PER IL CAPO DI BANCA INTESA, MPS SI PUO’ ”NAZIONALIZZARE” (GRANDE PORCATA)

Ma dai, chi l’avrebbe mai detto. A proposito, l’omicidio di David Rossi? Caso chiuso, mica era interessante come l’affaire  Ruby…

 11 marzo –

”Nazionalizzare il Monte dei Paschi? Possibile, ma poi lo Stato deve essere capace di creare valore e di non fare operazioni politiche”. Lo sostiene Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo in un’intervista pubblicata sul numero di Panorama in edicola da giovedi’ 12 marzo. Il banchiere aggiunge che negli Usa, nel Regno Unito e in Germania lo Stato e’ entrato nel capitale delle banche per risanarle: nei primi due casi con un buon risultato, in Germania un po’ meno. Ma sono Paesi con i conti pubblici che permettono di condurre operazioni di quel tipo, a differenza dell’Italia. C’è da dire però che la ”nazionalizzazione” sposterebbe nelle casse pubbliche la voragine dei conti di Mps, ovvero sulle spalle dei contribuenti italiani.

http://www.ilnord.it/b-5460_PER_IL_CAPO_DI_BANCA_INTESA_MPS_SI_PUO_NAZIONALIZZARE_GRANDE_PORCATA

Se Renzi finanzia la multinazionale che chiude gli stabilimenti italiani

Che Renzi è in conflitto di interessi? Sia mai, e cmq bisogna andare in piazza per difendere il Pd ed il terzo governo esecutivo non eletto prosecuzione del golpe dello spread, da chiunque lo minacci ( salvini e non meglio identificati …ismi)

 marzo 10, 2015

Roma, 10 mar – Sono bastati 3 minuti al colosso multinazionale Prysmian, leader mondiale nella produzione di cavi elettrici, con presidenza italiana, per dichiarare la chiusura immediata dell’ennesimo stabilimento della zona industriale di Ascoli Piceno. E’ successo il 27 Febbraio 2015. La multinazionale Prysmian Cables & Systems Ltd non è affatto un gruppo in crisi, basti pensare che ha chiuso lo scorso esercizio con un utile netto di 115 milioni di euro e di 153 milioni nell’esercizio precedente. E’ presente in 50 paesi del mondo ed ha un totale di 91 stabilimenti, di cui 9 in Italia.

La solidità del gruppo è stata sottolineata giust’appunto pochi mesi fa, da Matteo Renziin persona che il 17 Novembre 2014 ha deciso di visitare lo stabilimento di Sidney dichiarando: “Un’azienda italiana può essere leader nel mondo se noi coinvolgiamo la gente a lavorare giorno dopo giorno in un grande progetto, grazie del vostro lavoro, grazie della vostra qualità. Prysmian oggi è una delle più importante aziende italiane, per cui oggi sono particolarmente felice, e neppure i giornalisti italiani comprendono bene l’importanza della Prysmian in tutto il mondo”.

Parole che sanno di beffa per i 120 lavoratori che l’azienda si appresta a lasciare a casa per motivi del tutto inspiegabili. Lo stabilimento di Ascoli ha raggiunto il premio produzione nel 2014 e diffusamente negli ultimi 15 anni. Giusto pochi giorni prima dell’annuncio, agli operai è stato proposto di investire il proprio TFR nelle azioni del gruppo (in constante crescita, ndr). La beffa poi diventa doppia se si scopre che il governo di Matteo Renzi ha finanziato il gruppo con 32 milioni di euro di soldi pubblici per l’impegno nel sud Italia.

E’ possibile che questi fondi non siano vincolati alla tutela dei lavoratori italiani e al mantenimento degli stabilimenti in funzione sul suolo nazionale? E’ possibile che un gruppo industriale possa ricevere 32 milioni dal governo e chiudere gli stabilimenti?

Monta la rabbia al Presidio permanente che i lavoratori hanno indetto e che ha incassato la solidarietà di tantissimi cittadini semplici che supportano una battaglia di dignità che però vede poche prospettive all’orizzonte.

La politica industriale nazionale è completamente assente. Una nazione che ha completamente abbandonato il comparto industriale, sulla cui crisi potremmo fare ormai migliaia di esempi. Una nazione che non riesce a vincolare neanche le aziende in forte attivo, che le finanzia per poi permettere loro di chiudere, delocalizzare e poi tornare a vendere i propri prodotti sul nostro suolo nazionale come se nulla fosse, mentre i governanti tessono le lodi dei dirigenti in cambio, magari, del finanziamento della prossima campagna elettorale.

Una nazione con la disoccupazione giovanile vicina al 50% dove la gente è ormai stanca di subire la dittatura del libero mercato, e le politiche miopi e servili dei vari governi. Una nazione la cui politica dovrebbe rimettere seriamente al centro il lavoro e la sua tutela, nell’interesse nazionale. Il lavoro nobilita l’uomo, diceva un proverbio, ma la disoccupazione e la mancanza di prospettive stanno uccidendo anche la dignità.

Giorgio Ferretti

Fonte: Il Primato Nazionale

http://www.informarexresistere.fr/2015/03/10/se-renzi-finanzia-la-multinazionale-che-chiude-gli-stabilimenti-italiani/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Il nuovo regime forfettario gela le partite Iva: crollo a gennaio (-30%)

Per fortuna ci sono le risorse a creare lavoro….per il business più redditizio della droga

 di Giovanni Parente

Il nuovo regime forfettario gela le partite Iva. A gennaio 2015 ne sono state aperte 56.717, il 29,7% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno e in controtendenza rispetto ai mesi di novembre e dicembre 2014, nei quali, ricorda il Mef, si erano verificati veri e propri boom. Sul forfait è stato poi corretto il tiro nell’esame parlamentare del Milleproroghe.

