diversamente disagiati, diversamente tutelati

PADOVA: TROVA CASA OCCUPATA DA 4 ROMENI, ARRESTATI, GIUDICE LI RIMETTE IN LIBERTÀ PER “PRESUNTO DISAGIO SOCIALE”

19 novembre 2014

Occupano una casa abusivamente, i carabinieri si appostano e li beccano in flagrante, ma poi il magistrato li rilascia “per presunto disagio sociale”. E il proprietario sbotta: «Siamo all’assurdo. E il mio diritto di proprietà? E tutte le spese di cui mi dovrò far carico per le pulizie?».
L’emergenza abitativa – dopo le vicende di Padova – esplode anche in provincia, nell’Alta Padovana. Del resto, chi ha bisogno di un tetto si arrangia come può: per chi ha freddo e non ha un posto dove dormire la legalità diventa un dettaglio. Nel conflitto ci sono due contendenti: da una parte quattro cittadini romeni, tre uomini e una donna, che hanno approfittato dell’assenza dei padroni di casa per trovare un giaciglio confortevole in cui rimanere al caldo e dormire serenamente; dall’altra c’è Nicola Mazzonetto, 56 anni, che vive con la famiglia a Piove di Sacco. A Marsango di Campo San Martino, in via Busiago, si trova la villa che uno zio paterno ha lasciato in eredità alle figlie. Una casa arredata, abitabile, con tutti gli allacciamenti, luce e gas. Una casa che non viene frequentata spesso, dal momento che una delle figlie vive con la famiglia a Piove, mentre l’altra al momento è impegnata con gli studi all’università di Seul, in Corea del Sud. La scoperta degli occupanti abusivi è stata fatta giovedì sera: «Sono stato avvisato», racconta Mazzonetto, «mi hanno riferito che gli scuri erano aperti. Ho chiamato subito il 112, mi sono recato sul posto e verso sera, saranno state le 18, insieme ai carabinieri di Piazzola sul Brenta, siamo entrati. Il portone del garage e una finestra erano stati divelti, quindi abbiamo capito che qualcuno era entrato. Subito ci siamo accorti che, sparsi, in cucina, c’erano alimenti, e poi scarpe e vestiti. Abbiamo persino trovato i due letti matrimoniali con delle coperte, ed erano cose che non avevamo sistemato noi». Insomma, qualcuno aveva portato le proprie cose per viverci dentro. «Avevano acceso termosifone e caminetto, recuperando dal giardino la legna da ardere. Non c’era però anima viva all’interno, ma lo stato delle stanze parlava da solo, era decisamente eloquente». A quel punto i carabinieri hanno disseminato alcuni punti di riferimento in casa, per capire se qualcuno sarebbe poi entrato: una porta semichiusa, una finestra accostata. E il proprietario è rimasto a vegliare: «Mi sono fatto tre notti in bianco per dare un volto ai miei “ospiti”». Ma non si è accorto di nulla. «Sabato mattina, alle 7.30, abbiamo notato che c’erano nuovi generi alimentari, il cestino della spazzatura svuotato, e pure qualche bottiglia di alcol». Gli occupanti abusivi erano tornati. «La notte tra sabato e domenica, alle 23.30, sono rientrati i carabinieri e li hanno colti in flagranza. Erano quattro, tre uomini e una donna, tra i 25 e i 30 anni, rumeni; avevano parcheggiato l’auto nel garage e si erano accaparrati un terzo letto. Quando le forze dell’ordine sono entrate stavano bevendo un drink e fumando». Gli uomini della Compagnia di Cittadella sono intervenuti con tre pattuglie e otto militari. «Li hanno accompagnati fuori», continua Mazzonetto. «Sono andato in caserma, quella notte, e sono rimasto fino all’alba per chiudere tutte le pratiche; alla fine li ho denunciati per furto di acqua e gas – in due giorni hanno consumato 48 metri cubi di gas – e per occupazione abusiva di abitazione privata». Ma la vicenda ha lasciato Mazzonetto con l’amaro in bocca: «Il magistrato di turno ha pensato bene che per presunto disagio sociale i quattro venissero rilasciati subito. Sconfortante, davvero: per giorni la nostra casa è stata usata da sconosciuti: come viene quantificato il mio disagio sociale? E come viene tutelato il mio diritto di proprietà privata? Siamo all’assurdo, al punto che mi è stato consigliato di sistemare in un sacchetto il loro cibo e lasciarlo fuori, per evitare che lo rivendicassero. Ora dovrò far pulire l’abitazione, sostenendo costi che nessuno mi risarcirà».(…)

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TREBISACCE: 84ENNE SFRATTATO PERCHE’ LA SUA ABITAZIONE SERVE ALLA SCUOLA

