Crolla l’alibi pacifista delle ragazze. Ecco le prove delle amicizie jihadiste

http://www.ilgiornale.it/news/politica/crolla-lalibi-pacifista-ecco-tutte-prove-delle-amicizie-1083856.html

Altro che pacifiste: i kit di pronto soccorso portati in Siria somigliano più a quelli militari. Ed erano destinati a gruppi di combattimento

Gian Micalessin Dom, 18/01/2015 – 09:04 

Il ministro Paolo Gentiloni, protagonista in Parlamento di una difesa a spada tratta di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, avrebbe fatto meglio a consultarsi prima con i carabinieri del Ros. Carabinieri che, magari, avrebbero potuto mostrare pure a lui le intercettazioni delle telefonate, pubblicate da Il Fatto Quotidiano , tra le due suffragette lombarde e alcuni fiancheggiatori dei gruppi jihadisti siriani. 

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Greta e Vanessa

Telefonate assai scomode e imbarazzanti. Telefonate da cui emerge con chiarezza come le due ragazzine non ambissero al ruolo di crocerossine neutrali, ma piuttosto a quello di militanti schierate e convinte.
Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani.
Milioni con cui i fanatici siriani, o quelli europei passati per le loro fila, potrebbero ora organizzare qualche atto di terrorismo in Italia o altrove nel Vecchio Continente.

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Che Greta e Vanessa progettassero di mettere in piedi qualcosa di diverso da una normale organizzazione umanitaria, Il Giornale lo aveva intuito subito dopo il sequestro. Esaminando su Facebook le gallerie fotografiche di «Horryaty» – l’associazione creata assieme al 46enne fabbro di Varese Roberto Andervill – quel che più saltava agli occhi era l’aspetto chiaramente «militare» dei «kit di pronto soccorso» distribuiti da Greta e Vanessa in Siria. I kit, contenuti in tascapane mimetici indossabili a tracolla, assomigliavano
più a quelli in dotazione a militanti armati o guerriglieri che non a quelli utilizzati da infermieri o personale paramedico civile. Anche perché la prima attenzione di medici e infermieri indipendenti impegnati sui fronti di guerra non è quella di mimetizzarsi ma piuttosto di venir facilmente identificati come personaggi neutrali, non coinvolti con le parti in conflitto. Un concetto assolutamente estraneo a Greta Vanessa.

Il kit dei soccorsi di Greta e Vanessa

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Nelle telefonate scambiate prima di partire con Mohammed Yaser Tayeb – un 47enne siriano trasferitosi ad Anzola in provincia di Bologna ed identificato nelle intercettazioni del Ros come un militante islamista – Greta Ramelli spiega esplicitamente di voler «offrire supporto al Free Syrian Army», la sigla (Esercito Libero Siriano) che riunisce le formazioni jihadiste non legate al gruppo alaaidista di Jabat Al Nusra o allo Stato Islamico. L’acquisto dei kit di pronto soccorso mimetici da parte di Greta e Vanessa è documentato dalle ricevute pubblicate sul sito di Horryaty il 12 maggio di quest’anno, subito dopo la prima trasferta siriana delle due «cooperanti». La ricevuta, intestata a Vanessa Marzullo, certifica l’acquisto in Turchia di 45 kit al costo di 720 lire turche corrispondenti al cambio dell’epoca a circa 246 euro. La parte più interessante è però la spiegazione sull’utilizzo di quei kit. Nel rapporto pubblicato su Horryaty, Greta e Vanessa riferiscono con precisione dove hanno spedito o portato latte, alimenti per bambini, medicine e ogni altro genere di conforto non «sospetto». Quando devono spiegare dove sono finiti quei tascapane
mimetici annotano solo l’iniziale «B.» facendo intendere di parlare di un avamposto militare dei gruppi armati il cui nome completo non è divulgabile per ragioni di sicurezza. Nelle telefonate con l’«amichetto» Tayeb registrate dai Ros, Greta Ramelli si spinge invece più in là. In quelle chiacchierate Greta spiega che i kit verranno distribuiti «a gruppi di combattimento composti solitamente da 14 persone». Spiegazione plausibile e circostanziata visto che in ambito militare una squadra combattente, dotata di uno specialista para-medico, conta per l’appunto dalle 12 alle 15 unità. L’elemento più inquietante, annotato dai Carabinieri del Ros a margine delle intercettazioni, sono però i contatti tra l’«amichetto» Tayeb e Maher Alhamdoosh, un militante siriano iscritto all’Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno.
Con Maher Alhamdoosh s’erano coordinati – guarda un po’ il caso e la sfortuna – anche Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous, i giornalisti italiani protagonisti nella primavera 2013 di un reportage in Siria conclusosi anche in quel caso con un bel sequestro. Un sequestro seguito da immancabile ed esoso riscatto pagato, anche allora, dai generosi contribuenti italiani.

