Monti attacca Salvini: “Non rispetta la Fornero”

PER FORTUNA CHE ABBIAMO tanti paladini in piazza della società civile pronti a contrastare Salvini e salvare i governi imposti dallo spread, vero emblema di democrazia da proteggere dal nascente “nazismo”…

 L’ex premier usa parole al veleno contro il leader della Lega che ha criticato la legge Fornero

Mario Valenza  – Lun, 16/03/2015 – 21:30

“L’on. Salvini è ovviamente libero di non condividere nulla. Attacchi pure il governo che ha introdotto quella riforma o le forze politiche che nel dicembre 2011 l’hanno approvata a larghissima maggioranza: 402 sì su 477 votanti alla Camera, 257 sì su 298 votanti al Senato.

Ma è vile prendersela con una donna coraggiosa che, in modo disinteressato, ha reso allo Stato un servizio di grande valore e che ancor oggi, tornata a vita privata, è sottoposta ad un vergognoso linciaggio”. Mario Monti contro Matteo Salvini, al quale rinfaccia una serie di ruvide uscite contro l’allora ministro del Lavoro del governo tecnico guidato, appunto dal senatore a vita.

“Nel linciaggio – sottolinea Monti – si distinguono esponenti di partiti politici che, in modo irresponsabile e per interessi elettorali, hanno contribuito a mettere nel sistema economico e sociale italiano quella bomba a orologeria che, grazie a Elsa Fornero, è stata ora disinnescata. Matteo Salvini – dice allora l’ex presidente del Consiglio – ha tutto il diritto di criticare aspramente la riforma delle pensioni nota come ’riforma Fornerò. Lo invito però a porre fine ai suoi ripetuti, ignobili, vergognosi attacchi personali ad Elsa Fornero”.

“Qualche esempio. ’La Fornero? Mi sta qui. Sono un non violento con tutti, ma con lei devo fare autocontrollo, altrimentì (13 marzo 2015). ’Noi della Lega siamo persone educate. Se mai passerà da Pontida, mi auguro che la prendiate a calci nel culo per 10 chilometrì (17 agosto 2013). ’Per la signora Fornero ci vorrebbe la corte marziale, dovrebbe essere esiliatà (5 novembre 2013).

Quest’ultima sentenza, emessa da Salvini su Facebook, ha stimolato vari commenti. Tra essi, omettendo – segnala ancora Monti – i più truci, ’Fucilatela nella schienà, ’Alla forca come nel Medioevo, ’Per lei la camera a gas’, ’Meglio bruciata viva. Manifestazioni solo verbali? No. Il 19 maggio 2014, Salvini in persona guida una spedizione della Lega sotto la casa di Elsa Fornero. L’obiettivo della spedizione è conseguito solo in parte: ’Per fortuna – dichiara il Nostro – il ministro non è in casa, perchè mi prudono le mani”.

“Salvini continui pure a criticare la riforma delle pensioni, ma lasci in pace la Fornero”, ribadisce il senatore a vita che passa al merito della questione: “Nel novembre 2011 ho insistito perchè l’economista torinese – persona di grande serietà, con sensibilità sociale e profonda competenza in materia previdenziale – accettasse l’incarico più ingrato e anche più pericoloso nel governo di emergenza, quello di ministro del lavoro. Tutti sapevano che senza una rapida e incisiva riforma delle pensioni, che il governo Berlusconi non era riuscito a fare proprio per l’opposizione della Lega, i conti pubblici sarebbero saltati. Per questo nessuno prestava più allo Stato italiano, se non a tassi esorbitanti. Senza la riforma, i nostri figli e nipoti avrebbero dovuto sopportare negli anni futuri oneri insostenibili; ma già nel giro di qualche settimana i cittadini e le imprese si sarebbero trovati in una situazione simile a quella della Grecia”.