19 novembre 2014

A 84 anni viene sfrattato di casa da Provincia e Comune perché la sua abitazione, essendo venuta a trovarsi all’interno della sede dell’IPSIA, serve alla scuola che ne ha fatto richiesta alla Provincia per allestirvi un laboratorio didattico. E’ quanto si sta verificando nella cittadina jonica a carico di A.S., un pensionato di 84 anni suonati, nato in Sardegna, in provincia di Oristano, ma residente sin da piccolo nella cittadina jonica, dove vive da solo ormai da anni dopo la scomparsa dei genitori. Il fatto è che il simpatico A.S. vive tra quelle mura da tempo immemore in quanto l’attuale edificio, offerto dal compianto ing. Ezio Aletti in donazione al comune che a sua volta l’ha girato alla Provincia per alloggiarvi l’Ipsia, anticamente ospitava un Ristorante-Albergo intitolato “Delle Rose” che la famiglia dell’arzillo vecchietto ha preso in gestione e condotto per tantissimi anni e nel quale egli lavorava come aiuto-cuoco di fianco al fratello. Chiuso il ristorante, il simpatico vecchietto pensava di poter concludere la propria esistenza là dove aveva vissuto tutta la vita. Nient’affatto: nei giorni scorsi, dopo che la Polizia Provinciale ha effettuato 2 sopralluoghi dichiarando l’immobile bisognevole di ripristino e messa in sicurezza, il sindaco ha emesso un’Ordinanza con la quale si fa obbligo al vecchietto di lasciare quella che lui considerava ormai la sua penultima dimora. E’ qui però che è venuto fuori il problema del “vecchietto dove lo metto”. Prima di procedere allo sfratto forse sarebbe stato opportuno che Provincia e Comune, valutato l’immancabile disagio a carico del povero anziano, si facessero carico di trovargli una soluzione alternativa. Cosa che non è avvenuta. Ecco perché la vicenda personale di A. S. viene seguita con grande attenzione e partecipazione da tantissime persone, anche perché A.S. è un personaggio simpatico, di indole bonaria, da molti accostato al compianto Tiberio Murgia di cui è conterraneo e che anche lui, come espressione tipica della terra sarda, gode della simpatia e dell’amicizia di tutti. Il sindaco della città ha comunque risposto adducendo le ragioni del Comune che leggeremo in seguito.
Pino La Rocca

Fonte sibarinet
http://www.crisitaly.org/notizie/trebisacce-84enne-sfrattato-perche-la-sua-abitazione-serve-alla-scuola/

CASERTA: MARITO E MOGLIE SFRATTATI, ORA VIVONO NELLA SALA D’ATTESA IN STAZIONE

18 novembre 2014

Lui è affetto da distrofia miotonica. Lei invece cardiopatica, dalla salute resa ancor più vacillante dal diabete e dall’osteoporosi.    Due coniugi, con una figlia ventenne ancora a carico, costretti a vivere riparati – di giorno – nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Capua e – di notte – nell’auto generosamente prestata da un amico. Una vita da «barboni» che per Domenico Merola, 48 anni, e la moglie Palma Errico, 46 anni, ha avuto inizio improvvisamente quando, in una fresca mattinata d’aprile, i due congiunti sono stati costretti ad abbandonare la propria abitazione in via Santa Maria dei Franchi, nel centro storico della città.

Fonte ilmattino
http://www.crisitaly.org/notizie/caserta-marito-e-moglie-sfrattati-ora-vivono-nella-sala-dattesa-in-stazione/

ri riporto il caso ancora TUTT’ALTRO CHE RARO MA CENSURATO COME TUTTI GLI ALTRI DI UN’ALTRA FAMIGLIA CHE VIVE IN AUTO

PREGANZIOL: 53ENNE PERDE CASA E LAVORO, DA UN MESE VIVE IN AUTO CON LA FAMIGLIA

20 novembre 2014

Da un mese vive con la moglie e il figlio 17enne per strada, dormendo in macchina e chiedendo ospitalità, per mangiare o fare una doccia, a casa di amici. «La mia colpa? Esser rimasto senza lavoro» racconta Antonio, 53enne di Preganziol fino a pochi anni fa autotrasportatore, ed oggi disoccupato e senza fissa dimora. Mercoledì mattina assieme a sua moglie Giuliana, Antonio ha raggiunto il Comune di Preganziol a bordo della sua vecchia Fiat Croma, che si è trasformata da alcuni giorni nella sua casa. «Non chiediamo soldi, ma un tetto sotto il quale ripararci ora che arriva il freddo. Andare a cercare lavoro dopo una nottata passata in macchina è impossibile – racconta -. Per il momento non ci sono alloggi disponibili, ma speriamo che qualcuno si faccia avanti. Abbiamo un figlio di 17 anni, va a scuola, e non possiamo chiedere per sempre aiuto agli amici, che già hanno le loro di difficoltà».

Fonte Ansa
http://www.crisitaly.org/notizie/preganziol-53enne-perde-casa-e-lavoro-da-un-mese-vive-in-auto-con-la-famiglia/  

diversamente disagiati, diversamente tutelatiultima modifica: 2014-11-21T21:25:45+01:00da davi-luciano
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