CONVEGNO GRANDI OPERE – VENERDI’ 28 NOVEMBRE ORE 17 – “IL PROCESSO DECISIONALE DELLE GRANDI OPERE TRA CONDIZIONAMENTI ED AFFARI ILLECITI”

venerdì 28/11 doppio appuntamento:
prima il convegno ore 17 a Torino e dopo ad Avigliana al Fassino ore 21 il film QUI di Gaglianone.

 

CONVEGNO GRANDI OPERE – VENERDI’ 28 NOVEMBRE ORE 17 – “IL PROCESSO DECISIONALE DELLE GRANDI OPERE TRA CONDIZIONAMENTI ED AFFARI ILLECITI”

Centro Incontri Regione Piemonte

corso Stati Uniti, 23 – Torino

 Interveranno:

Ferdinando Imposimato

Ivan Cicconi

Pier Luigi Tassoni

Massimo Bongiovanni

Locandina evento 28-11

CON LE PROSSIME PRESIDENZIALI U.S.A. LA GUERRA SARA’ PIU’ VICINA

ma è una donna, ed il regime politically correct ci insegna che non si possano criticare azioni, atti, pensieri espressi da una donna onde non essere tacciato di misoginia ed essere quindi scomunicato dalla società civile

By admin  /   22 novembre, 2014 

 
hilary
DI PAUL CRAIG ROBERTS
 
 
Glenn Greenwald ha rivelato che Hillary Clinton è il candidato presidenziale dei banksters e dei guerrafondai.  Pam e Russ Martens registrano che Elizabeth Warren è la sua concorrente populista. Dubito però che un politico che rappresenti il popolo possa raccogliere abbastanza fondi per poter competere in una campagna presidenziale. Se comunque la Warren dovesse diventare una minaccia, tutto l’ Establishment si muoverebbe per costruirle intorno una cornice nella quale la potrebbero dipingere in qualsiasi modo pur di farla fuori.
 
Hillary Clinton come presidente significherebbe guerra alla Russia. Con neocon-nazisti come Robert Kagan e Max Boot a gestire la politica militare e con una Hillary che fa confronti  tra il Presidente della Russia Putin e Adolf Hitler, la guerra dovrebbe essere una certezza. E, come hanno scritto Michel Chossudovsky e Noam Chomsky, la guerra, stavolta, sarebbe nucleare.
 
Se Hillary fosse eletta presidente, i gangsters finanziari e tutti quei criminali che traggono vantaggio dalle guerre riuscirebbero a completare il loro impossessamento del paese. E questo sarebbe per sempre o almeno fino all’arrivo del armageddon – alla resa dei conti finale.
 
Per comprendere a che cosa si andrebbe incontro con Hillary, proviamo a ripensare alla presidenza Clinton. La presidenza Clinton mise in moto delle trasformazioni che in qualche modo non vengono riconosciute. Clinton distrusse il partito democratico con gli accordi sul “libero commercio”, che regolò il sistema finanziario e inaugurò la politica di Washington- che ancora continua – del “cambio di regime” con gli attacchi militari illegali su Jugoslavia e Iraq, e il suo regime cominciò ad usare una forza omicida ed ingiustificata contro dei civili americani, per poi coprire gli omicidi depistando le indagini, con false investigazioni. Questi quattro grandi cambiamenti sono quelli che hanno gettato il paese in una spirale viziosa che ha portato alla militarizzazione della polizia e ad una ostentata iniquità dei redditi e della ricchezza.
 
Si potrebbe capire perché i repubblicani volevano il North American Free Trade Agreement, ma fu Bill Clinton che lo trasformò in legge.  Il ” Free Trade” agreement è un meccanismo usato dalle multinazionali Usa per esportare la loro produzione di merci e servizi venduti sui mercati americani. Spostando la produzione all’estero, i risparmi sul costo del lavoro fanno aumentare i profitti delle multinazionali e il valore delle loro azioni, producendo dei guadagni di capitale per gli azionisti e dei bonus multimilionari in dollari per i loro dirigenti che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi. I vantaggi per il capitale sono enormi, ma questi vantaggi sono tutti a spese dei lavoratori della manifattura USA e delle minori entrate in tasse per le città e per gli Stati.
 
Quando si chiudono gli stabilimenti e si manda il lavoro all’estero, non c’è più lavoro per la classe media. I sindacati delle industrie e della manifattura perdono iscritti, distruggendo così i sindacati dei lavoratori, che sono quelli che finanziano le campagne elettorali dei democratici, il contrappeso del potere che era costituiti dal lavoro contro il capitale, in questo modo era annullato e i democratici dovettero ricorrere alle stesse fonti di sovvenzionamento dei repubblicani. Il risultato è uno stato con un solo partito.
 
