Scusi lei è dell’Isis? L’incredibile test per scoprire gli jihadisti

Terroristi e terroristi. I notav si sbattono in  galera, agli estremisti jahidisti un questionario

 Pubblicato su 24 Febbraio 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI – CM in POLITICA

Scusi, lei è dell’Isis? No? E lei è un terrorista? No? Nemmeno lei? Allora avanti, potete entrare. Ascoltate: c’è qualcuno qui, su questo barcone, che ha sgozzato un ostaggio americano? Un volontario inglese? Un cristiano copto? No? Davvero? Siete sicuri? Non avete mai decapitato nessuno? Lapidato donne? Crocefisso preti? Bruciato almeno un pilota giordano dentro la gabbia? No? Niente? Bene, allora siete a posto, accomodatevi in Italia e disperdetevi liberamente per le nostre contrade. Mi scusi, lei laggiù in fondo, che sta facendo? Nasconde per caso un missile Scud sotto la giacca? Un kalashnikov? Qualche chilo di tritolo? No, davvero? Lo giura? Giurin giurello sono santo sono bello? Giur giuretta non ho nemmeno una bombetta? Non è che sta tenendo le dita incrociate? Parola di giovane marmotta islamica? Allora prego, faccia come se fosse a casa sua. L’Italia le dà il benvenuto. E poi dicono che non sappiamo difenderci. I soliti gufi. I soliti sfasciacarrozze. I soliti criticoni. In realtà il nostro Paese, grazie all’intensa attività di intelligence, ha messo a punto un sistema di difesa impenetrabile: il questionario all’immigrato. Funziona così: quando arriva un clandestino gli si chiede se è militante dell’Isis. Se lui dice di no, possiamo stare tranquilli. Dormiamo fra due guanciali. Ma siccome gli efficientissimi sistemi di sicurezza non si accontentano, hanno escogitato anche una seconda prova, davvero definitiva. Consiste nel mostrare al clandestino la bandiera nera dell’esercito islamico. Se quello dice: l’ho appena fatta sventolare sulla capoccia di un decapitato, ecco, allora i sistemi di sicurezza intervengono immediatamente per fermare il pericoloso terrorista. Se invece lui dice: non so cosa sia. Oppure: la conosco, ma non mi piace, abbiamo la prova certa che non si tratta di un terrorista.

Voi pensate che io stia scherzando? Macché. Lo ha rivelato, papale papale, Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione internazionale per la migrazione al Messaggero, che non a caso ha titolato il servizio: «Lampedusa, la grande paura: ai profughi il test sul Califfato». E il test consiste in questo (cito testualmente): «A ogni disperato che varca il cancello del centro d’accoglienza mostrano una bandiera dell’Isis per sapere se la riconosce». E il risultato qual è? «Negano, negano sempre…», come racconta lo stesso portavoce dell’Organizzazione. Pensa un po’ che strano, eh? Nemmeno uno che dica: ma sì, ce l’ho nella mia cameretta. Oppure: come no?, mi divertivo un sacco a sventolarla mentre stupravamo le ragazze cattoliche. Oppure: il Califfo mi ha appena detto di andarla a piantare in piazza del Vaticano. Niente. Tutti che negano di amare quella bandiera. Dunque, è evidente, l’intelligence ha la prova certa: non possono essere tagliagole.

Il sistema è indubbiamente efficiente: in questo modo, infatti, pare che si riescano a eliminare i terroristi in un batter d’occhio. Tu sei terrorista? No. Tu? Neppure. E tu? Meno che mai. Ottimo: nessuno si dichiara terrorista, dunque lo vedete che i terroristi non ci sono? L’idea è così geniale che, secondo alcune indiscrezioni, il ministero dell’Interno starebbe pensando di adottarlo sistematicamente, e non solo per fermare l’Isis. Già un primo esempio si è avuto a Roma con gli hooligans olandesi: scusi, lei vuole sfasciare piazza di Spagna? No. E lei? No. Ecco fatto: gli hooligans non esistono. Lo stesso si potrebbe fare con stupratori (scusi, lei vuole per caso violentare una ragazza?), con i ladri (scusi, lei ha intenzione di rubare?) o con gli assassini (scusi, lei sta per uccidere qualcuno?). Quando si trova una procedura così efficiente perché non estenderla all’intero scibile del crimine? Abbiamo buona ragione di credere che tutta la difesa del nostro Paese sarà interamente affidata all’autodichiarazione responsabile. E se tutti negano, meglio ancora, vuol dire che non ci saranno più delinquenti, non ci saranno criminali e, soprattutto, non ci saranno più terroristi. Il problema è risolto: diventeremo il Paese più sicuro del mondo. Ci aspetta solo la pace. Peccato che sarà eterna.