Nel primo mese del 2015, tra le nuove partite Iva di cui sono titolari persone fisiche, il Mef ha rilevato «un discreto numero di adesioni al nuovo regime forfetario (10.708 soggetti), introdotto dalla legge di stabilità per il 2015 in sostituzione del preesistente regime fiscale di vantaggio». La flessione nel numero di aperture osservata a gennaio, spiega quindi il Tesoro, «è stata influenzata dalla clausola prevista dalla stessa legge di stabilità per il 2015 che, insieme all’introduzione del nuovo regime forfettario, consentiva alle partite IVA in essere al primo gennaio 2015, di continuare ad operare con il “vecchio regime”. E’ quindi probabile che diversi soggetti abbiano anticipato l’apertura della partita IVA entro la fine del 2014 (novembre e dicembre), ritenendo il regime allora in vigore più vantaggioso per la propria attività, facendo conseguentemente registrare un calo a gennaio 2015».

Solo successivamente, il 1° marzo 2015, prosegue il Ministero dell’Economia, con l’entrata in vigore del decreto Milleproroghe, è stato consentito in via transitoria per tutto il 2015 l’adesione al vecchio regime fiscale di vantaggio, per i soggetti che ne abbiano i requisiti.

10 marzo 2015

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-03-10/il-nuovo-regime-forfettario-gela-partite-iva-crollo-gennaio-30percento-190828_PRN.shtml

Perché l’Occidente odia Putin? La Ragione Segreta

Di FunnyKing , il 11 marzo 2015

Le ragioni ufficiali

Tutti sappiamo che i governi occidentali, con in testa Stati Uniti e Regno Unito, ce l’hanno con la Russia. Le ragioni che i media riferiscono sono molte: la Russia ha tentato di impedire all’Ucraina di entrare nell’Unione Europea. La Russia ha aiutato i “ribelli filo-russi” ad abbattere il MH-17. La Russia ha “invaso” illegalmente la Crimea. Migliaia di soldati e tank russi combattono in Ucraina. Alcuni di noi capiscono che questa è solo propaganda di guerra destinata ai cittadini dell’ovest per giustificare le sanzioni contro la Russia e accrescere le tensioni militari.

Le ragioni geopolitiche

Molto meno dibattute, ma assai più importanti, sono le ragioni geopolitiche che interessano le zone di conflitto tra gli interessi economici degli Stati Uniti, da un lato, e quelli della Russia e della Cina, dall’altro. Al momento, l’Unione Europea dipende molto dall’energia russa. Gli Stati Uniti vorrebbero porre termine a questa dipendenza. Il conflitto in Ucraina è un momento importante di questo tentativo di separazione economica della UE dalla Russia. Ma vi è anche un programma più ampio. La Russia e la Cina guidano i BRICS, il gruppo di paesi che comprende il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e l’Africa del Sud. I paesi del BRICS intendono promuovere un sistema economico mondiale che non dipenda più dal dollaro USA. Vogliono essere indipendenti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale. La Cina ha anche suggerito all’Europa di unirsi ad essa e alla Russia, nel progetto che chiamano della “Nuova via della seta”, che si estende lungo tutta l’Eurasia, da Lisbona a Shangai. Inutile dire che non c’è posto per gli Stati Uniti in questo piano, ciò che fornisce (agli USA) un altro motivo per tentare di tagliare i rapporti economici tra la Russia e l’Unione Europea.

La ragione segreta.

La guerra che non c’è stata Tutti questi fattori sono importanti, ma ve ne è ancora un altro, che non è mai stato trattato dai media occidentali. L’elemento scatenante della improvvisa ostilità contro la Russia e Putin si può individuare in quasi tutti gli avvenimenti non resi pubblici che si sono susseguiti tra la fine di agosto e l’inizio di settembre 2013. Ciò che è accaduto in questo periodo cruciale è che un attacco a sorpresa della NATO contro la Siria è stato stoppato dalla Russia. E’ stata probabilmente la prima volta, dopo la Seconda Guerra Mondiale, che un attacco militare organizzato dall’Occidente si è trovato contro una forza sufficiente a imporre il suo annullamento. Non lo si è detto alla gente in Occidente, perché i loro leader bellicosi e dal portamento marziale hanno ceduto. Si sono ritirati e hanno deciso di cambiare i loro piani. Il nuovo piano: demolire l’Ucraina e impadronirsi della Crimea a vantaggio della NATO. Nemmeno questo è riuscito, si sa, e il disordine che i leader occidentali hanno creato resta immutato.

L’attacco USA/Francia previsto contro la Siria

La mattina presto di sabato 31 agosto 2013, un ufficiale statunitense ha telefonato alla segreteria del presidente Hollande per preannunciargli una telefonata di Obama più tardi in giornata. “Ritenendo che questa telefonata della sera avrebbe annunciato l’inizio degli attacchi aerei statunitensi (contro la Siria), Hollande ha ordinato al suo stato maggiore di mettere a punto anche i loro piani di attacco. Gli aerei da combattimento Rafale sono stati caricati di missili da crociera Scalp, ed è stato dato ordine ai piloti di lanciare questi missili di 400 chilometri di portata, quando avessero sorvolato il Mediterraneo”. (1)

In altri termini, in quel momento i piloti francesi e le truppe USA attendevano solo l’ordine finale del presidente Obama per lanciare il loro attacco. Ma nella stessa giornata, alle 18 e 45, Obama ha chiamato il presidente francese per comunicargli che l’attacco programmato per il 1° settembre alle 3 del mattino non vi sarebbe stato. Doveva prima consultare il Congresso (2).

