Il legame inossidabile tra Bce e la finanza. E ora Padoan vuole anche piano salva banche

Sicuramente ce lo hanno imposto i cattivi teteski. Padoan vuole un piano salva banche, perché il QE cos’è salva cittadini???????

Povere banche, sia mai che si suicidano anche loro…..

 di: WSI | Pubblicato il 28 gennaio 2015

Al lavoro per rendere concreto il progetto bad bank. Per il ministro “opinione pubblica capisce”

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 In tutto il mondo manifestazioni di protesta contro il mondo e soprattutto il potere delle banche.

ROMA (WSI) – Giovedì, 22 gennaio: Mario Draghi lancia il bazooka monetario in Europa: 60 miliardi di acquisti di bond governativi al mese, fino ad almeno a settembre del 2016. Finalmente il QE arriva, e le autorità europee elogiano il banchiere per la sua audacia. Domenica, 25 gennaio: La Repubblica pubblica l’intervista al ministro delle finanze Pier Carlo Padoan:”Bene Draghi, ma non basta”. Serve infatti un piano salva banche.

Molti lettori saranno rimasti stupiti, e si saranno chiesti: ma non è quello che ha già fatto la Bce di Draghi:aiutare le banche? LEGGI Bce di Draghi: un castello di carte (fuori bilancio) per salvare le banche ‘tossiche’, relativo al programma Long Term Refinancing Operation (LTRO), che erogò prestiti alle banche europee al tasso di interesse dell’1% per un arco di tempo di tre anni.
Si accentuò già lì l’opposizione di Jens Weidmann, presidente della Banca centrale tedesca, che disse che i finanziamenti a tre anni erogati alle banche, avrebbero ridotto il dolore senza curare la malattia. I prestiti vennero definiti dal numero uno della Bundesbank, semplice morfina.
L’acronimo QE, prima di diventare realtà, era già utilizzata in Europa nel 2013 (a parte ovviamente le ripetute manovre di quantitative easing della Federal Reserve). LEGGI QE europeo: come Draghi salva banche e compra titoli Piigs e Quello di Draghi è un piano di salvataggio per le banche.

Tutto si può dire, insomma, ma non che Draghi non abbia aiutato le banche. Eppure, evidentemente, Padoan vuole fare ancora di più.

Tanto che, alla domanda del giornalista di Repubblica: “Gli interventi della Bce servono a riattivare il credito, che in Italia passa in gran parte dalle banche. Queste ultime però sono franate da anni dalla massa di sofferenza nei loro bilanci. Il governo affronterà questo problema?”, ha risposto: “Sì, ci stiamo pensando. Riflettiamo a introdurre degli strumenti che vanno sotto il nome generico di bad bank, ma possono assumere varie forme. Ci sono varie opzioni e le stiamo esaminando, anche tenendo conto delle implicazioni sulle regole europee sugli aiuti di Stato”.

D’altronde il problema delle sofferenze nel settore bancario italiano continua a essere presente, come confermano anche gli ultimi dati dell’ Abi.
La Repubblica però chiede: “Non teme che all’opinione pubblica risulti indigesta l’idea di usare denaro dei contribuenti per aiutare le banche?”

E Padoan: “L’opinione pubblica capisce che se le banche funzionano meglio fanno anche più credito alle imprese e aiutano a creare posti di lavoro. Qui non si tratta di regalare soldi a nessuno. Ma dobbiamo far sì di non perdere un’occasione preziosa seci sono delle risorse a disposizione delle banche che non vengono dal governo. Bisogna cercare di rendere queste risorse disponibili per l’economia
nel modo più efficace”.

Eppure, stando all’articolo Dalla Bce un regalo da 200 miliardi alle banche italiane, gli istituti di credito italiano hanno ricevuto e riceveranno un bel po’ di soldi dall’Eurotower. E nonostante ciò la disoccupazione non è migliorata né gli italiani hanno sentito meno il peso della crisi.

Ma Padoan può contare sull’appoggio della Banca d’Italia, che ha già detto di essere d’accordo riguardo alla possibilità di prevedere “interventi pubblici” per sostenere le banche nel processo di gestione delle sofferenze.

Leggi: Trattative tra governo, Bankitalia e Bce per salvare le banche italiane

La Repubblica ha parlato espressamente di un “progetto a cui Palazzo Chigi e il Tesoro stanno lavorando dopo mesi e anni di esitazioni, di questo e dei precedenti governi”.

“L’obiettivo è attaccare la montagna: rimuovere parte delle sofferenze, veri e propri ostacoli che paralizzano gli istituti e ostruiscono la circolazione di credito nei canali nel sistema finanziario”. Stando all’articolo, una soluzione potrebbe essere quella di impacchettare le sofferente in “titoli cartolarizzati da cedere alla Banca centrale europea a prezzi scontati”.