“Solo la preparazione e la determinazione del ministro Fornero, con l’appoggio dell’intero governo e la responsabile condivisione da parte della maggioranza (Pdl, Pd, Terzo polo), hanno permesso di approvare e rendere esecutiva la riforma in soli 19 giorni dall?entrata in carica del governo. Alcuni errori, nella fretta, sono stati compiuti e ad essi si è posto rimedio successivamente. Ma senza quella riforma delle pensioni – rivendica ancora Monti – l’Italia negli ultimi tre anni si sarebbe avvitata in una crisi finanziaria tale da aggravare ancor più le difficili condizioni della nostra economia. Ciò è stato subito riconosciuto da tutti gli osservatori internazionali. Anche in Italia, al di fuori delle polemiche politiche, si sta facendo strada questa convinzione”.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/monti-attacca-salvini-non-rispetta-fornero-1105796.html

GIOVANE UCCISO:PER GIP ARRESTATO È MACCHINA GUERRA CRIMINALE

Che giudice razzista. Bisogna reagire con civiltà, incassare e ZITTI.

 Giudice sottolinea «maglie larghe» procedura amministrativa (ANSA) – TERNI, 16 MAR – Definisce Amine Aassoul una vera e propria macchina da guerra criminale il gip di Terni Maurizio Santoloci che oggi ha convalidato l’arresto da parte della polizia del marocchino accusato di avere ucciso il giovane David Raggi. Nel provvedimento, una decina di pagine, il giudice sottolinea però anche le «maglie larghe» della procedura amministrativa che ha permesso allo straniero di sfruttare le pieghe della normativa. http://www.umbriadomani.it/…/terni-omicidio-di-david-il-gi…/

#IoSonoUnRompicoglioni

Dal post Il M5S è il solito rompimento di coglioni: L’interrogazione del M5S (su Incalza, ndr) , comunque, qualche preoccupazione l’aveva generata. Tanto che, una volta fatto il passaggio parlamentare in cui Lupi mette le vesti di avvocato di Incalza, gli investigatori registrano una telefonata. Antonia Incalza, figlia di Ercole, chiede a Sandro Pacella, braccio destro dell’ingegnere (“segretario, mediatore e consulente” come descritto dai giudici fiorentini che ne hanno ordinato l’arresto), notizie sull’interrogazione del M5S. Sentite cosa dice: 

No è andata … ha letto quello che ha scritto Titta e lui … e poi questi (il M5S, ndr) hanno replicato sul discorso dell’opportunità e comunque che è stato prosciolto con l’ex Cirielli che non c’entra un cazzo … ‘sia Incalza sia lei’ rivolto al Ministro… ‘dovreste per opportunità andare via perché anche lei è indagata per abuso d’ufficio’ … questo è … niente di che niente di che … la risposta di Maurizio (Lupi, ndr) … lo mette anche bene… chiara quindi non c’è stato problema… i soliti rompimenti di coglioni che fanno male questo è chiaro devi spiegare a papà … però che dobbiamo fare?

Ricordate la scatola di tonno che il M5S doveva aprire entrando in Parlamento? Beh, ci siamo sbagliati, non era una sola scatola di tonno, ma un’intera tonnara, una collezione di scatole di tonno, una intera matrioska di scatole di tonno scadute dove, dopo averne aperta una, ce n’era sempre un’altra. Il M5S è l’unica opposizione presente in questo Paese da decenni. Quando qualche cittadino portavoce del M5S entra in una stanza, sia questa in parlamento, in Regione o in comune, la prima reazione da parte dei “nominati” dei partiti è quella di nascondere gli eventuali documenti presenti. Le loro scatole di tonno nauseabonde le tengono ben strette. Il M5S è un “rompimento di coglioni“, questo giudizio è riportato in una telefonata tra la figlia di Incalza e Pacella, braccio destro di Ercole Incalza. Su questo hanno ragione. Il M5S è nato per rompere i coglioni ai disonesti, ai corrotti, alle tattiche dilatorie e levantine di un Renzie che un decreto contro la corruzione mai lo farà. Siamo qui per rompervi i coglioni e gente come Lupi deve andarsene e se non lo farà gli romperemo i coglioni.
Siamo qui apposta!
Un Movimento di rompicoglioni.
Ti senti anche tu un rompicoglioni? Mettici la faccia: scrivilo su Twitter con #IoSonoUnRompicoglioni e spiega perché non smetterai di farlo. Non diamogli tregua!