Tre giorni dopo, alle 6,16 del 3 settembre, venivano lanciati due missili contro le coste siriane “dalla zona centrale del Mediterraneo”, ma essi non hanno colpito la Siria (3). “I due missili si sono inabissati in mare” (4).

Esistono differenti versioni di quanto accaduto. Secondo Israel Shamir: “Un giornale libanese, citando fonti diplomatiche, ha affermato che i missili erano stati lanciati da una base aerea della NATO in Spagna, e che sono stati abbattuti da un sistema russo di difesa mare-aria, posto a bordo di navi russe. Un’altra versione proposta da Asia Times sostiene che i Russi abbiano fatto ricorso ai loro disturbatori di frequenza GPS, potenti ed economici, per rendere impotenti i carissimi Tomahawk, disorientandoli e rendendoli inefficaci. C’è ancora un’altra versione, che attribuisce il lancio agli Israeliani, o per tentare di provocare il conflitto o solo per osservare le nuvole, come sostengono loro” (5).

Le navi da guerra erano pronte

E’ difficile sapere cosa vi sia dietro questo fallito lancio di missili, ma comunque esso non ha scatenato la guerra. Sulla cartina più in basso, si può vedere l’impressionante dispiegamento di navi da guerra al largo della Siria all’epoca (6). Un articolo del Global Research parla di “spiegamento navale massiccio da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati nel Mediterraneo orientale, al largo della costa siriana, oltre che nel Mar Rosso e nel Golfo Persico” (7)

Nuova immagine

In quel momento sembrava quasi certo che gli Stati Uniti e i loro alleati avrebbero lanciato un attacco contro la Siria. E invece è stato rinviato sine die. Come spiega Israel Shamir: “Le volontà di ferro degli Stati Uniti e dell’Eurasia si erano incrociate nel Mediterraneo orientale”, e gli Stati Uniti hanno improvvisamente deciso di ritirarsi davanti a questo grave conflitto militare. Un commentatore ci ha scherzato su, dicendo che Obama aveva, per questo, finalmente meritato il suo premio Nobel per la pace. Ecco l’analisi della situazione fatta dal Saker, un fervente oppositore di quel che viene chiamato l’Impero anglo-sionista. Perché la sua pregressa esperienza fornisce al Saker una conoscenza intima del modo di funzionare degli affari militari della NATO:

“Meno evidenziato, vi è stato l’invio da parte della Russia di una forza navale operativa, messa insieme frettolosamente, ma competente, verso la costa siriana. Non una forza sufficientemente forte da poter battere la marina USA, ma una forza in grado di fornire all’esercito siriano una visione completa del cielo, al di sopra e oltre la Siria. In altri termini, per la prima volta, gli Stati Uniti non hanno potuto realizzare un attacco a sorpresa della Siria, né con i missili da crociera, né con la loro potenza aerea. Peggio, la Russia, l’Iran e Hezbollah si sono impegnati in un programma nascosto e dichiarato di assistenza materiale e tecnica della Siria, che è riuscito alla fine a battere l’insurrezione wahhabita” (8).

Perché gli Stati Uniti hanno modificato i loro piani?

Ci è difficile conoscere tutte le manovre sotterranee che si sono susseguite tra agosto e settembre 2013, ma il risultato finale è chiaro. Dopo anni di tensioni crescenti e di minacce, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno deciso di non attaccare la Siria, così come avevano deciso. Nonostante che la retorica e il dispiegamento militare contro la Siria sembrassero ripercorrere il medesimo scenario utilizzato per l’Iraq e per la Libia, si sono poco dibattute in Occidente le ragioni per cui gli Stati Uniti e i loro amici hanno improvvisamente cambiato i loro piani. Ora, dopo il ripiegamento, possiamo constatare che questo attacco diretto fallito ha dato luogo a un crescente attacco indiretto e alla crescita di quello che viene attualmente conosciuto come Stato Islamico.

Due delle evidenti ragioni che io posso individuare di questo improvviso mutamento di orientamento non fanno parte delle cose delle quali i leader politici occidentali hanno piacere a discutere. L’una è il fatto che queste guerre sono molto impopolari. Uno dei risultati delle menzogne e dei fallimenti innumerevoli rivelati a proposito delle guerre selvagge e inutili in Afghanistan, Iraq e Libia, sembra essere che, adesso, alcuni politici danno ascolto ai loro concittadini. Come si può spiegare altrimenti l’inattesa decisione del Parlamento britannico, giovedì 29 agosto, di votare contro la partecipazione del Regno Unito e qualsiasi attacco contro la Siria?

L’altra ragione è l’ampiezza della concentrazione di truppe della Siria, della Russia, e anche della Cina (9). I Russi e i Cinesi non si sono accontentati di bloccare gli Stati Uniti in ambito di Consiglio di Sicurezza. Essi hanno votato anche con la loro forza militare. Non apprezzavano quel che gli Stati Uniti avevano progettato contro la Siria e hanno fatto sapere con chiarezza che sarebbero ricorsi anche alla forza per fermarli. Quando i Cinesi hanno inviato l’ultima volta loro navi da guerra nel Mediterraneo? La Russia e la Cina non approvano chiaramente il modo in cui gli Stati Uniti decidono di invadere un paese dopo l’altro.