L’indebolimento della base di tassazione che città e stati hanno dovuto fronteggiare ha reso possibile un attacco dei repubblicani contro i sindacati del settore pubblico. Oggi il partito democratico non esiste più, visto che la politica del partito non è più finanziata da quei sindacati che rappresentano la gente comune. Oggi entrambi i partiti politici rappresentano gli interessi degli stessi gruppi di potere: il settore finanziario, il complesso militare barra security, le lobby di Israele, le industrie estrattive e l’agro-business.
 
Non c’è più un partito che rappresenti veramente i propri elettori. Malgrado il fatto che la gente comune continui a pagare con le proprie tasse tutti i costi dei salvataggi delle finanziarie e delle guerre intraprese, mentre le industrie estrattive e la Monsanto distruggono l’ambiente e portano al degrado la catena alimentare. Le elezioni non hanno più nulla a che vedere con le cose reali, come la perdita della protezione costituzionale da parte dei cittadini o un governo che agisca in base alle leggi esistenti. Al contrario i partiti si mettono a discutere su argomenti come i matrimoni omosessuali e la raccolta fondi federali per l’aborto.
 
L’abrogazione della legge Glass-Steagall, firmata da Clinton fu solo la prima mossa di quello che servì per rimuovere tanti altri vincoli che permisero al sistema finanziario di trasformarsi in un casinò, dove il gioco d’azzardo e le scommesse sono garantiti da fondi pubblici e dalla Federal Reserve. Le conseguenze definitive a cui porterà il paese questa trasformazione restano ancora da vedere.
L’attacco del regime Clinton contro i serbi, secondo il diritto internazionale, fu un crimine di guerra , ma invece fu il presidente jugoslavo, che aveva cercato di difendere il proprio paese, che fu messo sotto processo come criminale di guerra. Quando il regime Clinton fece uccidere la famiglia di Randy Weaver a Ruby Ridge e  altre 76 persone a Waco, sottoponendo i pochi sopravvissuti ad un processo farsa, i crimini del regime contro l’umanità sono rimasti impuniti. Lo stesso sistema impostato da Clinton è continuato poi per altri 14 anni con i crimini commessi anche da Bush/Obama contro l’umanità in sette paesi, dove milioni di persone sono state uccise, mutilate, e cacciate dalle loro case ….  ma questo sembra tutto accettabile.
 
E ‘abbastanza facile per un governo fomentare la propria popolazione contro gli stranieri come  ben dimostrano i successi di Clinton,  di George W. Bush, e di Obama. Ma il regime Clinton riuscì a mettere americani contro altri americani. Quando l’FBI gratuitamente uccise la moglie di Randy Weaver e il suo figlioletto, le denunce di Randy Weaver furono tacciate di propaganda e non considerate senza motivo. Quando l’FBI attaccò la setta dei Davidians – un movimento religioso staccatosi dalla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno – con carri armati e gas velenosi, provocando un incendio che fece morire bruciare 76 persone, soprattutto donne e bambini, queste uccisioni e questo omicidio di massa furono giustificate dal regime Clinton, che considerò come accuse selvagge e infondate quelle che venivano mosse per chiedere giustizia per il massacro compiuto dal governo.
Tutti gli sforzi di attribuire la responsabilità per i crimini compiuti dalla polizia furono bloccati e (purtroppo) cominciarono a costituire dei precedentiche sono serviti a far approvare una normativa che garantisce, in casi simili,  l’immunità dalla legge.Questa immunità ora si è estesa a tutte le polizie locali che possono, regolarmente, compiere abusi e uccidere cittadini americani sulle loro strade e nelle loro case.
 
La mancanza di rispetto delle leggi internazionali da parte di Washington è un argomento su cui i governi di Russia e Cina si lamentano sempre più e che ebbe origine con il regime Clinton. Le bugie di Washington su Saddam Hussein e sulle “armi didistruzione di massa” cominciarono durante il regime Clinton, così come l’obiettivo di un  “cambio di regime” in Iraq e  come i bombardamenti illegali di Washington e gli embarghi che costarono la vita di mezzo milione di bambini iracheni che persero la vita (ma che il Segretario di Clinton di Stato disse che erano giustificabili).
 
Il governo degli Stati Uniti aveva già fatto cose malvagie in passato. Ad esempio, la guerra ispano-americana fu un trampolino di lancio per costruire l’impero e Washington ha sempre tutelato gli interessi delle società americane da qualsiasi oppositore latino-americano, ma il regime Clinton ha globalizzato la criminalità. I golpe per il cambio di regime sono diventati sempre più spericolati fino a rischiare una guerra nucleare, perché ormai non sono più governi come quello di Grenada o dell’ Honduras ad essere rovesciati.
 
