La sua colpa? Raccontare delle foibe Minacciato di morte il regista di uno spettacolo sulle foibe

Si possono tranquillamente negare le stragi dei giusti. Le loro vittime a quanto pare non sono essere umani aventi dei diritti.

Il diciottenne Luca Andreini è autore di una pièce sull’esodo istriano. Ma nella Bergamasca, dove vive, qualcuno continua a minacciarlo

Giovanni MasiniDom, 11/10/2015 – 21:38

Da Seriate (Bergamo)

Le mani affondate nelle tasche, una nuvola di capelli ricci: Luca Andreini ha diciott’anni e le idee ben chiare.

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A lui piace fare teatro, è regista da quando ne aveva quattordici.

Vive a Bergamo con la famiglia, dove studia, scrive sceneggiature e va allo stadio, dove tifa l’Atalanta. Perché è finito sulle prime pagine di tutti i giornali d’Italia? Da più di sei mesi lavora a uno spettacolo sull’esodo istriano, dal titolo “Rumoroso silenzio“. Una pièce che, inevitabilmente, parla anche di foibe.

A marzo Andreini inizia a riflettere sul tema dell’identità e della riconciliazione e sceglie di occuparsi dei tragici fatti del secondo dopoguerra sul confine orientale. Contatta le associazione degli esuli, scrive una sceneggiatura originale. È la storia d’amore tra due ragazzi polesani, Norma e Ferdinando, che consumano la propria passione sullo sfondo dell’esodo forzato degli italiani d’Istria e Dalmazia.

Luca, minacciato di morte per lo spettacolo sulle foibe

Insieme alla sua compagnia passa l’estate a provare: a febbraio inizierà la tournèe. A fine settembre, però, a pochi metri da casa Andreini compare una scritta: “Rumoroso silenzio fasci”, firmata con una K. Luca decide di non darci peso, ma dopo qualche giorno trova la porta del suo appartamento tappezzata di bigliettini: minacce di morte esplicite, svastiche e insulti.

Sporge denuncia alla Digos, quando davanti al cancello di casa trova l’ennesima lettera: una mappa stampata da internet in cui sono cerchiati i luoghi dove lo spettacolo andrà in scena. Quasi a dire: occhio a ciò che fate, perché vi seguiremo.

Le foto delle minacce al regista

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La questura di Bergamo indaga nel massimo riserbo, ma per ora sembra che si possa escludere che si tratti di minacce dirette personalmente contro il regista. Andreini è conosciuto per il suo talento artistico, ma non ha mai fatto politica. Quando lo incontriamo, anzi, tiene subito a chiarire che “non vuole strumentalizzare” il caso.

“A me piace parlare di teatro, di soluzioni drammaturgiche, di copioni, luci e suoni – ci spiega passeggiando sul palcoscenico del teatro ‘Gavazzeni’ di Seriate – Non credo ci sia dietro un gruppo politico, ma si tratta comunque di esagitati che potrebbero anche diventare violenti.”

Sconcerto è stato espresso anche dalle associazioni degli esuli a cui Andreini si era rivolto per una consulenza storica: “Mi sembra folle che nel 2015 uno spettacolo sull’esodo istriano sia ancora attaccato in questo modo – ci spiega Edoardo Uratoriu, nato a Fiume e membro dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – La mia famiglia, che non aveva mai fatto politica è stata costretta a scappare dall’Istria solo perché italiana, ma molti altri sono stati uccisi e gettati nelle foibe. Mi auguro davvero che quello contro Andreini sia solo un gesto isolato.”

Andreini e la sua compagnia, però, non hanno intenzione di farsi intimorire: le prove proseguono regolarmente, senza nemmeno una defezione. Con la speranza, per la prima, di ospitare anche il cantante Simone Cristicchi, oggetto di minacce e contestazioni oltre un anno fa per uno spettacolo sui medesimi temi. Il caso di cronaca, nel frattempo, ha riscosso l’interesse di molti teatri di tutta Italia. Che si contendono “Rumoroso Silenzio” e il suo giovane regista. L’appuntamento è per il 12 febbraio al teatro Gavazzeni di Seriate. Due giorni dopo la Giornata del Ricordo.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/minacciato-morte-regista-spettacolo-sulle-foibe-1181093.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Minacciato%2Bdi%2Bmorte%2Bil%2Bregista%2Bdi%2Buno%2Bspettacolo%2Bsulle%2Bfoibe+cla&utm_campaign=Facebook+Interna

Il Segreto d’Italia: il film sulle stragi partigiane rifiutato dalle sale italiane

Morti di serie A e morti giuste (basta che la società civile additi qualcuno di fascismo, in pratica chiunque non militi in un partito di sinistra e non è nemmeno omicidio,)

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Il “Segreto d’Italia” tratta un argomento molto forte, controverso, sul quale hanno taciuto la gran parte dei media e degli addetti ai lavori italiani. Il film di Antonello Belluco parla dell’eccidio di Codeviglio compiuto dalle brigate partigiane. Una verità scomoda, taciuta per settant’anni sulla quale i nostri governanti hanno costruito le fondamenta del loro potere. Nessuna sala, tranne una di Padova, ha voluto proiettare il film, nessuna distribuzione ha voluto investire e credere nel prodotto, nessun critico, giornalista o addetto ai lavori ha espresso un giudizio. Tutti zitti, “tengo famiglia”. Tuttavia noi vogliamo dare luce a questa scomoda vicenda sperando che il regista riesca, in qualche modo, come la Guzzanti, a trovare un metodo alternativo di distribuzione, noi speriamo di poterlo vedere e di poter coinvolgere qualche cinema “amico” della nostra testata, facendo in modo che lo proietti. In bocca al lupo al regista, ha tutto il nostro sostegno perché non esistono “verità diverse” ma l’unica verità, quella che i morti assassinati sono tali, da qualunque parte vengano uccisi.

Di seguito il comunicato stampa di Antonello Belluco:

IL SEGRETO DI ITALIA.

Sul film “Il Segreto di Italia” di cui sono regista, come su tutto, ciascuno è libero di dire la sua. Deve essere chiaro però che, un giudizio che possa vantare credito in merito ad un lavoro cinematografico deve provenire esclusivamente dai due soggetti che sono titolati a rilasciarlo.

Il primo sono i critici cinematografici. Questi hanno per lo più taciuto, ovviamente tengono famiglia: il film non è politicamente corretto o meglio… potremmo dire non è allineato con settanta anni di vulgata storica fatta solo di buoni e cattivi su cui si sono arroccati i poteri forti nel nostro Paese.

