NO Tav: “Un granello di sabbia nell’ingranaggio non è terrorismo” – video avv. Novaro

Un granello di sabbia nell’ingranaggio non è terrorismo, nell’intercettazione ambientale la frase “L’obiettivo era anche non fare male a nessuno” e la comprovata distanza delle molotov da agenti e operai dimostrano chiaramente che la qualificazione giuridica di quei fatti è del tutto sproporzionata. Mercoledì 17 dicembre, dalle ore 9 ultima udienza in aula bunker, per la sentenza.

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Qui la trascrizione completa dell’udienza del 26 novembre, con gli interventi delle difese.

Nell’intercettazione ambientale la frase “L’obiettivo era anche non fare male a nessuno” e la comprovata distanza delle molotov da agenti e operai dimostrano chiaramente che la qualificazione giuridica di quei fatti è del tutto sproporzionata.

Partiamo dalle dichiarazioni degli imputati, molto belle e molto significative.. [ qui i testi delle dichiarazioni, qui il video ] Loro hanno decisamente detto che nel loro alfabeto politico termini come terrorismo non ci stanno proprio, hanno detto di essere stati presenti quella notte, hanno rivendicato la loro appartenenza ad un movimento variegato, quello NO TAV e hanno spiegato com’è possibile che dei giovani scelgano di rischiare il carcere per compiere quell’azione…hanno spiegato che si sentono valsusini perché si sentono parte di quella straordinaria comunità fatta di fitte relazioni tra individui diversi tra di loro, fatta di un sapere scientifico diffuso tra le persone, una comunità fatta di tante soggettività… unita dal contrasto al progetto dell’alta velocità.

Si parla normalmente con la possibilità di contrastare le attività del cantiere, azioni dirette… lo dico subito, in qualche modo sono simboliche, perché credo sia evidente a tutti che poi un’azione come quella non può bloccare realmente il cantiere, si tratta di indicare un percorso politico che è quello del sabotaggio e questa è la logica in cui si muove anche la produzione documentale.

I PM si sono bastati da  soli, si sono basati sulle loro prove ma non funziona così il confronto dialettico, proprio il confronto dialettico è la superiorità ETICA del RITO ACCUSATORIO, perché consente alle parti di confrontarsi a tutto campo, e consente di arrivare alla verità attraverso un confronto con le prove che porta l’avversario. Invece i PM hanno bypassato la nostra consulenza che è fondamentale, rispetto ai risultati. Il geometra Abbà è risucito a ricollocare sul campo … e consente di dire dove sono stati lanciati certi oggetti rispetto ad altro, l’oggetto che ci interessa di più è la bottiglia molotov, per la micidialità… la principale micidialità sta nelle bottiglie molotov, sono l’oggetto più pericoloso che la giurisprudenza classifica come arma da guerra, quindi uno dei nodi è cercare di capire dove sono stati lanciati, rivolti a qualcuno o solo ai mezzi del cantiere?

Cito Cassazione  2001 5578 processo Pelissero, che parte proprio da Torino, e un’altra 1 marzo 1996, la Cassazione dice, in riferimento all’intento eversivo “è necessario che l’intento si ponga in modo diretto”, cioè non basta che la finalità sia ideativa ma è necessario che nel comportamento materiale concretamente messo in campo si possa in qualche modo riverberare un comportamento in linea con questo terrorismo. Offensività specifica, idoneità offensiva delle condotte … Cioè si possono punire quelle condotte che METTONO A REPENTAGLIO i BENI GIURIDICI.

Terzo punto, le persone offese.Persone “attaccate in quanto simboli per costringere lo Stato a retrocedere”. Parole nette senza nessun tipo di giustificazione rispetto agli atti di causa, le persone non sono state attaccate…. Si confondono i piani di valutazione, il contesto storico, le finalità. la loro collocazione ideologica etc etc. Vediamo cosa dice la cassazione: il contesto ha effettivamente un ruolo di allargamento dei confini della fattispecie.

Sul danno grave, avv. Novaro: “non potete venirci a dire che siamo un partner inaffidabile perché forse retrocediamo da quell’opera… (come sostiene l’avvocatura di Stato) noi siamo inaffidabili perché paghiamo 235 MILIONI al KM l’alta velocità contro i 10 milioni al KM degli altri paesi, ECCO perché siamo inaffidabili!”

Simonetta Zandiri www.tgmaddalena.it

Nota a margine. Pensieri, sogni, sensazioni. Certo sarebbe bellissimo.

Certo, sarebbe bellissimo. Nel montare questi video ho rivisto le lunghe discussioni in quell’aula bunker nel processo che mercoledì 17 arriverà alla sentenza per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia, ascolto parole scelte con cura, dall’accusa, per costruire quel mondo al contrario che da sempre vede le vittime, oppressi “legalizzati”, trasformati da quella stessa legge in criminali, terroristi, perché osano ribellarsi. Ascolto e riascolto, scelgo i passaggi più significativi dell’accusa e delle difese, ma più di tutto riascolto le loro voci e le loro parole. Non credo ci sia video migliore se non quello girato quando sono stati proprio loro a prendere la parola, in quell’aula bunker. E sarebbe bellissimo che tutti ascoltassimo la loro voce e la facessimo sentire a chi è più vicino a noi. Sarebbe bellissimo che ascoltandoli capissimo che quel giorno, il 17 dicembre, non si deciderà qualcosa che ha a che fare con la lotta al TAV o con quel compressore incendiato ma in quella data si giudicherà qualcosa che ad OGNI POTERE ha sempre fatto MOLTA PAURA, ossia quelle AZIONI DIRETTE che non sono altro che la scelta di fare, ciascuno secondo proprie possibilità e capacità, la cosa giusta, mettendo un granello di sabbia in quell’ingranaggio che sacrifica i diritti delle persone e di questo pianeta massacrato, in nome di un profitto e di privilegi riservati a pochi.
Sarebbe bellissimo che capissimo che se lasciamo che queste accuse vengano portate avanti senza fare la nostra parte sarà come una conferma, per lo Stato, e sarà come una sconfitta, per tutti noi. Perché io non posso fare a meno di sperare che tutti riusciamo ad assumerci con coraggio le nostre responsabilità, è più forte di me, per quanto rendano inimmaginabile il cambiamento io continuo a credere che SIA POSSIBILE, e che sarà possibile solo quando smetteremo di chiedere ad altri di fare quello che dipende da noi.
Se un’azione diretta viene trasformata in terrorismo capite bene che le conseguenze saranno drammatiche per tutti. Non permettiamoglielo.

La solidarietà è l’arma migliore che abbiamo e che TUTTI possiamo usare: USIAMOLA. QUI e ORA.

Siamoci.
Fieri e FELICI di esserci

 Simonetta. Pensieri in libertà, almeno quelli, finché dura.

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NO Tav: “Un granello di sabbia nell’ingranaggio non è terrorismo” – video avv. Novaroultima modifica: 2014-12-16T12:55:19+01:00da davi-luciano
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