Che cosa vuol dire tutto questo?

Per ragioni che è facile immaginare, sui media occidentali si è discusso poco del significato di questi avvenimenti. Tuttavia, commentatori come Israel Shamir e Pepe Escobar ritengono che essi segnalino un importante mutamento nell’equilibrio dei poteri nel mondo. Quanto segue è tratto da una presentazione di Israel Shamir al Rhodes Forum, il 5 ottobre 2013:

“Prima di tutto la buona nuova. L’egemonia statunitense è cosa del passato. Il bruto è stato messo sotto controllo.

Abbiamo doppiato il Capo di Buona Speranza, simbolicamente parlando, nel settembre 2013. Con la crisi siriana il mondo si è trovato di fronte ad una biforcazione essenziale della Storia moderna. Era un lascia o raddoppia, rischioso quasi come la crisi dei missili cubani del 1962.

Il rischio di una guerra totale era elevato, perché le volontà di ferro degli Stati Uniti e dell’Eurasia si erano incrociate nel Mediterraneo orientale. Ci vorrà un po’ di tempo perché ci si renda pienamente conto di quanto abbiamo vissuto: è normale per avvenimenti di tale portata”. (10)

Per Eurasia, bisogna intendere la Russia e la Cina. In termini crudi, questi due paesi hanno semplicemente costretto gli Stati Uniti a ritirarsi e ad annullare i loro piani di guerra. In linea generale, la gente comune negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in molti altri paesi era del tutto contraria all’attacco, quanto lo stesso popolo siriano.

Pepe Escobar è ancora più drammatico. Scrivendo il 17 ottobre, dopo la frenata sulla Siria da parte del governo di Washington, spiega che c’è stato anche un cambiamento nella politica di Pechino. Ora la Cina si è tolta i guanti diplomatici. E’ giunto il momento di costruire “un mondo disamericanizzato”. E’ venuto il tempo di istituire una moneta di riserva internazionale che sostituisca il dollaro USA (11).Questo nuovo approccio viene presentato in un editoriale di Xinhua (12). L’ultimo tassello è il fallimento di bilancio degli Stati Uniti, che si aggiunge alla crisi finanziaria provocata dalle banche di Wall Street. Ha citato quello che può considerarsi il paragrafo più importante:

“Invece di adempiere alle proprie obbligazioni come una potenza che esercita una leadership responsabile, una Washington egocentrica ha abusato della posizione di superpotenza e ha perfino accresciuto il caos mondiale trasferendo i propri rischi finanziari all’estero, provocando tensioni regionali nei conflitti territoriali e impegnandosi in guerre senza senso, giustificate da menzogne” (13).

La Cina intravvede tre tappe per questa nuova strategia. La prima è di stoppare le avventure militari degli Stati uniti. Tutte le nazioni devono rispettare il diritto internazionale e risolvere i conflitti nell’ambito delle Nazioni Unite. La seconda è di allargare l’adesione alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale anche ai paesi emergenti e in via di sviluppo. La terza è di preparare “una nuova moneta di riserva internazionale che sostituisca la dominazione del dollaro USA” (14).

E’ forse per questa ragione che i leader dell’Occidente non celebrano la guerra che non vi è stata. I Russi e i Cinesi hanno costretto l’Occidente a rispettare il diritto internazionale e ad evitare una guerra illegale. Inoltre i Cinesi vedono in questo l’inizio di una nuova era della politica mondiale. Vogliono disamericanizzare il mondo. Ciò significa che gli Stati Uniti e il loro ristretto gruppo di amici nell’Europa dell’Ovest e in Giappone dovranno rassegnarsi al fatto che non potranno più prendere da soli tutte le importanti decisioni del mondo.

Guest Post da Ossin.org

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Rapine violente contro anziane indifese, due arresti in Città Studi

Anziane razziste.

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Tre episodi nei primi cinque giorni di marzo

Stiben Mesa Paniagua  · 10 marzo 2015

Due persone arrestate, tre rapine violente ai danni di altrettante anziane commesse tra le ore 13 e le 14 in Città Studi e Lambrate, e il furto di una bicicletta. Sono questi gli ingredienti che girano attorno a due cittadini tunisini arrestati dagli agenti del Commissariato di Città Studi domenica 8 marzo. Quel giorno, i poliziotti avevano deciso di mettere in atto un controllo preventivo per cercare di contrastare le ripetute rapine che erano avvenute nei primissimi giorni del mese: il primo episodio era avvenuto in via Filippino Lippi, domenica 1 marzo, il secondo in via Bronzino, mercoledì 4 e poi giovedì 5 in via Adolfo Wildt.

L’azione di controllo, realizzata da alcuni agenti in borghese, ha portato subito i suoi frutti. Grazie all’uso interno di Whatsapp tutte le volanti avevano le descrizioni della coppia di banditi. Nel pomeriggio, una pattuglia intercetta due stranieri che corrispondono con le caratteristiche dei malfattori sospettati: stanno facendo movimenti strani di fronte ad una bicicletta in via Giovanni Battista Tiepolo. La coppia si allontana e viene bloccata poco dopo, mentre puntavano altre bici in sosta.

Uno di loro, Ben Othman Omar di 32 anni, nello zaino ha un lungo tronchese e si giustifica dicendo di essere un giardiniere ma la catena tranciata nel luogo del furto della bici lo ‘condanna’. L’altro fermato è Selami Haza Chahine di 30 anni. Quest’ultimo, in particolare, viene ricollegato alla rapina di via Branzino, era vestito nello in maniera uguale: stesso giubbotto blu e stessi pantaloni verdi. In più lo riconosce la custode che il 4 marzo aveva cercato di rincorrerlo dopo l’aggressione ad una 76enne nell’androne. Aveva colpito la donna con un pugno in faccia e poi le aveva dato dei calci mentre era a terra per rubarle una piccola collanina in oro.