Il secondo soggetto è il pubblico il quale, per la terza settimana, sta riempiendo l’unico cinema nel quale IL SEGRETO DI ITALIA è attualmente programmato: The Space Cinema di Limena di Padova.

Questi sono i fatti. Se due esponenti padovani dell’Associazione Nazionale Partigiani, scrivono che è un film “brutto e dilettantesco” il giudizio, io dico, non ha valore artistico ma solo politico; e se i giornalisti conformisti riprendendo questi giudizi e pontificano che le distribuzioni non lo vogliono per tale motivo, ingannano l’opinione pubblica come hanno sempre fatto per settanta anni e ancora fanno, per difendere un sistema.

La verità è che per andare nelle sale cinematografiche a dicembre ci vuole un portafoglio colmo di soldi da anticipare alle distribuzioni, soldi che Il Segreto di Italia non ha.

Questa è l’Italia, un Paese dove dalla fine dell’ultima guerra si è nascosto un eccidio efferato di uomini e donne e se qualcuno ne parla, facendo un film, quell’opera è già una “schifezza”.

E se più di 3000 persone che lo hanno già visto lo hanno giudicato eccellente? Allora sono tutti di Forza Nuova e di Casa Pound.

In questo paese registi del “sistema”, spendono, certo non di tasca propria, milioni e decine di milioni di euro per fare un film. Il Segreto di Italia ha avuto venticinquemila euro dalla Regione Veneto, il resto, per arrivare complessivamente a meno di duecentocinquantamila euro, è arrivato dalla generosità di contributi privati.

Se i critici tacciono il pubblico apprezza.

Esponenti dell’ANPI, per lo più oramai costituita da “partigiani” nati a guerra finita, ma che sopravvivono grazie a una montagna di soldi succhiata dalle nostre tasse, denigrino pure il mio film. Io ho parlato di argomenti dei quali ci voleva coraggio a parlare, l’ho fatto con il cuore e senza budget in tasca, mentre a sparare sentenze a spese dello Stato sono capaci tutti.

Il film ci è stato richiesto in varie città per gennaio. E’ una lenta macchia d’olio che arriverà ovunque. Abbiate pazienza e aiutateci nelle vostre zone proponendolo agli esercenti.

Ad aprile/maggio uscirà il Dvd, il libro sul percorso del film e il cd della colonna sonora.

Stiamo lavorando perché questo progetto di verità continui: “ROSSO ISTRIA” è la sceneggiatura che andremo a realizzare il prossimo anno, salvo impedimenti, per parlare delle foibe.

Lavoriamo perché sia riconosciuta la verità e su questa progettare il senso di identità, unità e pace che caratterizza un popolo come il nostro.

Buon Natale a tutti voi!

Antonello Belluco

http://www.planetmagazine.it/il-segreto-ditalia-il-film-sulle-stragi-partigiane-rifiutato-dalle-sale-italiane/

Island wirft drei weitere Banker ins Gefängnis

L’islanda mette in galera altri tre banchieri. Sta diventando un regime, le banche sono garanti della democrazia, ci scrivono le finanziarie…I banchieri sono filantropi e non devono essere imprigionati, in democrazia si mettono ai posti di comando perché come disse monti sono saggi e sanno quello che fanno e  lo fanno per il bene della gente che da sola non capisce una mazza…

11. Oktober 2015, verfasst von Bürgender

Isländische Richter haben drei weitere kriminelle Banker zu Haftstrafen verurteilt. Es handelt sich um den ehemaligen Chef der zweitgrößten Bank Islands, sowie um zwei Top-Manager desselben Instituts.

Reykjavik (parlamento)“ von Tomi – Originally uploaded on it.wiki; transferred on commons by Maksim. Lizenziert unter CC BY-SA 3.0 über Wikimedia Commons.

Islands Oberster Gerichtshof hat drei ehemalige Top-Manager der zweitgrößten Bank des Landes am 08. Oktober 2015 zu Haftstrafen verurteilt: Sigurjón Þ. Árnason, ehemaliger CEO der gescheiterten Landsbanki, Elín Sigfúsdóttir, ehemalige Direktorin im Bereich Unternehmensfinanzierung und Steinþór Gunnarsson, ehemaliger Direktor im Wertpapierhandel.

Árnason und Sigfússdóttir wurden zu dreieinhalb Jahren bzw. 18 Monaten aufgrund ihrer Beteiligung an betrügerischer Kreditvergabe und Marktmanipulation verurteilt. Der dritte Banker Gunnarsson wurde zu neun Monaten Gefängnis verurteilt, wie die isländische Journalistin Sigrun Davidsdottir meldet.

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Anders als andere westliche Staaten hat Island nach dem Zusammenbruch des Bankensektors im Jahr 2008 nicht das Eigentum der Bürger an insolvente Banken überwiesen, sondern verstaatlichte die Institute und ließ kriminelle Millionäre verhaften, auf deren Anweisung zuvor die Einlagen der Bankkunden verzockt worden waren.

Spareinlagen bis 20.000 Euro wurden gesichert, ausländische Finanzinvestoren gingen leer aus. Da Island seine Währungshoheit nicht an die EZB abgetreten hatte, konnte sich die Zentralbank auf das von Banken angerichtete Chaos einstellen. Im Jahr 2011 galt die Krise als überwunden, ab 2012 ging die Arbeitslosigkeit wieder zurück und die Wirtschaft wuchs.

http://www.gegenfrage.com/island-wirft-drei-weitere-banker-ins-gefaengnis/

Gli Usa ci riprovano: nasce il “Fronte siriano democratico”

Si cambia giacchetta, pettinatura e sigletta.

Aggiunto da Redazione il 12 ottobre 2015

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Roma, 12 ott – Nasce il Fronte Siriano Democratico, ennesimo tentativo a guida USA di rimescolare le carte sul tavolo siriano e in generale in tutta la regione, mettendo insieme le Milizie di Difesa popolare curde (YPG), elementi del Free Syrian Army, già testati a Kobane, le milizie Assire del Mawtbo Fulhoyo Suryoyoe (MFS) e del Sanadid, milizie arabe.

Al neonato coordinamento militare gli Usa avrebbero già fornito oltre 110 pallets di equipaggiamenti militari.

Il Fronte Siriano Democratico è quindi composto principalmente dalle forze curde e assire, una volta alleate all’Esercito Arabo Siriano, e prevalentemente diffuso nelle regioni del nord-est della Siria, nelle zone tra Turchia e Iraq, specificatamente ad Al Hasakah e in quella regione definitiva “Kurdistan siriano”.

