8 Marzo festa della Donna – Perchè 8 Marzo?

Molte fantasie e mistificazioni si sono fatte sulla data dell’8 marzo.

Innanzi tutto si hanno notizie delle prime “feste della donna” nel 1907 in Germania e nel 1908 in USA e poi a seguire, in molti altri stati ma con date diverse.

festa della donna

Il Tempo e la Storia – Festa della Donna

I più fanno risalire questa  data quale ricorrenza di un incendio avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente cponfusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.

Invece la storia è molto più semplice: l’8 marzo è la ricorrenza di quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza, il 23 febbraio 1917 (secondo il calendario Giuliano che corrisponde appunto all’8 marzo secondo il calendario Gregoriano, il nostro)  per protestare essenzialmente contro la guerra e contro le condizioni di vita da questa causate, dando così origine alla rivoluzione che portò alla deposizione dello Zar ed alla costituzione di un governo “socialdemocratico” di coalizione presieduto da Kerenskii da non confondere con la rivoluzione di ottobre (sempre 1917) detta Boscevica.

La data dell 8 marzo « Giornata internazionale dell’operaia » fu fissata il 14 giugno 1921 durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dellInternazionale comunista.

Per molti anni la vera motivazione storica è stata, prima occultata e poi dimenticata; probabilmente per motivi politici: agli “occidentali” ricordava il comunismo ed ai comunisti ricordava che non furono loro a deporre lo Zar, bensì una rivoluzione popolare spontanea iniziata appunto dalle donne.

Con questo credo che finalmente GIUSTIZIA Storica è stata fatta!!!

AUGURI a TUTTE le Donne!

14 marzo. Tribunale permanente dei popoli a Torino e Bussoleno

 14 marzo. Tribunale permanente dei popoli a Torino e Bussoleno

Sabato 14 marzo con il Tribunale Permanente dei Popoli

Istruttoria per la Sessione dedicata a:

DIRITTI FONDAMENTALI, PARTECIPAZIONE DELLE COMUNITÀ LOCALI E GRANDI OPERE
(Dal Tav alla realtà globale)
:

  • alle 9:30 nuova aula magna dell’Università alla Cavallerizza Reale – via Verdi 9, Torino
  • alle 16:30 teatro Don Bunino di Bussoleno

Al mattino si aprirà “un processo diverso” in cui il movimento notav non sarà sul banco degli imputati ma sosterrà l’accusa: violazione di diritti fondamentali.
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) aprirà infatti la sessione dedicata a “Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere” e saranno presenti componenti della giuria provenienti anche da Francia, Spagna e Portogallo.
Saranno anche presenti esponenti di movimenti che si battono contro altre grandi opere: Notre Dame des Landes, NO MUOS, NO MOSE, NO TUNNEL-TAV Firenze
In allegato trovate il programma della mattinata.
Ovviamente il “processo” (che riprenderà poi nei prossimi mesi) è aperto al pubblico: l’aula magna ha più di 400 posti e vorremmo riempirla per dare un primo forte segnale al TPP che le ragioni illustrate nell’esposto presentato dal Controsservatorio Valsusa e dagli amministratori sono patrimonio condiviso di una valle che non si arrende

E’ già prenotato un pullman che partirà da Bussoleno alle 8 e ripartirà da Torino intorno alle 14:30 (in base alle richieste si valuterà se aggiungerne eventualmente un altro). Per prenotare il pullman: Mimmo 347.2782814 (prenotare il più presto possibile)
E’ anche comodo arrivare in treno: dalla stazione di Porta nuova si arriva a piedi in 15 minuti (vedi mappa). Per chi arriva in auto il parcheggio dei giardini reali o quello all’inizio di c.so San Maurizio sono a due passi: l’aula magna si trova proprio dietro all’Auditorium Rai

Nel pomeriggio una delegazione del TPP sarà presente a Bussoleno per cominciare ad approfondire la conoscenza con la realtà della valle.
Al teatro Don Bunino ci sarà spazio per interventi del movimento no tav e delle altre realtà in lotta, per gli amministratori e i sindaci e per chiunque vorrà partecipare. Contiamo di portare anche testimonianze (probabilmente anche in video) da parte di personalità conosciute a livello mondiale che sostengono le nostre ragioni.