Il legame inossidabile tra Bce e banche continua. E continuerà nonostante e dopo il QE. Ma per Padoan, appunto, “l’opinione pubblica capisce”. (Lna)

http://www.wallstreetitalia.com/article/1799983/il-legame-inossidabile-tra-bce-e-la-finanza-e-ora-padoan-vuole-anche-piano-salva-banche.aspx

Famiglia con 6 figli in difficoltà. Cafà: “Si strumentalizza, il caso è molto più complesso”

Ah quindi il massimo che un’istituzione può fare per venire incontro a famiglie indigenti è offrire il pulmino e la mensa scolastica per i figli??

 Eppure a leggere la costituzione dovrebbe spettare molto di più. E’ complesso…..non direi.O si crepa di inedia e indifferenza delle istituzioni oppure no.

“I bambini non sono mai stati sottratti alla famiglia per motivi di indigenza. Il caso è molto più complesso”. All’indomani della messa in onda della trasmissione “Presa Diretta” – in cui è saltato alle cronache nazionali il caso di una famiglia di Anzio alla quale il Tribunale ha tolto l’affidamento dei figli ospitati adesso in una casa famiglia– è l’assessore ai Servizi Sociali Roberta Cafà a intervenire sul caso. “Per motivi di privacy non possiamo entrare nei meriti delle motivazioni che hanno portato il Tribunale a prendere questa decisione – dice – La trasmissione televisiva ha preso solamente dei ritagli di quella che è la reale situazione, e montato il servizio, ma da qui a dire che i bambini sono stati tolti il passo è lungo. La famiglia è stata aiutata in tutti i modi previsti dalla legge. Era stato messo un pulmino a disposizione per il trasporto a scuola, era stato garantito il servizio di refezione scolastica gratuito, c’erano tutti gli esoneri del caso. La trasmissione, per la logica di spettacolarizzazione, è andata oltre, inquadrando i bambini, senza alcun rispetto per la privacy. Noi come Comune proseguiremo il nostro iter, attenendoci alle disposizioni del tribunale e facendo il possibile. L’amministrazione è presente e mi dispiace che si sia fatto passare il messaggio che le assistenti sociali di punto in bianco siano impazzite togliendo i bambini a questa madre. Non è così”.

http://www.inliberuscita.it/politica/48034/famiglia-con-6-figli-in-difficolta-cafa-si-strumentalizza-il-caso-e-molto-piu-complesso/

ISIS: «ARRIVEREMO IN EUROPA CON I MIGRANTI»

«La Libia ha una lunga costa davanti all’Europa meridionale, che si può raggiungere facilmente con semplici barche», aggiunge il rapporto citando «i frequenti viaggi» dell’immigrazione illegale, con circa «500 persone al giorno». «Molti di loro – prosegue – possono superare i punti di sicurezza marittimi e raggiungere il cuore delle città. Se potremo sfruttare questo canale e svilupparlo in modo strategico come si deve, la situazione in questi Paesi del sud dell’Europa si trasformerà in inferno». Secondo il rapporto, puntare alla Libia potrebbe anche aiutare ad «attenuare la pressione» sull’Iraq e la Siria. L’ex ministro libico Ali Tarhouni ha lanciato, nei giorni scorsi da Davos, l’allarme sul fatto che l’Isis controlla i viaggi di migranti dalla Libia e potrebbe infiltrare terroristi sui barconi. «L’Europa sta sottostimando la possibilità che militanti possano infiltrarsi a Lampedusa, in Sicilia o a Malta», ha detto.

Sanremo: Quattro suicidi in poco meno di un mese, 6 tra dicembre e gennaio

27 gennaio 2015

Dopo quello di questa mattina, in via Lamarmora, la città di Sanremo deve contare il quarto suicidio in poco meno di un mese, al quale bisognerebbe aggiungerne due, a dicembre.

La 55enne che si è tolta la vita oggi, T.Z., era separata ed aveva un figlio, ma il gesto di stamane riporta alla memoria quello del 4 gennaio, quando un uomo di Novi Ligure si è ucciso, gettandosi dal cavalcavia dell’autostrada in Valle Armea. La settimana scorsa è stata la volta di un 80enne, che si è gettato nel vuoto in via Pietro Agosti. Due giorni dopo il suicidio in carcere di Bartolomeo Gagliano.