Questo “nuovo” esercito in campo potrebbe contare già più di 30.000 uomini ed oltre la funzione, dichiarata, di combattere l’ISIS potrebbe essere il nuovo elemento sul terreno sul quale punterebbe la Casa Bianca in funzione anti-Assad e generalmente anti-siriana.

Anche gli alleati turchi, però, non dovrebbero dormire sonni tranquilli: questa forza costituita principalmente dai curdi è sui loro confini.

Dopo cinque anni di tentativi, gli USA non smettono di cercare forze e spendere risorse per polverizzare lo stato nazionale siriano. I curdi, tanto mediaticamente esaltati a cominciare da Kobane, si dimostrano in Siria come prima in Iraq, le quinte colonne del progetto di soppressione degli stati nazionali arabi.

Giovanni Feola

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/usa-creano-fronte-siriano-democratico-32211/

La NATO ci allea all’ISIS contro la Russia. Invano.

“L’Alleanza atlantica pronta a difendere la Turchia”, ha tuonato Jen Stoltenberg, il segretario generale. La povera Turchia è minacciata da continui sconfinamenti dei caccia russi che stanno martellando i terroristi. Quei terroristi che Brzezinski ha appena definito “i nostri attivi in Siria”: in pratica: basta bombardare la nostra Al Qaeda, altrimenti “I mezzi navali e aerei russi in Siria sono vulnerabili, isolati geograficamente dalla loro terra, potrebbero essere ‘disarmati’ se persistono a provocare gli Stati Uniti.” Il famoso McCain,, con la bava alla bocca: “Se la Russia persiste ad attaccare l’opposizione che noi sosteniamo, dobbiamo aumentare il prezzo che pagherà…per esempio bombardando le infrastrutture che hanno grande importanza per il regime siriano”. Insomma colpire ospedali, strade, centrali elettriche, devastare le vite dei civili.

Un’affermazione che un tempo sarebbe stata considerata vergognosa, invece oggi dimostra l’alto livello raggiunto dai valori occidentali.

Le forze aeree americane, adesso, “bombardano l’ISIS in Siria”, fanno delle loro operazioni senza coordinarsi coi russi, ovviamente allo scopo di ostacolare l’operazione pulizia che stanno facendo, minacciando lo scontro involontario con l’Air Force.

Gli imam dell’Arabia Saudita hanno chiamato alla guerra santa contro la Russia. L’imam della NATO Stoltenberg ha minacciato: “Abbiamo 40 mila uomini, la forza di pronto intervento” per difendere la Turchia. Che se vuole può schierarne di più, essendo la maggior forza armata dell’alleanza.

E sul tavolo di Obama il Pentagono ha posto la nota-spese da firmare per il 2016: 600 milioni di dollari per armare i ribelli siriani, 300 milioni per armare Kiev  (ma pare che Obama abbia cancellato le spese per i ribelli siriani moderati…)

E’ la guerra. Di ora in ora l’Occidente emette nuove minacce, e fa’ di più: mira ad impantanare le forze russe in un nuovo Afghanistan – come ha detto esplicitamente Ashton Carter, capo del Pentagono.

Ci riuscirà l’Occidente che ci ha messo in questa guerra a fianco dei terroristi islamici? In Afghanistan, gli americani e i pakistani crearono Al Qaeda e la armarono in funzione anti-sovietica, facendo pagare un prezzo altissimo alle truppe. Non si preoccupano Putin e i suoi generali?

L”ex diplomatico indiano M K Bhadrakumar, uno dei migliori analisti su questi temi (è stato a lungo ambasciatore in Urss) ha provato ad esaminare la questione. O meglio, la scacchiera – i pezzi che Putin e i russi (ottimi scacchisti) stanno muovendoci sopra.

Anzitutto la verità sugli sconfinamenti russi in Turchia. Venerdì scorso, ricorda Bhadrakumar, una fonte anonima turca si è vantata che i radar di Ankara avevano “locked” (illuminato) un aereo russo che operava in Siria: un atto di aggressione e provocazione. Hanno avuto paura, i russi? “Il giorno dopo un SU-30 violava lo spazio turco, obbligando Ankara a far decollare i suoi jet”: evidentemente una risposta alla provocazione del giorno prima. Si aggiunga un aggressivo Mig 29 “non identificato” che, secondo Ankara, ha “illuminato” uno dei suoi F-16 sul confine. Siccome i russi non hanno lì questo tipo di apparecchio, qualcuno ha ipotizzato che si tratti di una macchina nord-coreana affittata coi piloti da Assad; piloti particolarmente arditi nelle provocazioni , perché hanno agganciato i caccia turchi per ben oltre 5 minuti, un’eternità in quelle evoluzioni.

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MiG -29

Per Bhadrakumar, con questi sconfinamenti, “la Russia ha segnalato con fermezza che i suoi aerei voleranno su tutto lo spazio aereo siriano, confini compresi; ha sfidato il dettato che la Turchia aveva imposto unilateralmente fino ad ora, minacciando di abbattere ogni aereo siriano che operasse nello spazio aereo siriano preso i confini turchi. Questo dettato aveva consentito ad Ankara finora di assicurare che i ribelli potessero operare in sicurezza dentro una fascia significativa nella Siria del Nord senza temere attacchi da Damasco. La Russia ha sommariamente messo fine a questo privilegio; sta anche rafforzando il sistema di difesa anti-aerea siriana sicché le forze aeree turche non possono più agire nello spazio aereo della Siria…Ankara ha dovuto rendersi conto della nuova realtà”: che violare lo spazio aereo siriano le sarebbe costato un alto prezzo.

E anche Israele, che nel Sud “sostiene clandestinamente i qaedisti lanciando attacchi gratuiti aerei in profondità contro bersagli in modo da sgretolare sistematicamente la sovranità e la forza dello stato siriano, è arrabbiata nera con la Russia che applica le linee rosse annullando ogni interferenza israeliana nelle questioni della Siria. Ma per quanto sia furiosa con Mosca come la Turchia, anche Israele non ha scelta: deve mettersi in riga secondo le regole di gioco russe”.

Se Erdogan esagera e viola queste regole, Mosca può giocargli contro la carta dei kurdi separatisti: “Ha rapporti stretti con la componente siriana dei kurdi, che sostiene il movimento separatista PKK dentro al Turchia”. E’ nell’interesse della Turchia mettersi in posizione di dire la sua in una futuro processo di pace in Siria, per scongiurare la formazione di uno stato curdo che gli porterebbe via una fetta di territorio.

