IL CROLLO DELLE CERTEZZE EURISTE: I SORCI ABBANDONANO LA NAVE CHE AFFONDA!

ACCADEMIA DELLA LIBERTA'

MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014

Quando la nave affonda, si sa, i sorci la abbandonano. Dopo la mitica manovra degli 80 euro, deliberato tentativo del Salsicciaio di evitare il tracollo dei numeri del nostro paese, i nuovi valori sono questi:

CONSUMI ITALIA

Come si può notare, la manovra degli 80 euro ha funzionato perfettamente, il “Piciernile” di crescita dei consumi si può notare (-8%) si è ampiamente verificato (DIO STENDA UN VELO PIETOSO SULLE PERSONE A CUI GLI IDIOTI ITALIANI DANNO IL LORO VOTO)!
Ed ora iniziano a smarcarsi coloro che hanno compreso benissimo la deriva del paese:
1) CUPERLO
eppure rammento benissimo una delle sue partecipazioni televisive in cui IL SUO MODELLO NELL’EURO SAREBBE STATO QUELLO DI AZIENDE AD ALTA INNOVAZIONE CHE NON HANNO BISOGNO DI TAGLI SALARIALI, già!…..Ma allora era segretario del Partito e teneva tantissimo ALLA POLTRONA DEL PARTITO AL GOVERNO ! ! !
Oggi è fuori dalle logiche di potere e inizia a smarcarsi CONSAPEVOLE DELL’IMMINENTE CROLLO DELL’EUROSTRUTTURA ! ! !
2) STEFANO FASSINA
il quale però, incalzato dalle mie domande, quando era viceministro rispose in un modo che oserei definire EURISTA FINO AL MIDOLLO!
Per un’adeguata comprensione, vi riporto le SLIDE che produssi al termine del mio colloquio avvenuto all’Università di Perugia quando venne ad un convegno di economia:
Questo SORCINO difendeva le manovre di Monti, del suo adorato capo, allora come mai oggi si smarca da Renzi?
Caro Fassina, gli italiani come noi hanno buona memoria! Ricordatelo!

Napoli – La polizia carica di nuovo

Giovedì 30 Ottobre 2014

Napoli: la polizia carica gli studenti che solidarizzano con gli operai di Terni

Stamattina alla Stazione Marittima, all’esterno della 14.esima Conferenza del FEMIP con i vertici della Banca Europea degli Investimenti, dove era previsto un intervento del Ministro dell’Economia del governo Renzi, Padoan, la polizia ha manganellato un gruppo di studenti e precari che tentavano di esporre uno striscione di solidarietà con i lavoratori di Terni vittime ieri a Roma della violenza degli apparati repressivi dello stato.

La polizia ha sbarrato l’ingresso alla Conferenza, si è schierata in assetto antisommossa ma gli studenti e i precari sono rimasti all’esterno della sala della Conferenza e scandiscono slogan contro il Jobs Act, il governo Renzi ed in solidarietà con la lotta operaia di Terni. I manifestanti, alcuni dei quali indossavano un caschetto blu in segno di solidarietà con gli operai dell’Ast, hanno esposto un lungo striscione con la scritta “stop Jobs Act”.

«Oggi, 30 ottobre, una cinquantina di studenti e lavoratori precari ha deciso di andare a fare “visita” al ministro dell’economia Padoan, presente alla kermesse Expo Napoli per parlare di idee per la crescita e lo sviluppo – scrivono gli studenti del Cau – Con i caschetti blu da operai, volevamo portare in quella sede la voce e la rabbia di tanti, a cominciare dai lavoratori di Terni che ieri sono stati caricati dalle forze dell’ordine al MISE, dove si erano recati per far fronte e impedire la chiusura dell’AST. Come studenti e come lavoratori non tolleriamo più che si svolgano queste iniziative che hanno lo scopo di far credere al paese che gli interessi dei padroni siano gli interessi di tutti. Il 7 saremo in piazza a Bagnoli in occasione della visita del Presidente del Consiglio Renzi che vuole utilizzare quella passerella per presentare il decreto Sblocca Italia e di nuovo il 14 per lo sciopero sociale convocato a livello nazionale».

