande opera che farà scempio in Piemonte. Allo scrittore non viene contestato alcun reato, ma il semplice fatto di essersi schierato contro il progetto Tav con parole forti.

Ma si potrebbe parlare anche di coloro che sono stati condannati ingiustamente e accusati persino di terrorismo per il semplice fatto di essersi opposti allo scempio della Val di Susa.
E’ di ieri l’inizio del processo di appello per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò per l’ormai celebre “notte del compressore”. Un procedimento che ha visto addirittura scendere in campo un pezzo da 90 della magistratura torinese come Marcello Maddalena nel tentativo di ripristinare la fattispecie di terrorismo fatta a pezzi da due sentenze della Corte di Cassazione.

Dicevamo della sentenza sui fatti dell’8 Dicembre 2011
E’ successo così che un attivista del Collettivo Lambretta è stato condannato a 1 anno e 9 mesi in primo grado (insieme ad altri 5 NoTav condannati alla stessa pena più altri due condannati a 2 mesi e tre assolti) per il semplice fatto di essere presente a una manifestazione. Nessun gesto, nessuna azione immortalati dagli immancabili filmati dalla Polizia Scientifica.
La gestione di questi processi non è una questione di legalità, ma di oppressione della legittimità di prendere parte a una protesta in un sedicente paese democratico.
La mera presenza in piazza è ormai un reato.
L’uso continuo e spregiudicato della fattispecie del “concorso” giustifica condanne per ogni iniziativa di lotta.

Questo è inaccettabile.
Ed è proprio per questo che non si può fermare la lotta. Viviamo in un paese dove le grandi opere ed i grandi eventi sono la maschera laccata di un finto progresso dietro cui si nascondono austerity, inquinamento, cementificazione, estrazione di risorse e soldi pubblici, corruzione, speculazione…
Che il TAV sia un’opera capaci di creare danni permanenti ai territori lo insegna bene la vicenda del Mugello dove gli scavi hanno irrimediabilmente danneggiato le falde e le acque della zona.

Forse siamo dei sognatori, ma il bene comune esiste e va tutelato, dobbiamo prenderci cura del terreno e del territorio così come non possiamo permettere che i sacrifici che facciamo ogni giorno gonfino le tasche di pochi, danneggiando la vita di molti.
Un anno e 9 mesi non sono uno scherzo a fronte degli arresti avvenuti a Firenze, delle infiltrazioni mafiose, di una classe politica e manageriale che nonostante gli scandali, rimane in piedi.

Complici e solidali,
No Tav fino alla vittoria!

Di Teo_Mim, Pubblicato il 16 ottobre 2015 alle 18:36

La maledizione Tav: fallisce un’altra ditta. Processato per ‘ndrangheta il titolare

La maledizione Tav: fallisce un’altra ditta. Processato per ‘ndrangheta il titolare
ottobre 15 2015

di Marta Belotti

La maledizione Tav colpisce ancora una volta le ditte che lavorano sulla Torino-Lione. Il tribunale del capoluogo piemontese ha dichiarato il fallimento della Toro srl, l’azienda che si occupava della bitumatura di tratti di strada nell’area del cantiere di Chiomonte, in valle di Susa.
E di guai la Toro srl ne aveva già. Infatti il titolare, Giovanni Toro, era coinvolto nell’inchiesta “San Michele” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte: l’uomo infatti è imputato  in concorso esterno in associazione mafiosa.
Le fortune dell’azienda sono durate pochi anni. Nel 2011 gli era stato affidato il subappalto dei lavori di asfaltatura di tratti di strada nell’area del cantiere Tav. Fatto che, però, non è stato contestato a Giovanni Toro dagli inquirenti dell’inchiesta “San Michele”. Ora il fallimento. Il tribunale ha già fissato per gennaio 2016 l’adunanza dei creditori. 
Parlavamo di una vera e propria maledizione perché la Toro non è la prima ditta, coinvolta nei lavori per l’alta velocità, ad uscire con le ossa rotte. Basti ricordare il caso Lazzaro che tanto ha fatto discutere nelle scorse settimane per le intercettazioni dove si parlava, secondo gli inquirenti, d’intromissioni politiche per l’assegnazioni di appalti.

“Tav Chi Sì”, online l’investigazione social sulle Grandi opere. Tra sprechi e cricche

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/24/tav-chi-si-online-linvestigazione-social-sulle-grandi-opere-tra-sprechi-e-cricche/1760553/

“Tav Chi Sì”, online l’investigazione social sulle Grandi opere. Tra sprechi e cricche

Era il 1993 quando fu presentato in Procura il primo esposto contro l’Alta velocità. Destinatario, quell’Ercole Incalza che sarà pluri-indagato e poi arrestato 22 anni dopo. Un ebook e un webdocumentario raccontano la lunga marcia dei mega-appalti italiani tra inchieste, spartizioni, lobby, costi gonfiati, perenni “emergenze” e leggi “criminogene”. Con la formula innovativa della partecipazione dei lettori e la continua verifica di esperti. In omaggio al motto einaudiano “conoscere per deliberare”

di  | 24 giugno 2015

Era il 1993 quando fu presentato il primo esposto in procura controTav spa, la società dell’Alta Velocità ferroviaria. Firmatario, il deputato Psdi Luigi Preti, già membro della Costituente. Destinatario, un certo Ercole Incalza. Proprio lui, il re delleGrandi opere all’italiana che sarà arrestato 22 anni dopo, in un’inchiesta della Procura di Firenze partita proprio dal Tav e arrivata a coinvolgere strade, autostrade, ferrovie e porti di tutta la penisola. La lunga marcia delle Grandi opere all’italiana è costellata di inchieste giudiziarie, spartizioni politiche, costi gonfiati, sprechi, leggi speciali – se non “criminogene” – , interventi emergenziali, lobby, cricche. Ma è a suo modo una grande opera anche “Tav chi Sì-Un’investigazione civile online”, ebook e webdocumentario realizzati da Trancemedia.eu in collaborazione con ilfattoquotidiano.it, acquistabili online a 4 euro, che questa storia la racconta tutta, e continuerà a raccontarla fino (almeno) alla fine del 2016 (leggi un brano dall’introduzione). Con il contributo e l’aggiornamento continuo da parte degli autori, innanzitutto, ma anche di esperti esterni e, soprattutto, dei cittadini-lettori-elettori. Non si tratta di un’opera in sé “No Tav”, si ispira piuttosto al motto liberale di Luigi Einaudi “conoscere per deliberare”. 

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 Guarda il demo del webdocumentario

TAV: 10 MILIONI DI EURO PER 160 METRI DI ROTAIE.L’ebook, composto da oltre 400 schede dense di collegamenti a ulteriori fonti web, è curato dal collettivo Junius I, composto daIvan Cicconi (di cui ilfattoquotidiano.it ha già pubblicato nel 2011 “Il Libro Nero dell’Alta Velocità”), Andrea De Benedetti (autore fra l’altro di “Binario morto”, Chiarelettere), Claudio Giorno (uno degli animatori del movimento anti-tav), Francesco Paola(autore con Elio Veltri di “I soldi dei partiti”, Marsilio). Il wedocumentario contiene video, testi, illustrazioni e grafici navigabili attraverso percorsi tematici, cronologici o, per esempio, basati su numeri e costi. Un solido lavoro di documentazione, la base necessaria per costruirsi un’opinione informata non solo sul contestatissimo Tav, oggetto da un buon ventennio della rivolta in Val Susa, ma sul tema più generale delle grandi infrastrutture, del modello di sviluppo che sottointendono, dei benefici reali e dei costi spesso nascosti. E così si parla di Expo e di Mose, tanto per citare due famosi cantieri che in tempi recenti hanno messo a nudo il sistema criminale degli appalti.

“Il risultato, nell’Alta Velocità: costruire con dieci milioni di euro centosessanta metri di binari e opere collaterali”, si legge per esempio nelle prime pagine di “Tav Chi Sì”. “Una cifra con la quale in Francia e in Giappone si è costruito un chilometro o più”. Così si è arrivati a “spendere oltre cento miliardi di euro invece di una ventina scarsa – tutto capitale e interessi iscritti come passivo nel bilancio dello Stato, aggravato anno dopo anno sino a oggi”. Nella mole di documenti raccolti, c’è anche una profetica lettera sul Tav di Luigi Preti a Beniamino Andreatta datata 10 febbraio 1992 (esattamente una settimana dopo sarebbe stato arrestato a Milano Mario Chiesa, l’inizio dell’inchiesta Mani pulite). “Le Ferrovie parlano di 30mila miliardi per non allarmare troppo l’opinione pubblica, ma in realtà pensano che si tratterebbe almeno di 50mila miliardi”, scriveva l’esponente Psdi agli albori del progetto. “Io però, documentandomi come ex ministro dei Trasporti con valorosi tecnici, penso che si arriverebbe a 100mila. E’ una cifra da capogiro, ed è una truffa”. L’unica cosa che Preti non previde fu il futuro cambio lira-euro.

Peter Gomez: “Alla base della partecipazione c’è la conoscenza”

IL RUOLO DLLE BANCHE: PRENDI I SOLDI E SCAPPA.L’investigazione di “Tav Chi Sì” approfondisce anche il ruolo delle banche, riassumibile alla Woody Allen in “Prendi i soldi e scappa”: “Le banche costituenti Tav nel luglio 1991 usciranno dalla società 7 anni dopo, calcolando come prestiti a prezzi di mercato e non come apporti in capitale i loro finanziamenti al progetto alta velocità (i piccoli capitali investiti saranno loro rimborsati all’uscita). Questi interessi, moltiplicati dai ritardi e dalle continue revisioni in corso d’opera, incombono ancor oggi e per i decenni a venire sul bilancio dello Stato”. Fino ai tempi moderni della Cassa depositi e prestiti.

“‘Tav Chi Sì’ è un tentativo di avviare nuove forme di editoria politica negli anni del web sociale e ubiquo “, spiega Claudio Papalia di Trancemedia.eu. “Una corretta informazione al pubblico sul tema della spesa pubblica non è disponibile in Italia almeno dai tempi in cui Guido Carli introdusse lo slogan delliberarsi di lacci e lacciuoli. A quarant’anni di distanza, il tema del controllo democratico sulla spesa pubblica è rovente anche perché lo scioglimento di lacci e lacciuoli, innestato sul pensiero unico della deregulation e praticato con leggi urgenziali, si è rivelato moltiplicatore di debito pubblico (e privato)”. Risultato, continua Papalia, “a partire dal recente Sblocca Italia di Renzi, tra il 2015 e il 2016 la politica delle cosiddette Grandi Opere rischia di bruciare definitivamente il bilancio del Paese in spregio ai beni pubblici, all’ambiente e ai più elementari principi dipartecipazione democratica“. Ma, ed è la scommessa di “Tav Chi Sì”, oggi “i media digitali e sociali sono il mezzo per favorire nel pubblico la consapevolezza e la capacità di giudizio”.