Secondo Bhadrakumar, un impaludamento come quello che l’Urss soffrì in Afghanistan è improbabile. Là, Mosca era isolata ed aveva contro tutto l’Islam; oggi ha una quantità di alleati e simpatizzanti nell’area medio-orientale. Oltre ad iraniani e Hezbollah, oltre alle simpatie del governo di Baghdad, “anche Egitto e Giordania si stanno avvicinando alle posizioni russe sulla questione siriana”

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La Siria ha anche degli amici ai confini

E’ il motivo per cui Erdogan è venuto a Bruxelles (dove ha sede la NATO), approfittando per organizzarsi il grande raduno turchesco a Strasburgo del 4 ottobre, tenacemente taciuto da tutti i media. Ha cercato di riannodare i legami con la UE, che aveva lasciato peggiorare. Per questo ha usato l’arma dei profughi, lasciando intendere che ne avrebbe mandato in Europa 3 milioni…

Ciò che ha ottenuto è stata la tonitruante affermazione di Stoltenberg. Ma lui sperava di far adottare la linea di Hollande ossia di una no-fly zone sulla Siria del Nord. Ma la NATO gli ha rifiutato – come rivela Meyssan – di mantenere le postazioni di missili Patriot sulla frontiera turca. Postazioni che erano state dispiegate sulla frontiera turco siriana, proprio per impedire alle forze armate dello stato (di Assad) di riprendere il controllo del Nord del suo paese, e nell’imminenza dello stabilimento della no-fly zone che avrebbe dato a Damasco il colpo decisivo. Dopo l’incontro di Obama con Putin all’Onu, la NATO aveva annunciato la smobilitazione di quei Patriot. Se è vero che nonostante le richieste di Erdogan mantiene l’idea di sguarnire quel fronte, vuol dire che le dichiarazioni tonitruanti e la propaganda sono tutto ciò che l’Alleanza al momento può fare. Al momento, sulla scacchiera, ha vinto Putin.

http://www.voltairenet.org/article188985.html

Non c’è troppo ottimismo in queste asserzioni?

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Erdogan accolto da Donald Tusk in “Europa”

D’improvviso Jean Claude Juncker, il capo della Commissione europea, di punto in bianco ha dichiarato (giovedì a Passau): “La UE ha bisogno di un rapporto vitale con la Russia”. Il vecchio s’è spinto persino a criticare Obama perché “non vuole riconoscere alla Russia la posizione di “potenza regionale”. Ma “il nostro rapporto con la Russia non possiamo farcelo dettare da Washington”. E’ una marcia indietro a 180 gradi rispetto alle posizioni “europee” da mesi. Se un tizio così diventa così coraggioso vuol dire che può permetterselo. Sarà che l’accordo concluso a due fra Obama e Vladimir regge davvero, come sostiene Meyssan? Ancora giovedì 8, Kerry ha telefonato a Lavrov – lo ha riferito la Tass – ed ha “parlato di una soluzione della crisi siriana” secondo le linee già decise in margine all’assemblea generale dell’ONU: prevenire gli incidenti nello spazio aereo siriano, coordinare gli sforzi contro l’IS per arrivare ad una soluzione politica in base agli accordi di Ginevra”. Stoltenberg e Erdogan possono minacciare quanto vogliono, per Washington la conclusione è che “arrivare a trattative” sulla “transizione” in base agli accordi di Ginevra, è la soluzione migliore per non perdere del tutto.

http://www.maurizioblondet.it/la-nato-ci-allea-allisis-contro-la-russia-invano/

Tav, Lupi mentì su fondi Bei per Brescia-Verona-Padova

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/trasporticomunicazioni/2015/10/tav-lupi-menti-su-fondi-bei-per-brescia-verona-padova.html

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Roma, 15 ottobre 2015 – “Maurizio Lupi, quando era ancora ministro delle Infrastrutture, millantò un finanziamento da 2 miliardi della Bei (Banca europea degli investimenti) per il Tav Brescia-Verona-Padova, finanziamento poi rivelatosi inesistente, come ammesso persino dalla Commissione Ue ai nostri eurodeputati. Secondo noi, ci troviamo di fronte, come minimo, a un falso ideologico. Ecco perché abbiamo presentato, nei confronti di Lupi, un esposto alla procura di Roma”. Lo fanno sapere i parlamentari lombardi e veneti del M5S.
“A dicembre 2014, in un paio di riunioni tecniche con i soggetti interessati, l’allora ministro, poi dimessosi per lo scandalo Incalza, annunciava l’arrivo di quasi 2 miliardi dalla Bei per l’Alta velocità. A luglio 2015 – proseguono – il finanziamento è stato smentito dall’Olaf (l’Ufficio europeo anti-frode) e, rispondendo a un’interrogazione dei nostri eurodeputati, persino la Commissaria Ue Violeta Bulc ha negato che la Banca abbia stanziato la somma propagandata da Lupi”.
“Chiediamo, inoltre, all’autorità giudiziaria di verificare se la notizia falsa sia stata nel frattempo avallata e diffusa anche dagli amministratori delegati o da altri soggetti pubblici o privati che parteciparono alle riunioni tecniche di fine 2004. In quel caso, visti gli atti amministrativi che poi sono seguiti, potrebbe configurarsi il reato di truffa ai danni dello Stato”, insiste il Gruppo M5S.

Che fine hanno fatto questi soldi? Sono mai esistiti? Chi sta mentendo? Lupi o l’Unione europea? Vogliamo vederci chiaro – chiudono i parlamentari Cinquestelle – ed è per questo che chiediamo alla magistratura di intervenire”.

Ecco il video di Dino Alberti nel quale denunciamo le false promesse di Lupi!
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No Tav Diretta prima udienza appello per il defunto compressore – terrorismo

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Accolta la richiesta di rinvio per attendere il deposito delle motivazioni della pronuncia della Cassazione che il 16 luglio, per la seconda volta ha negato la sussistenza del reato di terrorismo, ma per il procuratore generale Maddalena “l’acquisizione non è decisiva”. Prossima udienza 30 novembre ore 9:30, sempre in aula bunker.

Rivedere Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia fuori da quelle gabbie è emozionante, fuori dall’aula bunker il clima  è di festa, si entra dopo il solito cordone di forze dell’ordine e sono quasi le 10 quando l’udienza ha inizio.

