POUTINE MET KO L’EXTREME-DROITE RUSSE / LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 9 novembre 2014

Filmé en direct par PCN-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées) PCN-TV - AMTV LM poutine et la marche russe (2014 11 09) FR

POUTINE, LE JOUR DE L’UNITE RUSSE (4 NOVEMBRE), LE BLOC NATIONAL-PATRIOTE ET LA SOI-DISANT « LA MARCHE RUSSE » DE L’EXTREME-DROITE NEOFASCISTE

 « A Moscou, les pro-Poutine éclipsent le défilé des ultra-nationalistes » dit l’AFP, qui lorsqu’il s’agit de parler des néofascistes et néonazis russes à la pudeur des mots. « Cette manifestation a eu pour avantage collatéral de réduire au silence les démonstrations nationalistes dissidentes, organisées le même jour » ajoute Le Figaro … Le traditionnel défilé des ultra-nationalistes anti-Poutine à Moscou a en effet été totalement éclipsé cette année par le succès d’une manifestation patriotique organisée par les partis de la majorité aussi bien que de l’ « opposition patriotique » (KPRF en tête) en soutien au président russe et à sa politique en Ukraine.

 Brandissant les slogans “Nous sommes unis!” ou encore “Nous avons confiance en Poutine”, près de 100.000 personnes ont traversé, selon la police, la principale artère de la capitale russe, arborant drapeaux russes et rubans de Saint-Georges, « symbole de ralliement des séparatistes prorusses dans l’est de l’Ukraine » commente l’AFP, qui oublie de préciser que c’est surtout le symbole antifasciste de la victoire de la Grande Guerre Patriotique de 1941-45. Un fascisme qui occupe les rues de Kiev ou Lviv, mais aussi parfois celles de Moscou.

 Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

L’événement politique en Russie c’est donc un nouveau coup politique magistral du Président Poutine ?

Que commémore en fait ce jour de l’unité nationale russe ?

En quoi ce 4 novembre a-t-il été un mouvement contre l’extrême-droite russe anti Poutine ???

ET çà ne s’est pas arrêté là ? Le défilé commun des ultra-patriotes (qui prétendent donner des leçons à Poutine sur la Novorossiya), des groupuscules extrémistes de DNR et de la 5e colonne limonoviste du soi-disant « Printemps russe » révèle l’échec des groupuscules …

Quelles sont les visions opposées du nationalisme russe ?

Comment les médias de l’OTAN ont menti sur le positionnement politique de Poutine ?

 Video intégrale sur : https://vimeo.com/111371888

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 9 novembre 2014 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

 PCN-SPO

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https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

Il 5 dicembre tornano in piazza i Forconi: “Non faremo prigionieri”

il 6 ottobre i forconi fissano il 5 dic come data per tornare in piazza. E quale data scelgono i sindacati dopo secoli di letargo per fare la finta lotta al governo?!?!!?
Ma che caso…….
Vogliono portare a termine quello che avevano iniziato lo scorso 9 dicembre quando, con blocchi stradali dalle prime ore del mattino, avevano paralizzato molte città italiane mentre a Torino si verificavano gli scontri più violenti sotto il palazzo della Regione in piazza Castello. Ieri, dopo mesi di polemiche e divisioni, gli esponenti del Coordinamento 9 Dicembre si sono ritrovati Pontinia (Latina) per fissare nel prossimo Venerdì 5 dicembre “l’inizio delle ostilità contro l’attuale regime politico, che ha usurpato la nostra Costituzione e i nostri diritti”. Alla guida dei tanti partecipanti giunti dai presidi di tutta Italia c’è il portavoce nazionale Danilo Calvani, l’agricoltore laziale che nelle giornate di protesta dell’anno scorso aveva diviso i manifestanti tra polemiche e ironia presentandosi al comizio di Torino a bordo di una Jaguar. Calvani, che dalla sua pagine Facebook invita tutti gli italiani di tenersi pronti alla mobilitazione, conclude il suo intervento con l’avviso che quest’anno “non si faranno prigionieri”. Il Coordinamento 9 dicembre, si legge nel comunicato su internet, concederà quattro giorni di tempo al Governo per dimettersi e “lasciare libere dalla loro presenza corrotta e pericolosa, le nostre Istituzioni”. Le grandi incognite restano sul numero di adesioni che riusciranno a ottenere con il passaparola online e soprattutto se sapranno coordinare i manifestanti impedendo che il tutto degeneri nuovamente in atti di violenza.