 Mario Giordano

Tratto da:http://www.liberoquotidiano.it

Salvini gela Berlusconi: «Niente accordo, siamo diversi»

Non credevo che antifascismo significa avere il diritto di porre veti su chi ha diritto a manifestare o no, che ci stia simpatico o meno.

Che strano, né il job act, né la riforma fornero, né i tagli alla sanità sono riusciti ad adirare tanto i manifestanti di sinistra come Salvini in piazza contro RENZI. Stai a vedere, che al di là di tanti mugugni, compresa la lotta dura senza paura contro Renzi promessa dalla Cgil, era tutta scena. Quando vogliono le sinistre scendono in piazza arrabbiate. Ma i provvedimenti del gov Renzi non suscitano tanto odio.  Manifestare contro chi protesta contro questo governo sa tanto di SUPPORTO indiretto.

Quindi deduco che per antifascismo si intende l’avallo di GOVERNI NON ELETTI, dato che Renzi è il terzo consecutivo dopo il golpe a suon di spread, quella è la democrazia che piace agli antifascisti?

 Alleanze per le Regionali sempre più in bilico. Salta l’aperitivo e la cena per le minacce ricevute dai titolari di due bar

 FIRENZE – Dalla Toscana, il leader della Lega Matteo Salvini gela Forza Italia: «Ad oggi con Berlusconi non c’è un accordo sul piano politico nazionale perché a Bruxelles sediamo su banchi diversi, lui difende l’euro che noi riteniamo una moneta sbagliata, lui è insieme alla Merkel, noi alla Le Pen. Abbiamo una visione di Italia e di Europa completamente diversa». Il leader del Carroccio è in Toscana, nel Mugello per l’inizio del suo tour elettorale col camper e da qui sottolinea che «la Toscana è l’esempio migliore di una mancanza di opposizione per dieci anni. Nel senso che qua Fi e Pd hanno inciuciato per dieci anni. Noi vogliamo portare un po’ di aria nuova», conclude. «Se ci fossero elezioni politiche la settimana prossima la Lega non si alleerebbe con nessuno. Il nostro è un progetto aperto a tutti ma in questo momento non compatibile con nessuno», allo stesso tempo, «a livello regionale stiamo governando» assieme a FI, «in tante realtà. Un conto è la scelta locale, un conto è la scelta europea».

 «Zaia non si discute»

«Zaia è uno dei governatori più apprezzati d’Italia, il Veneto è una delle regioni più efficienti d’Europa. Quindi Zaia non si discute, avrà totale e pieno mandato per riproporsi per altri cinque anni. Tosi è un ottimo sindaco, è il segretario della Lega in Veneto, se sostiene Zaia è il benvenuto. Chiunque metta in difficoltà Zaia fa un favore alla sinistra e fa un dispiacere ai veneti e quindi si accomoda fuori», ha detto Matteo Salvini, sulla polemica con il sindaco di Verona Flavio Tosi.

 «Pronti al dopo Renzi»

«Noi vogliamo prendere un voto più di Renzi, c’è uno spazio enorme: Renzi si è gonfiato tanto in fretta però quando ti gonfi tanto in fretta, ma non mantieni quello che prometti, ti sgonfi altrettanto in fretta. Ci stiamo preparando al dopo Renzi». «Per quanto riguarda la riforma della Rai è un carrozzone che va snellito ma che non diventi l’Istituto Luce al servizio di Renzi».

Il presidio di protesta

Un presidio composto da una trentina di persone con bandiere di Rifondazione comunista, Giovani democratici e anarchici ha contestato, da lontano, l’incontro organizzato dalla Lega Nord al quale ha preso parte il segretario della Lega Matteo Salvini a Borgo San Lorenzo. I manifestanti hanno urlato all’indirizzo di Salvini – «siamo tutti antifascisti» – e hanno esposto diversi striscioni tra i quali «Noi non siamo razzisti quindi lasciamo parlare anche te», «Resti qui che ti integriamo?», «La Padania non esiste».