La fila è lunga e mi chiedo se saremo sottoposti anche a prelievo per mappare DNA… ma no, almeno, oggi no.
Entriamo e l’attesa è lunga, Maddalena passeggia nel corridoio che separa i banchi della corte da quelli di accusa e difesa, avanti e indietro, poi arrivano alti ufficiali dei Carabinieri, scambio di saluti ossequiosi mentre gli avvocati di parte civile (TELT, ex LTF, avvocatura di Stato, SAP) prendono posto, direi il solito posto.

Il Procuratore Generale che per uno scherzo del destino ha lo stesso nome del nostro TG siede al posto dove eravamo abituati a intravedere Rinaudo e Padalino. Presente un numero imprecisato di giornalisti ma tanti, davvero tanti i solidali.

L’udienza si apre intorno alle 10, ed è l’avv. Novaro a prendere parola.

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Avv.Novaro: “Uno degli elementi centrali riguarda la sussistenza della finalità di terrorismo…. nel processo in parallelo svolto nei confronti di tre imputati arrestati e giudicati davanti al GIP, che rispondono degli stessi reati, abbiamo avuto una seconda pronuncia della Cassazione il 16 luglio 2015, un pronunciamento proprio sulla questione relativa alla sussistenza della finalità di terrorismo. Sotto questo profilo è importante sottolineare la motivazione, che non è stata ancora depositata, noi conosciamo solo il dispositivo, ma è una pronuncia illuminante per il lavoro di tutti che darà delle indicazioni sul piano interpretativo e mi sembra opportuno attendere il deposito delle motivazioni e per questa ragione chiederemo un rinvio in attesa che la Cassazione depositi il suo provvedimento.
Posto che è una richiesta che arriva da questa difesa, chiediamo di poter attendere, leggere ed esaminare le motivazioni di una sentenza della Cassazione, credo possa essere richiamato l’art. 304, comma 1, lettera a, con la sospensione dei termini delle misure cautelari che attualmente per tutti e quattro è quella degli arresti domiciliari.”

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La Procura Generale, Maddalena, non si oppone anche se NON RITIENE DECISIVA L’ACQUISIZIONE, ma tutto quello che può contribuire a portare elementi di conoscenza vede assolutamente d’accordo la Procura. Le parti civili si rimettono.

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La Corte accoglie l’istanza della difesa, impone la sospensione dei termini della misura cautelare, rinvia il processo per concordare un nuovo calendario rispetto a quello precedente. “La prima data utile per la Corte, che nel mese di novembre è impegnata in un altro grosso processo quindi non è utilizzabile, dubito che possa arrivare e dobbiamo spingerci più in là… 30 novembre come prossima udienza e mi auguro che sia data che possa andare bene per tutte le parti. Poi, quella settimana abbiamo già altri processi fissati .. la settimana successiva avremo come ipotesi l’11 di novembre, però c’è un problema da affrontare.. Nel senso che il 30 dovrebbe essere sicuramente la relazione del consigliere Diani e la decisione se ci sono istanze istruttorie della PG, quindi dovremo affrontare principalmente questo,non possiamo fare previsioni adesso sull’esito, se le parti sono disponibili teniamo anche l’udienza del 1° dicembre nell’eventualità che non si debba fare attività istruttoria, che non possiamo sapere adesso.
L’altra data utile 11 dicembre… dopo di che andiamo alla settimana successiva per la quale chiederei la disponibilità tendenzialmente tutti i giorni.. dal 14 al 18… se ci sono difficoltà per qualcuno vediamo di individuare le date migliori .. non è che saranno necessari tutti i giorni, mi auguro, dipenderà molto dall’attività istruttoria, è ovvio che il processo deve finire entro dicembre, prima di Natale, perché è inutile tirarlo per le lunghe. Abbiamo ancora come ipotesi il 21 o il 22 di dicembre..
Avv.Pelazza: Avrei un problema per il 15 di dicembre
Presidente: Teniamo il 15 da parte per il momento
Avv.Novaro: analogo problema per il 17….
Presidente: per quanto riguarda il 14, 16 e 18 non ci sono problemi per nessuno (gli avvocati confermano)
Avv. Losco: Io avrei un problema il 16….
Avv. LTF: io sono parte civile ma il 16 sarebbe problematico..
Presidente: l’eventuale attività istruttoria non porterà via più di udienze.. o quantomeno dobbiamo impegnarci a non farla durare più di due udienze, gli altri giorni saranno di discussione, quindi con maggiore possibilità di sostituzione tra un difensore e l’altro… detto questo.. altrimenti le date utili si assottigliano ..Quindi: 30 novembre, 1°, 11 e 14 dicembre, il 16 non lo consideriamo, gli altri giorni li inseriamo con possibilità di modifica. Restano certi il 14. 15, 17, 18 e poi 21, 22 dicembre, con la possibilità di valutare a seconda del caso..

Avv. Novaro: il 17 sia io che l’avv. Losco siamo impegnati nello stesso processo… possiamo anche rivolgere un’istanza di rinvio al tribunale titolare del processo però… non so….
Presidente: Il 16 c’è un problema, il 17 un altro… quindi…
Avv. Losco: mi scusi io potrei liberarmi per il 16 e farmi sostituire a Milano
Presidente: però il 16 abbiamo il problema dell’avv. LTF
Avv. LTF: no.. era il 15
Avv. Losco: aveva detto 16….
Avv. LTF: si ma essendo parte civile posso farmi sostituire

Presidente: Allora diciamo (oltre al 30 novembre/1° dicembre – ndr)  14, 16,18, 21,22,23 dicembre, così ci facciamo gli auguri di Natale… orario 9:30 per tutte le udienze, dovremmo riuscire avendo rodato la macchina ad iniziare puntuali quindi riepilogando il 30 novembre iniziamo con la relazione e la illustrazione delle istanze istruttorie e decisione sul punto cosi’ avremo le idee chiare sulle date effettive necessarie per concludere il processo..

Ore 10:30 l’udienza è tolta.

Fuori continua la festa. Tanti gli abbracci con il pensiero rivolto a Lucio, Francesco e Graziano, ancora ai domiciliari.

Prossimo appuntamento il 30 novembre alle 9:30 in aula bunker. Per chi volesse sostenere gli imputati vi proponiamo gli estremi del nuovo conto corrente aperto per far fronte alle spese processuali.

