IL DIKTAT DI DRAGHI: ITALIA ABBATTA IL DEBITO TAGLIANDO STIPENDI PENSIONI E SANITA’ O L’EURO SALTA

sempre più gente entrerà nel regno, assai vasto, di chi quei diritti non li ha mai avuti per legge. Alla faccia della società antidiscriminazione, questa vasta platea, ad esempio disoccupati senza alcuna tutela, non è mai stata considerata composta da ultimi da proteggere. Questi sono i risultati.
Il bersaglio di Draghi non può essere certo la Germania, unica nazione con i parametri di Maachstrcht rispettati. Piuttosto perché i consulenti di Goldman Sachs hanno “suggerito” a Italia e Grecia di entrare nell’euro con questi vincoli che NON ERANO IN GRADO DI RISPETTARE??

Il presidente della Banca centrale europea si prepara a imporre ai leader europei che parteciperanno al summit di Bruxelles della settimana prossima che è “necessario” – ovvero obbligatorio – che alcuni Paesi facciano le riforme,
pena l’inefficiacia del programma monetario per stimolare l’economia della zona euro. E che se non lo faranno, verranno pesantemente perseguiti.

Il prossimo 18 dicembre, Draghi – senza alcun titolo per farlo e superando il limite di governatore della Bce per assumere quello di leader politico a capo della Ue – solleciterà i leader tra cui il premier italiano Matteo Renzi e il presidente francese Francois Hollande a rafforzare le riforme e a contenere la spesa, come riferito all’agenzia Reuters da persone a conoscenza del pensiero di Draghi.

Dall’altro lato, Draghi vuole anche che la cancelliera tedesca Angela Merkel investa di più in infrastrutture e potenzi la domanda interna, ma sono inezie. Il bersaglio di Draghi non è la Germania.

E’ la situazione in Francia, Italia e Grecia che spinge Draghi a proseguire sulla via del ‘QE’, l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, che potrebbe dare nuovo slancio, almeno temporaneamente, alla fiducia dei mercati, sebbene non produrrà nè nuovi posti di lavoro nè sviluppo dell’economia.

Ma l’inquilino dell’Eurotower è convinto che il suo sforzo sarà vano se i Paesi non si impegneranno in modo più vincolante a riscrivere le norme soprattutto sul lavoro e il fisco: inasprimento delle tasse e precariato per tutti indistintamente, con stipendi da ribassare come minimo del 30%, come prevedono le teorie ultra liberiste che Draghi ha fatto proprie.

In pubblico, gli appelli di Draghi sono diventati sempre più forti e stonati: chi gli dà il permesso di farli, dato che non è stato eletto da nessuno ed è e rimane un banchiere?

Il presidente della Bce, il mese scorso, ha avvertito che una mancanza di cambiamento potrebbe danneggiare la “essenziale coesione” della zona euro, da cui dipende la sopravvivenza dell’euro. La mancanza di “coesione” sta a significare il fatto che alcuni stati potrebbero volontariamente o perchè costretti, lasciare l’euro (“magari!” il nostro commento).

La Francia, pur mostrando timidi passi avanti per rendere più flessibile la propria economia, si è ribellata alle regole europee di bilancio e, se non prenderà provvedimenti – fa sapere Draghi – a marzo rischia una multa, che certamente sarebbe superiore ai 5 miliardi di euro. E altrettanto certamente, produrrebbe un tale sconquasso in Francia da far precipitare la situazione con l’accelerazione dell’uscita di Parigi dall’eurozona.

A Roma, il Parlamento ha dato il via libera al ‘Jobs act’ che distruggerà definitivamente i diritti dei lavoratori. In segno di protesta contro questa contestatissima riforma, alcuni sindacati sono in piazza in uno sciopero generale la cui adesione è confermata da più fonti essere stata del 70%.

Inoltre Draghi accuserà il governo Renzi di non rispettare il Fiscal Compact che i trattati prevedono entri in azione a partire dal 1° gennaio 2015. E il Fiscal Compact obbliga a tagliare il debito – nel caso dell’Italia – di non meno di 30 miliardi di euro l’anno per 20 anni.

Nel caso dell’Italia, inoltre, la multa per violazione del trattato del Fiscal Compact sarebbe di non meno di 4 miliardi di euro.

Nel frattempo Juncker, il capo non eletto di milioni di cittadini europei, ci và giù pesante: “L’Italia non si lamenti, per il debito si poteva attiuvare la procedura”. Sembra ormai sicuro a gennaio il commissariamento dell’Italia da parte della Troika.

Sempre peggio!

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IL DIKTAT DI DRAGHI: ITALIA ABBATTA IL DEBITO TAGLIANDO STIPENDI PENSIONI E SANITA’ O L’EURO SALTAultima modifica: 2014-12-16T22:28:18+01:00da davi-luciano
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