Gallerie fotografiche correlate

Il kit dei soccorsi di Greta e Vanessa

L’arrivo a Ciampino di Greta e Vanessa

Vanessa Marzullo arriva nella sua casa a Verdello

Vanessa Marzullo torna a casa con la kefiah al collo

 

L’FMI INSISTE SUL PRELIEVO FORZOSO: ”ESPROPRIATE I RISPARMI PRIVATI DEI CITTADINI“

http://www.euroscettico.com/lfmi-insiste-prelievo-forzoso-espropriate-i-risparmi-privati-dei-cittadini/#

Pubblicato in TROIKA&LOBBY da L’Euroscettico il 5 luglio, 2014

fmi insiste prelievo forzoso

Il Fondo Monetario Internazionale fa di nuovo scattare l’allarme su un possibile prelievo forzoso in Europa, a rischio ci sono le polizze vite e assicurazioni oltre che tutti i risparmi privati.

 

L’allarme rosso è di nuovo scattato. Il fondo monetario internazionale, come riportato dal quotidiano tedesco Die Welt, ha nuovamente “consigliato” ai vari paesi europei di coinvolgere gli investitori privati nel debito pubblico. In poche parole se lo Stato è indebitato, per risanare le casse bisogna prelevare forzosamente dai risparmi privati al fine di alleggerire l’esposizione.

Il Fmi attraverso la parola flessibilità sta cercando di coinvolgere ( senza il loro consenso) un ampio numero di risparmiatori nelle perdite di Stato. Tutta l’Europa è a rischio. Inoltre, affinchè Lagarte e soci tornino ad aiutare i Pigs sono state dettate severe condizioni. Sia i creditori del settore privato che quelli del settore pubblico dovranno essere obbligati a vedere allungate le scadenze dei bond acquistati, ricalcando le orme di ciò che è già avvenuto in Grecia dove ai creditori privati i bond in questione vennero suddivisi in 20 nuovi titoli pari importo. Addirittura c’è anche il rischio che questi titoli possano perdere valore. Ma senza queste condizioni il Fmi taglierà gli aiuti ai Pigs, facendo rischiare il collasso di vari Paesi e la caduta dell’Europa. Insomma un ricatto in piena regola.

 Ovviamente l’italia non è esente anzi, da Washington hanno già fatto sapere che paesi come l’Italia, la Spagna, Grecia e Portogallo potrebbero essere tra i primi a sperimentare il prelievo forzoso dato il forte indebitamento dello Stato. Attualmente però ad essere maggiormente in pericolo sono chi ha sottoscritto direttamente polizze assicurative e quote sui fondi pensione dato che per un piccolo risparmiatore è estremamente difficile sapere dove siano stati realmente investiti i propri soldi, una volta che sono stati immessi nel circuito finanziario.

La proposta (o provocazione?) dell’Fmi non è nuova dato che già in passato aveva cercato di spingere i governi europei al prelievo forzoso del 10% dei risparmi privati al fine di alleggerire questo peso eccessivo del debito pubblico. Ecco perché l’articolo del Die Welt consiglia agli utenti di non puntare sui titoli di stato a lunghe scadenze ma invece investire in obbligazioni private dato che in caso di crisi il risparmiatore sarebbe maggiormente tutelato, cosa impossibile nel caso in cui il debitore sia lo Stato.

Mineo: Renzi ci porta all’esplosione sociale, alla fine dell’UE e persino alla guerra

http://www.imolaoggi.it/2015/02/26/mineo-renzi-ci-porta-allesplosione-sociale-alla-fine-dellue-e-persino-alla-guerra/

giovedì, 26, febbraio, 2015

 mineo

 Corradino Mineo, sulla sua rubrica quotidiana “Il Caffè”, oggi scrive: Tsipras è ora appeso ai creditori europei e alla loro sublime stupidità. Tornato in patria dopo l’accordo di Bruxelles, è stato accolto da una rivolta nel suo stesso partito che si aspettava misure energiche di sostegno alla povertà, la riassunzione dei dipendenti pubblici licenziati, l’affermazione del diritto alla casa. Tsipras e Varoufakis dovranno invece spiegare, entro oggi, a Moscovici, Draghi e Lagarde come troveranno i soldi per non fallire. Visto chel’Europa non ha voluto essere solidale con la Grecia e se ne infischia del voto democratico e delle speranze di quel popolo. Premier e ministro delle finanze si stanno battendo con la forza della diperazione e hanno messo su un programma inconsueto: stop al contrabbando, lotta a corruzione ed elusione, imposta patrimoniale, tentativo di recuperare l’evasione, rateizzando i debiti per non buttare nessuno in strada.