da osservatoriorepressione.info

VIDEO :

novaro

https://www.youtube.com/watch?v=SMMXaXVx7IA

Una strana lettera da Genova

Buon giorno sono un genovese.
Oggi a distanza di due settimane ancora non si ferma la cosa in me.
Avrei sperato di sì.
Stasera ho detto a mia moglie l’hanno creato.
La disperazione, le lacrime, quel morto, la devastazione che hai visto sono stati causati intenzionalmente.
Premetto sono volontario della PC e sono intervenuto in soccorso della popolazione sin dalla mattina del 10.
Sin dalle prime ore, stivali nell’acqua marrone ad armeggiare, avevo già notato quella miriade di borre, ovunque nei dintorni dell’acqua, li per li non ci feci caso, dissi ridendo tra ovetti Kinder che più o meno galleggiavano e casse del latte Tigullio sparse: è esplosa una polveriera?
Scorgere qua e la questa roba fu pressoché una costante nei primi giorni, poi la confusione aumenta e pensi ad altro.
Devo dire che la seconda ondata ha cambiato un po’ il paesaggio di superficie.
Dato la concentrazione sull’operato e dato che vai dove ti mandano mi resi conto dell’effettiva entità del danno forse domenica 12, il più tardi lunedì 13.
Passano i giorni si passa da emergenza a sorta di esercitazione e tu vivi nel tuo acquoso, poi fangoso infine polveroso francobollo di vita, domenica 19 mi resi conto che il mondo attorno girava come quasi nulla fosse accaduto, escluso quell’ormai kilometro quadrato. Per me il tutto è finito domenica mattina.
Oggi in centro incontro un amico, una persona con cui faccio con piacere due parole quando ci incrociamo l’argomento del quarto d’ora poi allungato all’ora è stato l’alluvione.
Il suo racconto del suo comportamento ed i comportamenti adottati: pareri, punti di vista, di uno e dell’altro.
Evoluzioni sino alla catastrofe e l’uso del semaforo delle precedenze in modo discendente o ascendente… precedenti, Katrina etc., etc.
Stiamo per salutarci e lui mi chiede:
A-Scusa, ma li hai visti anche tu quei cosi di plastica bianca a sorta di cilindro?
B -Più precisamente (avevo quasi chiaro cosa diceva)
A -Sono bianchi, di un bianco trasparente con come una sorta di molla
B -Borra, Anche tu li hai visti?
A-Questi? (foto sul telefonino) e ne ho anche due a casa.
B-Sì borra, veramente?
A- Era pieno, da Marassi a La Foce,
A -Ma non tutti se li ricordano, strano perché era veramente invaso
B-In effetti il primo giorno anch’io li ho notati ed era pieno, poi il fango… io non giravo come te ero concentrato all’attività di PC. E mi sono venuti i brividi:
-L’hanno generato! -Come?
-La storia è lunga. Ha iniziato la General Electric poi in Vietnam ne hanno fatto un uso specifico per disperdere la folla dei manifestanti. blablabla Non sono un contrailista-complottista per carità, ma mi sono venuti i brividi.
B-Me ne dai uno?
Me ne da quattro.
A-Erano li nella polvere, l’AMIU non è ancora passata a fare lo spazzamento (il calendario di rifinitura è iniziato ieri, lunedì)
A voi in allegato.
Non ho il calibro, quindi non le ho misurate, sembrano da calibro 12, giustamente.
Perturbazione autorigenerante? E tre ondate, c’erano le condizioni ed hanno fatto una prova. Poi un’esercitazione.
Qual è il movente? Stanno vedendo la macchina come reagisce, se regge!
Perché?
O hanno bisogno del misero indotto di gente alla fame?
Dopo il luglio 2001 non vedo più le cose come prima, dopo oggi ho paura.
Una tristezza da ultima pagina di Orwell mi attanaglia.
P.S.
Mi immagino un qualcosa del tipo contenitore a submunizione, una roba con tanti fori-cannoncini che spara fuori gli agenti da inseminazione potendo regolare la frequenza di tiro se ne può regolare la densità sull’unità di superficie.
Ne hanno fatta di strada dal ghiaccio secco!!
banconote