Purtroppo una lunga sequela di suicidi, ai quali sono da aggiungere quello della 30enne Maja Zla e di una donna che aveva cercato la morte insieme al marito vicino a Bajardo mentre l’uomo è stato salvato.

 fonte sanremonews

http://www.crisitaly.org/notizie/sanremo-quattro-suicidi-in-poco-meno-di-un-mese-6-tra-dicembre-e-gennaio/

Aprilia, è fuggito l’assassino di Stella Manzi: il 23enne romeno travolse e uccise la piccola di 8 anni

Un assassino più eguale di altri

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La morte di Stella Manzi, la bambina di 8 anni uccisa da un pirata della strada ad Aprilia nel 2013. Solidarietà alla madre è stata espressa dall’associazione Valore Donna. In una nota la presidente Valentina Pappacena ha scritto:

“La fuga dell’assassino della piccola Stella Manzi, è inaccettabile” Il senatore del Pd Claudio Moscardelli presenterà un’interrogazione parlamentare sul caso La piccola Stella Manzi morì a soli 8 anni, uccisa da un pirata della strada. A Daniel Domnar, di origini romene, 23 anni il prossimo 24 luglio, erano stati concessi gli arresti domiciliari. Quando si verificò l’incidente ad Aprilia (Latina), il 26 dicembre 2013, il giovane guidava senza patente, era ubriaco ed era sotto l’effetto della cocaina. Centrò in pieno, durante un sorpasso, l’auto a bordo della quale si trovava la bimba, che era con la madre e i due fratelli. La piccola morì alcuni giorni dopo a causa delle ferite riportate. Ieri avrebbe dovuto tenersi il processo con rito ordinario, ma l’imputato non si è presentato in aula: potrebbe essere andato a cercare rifugio nel suo Paese d’origine oppure potrebbe essersi nascosto da qualche amico nella zona di Nettuno. Secondo quanto si apprende, sarebbe irreperibile da almeno due mesi. L’associazione Valore Donna, che ha sempre seguito la famiglia della piccola vittima, raccoglie oggi l’appello della madre di Stella, Giannina Calissano, che su internet e sui social network ha diffuso la foto dell’assassino di sua figlia, con i possibili luoghi da lui frequentati. Era ai domiciliari in via dell’Olmo 25 a Nettuno (Roma), ma pare avesse amici anche nella zona del poligono militare. “È scappato dagli arresti domiciliari dopo avere ottenuto un permesso firmato dai magistrati” – ha detto la signora Calissano. “Aiutatemi a trovarlo e se lo vedete, chiamate i carabinieri: è un evaso”. “È inaccettabile – afferma Valentina Pappacena, presidente di Valore Donna – che oggi si compiano ancora certe leggerezze. La famiglia di Stella si era già opposta ai domiciliari, rivolgendosi all’epoca all’ex Ministro Annamaria Cancellieri, proprio per scongiurare il pericolo di fuga. L’omicidio stradale, di cui auspichiamo – alla luce di questi ultimi fatti – un’accelerazione dell’iter, dovrebbe essere messo sullo stesso piano di un omicidio volontario. Non si può pensare che chi si ubriaca e assume droga prima di mettersi al volante, non sia consapevole del pericolo che rappresenta per sé e per gli altri”. Sul caso interverrà anche il senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli, primo firmatario del disegno di legge sull’omicidio stradale, redatto con la collaborazione delle associazioni impegnate sul tema nel territorio italiano, tra cui proprio Valore Donna di Latina. Il senatore presenterà un’interrogazione parlamentare sulla fuga del pirata, sulla quale la famiglia della vittima aveva già messo in allarme la magistratura, restando però inascoltata. “Questa vicenda desta notevoli perplessità che a mio avviso – afferma il sen. Moscardelli – vanno approfondite. Il tema della sicurezza stradale va preso sul serio dalle Istituzioni: le ingiustizie e, come in questo caso, la beffa di una fuga, devono essere evitate”.

Lazio Tv

http://www.latinapress.it/cronaca-latina-provincia/notizie-cronaca/cronaca-provincia/14158-aprilia-e-fuggito-l-assassino-di-stella-manzi-il-23enne-romeno-travolse-e-uccise-la-piccola-di-8-anni

Vendetta di Stato contro i notav

 http://www.autistici.org/spintadalbass/?p=4756

Spinta dal Bass

Vendetta di Stato contro i notav

di Mauro Ravarino, il Manifesto Torino. Quarantasette persone condannate a 142 anni e 7 mesi di reclusione, in tutto. Alla lettura della sentenza del maxi processo, nell’aula bunker del carcere Le Vallette, la rabbia e la delusione dei valligiani

La sen­tenza di con­danna nei con­fronti di qua­ran­ta­sette No Tav – 142 anni e 7 mesi di reclu­sione in tutto – ha gli occhi incre­duli di Mario al Barbé di Bus­so­leno, 61 anni, molti dei quali pas­sati a tagliare i capelli dei valligiani.