Può darsi che creditori ed Europa gli rispondano che queste sono solo chiacchiere. Quando mai un ricco o un corrotto ha pagato per la crisi che la sua accumulazione ha causato! E per Syriza, per la speranza Tsipras, per i tanti che hanno manifestato sostegno al governo attaccato dai conservatori tedeschi e non difeso dai socialdemocratici europei, sarà tragedia, Greca, se volete. “Il Paese esploderà se il governo tradisce promesse già fatte” sbotta Manolis Glezos, partigiano ed europarlamentare. ”Ma a me che importa?” direbbe Francesco. L’Italia è al sicuro. Aspetta la ripresa e non resta che qualche gufo, perdente, rosicone.

“È in atto una scissione tra il lavoro e i diritti di chi lavora” – dice Maurizio Landini a Repubblica – “E chi lavora è povero. Dall’altra parte aumenta la corruzione, l’evasione, il controllo di settori dell’attività economica da parte della criminalità organizzata”. “Il governo di Renzi – continua Landini – sta facendo politiche che favoriscono questi processi. Dice che si ha diritto a licenziare sempre e che si può evadere”.
Io sono più generoso. Penso che Renzi sia davvero convinto (come d’altra parte molti giornalisti e tanti nostri concittadini, anche di sinistra) che l’Italia sia stata paralizzata dalle rigidità sindacali e dalla contrattazione del lavoro. È convinto che i magistrati siano una casta autoreferenziale. Che la scuola vada scossa mettendo gli insegnanti gli uni contro gli altri, e facendo entrare un po’ di sano spirito confindustriale. Che una Rai non più lottizzata potrebbe anche astenersi dalla competizione con i privati, per fare invece da spalla allo sforzo riformatore del governo (programmi per la scuola, documentari da istituto Luce, prodotti di nicchia e culturali). Che il Parlamento vada preso a schiaffi e che la democrazia possa consistere nell’elezione di un Premier ogni 5 anni. Che gli imprenditori vadano invogliati con agevolazioni e sgravi. Che ai poveri debba pensarci il governo, redistribuendo quel che si può. Che i capitali rientreranno e vanno tassati senza esagerare.

Questo è il realismo di Matteo Renzi. Si riduce la torta per il ceto medio e questo mette a rischio la democrazia? Riduciamo pure la democrazia, sgrassiamo i corpi intermedi, rafforziamo il potere centrale e ci salveremo. A questo s’è ridotta la terza via di Blair e Clinton dopo la crisi del 2008. Io penso che questo modo di ragionare (che non è solo di Renzi) ci porti presto all’esplosione sociale, alla fine dell’Europa e persino alla guerra. Ma io sono un gufo.

QUAND LA POLITIQUE TUE : LES MORTS BRUTALES OU SUSTECTES DE LA VIE POLITIQUE FRANCAISE

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EODE-BOOKS -  Quand la politique tue (2015 03 02)

# QUAND LA POLITIQUE TUE

 Auteur:  Dominique Labarriere

Editeur:  La Table Ronde

 « Le bon politicien a pour tâche d’éduquer et d’unir les hommes trop tempérants et trop fougueux pour les amener à la juste mesure et par là en faire de bons citoyens, capables de suivre les lois ou de les critiquer, s’ils possèdent la science le leur permettant, en vue du meilleur »

– Platon.