Immaginate se fosse capitato a Cuba…

www.cubainformazione.it

22.000 persone scomparse in Messico, 10 milioni in condizioni di estrema povertà negli USA, 200 leader di sinistra assassinati in Honduras: parliamo di problemi a Cuba?

Joseph Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Sono notizia le mobilitazioni in Messico per i 43 studenti scomparsi, un mese fa, in un crimine che punta alle autorità locali, forze di polizia e trafficanti di droga (1). Nella ricerca, si sono trovate 9 fosse comuni con decine di cadaveri di altre persone assassinate (2). Già ci sono più di 22.000 persone scomparse in Messico (3). Ma non abbiamo letto un solo editoriale, della grande stampa internazionale, che parli del fallimento del modello politico ed economico di quel paese (4). S’immagini che Cuba avesse, non 22.000, ma anche una sola persona scomparsa?

Leggiamo un reportage del quotidiano spagnolo El Pais sulla violenza in Honduras. È la nazione del mondo con più assassinati, riconosce (5). Tuttavia, e a differenza di quando affronta la questione della violenza in Venezuela, il giornale analizza freddamente i dati. Non parla che sono “cifre da guerra civile” (6) o che ci sia una crisi di governabilità. E menziona fenomeni di violenza estrema nelle stesse scuole dell’Honduras, che in un paese come Cuba sarebbero, semplicemente, fantascienza (7). Ma la soluzione non è che il sistema educativo honduregno impari qualcosa dal cubano. La ricetta proposta da El País è un progetto finanziato dalla Banca Mondiale, chiamato “Comuni più sicuri”, che potrebbe estendersi – ci dice – a tutto il paese. Se rimangono fondi, ovviamente.

Tra l’altro, El Pais e altri grandi giornali mantengono una ferrea cortina di silenzio sugli assassinii, negli ultimi cinque anni, di 200 dirigenti contadini, sindacali e di sinistra in Honduras (Cool. L’ultimo, in agosto: quello della fondatrice del partito Libre, Margarita Murillo (9). S’immagini non 200, ma che solo uno dei cosiddetti “dissidenti”, pagati dagli USA, fosse stato assassinato a Cuba?

Qualche settimana fa moriva, in carcere a Dakhla, un altro prigioniero politico saharawi, Hassana El Wali (10). I gruppi di solidarietà denunciano che l’insalubrità del carcere e la mancanza di cure mediche per il suo diabete sarebbero le cause della morte (11). Nessun grande media spagnolo si è fatto eco della notizia. Come neppure della sua detenzione – e successiva tortura da parte della polizia marocchina – nel 2012. Ricordate, al contrario, quante prime pagine occupò la morte di un prigioniero cubano, solo pochi anni fa (12)?

Parlando di prigioni: il mese scorso abbiamo visto alcune curiose immagini registrate in Colombia (13). Un gruppo di prigionieri era sorvegliato dalla polizia in un parco per bambini a Bogotà, a causa della mancanza di spazio nelle carceri, il cui livello di sovraffollamento è, come sostenuto dal Governo stesso, del 58% (14). S’immagini la schiacciante condanna che avrebbero aggiunto, a questa notizia, se la scena fosse stata registrata a L’Avana?