IBAN: IT67T0316901600CC0011061808
BIC: INGDITM1
Codice SWIFT: CIPBITMMXXX

Istituto centrale banche popolari italiane – Corso Europa 18 – Milano 20122
Intestato a: Giulia Merlini

Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it

FRANCESCHINI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE. E DELLE MAFIE CHE NON CONOSCE, DA POMPEI A MILANO FINO ALLA VAL DI SUSA

Il partito antifascista e per la legalità non vede

11 ottobre 2015 autore: Andrea Cinquegrani

Marziani in visita a Roma. Non solo il sindaco-viaggiatore Ignazio Marino che sta per ufficializzare le sue dimissioni (più appendice da 20 tormentosi giorni), ma ora anche il ministro della Cultura (sic) Dario Franceschini. Hanno lasciato sbigottiti, infatti, le sue (non) risposte al question time del 7 ottobre alla Camera: frasi affastellate e biascicate, un farfurgliare in cui l’Anac, ossia l’autorità anticorruzione, si trasforma in Arac. E pensare che l’argomento era da non poco, suscitato da una precisa domanda del parlamentare dei Cinquestelle Luigi Gallo: al centro, le possibili, pesanti infiltrazioni del clan dei Casalesi in una sfilza di appalti, che vanno dai lavori per Pompei a quelli di Villa Adriana a Tivoli, dal Mattatoio di Roma alla Villa Borbonica di Portici e il Bosco di Capodimonte a Napoli, dall’alta velocità in Val di Susa alla linea 4 del Metrò milanese.

Ha fatto riferimento, Gallo, a un’operazione – Medea – che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sta portando avanti da mesi. Pesantissime le imputazioni scaturite dal secondo filone investigativo, corruzione e turbativa d’asta con l’aggravante del metodo camorristico. In prima fila, l’impresa guidata da Marco Cascella, Lande srl, secondo gli inquirenti riconducibile ai Casalesi; e a livello politico Pasquale Sommese, ex potente assessore regionale nella giunta Caldoro e ora consigliere Ncd a palazzo Santa Lucia. “Vogliamo che venga verificata la regolarità degli affidamenti con un apposito nucleo ispettivo”, ha chiesto Gallo. E nello specifico: “nel caso in cui Lande dovesse essere coinvolta in altri scandali, considereremo il ministro Franceschini politicamente responsabile e ne chiederemo le dimissioni. Così come è successo con Lupi”, l’ex titolare delle infrastrutture travolto dallo scandalo dei Grandi appalti taroccati (a partire dalla Tav) made in Incalza.

Durissimi, i 5 Stelle, dopo il question time. “Nonostante sia in corso un’indagine sull’amministratore delegato di Lande srl, il ministro Franceschini ci dice che tutto va bene e che il Mibact sta effettuando tutti i controlli del caso. Rispetto ai gravi rilievi che abbiamo sollevato, Franceschini ha addotto giustificazioni assurde e prive di senso, nel momento in cui afferma che ‘tutti gli affidamenti nell’ambito del Grande Progetto Pompei sono avvenuti in data precedente alla conoscibilità delle indagini’. Pensiamo che per contrastare questi fenomeni dilaganti debba essere introdotto il Daspo per i corrotti, una nostra proposta già bocciata dal Pd in occasione del decreto Art Bonus che riproveremo a inserire nel disegno di legge sul codice degli appalti”. Tra l’altro Franceschini ha parlato solo del Progetto Pompei (“siamo in contatto continuo con il direttore generale”, “stiamo monitorando con grande attenzione Pompei”, abbiamo “attivato gruppi di lavoro sulla legalità”) e non ha fatto alcun cenno agli altri appalti, che riguardano il versante “ambientale” di tante opere pubbliche, come la metropolitana di Milano o i lavori per la Tav nella Valle.

Ed è proprio dai lavori per il Terzo Valico che sono arrivati, quasi due anni fa, ma del tutto ignorati dai media (come del resto ora, con un’operazione Medea da brividi e le altrettanto inquietanti minimizzazioni del ministro della Cultura), i primi allarmi. Ecco cosa veniva denunciato, a gennaio 2014, sul sito di controinformazione Notavterzovalico.it: “E’ opportuno che in un’opera pubblica come il Terzo Valico lavori una ditta facente parte di un Consorzio già all’attenzione della magistratura proprio per appalti pubblici macchiati da rapporti con la camorra? A cosa serve il tanto sbandierato protocollo di legalità se poi arrivano a lavorare sul territorio simili ditte? Non è forse l’ora che i prefetti di Alessandria e di Genova si sveglino? Noi sentiamo alzarsi sempre di più, ogni giorno che passa, una puzza nauseabonda attorno al Terzo Valico”.

Il riferimento giudiziario degli attivisti di Notavterzovalico era all’inchiesta della magistratura fiorentina sui Grandi appalti per il G8 della cricca, e alle indagini del Ros, dove emergeva un quadro già allora agghiacciante (e sono passati cinque anni). “Nel rapporto dei carabinieri vengono evidenziate le possibili connessioni di un Consorzio, lo Stabile Novus, che ha partecipato ad alcune gare e, attraverso una delle società, la Giardini e Paesaggi, si è aggiudicata la sistemazione delle aree verdi in occasione del G8. Annotano i carabinieri che amministratore dello Stabile Novus è Mario Buffardi, regista occulto è Antonio Di Nardo, al quale fanno capo la Soa e la Promocert. Di Nardo ha avuto rapporti di affari con Carmine Diana, legato a Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi. La Soa ha rilasciato il certificato di attestazione alle seguenti imprese: Aerre Costruzioni srl il cui amministratore unico è Antonio D’Oriano, fratello di Vincenzo, ritenuto inserito nel clan camorrista di Ferdinando Cesarano, e alla Edrevea spa il cui socio Crescenzio Verde è stato arrestato e poi prosciolto ai sensi del 416 bis”. E sapete qual è, oggi, la nuova denominazione della “Giardini e Paesaggi”? Lande srl, costituita nel 2009, al timone sempre Marco Cascella.

Torniamo in Campania. Dove non c’è solo il caso Pompei, ma come radiografano i due filoni investigativi di Medea, un ben consolidato sistema corruttivo pro Casalesi progettato e costruito in ogni dettaglio. Sottolinea un vecchio dirigente di Santa Lucia: “Ne ho viste tante, ma questa è una delle più riuscite. La perfetta triangolazione tra Regione, imprese e studi professionali, camorra. Mazzette in cambio di appalti, in grado di veicolare una ingente quantità di fondi pubblici e basandosi spesso e volentieri su progetti fasulli, taroccati o del tutto inesistenti, e su un mare di fatture false. Gli appalti riguardano soprattutto lavori urbanistici oppure restauri di antichi complessi o edifici. I politici sono fondamentali in queste operazioni, siano essi sindaci che consiglieri regionali o comunque dirigenti e funzionari pubblici”.

