Depositate le motivazioni dell’assoluzione dei quattro militanti accusati di eversione: non c’è in Val Susa un contesto di particolare allarme e l’azione compiuta non era una minaccia grave allo Stato
23 febbraio 2015
“Pur senza voler minimizzare i problemi per l’ordine pubblico causati da queste inaccettabili manifestazioni – precisa la Corte – non si può non riconoscere che in Val di Susa non si vive affatto una situazione di allarme da parte della popolazione e che nessuna delle manifestazioni violente sino ad ora compiute ha inciso, neppure potenzialmente, sugli organismi statali interessati alla realizzazione dell’opera”.
Secondo i giudici “appare incontrovertibile la mancanza della volontà di attentare alla vita o alla incolumità delle persone presenti nel cantiere”, volontà che “non deve essere confusa con l’accettazione del rischio che quell’evento si realizzi”. Inoltre “l’armamentario utilizzato non era indice di una volontà diretta a nuocere alle persone (nelle azioni terroristiche è raro riscontrare l’utilizzo di fuochi pirotecnici, bengala, razzi e bottiglie molotov, senza la presenza di nemmeno un’arma da sparo o mitragliette)”.