TPP – Un processo diverso (volantino).pdf  PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

Per altre informazioni http://controsservatoriovalsusa.org: troverete anche un breve video: uno spot semiserio per presentare l’evento al pubblico poco informato. Scaricatelo, fatelo circolare, scaricate anche un breve spot audio da diffondere in radio.

A breve sarà disponibile una locandina: l’invito è a darne la massima diffusione.
In attesa di vederci sabato 14 marzo vi invito a leggere l’interessante testimonianza che ci ha inviatoGustavo Esteva, l’intellettuale messicano fondatore della Università della Terra che era venuto in Val di Susa nel 2013. La trovate quihttp://controsservatoriovalsusa.org/component/content/article/12-iniziative/88-esteva

TRIPOLIGATE : SOUPÇONS DE FINANCEMENT LIBYEN DE SARKOZY (2). GUÉANT PRESENTE A UN JUGE !

 

LM pour ELAC & ALAC Committees/ 2015 03 07/

Avec AFP – PCN-SPO/

gueant-kadhafi

L’étau se ressère sur Sarkozy dans le Tripoligate ! Dans le dossier des soupçons de financement libyen de Sarkozy, voilà Guéant présenté à un juge …

 L’ex-bras droit de Nicolas Sarkozy et ancien ministre, Claude Guéant, va être présenté ce samedi en début d’après-midi à un juge d’instruction en vue d’une éventuelle mise en examen dans l’enquête sur les soupçons de financement de la campagne présidentielle de 2007 par la Libye de Mouammar Kadhafi, a appris l’AFP de source judiciaire.

 Les enquêteurs s’interrogent notamment sur une somme de 500.000 euros reçue par Claude Guéant qui l’explique par la vente de deux tableaux flamands. Un homme d’affaires étranger, soupçonné d’avoir été un intermédiaire dans le versement de ces fonds, doit également être déféré, a-t-on ajouté. Selon une source proche de l’enquête, il aurait versé la somme de 500.000 euros sur le compte d’une société malaisienne qui l’aurait ensuite reversée sur le compte de Claude Guéant.

 Guéant avait justifié ce virement – provenant d’un compte à l’étranger – par la vente en 2008 à un avocat malaisien de deux tableaux d’un peintre flamand du XVIIe, Andries van Eertvelt. Mais des experts avaient contesté la valorisation de ces oeuvres.

 L’ancien ministre de l’Intérieur a été placé en garde à vue vendredi, prolongée hier soir.

 LIRE :

ELAC & ALAC COMMITTEES / TRIPOLIGATE : SOUPÇONS DE FINANCEMENT LIBYEN DE SARKOZY. GUÉANT EN GARDE À VUE !

http://www.lucmichel.net/2015/03/06/elac-alac-committees-tripoligate-soupcons-de-financement-libyen-de-sarkozy-gueant-en-garde-a-vue/

 LM / ELAC & ALAC /

NO TAV: la solidarietà europea corre ad alta velocità!

Venerdì 09 Marzo 2012 10:00

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Elemento distintivo del movimento No Tav è sempre stato (e continua ad essere) l’attitudine a riportare le proprie istanze in una cornice di critica complessiva al modello di sviluppo e di governo dei territori dominante. Tutto il contrario dello stanco mantra del NIMBY, reiterato come un disco rotto dai commentatori governativi e che ignora la proiezione su una dimensione transnazionale ed europea della lotta valsusina – che negli anni ha saputo confrontarsi e legarsi a tutta una serie di vertenze ambientali e sui beni comuni promosse da innumerevoli realtà di base nei paesi dell’Unione.

 Un percorso partito dalla firma della Carta di Hendaye il 23 gennaio 2010, proseguito successivamente con la costruzione  della Giornata Europea contro le Grandi Opere Inutili dell’11dicembre 2010, ed il Forum Tematico  dal  26 al  30  agosto 2011 a Venaus e Bussoleno, successivo allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e all’assedio del non cantiere.