Il peggiore di tutti finalmente se ne va. Ma l’abortista farà ben peggio di lui!

http://www.imolaoggi.it/2014/11/12/il-peggiore-di-tutti-finalmente-se-ne-va-ma-labortista-fara-ben-peggio-di-lui/

Imola Oggi

mercoledì, 12, novembre, 2014

bonino-napolitano

Come da scaletta, dopo le tanto sperate dimissioni (e di molto peggio) di Napolitano, si ricomincia a parlare di candidati/nominati al Colle e i cultori dell’odio e della morte, nemici di questo Paese e della sua cultura, faranno di tutto per eleggere l’abortista aSSaSSina che non pagò mai il conto con la giustizia (ai tempi l’aborto era ancora punito dalla legge, né lei era medico). Se pur con un’alzata di scudi a livello nazionale, chi come me è cultore della vita e della famiglia, s’era illuso che fossimo riusciti a scongiurare questo gravissimo pericolo, grazie alle figure di merda collezionate come Ministro degli Esteri. Purtroppo non è così.

bonino

La Boldrinova, militante a libro paga dei criminali del NWO (leggi Onu&C:), approdata alla Camera nonostante i soli 4 voti che ha preso, ha cominciato a parlare di “una donna al Quirinale” pensando più alla pompista da biciclette che a se stessa. Quindi, non v’è soltanto il rischio che la nemica della vita diventi presidente della Repubblica italiota, ma è una certezza.

Il progetto dei radicali nel mondo – forse, la lobby più potente – è quello di cambiare l’antropologia umana del Pianeta. Mentre il progetto dei radicali nostrani – sostengono lo stesso disegno criminale – pur non avendo nessun rappresentante in parlamento, hanno solo l’obiettivo di fare cassa. Ma per capire meglio, per conoscere bene la tragedia che ci sta per capitare, dovete approfondire che razza di Uoma sia la candidata. E per farlo al meglio mi permetto di suggerirvi di leggere: “Emma Bonino, dagli aborti al Quirinale?”,  testo scritto dall’amico Danilo Quinto che, suo malgrado, è stato accanto a lei e a quell’essere sgodevole di Pannella per vent’anni.

Il libro di Danilo Quinto è un vademecum per far carriera. Dimostra che non è difficile passare da una fattoria delle campagne di Bra (Cuneo) all’olimpo dell’establishment mondiale. Si inizia a fare aborti “con una pompa da bicicletta, un dilatatore di plastica e un vaso dentro cui si fa il vuoto e in cui finisce il contenuto dell’utero. “Io uso – spiega Emma Bonino al settimanale Oggi, nel 1975 – un barattolo da un chilo che aveva contenuto della marmellata. Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi è un buon motivo per farsi quattro risate”.

Dopo gli aborti, viene l’elezione in Parlamento, nel 1976, dove rimane fino al 2013, con un intermezzo di 5 anni da Commissaria europea, ruolo che abbandomò con disonore quando venne accertata la responsabilità collegiale dei Commissari (i Ministri) in alcuni  casi di frode, cattiva gestione e nepotismo in seno appunto alla Commissione presieduta dal francese Jacques Santer e di cui lei faceva parte(Tutta una serie di “raccomandazioni e favoritismi” e di abusi che hanno comportato (con il sistema dei “sottomarini”) l’erogazione non controllata di oltre 7 miliardi (spariti!) nell’ambito dell’Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza.)  Qui il documento ufficiale >>

monti-bonino

Ovviamente non possiamo omettere l’aiutino al terrorista Toni Negri per la sua fuga in Francia Emma Bonino e la fuga del terrorista Toni Negri

Anche per quanto riguarda la coerenza ci sarebbe molto da dire: la nostra record-woman è passata infatti con incredibile nonchalance dalle proteste in piazza “no taliban, no vatican” alla presentazione del meeting Cl di Rimini Cattolici al capolinea: Emma Bonino presenta il meeting di Rimini, piroettando allegramente tra l’abortificio CISA e la presenza nell’ambito di  movimento ecclesiali. Ma i milanesi, che hanno buona memoria, ricorderanno certamente i movimenti femministi del 68 “Con il dito, con il dito orgasmo garantito… quando le ancelle della nostra radicale sfilavano in corteo da Porta Venezia verso San Babila…

Si contrapponeva quindi il coro dei maschi L’USEL, L’E’ IL ME, TEL FO’ MINGA VIDEE….  che da Piazza Cairoli andavano, sempre in corteo, verso San Babila.

novatican

Durante questa serie di brillanti esperienze, la nostra eroina gira anche il mondo e frequenta i potenti della terra. Da Hillary Clinton a George Bush. Da George Soros a Madeleine Albright. Partecipa alle riunioni del Gruppo Bildeberg. Riceve prestigiosi premi internazionali per l’affermazione dei diritti umani e fa campagne per l’eutanasia. Poi diventa addirittura Ministro degli Esteri, ruolo in cui si è distinta per i 15 milioni regalati al Senegal, per aver difeso il regime illiberale di Erdogan e l’ingresso della Turchia in Europa, per aver promosso il dialogo con i Fratelli musulmani e soprattutto per l’assoluta inettitudine con cui ha trattato il caso dei nostri fucilieri di Marina, prigionieri in India.

bonino

Ora, a conclusione di questa fulgida carriera al servizio dell’élite, può anche diventare Presidente della Repubblica.