VIDEOBonafede M5S spiega alla Lorenzin perché gli onesti in questo Paese sono rompicoglioni

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‘ARTICOLO: Il M5S è il solito rompimento di coglioni’

VIDEODi Battista denuncia Incalza in Parlamento a luglio 2014

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VIDEOLa risposta di Lupi al M5S su Incalza scritta dall’avvocato di Incalza
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Maestra, maestra, perché mi vogliono portare via? AIUTO!!! AIUTO!!! Chiamate mia madre

Altrimenti come si divertono quelli delle cooperative stile il Forteto (finanziata dal Pd) dove si commettono abusi su minori e disabili se non vengono “forniti” di bambini, magari da educare al sesso come piace a certi artisti chic e presidenti di Regione tanto chic? La pederastia deve andare di moda, si sentono meno merde se tutti la accettano come cosa buona e giusta.

Non è il caso Ruby, per cui non merita altrettanta attenzione a quanto pare.Certo, duecento euro al giorno, E’UN BEL BUSINESS.

 13 marzo 2015

Cari amici,

poche ore fa, in provincia Latina, Francesco  12 anni, è stato prelevato da scuola dopo un blitz da parte della Polizia.

Il motivo? l’ennesima diatriba familiare italiana che vede protagonista, suo malgrado, un ragazzino di 12 anni allontanato dalla famiglia per volontà di un giudice che, a fronte di un lungo dissidio tra madre e padre, lo ha affidato ad una casa famiglia dopo aver sospeso alla coppia la potestà genitoriale.

Al centro della polemica che continua ad alimentarsi in queste ore ci sono i modi con cui è stato eseguito il provvedimento del tribunale dei minori di Roma: il ragazzo prelevato da scuola – sotto gli occhi di tutti – da servizi sociali, polizia, curatore e tutore del tribunale.

Non è difficile immaginare la reazione di Francesco nel vedersi piombare la polizia in classe, con tanto di telecamera che ha seguito ogni momento del difficile dialogo con chi provava a spiegargli cosa stesse accadendo. Naturalmente Francesco è rimasto terrorizzato nel vedere questo drappello di una ventina di persone piombato dal nulla per prelevarlo e rinchiuderlo in una struttura minorile.

Una specie di reclusione anche se, per il giudice, sarebbe a fin di bene: nessun contatto con l’esterno, niente scuola calcio, niente amici e catechismo.

La Preside della scuola, subito dopo il blitz afferma:

Lo hanno portato via come fosse un criminale. È solo un bambino, non c’era bisogno di tanto clamore, né di questo metodo così brusco che è stato il prelevarlo dalla scuola in cui è cresciuto e dove tutti lo conoscono. Quei momenti gli resteranno sicuramente impressi nella mente a lungo.

Due auto che lo portano via a gran velocità e con le sirene accese. Nessuno ha potuto salutarlo, neanche i familiari. Gli amichetti di scuola in lacrime, scioccati. Vogliamo contestare i modi usati dalla polizia nel prelievo di questo bambino.

Vedete, amici, la storia di Latina è quella dell’ennesimo bambino «rapito dalla giustizia. Difatti, in Italia sono oltre  32mila i bambini che vengono chiusi nelle comunità, spesso per cause non del tutto giustificate.

Così si moltiplicano le critiche contro assistenti sociali, psicologi e magistrati che effettuano perizie troppo frettolose.

Pensate che ogni giorno vengono “sequestrati” almeno 80 bambini, li rinchiudono per due anni in media all’interno di strutture minorili e allo Stato costano 200 euro al giorno.

Oggi la mia comprensione va a queste famiglie distrutte, il mio disprezzo a quelle persone che l’hanno attivamente causata. Forse andrebbero rivisti i criteri con i quali vengono prese simili devastanti decisioni.