 Un portato costituente e di lotte costruito negli anni e che poggia sulle basi reali di chi i propri territori li vive e vuole difenderli: già nella manifestazione nazionale del 25 febbraio la risposta migliore alla vuota retorica della realizzazione di un corridoio ferroviario Lisbona-Kiev sempre più evanescente era la presenza di bandiere greche e delegazioni dei comitati No TGV francesi e No S21 tedeschi.

 Davanti agli arresti, al ferimento di Luca, alle cariche ed alle violenze delle forze dell’ordine la risposta delle realtà europee è stata poderosa: da tante piazze e tante metropoli è venuta fuori la solidarietà più bella, quella che non solo informa e denuncia, ma che trasforma l’atto repressivo in occasione di lotta, inchiesta del proprio territorio e tessitura di rete sociale contro la crisi.

 Raccogliamo così testimonianze e report dalle iniziative solidali svoltesi da lunedì 27 ad oggi le quali, pur contenute nei numeri, qualitativamente sembrano alludere ad un nuovo passaggio di quell’internazionale, anzi transnazionale, delle lotte a venire già aperta dai sommovimenti arabi, dalle acampadas spagnole, dai movimenti occupy statunitensi, dalla Grecia in fermento.

 CATALOGNA 

Svariate iniziative di solidarietà si sono susseguite a Barcellona a partire da fine febbraio. Anche la metropoli catalana è scesa al fianco di oltre 60 città italiane nel giorno del ferimento di Luca Abbà, con un presidio davanti alla sede del Consolato Italiano ed un corteo, bissato il 29 febbraio con il successivo blocco della centrale Calle Mallorca.

Sempre il 29 il presidio No Tav – attraversato da precari e studenti, esponenti della comunità italiana e piattaforme di lotta per i beni comuni come “Salvem el 2 de Maig” (battutasi contro la chiusura e la privatizzazione dell’omonimo ospedale cittadino) – ha partecipato allo sciopero generale dell’università, riconoscendosi nella stessa battaglia contro l’austerità ed i tagli ai servizi sociali promossi dai governi nazionale e locale. Decisa la volontà di connettere queste lotte con quelle dei comitati baschi e catalani contro l’alta velocità No Aht e No Ave, e forte solidarietà ai No Tav anche da parte dell’Acampada Barcelona del Movimento 15-M – come peraltro avvenuto a seguito gli arresti del 26 gennaio.


FRANCIA

Per dare visibilità anche a Parigi all’ampia mobilitazione italiana del 27 febbraio, il giorno successivo è stato esposto alla Gare de Lyon un grande striscione NO TAV accompagnato dalla distribuzione di volantini informativi.

A seguito di successive riunioni è stata indetta per sabato 3 marzo un’iniziativa solidale presso la Piazza del Centre Pompidou, il cuore del quartiere culturale del Beaubourg. alt

Molti/e italiani/e tra i cento solidali accorsi al presidio da cui, dopo una partecipata assemblea, è partito un corteo per le vie del centro; slogan e blocchi del traffico hanno interrotto la routine dei passanti, molti dei quali si sono fermati a chiedere maggiori informazioni su un argomento, quello della Torino-Lione, evidentemente all’oscuro dell’opinione pubblica della capitale francese.

Un nervo, quello del silenzio mediale sulle istanze del movimento No Tav (per non dire della loro aperta criminalizzazione, come accade in Italia) messo a nudo dalla successiva azione dei solidali parigini, che il 6 marzo sono andati ad occupare la sede RAI di Rue de Boccador, da cui è stato diffuso un fax di sostegno alle mobilitazioni italiane.

Ancora più significativa è stata la volontà dei partecipanti alla campagna di rafforzare il dibattito ed il coordinamento con le altre realtà impegnate nelle lotte ambientali francesi: dal movimento contro il nucleare (che ha lanciato una manifestazione per domani), ai comitati contro l’aeroporto di Notre Dame de Landes (Nantes) ai No TGV savoiardi (già presenti con una delegazione alla marcia Bussoleno-Susa del 25 febbraio).

Azioni dirette a Lione, con il sanzionamento del Consolato Italiano e l’occupazione dei binari della stazione da parte di una trentina di manifestanti, che vi hanno depositato materiali vari bloccando la circolazione per un’ora.