Oggi si prendono di mira Russia e Cina e certe zone, che fino a pochi anni fa erano parte integrante della Russia stessa, come Georgia e Ucraina sono state trasformate in stati vassalli di Washington. Washington ha finanziato le ONG che organizzano la”Lotta Studentesca” di Hong Kong, nella speranza che le proteste si diffonderanno fino in Cina e che destabilizzino il governo. L’incoscienza di questi interventi negli affari interni di paesi stranieri, potenze nucleari, è senza precedenti.
 
Hillary Clinton è una guerrafondaia, e la stessa cosa sarà anche il candidato che presenteranno i repubblicani. L’irrigidimento della retorica anti-russa che parte da Washington e dai suoi  pessimi stati fantoccio della UE sta mettendo il mondo sulla strada della propria estinzione. Gli arroganti neoconservatori, con la loro esasperante convinzione che gli Stati Uniti siano il paese “eccezionale e indispensabile”, vedrebbero un abbassamento dei toni della loro retorica ed una de-escalation delle sanzioni comeun passo indietro. Quanto più i neocons e i politici come John McCain e Lindsey Graham salgono nei toni della loro retorica, tanto più ci si avvicina alla guerra.
Mentre oggi il governo degli Stati Uniti istiga la polizia agli arresti preventivi e alle incarcerazioni di chiunque potrebbe un giorno commettere un crimine, quella che invece dovrebbe essere arrestata ed incarcerata, buttando via la chiave, dovrebbe essere tutta intera la squadra di questi guerrafondai-neocon, prima che riescano a distruggere l’umanità.
 
Gli anni di Clinton hanno prodotto una gran quantità documentazione sui tanti crimini e sulle coperture di fatti come l’attentato di Oklahoma CityRuby RidgeWaco, lo scandalo dei laboratori criminali della FBI, la morte di Vincent Foster, il coinvolgimento della CIA nel traffico di droga, la militarizzazione delle forze dell’ordine, il Kosovo … e si può andare avanti finché si vuole. La maggior parte di questi documenti sono sstati critti da persone che non avevano un punto di vista parziale, né liberal, né conservatore, perché nessuno si rendeva ancora conto della natura della trasformazione che stava avvenendo nella governance americana. quelli che hanno dimenticato e quelli che sono troppo giovani non hanno la capacità di vedersi o di riconoscersi in quello che sono stati gli anni di Clinton. Recentemente ho parlato del libro di Ambrose Evans-Pritchard  The Secret Life of Bill Clinton. Altro libro con una documentazione importante è Feeling Your Pain di James Bovard.
 
Sia il Congresso che i media hanno lavorato non poco per appoggiare e per dare le opportune coperture a molti eventi importanti avvenuti durante la presidenza Clinton, ma si sono concentrati  solo su faccende di poco conto come le vendite immobiliari di Whitewater o  la relazione sessuale di Clinton con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky.
 
Clinton e il suo regime corrotto hanno mentito su molte cose ben più importanti, ma la Camera dei Rappresentanti lo ha messo sotto accusa solo per le bugie raccontate sulla sua relazione con Monica Lewinsky. Ignorando le numerose (e ben più importanti) ragioni che avrebbero potuto portare ad un impeachment, si è parlato tanto solo di un fatto inconsistente e il Congresso e i media sono stati complici nel permettere che crescesse a dismisura un ramo dannoso dell’esecutivo.
 
Questa mancanza di responsabilità ci ha portato alla tirannia in patria e alla guerra all’estero, e sono questi i due mali che ci stanno avviluppando tutti, ogni giorno di più.
 
Dr. Paul Craig Robertsè stato Assistente Segretario del Tesoro per la  Politica economica e associate editor del Wall Street Journal. E ‘stato editorialista di Business Week, Scripps Howard News Service, e Creators Syndicate. Ha avuto numerosi incarichiuniversitari. I suoi articoli su internet attirano un seguito in tutto il mondo. Ultimi libri pubblicati The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of the West  e  How America Was Lost.
 
 
 
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario

Clamoroso!!! Draghi: “chi vuole può andarsene dall’euro!”

di strano c’è che gli stati non sono sovrani. Per giunta in Costituzione è stato aggiunto in modo precauzionale che sui trattati internazionali non si può fare referendum. Un indizio assai palese di sottomissione ai poteri forti che ci “liberarono”.
Nell’euro ci siamo entrati con il Trattato di Maachstricht e solo uscendo dal trattato si rescinde dall’euro ma nessuno nomina questa opzione.

