Se non ci fosse il “terrorismo” bisognerebbe inventarlo: un buon pretesto per tutto

Non si può protestare. Altrimenti si  attacca la democrazia, si è leghisti e xenofobi

 di Luciano Lago

 E’ proprio vero, con la motivazione di dover prevenire possibili attacchi di cellule terroristiche, attualmente in Italia (ed in altri paesi) si può giustificare tutto, anche le limitazioni dei diritti costituzionalmente garantiti ed in particolare quello della libertà di espressione, il diritto alla privacy ed il diritto di manifestazione delle libere opinioni.

Questo avviene con l’ultimo provvedimento in fase di approvazione dal governo Renzi per cui le forze di polizia potranno spiare tutti i cittadini mediante sistemi di controllo informatico dei computer (virus come Trojan, Keylogger, Sniffer) che potranno essere introdotti per controllare la corrispondenza e le frequentazioni di persone “sospettate” di fare parte di potenziali cellule terroriste.

In base al provvedimento del Governo Renzi, la polizia potrà utilizzare questi programmi per acquisire «da remoto» le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico e si potrà anche autorizzare l’intercettazione preventiva sulle reti informatiche. È una delle novità principali approvate nelle Commissioni Difesa e Giustizia al decreto antiterrorismo che in questi giorni va in discussione alle Camera.

Non basta più la legge Mancino, una legge di per se già considerata (da molti giuristi) liberticida ed incostituzionale, originata ed utilizzata con lo scopo di reprimere ogni dissidenza e per limitare la libertà di pensiero e di parola in base al pretesto di reprimere “…..chiunque propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”…..

Si tratta di una legge che di fatto pone dei limiti ben determinati ed assoluti alla libertà di pensiero e di parola, stabilendo un pericoloso e preoccupante tentativo di definire astrattamente ed in modo generico quali siano le idee ed i valori legittimi (e legali) e quali siano le idee e i valori illegittimi (e illegali), affidandosi al giudizio discrezionale ed alla interpretazione di un magistrato o di un ufficiale di polizia giudiziaria. Una legge che prevede fra l’altro un giudizio per direttissima, limitando le garanzie di difesa e dove l’onere della prova viene capovolto e messo a carico del presunto reo.

 

Senza parlare del criterio astratto e generalista adottato nel concetto, espresso nella legge, di “atti di discriminazione per motivi razziali, nazionali o religiosi”; laddove “discriminare” ha lo stesso significato di “preferire”, “distinguere”, “scegliere”, quali libertà fondamentali in uno Stato di diritto – come si vanta di essere quello Italiano.

In pratica in Italia esiste già questa legge liberticida che consente di condannare a pene pesanti una persona che volesse, ad esempio, esprimere delle opinioni su determinate caratteristiche di una fede religiosa (ad esempio quella islamica o induista, raffrontandola con altre) o che volesse sostenere la superiorità di una visione culturale o ideologica rispetto ad un’altra.

In base al generico criterio previsto nella legge, questo potrebbe essere interpretato, da un solerte funzionario dello Stato, come una esortazione alla “discriminazione” di persone che professano tale cultura o concezione ideologica e quindi sanzionabile con pesanti pene.

Stato di polizia

Tuttavia in base all’emergenza terrorismo questa legge da sola non basta e si vuole fare di più, così si studia come mettere sotto controllo tutti i cittadini, la loro corrispondenza via mail, gli scritti e le letture, le frequentazioni, gli scambi di opinioni e le pubblicazioni.

Qualche esponente parlamentare ed alcuni giuristi hanno già protestato sollevando la questione delle garanzie costituzionali (art- 13-15- 21) e mettendo in rilievo che l’Italia sarebbe il primo paese ad adottare l’utilizzo di sistemi informatici in via preventiva per finalità di controllo individuale e di prevenzione.

Non sappiamo tuttavia se queste critiche e queste riserve serviranno a fermare il cammino del governo del “fiorentino” che si muove anche per dimostrare di voler essere il “primo della classe” in Europa ad attuare quel sistema di controllo orwelliano che le autorità di Bruxelles (al servizio dell’elite finanziaria) ci raccomandano, primo passo verso l’omologazione di tutti i cittadini verso il “Pensiero Unico”.

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Se non ci fosse il “terrorismo” bisognerebbe inventarlo: un buon pretesto per tuttoultima modifica: 2015-03-29T20:31:13+02:00da davi-luciano
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