Rossi chiede le case sfitte dei privati per i profughi

I disoccupati e sfrattati italiani hanno tutti un tetto e vitto garantito vero, Mr Solidarietà? In Toscana fai pagare il ticket perfino ai disoccupati, ma perché indignarsi? Ci sono indigenti ed indigenti, quelli italiani non esistono Prevarranno gli egoismi? Il governatore quanti ne ospita nella sua villa?????

di SIMONA POLI

ore 7.55 del 16 aprile 2015

Il governatore: “O vince la solidarietà o prevarranno gli egoismi”. Dice no ai grandi centri, meglio i piccoli insediamenti. Biagiotti (Anci): “Insieme non più di 60 persone”

«No ai grandi centri. La risposta all’immigrazione sta nella solidarietà, come sempre. Rivolgiamoci alla Misericordia, alla Pubblica assistenza, al volontariato, alle parrocchie, ai circoli Arci, alle Acli. Collaboriamo con i sindaci ma non facciamo l’errore di costruire strutture impossibili da gestire». Il presidente della Regione Enrico Rossi insegue il modello dei piccoli insediamenti per far fronte alla nuova ondata di profughi attesa nei prossimi giorni in Toscana. E si rivolge direttamente ai cittadini: «Chi ha case sfitte si faccia avanti», dice Rossi. «Meglio ancora se non sono appartamenti di un condominio, purché vengano messe a disposizione a un giusto prezzo. È una scommessa difficile e rischiosa ma possiamo farcela. Noi qui non vogliamo lager».

La questione umanitaria va gestita, secondo Rossi, «alla maniera toscana», come un’emergenza umanitaria che ha bisogno della collaborazione di tutti. «Per questo chiedo un aiuto anche ai privati, se hanno case un po’ isolate da affittare farebbero un’opera utile e generosa. I sindaci possono essere la chiave della risposta giusta, anche se avremo bisogno delle forze dell’ordine. O vince la solidarietà o prevarranno gli egoismi e le tensioni. Per questo dico no a caserme, alberghi, accampamenti e grandi aggregazioni. Evitiamo di scatenare reazioni negative che alimentino contrapposizioni, per noi il modello è sempre quello che adottammo nel 2011 e la Regione si propone come punto di riferimento essenziale».

Rossi però guarda oltre il livello locale. «Chiedo al governo di assumere il problema come una priorità», dice il presidente toscano. «L’Italia deve far sentire forte la sua voce in Europa ora che ci troviamo a fronteggiare le conseguenze della guerra dell’Isis in Siria e la catastrofe umanitaria che ormai riguarda un pezzo dell’Africa che si riversa sulle sponde del Mediterraneo. I numeri delle persone che dovremo accogliere non devono spaventare. In Giordania e in Turchia ci sono ormai milioni di rifugiati siriani che mandano i loro figli a scuola, noi parliamo di cifre assai più modeste, dai 300 ai 400mila secondo le stime, comunque il doppio di quelli rifugiati qui nel 2014. Ma serve la politica per programmare gli interventi. Serve un Pd che faccia della solidarietà il suo valore fondante. Altrimenti lasceremo campo libero a Salvini su un tema cruciale come l’immigrazione. La gente non ne può più dell’inerzia e dell’ignavia della politica, chiede assunzione di responsabilità e chiede soluzioni concrete e immediate a problemi di convivenza che ormai sono quotidiani. L’integrazione e le emergenze demografiche non possono essere lasciate al caso. Mai come ora siamo dinanzi a una polveriera che gli irresponsabili e i razzisti vorrebbero far esplodere per squallidi interessi elettorali».

Rossi si rivolge ai Socialisti europei e invita Renzi a non occuparsi solo dell’Italicum: «Tocca al Pse, alla sinistra italiana e al Pd tutto assumere la responsabilità di queste enormi sfide. Si esca al più presto dal cono d’ombra di un dibattito incomprensibile sulle riforme istituzionali. Non possiamo occuparci di orpelli e dettagli. Si chiuda subito la partita delle riforme istituzionali come auspicato da Napolitano, e si passi alla cruda e nuda realtà».

I sindaci stanno facendo in queste ore una ricognizione dei loro territori per capire se esistano strutture da utilizzare. «Di sicuro non prendiamo in considerazione l’idea di creare nuclei numerosi», avverte Sara Biagiotti, presidente dell’Associazione dei Comuni toscani e sindaco di Sesto. «Da un anno noi ospitiamo 47 profughi in un palazzo del Comune in viale Togliatti e quella struttura, gestita dalla Caritas, è diventata un modello di accoglienza, come he detto anche il cardinal Betori. Non penso che sia possibile andare oltre le 50-60 persone in un solo luogo. Questa è una linea a cui tutti i sindaci si atterranno».

Biagiotti ricorda come la Toscana non si sia mai sottratta in caso di emergenza. «Vorrei che tutte le regioni facessero la loro parte», sottolinea. «Solo con un’equa distribuzione degli arrivi sarà possibile affrontare il problema senza creare tensioni sociali o dover ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine per sorvegliare le strutture»

Per Palazzo Vecchio parla l’assessore al Sociale Sara Funaro: «Abbiamo ricevuto come tutti la lettera del prefetto che ci avvisa dei prossimi arrivi, a Firenze immagino che accoglieremo circa cento persone. Ma sempre seguendo il modello dei piccoli insediamenti. Non siamo d’accordo con l’uso di caserme o luoghi del genere, in ogni caso più che il tipo di luogo sono importanti i numeri. Credo che la prima tranche di arrivi sia di circa 90 persone ma nessuno può prevedere quante ne sbarcheranno nelle prossime settimane. I Comuni sono disposti a collaborare ma ci vuole un progetto serio».

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/firenze/cronaca/2015/04/16/news/rossi_non_vogliamo_raccogliere_i_profughi_in_grandi_immobili_-112050534/

Rossi chiede le case sfitte dei privati per i profughiultima modifica: 2015-04-17T16:52:34+02:00da davi-luciano
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