Gli investigatori lavorano per collegare i due agli altri episodi, anche se non è semplice vista la difficoltà di alcune delle vittime nel riconoscere gli aggressori. In particolare, l’anziana di via Lippi, a cui era stata tappata la bocca prima di scaraventarla a terra, ha 86 anni ed è ipovedente. Per via Wildt si continua a lavorare: la donna era stata aggredita all’interno dell’ascensore.

Il modus operandi dei due – indiziati di essere gli autori degli altri reati, secondo quanto riferito dalla dirigente del Commissariato Città Studi, Anna Laruccia – era sempre lo stesso. Sceglievano edifici senza la video sorveglianza, uno faceva da palo mentre l’altro aggrediva e rapinava la vittima di turno. Adesso, in attesa della conferma degli arresti, gli agenti invitano tutte le persone che sono state vittime di episodi simili a vincere la paura denunciare.

http://www.milanotoday.it/cronaca/rapine-anziane-via-lippi-bronzino-wild-arresti.html

Su La 7 , domenica 8 marzo sera.

In qualunque paese normale , andrebbe in galera per favoreggiamento ed istigazione a delinquere.

Nell’Italia del PD e’ ospite fisso dei talk show, e spiega agli italiani come devono vivere per meglio integrarsi ai ROM.

Sceltacivica, un partito natoda un golpe della finanza, cheha messo banchieri al governo favorendogli interessi della finanza, come può non essere anche tanto solidale? Pergli italiani la legge fornero…

Campi Rom, le politiche della Cutini costano ai romani 1.269.978 euro

http://www.imolaoggi.it/2015/03/11/campi-rom-le-politiche-della-cutini-costano-ai-romani-1-269-978-euro/

46enne malato di cancro fa troppe assenze, licenziato

Grazie Job Act. Ma in piazza si vede qualcuno contro a parte le parole di facciata? Si, gente contro Salvini che protesta contro il gov Renzi. Con Salvini mai, con il Pd sempre.

 mercoledì, 11, marzo, 2015

Vincenzo Giunta, 46 anni, guardia giurata di Brindisi, è stato licenziato per un eccesso di assenze a causa di una grave malattia per cui ha dovuto subire ben 3 interventi chirurgici per tentare di curare un tumore al cervello.

 La lettera di licenziamento inviata a Vincenzo Giunta, dalla Sveviapol, l’istituto di vigilanza di cui Vincenzo Giunta è dipendente, è stata definita atto vergognoso, è stata oggetto di interrogazione parlamentare, è stata motivo di sdegno; hanno preso posizione il sindaco, i sindacati, tantissimi cittadini

 Anche i Dirigenti dell’istituto devono curare il proprio cervello o quel poco che gli resta.

ImolaOggi, condanna senza se e senza ma la decisione della Sveviapol,  di licenziare un dipendente per eccesso di assenze dovute  a problemi di salute, ovvero perché gravemente malato .

ImolaOggi, invita inoltre i clienti del suddetto istituto di vigilanza a protestare contro questa INQUALIFICABILE decisione, e se non ci sarà subito un passo indietro da parte dell’azienda, invita i clienti della Sveviapol a rivolgersi ad altri istituti di vigilanza per tutelare la loro sicurezza.

http://www.imolaoggi.it/2015/03/11/46enne-malato-di-cancro-fa-troppe-assenze-licenziato/

‘Il giudice Bisceglia è stato eliminato

Se un pennivendolo osa osservare i calzini di un giudice viene licenziato. Ma si può assassinare un giudice che indagava su pedofilia e mafia nella terra dei fuochi senza che i giornali, quelli “seri e giusti” si indigino e dedichino la stessa attenzione

 In un primo tempo doveva essere “volato” da un viadotto ma poi il piano si inceppa