Andrea Mavilla.

– See more at: http://www.andreamavilla.com/2015/03/13/maestra-maestra-perche-mi-vogliono-portare-via-aiuto-aiuto-chiamate-mia-madre/#sthash.SVvoFVpM.dpuf

Arabia Saudita: già 45 decapitazioni nel 2015

Assad e la Siria sono un pericolo per la democrazia mondiale, mentre in Arabia Saudita va tutto bene, no, Obama?

Ma possiamo chiedere ai tanti yankee boys italioti  che urlano “Assad assassino”…. 

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Stiamo parlando di uno degli alleati più stretti del governo americano

Negli ultimi mesi sui media si è molto discusso delle barbariche decapitazioni degli ostaggi occidentali portate avanti dall’Isis. Ma questo rituale è portato avanti da decenni a poche miglia di distanza dall’ISIS, in Arabia Saudita. Perché non troviamo la stessa enfasi sui media? Come è possibile che ci sia una tale incongruità da parte della stampa? In un’intervista con Newsweek della reporter della CBC Anna Maria Tremonti, la risposta viene data in modo diretto e senza tanti giri di parole: “nessuno si permette di criticare l’Arabia Saudita per il petrolio”.

 “La decapitazione come mezzo di esecuzione terrorizza le persone, ma mentre il mondo condanna l’ISIS, non fa lo stesso con una nazione che in modo ripetitivo punisce i suoi criminali in un modo similare. E, a volte, la punizione è per fatti che in occidente non sarebbero neanche considerati crimini”, sostiene la Tremonti.

Sullo stesso argomento, Michael Krieger, che spesso ha denunciato la disumanità del regime saudita e l’incredibile ipocrisia degli Stati Uniti, ci informa che solo nel 2015 i sauditi hanno eseguito in media una decapitazione ogni 48 ore, raggiungendo un totale di 45. L’anno scorso ci sono state 87 decapitazioni e Ryhad sta chiaramente cercando di recuperare il tempo perduto. Il Telegraph riporta che:

 Un uomo condannato per omicidio è stato decapitato lunedì in un forte aumento del numero di esecuzioni nel Regno ultra-conservatore. 

 La decapitazione di Saad bin Abdullah al-Jadid, che aveva ucciso il suo collega saudita Abdullah bin Faraj al-Gahtani, ha portato a 45 il numero di esecuzioni dal 1° gennaio, secondo un conteggio tenuto da AFP.

 L’Arabia Saudita ha effettuato circa 80 esecuzioni l’anno dal 2011, con 87 registrate lo scorso anno da AFP. 

 Stupro, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e traffico di droga sono tutti punibili con la morte secondo la versione saudita della sharia islamica. 

 All’inizio di questo mese si è appreso che Raif Badawi, il blogger saudita condannato a 1.000 frustate per aver insultato l’Islam, potrebbe rishciare la pena dimorte per decapitazione.

Il caso ha attirato le critiche di tutto il mondo quando il blogger è stato pubblicamente frustato nel mese di gennaio. La sua famiglia ha detto che deve essere processato per apostasia.

 Visto che siamo in tema, proprio la scorsa settimana il Guardian ha riferito che
Il blogger e attivista dei diritti umani, Mohammed al-Bajadi, membro fondatore di uno dei pochi gruppi per i diritti umani indipendenti in Arabia Saudita è stato condannato a 10 anni di carcere.

 Mohammed al-Bajadi è stato condannato giovedi scorso dal un tribunale speciale di Riyadh, la cui giurisdizione è legata al terrorismo, ha reso noto il Centro per i diritti umani del Golfo (GChr) in una dichiarazione.

 Bajadi, nei suoi 30 anni, ha affrontato varie accuse, tra cui l’acquisizione di libri proibiti, l’organizzazione di una protesta da parte delle famiglie dei prigionieri e la pubblicazione di materiale editoriale che “avrebbe potuto pregiudicare l’ordine pubblico”, ha detto il gruppo.