18 novembre 2014
 
Un attimo, però! Facciamo chiarezza.
Draghi aveva sempre detto che “l’euro è irreversibile”, e tutti ne avevamo dato un’interpretazione restrittiva, e cioè che dopo aver aderito alla moneta unica non ci si potesse più tirare indietro.
Insomma una specie di ergastolo.
 
Oggi, però, non si sa se gli sia scappato o se, per la prima volta, abbia dovuto rispondere ad una domanda “non paludata”, Draghi ha aggiunto qualcosa di estremamente importante.
 
Ad una domanda dell’Eurodeputato del M5S, Marco Zanni, il quale chiedeva se per la Bce non fosse “giusto e democratico colmare il vuoto legislativo sulla mancanza di procedure di uscita dall’euro”, Draghi ha prima ribadito il suo solito mantra: L’euro è irreversibile e la Bce farà tutto quello che serve, nel suo mandato, per preservarlo”, aggiungendo, però, che “la Bce non ha poteri legislativi per obbligare i Paesi membri a stare nell’euro o a lasciarlo”.
 
Accorgendosi della “scivolata” ha cercato di “rimediare” concludendo con: “Sono molto meno convinto di quanto lo sia lei che i Paesi membri possano lasciare l’euro”, ma questo non cambiava di una virgola quanto detto in precedenza, ripetiamo:
 
“la Bce non ha poteri legislativi per obbligare i Paesi membri a stare nell’euro o a lasciarlo”.
 
Una cosa del genere dovrebbe stare sulle prime pagine di tutti i giornali, ed invece?
Chiariamo immediatamente, ciò che ha detto Draghi è la cosa più banale e scontata che si possa dire, e cioè che se uno Stato sovrano, seguendo una procedura democratica, intende uscire dall’euro, ebbene lo può fare.
Certo, che c’è di strano? Ci mancasse solo che gli accordi prevedano che gli Stati che hanno aderito all’euro debbano dichiarare guerra a chi vuole uscirne! Così come è una scelta libera l’adesione lo deve anche essere l’uscita.
 
Però ciò che è scontato e banale per un cittadino comune non era mai stato detto esplicitamente dal Presidente della Bce, ed ecco che immediatamente i giornali, almeno quelli italiani, hanno cercato di minimizzare la cosa quando non censurarla del tutto.
Andate a cercare questa frase sui media del nostro Paese, o non la trovate, o è riportata senza alcuna enfasi all’interno di articoli i cui titoli sono incentrati su altri temi toccati nell’audizione da Draghi.
 
Scandaloso poi l’Huffington Post di Lucia Annunziata (Gruppo l’Espresso), che alla domanda dell’europarlamentare del M5S (o meglio alla risposta di Draghi) dedica un ampio paragrafo a conclusione dell’articolo non firmato. Ebbene viene riportata con dovizia di particolari la risposta data da Draghi, ma, “curiosamente”, omettendo proprio soltanto quella frase. Guarda te che casualità!
 
Ma non basta, perché anziché la frase pronunciata da Draghi sull’impossibilità da parte della Bce nel costringere gli Stati a rimanere nell’euro, ne compare un’altra “Alla Bce non abbiamo poteri legislativi ed è comunemente ritenuto che abbiamo già abbastanza poteri” una frase che compare solo sull’Huffington Post ed alcuni siti minori che la riprendono dal lancio dell’Agenzia TMNews, oggi di proprietà del banchiere Abete e di Telecom Italia Media, ma fondata, col nome di APBiscom, proprio da Lucia Annunziata (altra strana coincidenza).
 
Insomma l’ennesimo dimostrazione del perché la nostra stampa sia al livello dei Paesi in via di sviluppo, ma questo è risaputo e “non fa più notizia”.
 
MA ATTENZIONE!
 
C’è un giornale, ma uno solo, che a quella frase di Draghi dà estremo risalto, riportandola nel titolo e citandola proprio all’inizio dell’articolo, e la cosa straordinaria è che quella testata non è un blog con qualche centinaio di lettori o un giornalucolo di provincia, ma niente di meno che Sua Maestà “Il Sole 24 Ore”.
 
Lo ha fatto apposta? Gli è “sfuggito”? Ovviamente non lo sappiamo.
 
Ciò che sappiamo è che naturalmente Beppe Grillo non si è lasciato sfuggire l’occasione ed ha riportato sul suo famoso blog non solo l’articolo del “Sole 24 Ore” ma proprio la “foto” dell’articolo, quasi a sottolineare “guardate voi, è scritto proprio così!”
 
Vediamone gli sviluppi, per capire se, da parte del giornale della Confindustria, c’è un vero cambiamento di “linea politica” nei confronti dell’euro, se sia stato un “avvertimento” a qualcuno che doveva “capire”, oppure se solo una iniziativa di un “articolista” sfuggita al capo redattore che deve sempre sorvegliare sulla “linea editoriale” del giornale.
 