@Armando Manocchia

Referendum sull’euro. A che gioco gioca il M5S?

Per essere profondi conoscitori della Costituzione, dovrebbero sapere che il referendum non si può fare per abrogare leggi che ratificano accordi internazionali.
Ennesimo bluff??? Per lo show???
A meno che non venga cambiata la legge che disciplina i referendums, VE NE E’ TRACCIA TRA GLI ATTI DEPOSITATI DEI 5S??????

La Costituzione

Parte II
Ordinamento della Repubblica
Titolo I
Il Parlamento
Sezione II
La formazione delle leggi
 
Articolo 75
 
E` indetto referendum popolare [cfr. art. 87 c. 6] per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge [cfr. artt. 7677], quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
 
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio [cfr. art. 81], di amnistia e di indulto [cfr. art79], di autorizzazione a ratificare trattati internazionali [cfr. art. 80].
 
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
 
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
 
 
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
https://www.senato.it/1025?sezione=127&articolo_numero_articolo=75

e mi tocca dare ragione a Rainews, mai fatto in vita mia. Oppure lo scopo è quello di far ribadire la fedeltà all’euro degli italiani, basta terrorizzarli con le solite stronzate alla Pd, ed il gioco di ancoraggio eterno alla troika è fatto. A tal fine basta anche un referendum consultivo.

Ecco perché l’Italia non può uscire dall’euro attraverso un referendum

La proposta lanciata da Beppe Grillo è impraticabile perché a Costituzione italiana vieta espressamente la possibilità di abrogare un trattato internazionale, come quello che ha portato l’Italia ad aderire alla moneta unica
euro11
11 ottobre 2014 L’idea di Beppe Grillo di uscire dall’euro con un referendum è destinata a restare tale. La Costituzione italiana vieta infatti espressamente la possibilità di abrogare un trattato internazionale – come quello di Maastricht, ratificato dal nostro Paese nel 1992 portando l’Italia ad aderire alla moneta unica – con una consultazione popolare.
 
“Non si può fare al momento perché l’articolo 75 della Costituzione Italiana vieta di svolgere un referendum che abbia per oggetto trattati internazionali”, dice all’Agenzia Italia Gino Scaccia, ordinario di Diritto costituzionale alla Luiss, “e poiché l’accesso all’area euro é stato segnato da un trattato internazionale ratificato dal Parlamento, é automaticamente escluso”.
 
Secondo Scaccia, “occorre capire cosa intende Grillo da un punto di vista tecnico”. “Se punta solo a una mobilitazione generale, è chiaro che una consultazione popolare allargata e non tecnica, come un referendum online, sarebbe un segnale molto forte per il Parlamento. Se invece intende procedere alla abrogazione pura e semplice del trattato con il quale abbiamo aderito all’euro, al momento non è possibile, perché l’articolo 75 lo vieta”.
 
L’articolo 75 della Costituzione
“E’ indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
 
L’adesione dell’Italia a ​Maastricht
7 febbraio 1992 – In Olanda i rappresentanti dei dodici Paesi membri della Comunità Europea (Belgio, Danimarca, Francia,Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna) firmano il “trattato di Maastricht”, “passo storico” in direzione dell’unione politica e monetaria, prevista al più tardi per il 1999. Il trattato prevede, tra l’altro, la creazione dell’unione economica-monetaria. La moneta unica, traguardo finale dell’Unione, sarà creata entro il 1999 fra i Paesi che rispettino criteri relativi all’inflazione, ai tassi d’interesse e alla finanza pubblica.
 
17 settembre 1992 – Con 176 sì, 16 no ed un astenuto, il Senato italiano ratifica il Trattato di Maastricht sull’Unione Europea: oltre al quadripartito (Dc, Psi, Psdi, Pli) votano sì anche Pds, Lega Nord, Pri e Verdi, l’Msi vota no perché, spiega l’allora segretario Gianfranco Fini, bisogna “riflettere bene prima di consegnarci mani e piedi alla Bundesbank”.
 
29 ottobre 1992 – Anche la Camera dei Deputati, con 403 voti a favore, 46 contrari (Msi e Rifondazione) e 18 astenuti (Verdi e Rete più quattro deputati della Lista Pannella su cinque, il quinto, estratto a sorte, ha votato sì), approva il Trattato di Maastricht.