 Hier, le ministre français Laurent Fabius exigeait toute la lumière du président russe Poutine sur l’exécution de l’opposant libéral Nemtsov à Moscou ce 28 février. Le Président français Hollande sa joignant à cette demande impérieuse. La Russie serait une espèce de trou noir de la démocratie mondiale. Mais Hollande et Fabius sont-ils bien placés pour exiger quoi que ce soit en ce domaine ? Car les morts brutales, suspectes ou mystérieuses sont aussi l’apanage de la politique française. Rappelons les dossiers des Bérégovoy, Boulin, de Broglie, Fontanet et autres Grossouvre. Tous ministres ou barons de la Ve République …

 Ils ont perdu la vie alors qu’ils étaient au faîte du pouvoir et des honneurs. Et avant eux les Carnot, Jaurès et Doumer sont morts pour des idées, assassinés par des anarchistes ou des illuminés. Salengro s’est donné la mort pour défendre son honneur après une terrible campagne de diffamation, comme Bérégovoy et Boulin, salis l’un et l’autre par la presse. Ayant franchi la ligne jaune, de Broglie a fait l’objet d’un contrat ; Joseph Fontanet a commis l’erreur de se trouver au mauvais endroit au mauvais moment ; Grossouvre, enfin, semble avoir choisi le suicide par dépit.

 Un livre sorti en octobre 2014 , QUAND LA POLITIQUE TUE, évoque des infamies médiatiques, explore l’énigme de morts étranges et lève le mystère de certaines d’entre elles. Surtout, il raconte des tragédies, humaines avant d’être politiques. Le livre raconte la fin brutale de neuf personnages de premier plan. De l’assassinat de Sadi Carnot en 1894 au suicide de François de Grossouvre en 1994, un siècle de crises politiques aigües défile d’un chapitre à l’autre.

 Ce n’est pas la moindre qualité de ce livre que de restituer, avec précision mais sans se noyer dans les détails, le contexte propre à chacun de ces drames. On sait tous que Jaurès a été assassiné, mais après les dix pages qui lui sont consacrées, on saisit mieux l’enjeu de cette mort. Et c’est sans doute, avec le contemporain Bérégovoy, le destin le plus connu. Mais qui se souvient vraiment de cette terrible campagne de calomnie sur sa prétendue désertion en 1915, qui poussa Roger Salengro au suicide ? Et que sait-on aujourd’hui des dossiers brûlants que Robert Boulin a emportés avec lui, dans sa mort brutale et toujours suspecte ? En neuf chapitres qui se lisent comme autant de mini-polars, Dominique Labarrière convainc le lecteur : la politique française est décidément plus violente que la fiction.

 LES MORTS TRAGIQUES D’HIER …

 La place éminente occupée par eux sur le devant de la scène publique et leur disparition subite sous forme d’un rendez-vous inopiné avec la mort sont les marques premières qui les assemblent. A des degrés d’implication différents mais avec une même appartenance au monde politique, tous également se sont révélés par une notoriété ressortie du contexte français de la République. A partir de là, mais à des moments distincts et pour des motifs séparés, se voit leur convergence vers un sort unique : une mort non point scellée par la maladie ou l’accident fatidique, celle que réserva autrement la brutalité du suicide ou de l’attentat.

 Ils sont alors ces hommes que les honneurs élevèrent tout d’abord plus ou moins haut sur les marches glorieuses de la société nationale lors du siècle échu, mais qu’un destin tragique frappa soudainement, souvent sans beaucoup crier gare. Tour à tour et derrière elle, chaque victime aura ainsi laissé, non point de seules évocations douloureuses, plutôt et surtout d’assez vivaces suspicions relatives aux causes ou aux analyses de son décès. Grâce à un exposé synthétique et clair de la position de ces acteurs remis au-devant de leur funeste mésaventure, le journaliste Dominique Labarrière explore, une à une et en de saisissantes chroniques, les circonstances particulières ayant amené ces ruptures de vie qui perpétuent encore derrière elles incertitudes et interrogations.

 Sadi Carnot en 1894 et Paul Doumer en 1932 furent deux présidents de la République française assassinés pendant l’exercice de leur mandat. L’un à Lyon, l’autre à Paris incarnaient probablement au jour de leur exécution ces décideurs ultimes détenant avec eux la clé de tout espoir d’un soulagement social et populaire, celui du redressement possible et solennel de certaines iniquités. Distingués alors par des aptitudes mentales sans comparaison et ainsi que les présente D. Labarrière, leur assassin respectif, Santo Ironimo Caserio pour le premier, Pavel Gorgoulov pour le second avaient en commun tout d’abord une naissance étrangère. Non point qu’il y ait en cela sujet à détecter la source d’une nuisance inéluctable, se révèle pourtant sous ce signal extérieur la flagrance d’un symbole d’exemplarité longtemps reconnu à la nation française. Sous le regard du monde, ne figura-t-elle en effet jamais cette terre promise à la justice sociale, à la démocratie et aux moyens économiques de survie garantis à tous ? Le premier meurtrier se dévoila anarchiste quand celui du président Doumer apparut tel un dérangé mental, cependant activiste antibolchévique du Caucase. Ces deux distinctions, que rien ne semble rattacher absolument, s’insèrent pourtant au cœur d’un schéma de société unique et en lequel probablement toutes deux reflètent le produit dévastateur des exaltations nées des pauvretés ambiantes, furent-elle d’esprit ou plus étroitement matérielles. C’est bien en tout cas ce qu’un rapprochement entre ces deux attentats suggère par la lorgnette politique.