Di sicuro, però, le parole di Draghi sono una bomba, e vogliamo ribadirle ancora una volta:
 
“la Bce non ha poteri legislativi per obbligare i Paesi membri a stare nell’euro o a lasciarlo”.
 
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

Italia: Si avvicina il prelievo forzoso sui risparmi degli italiani e non si faranno sconti a nessuno

Attilio Folliero Caracas 16/11/2014
Da tempo, l’informazione alternativa avverte sui pericoli di una manovra tendente a colpire i risparmi, ossia un prelievo forzoso. Oggi  a parlarne è perfino “Il Giornale”, che in un suo articolo intitolato “Il prelievo forzoso in banca non farà sconti a nessuno” (1) parla della possibilità di un prelievo forzoso del 10%. La novità di oggi è che questo prelievo non riguarderebbe solo i conti correnti superiori a 100.000 euro, come per esempio attuato a Cipro, ma riguarderebbe tutti i risparmi. Insomma è probabile che a pagare non siano solo i più ricchi ma tutti, anche un poveromdisgraziato che abbia magari solo 10.000 euro faticosamente risparmiati.
Se malaguratamente una persona si ritrovasse a vendere un appartamento ed incassa (sul conto corrente) i soldi proprio il giorno in cui dovesse attuarsi il prelievo forzoso, si ritroverebbe con una doppia fregatura: oltre ad aver venduto un bene di per se già svalutato, a causa della crisi nel settore immobiliare, si rtitroverebbe anche a pagare un ulteriore 10%. Ammesso che riesca a vendere un apartamento a 100.000 euro, su questi soldi si ritroverebbe a pagare 10.000 Euro di prelievo forzoso.
 
In realtà non si tratta di una novità assoluta. In Italia, il Governo Amato nella notte tra il 9 ed il 10 di luglio attuò un prelievo forzoso del 6 per mille. A quell’epoca i risparmi degli italiani ammontavano a circa 500 miliardi di euro, per cui un prelievo del 6 per mille fruttò allo stato 3 miliardi di euro. Una cifra tutto sommato irrisoria. Oggi, pero’ si parla di un prelievo forzoso che potrebbe essere del 10%, ossia per una persona con 100.000 euro di risparmi il prelievo ammonetrebbe a 10.000 euro; per una persona con 10.000 euro il prelievo sarebbe di 1.000 euro.
 
Ovviamente questa proposta non arriva all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno: nel 2013 il Fondo Monetario Internazionale aveva parlato della necessità di un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti degli europei; a febbraio di quest’anno l’Unione Europea ha proposto la “confisca” dei rispami di 500 milioni di cittadini europei per realizzare investimenti a lungo termine. In un nostro articolo si precisava che la Commisione Europea avrebbe richiesto agli organi competenti l’emanazione di un disegno di legge per “mobilitare” i risparmi dei cittadini europei, al fine di effettuare investimenti a lungo termine. Dicevamo che il documento della Commissione Europea utilizzava il termine “mobilitare” che significava “sollecitare la collaborazione”, ossia un termine elegante per nascondere la confisca!
 
Oggi, senza nascondersi dietro termini eleganti che comunque potrebbero trarre in ignanno solamente uno sprovveduto, si inizia a delineare la vera manovra del prelievo forzoso che riguarderà tutti i risparmi, anche quelli inferiori a 100.000.
 
Un cittadino italiano o europeo come può tutelarsi? La prima idea che verrebbe alla mente è quella di ritirare tutti i risparmi o la maggior parte e tenere i soldi sotto il classico materasso; è indubbiamente una soluzione e molti l’hanno già adottata. I governi, per aggirare questa soluzione possono adottare almeno due contromosse:
1) sostituire i soldi in circolazione con nuove banconote; le vecchie banconote cesserebbero di avere corso legale e quindi coloro che hanno i soldi sotto il materasso si vedrebbero costretti a tirarli fuori e portarli in banca per il cambio;
2) vietare la compravendita con il contante; tutte le operazioni avverrebbero tramite transazione bancaria; anche in questo caso la persona che avesse ritirato i soldi sarebbe fregata.
Inoltre esiste sempre il problema, per grosse cifre, del momento in cui bisogna rimettere in circolo questo contante. Se trattasi di grosse cifre, appunto, quando si torna a depositare scatta l’accertamento fiscale ed il cittadino è costretto a giustificare la sua provenienza.
 