Al ter­mine della let­tura del dispo­si­tivo, nella gelida aula bun­ker del car­cere delle Val­lette, si è aggi­rato sbi­got­tito tra i ban­chi, dopo aver visto con­fer­mata la con­danna di 3 anni e 2 mesi, per resi­stenza a pub­blico uffi­ciale e lesioni. È accu­sato di aver lan­ciato pie­tre con­tro i poli­ziotti durante gli scon­tri del 3 luglio. «Mi impu­tano lanci che, secondo una peri­zia bali­stica, arri­ve­reb­bero a 54 metri di distanza, ma io non sono certo super­man. E sosten­gono che abbia ferito alcuni agenti in un ora­rio in cui non ero pre­sente». Ha sgra­nato gli occhi: «Non ci credo, non capi­sco tutto que­sto acca­ni­mento, forse per­ché sono amico di Erri de Luca?».

Lo scrit­tore de Il peso della Far­falla – il cui pro­cesso per isti­ga­zione a delin­quere ini­zierà que­sta mat­tina – gio­vedì scorso gli ha rega­lato una dedica spe­ciale, che Mario ha appeso nel nego­zio. Incor­ni­ciata, recita: «Ho smesso da molti anni di andare dal bar­biere. Mi taglio da me lo scarso resi­duo di bulbi rimasi affe­zio­nati al cra­nio. Dun­que per pura soli­da­rietà entro oggi con il pen­siero nella bot­tega di Mario, bar­biere di Bus­so­leno e bar­biere d’Italia. Stringo la sua mano accu­sata del più potente e pro­lun­gato lan­cio del peso dalla leg­gen­da­ria distanza di 54 metri. Stu­pi­sco della capa­cità bali­stica di attin­gere per­fino 17 ber­sa­gli dalla nomi­nata distanza. Lui si scher­mi­sce e nega il delitto e l’impresa. Ma que­sta sua legit­tima difesa nulla toglie alla stre­pi­tosa accusa. Mi siedo sulla sua sedia e men­tre mi avvolge l’asciugamano bianco intorno al collo gli dico a bassa voce: “Mario, resti tra noi imper­do­na­bili, che tipo di alle­na­mento pra­ti­chi?”». E la firma, in calce alla dedica, dell’amico Erri.

Mario è uno dei 47 con­dan­nati del maxi-processo ai No Tav. Non ha mili­tanza poli­tica alle spalle, è sceso in piazza, par­don tra i boschi (per­ché qui è mon­ta­gna), quando ha capito che la sua Valle sarebbe stata detur­pata, da una mega opera, la Torino-Lione. Il 27 giu­gno e il 3 luglio del 2011 furono giorni con­vulsi in Val di Susa. Prima la resi­stenza allo sgom­bero della pro­cla­mata Libera Repub­blica della Mad­da­lena (il pre­si­dio dei No Tav dove sarebbe poi sorto il can­tiere del cuni­colo esplo­ra­tivo); poi, l’assedio alle reti, il giorno degli scon­tri tra mani­fe­stanti e forze dell’ordine, che lan­cia­rono 4.357 lacri­mo­geni. Il bar­biere di Bus­so­leno fu arre­stato all’alba del 26 gen­naio del 2012. Nei giorni in cui era in car­cere i suoi con­cit­ta­dini fecero in modo che la sua bot­tega non chiu­desse, gra­zie all’intervento dei gio­vani impren­di­tori No Tav di Etinomia.

Ieri, la let­tura dell’attesa sen­tenza del pro­cesso sui fatti dell’estate 2011, è durata un’ora e due minuti, a pro­nun­ciarla è stato il giu­dice Quinto Bosio. Nell’aula bun­ker erano pre­senti, oltre a Mario, quasi tutti i 53 impu­tati, accu­sati di vari reati: lesioni, dan­neg­gia­mento, vio­lenza a pub­blico uffi­ciale. Sei le asso­lu­zioni; le pene inflitte vanno da 4 anni e sei mesi di reclu­sione a 250 euro di multa. La Pro­cura di Torino aveva, invece, chie­sto com­ples­si­va­mente 193 anni di car­cere. La Corte ha rico­no­sciuto prov­vi­sio­nali per circa 150 mila euro, accor­date in favore delle parti civili. Poco meno della metà andrà al mini­stero dell’Interno, il restante ai mini­steri della Difesa e dell’Economia, a Ltf, ai sin­da­cati di poli­zia e ad alcuni agenti feriti.

Finita la let­tura, è par­tito l’urlo «ver­go­gna» dal pub­blico seduto in fondo all’aula. Alcuni impu­tati hanno ini­ziato a leg­gere un pro­clama con­tro «lo sfrut­ta­mento e la deva­sta­zione in nome del Tav». Hanno gri­dato «Resi­stenza ora e per sem­pre No Tav» e insieme al pub­blico: «Giù le mani dalla Val Susa». Poi, è par­tito il canto di «Bella Ciao».