 … ET CELLES MYSTERIEUSES OU SCANDALEUSES CONTEMPORAINES

 Bientôt, de Jaurès à Salengro et jusqu’à Boulin, Fontanet ou encore Grossouvre, s’étend ce travail d’enquête qui, sans les associer directement, les relie pourtant d’un même genre de préjudice rencontré. Dans une commune mesure en effet, tous ces exemples se voient résolus de morts suspectes ou par des traitements indélicats quand encore, et sans doute réside en cela le point crucial, le spectre général de la politique leur procure un cadre d’illustration non moins récurrent que sous-jacent.

 Controverses nées de l’instant ou résurgentes, orientations d’enquêtes immédiates ou à contretemps, spéculations durables autour des responsabilités, évolutions sensibles des perceptions liées aux disparitions tout encore entourées de mystères énumèrent ainsi cette part conséquente du contenu auquel l’auteur consacre ses recherches quelquefois confondantes. Avec une écriture persuasive sont alors déployés les récits de ces instants rocambolesques ou délétères, à travers lesquels l’avidité de lecture engendrée par le poignant descriptif des situations reste accrochée solidement.

 LA MORT DU MINISTRE SALENGRO EXEMPLAIRE ET EXEMPLATIVE

 En mauvaise posture à l’Assemblée face à son virulent persécuteur, Roger Salengro essuie bientôt dans une prostration touchante et sous la traduction vibrante de l’auteur les assauts agressifs du chef de file de ses accusateurs : « Epuisé, tant physiquement que moralement, il fait pâle figure dans l’hémicycle tandis que le député Becquart développe son argumentation, qu’il maîtrise à la virgule près. Il prépare ses attaques depuis si longtemps ! D’emblée, il donne les noms de ceux, simples soldats, sous-officiers ou officiers, dont les témoignages sont accablants pour le ministre » (p.47).

 Le suicide en 1932 et consécutif du réputé maire de Lille, également membre éminent du gouvernement de Léon Blum, n’aura par la suite trompé personne. Mensonges et calomnies sur son rôle lors de la précédente guerre furent le plus sûrement les recours utilisés par les détracteurs du ministre réputé. Les attaques du dénommé Becquart apparurent plus tard par instigation d’une vengeance plutôt personnelle et tandis que le verdict des urnes l’avait auparavant débouté d’une accession jalouse à la mairie de la grande ville du Nord…

 L’AUTEUR :

 Dominique Labarrière est l’auteur de nombreux romans dits « de gare ». A enseigné la philosophie. Écrit aussi sous le pseudonyme « Jacques de Saint Paul » commun à plusieurs auteurs d’ouvrages dans la Collection Cécile et Jean aux Éditions Media 1000 et sous le pseudonyme « Christian Laurac » commun à plusieurs auteurs d’ouvrages dans les collections Aphrodite, Cupidon, Diane, etc. aux Éditions Eurédif. Responsable de la rédaction d’un groupe de périodiques du centre de la France (en 1988). Chroniqueur judiciaire, Dominique Labarrière a écrit de nombreux ouvrages, romans d’investigation et essais. Il a signé, en 2003, Cet homme a été assassiné… La mort de Bérégovoy, une enquête sur la disparition du Premier ministre parue aux éditions de La Table ronde, ainsi qu’en 2010, L’affaire Jacques Viguier, publié chez Alphée.