AUTOSTRADE IN PIEMONTE, SCIBONA (M5S): IL PD PREDICA BENE MA RAZZOLA MALE

http://www.marcoscibona.it/home/?p=670

Abbiamo un’autostrada: anche in Piemonte, ed ancora più in particolare in Valle di Susa, le autostrade fanno gola a quei Partiti e a quegli “incroci pericolosi” che accostano politica ed affari.

Stiamo assistendo a preoccupanti manovre sulla Sitaf S.p.A, società autostradale da sempre vicina al Partito Democratico, il quale, sulla scia dello Sblocca Italia, si prepara a fare l’ennesimo regalo al gruppo Gavio.

Le parole dei maggiorenti democratici, anche di quei vice-capogruppo che si riempiono la bocca di “interessi pubblici”e “evitare ogni forma di opacità”, sono le stesse di chi ieri ha dato il via libera al decreto Sblocca Italia che oscenamente ha fatto enormi regali, con i soldi pubblici, a ditte private, guarda caso sempre le stesse che vorrebbero mettere le mani anche su Sitaf.

Neppure sostituire gli enti locali con un fantomatico carrozzone pubblico è una soluzione accettabile. L’assetto di Sitaf ha retto fino ad adesso, anche se con la crisi economica forse non può più onorare favori e oliar meccanismi politici, non è una motivazione valida per stravolgerne le quote azionarie.

Si pensi piuttosto a come cedere il triste primato di essere l’autostrada più cara d’Italia!

Si sa, in Valle di Susa il trasporto è cosa loro, del PD: dalla Nuova Linea Torino – Lione che è necessaria per eliminare il trasporto su gomma al Traforo del Frejus che va raddoppiato perché alla fine il trasporto su gomma non è poi così male. Di questo abbiamo puntualmente la conferma da quegli amministratori locali muniti di tessera, che, quando si parla di TAV e autostrada, nicchiano o tengono il piede in due scarpe.

Marco Scibona – Senatore M5S

n.d.r Ma quando il Pd avrebbe predicato bene???

Temono che Prodi venga escluso dalla corsa al Quirinale, grillini in tilt

hai voglia a negare assist tra Pd e M5S, è un continuo sostegno indiretto. Vuoi a non portare avanti il programma professato da Grillo sui palchi (sul quale ha preso i voti), vuoi ad appoggiare scelte e personaggi del Pd. L’episodio Salvini poi, a prescindere dal personaggio, come si sarebbe reagito se l’aggressione fosse avvenuta a danni di personaggi considerati migliori??? Lo sappiamo bene. Ma facciamo gli ipocriti, che è la dote migliore di sto popolo. Ed il M5S non deve fare dispetto al Pd condannando l’aggressione. C’è l’aggressione giusta e quella sbagliata a quanto pare. Violenza condannabile ed altra tollerabile, soprattutto quella commessa dagli autoelettisi depositari della tolleranza. Grande esempio. Al di là di destra e sinistra? AL di là di quanto scritto sul blog, LE VOTAZIONI SONO FATTI. Espliciti.
Basti pensare ai nomi scelti “dalla rete” come papabili presidenti della Repubblica, tutti nomi con un preciso trascorso politico in una precisa area.
Caspita, hanno presentato un esposto, questo sì che è combattere per la rivoluzione….
Perché non chiedono la desecretazione di tutti i documenti che riguardano la storia d’Italia della cosiddetta nobile democrazia se la segretezza da tanto fastidio (e molto giustamente, ma non si può essere infastiditi ad intermittenza)
La storia d’Italia è fatta da accordi segreti, squallidi e vili. Purtroppo il patto del nazzareno non è il punto della situazione, non siamo una democrazia rappresentativa, questo è il dramma e nemmeno quella diretta che il M5S vorrebbero. Anche
il contenuto dei vari
i patti per la crescita e patti vari tra gov  e sindacatiè rimasto ignoto senza che nessuno si scandalizzasse.

lunedì, 10, novembre, 2014
 
“Il patto del Nazareno conterrebbe anche linee guida per la nomina del futuro Presidente della Repubblica – si legge nell’esposto M5S – o comunque indicazioni di un vero e proprio veto sulla candidatura di Romano Prodi alla successione a Giorgio Napolitano
 
grillo11
I grillini non ci stanno, a rimanere tagliati fuori dal gioco delle riforme. Non accettano alcun accordo e adesso attaccano il Patto del Nazareno con un esposto-denuncia depositato oggi alla Procura di Roma.
 
La procura capitolina ha fatto sapere di aver aperto un fascicolo al riguardo, al momento senza ipotesi di reato né indagati.
 
Autore dell’iniziativa è il deputato grillino Andrea Colletti, che spiega di voler “accertare esistenza e contenuto del Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi”: “Ho chiesto di verificare se il Patto sia stato effettivamente preordinato a pilotare illegittimamente le riforme in atto nel Paese – spiega il parlamentare grillino – e a decidere chi nominare come futuro inquilino del Colle, trasformando la nostra Repubblica democratica in una dittatura mascherata.”.
 