IRLANDA

Riportiamo integralmente la corrispondenza di Alessandro, un compagno No Tav partecipe della costruzione di una piccola, ma significativa, iniziativa a Dublino:

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“Lo scorso sabato 3 Marzo, come in moltissime altre città europee, anche Dublino è stata teatro di una manifestazione di soliderietà con il movimento NO TAV. In Irlanda le notizie riguardanti le realtà di lotta italiane fanno spesso fatica a filtrare, a differenza di quelle provenienti da paesi anglofoni. Ne è testimonianza il silenzio di “Shell to Sea”, un movimento che si oppone alla costruzione di una centrale per l’estrazione di gas naturale sulla costa ovest dell’Isola da parte della multinazionale Shell, e che, nel contesto irlandese, presenta le maggiori affinità con NO TAV.
Con l’obiettivo dare maggiore visibilità ad una lotta le cui dimensioni e implicazioni sono tutt’altro che limitate ad una valle, ma si inseriscono in un contesto europeo sempre più segnato dalle cosiddette politiche di austerity che, nella crisi, salvaguardano lo strapotere delle elites sulla pelle dei cittadini, uno sparuto gruppo di compagni e compagne residenti a Dublino ha deciso di lanciare quest’ iniziativa.
Nonostante l’evento sia stato ampiamente promosso sui social network la partecipazione è stata bassa. Alle due del pomeriggio nel punto d’incontro prefissato, una piazzetta sualla Ormond Quay in una zona molto trafficata del centro di Dublino, erano presenti poco più di dieci persone. Per circa un’ ora siamo rimasti lì distribuendo volantini e dando ulteriori informazioni ai passanti che si fermavano incuriositi. Successivamente abbiamo deciso di muoverci e il volantinaggio è continuato in un’altra zona del centro. La giornata si è conclusa a Dame Street nel piazzale adiacente alla Central Bank dove sono accampati gli attivisti del movimento Occupy di Dublino.
A mio avviso l’ esito dell’ iniziativa è stato positivo nonostante il livello basso di partecipazione. Oltre all’ azione informativa, abbiamo costituito un nodo del network di solidarietà internazionale che si è venuto a creare nelle ultime settimane. La speranza è che queste manifestazioni possano dare forza e coraggio a coloro che stanno lottando in Val di Susa dovendosi confrontare con la reazione sempre piu violenta ed oppressiva degli apparati dello stato.”

PAESI BASCHI

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Anche i Paesi Baschi vedono da lungo tempo contrapporsi le popolazioni locali agli interessi che ruotano attorno alle tratte locali dell’alta velocità europea: ed il livello di repressione toccato in Italia non poteva non essere notato e denunciato da un tessuto sociale ricco e vivo, innervato da decine di comitati, collettivi, associazioni e gaztetxes (centri sociali). La prima città in Euskadi a mobilitarsi è stata Iruñea, dove il 2 marzo il movimento No Tav basco (AHT Gelditu Elkarlana) ha convocato un presidio di sostegno alla popolazione valsusina, in forte vicinanza ad essa ed alla famiglia di Luca. Nel contempo era arrivato il comunicato solidale del network di Askapena, presente anche al fianco dello spezzone No Tav al corteo internazionalista “Tanti popoli, un’unica lotta!” del 3 marzo a Milano.

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 In quello stesso giorno, una trentina di dimostranti si è assembrata davanti alla Stazione Ferroviaria di Donostia esponendo uno striscione: “Val Susa Elkartasuna (solidarietà, N.d.R.): A Sarà Dura!”Anche a Bilbao il 6 marzo 50 attivisti del movimento No Aht si sono riuniti nel cuore della Piazza Circular: “Ez, ez hemen ez inon – No, né qui, né altrove”.

Una quattro giorni che prelude ad un vasto calendario di incontri divulgativi, presidi e manifestazioni contro le devastazioni ambientali provocate dalle grandi opere dell’AHT in programma da qui ad aprile ed oltre.

 

REGNO UNITO

Sabato 3 e domenica 4 marzo due azioni hanno dato visibilità alla causa No Tav: la prima ha visto una cinquantina di persone presentarsi al Consolato d’Italia ad Eaton Place, affiggendo sulle sue inferriate cartelli solidali in italiano ed inglese e dando vita ad un momento comunicativo; mentre nel secondo caso un gruppo di dimostranti ha srotolato uno striscione dai piani alti del Museo Internazionale di Arte Contemporanea della Tate Modern in sostegno ai valsusini, agli arrestati e a Luca.