Quale altra possibile soluzione? Rifugiarsi nell’oro e nell’argento, ossia in beni pregiati. Questa appare una buona soluzione e tra l’altro in questo momento il prezzo dell’oro e dell’argento è basso, per cui è veramente conveniente investire in oro e soprattutto in argento. Entrambi questi beni rifugio e soprattutto l’argento sono destinati a rivalutarsi enormemente nei prossimi anni.
 
L’argento non solo è un materiale prezioso, come l’oro, ma a differenza dell’oro, che dall’inizio della storia umana si conserva praticamente per intero, l’argento si utilizza e spesso si butta nella spazzatura! Ovvero l’argento è utilizzato nei contatti dei prodotti elettronici: nei cellulari ed in tutti gli apparati elettronici si utilizzano microgrammi di argento e quando buttiamo nella spazzatura l’apparato, per esempio il cellulare, stiamo buttando anche l’argento; si tratta di piccole quantità, che però moltiplicate per miliardi di pezzi, finiscono per trasformarsi in tonnellate di argento che vanno perse; ovviamente non si procede al riciclaggio o al recupero di questi pochi microgrammi per pezzo considerato l’alto costo necessario rispetto al suo valore attuale.
In conclusione, parte dell’argento estratto dalle viscere della terra alla fine è buttato via. Considerando che, secondo le stime del Servizio Geologico degli Stati Uniti (U.S. Geological Survey) sul pianeta terra ci sono circa 520.000 tonnellate di argento da estrarre; considerato che annualmente vengono estratte circa 25.000 tonnellate (3) è facile pensare che da qui a qualche decennio i giacimenti terresti si saranno esauriti. L’argento è destinato ad aumentare di prezzo, man mano che si riduce la quantità da estrarre. Lo stesso discorso vale per l’oro, che con la crescente crisi della valuta fiduciaria (i soldi di carta senza valore alcuno, come il Dollaro e l’Euro) potrebbe tornare ad avere un ruolo anche come vera e propia valuta (valuta in oro). Anche il prezzo dell’oro è destinato a crescere nel tempo ed anche enormemente.
 
Indubbiamente avere risparmi in oro o argento ha la sua convenienza, ma ricordiamo che anche in questo caso potrebbero esserci dei rischi e non solo al momento della vendita, i cui guadagni vanno dichiarati e sottoposti ad imposte, ma anche per la possibile confisca da parte degli stati.
 
La storia è piena di esempi di confisca dell’oro; l’esempio più conosciuto, negli USA l’Ordine esecutivo n. 6102 del 5 aprile 1933. Con tale decreto emanato dal Presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, si proibisce il possesso dell’oro da parte dei cittadini statunitensi; erano esclusi da tale decreto solamente gioiellieri, artisti, professionisti e persone che utilizzavano l’oro nel loro lavoro.
Il decreto stabiliva l’obbligo di consegnare tutto l’oro posseduto allo stato entro il primo maggio 1933 ad un prezzo prefissato. In caso di mancata consegna si era soggetti ad una multa di 10.000 dollari e 10 anni di carcere. La proibizione del possesso dell’oro per i cittadini statunitensi fu revocata solamente il 14 agosto del 1974 dal Presidente Gerald Ford.
 
Quindi?
C’è un’unica vera soluzione. La situazione nei paesi europei ed in particolare in Italia è destinata a peggiorare sempre più; il debito pubblico è altissimo e continuerà a crsecere. Per cui non solo ci sarà il prelievo forzoso, ma andremo incontro ad un aumento esponenziale delle tasse, soprattutto quelle sulla casa (vedasi la riforma del catasto in atto); ci sarà la privatizzazione di tutti i servizi municipali (acqua, luce, gas, spazzatura) che passeranno nelle mani di poche multinazionali ed ovviamente ci saranno i relativi aumenti delle tariffe;
presto si tornerà a parlare della necessità di una riforma delle pensioni, con l’innalzamento ulteriore dell’età, il calcolo sempre più orientato al sistema contributivo e comunque ci saranno i tagli all’assegno di pensione (ma non a quelle più alte), così come sta avvenendo in Grecia; ci saranno i tagli alla sanità: alla sanità pubblica subentrerà quella privata, mediante il sistema assicurativo; ci saranno tagli all’educazione e quindi sempre meno ragazzi potranno andare a scuola ed ancora meno potranno accedere agli studi superiori, ovvero all’università.
 Aumento della disoccupazione e della precarietà, in sostanza un processo di schiavizzazione vero e proprio degli operai, destinati a lavorare sempre di più e pagati sempre meno. Inevitabile la caduta nei consumi e per conseguenza una inevitabile diminuzione della domanda e della produzione industriale ed il fallimento di centinaia di migliaia di imprese; la delocalizzazione (emigrazione) delle imprese sarà sempre più all’ordine del giorno. Il popolo europeo ed in particolare il popolo italiano sarà affamato, malato e malcurato perchè non potrà accedere alla sanità privatizzata e costosissima, ignorante perchè non potrà andare a scuola ed all’università.
 