L’annuncio dell’esposto è stato dato, come di consueto, attraverso la pagina Facebook del deputato: “Facciamo scricchiolare ancor di più il Patto del Nazareno! Passaparola”, scrive Colletti sul social network.
 
Segue un link al sito personale del deputato, dove sono presentate le 31 pagine della denuncia: “I contorni di tale Patto (del Nazareno) sono alquanto fumosi giacchè ignoto ne è il contenuto, ignoti ne sono i sottoscrittori, oltre a coloro già citati (Renzi e Berlusconi, ndr), ed ignoti ne sono i garanti. Inizialmente si pensava che tale Patto fosse circoscritto alla redazione di una legge elettorale strumentale agli interessi dei rispettivi partiti (Pd e Fi) per cercare di escludere gli altri da una libera e democratica competizione elettorale”
 
“Il patto del Nazareno conterrebbe anche linee guida per la nomina del futuro Presidente della Repubblica – si legge nell’esposto M5S – o comunque indicazioni di un vero e proprio veto sulla candidatura di Romano Prodi alla successione a Giorgio Napolitano che è tornata al centro della discussione e potrebbe secondo alcuni concretizzarsi entro luglio 2015. Si sta consumando sotto gli occhi degli italiani una cospirazione politica a tutti gli effetti che, attraverso un accordo intercorso tra pochi attenta impunemente la Costituzione e gli organi costituzionali, sacrificando i diritti e gli interessi di molti”.
 
Nell’esposto di Colletti si richiede inoltre di visualizzare i tabulati telefonici dei giudici costituzionali – tra cui, in particolare è citato Giuliano Amato – al fine di verificare “se siano avvenuti contatti tra gli stessi giudici costituzionali, il presidente della Repubblica o altri alti funzionari del Colle e/o alti dirigenti di partito.”
 
Contro l’iniziativa dei Cinque Stelle si è sollevata una vera e propria levata di scudi da parte dei partiti di maggioranza. Su tutti, il presidente del Pd Matteo Orfini, che ha parlato di “cretinata del mese.”

Il video di luglio della Bbc sull’aereo MH17 subito tolto: fu censura?

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In un’epoca orwelliana gli occhi dei testimoni oculari vengono offuscati in nome degli “esperti”
 
Il 23 luglio scorso, due giorni dopo che il ministero della Difesa russo dimostrava, attraverso un’immagine satellitare, come un aereo da combattimento SU-25 si fosse avvicinato fino a tre chilometri di distanza dall’aereo malese MH17 abbattuto, la BBC russa mandava in onda un servizio del suo corrispondente Olga Ivshina.
Il servizio inizia con la giornalista e il suo cameraman che si dirigono verso il campo vicino la città di Torez, dove il governo americano sostiene che sia stato lanciato il missile terra-aria SA-11 BUK contro il Boeing 777 il 17 luglio. Invece di trovare testimoni che avessero visto o filmato questo lancio come prova inconfutabile dell’ingerenza russa sulla questione, Ivshina ha incontrato solo persone che ricordavano di aver sentito due grandi esplosioni nel cielo e hanno più volte specificato come un jet ucraino si fosse avvicinato nel luogo dello schianto. Come sottolinea Ivshina all’apertura del servizio queste persone di Donbas erano assolutamente certi che l’aereo malese fosse stato abbattuto da un aereo di combattimento russo.
Come riportava RT a fine luglio, la stessa notte che il video era stato postato nel sito della BBC russo, il canale di proprietà inglese l’ha immediatamente tolto. Il link URL ‘404 not found’ è ancora qui. Subito dopo Russia Today aveva apertamente parlato di censura del governo inglese per proteggere Kiev. Jan Leder, direttore responsabile della BBC russa, aveva negato che ci potessero essere state pressioni politiche per eliminare quelle testimonianze, ma spiegò che il servizio di Ivshina non rispettava gli standard della BBC richiesti, in quanto non riportava le opinioni di generici “esperti”. Quegli stessi “esperti” che nei media occidentali hanno ripetuto all’infinito la storia dell’abbattimento attraverso un missile SAM ed insistito come un Su-25 non avrebbe potuto abbattere un Boeing 777. Storie smentite abbondantemente in più occasioni.
In un’epoca orwelliana in cui la BBC si trasforma in Ministero della verità, gli occhi dei testimoni oculari vengono offuscati dalla memoria collettiva. Per fortuna internet è in grado di svelare tutto questo e di rendere vani i tentativi delle multinazionali mediatiche di nascondere, su richiesta dei loro governi, alcuni fatti.
Qualunque sia la vostra opinione sulla vicenda si tratta di un video che non vi hanno deliberatamente fatto vedere. Poi potrete decidere se si è trattato di censura o di un servizio non adeguato agli standard della Bbc.
 