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UNGHERIA 

Altra grande capitale dove passerà il TAV è Budapest, in un’Ungheria sempre più schiacciata tra l’incudine dell’austerità neoliberale europea ed il martello di un regime parafascista, razzista ed autoritario. Nonostante gli ostacoli soggettivi ed oggettivi posti da questo scenario, alcune solidali No Tav hanno indetto il 29 febbraio un meeting informativo al Siraly Café per ripercorrere la storia del movimento, alla presenza di esponenti di gruppi antifa, collettivi di genere ed esponenti studenteschi. Dal meeting è uscita la proposta di un presidio davanti all’Ambasciata Italiana per sabato 3 marzo, in contemporanea con diverse altre città europee. L’iniziativa (che ha visto riunite varie realtà di movimento e della società civile ungherese) è continuata per tre ore, ravvivata dalla musicalità della Samba Action del collettivo Rythms of Resistance.

E non solo Unione Europea…segnalati striscioni, cortei ed iniziative comunicative in Svizzera, Ucraina, Chiapas, Perù…No Tav, No Border!

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Ringraziamo Alessandro, Alfredo, BabaJaga, Floriana, ItalyCalling, Valeria e tutte e tutti quanti hanno collaborato con noi alla realizzazione di questo speciale.

Pulman dei No Tav bloccato dalla polizia mentre vanno alla manifestazione francese

TG Valle Susa

Autobus dei No Tav bloccato sul territorio francese. Dovevavo partecipare alla manifestazione d’oltralpe.

di Redazione.

Ci giunge notizia che l’autobus con 19 persone (per lo più adulti e pensionati) che questa mattina erano in viaggio verso la Francia per partecipare alla manifestazione francese che si tiene oggi a St. Michele de Maurienne – St Michele la Porte è stato bloccato dalle forze di polizia appena usciti dal tunnel del Frejus. I “pericolosi” manifestanti sono stati prima bloccati dalla gendarmerie francese e poi dalla polizia nostrana.

Richiesta di documenti e perquisizione degli zaini. Al momento l’autobus risulta ancora bloccato senza alcun motivo valido.

La manifestazione in Francia è stata organizzata per uno scambio di esperienze e per la difesa dei territori montani. Il gruppo fermato era in rappresentanza della delegazione italiana.

NOTRE ECOLE GEOPOLITIQUE ET SA VISION DU MONDE (PARLONS DE NOUS – 1) / LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS – 002

PCN-TV avec PCN-SPO / 2015 02 22 /

PCN-TV - LMVEDP 002 - notre ecole geopolitique (2015 02 22)

« Luc Michel vous en dit plus » :

une nouvelle série de videos, où le géopoliticien répond aux questions de ses téléspectateurs sur ses interventions TV (et Radio) et complète ses analyses sans les limites de temps du direct …

 # LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS (002) :

NOTRE ECOLE GEOPOLITIQUE ET SA VISION DU MONDE

(PARLONS DE NOUS – 1)

 Video sur le Site de PCN-TV : https://vimeo.com/120421285

 Sujets abordés :

 * Notre définition de la Géopolitique. Sa vulgarisation dans le grand public (« oui » la géopolitique peut être accessible aux masses …) ;

Une science, opérative, non neutre.

La géopolitique n’est pas non plus géographiquement neutre : elle est vue depuis un centre de force (Washington, Bruxelles, Moscou, Berlin, etc).

 * Notre Ecole géopolitique : de la « Grande-Europe » (1964) à « l’Axe Eurasie-Afrique » (2013), en passant par « l’Ecole géopolitique euro-soviétique » (1982-91) et « l’Axe Paris-Moscou » (1992).

Les concepts inventés ou réinventés par nous : « la Grande-Europe de Reykjavik à Vladivostok » (1964) – « L’Empire euro-soviétique de Vladivostok à Reykjavik » (1983) –  « L’Eurasisme » (réinvention, 1984) – « L’Axe Paris-Moscou » (1992) – « La Seconde Europe eurasiatique » (2006) – « L’Axe Eurasie-Afrique » (2013) …

Notre travail des Années 1982-92 et sa postérité eurasiste en Russie.

