Capo segreteria di Marino contro Salvini: «A questo schifoso non lo arresta nessuno?»

Il Pd che, da partito integerrimo e moralmente superiore governa insieme allegramente ai mafiosi del pdl, con il quale gestisce anche il business più redditizio della droga CHE CI DICE DI MAFIA CAPITALE? Che da innocente può chiedere la messa al bando di chi non gradisce l’omicidio a sangue freddo di un ragazzo di 27 anni. Il Pd rivendica con orgoglio l’omicidio di David Raggi

 venerdì, 13, marzo, 2015

segreteria2

 Ma questo schifoso non l’arresta nessuno?». Questa frase rivolta a Matteo Salvini e scritta su Facebook da Silvia Decina, capo della segreteria del sindaco Ignazio Marino, rischia di sollevare un polverone.

Silvia Decina lo ha scritto in un post pubblico, che possono vedere anche coloro che non le sono amici su Facebook, e parte dalla «condivisione» (nel senso tecnico) di un intervento sempre sul social network di Salvini.

Ovviamente, da buona compagna, la buonista del Pd Decina non ha avuto una sola parola per il povero 27enne sgozzato dal clandestino. E invece di augurarsi che l’assassino marcisca in galera, vorrebbe l’arresto di Salvini.

marino-decina1

Business immigrazione: indagato il braccio destro di Alfano

Ma quale business, è solo puro amore per il prossimo, a patto che non sia italiano che si può tranquillamente sfrattare, far ammazzare per strada e suicidare.

 venerdì, 13, marzo, 2015

Giuseppe Castiglione, sottosegretario e braccio destro in Sicilia del ministro dell’Interno Angelino Alfano, finisce nell’inchiesta sull’appalto manipolato per il Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, il più grande d’Europa. Con il politico è finito indagato anche Luca Odevaine, il presunto manovratore di Mafia Capitale per il controllo del business immigrazione in tutta Italia.

cas2

Centro immigrati Mineo, con palme e climatizzatori

Sono due le indagini in Sicilia: l’una alla procura di Caltagirone, l’altra a Catania. Ma entrambe puntano a sospetti illeciti nella gestione del campo profughi di Mineo. Le due inchieste hanno subito uno sprint dopo che il responsabile dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha inviato gli atti investigativi dell’indagine sull’organizzazione mafiosa romana, capeggiata dal boss Massimo Carminati, ai magistrati siciliani. I riscontri del procuratore capo Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Michele Prestipino, infatti, hanno consentito di tracciare un quadro nitido di come la «cricca» criminale fosse riuscita a infiltrarsi nel tessuto politico e amministrativo sia della Regione Lazio sia del settore immigrazione

Video – Business immigrati: pure Odevaine a San Giuliano (oltre la Kyenge)

Mafia e immigrazione, Odevaine cambiò cognome dopo una condanna per droga

Un controllo messo in atto attraverso Odevaine, all’epoca dei fatti componente del Tavolo tecnico sull’immigrazione del ministero dell’Interno, che negli atti romani discute anche del Cara di Mineo. L’indagine siciliana di Caltagirone riguarda l’appalto del 2014 da circa 100 milioni di euro per la gestione triennale del Cara di Mineo, affidato a una commissione aggiudicatrice della quale Odevaine è entrato a far parte 5 giorni dopo essere stato nominato «collaboratore dell’Ufficio progettazione, gestione e rendicontazione dei fondi europei».

Castiglione, invece, è coinvolto in entrambe le indagini per fatti di quando era al vertice del consorzio, prima in qualità di presidente della Provincia di Catania, poi – quando nel 2013 la competenza passa al ministero dell’Interno – come presidente del «Calatino Terra d’Accoglienza». Tuttavia del sottosegretario c’è ampia traccia anche nelle intercettazioni di Mafia Capitale.

Mafia Capitale: tra Buzzi e Coop cattoliche un patto per spartirsi migranti e finanziamenti

In particolare, gli investigatori del Ros hanno captato una conversazione ambientale cui hanno preso parte, tra gli altri, Carminati, Salvatore Buzzi, braccio imprenditoriale del boss, e Fabrizio Testa, referente della «cricca» per i rapporti con la politica. Il gruppo discute di un appalto proprio per il campo di Mineo. «I siciliani, il gruppo di Alfano», dice Testa, con Carminati che afferma «Alfano sta solo con i siciliani, gli altri non se li incula nessuno (…) lui non si fida più di nessuno». Decidono, dunque, di arrivare al ministro dell’Interno. «Ma con Alfano – dice Testa – non ce fa…perché poi te manda da quell’altro…cioè il vero responsabile, da Castiglione».