“Circa dieci milioni di persone sopravvivono negli USA con meno di due dollari al giorno”, si legge nei media europei (15). Due dollari al giorno, negli USA, significano l’impossibilità di comprare cibo, pagare un riparo, incluso avere assistenza medica. Ed approssima all’estrema povertà, all’esclusione sociale ed, in molti casi, alla morte. Non leggiamo alcun commento, tuttavia, che definisca ciò come il fallimento del sistema capitalista nel paese più ricco del mondo. Curiosamente questi stessi media ci ricordano, ogni momento,che a Cuba i salari sono molto bassi, se li traduciamo in dollari (16). Ciò che sembra un miracolo inspiegabile: come è possibile che a Cuba – con gli stessi dollari che negli USA significano fame e mendicità – la popolazione è alimentata e ben vestita, acceda in massa alle università, e riempia teatri o concerti (17)? Sarà realmente un miracolo? O c’è qualcosa che i media occultano, impegnandosi a continuare ad ingannare la gente sulla realtà di Cuba?
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=76727

Maxi processo, la parola alle difese – udienza 28 ottobre 2014

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“Basta tacere su quello che è accaduto prima perché la reazione degli offesi sembri una barbarie”

E’ con questa citazione del poeta palestinese Mourid Al Barghouti che l’avv. Novaro conclude la sua difesa sul 27 giugno. Ed è con questa che vogliamo iniziare il racconto dell’udienza del 28 ottobre.

Dopo la requisitoria dei PM Pedrotta e Quaglino , con la richiesta di quasi 200 anni di carcere e dopo l’udienza dedicata alle richieste delle parti civili, con la richiesta di quasi due milioni di euro, il 28 ottobre la parola passa alle conclusioni delle difese. L’udienza è nuovamente aperta al pubblico, resta però valida l’espulsione dei 3 imputati decisa dal giudice Quinto Bosio nell’udienza del 7 ottobre. Seguite qui la diretta.

Sul nostro canale YouTube trovare una playlist con tutti i video del maxi processo.
Qui il video completo dell’udienza

novaro

Alle 9:35 termina l’appello, prende la parola l’Avv. Novaro che inizierà introducendo alcuni istituti specifici.

La parola alle difese: l’Avvocato Novaro.

Autoreferenzialità della politica, crisi di rappresentanza, militarizzazione

Avv Novaro: Come primo avvocato che si trova a dover replicare mi corre l’obbligo di provare a contrapporre alla narrazione del PM, una narrazione opposta quanto a contenuti. Utilizzo il lemma narrazione perché per narrazione non s’intende soltanto una ricostruzione storica dei fatti ma anche il tentativo di calarli nel contesto specifico e riconoscergli un significato più profondo. I PM sono partiti dicendo che “in questa discussione non si parlerà di TAV, non interessa sapere se il TAV è legittimo o no, si deve parlare di condotta legale o no“. Potrei anche essere d’accordo se questo non significhi, come invece è stato nell’operazione dei PM, un’operazione di impoverimento sul quadro delle condotte penali. Se infatti si deforma il contesto… (…). E’ del tutto evidente che se non vado a delineare i rapporti tra persona offesa e il reato non riesco a capire se siamo ad esempio di fronte ad una legittima difesa, quindi è necessario illuminare i rapporti che intercorrono tra i soggetti. Intravedo rischi di parzialità ricostruttiva, si guarda alle condotte dei manifestanti senza tener presente che in molti casi, soprattutto di conflitto sociale, le condotte dei manifestanti sono perfettamente in sintonia con quelle degli altri protagonisti sul campo, cioè le forze dell’ordine. E allora guardare soltanto da una parte senza riuscire a guardare dall’altra non solo impoverisce la ricostruzione storica ma ci impedisce di capire perché quelle condotte sono state poste in essere.