 * Pourquoi « l’Axe Paris-Berlin-Moscou » est totalement obsolète aujourd’hui. Sujétion de la France à Washington, mort de la grande politique gaulliste, géopolitique revancharde de la Grande-Allemagne de Mme Merkel …

 * Mon engagement panafricaniste, mon combat pour l’Afrique issu de mon engagement pour la Jamahiriya libyenne de Kadhafi.

 PCN-SPO

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SUR LA RADIO IRANIENNE ‘IRIB’: LUC MICHEL ANALYSE LA SITUATION GEOPOLITIQUE EN SYRIE ET AU LEVANT

PCN-TV et SYRIA COMMITTEES / 2015 02 21 /

Avec IRIB – PCN-SPO/

 Interview podcast audio : https://vimeo.com/120684900

PCN-TV - LM sur IRIB situation geopol syrie 2015 (2015 02 21) FR

LA SITUATION EN SYRIE.

ENTRE DAECH, AL-QUAIDA ET AGRESSION OCCIDENTALE, DAMAS RESISTE !

Luc MICHEL, interviewé par la Radio francophone iranienne IRIB, le 21 février 2015, analyse la situation géopolitique, diplomatique et militaire en Syrie et au Levant (Liban, Irak, Turquie). Il parle de la résistance de Damas, soutenue par Moscou et l’Axe de la Résistance (Iran et Hezbollah libanais) face à l’agression occidentale (alliée aux pétromonarchies du Golfe, Arabie Saoudite et Qatar) et à la double menace djihadiste, Daech  et ses rivaux du Front al-Nosra (al-Qaida en Syrie).

 PCN-TV / LUCMICHEL. NET / SYRIA COMMITTEES /

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TRIPOLIGATE : SEIF KADHAFI ACCUSE SARKOZY ET LANCE L’AFFAIRE SUR EURONEWS (MARS 2011)

PCN-TV/ 2015 03 06/

Avec ELAC & ALAC Committees/

PCN-TV - seif kadhafi sur Tripoligate (2015 03 06) FR

Seïf al-Islam, l’un des fils du guide libyen, a réclamé en mars 2011 dans une interview sur Euronew le “remboursement de l’argent” que son père aurait octroyé à Nicolas Sarkozy pour sa campagne présidentielle …

 Interview sur Euronew : Video sur https://vimeo.com/121490541

 Les premiers à avoir évoqué cette histoire, en mars 2011, sont Mouammar Kadhafi et l’un de ses fils, Seïf al-Islam. Trois jours avant le déclenchement des frappes de l’Otan contre le guide libyen, redevenu l’ennemi à abattre, Seïf clame sur la chaîne Euronews: “Il faut que Sarkozy rende l’argent qu’il a accepté de la Libye pour financer sa campagne électorale. […] Nous en avons la preuve…”

 Dans une autre interview, enregistrée le 15 mars 2011 par une journaliste française, Mouammar Kadhafi affirme également, via son interprète officiel, Moftah Missouri, “avoir donné [à Sarkozy] le financement nécessaire”. Curieusement (ou pas ?), cette déclaration n’est rendue publique que le 29 janvier 2014, dans un documentaire télévisé du magazine Pièces à conviction …

 # ALLER PLUS LOIN :

Lire : Luc MICHEL, TRIPOLIGATE : FR3 RELANCE LE DOSSIER ET EVOQUE ‘LA VOIX ACCUSATRICE DE KADHAFI !

http://www.elac-committees.org/2014/01/29/elac-alac-website-tripoligate-fr3-relance-le-dossier-et-evoque-%e2%80%98la-voix-accusatrice-de-kadhafi/

Et Luc MICHEL, PCN-SPO / L’ARGENT SALE DE LA SARKOZYE : VOILA TRIPOLI QUI APPARAIT DANS LE « KARACHIGATE » !

http://www.elac-committees.org/2011/10/05/pcn-spo-l%e2%80%99argent-sale-de-la-sarkozye-voila-tripoli-qui-apparait-dans-le-%c2%ab-karachigate-%c2%bb/