 I commenti è venuto in risposta alla indignazione in tutto il mondo per la condanna di 1.000 frustate consegnato a un altro attivista, Raif Badawi, per “aver insultato l’Islam”. 

 Il ministero degli Esteri ha detto che la costituzione del paese “si basa sulla sharia (legge islamica), che garantisce i diritti umani”.

 Stiamo parlando di uno degli alleati più stretti del governo americano, conclude Krieger.

Notizia del: 17/03/2015

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=10938

L’UNIONE EUROPEA HA SPESO 340 MILIONI DI EURO PER ”INIZIATIVE” DI CONSULENTI ESTERNI, TUTTI EX FUNZIONARI UE (FARABUTTI)

Bella la Ue, per fortuna che ci sono tanti difensori della Ue dai “nazisti euroscettici”. Ma non ci raccontavano che le istituzioni europee sono splendide perché immuni dalla mafia clientelare che affligge l’Italia per cui tutto ciò che proviene da tali istituzioni è sacro, inviolabile ed incontstabile?

 martedì 17 marzo 2015

LONDRA – E’ un fatto abbastanza risaputo che i parassiti di Bruxelles sono bravissimi a sprecare i soldi estorti ai cittadini dell’Unione Europea e quindi non deve sorprendere che negli ultimi cinque anni sono stati spesi 235 milioni di sterline (circa 340 milioni di euro) in consulenti esterni, equivalenti a una media di 68 milioni di euro all’anno.

Se questo non fosse gia’ abbastanza grave, tale fiume di denaro non e’ stato usato per pagare qualche esperto rimasto disoccupato per via delle misure lacrime e sangue imposte dalla UE, ma e’ finito nelle tasche di ex funzionari della commissione europea i quali oltre a ricevere stipendi da nababbo hanno diritto a pensioni d’oro che tanti italiani possono solo sognare.

Ma che tipo di consulenze hanno fornito? Domanda cruciale, che però a nessun italiano è venuta in mente perchè questa vicenda non è mai apparsa sui giornali e nei telegiornali del Belpaese.

Ebbene, ecco alcuni esempi: 120 milioni di sterline (pari a 168 milioni di euro) sono stati spesi per un sondaggio europeo fatto in tutte le lingue dei paesi membri realizzato da enti di ex dirigenti Ue, 565.000 sterline (790.000 euro) per identificare le zone della Serbia a rischio di alluvione e 500.000 sterline (700.000 euro) per un rapporto sui vantaggi inesplorati del mercato unico europeo. Alla faccia!

Come e’ facile immaginare, questa storia pubblicata – solo in Gran Bretagna – dall’ottimo Daily Express ha mandato su tutte le furie tutti coloro che da anni di battono per far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea e ovviamente queste sono solo briciole, visto che le somme di danaro sprecate ogni anno sono di gran lunga superiori a queste, per altro già monumentali.

Per tale motivo sarebbe l’ora che l’Italia uscisse dall’Unione Europea cosi’ che i soldi dei cittadini italiani vengano finalmente usati per aiutare i tanti poveri di questo paese invece di arricchire questi parassiti che navigano nell’oro a nostre spese.

GIUSEPPE DE SANTIS

Nota.

Il link dell’articolo originale: http://www.express.co.uk/news/politics/563356/European-Commission-spent-235million-consultants

 http://www.ilnord.it/index.php?id_articolo=4143#.VQg-dimI9ts.facebook

Vicenza, sorprende il ladro e lui: “Sono un rom devo rubare”

Rubare è un diritto umano riconosciuto ai rom evidentemente. Fa parte della loro cultura, come disse un giudice per cui sia rispettato tale volere. Il bello che il ladro non era rom, pare.

 L’episodio è avvenuto a Vicenza. L’uomo ha poi estratto un coltello minacciando l’inquilino

Mario Valenza  – Mar, 17/03/2015 – 17:47

“Sono uno zingaro, devo rubare”. Ha scoperto un individuo nel terrazzo della casa, pronto a forzare la finestra poi si è sentito dare questa giustificazione: “Sono uno zingaro, devo rubare!”.