 
Notizia del: 11/11/2014
 

In Grecia il governo vuole assumere insegnanti su “base volontaria” (senza pagarli)

è il vero sogno europeo che si avvera. Popoli schiavi ed asserviti a capitale e banchieri. Era evidente fin dall’inizio, la Ue è nata su accordi economici e dal Piano Marshall, che c’era da aspettarsi? Ah giusto, la solidarietà, tanta pace amore e “fratellanza”….benessere, prosperitèà per tutti…ma che razza di popoli stupidi a credere a ste minchiate (chi spacciava ste bugie lo capisco, tornaconti politici e di poltrone, ma la gente…?)

grecia 

Si pensa al modello contrattuale perfetto per la Troika
Il ministro dell’educazione del governo greco, Andreas Loverdos, vuole riempire una carenza di 1,100 insegnanti con persone che dovrebbero essere grate ed orgogliose di lavorare “su base volontaria”. E’ talmente grottesco il contesto che accompagna alcune dichiarazioni ed eventi della storia recente della Grecia che, se non fosse il contesto drammatico di un paese in cui tre cittadini su cinque hanno oltrepassato o stanno per superare la soglia di povertà, ci sarebbe quasi da sorridere.
 
Ma è tutto drammaticamente vero e il governo Samaras, riporta KTG, cerca di colmare le lacune sempre più gravi nelle scuole a causa dei tagli voluti dalla Troika e l’imposizione del blocco delle sostituzioni del personale che va in pensione con dei missionari praticamente.
Nel piano di Loverdos, i volontari saranno poi premiati con “punti bonus” che li aiuteranno per future assunzioni. “Non posso raggiungere l’obiettivo di 1100 nuovi insegnanti perché non ho fondi”, ha dichiarato il ministro a TA NEA. Se lo stato inizia ad assumere su base volontaria, il settore privato può fare quello che vuole con i salari in un paese drammaticamente colpito dalla recessione.
 
Non si sa se il neo-liberista dal partito “socialista” del Pasok Loverdos, ironizza KTG, cerca un modello per un nuovo contratto di lavoro, ma certamente è emblematico delle condizioni cui è costretto il paese. E, infine, qualcuno avverta il ministro che, come scrivono tutti i media, la Grecia è una straordinaria storia di successo. Samaras non avrà quindi problemi a trovargli i fondi necessari.
 
Notizia del: 12/11/2014

Lo Stato Islamico vende il petrolio a 20 dollari al barile sul mercato nero. Il Ministero delle Finanze iracheno

mica sono contrari a lucrare su un bene che appartiene ad altri, o meglio, a tutto un popolopetrolio

Gli Stati Uniti stanno lavorando con il Governo regionale del Kurdistan iracheno per bloccarne il traffico
I militanti islamici dello Stato islamico, che hanno sequestrato i campi petroliferi e le raffinerie nella provincia di Kirkuk, nel nord dell’Iraq, stanno vendendo il petrolio sul mercato nero ad un prezzo di partenza di 20 dollari al barile, secondo un dirigente del Ministero delle Finanze iracheno, Muwafaq Taha Izz al-Din Al-Houri, che ha parlato con l’agenzia RIA Novosti a margine di una riunione di esperti sul finanziamento del terrorismo in Bahrain. Il prezzo è quattro volte inferiore a quello sul mercato ufficiale.
“Il Ministro degli Esteri e quello del petrolio stanno lavorando attivamente per trovare coloro che comprano il greggio dal gruppo e informare la comunità internazionale affinché intraprenda azioni appropriate”, ha detto il rappresentante del Ministero delle Finanze.
La lotta contro il finanziamento di militanti, come il gruppo Stato islamico “è metà della battaglia per sconfiggerli”, ha spiegato il ministro degli Esteri del Bahrain, lo Sheik Khalid bin Ahmed Al Khalifa, in una riunione di delegati provenienti da 30 paesi alla conferenza Domenica, come riporta AP.
All’inizio di questa settimana, il governo regionale del Kurdistan iracheno ha ordinato l’arresto di 360 persone con con l’accusa di coinvolgimento nel contrabbando di petrolio con i miliziani dell’Isis, riporta  BasNews.
L’indagine coinvolgerebbe impiegati pubblici, ufficiali della polizia e dell’esercito e qualche funzionario del governo regionale curdo.
Tutti coloro che sono implicati saranno processati sulla base delle leggi antiterrorismo che, come spiega l’agenzia di stampa con sede ad Erbil, prevede la pena di morte.
Le agenzie di intelligence internazionali dicono che gli affari illeciti dello Stato islamico sono difficili da monitorare, con il petrolio che viene svenduto a paesi che confinano con il territorio controllato dall’Isis e poi ri-venduto.
In una conferenza sull’energia a fine ottobre, un alto funzionario degli Stati Uniti ha detto a Reuters che gli Stati Uniti stavano lavorando con il KRG per identificare le rotte del petrolio, i mezzi e gli operatori coinvolti, nel tentativo di bloccarne il traffico, che è una fonte primaria di finanziamento per lo Stato islamico.
Nel mese di settembre, i jihadisti stavano guadagnando più di 3 milioni di dollari al giorno solo dalla vendita di petrolio, secondo i funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti e gli esperti, facendo dell’Isis il più ricco di qualsiasi altro gruppo terroristico nella storia. I militanti vendevano poi il petrolio sul mercato nero a prezzi scontati dai 25 ai 60 dollari al barile.
Secondo gli analisti americani, undici giacimenti petroliferi in Iraq e la Siria sono sotto il controllo del gruppo di militanti, che vendono petrolio e altri prodotti attraverso vecchie reti istituite sotto il naso delle autorità curde, turche e giordane.
Questa settimana i media tedeschi hanno riferito che da allora la capacità di produzione di petrolio del gruppo è nettamente diminuita, secondo le stime dei servizi segreti tedeschi (BND). La produzione di petrolio nelle zone controllate dall’Isis si è ridotta di sei volte nel corso degli ultimi tre mesi, e le transazioni portano ai militanti un guadagno giornaliero di 270.000 dollari, riporta il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, che cita il BND.
 