La delu­sione è alta. Tutti – impu­tati e espo­nenti del movi­mento – par­lano di «sen­tenza poli­tica». Gli avvo­cati annun­ciano ricorso: «Que­sta sen­tenza – ha sot­to­li­neato Gian­luca Vitale, uno dei legali – infligge con­danne spro­po­si­tate e rico­no­sce prov­vi­sio­nali assurde in totale assenza di prove». Per il col­lega Roberto Lamac­chia, «si tratta di una sen­tenza già scritta, con pene spro­po­si­tate rispetto alle nor­mali con­danne per que­sti reati in altri processi».

Nel movi­mento, Alberto Perino parla di un ver­detto che «sa più di ven­detta che di giu­sti­zia». Secondo Nico­letta Dosio, «l’era Caselli non è ancora finita». Tra i poli­tici, esulta il mini­stro Lupi: «Rista­bi­lito pri­mato della lega­lità». For­te­mente cri­tici sini­stra e M5S. Paolo Fer­rero di Rifon­da­zione: «Con­dan­nate anche me». Per Ezio Loca­telli, Prc, è un «ver­detto poli­tico», men­tre Gior­gio Airaudo, Sel, lo defi­ni­sce «pre­giu­di­ziale». Oggi toc­cherà a Erri De Luca, l’amico di Mario al Barbé, difen­dere la libertà di espressione.

No TAV, il giorno del giudizio: il mostro è servito

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Scelto, preparato, arricchito di dettagli e poi servito con cura, al momento giusto, il mostro tanto atteso è finalmente arrivato, è l’antagonista, o meglio, l’anarchico, il cattivo NO TAV per lo più arrivato da fuori, quello che sin dall’inizio nel teorema di Caselli avrebbe trasformato il “movimento” in un terreno di scontro con le forze dell’ordine, nel quale i manifestanti, secondo le parole usate dalle due PM nella requisitoria finale del maxi processo per lo sgombero del 27 giugno e la manifestazione del 3 luglio, sfogarono “i loro istinti primordiali”.
<<SI PUÒ DIRE  che il Tav – ormai sempre più e irreversibilmente – sembra diventato un pretesto per professionisti della violenza assortiti (le persone “per male”), affluiti nella Valle da varie città italiane ed europee per sperimentare metodi di lotta incompatibili con il sistema democratico, costruendo una specie di laboratorio che si spera non abbia mai a rivelarsi come incubatrice di vicende ancor più gravi. Sono fatti che non si possono non vedere. Invece, fra politici, amministratori, intellettuali e opinionisti si trovano ancora – purtroppo – personaggi che a prendere le distanze, condannandola senza riserve, dalla commissione di reati (anche violenti) gli viene l’orticaria. Per cui preferiscono tacere o addirittura manifestare indulgenza. Inglobando in questo “generoso” atteggiamento un catalogo di attacchi scomposti contro il doveroso accertamento delle responsabilità penali. In realtà per esprimere radicale insofferenza verso la prospettiva che i violenti possano essere soggetti – come qualunque altro cittadino – all’obbligo di rispondere delle illegalità commesse.>>. Lo scriveva l’ex procuratore di Torino, Caselli, su Il Fatto Quotidiano il giorno dopo il corteo romano del 19 ottobre 2013. Perché il mostro, servito ieri, è stato preparato da tempo.
E come nella migliore delle tradizioni  la voce del padrone oggi diffonde la buona novella,   su La Stampa in un articolo a firma Tropeano ecco che “ l’ala dialogante si riprende il movimento”,“Dopo la fase “militare”, tornano protagonisti i sindaci No Tav” , poi una foto del corteo di ieri sera a Bussoleno, con la didascalia “la manifestazione pacifica di ieri sera a Bussoleno”. PACIFICA.  Si, in effetti… a parte qualche carica, inseguimento, lancio di lacrimogeni, e qualche fermo…
Che il dialogo tra sindaci e istituzioni sia ripreso è cosa certa, la scorsa settimana a Roma un incontro con il ministro Lupi ha sicuramente aperto una nuova fase, pur senza spostare un granché la posizione politica sul TAV, quel “si deve fare e si farà” ripetuto come tormentone da governi di ogni epoca e colore, che però sembra giungere ad uno sconto del 50% perché i soldi non bastano e allora il tunnel si fa, ma solo metà. Si potrebbe ridere, per non piangere, ma la lettura della voce del padrone è interessante ed è imperdibile l’immancabile editoriale di Cesare Martinetti, dal titolo “I VIOLENTI E GLI ERRORI DELLA POLITICA”.  Un più attento uso degli spazi del cartaceo avrebbe potuto ispirare una migliore sintesi, del tipo I VIOLENTI ERRORI DELLA POLITICA ma Martinetti ha voluto abbondare e nell’editoriale spiega i due pregi della sentenza. Il primo, secondo l’autore, è che non si tratta di un sanzione GENERICA contro un gruppo di persone, ma diretta e individuale per fatti “commessi e provati attraverso filmati e testimonianze”, cosa che Martinetti sa bene perché sicuramente ha seguito ogni fase del processo, ha analizzato con cura il materiale, ha ponderato, come abbia fatto senza mai mettere piede in quell’aula non ci è dato di saperlo, ma avrà le sue fonti, per contribuire alla costruzione del MOSTRO. Il mostro da ESPELLERE.
L’editorialista prosegue la sua illuminante analisi invitando “il movimento popolare di PROTESTA LEGITTIMA E NON VIOLENTA a ESPELLERE gli INFILTRATI che avrebbero “trasformato il cantiere di Chiomonte nel simulacro di tutti gli orrori contemporanei” (e su quest’ultima valutazione sugli orrori contemporanei, sebbene da prospettive diverse, potremmo anche essere d’accordo).
Così, ora che il mostro è servito, nei tanti significati che questo implica, è ora di espellerlo.
Un aiutino in questo senso arriva certamente dalla sentenza, che sugli attivisti “normali” e “locali”, auspica Martinetti, potrebbe avere un effetto dissuasivo. Certo, punirne qualche decina per educarne qualche migliaia, come faceva notare l’avv. La Macchia nella sua arringa conclusiva il 20 gennaio (e in questo senso erano necessari anche imputati valsusini, che siano d’esempio).  Di lombrosiana memoria, poi , questo definire gli attivisti “normali”, e in questo senso suggerisco una rilettura dell’arringa finale dell’avv. Novaro che cita alcuni audio dei video forniti dalla procura, sul 3 luglio, con dialoghi tra gli agenti che sorvegliano alcuni punti della valle e che, all’arrivo di gente visibilmente “normale”, rea magari di avere un piercing o un tatuaggio, commenta con “maròòò quante zecche, questi sono anarchici, quanti saranno? 100, 200, 300? “, surreale se accostate alle immagine di famiglie e giovani assolutamente “normali”.
A dissuadere i locali-normali, poi, dovrebbe servire soprattutto il panico da risarcimenti, non è un caso infatti che proprio il giorno prima Perino, Bellone e Vair abbiano depositato un assegno da oltre duecentomila euro a LTF, mentre il conto di ieri si aggira (ed è solo l’inizio) sui 150 mila euro, più le spese processuali.
Ed è nella conclusione dell’editoriale che troviamo la massima perla, perché sarebbe proprio affidato a questa sentenza il compito di trasmettere la sensazione che il processo di costruzione del TAV Torino-Lione sia incanalato su binari irreversibili. Ma come, la giustizia non doveva assolvere a ruolo ben diverso? Insomma, il TAV si deve fare e si farà.
Parliamone pure, ma l’opera deve andare avanti.
Lo dicono i GIUDICI. Punto.