L’unica vera soluzione è andarsene; andarsene prima possibile, con i pochi risparmi disponibili e cercare di ricostruirsi una vita altrove, soprattutto per il bene dei propri figli, delle generazioni future. Non è facile ricostruirsi una vita altrove, magari nei paesi in via di sviluppo, ma sempre meglio che stare ad aspettare la fine.
 
L’unica vera alternativa a questa soluzione estrema è la sollevazione popolare. Ma in un paese come l’Italia, dove la libertà di espressione è fortemente repressa, di questo non si può parlare, pena l’applicazione dell’art. 272 e seguenti del Codice Penale.
 
In ogni caso non si tratta di una visione pessimista della realtà, ma realista. Poi ognuno è libero di pensare ed agire come meglio crede.
 
(2)  Unione Europea: verso la confisca dei risparmi di 500 milioni di cittadini europei, Url: http://umbvrei.blogspot.com/2014/02/unione-europea-verso-la-confisca-dei.html
(3)  Statistiche ed informazioni sull’argento, Anno 2014, in inglese, Url: http://minerals.usgs.gov/minerals/pubs/commodity/silver/mcs-2014-silve.pdf
 

Eni in Libia. Chi finanzia?

19 novembre 2014
 
In Libia in questo momento ci sono due governi. A Tobruk ha sede l’ esecutivo, uscito dalle “elezioni” del 25 giugno 2014, (ha votato il 18% degli aventi diritto), sostenuto da Francia, Arabia saudita ed Egitto e, generalmente, riconosciuto all’ estero come “il governo legittimo”. Ma a Tripoli c’è un altro esecutivo che controlla tutta la Tripolitania, frutto di una alleanza tra islamisti radicali del cartello “Alba libica”, islamisti moderati e le milizie di Misurata. Questo esecutivo è sostenuto da Qatar e Turchia; e l’ Italia è l’ unico paese occidentale ad avere ancora la sua ambasciata aperta a Tripoli. Gli interessi italiani, cioè le attività dell’ Eni, sono localizzate in questa parte di Libia e, paradossalmente, nel 2014, anno in cui è esplosa la guerra tra i due “governi”, la produzione petrolifera libica è risalita da 2/300 mila barili di petrolio al giorno a 900 mila barili, avvicinandosi alle quantità che erano estratte prima della guerra del 2011.
 
La posizione italiana è indubbiamente delicata e i due grandi quotidiani della borghesia, “Sole24ore” e “Corriere della Sera”, hanno assunto sulla questione posizioni molto divergenti.
 
Alberto Negri sul Sole24ore, il 7 novembre, dopo aver descritto la situazione, sostiene che: “…Questo è un momento favorevole per cogliere alcune opportunità – ristabilire l’ influenza italiana in almeno una parte della Libia- ma è pure una situazione carica di rischi. Qualunque posizione che appoggi Tobruk danneggia la nostra presenza in Tripolitania. Se però ci sbilanciamo troppo su Tripoli rischiamo di perdere la copertura internazionale
 
Ma molto più preoccupato è un editoriale sul Corriere della Sera del 12 novembre, dove Franco Venturini si domanda: “E se un giorno ci svegliassimo con i tagliagole dell’ Isis davanti alla porta di casa?” e descrivendo la situazione della Libia con tinte molto più forti di Negri, continua: “ E intanto gruppi legati all’Isis stabiliscono alleanze con settori dell’ arco islamista “Alba libica”, si infiltrano in Ansa al Sharia per poi prenderne il posto come hanno imparato a fare in Siria,.. sono probabilmente all’ origine delle notizie di decapitazioni che giungono dalla Cirenaica, preparano, insomma, una offensiva strisciante che porti a un Califfato mediterraneo.” Così descritto il quadro, Venturini prospetta, comunque, una via di uscita: ”La Libia, anche oggi, vive delle esportazioni di petrolio e di gas. E’ quella la cassa attorno alla quale ci si massacra e anche l’Isis di certo non la trascura. Un embargo energetico della comunità internazionale potrebbe costringere le milizie alla ragione, per sopravvivere”. Nelle righe successive ammetteva quindi che il sacrificio maggiore sarebbe stato per l’ Eni e l’ Italia, ma concludeva che comunque potrebbe bastare la sola minaccia di embargo per risolvere la situazione, senza dover passare a mettere in pratica il boicottaggio.
 