L’episodio è avvenuto ieri sera a Vicenza. Il proprietario di un appartamento, posto al primo piano, stava rincasando quando si è accorto, dall’esterno, che qualcuno stava armeggiando con un arnese da scasso. A quel punto si è affrettato ad entrare nel suo alloggio e a spalancare la porta finestra, dove per l’appunto ha scoperto il ladro.

Tra i due è iniziato un battibecco. “Cosa ci fa lei qui, se ne vada”, ha intimato il proprietario. La risposta non si è fatta attendere. “Sono uno zingaro, devo rubare!”, ha detto convinto, prima di tentare una fuga, inseguito dall’uomo. A quel punto il “sedicente nomade” ha estratto un coltello, con il quale ha minacciato il proprietario, che a quel punto ha desistito, allertando con il cellulare le volanti della Polizia, poi giunte sul posto.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vicenza-sorprende-ladro-e-lui-sono-rom-devo-rubare-1106178.html

Tav. Proposte indecenti

Segno di insicurezza o ennesimo tentativo di dividere la gente dai sindaci? Di sicuro, il tintinnio di manette deve averli innervositi.

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di Fabrizio Salmoni

Non so se abbia ragione Perino quando dice con uno dei suoi francesismi che “sono nella m….” ma sicuramente la concomitanza con gli arresti eccellenti qualcosa deve azzeccarci. Sta di fatto che è difficile prendere sul serio l’appello di Virano & c. per la pacificazione e il dialogo se non altro perchè non propone alla Val Susa un accordo a metà strada ma semplicemente un’accettazione della To-Lione in cambio di niente. E poi perchè è diventato fastidioso sentirsi sempre riproporre un “dialogo” che ormai è concetto usurato, sinonimo di parlate-pure-tanto-poi-decidiamo-noi. Se vogliono dialogo vero si riparta da zero con i dati veri sott’occhio dopo aver fermato i lavori per un serio approfondimento, dopo aver smilitarizzato il cantiere e dopo aver rinunciato alle richieste di danni nei vari processi.

Non è la prima volta che il Gran Commesso della lobby (un giorno la chiameranno cricca?) tenta approcci “ragionevoli” ma finora sono sempre stati goffi tentativi di dividere il Movimento o questo dai sindaci. L’appello di oggi è talmente e smaccatamente “ingenuo” da far pensare che sia un segno di debolezza dietro una facciata intransigente (“la To-Lione è un punto di non ritorno…” quante volte l’hanno già detto). L’arresto di Incalza e i coinvolgimenti con lo stesso del ministro Lupi li mettono in difficoltà, forse anche con Renzi benchè questi sia marcato a vista da Esposito, il guardiano della cassa. E magari la consapevolezza che quel famoso 40% dall’Europa, oggi forse resa ancora più sospettosa dagli eventi, non lo avranno mai. Non è escluso che a farli sentire a disagio ci sia anche la lettera del 2013  (ri-pubblicata oggi su notav.info) del direttore dei lavori di Ltf, Bufalini a Incalza con la richiesta di 21,5 milioni di spese addizionali del 15% sul budget già approvato per recinzioni, pulizia dei bagni chimici, illuminazione, raccolta rifiuti,  restringimento della carreggiata sull’autostrada (quella che crea code infinite e rallentamenti pericolosi – come denunciato dai cittadini proprio su TG Vallesusa) e altre amenità logistiche, proprio quelle voci di spesa eccessiva che Pro Natura Piemonte e alcuni amministratori di Valle avevano segnalato due anni fa: un’impennata di costi casualmente funzionale alla convenienza dei tangentari di Stato, come recita il provvedimento degli investigatori fiorentini. Ivan Cicconi nel suo Libro Nero dell’Alta Velocità quantificava in circa il 30% di margini in nero per corruzione e/o mafia sui costi del Tav proprio tramite i rilanci dei costi.