 PCN-SPO / PCN-TV

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TRIPOLIGATE : MOFTAH MISSOURI, L’INTERPRÈTE DU COLONEL KADHAFI, CONFIRME SUR FRANCE 2 LES ACCUSATIONS CONTRE SARKOZY (JANVIER 2014)

PCN-TV/ 2015 03 06/

Avec ELAC & ALAC Committees/

PCN-TV - moftah missouri sur Tripoligate (2015 03 06) FR

Un autre ancien dignitaire libyen inquiète manifestement Nicolas Sarkozy : Moftah Missouri, l’interprète du colonel Kadhafi. Interviewé dans le cadre de deux documentaires télévisés, diffusés sur France Télévisions en 2013 et début 2014, Missouri déclare: “Kadhafi m’a dit personnellement qu’il avait contribué à la campagne de M.Sarkozy à hauteur d’une vingtaine de millions de dollars.”

 Interview sur France 2 / video Mediapart :

Video sur https://vimeo.com/121490618

 

Le 3 avril 2014, Le Monde révèle que Nicolas Sarkozy, placé sur écoute, a téléphoné, à deux reprises, en juin 2013 et en janvier 2014, à Patrick Calvar, le patron de la Direction centrale du renseignement intérieur (DCRI). L’objet de sa curiosité? Savoir si la DCRI voulait interroger Moftah Missouri … « Détail pittoresque: les dates des appels de Nicolas Sarkozy correspondent à celles de la diffusion des deux documentaires », commente L’Express …

 # ALLER PLUS LOIN :

Lire : Luc MICHEL, TRIPOLIGATE : FR3 RELANCE LE DOSSIER ET EVOQUE ‘LA VOIX ACCUSATRICE DE KADHAFI !

http://www.elac-committees.org/2014/01/29/elac-alac-website-tripoligate-fr3-relance-le-dossier-et-evoque-%e2%80%98la-voix-accusatrice-de-kadhafi/

Et Luc MICHEL, PCN-SPO / L’ARGENT SALE DE LA SARKOZYE : VOILA TRIPOLI QUI APPARAIT DANS LE « KARACHIGATE » !

http://www.elac-committees.org/2011/10/05/pcn-spo-l%e2%80%99argent-sale-de-la-sarkozye-voila-tripoli-qui-apparait-dans-le-%c2%ab-karachigate-%c2%bb/

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THE GREAT GAME (LE GRAND JEU). AT THE HEART OF GLOBAL GEOPOLITICS: GREATER-GERMANY BACK / PART 1. A THREAT FOR EUROPE?

Design and management Luc MICHEL / Images EODE TV – RT / 

News extracts ATV HRADO – JDS – DW / Presentation Bashir Mohamed Ladan /

Editing Ibrahim Kamgue – Pierre Tcnako /

Realization Romain Mbomnda – Alexandre Ngan / Documentary research YVZ /

Co-production Luc MICHEL – EODE TV – Afrique Media

 THE GREAT GAME (LE GRAND JEU). AT THE HEART OF GLOBAL GEOPOLITICS (6-1):

EODE-TV - GRAND JEU 6-1 Berlin menace pour l'Europe (2015 02 11) ENGL

Greater-Germany back /

Part 1. A threat to Europe?

 Complete video on EODE-TV in French + English summary:

https://vimeo.com/121506767

 # INTRO:

 Welcome to this new edition of our programme: LE GRAND JEU (THE GREAT GAME). AT THE HEART OF GLOBAL GEOPOLITICS produced with Luc MICHEL, international correspondent of AFRICA MEDIA and the boss of EODE-TV, who brings his expertise to the show. And reveals the inside information of global geopolitics and ideologies that move people. With his transnational vision open on continental dimensions, geopolitician Luc MICHEL gives us the key of rival geopolitics seen from Moscow, Washington, Brussels or also from Beijing …