 La morte del povero Federico è un omicidio. Non ci sono dubbi. E non serve Sherlock Holmes per capirlo. La scena del crimine, il famigerato Km 205,700 carreggiata sud della Salerno- Reggio Calabria, è palesemente artefatta. Agli assassini qualcosa deve essere andato storto. Avevano forse programmato un altro luogo per questo omicidio e qualcosa li ha costretti ad inscenare in fretta e furia una nuova pantomima senza potersi curare dei “dettagli”. Dovevano farlo volare da un viadotto. Qualcuno si era già preoccupato di far circolare questa notizia (che dovranno poi riformulare): Federico, mentre si recava nell’agro nocerino per incontrare la dottoressa Rusolillo (magari dopo aver fatto visita ai genitori a Botricello, o chissà da quale altro luogo), veniva colto da un colpo di sonno e l’auto finiva in fondo ad un viadotto di 30 metri. Questa era la versione concordata e gli assassini così avrebbero dovuto operare. Forse questo volo sarebbe dovuto avvenire proprio nella carreggiata nord da uno dei tanti viadotti presenti in quel tratto. Quello di San Leonardo (km 195 carreggiata nord) forse. Nei cui pressi, testimoni oculari la sera del 28 febbraio intorno alle 21,00 (due ore e mezza prima del presunto incidente in cui è incappato Federico, avvenuto al km 205,700 carreggiata sud), videro un grave incidente. Con tanto di auto della polizia, vigili del fuoco, e 118 (intervenuti, forse, per avallare una eventuale messa in scena, o magari per un lanciato allarme non “coordinato”, o forse, anticipato). Incidente che nonostante l’attendibilità dei nostri testimoni, sparisce da ogni carta, verbale. Non se ne trova traccia. Qualcosa, dicevamo, va storta, e lì, dove era stata preventivata la messa in scena non è più possibile operare. Gli assassini cercano di correre ai ripari. Molto probabilmente l’onesto Federico è già morto, e gli assassini che avrebbero dovuto farlo volare dal viadotto, si ritrovano col cadavere e impossibilitati ad agire sul luogo stabilito. I mandanti dell’omicidio contattano i loro sodali in loco e appresa la “notizia” di sopraggiunti problemi, subito si attivano. E’ rischioso muoversi avranno pensato. Tutto è programmato per quella sera di sabato. E in quel tratto. Scelto apposta per le sue caratteristiche: non è video sorvegliato ed è poco trafficato. E la giurisdizione di Castrovillari garantisce coperture ed eventuali insabbiamenti e soprattutto non sono tipi che fanno domande. Bisogna trovare un altro luogo in cui incidentare il bravo Federico, e anche in fretta. L’intoppo non previsto deve in qualche modo aver bruciato la carreggiata nord. E gli allerta, previsti sul viadotto, rientrano. Si smobilita dalla carreggiata nord. Ma il rischio è grande, perché la macchina delle bugie è già in moto. E bisogna bloccarla. Gli spioni che passano le notizie farlocche, come da piano, hanno già ordinato ai loro accoliti cosa comunicare. E mettono tutto in standby. Ma qualcuno non ha ricevuto il contrordine. Ordine a cui dovevano attenersi non solo per luogo e dinamica, ma anche aspettare l’ok per divulgarla (o già l’ordine conteneva un orario per la messa in rete della notizia). Infatti la stranezza è che per un incidente che avviene tra le 23,30 e le 23,45 (secondo il comunicato dell’Anas), che vede coinvolto un importante pm, il primo comunicato (farlocco) arriva alla stampa 11 ore dopo: la prima a battere la notizia è l’Adnkronos alle ore 10,57 del 1° marzo, che pubblica il comunicato dell’Anas. Ma qualcuno dei divulgatori, non ha ricevuto le “novità”, e con l’idea di bucare la notizia, Marco Di Caterino spara alle ore 9,46 (un’ ora e un quarto prima dell’Adnkronos) di domenica 1° marzo dalle colonne del il Mattino.it il titolone: “Tragico incidente in autostrada: muore Bisceglia, il pm che indagava sul caso Fortuna e sui reati ambientali. Auto fuori strada, volo di 30 metri. Ferita nello schianto una seconda persona”. Non dice “fuori strada” (come l’Anas) e basta. Specifica un viadotto di 30 metri. Avrebbe potuto dire genericamente viadotto. Ma invece no. Specifica. Come fa ad essere così preciso?

 Impossibilitati ad andare avanti col loro piano nel luogo stabilito, decidono di spostarsi sull’altra carreggiata (sud), perché devono per forza restare nei “paraggi” (se finisco in un’ altra giurisdizione potrebbero trovare qualche giudice onesto che magari si mette a fare domande. E’ in quel territorio che hanno concordato le coperture). E inscenano l’incidente farlocco. Chiudono l’autostrada per 5 ore nel tratto loro interessato e si mettono al lavoro. Non possono fare molto. Non possono più dire che l’auto è volata da un viadotto di 30 metri, perché la dottoressa che viaggiava con lui è incolume. E scelgono il km 205,700. Evidentemente la dottoressa era il loro gancio e non doveva trovarsi in macchina. Serviva solo a “giustificare” il viaggio del buon Federico e metterlo sulla strada (carreggiata nord), dove avrebbe trovato la morte. Ma il cambio di carreggiata, a cui sono costretti, cambia anche la versione farlocca dei fatti. E la Russolillo è costretta a trovarsi in macchina con lui. Quindi non più da sud verso nord viaggiava il capace Federico, ma a cambio versione, da nord verso sud. Quindi se muore al km 205.700 dell’A3, carreggiata sud, vuol dire che è già passato dall’agro nocerino e ha caricato in macchina la dottoressa. La Russolillo, da semplice esca, deve collocarsi sulla scena del crimine, per forza. Altrimenti come spiegare i contatti con la dottoressa e quindi, il viaggio del valente Federico? Per cui il suo ultimo viaggio, nella nuova versione farlocca, così avviene: il giudice sarebbe partito da una non meglio specificata località della Toscana, per poi deviare durante il tragitto in direzione agro nocerino, per prelevare la Russolillo e dirigersi verso Botricello, per far visita ai propri familiari. Durante il viaggio, già imboccata la A3, ad una decina di chilometri da dove avrebbe trovato la morte (verosimilmente l’autogrill, o qualche area di sosta nei pressi), Federico e la Russolillo fanno una sosta (se ciò è vero basta guardare le immagini dell’autogrill). Eliminando così dalla prima versione la “causale” dell’incidente cioè: il colpo di sonno. Che qualche altro sbadato giornalista, nelle cronache del giorno dopo, aveva riportato. Alla confusione, ingeneratasi dall’intoppo, cerca di metterci una pezza l’Anas (o chi per loro). Che avendo già preparata la versione stabilita all’origine del piano di omicidio, si vede costretta ad approntarne un’altra. Ma le informazioni degli assassini che arrivano a chi deve stilare il nuovo comunicato, sono “concitate”. Non c’è chiarezza. Forse hanno il tempo che gli soffia sul collo. Evidentemente il tempo stringe. E poi c’è da andare a prendere la Russolillo (che non era previsto ci fosse). E servono almeno 2 o 3 ore di macchina. Perché lei deve essere lì. Sistemano alla meno peggio la scena del crimine. Annotano il chilometro. E inviano i dati. E l’Anas scrive: Km 205,700, A3, carreggiata sud, testacoda, rettilineo, impatto, barriere, fuori strada, nessun altro coinvolto. Parole messe in una sequenza che dire generico è dire poco. A leggere (e vi invito a farlo) gli altri comunicati dell’Anas, non si direbbe che “scrivono” sempre così. Sono dettagliati. Ma questo no. Cioè: dopo 11 ore dall’incidente che ha coinvolto un importante magistrato in prima linea contro le ecomafie, l’Anas è questo tutto quello che riesce a dire? Perché non c’è chiarezza nella dinamica e nelle cause di questo incidente? E’ troppo chiedere di leggere un verbale? Potete crederci o meno a questa mia ipotesi. Per smentirmi basta poco. E se non lo fanno, chiedetevi il perché! E se le parole non bastano riproponiamo la fotocronaca di questo presunto incidente.’