Uno sguardo ai TG di ieri sera, mi è bastato a far salire la carogna, tutti identici persino nella scelta delle immagini sul 3 luglio, ovviamente tra ore e ore di scontri è un caso che abbiano scelto tutti di mostrare i frammenti nei quali gli unici manifestanti che si vedono hanno abbigliamento scuro e lanciano pietre verso le forze dell’ordine, è un caso che abbiano totalmente ignorato quegli atti arbitrari da parte delle forze dell’ordine che, secondo gli avvocati, avrebbero scatenato la reazione legittima dei manifestanti. Un vero peccato che non abbiamo usato neanche 10 o 20 secondi dei tanti video che abbiamo pubblicato, peccato che non abbiano notato che tra gli imputati che hanno avuto una condanna più alta rispetto alla richiesta dei PM ci siano, ad esempio, SORU e NADALINI, proprio due degli arrestati in quel 3 luglio che furono pestati e trascinati per decine di metri, come bestie, quell’anomala vicenda circondata da una rete di omertà della quale parla Novaro nella sua ultima arringa, anche questa ignorata, come sempre, da tutti i media. Ma questa sembra tanto una vendetta nella vendetta.

E se la loro è una vendetta legale potete stare certi che, come hanno sempre fatto in passato, la nostra solidarietà sarà schedata, catalogata e al momento giusto “servita” in quel banchetto dove spesso li lasciamo troppo soli a sbranare le briciole e gli avanzi di ciò che resta della nostra libertà.

Ma se la vendetta di ieri è stata compiuta, fermo restando che si tratta del primo atto, è perché gliel’abbiamo permesso. La sproporzione di forze e mezzi in campo è evidente ma è anche nota, tra l’altro noi forse non brilleremo di grande fantasia nelle nostre iniziative ma faccio notare che anche le loro tattiche sono sempre le stesse. Il 27 giugno e il 3 luglio 2011 lo Stato ha organizzato, con una militarizzazione mai vista, un attacco senza precedenti, per lo più indiscriminato e contro manifestanti ai quali è stato impedito di esprimere quel dissenso che dicono essere “legittimo”. Chi c’era sa esattamente come sono andate le cose. Chi non c’era oggi ha la possibilità di informarsi e di arrivare il più possibile vicino alla fonte.