E la manifestazione dell’Anpi

Un centinaio di persone ha manifestato in una via limitrofa al luogo in cui il segretario della Lega Nord Matteo Salvini è intervenuto ad un incontro di partito. «Mai con Salvini» è la scritta su uno striscione esposto dai manifestanti. Presenti con uno striscione rappresentanti della sezione Anpi di Bagno a Ripoli. La polizia ha bloccato completamente l’accesso alla biblioteca dove è riunita la Lega. «È da matti che nel 2015 – ha commentato Salvini parlando con i giornalisti – si debbano schierare 150 tra polizia e carabinieri per permettere un dibattito in una biblioteca pubblica. È una follia. Abbiamo dovuto spostare tre aperitivi perché anche i cuochi sono stati minacciati. Siamo in Toscana o nel terzo mondo? La Toscana merita più rispetto e noi vogliamo liberarla da questo regime rosso».

«Andremo in una Casa del Popolo»

 La polemica sui luoghi che avrebbero ospitato gli interventi del leader del Carroccio, e del candidato alla presidenza toscana Claudio Borghi,è durata per tutta la giornata. L’appuntamento della sera, inizialmente fissato in un bar di Bagno a Ripoli è stato spostato per via di alcune minacce – giunte via mail e per telefono al titolare – in un altro locale. Ma anche qui Borghi riferisce di «minacce pesanti al personale e persino ai cuochi del locale, i cui proprietari sono stati costretti a dirci di annullare anche questo appuntamento». Così il candidato ha annunciato: «A questo punto io e Salvini andremo in una Casa del Popolo: lì non potranno dirci di no vero?», suscitando la reazione dell’Arci: «La Lega e Salvini continuano a provocare. Dicono che andranno in una Casa del Popolo. Sappiano che personaggi del genere non sono graditi. L’Arci e i suoi circoli sono associazioni antifasciste e antirazziste». Lo scrive sul proprio profilo Facebook l’Arci di Firenze. «L’opposto della becera demagogia con cui si vuole continuare a inquinare il nostro Paese», aggiunge l’Arci.

 Il primo locale minacciato

Spiegano di aver ricevuto delle minacce anche i titolari del 22Noir, il primo locale dove si doveva tenere l’apericena dei rappresentanti e simpatizzanti della Lega Nord insieme al leader Matteo Salvini. Anche i dipendenti del locale sono stati tempestati di telefonate anonime con frasi che «è meglio non ripetere» e una serie di mail di «indignazione antifascista» sono arrivate alla posta elettronica del ristorante sulla via Chiantigiana (ma nessuna denuncia formale è stata presentata). Da qui la decisione di rinunciare ai 150 coperti che erano stati prenotati qualche giorno fa.

25 febbraio 2015 | 17:33

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/15_febbraio_25/salvini-firenze-minacce-titolare-bar-che-ospita-38a159be-bd0b-11e4-8966-4c3928ab626d.shtml

Catasto. Unimpresa, rischio stangata fiscale fino al 200%

Il diritto alla casa per gli italiani…ecco come si tutela.

 redazione |   18 febbraio 2015 

Con la riforma del catasto, che prevede, in particolare, il passaggio dal vecchio sistema dei vani a quello dei metri quadrati, c’è il rischio di una nuova stangata fiscale, causata dall’incremento del valore catastale degli immobili e quindi della base imponibile, fino a quasi il 200%. I nuovi sistemi porteranno inevitabilmente a un aumento dei valori degli immobili, avvicinandoli o allineandoli ai prezzi di mercato: gli incrementi oscilleranno dal 52% dei piccoli centri al 197% in alcune zone mai aggiornate delle grandi città. Tali incrementi si tradurranno in un allargamento della base imponibile sia ai fini Irpef sia ai fini della Tasi e dell’Imu. Così Unimpresa nel giorno in cui l’Agenzia delle Entrate fornisce in una circolare le prime indicazioni con l’identikit operativo delle nuove commissioni censuarie chiamate a coadiuvare l’Amministrazione finanziaria nell’ambito della riforma del Catasto. Per evitare l’ennesima stangata sui contribuenti sarà pertanto opportuno lavorare con grande attenzione nelle commissioni e sarà soprattutto importante che il governo, a livello centrale e a livello locale, faccia di tutto per assicurare il funzionamento della clausola, inserita nella riforma, volta a garantire l’invarianza del gettito fiscale.

