OCHE DEL CAMPIDOGLIO – Scandalo terre di mezzo

se si opera in favore degli ultimi, ben venga la corruzione e la mafia

Marino-e-la-sua-congrega

 
<Tutti i professori / medici e dottori / notabili e avvocati / e tutti i capi dei sindacati, tutti! Tutti quanti in prigione!…>
(Edoardo Bennato “In prigione in prigione”).
 
Riceviamo e pubblichiamo di Angelo Spaziano
 
Diceva un cronachista rinascimentale che <A Roma Iddio nun è trino, ma quattrino>, e almeno in questo la capitale della cristianità non è cambiata poi molto nei secoli. Da “panem et circenses” a “feste, farina e forca”, l’Urbe ha fatto registrare una continuità, in fatto di cattivi costumi, davvero a prova di bomba. E se è vero che il pesce puzza a cominciare dalla testa l’esempio della città eterna è emblematico.
 
<Capitale corrotta, nazione infetta>, era lo “slogan” lanciato da Manlio Cancogni in un duro articolo dell’“Espresso” del dicembre 1955 nel quale stigmatizzava la deplorevole propensione della nomenclatura capitolina a sganciare – o a incassare, dipende dai punti di vista – mazzette. In quel caso si denunciava la corruzione nel settore immobiliare.
 
Tanti anni sono trascorsi da allora, molta acqua è passata sotto i ponti della città dei Cesari, e interminabili pile di bustarelle sono state distribuite a piene mani, ma siamo sempre lì, all’<A Fra’ che te serve?>, celebre allocuzione proferita al telefono dall’imprenditore Caltagirone (il “Messaggero”) al mai dimenticato Franco Evangelisti, noto politico andreottiano. Si, quello dell’Italcasse, tanto per capirci. Solo che, invece che col cemento, i quattrini a Roma oggi si fanno – o si “distribuiscono”, dipende sempre dai punti di vista – con gli zingari, gli immigrati, gli extracomunitari e l’emergenza abitativa. Almeno questo è ciò che si evince dalle intercettazioni disposte dai magistrati ai danni di tal Salvatore Buzzi. Ma chi è costui?
 
Buzzi era un oscuro ex impiegato che negli anni ‘70 “arrotondava” il suo stipendiuccio sottraendo assegni alla banca ove operava. Assegni che un suo complice, tal Giovanni Gargano, s’incaricava di trasformare in cash sonante. Un bel giorno, però a Gargano venne la bella idea di arrotondarsi a sua volta l’onorario e come prima cosa pensò bene di mettersi a ricattare Buzzi, che il 26 giugno 1980, persa la brocca, lo fece fuori con 34 coltellate. Condannato a 20 anni per omicidio, dopo appena 6 anni di carcere, nel 1994, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (quello dei fondi neri del Sisde) ebbe la luminosa idea di concedergli la grazia.
 
Fatto sta che l’ex assassino ora divenuto nel frattempo un “pezzo da novanta” del Pd gestore delle Cooperative 29 Giugno ed Eriches 29, intercettato dai faticoni della procura, è stato sorpreso col sorcio in bocca, pardon, col cellulare in mano, mentre rivelava urbi et orbi la sua vocazione a “chiagnere” (generosa e “disinteressata” accoglienza ai diseredati di mezzo mondo) e nello stesso tempo a “fottere” (ungere le ruote giuste del potere, o meglio, alcuni giusti referenti delle giunte Alemanno e Zingaretti, per aggiudicarsi gli affidamenti d’oro per la gestione delle emergenze sociali).
OCHE DEL CAMPIDOGLIO – Scandalo terre di mezzoultima modifica: 2014-12-18T13:42:02+01:00da davi-luciano
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