Ivan Cimmarusti  il tempo

La sanità è un diritto, solo per i politici

solidarieta

Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com

Deputati e governanti dovrebbero OBBLIGATORIAMENTE rivolgersi a strutture mediche PUBBLICHE, ovviamente senza saltare le liste di attesa, e usufruendo del servi…zio sanitario come un CITTADINO QUALSIASI… allora – FORSE – ci penserebbero bene prima di tagliare servizi essenziali…

 

Napoli: Auchan, rotta la trattativa, 1100 licenziamenti, e riduzione dei salari del 40%

Meno male che abbiamo tante risorse da far lavorare al posto dei choosy italiani

14 marzo 2015

La vertenza sugli esuberi Auchan: è rottura della trattativa tra sindacati e azienda. A questo punto si teme il peggio e cioè che scattino i licenziamenti unilaterali. Ieri il confronto si è bruscamente interrotto dopo che la multinazionale d’Oltralpe ha presentato la sua proposta alternativa ai circa 1100 licenziamenti annunciati due settimane fa, oltre 300 dei quali sono stati previsti per i cinque ipermercati campani (Nola, sede regionale capofila, Pompei, Giugliano, Mugnano e Napoli-via Argine).

Ed è ancora una volta la Campania a dover pagare il prezzo maggiore alla crisi, non solo in termini di esuberi. Auchan infatti, poco prima che l’altro ieri, a Roma, si interrompesse la trattativa, ha dichiarato al tavolo del confronto che la proposta alternativa ai tagli, molto onerosa sia in termini salariali che contrattuali, sarà congiunturale, vale a dire temporanea, per gli ipermercati del centro nord ma che dovrà essere strutturale, cioè definitiva, per quelli del Mezzogiorno. L’azienda ha proposto come termini di una possibile intesa “la sospensione del contratto integrativo aziendale in ogni sua parte, la definizione di una procedura di mobilità incentivata sull’intero perimetro aziendale avente i presupposti della volontaria adesione delle persone, un accordo a sostegno della mobilità volontaria che preveda l’abbassamento di un livello dell’inquadramento di tutto il personale come misura transitoria al centro-nord e strutturale al sud, e un anno di sospensione del pagamento della quattordicesima mensilità”. Auchan vuole recuperare subito 50milioni di euro agendo sul costo del lavoro. Tagli draconiani: si prevede una riduzione dei salari in Campania del 40 %, e solo per i livelli inferiori. “Le proposte avanzate dall’azienda sono molto gravose – ha scritto la Uiltucs nazionale – anche perchè prevedere un sottoinquadramento generalizzato del personale è misura estremamente delicata. Avremmo voluto anche che i sacrifici fossero spalmati su tutti i lavoratori e in tutte le regioni, senza discriminazioni di livello o territoriali, sacrifici uguali per tutti, dai direttori all’ultimo fattorino. E in tutte le aree del Paese. Ma su questo non c’è intesa unitaria”.

 Fonte ilmediano

http://www.crisitaly.org/notizie/napoli-auchan-rotta-la-trattativa-1100-licenziamenti-e-riduzione-dei-salari-del-40/

Renzi: pronte le privatizzazioni di acqua, luce e gas

E guai a scendere in piazza contro il gov Renzi, oltre alle contromanifestazioni organizzate dai difensori del Pd, viene pure richiesta la messa al bando. A proposito di democrazia. Si vede chi disturba quando protesta

13/03/2015

A dare l’allarme è il giornalista Marcello Foa su Il Giornale. Foa cita il nuovo titolo V della Costituzione previsto dalla riforma Renzi. Cosa prevede l’articolo 117? Ce lo spiega Il Sole 24 Ore:

il nuovo articolo 117 si caratterizza per l’eliminazione della legislazione concorrente con riattribuzione alla competenza legislativa esclusiva dello Stato di diverse materie quali quelle relative alla regolamentazione del procedimento amministrativo, della disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche amministrazioni, della previdenza complementare ed integrativa, del commercio con l’estero, della valorizzazione (oltrechè tutela) dei beni culturali e paesaggistici, dell’ordinamento delle professioni e della comunicazione, della produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia, delle infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; dei porti ed aeroporti di interesse nazionale ed internazionale.

