Scarceriamo i NOTAV: non sono terroristi

 

 

Oggi, per i NOTAV in car­cere con l’accusa di ter­ro­ri­smo, è stata una gior­nata dura, per loro quat­tro, ma impor­tante per la sto­ria, diciamo la nostra pic­cola sto­ria della Resi­stenza NOTAV.

La Corte d’Assise di Torino li ha oggi –17 dicem­bre — assolti dall’accusa di ter­ro­ri­smo “per­ché il fatto non sus­si­ste”. Per­tanto, allora, crolla — come già crollò per Sole e Baleno e Sil­vano Pel­lis­sero molti anni fa —  l’impianto accu­sa­to­rio for­mu­lato dalla Pro­cura Tori­nese, oggi iden­ti­fi­ca­bile con i pm Pada­lino e Rinaudo, ieri con altri pub­blici ministeri.

I quat­tro ragazzi sotto pro­cesso, Chiara, Clau­dio, Mat­tia e Nicolò, erano respon­sa­bili rico­no­sciuti di essersi intro­dotti nel can­tiere del Tun­nel geo­gno­stico di Chio­monte ed aver dato fuoco ad un com­pres­sore mediante l’uso di bot­ti­glie incen­dia­rie. Da un punto di vista stret­ta­mente giu­ri­dico, era pre­ve­di­bile una loro con­danna per l’atto di sabotaggio.

La posta in gioco era però più ampia, sia per loro quat­tro, che per altri tre dete­nuti in attesa di giu­di­zio per lo stesso epi­so­dio, ma  anche per l’intero movi­mento. L’accusa di ter­ro­ri­smo, se con­fer­mata, avrebbe rotto un dia­framma assai peri­co­loso, aval­lando de facto la vul­gata che i pro­pu­gna­tori del TAV hanno cer­cato con ogni mezzo di pro­pa­gan­dare e alla quale la Pro­cura tori­nese ha for­nito un volto “lega­li­ta­rio”: chi si oppone al TAV è: o un ter­ro­ri­sta (i “cat­tivi”, la “fran­gia vio­lenta”, etc etc), o un “fian­cheg­gia­tore del ter­ro­ri­smo”, o nella migliore delle ipo­tesi un “utile idiota” che vede stru­men­ta­liz­zata la pro­pria “giu­sta o non giu­sta” pro­te­sta da “ter­ro­ri­sti”. Tutte le vir­go­lette qui appo­ste non sono casuali: rias­su­mono la vul­gata di cui sopra, pro­pa­gan­data da chi cerca di distrarre l’opinione pub­blica dai veri dati di fatto: il TAV è un pro­getto inu­tile, costoso, dan­noso, non “una que­stione di ordine pubblico”.

Bene: tutto que­sto — e una volta per tutte — non è vero. Oggi ne abbiamo avuto una con­ferma “lega­li­ta­ria”, appunto. Ter­ro­ri­smo è una parola pesante, che si rife­ri­sce a pen­sieri ed azioni che sono del tutto estra­nei al movi­mento NOTAV. Più e più volte il Movi­mento lo ha dimo­strato, se mai ce ne fosse stato biso­gno, nei fatti, anche ad esem­pio respin­gendo al mit­tente le molte offerte di “aiuto” e “con­di­vi­sione” che nel tempo sono arri­vate da sedi­centi gruppi o da per­sone coin­volte con la lotta armata o con il terrorismo.

È quindi quello di oggi un passo impor­tante, per chi rie­sce a guar­dare lontano.

D’altra parte, però, è anche neces­sa­rio guar­dare vicino, cioè al destino di que­ste quat­tro per­sone da un anno die­tro le sbarre, e di cosa accade loro in que­sto momento. Ora, il 17 dicem­bre 2014.

Chiara, Clau­dio, Mat­tia e Nic­colò sono stati con­dan­nati a 3 anni e 6 mesi per dan­neg­gia­mento aggra­vato, porto d’arma da guerra e vio­lenza a pub­blico uffi­ciale. E stata com­mi­nata ad ognuno, inol­tre, una multa di 5000 euro e un risar­ci­mento, per ora ignoto, a Ltf (la ditta del can­tiere e del com­pres­sore). Sono stati negati i risar­ci­menti  richie­sti dall’avvocatura dello stato e dal Sap (il sin­da­cato di polizia).

Tre anni e mezzo: non si tratta di una con­danna leg­gera. Igno­riamo al momento se e quali cir­co­stanze aggra­vanti o atte­nuanti siano state con­si­de­rate. Pos­siamo subito discu­tere, andando ad un esame del det­ta­glio, la liceità della con­danna per vio­lenza a pub­blico uffi­ciale, dato che i quat­tro, dopo il sabo­tag­gio, si sono allon­ta­nati senza inte­ra­gire con le FF.OO., e  sono poi stati tratti in arre­sto mesi e mesi dopo il fatto.

Il ridi­men­sio­na­mento delle accuse è un fatto posi­tivo, anche per­ché — dopo oltre un anno di deten­zione dovuto all’imputazione grave di ter­ro­ri­smo, si pro­fila per loro la scar­ce­ra­zione, con l’applicazione di misure più blande stante l’assai più lieve sostanza dei reati dei quali sono stati rite­nuti colpevoli.

Chie­diamo quindi con forza che i quat­tro ven­gano posti fuori dal car­cere, e che anche per gli altri tre sui quali pende l’imputaziione per ter­ro­ri­smo ven­gano annul­late le recenti misure restrit­tive che a loro sono state appli­cate pro­prio in virtù di que­sta accusa.

Il bic­chiere è quindi mezzo pieno, se guar­diamo lon­tano, e mezzo vuoto se guar­diamo vicino.

Su que­sta stessa linea, stanno le dichia­ra­zioni a caldo di Alberto Perino, figura impor­tante del Movi­mento NOTAV (non lea­der, per­ché lea­der nel movi­mento non ce ne sono), che ripor­tiamo inte­gral­mente a con­clu­dere que­sta nostra analisi.

“Fino a quando le bot­ti­glie incen­dia­rie ven­gono qua­li­fi­cate armi da guerra le san­zioni sono quelle pre­vi­ste dal codice penale. Il dan­neg­gia­mento indub­bia­mente c’è stato e nes­suno poteva né voleva negarlo. Quello che stride e che non si capi­sce è la resi­stenza a pub­blico uffi­ciale, visto che da video si evince che i ragazzi se ne sono andati dal can­tiere prima dell’arrivo delle FFOO.
Ora, sic­come non era affatto scon­tato che la corte d’assise di Torino respin­gesse in toto l’accusa di ter­ro­ri­smo dob­biamo dire che è andata molto bene. Anche per i tre che sono ancora in attesa di giudizio.

Osti­narsi a vedere solo il bic­chiere vuoto è porsi al di fuori della realtà.

La pro­cura di Rinaudo, Pada­lino e Caselli è stata inte­ra­mente scon­fitta nel suo impianto accu­sa­to­rio di fondo. E que­sto fa scuola.”

no-TAV

Scarceriamo i NOTAV: non sono terroristiultima modifica: 2014-12-18T13:55:46+01:00da davi-luciano
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