Qualcuno tempo fa disse che se oggi Gesù Cristo tornasse tra gli uomini questi lo perseguiterebbero e finirebbe nuovamente in croce.
La vicenda di questi giorni fa ripensare a queste parole. Già, perché a Torino, durante l’Ostensione della Sindone, si aggira tra i pellegrini un Gesù.
È vestito come l’originale (anzi verrebbe da dire che è più uguale questo che l’immagine sul Sacro lino). O meglio, come l’iconografia classica ci ha donato il Cristo: viso magro, barba, capelli lunghi sulle spalle. Tunica e capo coperto, a volte. Scalzo. Un Gesù stile Robert Powell di Franco Zeffirelli che passeggia tra piazza Castello e il Duomo.
È da sei giorni tra di noi e racconta attraverso la sua pagina Facebook, con circa 500 fedeli, ops, “mi piace”,“Jesus in Turin” le sue giornate. Come fosse un moderno Vangelo.
Scrive sul suo profilo: «Che cos’è? Perché lo fai? Di dove sei? Sono le tre domande che mi hanno chiesto di più. Se alla prima e alla seconda potrei rispondere “Gesù” e “di Torino” sul perché lo stavo facendo mi rendevo conto che richiedesse un ragionamento più approfondito».
Insomma fin qui tutto divertente e curioso. Peccato che allo stesso modo non l’abbiano pensata alcuni pellegrini. Gesù di Torino, come il suo omonimo di Nazareth, a qualcuno non piace. Nonostante non faccia nulla di male e passi il tempo ad abbracciare gratuitamente i fedeli che incontra (ma anche a chi non crede non disdegna l’abbraccio) la polizia lo ferma, lo controlla e lo allontana dai pressi del Duomo.
A quanto pare dei pellegrini si sono sentiti offesi dalla sua presenza, vista come una provocazione. E così hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Per ben tre volte.
«Noi dobbiamo intervenire – avrebbero detto gli agenti a Gesù – Capisci? Fai il bravo e stai lontano da questa zona. Eri già stato avvertito».
Allora il nostro Messia domanda a chi lo ha fermato quale legge stia violando. Secca la risposta: «Quella del buon senso». E Gesù finisce in commissariato. Identificato e schedato. Per fortuna non c’è Ponzio Pilato a lavarsi le mani, etc. etc.
Verrebbe da dire sia ai pellegrini offesi (non si capisce da cosa) che alle forze dell’ordine: “Perdonali non sanno quello che fanno”. O forse si?
foto di Nicola Malnato dal profilo facebook “Jesus in Turin”