Foa, prosegue ponendosi davanti il problemi. Con questa mossa Renzi fa un immenso regalo ai colossi stranieri dell’energia privatizzando i servizi di acqua, luce e gas. Leggiamo:

Come sempre le leggi italiane sono pasticciate e pare che la norma non si applichi alle regioni a statuto speciale; però il senso mi sembra inequivocabile: quando sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il nuovo Titolo V permetterà a quel galantuomo di Renzi, che tanto ha a cuore i destini del suo Paese, di fare un immenso regalo ai colossi stranieri dell’energia privatizzando i servizi di acqua, luce e gas.

Io sono un liberale e se le privatizzazioni servissero a portare vera concorrenza e servizi e tariffe migliori per tutti, sarei il primo a rallegrarmene, tanto più che le utilities pubbliche non sono certo un modello di gestione e di efficienza. Ma il rimedio rischia di essere peggiore del male. Purtroppo l’esperienza dimostra che, in questo settore, come avvenuto per le Autostrade, le privatizzazioni si risolvono nella sostituzione di un monopolio pubblico con uno privato. E a rimetterci sono gli utenti costretti a far fronte a un’esplosione dei prezzi delle bollette. Insomma, una fregatura su tutta la linea. Prendetene nota e al momento opportuno ricordatevi chi ringraziare.

http://www.stopeuro.org/renzi-pronte-le-privatizzazioni-di-acqua-luce-e-gas/

Calci e pugni a 25enne per rubargli il giubbotto, arrestati afghani

Guai a condannare questa brutale aggressione razzista. Sarebbe istigare all’odio razziale. Lo straniero ha le sue usanze che devono essere rispettate esonerandolo dalla legge italiana vigente. Sarebbe razzismo, lo insegna il Pd, Boldrini e soci e la magistratura

 giovedì, 12, marzo, 2015

 Roma – Aggressione e rapina in via Cave di Pietralata

 Un aggressione in piena regola con pugni e calci prima di rubare un giubotto. E’ successo questa notte in via Cave di Pietralata quando due cittadini afgani, di 18 e 23 anni, entrambi irregolari sul territorio italiano, senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma con l’accusa di “rapina in concorso” e “lesioni personali”.

L’AGGRESSIONE – I due giovani hanno avvicinato un 25enne romano e dopo averlo colpito con calci e pugni gli hanno rubato il giubbotto griffato fuggendo via. La vittima ha immediatamente allertato il 112 cosi una ‘gazzella’ dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile, intervenuta sul posto, poco dopo, ha rintracciato e bloccato i due rapinatori mentre tentavano di dileguarsi.

 LE FERITE – Il 25enne è stati così soccorso e visitato presso l’ospedale ‘San Camillo’. A causa delle ferite riportate ne avrà per almeno sei giorni. I rapinatori arrestati dai Carabinieri sono stati accompagnati in caserma, dove sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa di essere processati con il rito direttissimo. Recuperato dai militari anche il giubbotto che è stato riconsegnato alla vittima.

 romatoday.it

Robert Scales, ex militare USA alla Fox che afferma di dover uccidere i russi!!!

Eternamente devoti ai nostri amati liberatori. Sel ha ribadito intanto quanto sia importante sostenere i venti di libertà che spirano in Cina Iran e Korea del Nord (casualmente nazioni nemiche degli Usa). Ma la causa delle donne che sta tanto a cuore alla sinistra, che sosteneva l’invasione dell’afganistan per salvare le donne dai talebani, niente dicono dell’Arabia Saudita? Yemen? Sono amici degli yankee quelli?

 Vergognosa l’affemazione Robert Scales, ex militare USA alla Fox che afferma di dover uccidere i russi!!!

“L’unico modo in cui gli Stati Uniti possono avere un qualche effetto in questa regione per invertire la tendenza è quello di cominciare ad uccidere i russi. Ucciderne così tanti che i media, anche quelli favorevoli a Putin, non possano nascondere il fatto, che i russi stiano tornando in Patria chiusi in sacchi di plastica”.

 Deduco che a Nichi avere un terzo governo esecutivo non eletto prosecuzione di un golpe dello spread sia compatibile con ciò che intende per democrazia

vendola

Nichi Vendola

27 febbraio 2011 ·

In Iran, Cina, Corea del Nord deve spirare la domanda di libertà. Non ci sono più alibi per nessuno. La libertà, la democrazia, il pluralismo sono temi che valgono anche per Cuba. Se non ora quando?