C’è anche una gaffe nel testo Telt: la proposta di “revisione, da parte delle Autorità, della presenza delle forze dell’ordine a presidio del cantiere“. Ora, o Telt ha la delega dello Stato a trattare sui dispiegamenti di truppa ( e questo la direbbe lunga sulle compenetrazioni di interessi tra lobby, partiti e pubblica amministrazione) o la proposta non ha credibilità. E’ comunque l’evidenza scritta del potere degli interessi privati nei gangli dello Stato.

Di certo, la To-Lione e le Grandi Opere oggi vivono il maggiore momento di incertezza. Bene fa il Movimento a respingere l’offerta con decisione e forse, insieme al dovuto vaffa, farebbe bene a rilanciare, anche solo per vedere il bluff e fare controproposte. Con un occhio vigile alle sbandate dei sindaci, alcuni dei quali ogni tanto sembrano sensibili ai canti delle sirene. Male non fanno anche M5S e Sel a chiedere le dimissioni di Lupi e le dovute commissioni d’inchiesta ma per fare sentire più forte a Virano & c. il tintinnio delle manette sarebbe opportuno uno sforzo in più per bloccare o modificare il Ddl sugli ecoreati laddove perseguibili sarebbero solo le devastazioni “abusive”, non quelle ufficialmente pianificate e praticate. Per il resto, cerchiamo di dare una spallata dove si formano le crepe.

(F.S. 17.3.2015)

Virano all’attacco dell’unità del Movimento No Tav

Il direttore generale di Telt, Mario Virano, propone un documento di pacificazione con il Movimento No Tav.

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di Leonardo Capella

Mario Virano, durante la conferenza stampa seguita all’insediamento del consiglio di amministrazione di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), del 16 marzo a Roma, ribadisce il suo solito ottimismo sulla Torino-Lione con parole che suonano di deja vu.

L’architetto afferma infatti che “Con l’insediamento del consiglio di amministrazione di Telt è evidente che l’opera si farà” e non poteva mancare lo slogan ‘l’Europa lo vuole’ e infatti Virano aggiunge: “Basta il buonsenso a capire che un’opera voluta dall’Unione Europea, dai parlamenti e dai governi dei due paesi, si realizzerà”.

Congiuntamente a questa ventata di ottimismo e novità, Virano coglie l’occasione per annunciare un documento proposto da Telt.

Il documento nasce probabilmente dalla necessità di coglie l’opportunità di incunearsi nella divergenza sulla gestione del problema Sanità che in queste ore investe Sindaci e Movimento No Tav. I primo infatti hanno concluso un discusso accordo con l’assessore Saitta, ritirando il ricorso sulla legge regionale che prevedeva un forte ridimensionamento del presidio ospedaliero di Susa. Il Movimento per contro ritiene questo un tragico errore e ritiene che la salvaguardia del diritto alla salute debba equiparare, anche come prestazioni, gli abitanti della città quanto quelli di montagna.

Il contenuto del documento è condensato nelle dichiarazioni dell’architetto: “Non chiediamo abiure ma una deradicalizzazione del clima. Ognuno manterrà le sue posizioni e chi è contrario certamente vigilerà sul corretto svolgimento dei lavori. Ma smettiamola di continuare un braccio di ferro ormai fuori dall’attualità”. Parole seguite da: “Ognuno faccia un passo indietro”, con un indicazione del contenuto del testo che “auspica una nuova fase di dialogo basata sul riconoscimento del dissenso, purché espresso nella legalità”.

Nulla di nuovo in realtà. Il libero e pacifico dissenso è già costituzionalmente sancito e attuato. Anche la fase di controllo, come ultimamente le varie Procure italiane mostrano, è già in essere. Molti sono gli esposti, denunce e analisi puntuali sul progetto da  parte degli oppositori.

La novità, se proprio vogliamo chiamarla così, sta nella contropartita che Telt propone a questa ‘pacificazione’, una sorta di ‘un poco per uno non fa male a nessuno’. 