Notizia del: 10/11/2014

Cronache da Cialtronia: Cari Amici, Questa Volta Dovrete Trattenere i Vostri Istinti Omicidi

11 novembre 2014
 
mitra
Lo confesso, certe volte sale anche a me, ormai esiliato, una rabbia cieca. Roba che se in quel momento avessi davanti uno dei protagnisti, vi garantisco non ne uscirebbe vivo. Poi mi passa, però…
 
Vi faccio leggere 2 notizie 2, provenienti dalla vostra (e nel cuore ancora mia, spero per poco) Cialtronia.
 
La prima riguarda un codicillo della legge Fornero che per LORO, la CASTA è stato cancellato.
 
 
 
Un’era di sacrifici, questo è certo. Tutti concorrono al risanamento del già precario bilancio pubblico. Chi più ha, più dia e chi troppo prende, rinunci a qualcosa. O almeno questo dovrebbe essere il principio di base. Ultimamente si era parlato anche di tagli ai privilegi, ancora troppi nel nostro sistema. E ragionando su questa linea si era preventivato di dare una “limatina” alle pensioni d’oro, per risparmio di denaro pubblico e per una questione di uguaglianza sociale rispetto a chi deve sbarcare il lunario con qualche centinaio di euro al mese. Ebbene, l’idea è già saltata. Il sempre vigile Gian Antonio Stella lo spiega sul Corriere della sera: basta un comma cancellato e addio tagli. Nel 2014 il giochino costerà 2 milioni di euro, nel 2024 addirittura 493. Per un totale, nel decennio, di 2 miliardi e 603 milioni di euro. A godere di questo regalo, calcola l’Inps, saranno circa 160mila persone. Quelle che, pur avendo raggiunto nel dicembre 2011 i quarant’anni di anzianità, hanno potuto scegliere di restare in servizio fino ai 70 o addirittura ai 75 anni. In gran parte docenti universitari, magistrati, alti burocrati dello Stato… Pezzi grossi, insomma.
 
l regalo a questi fortunati è possibile attraverso la cancellazione di quattro righe. La legge 214 del 2011 voluta dal ministro Elsa Fornero, all’articolo 24, stabiliva che dal primo gennaio 2012 anche i nuovi contributi dei dipendenti che avevano costruito la loro pensione tutta col vecchio sistema retributivo, perché avevano già più di 18 anni di anzianità al momento della riforma Dini del 1995, dovevano esser calcolati con il sistema contributivo. Dribblando tecnicismi Stella spiega così la questione. Quelli che potevano andarsene con il vitalizio più alto (40 anni di contributi) ma restavano in servizio potevano sì incrementare ancora la futura pensione ma non sfondare l’unico argine che esisteva per le pensioni costruite col vecchio sistema: l’80 per cento dell’ultimo stipendio. Poteva pure essere una pensione stratosferica, ma l’80 per cento della media delle ultime buste paga non poteva superarlo. Quella norma che doveva mantenere l’argine, però, è sparita. E senza quel limite, “i fortunati di cui dicevamo possono ora aggiungere, restando in servizio con stipendi sempre più alti, di anno in anno, nuovi incrementi: più 2 per cento, più 2 per cento, più 2 per cento”. Al punto che qualcuno potrà andarsene fra qualche tempo in pensione col 110 o il 115% dell’ultimo stipendio. E così si arriva a quegli oltre due miliardi. Che potrebbero andare a maggiorazione delle pensioni minime.
 
