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mercoledì 15 luglio 2015
La rivolta degli anarchici – Aria di rivolta anche in piazza, con la polizia che presidia militarmente il “tempio della democrazia” ellenico e chiude gli ingressi al Politecnico, università simbolo della protesta. E gli antagonisti si danno appuntamento in strada, nella centralissima (e caldissima) piazza Syntagma, con volantini che fanno presagire il peggio. Lo slogan degli anarchici mette i brividi, considerando quanto del futuro della Grecia è in gioco in queste ore: “Lotta anti-istituzionale ora, contro lo Stato e il capitale con ogni mezzo. La fine del debito arriverà con la fine dello Stato che lo sostiene e dell’economia che lo produce”. E la lotta dura comincia subito, con violenti scontri contro le forze dell’ordine tra cariche, lanci di bottiglie molotov e gas lacrimogeni in un classico scenario da rivolta antagonista già visto l’1 maggio a Milano.
L’ombra della caduta – Per questo Tsipras, nonostante come riferisce l’edizione web del quotidiano Kathimerini 109 membri del comitato centrale di Syriza su 201 siano contrari all’accordo, sta sfidando i “ribelli”: “Se qualcuno di voi ha una soluzione alternativa me la dica, senza il vostro sostegno sarà difficile per me restare premier”. Sfiducia o dimissioni, sarebbe in ogni caso un disastro per Atene, ma forse non per Bruxelles o Berlino. Senza Tsipras, in Grecia si aprirebbero le porte al tanto auspicato (dai falchi rigoristi) governo di emergenza nazionale con Syriza “moderata”, Pasok, To Potami e Nea Demokratia. In pratica, la vittoria totale di Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble.