Calcolata la differenza di massa tra protone e neutrone

http://www.lescienze.it/news/2015/03/27/news/massa_protone_neutrone_universo_finemente_regolato-2542595/

Un nuovo studio teorico è riuscito a spiegare con una precisione senza precedenti, la lievissima differenza tra la massa del protone e quella del neutrone. Si tratta di un parametro fondamentale per il nostro universo: se fosse stato anche leggermente diverso, l’evoluzione delle stelle sarebbe stata completamente differente(red)

La differenza tra la massa del protone e quella del neutrone è lievissima, appena lo 0,14 per cento della media tra le due, secondo le più recenti misure sperimentali. Ora un nuovo articolo pubblicato sulla rivista “Science”, a firma di Szabolcs Borsanyi dell’Università di Wuppertal, in Germania, e colleghi di una collaborazione internazionale, rende conto con grande precisione di questa differenza, sulla base della teoria della fisica subnucleare che descrive la struttura interna di queste due particelle.

Calcolata la differenza di massa tra protone e neutrone
Modello atomico: in ogni elemento della tavola periodica, protoni e neutroni (in rosso e in blu) costituiscono il nucleo (Cortesia Pixabay)

Il protone e il neutrone sono le due unità che compongono i nuclei di tutti gli elementi della tavola periodica. A loro volta, sono costituiti da particelle più piccole: i quark. Il protone è formato da tre quark di diverso tipo, o “sapore”: due quark “up” e un quark “down”, legati dall’interazione di tipo forte, una delle quattro forze fondamentali della natura. Il neutrone è invece costituito da due quark “down” e un quark “up”, tenuti insieme dallo stesso tipo d’interazione.

Sulla base di questa struttura interna si possono spiegare le caratteristiche fisiche di protoni e neutroni: la combinazione delle cariche dei singoli quark, per esempio, determina in modo semplice perché il protone ha carica positiva e perché il neutrone è elettricamente neutro.

Nel caso delle masse, occorrono invece calcoli molto raffinati basati sulle leggi della cromodinamica quantistica, che spiega il comportamento dei quark, e dell’elettrodinamica quantistica, che spiega il comportamento delle particelle cariche.

Borsanyi e colleghi hanno utilizzato queste leggi per calcolare con una precisione senza precedenti la differenza delle masse, il cui valore è di fondamentale importanza per la fisica. Sarebbe bastato infatti che questa differenza fosse stata, anche di poco, maggiore o minore perché l’universo si evolvesse in modo completamente differente, rendendo forse impossibile lo sviluppo della vita. Rispetto a diversi parametri fisici, tra cui proprio le masse del protone e del neutrone, l’universo è “finemente regolato” (Finely Tuned Universe), secondo una suggestiva espressione utilizzata da molti fisici e filosofi.

I calcoli di fisica nucleare indicano per esempio che se la differenza tra la massa del protone e quella del neutrone fosse stata lievemente maggiore dello 0,05 per cento, la sintesi dei nuclei dopo il big bang avrebbe prodotto molto più elio-4 e molto meno idrogeno. Le conseguenze sarebbero state di enorme portata: le stelle non si sarebbero “accese” così come hanno fatto.

Un valore molto più grande di 0,14 per cento avrebbe reso i decadimenti di tipo beta molto più probabili, rendendo l’universo molto ricco di neutroni alla fine della nucleosintesi. Anche in questo caso, a risentirne sarebbero state le reazioni di fusione nucleare all’interno delle stelle, che avrebbero bruciato l’idrogeno con molta più difficoltà, rendendo ardua la formazione degli elementi più pesanti.

Conferenza stampa del movimento: il 18 aprile manifestazione ad Arquata

Si è svolta questa mattina la conferenza stampa del Movimento No Tav – Terzo Valico presso la sede di Novi Ligure. L’occasione per fare il punto sull’inchiesta della Procura di Firenze che ha coinvolto il Terzo Valico e per annunciare lo svolgimento di una grande marcia popolare sabato 18 aprile ad Arquata Scrivia. Ancora una volta tutte e tutti insieme per pretendere lo stop dei cantieri, la cancellazione delle legge obiettivo e del decreto sblocca Italia, la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico e il dirottamento dei fondi del Terzo Valico a favore di sanità, scuola, casa e reddito. E’ questo il tempo di chiudere la partita del Terzo Valico.

La registrazione della conferenza stampa

conf31

L’intervista a Claudio da Radio Onda d’Urto

 Il servizio de ilfattoquotidiano.it

Inchiesta grandi opere, NoTav Terzo valico: “Dopo indagini chiudere i cantieri”

Quasi 700mila euro di tangenti per accelerare l’iter in modo da far partire i cantieri dell’Alta velocità del Terzo Valico Genova-Tortona. “Le indagini della procura di Firenze confermano le nostre preoccupazioni. Attraverso il sistema dei lotti non funzionali venivano ingigantì i costi delle opere garantendo così il continua spartizione di soldi pubblici”, dicono iNotav in una conferenza stampa a Novi Ligure che chiamano alla mobilitazione: “Il 18 aprileper una grande manifestazione che possa, una volta per tutte, far sospendere i lavori nei cantieri”  di Stefano Bertolino

conf32

‘In Ucraina un golpe targato Obama’

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=117540&typeb=0&-In-Ucraina-un-golpe-targato-Obama-

L’ex premier in esilio Azarov: ‘La consigliera della Casa Bianca pretese un governo di unità nazionale. Gli Usa volevano farci tornare aggressivi contro Mosca.’

Redazione
 
martedì 24 marzo 2015 23:21

Intervista a Mykola Azarov a cura di Alessandro Sallusti.

È passato da poco un anno dalla rivolta di piazza che provocò la caduta del governo ucraino e la guerra civile che ha portato il mondo sull’orlo di un conflitto più esteso. Mykola Azarov, leader del Partito delle regioni, era il primo ministro che in quei giorni si trovò a gestire lo scontro tra filo russi e filo europei. Si dimise in febbraio, pochi giorni prima della caduta dell’intero governo e del presidente Yanukovich. 

Braccato dagli insorti, si salvò in modo rocambolesco e ora vive esule a Mosca.

Signor Azarov, il giudizio dell’opinione pubblica europea resta confuso e diviso. Fu rivoluzione di popolo o colpo di stato?
«Guardi, durante i miei tre anni di governo avevamo tenuto l’Ucraina su una linea di buon vicinato sia con la Russia che con l’Unione Europea. Questa equidistanza non era gradita agli Stati Uniti d’America che volevano si tornasse alla politica del precedente governo di dichiarata ostilità alla Russia. Questa irritazione, e le conseguenti pressioni, l’abbiamo percepita fin da quando siamo andati al governo».

Lei personalmente subì pressioni in tal senso?
«Quando noi ci rendemmo indisponibili a sottoscrivere così come ci erano stati presentati gli accordi con l’Unione Europea, accaddero due cose contemporaneamente».

Cioè?
«Da una parte incominciarono occupazioni di uffici pubblici da parte di manifestanti spuntati dal nulla, dall’altra una incredibile e arrogante ingerenza da parte degli Stati Uniti negli affari interni di uno Stato sovrano. Venne da me la consigliera diplomatica del presidente Obama, Victoria Nuland, a pormi una sorta di ultimatum: o accettavo di formare un nuovo governo di unità nazionale che accontentasse gli anti russi oppure l’America non sarebbe stata a guardare».

E lei cosa rispose?
«Che il mio governo era stato eletto democraticamente e che aveva superato ben due voti di fiducia. Le dissi chiaramente che la politica dell’Ucraina era nelle mani del popolo ucraino e che lei non doveva permettersi di usare quei toni con il suo legittimo rappresentante».

Eppure, stando alle immagini televisive rimbalzate in tutto il mondo, la protesta contro di voi stava montando.
«Quella di concentrare una massa di persone attorno al palazzo del potere o nella piazza simbolo di una capitale, è una tecnica collaudata delle cosiddette rivoluzioni arancioni. In quei giorni avevamo in mano sondaggi secondo i quali la maggioranza del popolo ucraino appoggiava convintamente la linea del governo. Del resto bastava spostarsi poche centinaia di metri dalla piazza occupata per verificare come a Kiev la vita procedesse in modo assolutamente normale e che altre manifestazioni, di segno opposto, avvenivano in modo spontaneo un po’ ovunque nel Paese».

Secondo voi, chi alimentava la pressione della piazza?
«In quei giorni noi avevamo il controllo completo di ciò che stava accadendo. I nostri servizi segreti avevano infiltrato uomini tra i manifestanti e avemmo le prove che la piazza prendeva ordini dagli americani, che il quartier generale della protesta era nell’ambasciata Usa a Kiev, la quale provvedeva anche a finanziare in modo importante la rivolta».

E non prendeste contromisure?
«Quando la protesta passò da pacifica a violenta, con uso massiccio di bombe molotov e anche armi da fuoco contro la nostra polizia, convocammo sia l’ambasciatore americano che gli ambasciatori europei per mostrare loro le prove in nostro possesso».

Con che esito?
«Fu sconcertante. L’unica cosa che ci dissero è che noi non potevamo reagire con la forza alla violenza crescente dei manifestanti. Ci stavano insomma legando le mani».

L’Europa quindi, mi sta dicendo, si girò dall’altra parte?
«Il ruolo della Comunità europea, in quei giorni drammatici e decisivi, fu volutamente marginale e quello dell’Italia pari a zero. Entrammo in possesso dell’intercettazione di una telefonata nella quale il primo ministro polacco diceva alla responsabile esteri della Commissione europea che, contrariamente alla versione spacciata per ufficiale, i cecchini che entrarono in azione in piazza non erano filo russi ma appartenenti alla fazione a noi avversa».

La risposta della ministra?
«Gelida, come dire: è una verità scomoda, lasciamo perdere. C’era la netta volontà di insabbiare la verità per non intralciare i piani americani».

Sta dicendo che fu organizzata una operazione di “fuoco amico” per fare indignare l’opinione pubblica internazionale?
«Sto dicendo che servivano vittime da sacrificare per giustificare l’innalzamento del livello di violenza della piazza e l’assalto ai palazzi del potere. I nostri poliziotti morivano o rimanevano gravemente feriti ma il presidente Yanukovich non diede mai l’ordine di dotare i reparti speciali di armi offensive nella speranza di trovare una soluzione pacifica».

Così si arriva al 27 gennaio 2014, giorno delle sue dimissioni.
«Con grande senso di responsabilità comunicai al presidente che ero disposto a dimettermi per facilitare una soluzione della trattativa. Gli chiesi di barattare la mia testa con lo sgombero della piazza e il disarmo dei gruppi neonazisti e dei facinorosi, circa cinquemila persone, che prendevano ordini da stati esteri».

Avvenne?
«Le mie dimissioni sì. Per il resto non cambiò nulla. Anzi, la situazione peggiorava di giorno in giorno».

Ha continuato a vedere Yanukovich?
«Sì, in quelle ore ci sentivamo e vedevamo spesso».

Che cosa vi dicevate?
«Ho cercato di convincerlo che gli stavano facendo perdere tempo, che trattare con gli oppositori interni era inutile, in quanto marionette. Mi parlò di un accordo, peraltro poco onorevole, che stava raggiungendo con i ministri degli esteri di Polonia, Francia e Germania. Ma era evidente, e glielo dissi, che l’unica possibilità era quella di trattare direttamente con gli Stati Uniti, anche se loro, ovviamente, si guardavamo bene da fare aperture perché come obiettivo si erano dati solo il capovolgimento del governo».

Si arriva al 22 febbraio, giorno del colpo di stato, lei dove era?
«La sera prima avevo visto il presidente che mi aveva annunciato l’intenzione di aderire alla proposta di Polonia, Francia e Germania e che all’indomani, in cambio di grosse concessioni, la piazza si sarebbe ritirata come previsto dall’accordo. Così la mattina uscì di casa per raggiungere Yanukovich ma il capo della mia scorta mi fermò. Il palazzo presidenziale era stato preso dagli insorti, la moglie del presidente era scampata per un soffio a un attentato. Mi disse che il presidente stesso era in grave pericolo, che i ribelli avevano dato ordine di bloccare le frontiere a tutti i membri del governo. Yanukovich stava per fare la fine di Gheddafi».

In che senso?
«Gheddafi fu ucciso da bande locali ma i mandanti erano gli stati che avevano dato il via all’attacco alla Libia. Sono certo che senza la copertura politica e morale di Stati Uniti ed Europa nessuno in Ucraina avrebbe avuto la forza di uccidere fisicamente il presidente e noi membri del governo. Prendere atto di questa verità è stata la più grande disillusione della mia vita».

Il presidente Putin, nei giorni scorsi, ha rivendicato di aver salvato la vita a Yanukovich e a lei portandovi in salvo. Come è andata?
«Il presidente Putin ha voluto ribadire che in quelle ore ha compiuto una azione umanitaria nei confronti di persone amiche della Russia che non avevano fatto del male a nessuno. Osservo come le posizioni del governo della Russia siano cambiate nel tempo. All’inizio Putin ha dato la disponibilità a collaborare con il nuovo governo Ucraino ma poi sono accadute cose che hanno fatto cambiare parere. Come l’atteggiamento ostile e violento di Kiev nei confronti della Crimea e delle regioni orientali abitate da russi. Purtroppo l’Europa non conosce questi gravi fatti. Nessuno ha scritto degli assalti ai mezzi dei militari che presidiavano le regioni russe o dei massacri di civili disarmati che protestavano contro il nuovo regime. A Odessa sono state bruciate vive più di cento persone da parte dei nazionalisti ucraini. Nelle zone russofone, Kiev vuole governare col terrore».

Signor Azarov, guardiamo avanti. La tregua durerà?
«Quando noi sosteniamo che ci sono nazisti al potere a Kiev, l’Europa ci prende per bugiardi, ma è la pura verità. Come giudicate voi persone che danno ordine di bombardare interi quartieri con sistemi a lancio multiplo? A Charkiv decine di migliaia di civili sono morti, cinquemila edifici sono stati distrutti, così come gli acquedotti. La gente è al freddo in rifugi e cantine. Sono criminali, presto o tardi l’opinione pubblica internazionale verrà a conoscere questi fatti. Detto questo sono favorevole agli accordi di Minsk che hanno messo fine a questo eccidio. La Russia è pronta al compromesso, ma l’Ucraina è anche dei russi. Dire: l’Ucraina solo agli ucraini è uno slogan nazista. Gli Stati Uniti e l’Europa devono saperlo e agire di conseguenza».

Tornerà in Ucraina?
«Mi hanno inserito in una lista nera in modo del tutto arbitrario. A distanza di un anno non hanno ancora trovato un solo fatto che mi possa compromettere. Non sono però ottimista. Oggi non c’è in Ucraina un solo giudice che abbia la forza di andare contro la volontà del governo. Spero un giorno di tornare. Questa situazione non può durare a lungo. I soldi del fondo monetario purtroppo non finiranno al popolo, la crisi economica è già devastante ma farò di tutto perché il mio paese non diventi una nuova Somalia europea».

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/ucraina-golpe-targato-obama-1108688.html.

La ‘Ndrangheta estorceva anche biglietti per i concerti pop

Emerge dalle carte dell’inchiesta San Michele che la procura sta chiudendo con 31 indagati, molti in carcere

28 marzo 2015
La 'Ndrangheta estorceva anche biglietti per i concerti pop

La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta “San Michele” sulla presenza di una articolazione della ‘ndrangheta in Piemonte. Il procedimento riguarda anche un tentativo di infiltrazione nelle catene di subappalti per il cantiere del Tav a Chiomonte.
Fra i 31 indagati, molti dei quali ancora in carcere, figurano un ispettore di polizia municipale in servizio al tribunale di Torino, al quale è contestato il concorso esterno in associazione mafiosa, e due carabinieri del Torinese accusati di avere rivelato notizie riservate. La banda su cui si e’ concentrata l’indagine è collegata a una ‘ndrina di San Mauro Marchesato (Crotone)
 C’è anche una estorsione ai danni di Setup Live, una delle più importanti società organizzatrici di concerti e spettacoli in Italia, fra gli episodi contestati dalla procura di Torino nell’inchiesta “San Michele” sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte.
Secondo quanto è stato ricostruito, fra il marzo e il giugno del 2011 ad uno dei soci di Setup Live venne intimato di consegnare pacchetti di biglietti (in cui nondovevano mancare dei tagliandi “omaggio”) la cui vendita doveva servire per il mantenimento delle famiglie dei detenuti. Per questa vicenda gli indagati sono tre. L’uomo fu minacciato (“ti sfondiamo la porta dell’ufficio”) e intimorito: i suoi interlocutori gli spiegarono, infatti, che appartenevano alla criminalità organizzata.
Setup live, negli anni, ha portato a Torino i Depeche Mode, Zucchero, Renato Zero, Jovanotti, Biagio Antonacci, Pino Daniele.

Udienze, la giornata delle giornate

Quando le coincidenze non sono a caso, l’attacco al movimento si concretizza nella giornata di domani con tre udienze.

03102014-99-600x264Tribunale Bruno Caccia – Torino
 di Valsusa report

27 marzo 2015. Prima o poi doveva arrivare, una giornata piena, non che altre siano meno pullulanti di udienze, se ne sono viste una al mattino e una al pomeriggio, se ne sono viste una al Tribunale di Torino ed una in contemporanea alla maxiaula del carcere di Torino. Ma così non era mai successo, tre udienze in due ore, 54 persone da colpire penalmente.

Si inizia alle ore 10, puntuali, maxiaula 3 un lungo corridoio dove a metà c’è l’entrata, sul banco degli imputati gli antirazzisti di Torino che parteggiano per il movimento No Tav, giornata dedicata alle arringhe difensive di questa seconda tranche. In contemporanea aula 44, un pò più avanti, i reati contestati vanno da violenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso, al danneggiamento, travisamento, e poi la violazione dell’ordinanza prefettizia sull’accesso a quei terreni in quei giorni (cosiddetta “zona rossa”), si ascolteranno i testi dell’accusa per capire gli avvenimenti degli scontri dell’8 dicembre 2011 che hanno portato alle imputazioni dei PM. Così narravano su un sito del movimento “ogni giorno di lotta del movimento è un ulteriore tassello di opposizione popolare, ogni mossa della trasversale lobby del tondino e del cemento è – che riesca o meno (…) – altro segmento organizzativo della controparte da andare asmascherare e rovesciare”, quasi una premonizione se si pensa oggi all’Operazione Sistema che ha portato in carcere alcuni proponenti.

Udienza-tribunale

Ed immancabile al trio un’altra udienza ore 11 aula 52, proprio in fondo al corridoio esterno, vicina all’uscita secondaria del Tribunale “Bruno Caccia” di Torino. I reati contestati danneggiamento di due betafence due giorni dopo i fatti dell’otto dicembre 2011 detti prima.

La tripletta di udinze fa subito pensare alla capacità giudiziaria nell’intervento del ripristino della legalità, oramai sono più di mille gli imputati e centinaia i procedimenti, qualcuno inizia già a definirlo “il più grande attacco repressivo della storia civile di tutti i tempi”. In effetti non ve ne è storia di altro simile, ed il susseguirsi del ritmo serrato di udienze sta mettendo a rischio la possibilità di giustizia delle altre persone, che ne chiedono la conclusione. E così che per restituzioni dei crediti, per maltrattamenti, per danneggiamenti, i tempi diventano bibblici. Processi che rischiano di vedere la prescrizione e quindi il colpevole farla letteralmente “franca”, si pensi alle persone che denunciano delle minacce come possano essere sicure ogni giorno, varrebbe la pena ogni tanto di posticipare i processi dei No Tav.

Dalla valle dei ribelli giunge una voce “speriamo che anche per gli indagati delle operazioni minotauro, colpo di coda, san michele, sistema siano così solerti, altrimenti lì non va in carcere nessuno”.

V.R. 26.3.15

I soldi della Torino-Lione passavano da Ercole Incalza

Spinta dal Bass

I soldi della Torino-Lione passavano da Ercole Incalza

Ercole Incalza è stato l’uomo delle grandi opere di ben 7 governi consecutivi tanto che negli ambienti dei lavori pubblici era considerato il vero Ministro, visto che da Lunardi a Lupi lui è rimasto sempre al suo posto.

L’inchiesta che lo ha visto trarre in arresto è relativa a diversi intrecci che vanno dal Tav toscano al Mose veneziano, passando dall’onnipresente Expo.

Vari tipi di reati gli sono contestati e tra le altre cose sono stati passati al setaccio i rapporti con alcuni imprenditori e collaboratori stretti, assegnatari di buona parte dei lavori pubblici sottoscritti da Incalza.

Uno in particolare, Stefano Perotti esce nell’inchiesta insieme al figlio del Ministro Lupi, per lavori e favori diretti al pargolo del ministro di CL. Che difende Incalza a spada tratta oggi sui quotidiani.

Neo detenuto e neo pensionato, Incalza era il direttore della Struttura Tecnica di Missione del Ministero, sotto le dirette dipendenze del Ministro di turno. Questo organismo ha il compito di “definire le strategie per l’assetto trasportistico del Paese”, compresa la Torino Lione che dalle indiscrezioni non comparirebbe, per ora, in questa inchiesta; ma si sa, qui la vicenda assume caratteri inquietanti perchè sono avvenute cose molto discutibili attorno alla Tav in Val Susa, rese sempre pubbliche dal movimento, ma da queste parti la magistratura ha un solo obbiettivo nel mirino: la crociata contro i notav.

Siccome immaginiamo che a breve tutto il “sistema tav” baderà a prendere le distanze da Incalza, facendosi forte della non presenza della Torino Lione nell’inchiesta che lo ha fatto mettere agli arresti, ci teniamo a pubblicare questo documento,  che fa ben comprendere che ruolo aveva Incalza anche nella Torino Lione.

E’ una lettera del Novembre 2013 a lui indirizzata dal direttore generale di LTF Maurizio Bufalini, nella quale si chiedono a Incalza ben 21,5 milioni di Euro, da aggiungere allo stanziamento iniziale di 143 milioni di Euro per il tunnel geognostico della Maddalena (un aumento dei costi del 15% dopo due anni dall’apertura del cantiere). I 21 milioni e mezzo di Euro richiesti da LTF a Incalza sarebbero serviti a rafforzare le difese del cantiere/fortino: reti anti intrusione, assistenza alle forze dell’ordine (uffici, bagni chimici e raccolta immondizia), sistema di illuminazione, varco autostradale e soldi dati alla Sitaf per il restringimento della carreggiata. Incalza era l’uomo a cui rivolgersi per chiedere ancora soldi per il cantiere della Maddalena.

Non briciole, ma milioni di euro a disposizione dell’uomo dei 7 governi, quello su cui tutti potevano contare, e che poteva fare il bello e il cattivo tempo in termini finanziari, cosa che al sistema tav torna sempre molto utile.

Chiusa l’inchiesta “San Michele” sulle infiltrazioni mafiose nel cantiere Tav

Chiusa l’inchiesta “San Michele” sulle infiltrazioni mafiose nel cantiere Tav di Chiomonte e in Piemonte.

03102014-99-600x264Tribunale Bruno Caccia – Torino
di Leonardo Capella

Chiusa dalla Procura di Torino  l’inchiesta “San Michele” relativa a infiltrazioni di ‘ndrangheta in Piemonte e in particolare nel cantiere del Tav a Chiomonte. 

Già il 3 marzo scorso, il tribunale del riesame di Torino aveva confermato l’ipotesi di associazione di stampo mafioso per quattro degli indagati nell’inchiesta San Michele, relativa alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore degli appalti pubblici in Piemonte.

L’operazione San Michele, ricordiamo, era sfociata, il primo luglio dello scorso anno, in venti ordini di custodia cautelare. Gli investigatori, fra l’altro, ritengono di avere scoperto il progetto di accaparrarsi lavori legati al cantiere del Tav a Chiomonte, in Valle di Susa.

Fra i 31 indagati, riporta l’Ansa, vi sarebbe un ispettore di polizia municipale in servizio al tribunale di Torino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e due carabinieri del Torinese accusati di avere rivelato notizie riservate. La banda e’ collegata a una ‘ndrina di San Mauro Marchesato (Crotone).

L.C. 28.03.2015

UKRAINE/ DEBAT PANAFRICAIN DE CE 29 MARS

# CE DIMANCHE SUR AFRIQUE MEDIA TV/ EMISSION LE DEBAT PANAFRICAIN DU 29 MARS 2015

 Vers 13h00 GMT ou 14h00 (Yaounde) ou 15h (Bruxelles/Paris/Berlin)

 REDIFFUSION ce lundi (nuit) …

Le programme complet et modifié !!!

 Présentée par Bachir Mohamed LADAN

Avec les panelistes, les correspondants internationaux et Luc MICHEL

En direct sur streaming sur  http://lb.streamakaci.com/afm

 Retrouvez nous sur Facebook …

GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

(administré par Bachir Mohamed Ladan et Luc Michel)

https://www.facebook.com/groups/afrique.media.groupe.officiel/

 # LES SUJET DU DEBAT PANAFRICAIN DE CE 29 MARS

AMTV - Debat panafricain du 29 mars

1- PANAFRICANISME ET RELIGION : Le panafricanisme est-il incompatible aux religions dites importées (Christianisme, Islam…) ? (Accueil panelistes)

2- CRIMEE : un an après le referendum, qu’est-ce qui a marché ?  (Fabrice BEAUR, Russie)

3- UKRAINE : la guerre des oligarques. La Junte de Kiev se lézarde-t-elle ? (Luc Michel, Belgique)

 BATAILLON SPECIAL AZOV pour sujet LM ukraine

SUJETS A DEBATTRE

1- AFRIQUE : Quel est le rôle des multinationales dans les états africains dans un conteste de mondialisation et de capitalisme à outrance ?

2- TOGO: Vers un scrutin apaisé ou un report de la présidentielle ?

3- SENEGAL : Karim WADE, candidat du PDS aux prochaines élections malgré sa condamnation à 6ans de prison. Quel avenir politique pour l’ancien ministre?

4- Icône de la semaine : ANTENOR FIRMIN (HAITI)

 

PANELISTES

Henri DIABATE-MANDEN

Henriette EKWE

Hubert ETOUNDI

HADI DIAKITE

Patient Parfait NDOM

BANDA KANI

NOUHA SADIO

SIMO

François BIKORO

TAYOU KAMGUE

Jean de Dieu AYISSI

Luc MICHEL

JAN VANZEEBROECK (SYRIA COMMITTEES) IN THE SYRIAN MOVIE ‘ISIS. THE TRIP TO SYRIA`S LAND’ (SCGS)

PCN-TV & SCGS/ 2015 03 26/

 Jan VANZEEBROECK in the movie ISIS. THE TRIP TO SYRIA`S LAND

of the ‘Syrian Center for Geopolitics Studies’

 Video Excerpt on: https://vimeo.com/122979581

PCN-TV - YVZ excerpt syrian movie SCGS (2015 03 26) ENGL

Interview of Jan VANZEEBROECK as expert of the jihadist movements by the Syrian State Television in Damascus, on November 30, 2014, during the International Conference on Terrorism and Religious Extremism …

 # ON THIS CONFÉRENCE SEE :

CONFERENCE DE DAMAS / LUC MICHEL: THE BELGIAN EXAMPLE. HOW THE BELGIAN INSTITUTIONS AND MEDIA LIE ON THE JIHADISTS!

http://www.syria-committees.org/eode-press-office-conference-de-damas-luc-michel-the-belgian-example-how-the-belgian-institutions-and-media-lie-on-the-jihadists/

 PCN-TV / PCN-SPO

______________________

https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

LES DJIHADISTES VONT ET VIENNENT DE BELGIQUE. MAIS PAS LES PARLEMENTAIRES CHRETIENS DU LEVANT !!!

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec LLB – PCN-SPO/ 2015 03 27/

Le non-état belgicain se signale encore par la bêtise crasse de ses fonctionnaires. L’Office des étrangers, branche-sœur de la Sûreté de l’Etat belge (la police politique et les services secrets), est aux mains de fonctionnaires imbéciles et racistes, c ‘est hélas trop bien connu.

Cette xénophobie frappant aussi les membres d’Europe de l’est de l’UE, en particulier roumains et bulgares.

En voici une nouvelle manifestation exemplaire !

 LM.NET - EN BREF sureté et yézidies (2015 03 27) FR

L’Office des Etrangers refuse en effet le visa à 4 Yézidies qui devaient témoigner au Parlement européen … Quatre femmes yézidies qui devaient témoigner ce jeudi au Parlement européen à Bruxelles n’ont pas reçu de visas des autorités belges, suscitant la colère de son président, l’Allemand Martin Schulz, a appris La Libre Belgique. “Un incident absolument scandaleux”, pestent ses services. Parmi les quatre femmes venues d’Erbil, la capitale régionale du Kurdistan irakien, se trouvait la seule représentante yézidie au parlement irakien, Vian Dakhil (en photo). L’été dernier, celle-ci avait ému sur YouTube l’opinion publique internationale en suppliant les députés irakiens de sauver sa minorité pourchassée par l‘Etat islamique (EI) et menacée d‘un génocide.

 « Il y a des moments où une bureaucratie devient grotesque et profondément injuste. C’est ce palier que la Belgique a atteint en refusant le 24 mars de délivrer un visa de quelques jours à quatre femmes yézidies qui devaient témoigner à l’invitation du Parlement européen à Bruxelles », commenta La Libre Belgique. Pour une fois nous sommes bien d’accord avec le quotidien bruxellois !

 Luc MICHEL

 LIRE :

http://www.lalibre.be/actu/international/l-office-des-etrangers-refuse-le-visa-a-4-yezidies-qui-devaient-temoigner-au-parlement-europeen-5513e6cc3570c8b952d6dca4

 _________________________

Luc MICHEL /

PROFIL Facebook   https://www.facebook.com/pcn.luc.michel.2

Twitter  https://twitter.com/LucMichelPCN

PAGE OFFICIELLE Facebook  https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

Website  http://www.lucmichel.net/