Forteto, il Profeta blindato e col bodyguard. Dagli incontri vip alla pizza in paese

è molto di moda la pedofilia, per cui perché i giornali dovrebbero parlare di questo mostro in libertà? Gli abusi su minori e disabili sono emancipazione sessuale, e se è una cooperativa del Pd la responsabile i magistrati si fanno in quattro per proteggerli.
 
Sono solo bambini abusati, cosuccia da niente, volete mettere con il caso della povera piccola innocente 17enne ruby rubacuori di cui i media parlarono per anni e tutt’oggi ancora?
 
Come mai agli stessi giornalisti non importa una cippa di questi bimbi ormai adulti? A nessuno interessa come vivono il trauma?
 
 
Rodolfo Fiesoli nella sua casa di Pelago (foto di Riccardo Germogli)
Pelago, 20 giugno 2015 – «Cerchiamo il signor Fiesoli». «E’ in casa che dorme, ha la febbre. Chi lo desidera?». «Siamo giornalisti…». «Allora per voi lui non ha niente da dire. Non vi bastano tutte le cattiverie che già avete scritto?». «Però sarebbe interessante sapere il suo parere dopo la sentenza che lo condanna…». «No, con voi non parla. E’ inutile che insistiate. Andatevene da qui!».
 
Il buen retiro dell’Orco, ovvero dell’ex padre padrone della cooperativa del Forteto Rodolfo Fiesoli, è una casa di due piani appena fuori l’abitato di Pelago. Abitazioni borghesi con vista su una campagna mozzafiato. A fare da guardia alla sua privacy ci pensano un ventenne palestrato e la moglie, Licia Castellucci, colei che gli ha dato due figli e che non lo ha mai abbandonato nemmeno di fronte alle accuse più orribili. E’ lei la più intransigente nel cortile di casa: «No, ve l’ho detto, non parla con i giornalisti andate via».
 
Guardi questa donna anziana e magra, guardi il bodyguard artigianale davanti a lei, e sembra quasi impossibile che l’uomo a cui costoro proteggono il riposo, l’Orco che secondo i giudici fiorentini abusava dei minori a lui affidati, potesse avere un così largo credito in alcune stanze della magistratura e nei salotti della sinistra fiorentina. Sì, sembra quasi impossibile rivedere Rodolfo Fiesoli che, appena un mese prima dell’arresto, si presenta in camicia contadina a quadri nel salone de’ 500 a Firenze e, alla platea cosmopolita del TedX organizzato da Renzi e che andava da Arianna Huffington a Jovanotti, spiega come «tutelare gli adolescenti provenienti dalle fasce sociali svantaggiate», fra gli applausi e gli squittii ammirati dei media di sinistra. Con lui a gongolare: «E se gli assistenti sociali del comune non fossero così severi con me, vero Matteo….». E ancora: Antonio Di Pietro che per chiudere la sua campagna elettorale nel Mugello sceglie proprio il palco del Forteto, i caffè a suo dire presi con La Pira e i magistrati e i politici che facevano la fila per fare la spesa da lui, indicandolo come il successore laico di don Milani. Contraddizioni da pazzi. Ma in fondo di contraddizioni è satura la vita di questo Santone alla ribollita che, fisiognomicamente, potrebbe ricordare perfino il Bozzone del “Berlinguer ti voglio bene“: «…e ora principia il culturale». Le contraddizioni di chi mescolava Marx col Cristo. Di chi voleva creare la famiglia «funzionale», mettendo in piedi un delirio sessuale che tutto aveva tranne che la «funzionalità». Ma anche le contraddizioni di chi predicava umiltà e povertà ma poi le uniche quattro auto in dotazione alla Comunità le dava in uso a se stesso, alla moglie e ai due figli (i «principini», come li chiamavano gli altri ragazzi).
 
Sì, sembra quasi impossibile che quest’uomo dal fascino seduttivo che contagiava quasi tutti coloro che lo avvicinavano (dopo l’arresto, quando il giudice dispose i domiciliari ad almeno 100 km di distanza dal Forteto, un imprenditore del Mugello gli mise a disposizione una villa sul litorale livornese) viva oggi una vita appartata da tutto e da tutti.
 
Qui a Pelago, dove abita in una casa presa in affitto, non fa vita sociale e nessuno sembra conoscerlo. «Noi lo abbiamo visto solo per consegnargli la chiavetta per la raccolta differenziata», spiega un assessore in Comune. Dicono che frequenti solo la chiesa per la messa e l’unico svago sia andare una volta la settimana in pizzeria a Pontassieve. Così finiscono, in malinconia e solitudine, le storie degli Orchi, si potrebbe dire se questa fosse la fine della storia. Ma chissà se lo sarà: nella sentenza che lo ha condannato a 17 anni e mezzo per abusi sui minori non compare più l’obbligo di stare a distanza dal Forteto. Da oggi, insomma, se lui lo volesse potrebbe tranquillamente tornare nella comunità dove ha compiuto gli abusi e dove ancora oggi lavorano molti degli abusati. Vi sembra un finale normale?
 
Stefano Cecchi
Forteto, il Profeta blindato e col bodyguard. Dagli incontri vip alla pizza in paeseultima modifica: 2015-06-26T23:01:01+02:00da davi-luciano
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