Ma vediamo i protagonisti dell’affaire. Tra i 19 indagati della tornata di fine luglio targata Medea (impegnato un pool di ben 4 magistrati: Alessandro D’Alessio, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi e Giulia Sanseverino, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli), in prima fila l’ex assessore e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, che inaugura il suo divertente sito con un “Piacere, Pasquale” dal quale apprendiamo i suoi natali in un antico comune dell’hinterland partenopeo, Cimitile, “a pochi metri dalle Basiliche Paleocristiane, e vivo qui, dove dalle radici della mia terra e nel mio territorio traggo forza e ispirazione quotidiana. La mia passione politica è sempre stata animata dai valori cristiani di umiltà e di rispetto verso il prossimo”. Seguono a ruota un altro Sommese, Antonio, suo stretto collaboratore; dagli staff di Santa Lucia proviene anche Alessandro Gentile. Eccoci poi ai sindaci di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro (una dinasty che governa da trent’anni nella cittadina), di Riardo, Nicola D’Ovidio; quindi Roberto Di Tommaso (ufficio lavori pubblici sempre al comune di Santa Maria), Stefano D’Amico (ufficio tecnico lavori pubblici al comune di Francolise), Alfonso Setaro (settore tributi al comune di Casoria), Fabrizio Pepe (consorzio di bonifica Sannio Alifano). Quindi imprenditori e colletti bianchi: Loredana Di Giovanni, amministratore della Project Service srl (“la materiale erogatrice delle somme corruttive”, secondo i pm); Guglielmo La Regina, amministratore della Archicons srl che avrebbe svolto un ruolo base per gli appalti napoletani e casertani; gli imprenditori di Casal di Principe Mario Martinelli (M.March srl) e Antonio Bretto (Bretto opere stradali srl); il commercialista partenopeo Raffaele Capasso (Acd consulting srl), Giuseppe Cristiani al timone della Thermo Impianti srl. Poi l’architetto Claudio De Biasio, studio nel casertano, a Calvi Risorta: De Biasio ha ricoperto un ruolo da non poco, anni fa, come commissario per l’emergenza rifiuti in Campania. Ciliegina sulla torta – oltre all’amministratore di Lande Marco Cascella – è poi Alessandro Zagaria, “ritenuto esponente dell’omonimo clan dei Casalesi” e capace di svolgere un ruolo chiave, così descritto dagli inquirenti: “grazie ad un sistema di fatture false creato ad hoc da uno studio di progettistica, era lui a girare tangenti per esponenti politici, che ricambiavano veicolando commesse nella direzione giusta”.

Per finire, ecco una listarella campana delle commesse sotto inchiesta, tutte di sapore storico-artistico. Ironia della sorte, eccoci a un antico edificio proprio di Santa Maria Capua Vetere, palazzo Teti-Maffuccini, destinato a diventare (sic) “Polo della Cultura e della Legalità”. Passiamo a Riardo, terra di abbondanti acque minerali: qui sono in corso il consolidamento del Castello medioevale e l’allestimento di un nuovo campo sportivo. Siamo quindi a Piedimonte Matese, nell’alto casertano, dove sotto i riflettori ci sono gli appalti idrici del consorzio di bonifica Sannio-Alifano. Arriviamo nell’hinterland partenopeo, a Cicciano, dove fervono lavori per ristrutturare l’istituto scolastico E. Medi; quindi alla periferia industriale di Napoli, in uno dei comuni più popolosi, Casoria, con gru & ruspe impegnate per dar vita al Parco delle Arti.

Ma queste cose “Alice” Franceschini forse non le sa…

http://www.lavocedellevoci.it/?p=3400

TERREMOTO POLITICO IN LOMBARDIA. QUALCOSA NON QUADRA

di Gianni Petrosillo

Sarà solo un caso ma è meglio non dimenticare certi episodi del recente passato che segnalano ampiamente in che razza di Paese viviamo. Questi sono i fatti odierni, come riportatati dal Giornale: “Bufera sulla Regione Lombardia: in manette il vicepresidente”. Il vicepresidente di cui si parla è Mario Mantovani, l’uomo più importante di Forza Italia nella giunta lombarda. Insieme a lui sono state arrestate altre due persone ed indagate dodici. I reati contestati vanno dalla concussione alla corruzione.

Tra i raggiunti dall’avviso di garanzia spunta il nome del leghista Massimo Garavaglia, assessore al Bilancio della giunta che guida la Regione. Garavaglia non è solo un esponente del partito di Salvini ma è colui che, da senatore dei lùmbard, denunciò le pressioni degli ispettori della BCE per far cadere Berlusconi e nominare Monti come suo successore.

Garavaglia spifferò tutto qualche mese dopo i fatti, in un convegno in Val di Susa, portando allo scoperto il complotto per defenestrare il Cavaliere, sgradito ad ambienti politici e finanziari stranieri, e rimpiazzarlo con un tecnico di scuola Trilateral e Bilderberg, nonché ex Goldman Sachs e Commissario Europeo, maggiormente disponibile ad attuare quelle riforme lacrime e sangue che i membri del governo regolarmente eletti dal popolo si rifiutavano di varare. Di più, si trattava anche di garantire il rientro completo dell’esecutivo nell’alveo atlantico dopo gli smottamenti filo-russi di quello precedente e i numerosi accordi tra le imprese strategiche del Belpaese e quelle russe nel settore energetico.

Ecco quello che disse Garavaglia in pubblico il 21 settembre 2012:

“Monti viene fatto senatore a vita il 9 di novembre. Il 10 siamo in commissione bilancio a chiudere la finanziaria in commissione, e quello stesso giorno vengono a interrogarci gli ispettori della BCE – della Banca Centrale [Europea] – e di Bruxelles, perché eravamo sotto inchiesta.
E ci interrogano: il presidente Giorgetti della Camera [Ndr. Giancarlo Giorgetti – presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati], me, Azzolini [Ndr. Antonio Azzolini – presidente della Commissione Bilancio del Senato], il presidente e il vicepresidente delle due commissioni.

Ci fanno tutto il loro bell’interrogatorio, alla fine l’ultima domanda è: “ma voi sosterrete il governo Monti?” Mi g’ha disi [tr. io gli ho detto]: “ma, vedremo. C’è un governo in carica, se cade vedremo chi verrà nominato e decideremo.” “No, no, no. Verrà fatto il governo Monti. Voi lo sosterrete?” Al che ti girano un po’ i santissimi. Gli dico: “no, non funziona così. Noi siamo stati eletti in una maggioranza, se la maggioranza non sta più in piedi si va e si vota e il popolo decide chi governa.”“No, no, no. Non ci siam capiti. Se voi non sostenete il governo Monti, noi non compriamo i vostri titoli per due mesi, e voi andate in fallimento.”