Dunque mi resta una domanda, solo una domanda: se il 3 luglio eravamo 80 mila a manifestare in quell’assedio, almeno nelle nostre intenzioni pacifico, al cantiere, sapete dirmi dov’erano ieri gli altri 79.800?

Simonetta Zandiri

come mai tanti nomi del M5S per il quirinale sono politici del Pd’

E’ inutile che il 5S denunci  le malefatte del Pd se poi mette tra i papabili sti nomi. Ma sono corrotti o sono meno corrotti di quelli del Pdl per cui meritano fiducia?

E poi ci si stupisce delle migrazioni verso il Pd……………alla fine

Passi per Imposimato, l’unico decente e serio, unico che ha denunciato il malaffare del Tav che ingrassa il Pd, ma un cosiddetto movimento al di là di destra e sinistra contro la corruzione e pure notav può pensare solo a proporre sti qua? Per giunta il Prodi prese più di Imposimato tra  i voti degli iscritti alle precedenti quirinalizie

 Valter Bannato‎ GRILLINI DIALETTICI

Capisco lo smarrimento, il marasma psicologico e organizzativo nel quale versa il M5S e i suoi “elettori reticolari”; ma vorrei ricordare a tutti che i due soggetti che amorosamente e simpaticamente si abbracciano in barba al popolo che hanno più volte tradito e gabbato, sono stati più volte criticati e apostrofati dai grillini tutti.

1) Prodi (Il mortadella) è stato accusato di avere portato il paese nella rovina del euro (il m5s sta raccogliendo le firme uscire dall’euro), di essere il pupillo di Goldman Sachs quindi a favore dei Bankers e dell’alta finanza, e di avere firmato assieme a D’alema , all’insaputa del popolo, il trattato di Lisbona.

2) Bersani (lo zombi Gargamella), accusato di essere un personaggio politico della vecchia casta, a favore della privatizzazione dell’acqua, pro-nucleare e implicato nello scandalo di MpS. Il M5S ha rifiutato di dargli la fiducia per formare il Governo dopo le politiche del 2013, che ci hano portati a Renzi.

– Dopo avere elencato solo alcune accuse sollevate dal m5s nei confronti di questi due individui.

DOMANDO: ma come si fa ad avere la spudoratezza di metterli tra i papabili al Quirinale?

Quando, dove e come giungerà la risposta all’attacco israeliano nel Golan?

Electronic Resistance ha aggiunto 2 new photos.

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UPDATE! More images of ‪#‎Israel attacking civilian areas in South Lebanon using white phosphorus!

AGGIORNAMENTO! Ulteriori immagini di #Israel attaccando aree civili nel sud del Libano utilizzando fosforo bianco!

MENTRE TUTTA LA STAMPA OGGI SCRIVE CHE E’ HIZBOLLAH CHE ATTACCA ISRALE NEL GOLAN, oltre a censurare i fatti precedenti, non si disturba certo a specificare che l’Onu ha dichiarato che l’occupazione del Golan da parte di Israele è illegittima, mica si chiede perché le truppe fossero lì.

Tanto meno scrivono che le truppe di Tsahal sta usando fosforo bianco.

Vedi ad es articolo del velinaro del Dip di stato Usa http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/28/israele-attacco-hezbollah-risposta-tel-aviv-nel-golan-5-morti-casco-blu/1376985/

27 gennaio 2015.

(Rajeh al-Khory. Asharq al-Awsat) – Alla vigilia dei negoziati tra gli occidentali e l’Iran in merito al suo programma nucleare, l’offensiva israeliana a Quneitra ha sconvolto la situazione internazionale e non, attaccando la tranquillità raggiunta in quel monte, in seguito agli accordi del 1974.

Tra le vittime del bombardamento aereo israeliano, ricordiamo anche il comandante iraniano delle Guardie Rivoluzionarie, Ali Dadi, e alcuni combattenti del fronte di Hezbollah, tra cui Jihad Mughniyeh, figlio del comandante militare Imad Mughniyeh, ucciso a Damasco nel 2008.

Ne deriva allora l’allarmismo e la preoccupazione generale: “Quando, dove e come Hezbollah e l’Iran risponderanno alla dolorosa operazione israeliana?”. Se da un alto si attende la pronta e sicura reazione militare, dall’altro essa rappresenterebbe una vittoria per il presidente Netanyahu, favorendo la sua politica interna ed estera in diversi modi.

