Tsipras fa retromarcia, la Grecia procede con la privatizzazione del porto del Pireo

Altri dettagli sulla privatizzazione. La sinistra è questo, tradire.

The Wall Street Journal Europe

di Costas Paris e Alkman Granitsas – traduzione di Giorgia Crespi

Stando alle indiscrezioni, la Grecia procederà con la privatizzazione del principale porto del paese e Yanis Varoufakis, il ministro delle finanze greco, avrebbe intenzione di riferirlo alle controparti europee in occasione di un incontro a Bruxelles che si terrà mercoledì, ritrattando così sulle precedenti dichiarazioni del nuovo governo di sinistra che avevano garantito il congelamento dell’affare. L’inversione di marcia giunge nel momento in cui la nuova coalizione di governo di sinistra, condotta da Syriza, fatica a raggiungere un accordo con i creditori internazionali che eviti che il Paese rimanga senza liquidità nelle prossime settimane e risulti potenzialmente insolvente. Da quando si è insediato, poco più di due settimane fa, il nuovo governo è andato in rotta di collisione con i creditori europei, promettendo di ridurre molte le misure di austerità e le riforme, come le privatizzazioni, che la Grecia si è assunta negli ultimi cinque anni a garanzia di miliardi di euro di aiuti.

La vendita della quota statale del 67% della Piraeus Port Authority è una delle maggiori cessioni all’interno di un ambizioso piano di privatizzazione concordato dal precedente governo conservatore con la troika affinché il Paese continuasse a ricevere i fondi d’emergenza. Ed è anche uno degli asset più simbolici: il porto del Pireo, solo poche miglia a sud della capitale greca, è di fatto la sede dell’industria marittima greca ed è uno dei più grandi porti del Mediterraneo. “La vendita del Pireo si farà. Procederà come previsto”, ha riferito al Wall Street Journal una fonte del ministero delle finanze.

Questa cessione potrebbe rendere fino a 800 milioni di euro e, hanno continuato le indiscrezioni, è già previsto l’arrivo di offerte vincolanti per la fine di marzo. La Grecia si è accordata con i creditori che avrebbe completato le procedure di privatizzazione quest’anno per un totale di 2,8 miliardi di euro circa, cifra che la Grecia potrebbe faticare a raggiungere. Il piano totale di privatizzazione comprendeva la vendita di una varietà di asset, incluse le licenze per lo sfruttamento di quattordici aeroporti in tutto il Paese, la rete di distribuzione del gas naturale e alcuni hotel e immobili di proprietà dello stato. Il nuovo governo insiste che alcuni elementi, come le utility pubbliche, non dovrebbero essere venduti, ma i vertici dell’Unione affermano che la vendita del Pireo è una prova fondamentale.

Solo poche settimane fa Theodoros Dritsas, il nuovo ministro per la marina mercantile, ha riferito alla stampa che la vendita era stata cancellata, in linea con la promessa elettorale di Syriza che “gli asset statali strategici” non sarebbero stati privatizzati e che gli accordi sarebbero stati rinegoziati. All’epoca i vertici del partito avevano dichiarato al Wall Street Journal che, per il Pireo, il governo avrebbe lavorato invece alla vendita di una concessione a un’entità pubblica di Paesi come Cina, Russia e qualche stato arabo, nell’ambito di un accordo negoziato tra governi. Il repentino cambiamento di politica ha stupito sia i creditori che gli investitori internazionali già in fila per comprare la quota del Pireo. Tra questi c’era Cosco Holding, il colosso del settore marittimo e portuale cinese, che nel 2009 ha acquisito una concessione di trentacinque anni per parte del terminal dei container del porto. Allora Hua Chunying, portavoce del ministro delle finanze cinese, ha dichiarato che il programma di Cosco era diventato “un modello per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra Cina e Grecia” e ha espresso la speranza che potessero essere raggiunti ulteriori accordi. Ora che il governo ha nuovamente cambiato politica, per le fonti Cosco è la favorita nella contrattazione per il Pireo visto il successo della concessione per il terminal dei container, che ha generato più di 1.000 posti di lavoro. Inoltre, sempre stando alle indiscrezioni, il primo ministro greco Alexis Tsipras ha in programma di andare prossimamente in visita a Pechino nel tentativo di stimolare ulteriori investimenti da parte della Cina.

Sino da tre anni fa Syriza ha criticato aspramente le privatizzazioni, poiché avrebbero spogliato la Grecia degli asset di maggior valore. Per esempio, era in prima linea alle manifestazioni contro l’accordo con Cosco del 2009. Peraltro, prima delle elezioni, la rosa dei candidati per la privatizzazione del porto del Pireo del precedente governo aveva incluso Cosco insieme a Apm Terminals, di proprietà del leader danese del trasporto marittimo A.P. Møller-Mærsk, e Ports America, il più grande operatore portuale degli Stati Uniti e la filippina International Container Terminal Services. L’attuale valore di mercato della Piraeus Port Authority è intorno a 278 milioni di euro, ma alcune indiscrezioni sostengono che i compratori sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo, visto che il Pireo è il porto occidentale importante più vicino al Canale di Suez  e poggia sulla trafficatissima rotta commerciale che collega l’Asia e l’Europa. “Stiamo attendendo che il governo si pronunci sul processo di privatizzazione”, ha reso noto Tom Boyd, portavoce di Apm Terminals. “Restiamo impegnati a favore dello sviluppo della Grecia. In termini di riforme, la privatizzazione del porto è un’opportunità positiva per l’investimento e per la crescita dell’economia”.

http://www.milanofinanza.it/news/tsipras-fa-retromarcia-la-grecia-procede-con-la-privatizzazione-del-porto-del-pireo-201502101657099754

 

Tsipras fa retromarcia, la Grecia procede con la privatizzazione del porto del Pireoultima modifica: 2015-03-02T10:17:03+01:00da davi-luciano
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