 In this new programme, we find Luc MICHEL in Berlin, Bundestag, Brandenburg Gate, Alexander Platz, Unter der Linden, Spandau or Hotel Adlon (in the heart of the plots under the Weimar Republic) … A plunge into the heart of the political Berlin for a GREAT GAME entitled “SHOULD WE BE AFRAID OF THE RETURN OF GREATER-GERMANY? ” and that analyzes the ideological and geopolitical sources and the deployment of the new power policy of the Republic of Berlin in the European Union, Eastern and Central Europe (the “Mittel Europa”), Ukraine, Poland, Romania and Hungary, but also Africa and the Middle East. The return of Germany is at the heart of the news this week because the North American Institute STRATFOR dedicates a geopolitical analysis to “the emergence of Germany” …

 I – GREATER-GERMANY: CONCEPT – ANALYSIS – PROSPECTIVE

 The first part of our programme starts with a geopolitical thinking on the emergence and future of the new Greater-Germany, and then will lead us to Central Europe …

 We find Luc MICHEL at Alexander Platz, the former heart of the DDR that became the center of reunified Berlin, where still stands the former tower of the East German Television, ghost of a lost state, for a first analysis.

 He answers the following questions:

Reflection on the place of a Greater-Germany in Europe and the world should not be new, although Berlin is back as aggressive power in early 2015?

The annexation of DDR to the Bonn Republic is thus what reanimates Greater Germany?

The current crisis of the European Union explained by German power?

How it all going to end? Can we make projections?

Apart from economic surveys, are there geopolitical analyses about the becoming of this new Greater-Germany?

 II / GERMANY INTENDS AGAIN TO DOMINATE ‘MITTEL-EUROPA’

 In a second analysis, we find Luc MICHEL at the Brandenburg Gate, next to the Grand Hotel Adlon, once the heart of the plots under the Weimar Republic. The former checkpoint of the Cold War, which divided the two Germanys is today facing the Bundestag and opening Unter der Linden, “Berlin’s Champs Elysées”, the heart of this Greater-Germany in 2015, as it was before 1945 …

 He answers the following questions:

For your second analysis, tell us about the direct influence of Berlin over its neighbors, this “Mittel-Europa”?

And Ukraine in all this? One sees there an aggressive German diplomacy, especially in supporting the Euro-Maidan, then after the pro-Western coup of 21 February 2014, in supporting the junta of Kiev and the Poroshenko regime? And

German ethnic minorities in Europe. What roles do they play in the Berlin power policy?

Berlin, it is also a great influence in the European Union. What role does Merkel play today in this union in political, economic and financial crisis?

 Visuals:

* This is first Polish Prime Minister Donald Tusk with Merkel.

* Another success of Merkel’s policy. This is Klitschko, the new mayor of Kiev. But also a direct member of the CDU-CSU party of Merkel. The Chancellor wanted to even make him the President of Ukraine. The US preferred to him Poroshenko …

* Finally, Merkel has directly supported an ethnic German, Klaus Iohannis, mayor of Sibiu, a city founded by Germans in Romania, as President of Romania. Iohannis, he, in this video, poses Merkel as European leader of the continent …

 III – MERKEL AND THE RAMPANT ‘COLOUR REVOLUTION’ IN BUDAPEST

 Luc MICHEL analyzes the rampant “colour revolution” against Viktor Orban in Budapest:

And Hungary? Merkel has just visited Budapest and visibly it did not go well?

 Visuals:

* The “rampant colour revolution in Hungary.” Note in the riot scenes false Soviet style flags with the profiles of Putin and Orban (2 January 2015) …

* Budapest – Merkel expected as the messiah by anti-Orban demonstrators proclaiming “Merkel save us” (1 February 2015).

 CONCLUSION:

 Here we are at the end of the first part of our programme on the return of Greater-Germany.

A special thank you to Jan Vanzeeboroeck, editor of EODE PRESS OFFICE and correspondent of AFRICA MEDIA in Ghent (Flemish Belgium), who ensured the sharp documentary research of many visual elements in this programme.

Join us on AFRICA MEDIA and EODE-TV, the Eurasia-Africa Axis of Media, for the second part of our show on the GREAT GAME (LE GRAND JEU) on THE RETURN OF GREATER-GERMANY, leading you to Berlin, but also to Africa …

 Follows in:

LE GRAND JEU (THE GREAT GAME). AT THE HEART OF GLOBAL GEOPOLITICS:

Greater-Germany back /

Part 2. A threat to Africa?

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