Ecco Mesfin, il “razzista” che secondo Repubblica caccia gli africani dalla discoteca

Repubblica vive di strumentalizzazioni (quelle che ovviamente secondo loro fanno solo gli altri) Chissà cosa scrive del ragazzo di 27 anni volontario del 118, assassinato brutalmente da uno straniero a Terni, sarà stata certamente colpa della vittima.

 mercoledì, 11, marzo, 2015

Eccolo qui, il razzista dell’Arteria, quello che organizza serate Hip-Hop, ma , come sostiene da giorni La Repubblica, cronaca di Bologna, raccogliendo l’improvvida attenzione anche della stampa nazionale. Raramente capita in questo mestiere che, in un’intervista con un soggetto, la foto diventi la più eloquente delle affermazioni; la più dura, granitica smentita delle strumentalizzazioni di una stampa in cerca di facili scoop.

 razzista

Mesfin Fremicael, italiano da diverse generazioni, ormai, ma ancora legato alla sua Eritrea, famoso a Bologna perché tra i promoter di serate in discoteca tra i più capaci e richiesti dai locali. Mesfin, attualmente, è il Pr principale dell’Arteria.

Scusi l’espressione, Mesfin, la riprendo pari pari dai giornali, ma, vedendola, si fa fatica a pensare che lei possa lavorare per una discoteca in cui .

Se è per questo, i razzisti di colore all’Arteria sono parecchi: i Twins, ragazzi ghanesi, Dj Ado, del Senegal e non le dico quanti altri, da dietro al banco alle pubbliche relazioni. Mi viene da ridere…

Eppure, l’altra sera…

… anche l’altra sera – e ci sono le foto della serata pubblicate, come di consueto, sul sito del locale – nel locale i ragazzi di colore presenti in sala erano un gruppo bello consistente, come sempre.

Scusi, Mesfin: perché non ha chiamato La Repubblica per smentire?

Perché non ho chiamato? Ieri, non ho fatto altro! Ho cercato di parlare con la sua collega di quel giornale, ma m’interrompeva sempre, mi ha detto che siamo razzisti e non credo neanche d’essere riuscito a farle capire che stava parlando con un “nero”, uno che, semmai, la discriminazione vera, in ben altre circostanze, l’ha conosciuta sul serio.

Leggi il seguito su asinorosso

http://www.imolaoggi.it/2015/03/11/ecco-mesfin-il-razzista-che-secondo-repubblica-caccia-gli-africani-dalla-discotecachi-e-mesfin/

Elezioni israeliane: i partiti arabi si uniscono

I partiti arabi si coalizzano e nelle prossime elezioni in Israele potrebbero essere la terza forza: una svolta storica che potrebbe essere preludio ad un cambiamento radicale dello stato ebraico, al di là dei risultati di giorno 17.

di Mauro Indelicato – 11 marzo 2015

Anche nella patria del sionismo, o meglio, nella patria nata dal sionismo, c’è spazio per movimenti di forte discontinuità e che apertamente condannano la politica dello stato ebraico: e così, nelle prossime elezioni che si terranno in Israele il prossimo 17 marzo, la più grossa sorpresa potrebbe essere rappresentata dalla lista comune dei partiti arabi. In Israele abitano 1 milione e 400mila arabi, per lo più palestinesi che dopo l’occupazione avvenuta nel 1948 non hanno lasciato le loro terre ed hanno presso la cittadinanza israeliana; da sempre frazionati in mille formazioni, la guerra a Gaza e le condizioni sempre più disumane in cui vivono i palestinesi in Cisgiordania, ma anche e soprattutto la sempre più pressante impronta sionista sull’ordinamento israeliano, hanno spinto i partiti arabi ad unirsi in una lista comune, data come terza formazione politica nei sondaggi. Dietro l’Unione Sionista (di fatto Laburisti e centristi di Kadima messi assieme) ed il Likud dell’attuale premier Netanyahu, vi è il partito unito degli arabi; sarebbe una vera e propria svolta storica in Israele, dove finalmente la cospicua minoranza palestinese inizia ad organizzarsi in maniera unitaria e con un programma politico che parla apertamente di ostilità sionista.