La seconda invece riguarda il tempismo di due noti capi sindaclisti che ci hanno stracciato i coglioni per decenni sulla “solidarietà”. l’equità e la lotta alle ingiustizie. Che Dio gli accolga presto fra le sue benevole braccia (anche per il risanamento dell’INPS)
 
Bonanni, Angeletti e l’odore dei soldi
 
Tolgono il disturbo con tempismo perfetto. Godendosi il ritiro con pensioni da record.
 
Dopo il segretario della Cisl, anche quello della Uil prende il cappello e saluta.
Per entrambi, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, è un togliere il disturbo al momento giusto, con il sindacato forse al massimo della sua crisi di rappresentanza.
Minato all’interno dalla sua incapacità di interpretare il lavoro che cambia (essendosi ridotto a difendere quello di chi ce l’ha, e infischiandosene di chi lo cerca), fuori dal decisionismo renziano che ha strategicamente pensato bene di saltare a piè pari i corpi intermedi.
Di mestiere, oltre che leader sindacali part-time, i due aggiungevano quello di opinionisti tivù in perenne movimento da una trasmissione all’altra, contenti di far parte della compagnia di giro che nutre la morbosa ridondante fame di informazione dei palinsesti.
PREZZEMOLINI TELEVISIVI, CAMPIONI DI FRASI FATTE. Teorici del luogocomunismo, dispensato in ogni occasione, programma, convegno, comizio con encomiabile tenacia e sfoggio di frasi fatte, hanno sapientemente coltivato con tutti i governi della Repubblica con cui hanno avuto a che fare un indiscusso potere di interdizione, mascherato dietro la rassicurante e democratica prassi di un termine oggi fortunatamente desueto: concertazione.
Paladini, almeno sulla carta, del lavoro degli altri, hanno dato ottima prova di sé nel tutelare il proprio.
Fino all’agognata pensione che ora arriva a coronare la lunga militanza.
Bonanni ha guidato la Cisl dal 2006 al settembre 2014, quando ha deciso di ritirarsi dalle scene. Angeletti in fatto di durata lo ha surclassato, visto che si è insediato nel 2000 al vertice della Uil, al quale la scorsa settimana ha dato l’addio.
Il primo si sta godendo l’agognato buen retiro con una pensione da 5.391 euro metti al mese, frutto dell’impennata registrata dai suoi emolumenti nell’ultimo quinquennio, plastica rappresentazione dei vantaggi del sistema contributivo. L’irresistibile ascesa del suo stipendio ha le movenze di una progressione geometrica: dai 118 mila euro lordi del 2006 ai 336.260 del 2011.
Subissato dalle critiche dei suoi stessi iscritti, Bonanni ha pensato bene di dimettersi anche dal Centro studi della Cisl, che insieme al Cnel è per i sindacalisti il cimitero degli elefanti, oltre che una greppia dove si può ancora mangiare qualcosa.
LA PAGA DI ANGELETTI? ALLA UIL BOCCHE CUCITE.Alla greppia del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro assurto alle cronache come uno degli enti più inutili della Repubblica, attingeva per la stessa somma del collega, ovvero 25.633 euro lordi l’anno (dato 2013), anche Angeletti. Cui si aggiungeva naturalmente lo stipendio di segretario generale della Uil. Ma sul suo imposrto, serviva giusto per fare un sommario calcolo sulla pensione, non è dato sapere.
Alla nostra richiesta, ci è stato risposto con ferma cortesia che per tutela e diritto della privacy non potevano essere rilasciate cifre. Se non altro «fin che altre categorie non daranno l’esempio».
Ignorano alla Uil, senza andare lontano, che la Fiom pubblica online le buste paga dei suoi dirigenti.
Un cosa però si sono premurati di precisare: si tratta di numeri non paragonabili a quelli di Bonanni.
Sarà, ma secondo L’Altra Casta di Stefano Livadiotti, il libro inchiesta sui privilegi dei sindacalisti pubblicato nel 2008, Angeletti percepiva uno stipendio di poco inferiore a quello del suo omologo in Cisl: 3.300 euro netti al mese contro 3.430.
Che, letti così e nell’attesa di conoscere quelli aggiornati del leader Uil, ci sembrano numeri molto paragonabili. Anzi, praticamente uguali.
 
Si poi mi raccomando fate un bello scioperazzo dietro queste associazioni per delinquere, mi raccomando eh…. loro si fanno i Vostri interessi.
Ma l’obbligo di certificazione e trasparenza sui bilanci di partiti e sindacati  no? Troppa grazia, proposte troppo avanzate?
 
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