Ok. Questo è giovedì 10 novembre. Venerdì noi chiudiamo la finanziaria al Senato, poi va alla Camera, e Stefano [Allasia] con gli altri la vedono la domenica, e lunedì viene incaricato Monti. Martedì è premier. Tutto bello semplice. Quindi questo discorsetto, che è stato fatto a noi, evidentemente è stato fatto anche ai leader politici – noi eravamo solo interrogati in quanto tecnici della materia – e tant’è che all’inizio anche Di Pietro era in sostegno a Monti perché ci aveva creduto anche lui a questo ricatto dello spread, e così è andata…”

Forse qualcuno con la memoria lunga ha deciso di fargliela pagare, colpendo così anche il suo partito in forte ascesa di consensi, nel cuore del territorio che l’ha tenuto a battesimo?
Come suggeriva il compianto Andreotti a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca. Quasi sempre.

Fonte: Conflitti e Strategie

SENATO? SEMORTO! – TRA PROTESTE E CITAZIONI: SHOW A PALAZZO MADAMA DI CALDEROLI CHE ESIBISCE UNA BOCCETTA DI OLIO DI RICINO E INDIVIDUA IN GELLI IL PADRE DELLA NUOVA COSTITUZIONE, SCILIPOTI SVENTOLA UN FOGLIO CON SCRITTO “2011”, “L’ANNO DEL COLPO DI STATO” – – – –

Dov’è la società civile di quelli che la Costituzione più bella del mondo non si tocca? La cavalleria di se non ora quando? Le agende rosse? Se è il partito moralmente superiore  a far procate non si scende in piazza

14 ott 2015 17:56

Il centrodestra grida alla libertà conculcata come faceva il centrosinistra dieci anni fa – Quagliariello cita Gramsci – Sui Cinque stelle, che a Gramsci hanno preferito Ivano Fossati («cara democrazia, ritorna a casa che non è tardi»), rinviamo tutto al giudizio dei posteri, quando valuteranno il contributo alle riforme dei cantautori genovesi.

Mattia Feltri per “la Stampa”

Doveva essere un pomeriggio solenne e non si ha idea di quali solennità sono state pronunciate in celebrazione della Carta che, stretta fra mille istituzioni extranazionali, conta sempre meno e viene buona giusto per essere sventolata, come la sventolavano ieri i leghisti abbandonando l’aula del Senato, e come la sventolavano a sinistra, con Oscar Luigi Scalfaro, contro le riforme leghiste di un decennio fa.

Non è più nemmeno democrazia dell’alternanza ma un incontro di football americano, in cui un tempo è dedicato alla fase d’attacco e l’altro alla fase di difesa. Fase, quest’ultima, impegnata ieri da Roberto Calderoli per la propaganda più pigra, la stessa usata a suo tempo per dichiarare stessa usata a suo tempo per dichiarare liberticida e dittatoriale il progetto di monocameralismo votato dal centrodestra.

Dove c’era scritto sì mettete no e dove c’era scritto no mettete sì: ecco Calderoli individuare non tanto in Giorgio Napolitano ma in Licio Gelli il padre della nuova Costituzione, ed eccolo esibire ai colleghi la boccetta di olio di ricino. Lì i leghisti hanno lasciato l’aula, proprio come i cinque stelle e i forzisti quando toccava parlare a Napolitano, e la solennità è del senatore Scilipoti che ha ritenuto di offrire servizio alla democrazia sventolando un foglio con sopra scritto «2011», cioè la data dell’inizio del golpe, quando Mario Monti prese il posto di Silvio Berlusconi, ultimo presidente del consiglio vincitore di elezioni.

  A proposito di Berlusconi: in una riunione precedente, infiammato da Augusto Minzolini, aveva incitato i suoi alla protesta poiché se lui era stato condannato a tre anni per un reato non commesso, almeno quattro ne avrebbe meritati l’ex presidente della Repubblica autore di colpo di Stato. Scilipoti ha preso tutto alla lettera. Ma non era nemmeno importante: l’assenza contemporanea di Lega, Forza Italia e Cinque stelle aveva piuttosto l’obiettivo di mostrare a Napolitano il fallimento del suo disegno di larghe intese, farne scenografia, e l’aula vuota per un terzo era abbastanza impressionante (peraltro lo era anche toccare con mano la pochezza cui è ridotta Forza Italia, almeno quanto a numeri).

Forse si poteva finire lì e invece no. C’era l’urgenza collettiva di lasciare agli atti parlamentari la precisazione, i motivi del voto in dissenso, il personalissimo angolo di visione, di modo che i posteri sappiano. E infatti i posteri sapranno che il capogruppo berlusconiano Paolo Romani, un anno fa entusiasta delle riforme, oggi disgustato, ha avvertito i traditori del mandato parlamentare che un giorno dovranno «rispondere alla propria coscienza» (ma c’è chi preferisce rispondere a Berlusconi).

E sapranno che il capogruppo renziano, Luigi Zanda, si è spiritualmente elevato sino all’elogio del governo in carica grazie al quale «il debito pubblico ha iniziato a scendere, scende il deficit, scende anche la disoccupazione»; e senza riforme, ha aggiunto, si fa la fine della Grecia o peggio, il che probabilmente è vero, ma chissà se la sede e il momento erano i migliori per ricordare che le riforme sono particolarmente gradite a Berlino.

Del resto non si possono avere troppe pretese, per Zanda la solennità era tale da ricordare con rammarico l’ostruzionismo delle opposizioni, e quanto sarebbe stato bello discutere nel merito, ambizione peraltro condivisa da ogni gruppo e chissà perché del merito non ha parlato mai nessuno. E poi anche noialtri che scriviamo siamo incontentabili perché l’interpretazione di solennità data da Gaetano Quagliariello, alfaniano, che per illustrare i meriti spaziali del suo gruppo ha citato Antonio Gramsci sulla guerra di posizione del rivoluzionario «che avanza di casamatta in casamatta», ci ha consegnato un effetto leggermente ridondante.

Abbiamo un po’ trascurato i Cinque stelle, che a Gramsci hanno preferito Ivano Fossati («cara democrazia, ritornerai presto a casa e non sarà tardi»), ma temiamo il giudizio dei posteri, quando valuteranno il contributo alle riforme dei cantautori genovesi.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/senato-semorto-proteste-citazioni-show-palazzo-madama-110609.htm