Ufficio Stampa Unimpresa

http://www.unimpresa.it/catasto-unimpresa-rischio-stangata-fiscale-fino-al-200/10507

LA VIDEO DE L’EXECUTION DE BORIS NEMTSOV !

PCN-TV & TBU (Russie)/ 2015 03 01/

PCN-TV - Video du meurtre de Nemtsov (2015 03 01) FR + RU

Video de la TV russe TBU:

Всепогодная камера зафиксировала убийство Бориса Немцова. Эксклюзив

Sur https://vimeo.com/120935934

 Alors que les médias de l’OTAN, en pleine russophobie galopante, accusent déjà « Poutine de dissimuler les videos des caméras de sécurité lors du meurtre » (par exemple sur France 24 ce dimanche), les télévisions russes la diffusent déjà !

 PCN-TV

CE DIMANCHE SUR AFRIQUE MEDIA TV/ EMISSION LE DEBAT PANAFRICAIN DU 1er MARS 2015

Vers 13h00 GMT ou 14h00 (Yaounde/Bruxelles/Paris/Berlin)

 REDIFFUSION ce lundi …

Le programme complet !!!

AMTV - Debat panafricain du 1er mars (2015 03 01) FR

Présentée par Bachir Mohamed LADAN

Avec les panelistes, les correspondants internationaux et Luc MICHEL

En direct sur streaming sur  http://lb.streamakaci.com/afm

 Luc MICHEL (en duplex depuis Bruxelles avec EODE-TV) parlera particulièrement de la nouvelle crise entre la Belgique et la RDC :

La relation entre l’ancien colon et Kinshasa est repartie dans la zone des tempêtes et des scandales.

Affaire du ministre belge De Cro à Kinshasha qui appelle au départ de Kabila. La Belgique appuie le changement de régime planifié par Obama (ce 28 février une délégation de l’opposition congolaise est partie rencontrer Obama à Washington …).

Affaire de corruption internationale RDC-BELGIQUE-KAZAKHSTAN-FRANCE (maire belge arreté, ex présidfent du sénat belge inculpé, Sarkozy impliqué).

 Retrouvez nous sur Facebook …

GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

(administré par Bachir Mohamed Ladan et Luc Michel)

https://www.facebook.com/groups/afrique.media.groupe.officiel/

 # LES SUJET DU DEBAT PANAFRICAIN DE CE 1er MARS

 SUJETS D’ACCEUIL

1- MARCHE DE SOUTIEN AUX FORCE ARMÉES : quels impacts ? (HUBERT ETOUNDI, Mme NDENHA )

2- AFRIQUE : les conséquences de “l’hyperprésidentialisme ” .  (David EBOUTOU )

3- CAMEROUN : quelle lecture faites-vous du grand ballet diplomatique vers Yaoundé depuis le sommet extraordinaire de la CEEAC ? (AYISSI JDD, BANDA KANI )

4- ÔTE D’IVOIRE/SIMONE GBAGBO : quel est l’intérêt politique du gouvernement ivoirien de refuser de transférer l’ex première dame à la CPI ?  (P P NDOM, SIMO )

5- RDC/ BELGIQUE:  La relation entre l’ancien colon et la Kinshasa repartie dans la zone des tempêtes. (Luc MICHEL)

6- USA/CUBA : et si le rapprochement était un piège contre La Havane ? (Henri DIABATE, NOUHA SADIO )

 SUJETS A DEBATTRE

1- LUTTE CONTRE BOKO HARAM : L’afflux des réfugiés et la problématique de l’action humanitaire ?

2- CÔTE D’IVOIRE/CANDIDATURE UNIQUE RHDP: les frondeurs du PDCI refusent toujours l’appel de Daoukro pour le soutien à la candidature de OUATTARA à la prochaine présidentielle. Quelle lecture ?

3- SÉNÉGAL/ LUTTE CONTRE L’ENRICHISSEMENT ILLICITE: Abdoulaye Wade s’en prend à Macky Sall.

4- Icône de la semaine : MALCOLM X (USA)