Se è vero quanto ci raccontano Negri e Venturini, non è fantapolitica ipotizzare che l’ Eni, per continuare la sua attività, debba avere rapporti, e forse finanziare, le milizie armate incrementando così la guerra civile libica e il terrorismo islamico più feroce; quello – per capirci –  che oggi in Cirenaica taglia le teste e uccide le poche donne che osano fare attività politica. Tutto questo mentre l’Italia manda quattro Tornado (sono cacciabombardieri capaci di portare 9 tonnellate di proiettili, missili e altre munizioni, altro che “ricognitori”) in Kuwait. Per operazioni in Iraq contro l’isis. Per combattere il terrorismo islamico.
 
Ma, l’ENI chi finanzia?
 
Marco Palombo

Gli USA tremano: Putin pronto a proibire dollari e… iPhone!

prevenzione di una rivoluzione colorata…

MOSCA – Il governo russo è pronto a sganciare una decisa controffensiva alle sanzioni americane. E si tratta di due colpi che potrebbero fare davvero male a Washington e alla sempre più traballante poltrona del presidente Obama.

 
Sarebbe infatti pronto un progetto di legge per proibire la circolazione di dollari americani in Russia. Le conseguenze per l’economia americana sarebbero molto più che sensibili: i cittadini russi infatti sarebbero costretti a chiudere tutti i conti in dollari, altrimenti verranno confiscati. Inoltre non sarà più possibile procurarsi dollari o effettuare transazioni commerciali con la valuta americana. In un momento storico in cui il dollaro sta perdendo sempre più importanza, Putin potrebbe aver trovato la mossa giusta per lo scacco matto definitivo. La Duma di Stato potrebbe approvare a breve questa decisione.
Ma non è finita qui: il Governo di Mosca avrebbe infatti deciso di vietare la vendita di iPhone e iPad della Apple. Il provvedimento dovrebbe essere adottato a partire dal 2015 e per il colosso di Cupertino le conseguenze potrebbero essere enormi, in quanto la Russia rappresenta al momento uno dei mercati di riferimento. La Apple ha comunque ancora una possibile di evitare le sanzioni, installando server in Russia e permettendo così lo stoccaggio di dati iCloud all’interno del paese, senza che dati sensibili finiscano così nelle mani delle autorità americane.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/173549-gli-usa-tremano-putin-pronto-a-proibire-dollari-e%E2%80%A6-iphone?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

ERDOGAN NOUVEAU SULTAN ?/ SUR AFRIQUE MEDIA TV (16 NOV. 2014)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV/

Avec EODE Press Office/ 2014 11 16)

EODE-TV - EXPERTS inanc kutlu ERDOGAN SULTAN (2014 11 16) FR

Intervention de Inanç KUTLU,

Administrateur de EODE Zone Turkey :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/112111852

 L’introduction  de Bachir Mohamed LADAN :

En Turquie un pouvoir autoritaire tente de s’imposer sur une démocratie kémaliste mise à mal par la puissance des islamistes de l’AKP, le Parti de la Justice et du Droit. Leur leader Erdogan étrenne son très controversé “palais blanc”, un bâtiment de 200 000 mètres carrés pour 350 millions de dollars. Alors Inanç KUTLU, un nouveau sultan en Turquie ?

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 16 novembre 2014 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office / 2014 11 16 /

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ENQUETE SUR LE CRASH DU VOL AIR MALAYSIA MH17/ SUR LA TV RUSSE RUSSIA1 (17 NOV. 2014)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & RUSSIA1/

Avec EODE Press Office/ 2014 11 19/

EODE-TV - EXPERTS beaur RUSSIA1 crash mh17 (2014 11 19) FR

Interview de Fabrice BEAUR,

Administrateur de EODE Zone Russia-Caucasus :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/112437327

 Diffusé sur la TV russe RUSSIA1

mercredi 19 novembre 2014

 EODE-TV / EODE Press Office

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DIALOGUE NATIONAL EN GUINEE EQUATORIALE/ SUR AFRIQUE MEDIA TV (16 NOV. 2014)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV/

Avec EODE Press Office/ 2014 11 16)

EODE-TV - EXPERTS lm DIALOGUE EN GEq (2014 11 16) FR 1

Intervention de Luc MICHEL,

Administrateur-général d’EODE :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/112120341

EODE-TV - EXPERTS lm DIALOGUE EN GEq (2014 11 16) FR 2

L’introduction  de Bachir Mohamed LADAN :

Luc Michel, dans quelles perspectives s’inscrit le dialogue national en Guinée Equatoriale ?

Les grandes ambitions du président de Guinée équatoriale à la fois pour son peuple et aussi pour l’Afrique expliquent donc l’hostilité dont le pays fait l’objet en Occident ?

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 16 novembre 2014 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office / 2014 11 16 /

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