 160 pages

ISBN : 9782710371724

 

EODE / 2015 03 02 /

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ПОЛЬСКУЮ ДЕЛЕГАЦИЮ НЕ ПУСТИЛИ НА УКРАИНУ ПОЧТИТЬ ПАМЯТЬ ЖЕРТВ ВОЛЫНСКОЙ РЕЗНИ

ПОЛЬСКУЮ ДЕЛЕГАЦИЮ НЕ ПУСТИЛИ НА УКРАИНУ ПОЧТИТЬ ПАМЯТЬ ЖЕРТВ ВОЛЫНСКОЙ РЕЗНИ

 PCN-SPO – RUSVESNA.SU / 2015 03 02 /

 Польскую делегацию не пустили на Украину почтить память жертв Волынской резни | Русская весна

 PCN-SPO - Solidarité avec Changement (2015 03 02) RU

Группу граждан Польши не пустили на территорию Украины, где поляки планировали почтить память жертв Волынской резни, сообщил директор Европейского центра геополитического анализа, лидер новой польской политической партии «Смена» Матеуш Пискорский.

 По словам политика, делегация партии «Смена» намеревалась посетить заброшенную деревню Гута-Пеняцкая, расположенную во Львовской области Украины. Целью визита делегации должны были стать памятные мероприятия, связанные с массовым убийством мирного польского населения, совершенным 72 года назад солдатами дивизии СС «Галичина» и украинскими националистами.

 «На пограничном переходе Гребенне-Рава Русская пять членов руководства партии были задержаны украинскими пограничниками и сотрудниками Службы безопасности Украины. Они подверглись оскорблениям по национальному признаку, а затем их обвинили в фальсификации истории в связи с геноцидом поляков на Волыни.

 Затем выяснилось, что украинцы располагают персональными данными тех граждан, которые принимают участие в легальных манифестациях на территории Польши», — рассказал Пискорский.

 Польский политик считает, что «этот инцидент… переходит все границы».

 «Это оскорбление не только нас, но и осквернение памяти сожженных заживо и четвертованных польских детей, женщин и безоружных крестьян — жертв бандеровских зверств…. Функционеры украинского государства выстраиваются в очередь наследников не только Степана Бандеры, но и Waffen SS», — заявил Пискорский.

 Лидер «Смены» сообщил, что направит официальное письмо украинским властям с требованием объяснений случившегося инцидента и также попросит власти Польши «встать на защиту чести своих граждан».

 «Братьям-украинцам мы обещаем: наступит время, когда мы вместе отдадим честь польским и украинским жертвам бандеровщины. Как тем, кто погиб во время Второй мировой войны, так и тем, кто был зверски убит на Украине на протяжении последнего года членами всевозможных бандеровских группировок под черно-красными флагами», — добавил Пискорский.

 По данным исследователей, общее число жертв трагедии, которая вошла в историю как «Волынская резня», колеблется от 36 тысяч до 100 тысяч человек.

 PCN-SPO

 Original sur : http://rusvesna.su/news/1425318096

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SOLDARITE AVEC LES CDES DE ‘CHANGEMENT’ ARRETES PAR LA JUNTE DE KIEV

UNE DELEGATION POLONAISE DU NOUVEAU PARTI DE GAUCHE NATIONALE “CHANGEMENT” ARRETES, DETENUS ET INSULTES A LA FRONTIERE POLONO-UKRAINIENNE.

 LM pour PCN-SPO/

avec RUSVESNA.SU / 2015 03 02 /

PCN-SPO - Solidarité avec Changement (2015 03 02) FR (1)

Menée par notre Cde Mateusz Piskorski, la délégation voulait rendre hommage aux victimes des massacres des minorités polonaises de Volhynie par les Banderistes, alliés aux nazis, en 1941-44.

 Arrêtée, insultée sur base de sa nationalité polonaise, puis expulsée, la délégation de nos cdes polonais dénonce :

 – la réhabilitation des banderistes, des waffen SS “galiciens” et de la collaboration avec le IIIe Reich, amorcée par le gouvernement orangiste de 2004-2010 et la Junte de Kiev actuelle;

– la passivité honteuse des autorités de Varsovie, qui se taisent sur ces massacres et soutiennent la Junte néo-bandériste de Kiev;

– la découverte du fait qu’ils étaient fiché en Pologne par le SBU, la police politique ukrainienne.

 Solidarité avec le parti polonais CHANGEMENT et avec la lutte contre les discriminations de la Junte de Kiev envers toutes les minorités en Ukraine : les russes (en fait majoritaires), les polonais de Volhynie, les hongrois de la Carpathia Rus et les roumains de Bucovine du Nord.

 LM

 # Lire en russe : http://rusvesna.su/news/1425318096

 (photo: cérémonie pour les 70 ans de la formation de la DIVISION SS GALICIE, avec son blason SS …)

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