Primo: la possibile reazione iraniana o di Hezbollah minerebbe gli accordi sul nucleare tra Iran e Occidente. Infatti, Obama premerà su nuove sanzioni e non continuerà nessuna trattativa con gli iraniani nel caso di un attacco al territorio israeliano, né tanto meno se tale offensiva provenga dal sud del Libano, o dalle Alture del Golan. Intanto, la stampa israeliana ha annunciato l’organizzazione del Fronte Settentrionale.

Secondo: il bombardamento israeliano arriva in un momento di tensione a Tel Aviv in seguito alla decisione emessa dal Procuratore Generale della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, di avviare una “prima fase di investigazione in riferimento ai sospetti di crimini di guerra in Palestina”. Israele tenterà in ogni modo di ostacolare il lavoro della Corte, e la possibile reazione militare servirebbe a tale intento.

Terzo: in vista delle prossime elezioni israeliane che vedranno Netanyahu gareggiare per il suo quarto mandato, l’operazione di Quneitra si iscrive in maniera diretta e sicura in tale scenario, come affermato anche dall’ex capo del Comando Meridionale, Yoav Galant. L’obiettivo è quello di presentare Netanyahu come garante della sicurezza nazionale.

Quarto: a livello internazionale Israele è stato in grado di capovolgere la sua versione dei fatti nell’arco di 24 ore. Se in un primo momento le fonti di sicurezza israeliane avevano diffuso la notizia della morte del comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniano, successivamente si è pensato di ignorare la nazionalità della vittima e di descrivere l’attentato come un’ “operazione tattica circoscritta”.

L’attacco a Quneitra sembra rientrare nei calcoli politici di Netanyahu al fine di addossare la responsabilità di un futuro sconvolgimento militare all’Iran o a Hezbollah.

Rajeh al-Khory è uno scrittore e analista politico libanese.

Traduzione e sintesi di Marianna Barberio per Arabpress

http://spondasud.it/2015/01/quando-dove-e-come-giungera-la-risposta-allattacco-israeliano-nel-golan-6830

Il sud del Libano risulta territorio israeliano?????? Perché c’erano camionette e soldati israeliani in un territorio straniero?

Scontri tra Israele e Hezbollah nel sud del Libano, morto un militare dell’Unifil

Articolo pubblicato il: 28/01/2015

Cresce la tensione nel sud del Libano, teatro di violenti scontri a fuoco tra Israele e Hezbollah. Secondo quanto riferisce il corrispondente della tv satellitare al-Jazeera, un soldato spagnolo dell’Unifil è morto in un bombardamento israeliano che ha colpito il sud del paese .

Poco prima quattro soldati israeliani sono rimasti feriti lungo il confine con il Libano, quando il loro veicolo è stato colpito da un missile anti tank sparato dalla milizia sciita libanese Hezbollah. Lo riferiscono i media israeliani, che parlano di un ferito grave. Vi sono stati anche colpi di mortaio contro postazioni israeliane. Israele ha risposto con colpi d’artiglieria verso il Libano meridionale. “A chi ci sfida sul confine settentrionale, suggerisco di vedere cosa è accaduto, non lontano da Sderot, nella Striscia di Gaza, dove Hamas ha subito l’estate scorsa uno dei suoi peggiori colpi. L’esercito è pronto ad agire con forza su tutti i fronti”, ha minacciato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu.

L’attacco avviene mentre sale anche la tensione sul Golan, dove Israele ha risposto nella notte con colpi d’artiglieria contro postazioni dell’esercito siriano dopo che ieri due missili si erano abbattuti sul suo territorio. Israele ha reagito ad una “evidente violazione della sovranità israeliana”, ha dichiarato questa mattina il portavoce dell’esercito Peter Lerner, spiegando che sono state prese di mira postazioni dell’esercito siriano. Israele, spiega il comunicato dell’esercito, ritiene il regime di Damasco responsabile per ogni attacco proveniente dal suo territorio. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, basato a Londra, Israele ha bombardato l’area in cui si trova la 90esima brigata siriana. Intanto non è chiaro se i due missili, che non hanno provocato né vittime né danni in territorio israeliano, siano stati sparati intenzionalmente verso lo Stato ebraico.

Lo scorso 18 gennaio, in un attacco attribuito ad Israele, sono rimasti uccisi in territorio siriano sei esponenti della milizia sciita Hezbollah e un generale iraniano. Da quando è iniziata la guerra civile in Siria, ad Israele sono stati attribuiti alcuni attacchi contro convogli di armi destinati alla milizia libanese, alleata con il governo di Damasco. Israele non ha mai smentito, né confermato.

http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2015/01/28/israele-bombarda-posizioni-siriane-sul-golan_GMFC3AVfEetuUcI96OclvN.html

 

Gli amici rivoluzionari delle due cooperanti volontarie italiane (riscattate a spese dei contribuenti a suon di milioni) assassinano una donna ad Idlib con l’accusa di adulterio

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