In prima battuta viene proposta una nuova fase di condivisione delle ricadute occupazionali dell’opera, queste per altro già previsto sia nelle altisonanti dichiarazioni dell’Osservatorio sulla Torino-Lione sia da una legge della Regione Piemonte (Legge Regionale 21 aprile 2011 , n.4 – Cantieri – Sviluppo – Territorio ), cercando così di mantenere le simpatie degli imprenditori e provando a sollecitare le maestranze.

Per provare ad ingraziarsi il Movimento No Tav, si propone una revisione delle iniziative giudiziarie intraprese da Ltf con richieste di indennizzi simbolici. Magari, ci chiediamo, con anche la restituzione di quanto già versato nella sentenza ‘Trivella Autoporto’?

Ma è nell’ultima proposta di maggiori compensazioni, per allettare gli amministratori, dove forse si scorge una delle reali motivazioni. Il direttore di Ltf, Maurizio Bufalini, ha quantificato in 20 milioni di euro il costo della sicurezza del cantiere di Chiomonte. Costi che potrebbero essere riutilizzati come ulteriori compensazioni, seconda la proposta di Telt. 

Concludendo con queste parole la conferenza stampa: “Speriamo che questo serva davvero a cambiare lo scenario  perché sarebbe davvero contro il buonsenso proseguire nel clima di contrapposizione di questi anni”.

Evidentemente il peso economico di questo apparato poliziesco comincia a farsi sentire e la possibile aperture di nuovi cantieri in valle, molto  probabilmente, preoccupa sia per le difficoltà logistiche che per quelle economiche.

In conclusione della conferenza stampa, Virano, ha anche indicato che il documento con le proposte di Telt  verrà inviato nei prossimi giorni a tutti i movimenti e alle forze politiche che si oppongono all’opera. 

Evidentemente il binomio Movimento No Tav e Sindaci crea parecchie preoccupazione. Crediamo che questa mossa dell’architetto vada interpretata con la chiave di lettura del divide et impera.

L.C. 17.03.2015

TAV, ARRESTATO INCALZA: SI OCCUPAVA DELLE OPERE DI COMPENSAZIONE IN VAL SUSA PER LA TORINO-LIONE

 

MERCOLEDÌ, 18 MARZO 2015

BY  – PUBLISHED: 03/16/2015

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di ALICE VERGA

Ercole Incalza, dirigente del ministero delle Infrastrutture e dal 2013 a capo della task force sulle opere di compensazione della Tav in Val Susa, è stato arrestato su richiesta della procura di Firenze, nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti relativi all’Alta velocità e all’Expo. Nell’operazione i carabinieri del Ros tra Milano e Roma hanno arrestato, oltre al dirigente, l’imprenditore Stefano Perotti, Francesco Cavallo (presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato), e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza.

Gli indagati sono oltre 50, fra loro anche dei politici. I reati contestati sono di corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti.
Secondo gli inquirenti, si trattava di un articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti e imprese esecutrici dei lavori.

Secondo l’accusa è stato Incalza, in qualità di ‘dominus’ della Struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, a organizzare l’illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati. Nell’ambito dell’inchiesta sono state eseguite decine di perquisizioni nei domicili degli indagati e anche negli uffici di diverse società tra cui Rfi e Anas international Enterprise.

Le ordinanze di custodia cautelare sono in corso di esecuzione dalle prime ore di questa mattina a Roma e a Milano da parte dei militari dell’Arma che stanno anche effettuando in diverse regioni un centinaio di perquisizioni di uffici pubblici e sedi societarie riconducibili agli indagati.

Ercole Incalza è una figura di primissimo piano nell’ambito del ministero dei Lavori Pubblici. Arrivato nel 2001 come capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi (governo Berlusconi), è rimasto alle Infrastrutture per quattordici anni, attraversando sette governi: è passato attraverso Antonio Di Pietro (governo Prodi), fino a Lupi, con il governo Letta e poi con il governo Renzi.