Non più quindi ‘cittadini di Serie B’ all’interno di Israele ed accettati da Tel Aviv solo per dimostrare al mondo la presunta democraticità e laicità dello stato, ma parte attiva della cittadinanza che chiede con forza la fine dell’occupazione dei territori; una voce quindi discordante rispetto all’opinione pubblica israeliana, una voce diversa e che questa volta non resterà ai margini della società civile. Il leader è Ayman Odeh: 41 anni, dalla forte personalità e di ottima fattura politica come dimostrano i recenti dibattiti in tv, il capo degli arabi uniti israeliani è stato capace non solo di riunire tutte le tante sigle politiche sotto un’unica bandiera, ma anche di tornare a fare appassionare alla politica i palestinesi che vivono in Israele. Se nelle ultime elezioni solo poco più del 50% degli arabi israeliani si era recato alle urne, adesso almeno il 67% esprimerebbe l’intenzione di andare a partecipare al voto e questo, in un paese in cui la minoranza araba rappresenta il 20% dell’intera popolazione, non è cosa da poco: il partito arabo unito (Joint List chiamata comunemente in ambito internazionale), potrebbe prendere più di 15 seggi alla Knesset ed essere molto più decisivo quindi in ambito parlamentare.

La destra israeliana è già in allarme: in un paese in cui si sogna ancora la ‘grande Israele’ e che pochi mesi fa ha pianto Ariel Sharon, colui che negli anni 70 affermava che la soluzione al problema palestinese era quella di trasferire con autobus gli arabi lontano dalle loro terre, il ritrovato vigore arabo ed il probabile successo del loro partito di rappresentanza, è di fatto molto più di una sconfitta politica. Oggi più che mai, dentro la casa sionista si ergono voci differenti e che potrebbero portare ad una messa in discussione a lungo termine dell’attuale sistema israeliano, con sempre più persone che chiedono la fine dell’occupazione e soprattutto con arabi israeliani in prima linea in politica e quasi decisivi alla Knesset. Tanto decisivi che alcuni hanno azzardato un’alleanza con i Laburisti per evitare che Netanyahu torni al governo; ma questo è stato escluso da Odeh, il quale rivendica invece l’antisionismo all’interno del suo partito e mai quindi potrebbe allearsi con un partito della coalizione dell’Unione Sionista, pur se in ottica di rovesciamento dell’attuale leadership israeliana.

Per la cronaca, se il prossimo 17 marzo è prevista una svolta positiva per la lista araba unita, dall’altro lato si prevede invece un testa a testa tra l’Unione Sionista ed il Likud; testa a testa solo fittizio però, in realtà appare chiaro come queste due formazioni andranno a realizzare una grande coalizione in cui Netanyahu spera di essere riconfermato primo ministro. Ma se questo rappresenta un ‘vecchio che ritorna’ nelle elezioni di giorno 17, la svolta del partito arabo invece sarà una grande novità; potrebbe essere preludio ad un futuro non troppo lontano in cui Israele per come lo conosciamo potrebbe non esistere più: gli arabi avanzano a livello politico, entro due decenni rappresenteranno invece la maggioranza in seno allo stato ebraico e questo non potrebbe quantomeno non mettere in discussione la natura sionista di Tel Aviv.

http://www.lintellettualedissidente.it/esteri-3/i-partiti-arabi-si-uniscono-israele-si-prepara-alla-svolta/

La Svezia condanna le frustate, l’Arabia Saudita richiama l’ambasciatore

venerdì, 13, marzo, 2015

L’Arabia Saudita richiama il proprio ambasciatore in Svezia, in risposta alla decisione di Stoccolma di interrompere un accordo di cooperazione militare tra i due Paesi.

La crisi diplomatica è nata un mese fa, quando il ministro degli Esteri svedese, Margot Wallstrom, ha condannato Riad per le frustate inferte al blogger saudita Raif Badawi. Un’ingerenza, secondo i sauditi, che hanno impedito alla Wallstrom di parlare davanti alla Lega araba.

Il primo ministro svedese, Stefan Lofven, conferma che il suo governo ha difeso i diritti umani in passato e continuerà a farlo anche in futuro. “Vogliamo mantenere buone relazioni con l’Arabia Saudita e vedremo come riuscirci”, ha aggiunto, rivendicando però la scelta di rompere la partnership militare.

L’accordo, firmato nel 2005 e rinnovato nel 2010, prevedeva cooperazione nei settori della logistica, degli armamenti, della tecnologia e dell’addestramento.

In Svezia aveva già sollevato dure critiche quando era emerso che Stoccolma aveva segretamente aiutato i sauditi nella costruzione di una fabbrica di armi.

http://www.imolaoggi.it/2015/03/13/la-svezia-condanna-le-frustate-larabia-saudita-richiama-lambasciatore/