 Link: http://www.laprovinciadicosenza.it/…/360-il-giudice-biscegl…

 https://www.facebook.com/KilluminatiResistence/posts/719120151520208:0

Brescia: Tunisino 40enne arrestato per la settima volta

Razzisti. Un perseguitato dalla polizia…

mercoledì, 11, marzo, 2015

Sono riusciti a mettergli le manette per la settima volta. Domenica sera in via Milano a Brescia gli uomini della Questura hanno arrestato un tunisino di 40 anni che ha aggredito un bresciano per rubargli il telefonino.

Fra i due è nata una colluttazione terminata poi con l’arresto dello straniero.

Un abitudinario delle manette dato che dall’estate del 2011 a oggi è stato portato a Canton Mombello per ben sette volte, a cui si aggiungono altre tre denunce a piede libero.
In tutto, però, in carcere ci è rimasto solo quattro mesi per accumulo pene: l’uomo è riuscito a tornare in libertà sempre in tempi brevi sia per l’accusa di rapina che per spaccio.

quibrescia

http://www.imolaoggi.it/2015/03/11/brescia-tunisino-40enne-arrestato-per-la-settima-volta/

All’asilo maschi e femmine possono scambiarsi vestiti e toccarsi: “Ora di pornografia”

È progresso, un corso di iniziazione al sesso per preparare i bambini ai giochi che piacciono ai pedofili. Quelli tanto venerati dagli emancipatori moderni. Vedi la coop di Forteto finanziata dal Pd e per questo ancora operativa, nella quale gli stupri su minori e disabili è la prassi. I gg non ne parlano, il Pd non si disturba. Ci son minorenni e minorenni, la diciassettenne Ruby ha goduto di molta più solidarietà che non questi tanti bambini traumatizzati dagli stupri. Ma non chiamatela strumentalizzazione delle vittime.

 In 45 scuole dell’infanzia di Trieste inaugurato un progetto che ha l’obiettivo di “verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale”

Redazione 11 marzo 2015

Polemiche in Friuli Venezia Giulia per l’iniziativa della Regione e del Comune di Trieste: in 45 scuole dell’infanzia di Trieste inaugurato un progetto che ha l’obiettivo di “verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale”. L’hanno chiamato “il gioco del rispetto”.

Per scongiurare “gli stereotipi di genere” i bambini/e possono “esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro”. E più avanti: “Ovviamente i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale”.

Libero scrive:

Ora: immaginatevi una classe d’asilo, con i bambini che si auscultano, si esplorano, riconoscono le differenze genitali, così, spontaneamente, liberamente per imposizione didattica, con la maestra o il maestro che li guarda dall’alto della cattedra o sorveglia il «gioco» sfilando tra i banchi, partecipando anche lui inevitabilmente all’esplorazione, e rispondete: questo è un gioco o una fantasia malata?

Ai bambini verrebbe anche proposto di scambiarsi gli abiti: infatti vengono invitati a travestirsi con abiti “diversi dal loro genere di appartenenza” e “giocare così abbigliati”.

Il travestitismo, che è una cosa seria e ha radici psichiche profonde e complesse, spacciato ai bambini dell’asilo come un gioco qualunque.

http://www.today.it/rassegna/gioco-rispetto-scuole-infanzia-trieste.html

Muos di mistero in mistero

Ancora misteri, documenti scomparsi e altri non arrivati, di chi la colpa, poste italiane o stato italiano.

muos
di Daniela Giuffrida

Qualche giorno fa la Questura di Caltanissetta ha dichiarato di non aver ricevuto una pec (posta elettronica certificata) con la quale i legali di Legambiente e del Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos ricordavano, attraverso un Atto Moratorio, quanto disposto dalla sentenza del Tar Sicilia riguardo all’illegalità della stazione MUOS di Niscemi. L’atto era stato inviato, oltre che alla Questura di Caltanissetta, anche al Ministero dell’Interno ed ai vari comandi delle Forze dell’Ordine, impiegate nel servizio scorta al personale americano e ai civili italiani che operano e lavorano all’interno della base americana. La cosa era sembrata strana, considerato che i legali avevano ricevuto l’attestazione dell’avvenuto ricevimento da parte di tutti i destinatari.

Ieri, il mistero si è colorato di giallo: il Ministero dell’Interno ha risposto all’Atto Monitorio dei legali No Muos, affermando che: “In relazione alla nota pervenuta in data 2 marzo scorso, si rappresenta che, sulla questione di cui all’oggetto, non è attribuibile alcun intervento di competenza di questo Dipartimento”. Così si è scoperto che le Forze di Polizia suddette non dipendono dal Ministero dell’Interno, “da chi dipenderanno allora – si chiede il fazioso ed irriverente attivista No Muos – forse dal Ministero delle Pari Opportunità?”

Questo gioco dello scarica barile è stato già usato e abusato nella vicenda del Muos, così come quello di non considerare importanti, relazioni e consulenze prima commissionate e poi accantonate, quindi dimenticate, senza preoccuparsi di dare risposta agli interessati, ignorando anche le più elementari norme della buona creanza. Forse non tutti ricordano quanto occorso al prof. Massimo Zucchetti, ordinario di Impianti Nucleari presso il Politecnico di Torino, il quale era stato indicato dalla Regione Siciliana come esperto che, insieme a due funzionari della Regione, avrebbe partecipato ad un Tavolo tecnico sul Muos.

Era il 21 Marzo del 2013 quando, presso il Ministero della Salute, ancora Presidente del Consiglio Mario Monti e presenti i due assessori siciliani Mariella Lo Bello (Territorio e Ambiente) e Maria Borsellino (Salute) oltre che i Ministri della Salute e della Difesa e il presidente dell’ISS, fu deciso di convocare un Tavolo Tecnico che avrebbe dovuto studiare l’impatto del Muos sull’ambiente e sulla popolazione, Zucchetti fu indicato come esperto di fiducia dalla Regione Siciliana insieme con il dott. Mario Palermo dirigente della stessa Regione ed il dott. Sansone Santamaria dell’Arpa Sicilia. (Convocazione ISS.pdf ). Il 18 giugno 2013, poco più di un mese prima che venisse emanata la revoca della revoca Zucchetti inviò la famosa pec dispersa ovvero ignorata dal Presidente Crocetta e dagli assessori Lo Bello e Borsellino e dagli altri dieci destinatari in indirizzo. Una lettera in cui il professore mostrava tutte le sue perplessità sulle conclusioni a cui erano giunti gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, una lettera importante che se letta e presa in considerazione per tempo, avrebbe sicuramente risparmiato tanto lavoro agli esperti, ai legali ed anche ai giudici del TAR, ma quella pec rimase lettera morta.

Nessuno dei destinatari rispose al prof Zucchetti. L’unico fra i destinatari ad avere un computer perfettamente funzionante fu l’ufficio del sindaco di Niscemi, Ciccio La Rosa, il quale espresse al professore tutto il suo apprezzamento e l’appoggio per il lavoro svolto, sebbene in quel frangente non potesse intervenire in alcun modo.

Crocetta asserì di non aver mai letto quella pec, ma a chi pubblicamente gli chiese come mai non tenesse conto della Relazione di Zucchetti, lui rispose “Non siamo obbligati a tener conto dell’opinione del professor Zucchetti”. Ancora il 21 luglio 2013, lo scienziato torinese inviò al presidente Crocetta, agli assessori alla Sanità e al Territorio e Ambiente e, per conoscenza, ad altri 9 uffici regionali e due niscemesi, interessati per competenza, la Relazione Finale sui “Rischi connessi alla realizzazione del MUOS” e scrisse:
“Egregio Signor Presidente, Egregi Assessori, Egregio Sig. Sindaco, con riguardo all’oggetto, trasmetto la Relazione del gruppo di lavoro su NRTF e MUOS di cui all’oggetto. Il gruppo di lavoro su NRTF e MUOS di cui faccio parte, che ha fornito consulenza a titolo gratuito al Comune di Niscemi, alla Regione Siciliana, al WWF ed ai cittadini siciliani, ha elaborato una Relazione Finale che non è stata soggetta a tagli o compromessi di alcun tipo. Si tratta di un lavoro in progresso e che verrà continuamente aggiornato con ulteriori contributi. Di seguito ne riportiamo il titolo, gli autori, e il Riassunto e Conclusioni.”

Una relazione di 150 pagine a cui avevano lavorato oltre allo stesso Zucchetti anche gli scienziati medici e tecnici come Massimo Coraddu, Eugenio Cottone, Valerio Gennaro, Angelo Levis, Alberto Lombardo, Cirino Strano e Marino Miceli. Una relazione costata giorni di lavoro rimasta ignorata. Nessuna risposta, infatti, giunse mai da alcuno dei destinatari se non ancora una volta dal Sindaco di Niscemi.  Ma la cosa più assurda è che mai nessuno abbia pensato di rimborsare al professore Zucchetti non la sua parcella (mai da lui richiesta in alcuna occasione relativa al suo impegno contro il Muos) ma neanche “le spese sostenute in qualità di esperto della Regione Siciliana” nonostante queste fossero state trasmesse dal Servizio 3° della Segreteria della Presidenza Regionale al competente Dipartimento Regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica. Dunque, quando il 25 luglio, Crocetta revocò la revoca, aveva in mano: la relazione di minoranza, firmata da Mario Palermo e da Massimo Zucchetti, la lettera del 18 giugno, e il “Rapportone” da 150 pagine, ma ormai la macchina della revoca della revoca era in movimento.

D.G. 11.3.15

Riferimenti:

Convocazione ISS

La lettera del 18 giugno

Relazione finale 

Carteggio del rimborso