La Procura, strada facendo, ad un certo punto parla di queste giornate in termini di organizzazione collettiva, quindi tentando di accostare al dato di ricostruzione storica e specifica delle singole condotte un dato più alto. Poi si fa un’affermazione che lascia stupefatti, la dottoressa Pedrotta ha parlato di professionisti della violenza dicendo che a certi soggetti la Valsusa non interessa, sono li’ per sfogare la loro rabbia… [ndr in realtà parlò addirittura di sfogare ISTINTI PRIMORDIALI ] questo è un tentativo di spiegazione, condensando in questo “professionisti della violenza” una spiegazione che in qualche modo fa riferimento alle spiegazioni degli imputati. Ma parlare di professionisti della violenza non fa i conti con quelle giornate che si calano in una vicenda più complessiva. Io ho fatto all’inizio del processo una serie di produzioni documentali, passaggi che riguardano in qualche modo la storia del movimento no tav, un movimento che da oltre vent’anni si batte contro l’alta velocità e la documentazione prodotta tenta di definire quali sono state le modalità per cui in questi vent’anni c’è stata la lotta al TAV. Una battaglia che cambia nel 2010, in particolare con l’avvio delle attività per il tunnel geognostico, c’è una radicalizzazione ma dobbiamo ragionare sul perché… (…).

Va detto che in Val di Susa ci sono state periodicamente, dal 2010 ad oggi, manifestazioni con decine di migliaia di persone, la maggior parte delle quali valsusine, su 80mila abitanti in piazza arrivavano anche 50mila persone… (…). Era sufficiente un respiro, un sussulto, per non dire altro, di un senatore o altro per cui queste manifestazioni passassero completamente in secondo piano. La dottrina politologica…. parla ormai dell’autoreferenzialità della politica, la difficoltà per la gente di farsi sentire. Un politologo francese parla di  stato di diritto oligarchico, tutto sta dentro questa crisi di rappresentanza che impedisce al popolo valsusino, ad una comunità come quella della Valsusa, di interloquire su un fatto che riguarda la propria vita, la propria pelle. C’è una difficoltà di relazioni tra scelte politiche, decisionali e motivazioni, interessi.

C’è un altro concetto comparso negli articoli sulla valsusa, qualcuno ha parlato di democrazia coloniale, che ha la capacità di  spiegare alcune cose. In Valsusa si è ipostatizzata la necessità di un’opera ad alta capacità, si è costruito un perimetro, si è deciso che quest’opera doveva stare davanti ad altre scelte, come la tutela del territorio, e poi siccome la popolazione si opponeva si è militarizzato quel territorio. La militarizzazione è un aspetto importante, spiega la rabbia, spiega l’indignazione presenti anche in quelle giornate.

Preparare la resistenza non significa preordinare le violenze, ma un meccanismo per reagire quando arrivano le forze dell’ordine

Cosa avviene sul fronte del protagonismo sociale? C’è un movimento, quello valsusino, fortemente insediato sul territorio, che è andato via via arricchendosi di contributi esterni, la straordinaria capacità  è di essere stato da sempre inclusivo facendo convivere anime diverse, questo è un movimento reticolare, policefalo, non ha capi specifici ma reticoli di gruppi, amici, associazioni, gruppi politici che stanno dentro il cuore del movimento, con pratiche aspirazioni diverse ma dentro il movimento. E questo ha saputo creare cooperazione tra soggettività diverse. Noi vi abbiamo portato in aula i valsusini, sono venuti a raccontarvi parte dell’esperienza vissuta, con drammaticità, con rabbia, testimonianze importanti per segnalarvi il clima emotivo che ha segnato queste vicende. La Valsusa è stata un laboratorio politico importante, anche per l’esperienza della libera repubblica della maddalena, una capacità di democrazia partecipativa realizzata nelle poche settimane precedenti allo sgombero, momenti di convivialità, c’era la presenza di una tenda istituzionale, una struttura organizzativa ma non in previsione di uno scontro collettivo totale, ma strutturare un’organizzazione dentro la quale ci stavano iniziative politiche culturali. La PM Parla invece di un comando militare “posti di ristoro, di controllo, etc” ma non è così, la Libera Repubblica è stata un’esperienza importante per tutti quelli che vi hanno partecipato. Cito nuovamente la Pedrotta, quando parlando dei testimoni ha detto che sarebbero irrilevanti e che hanno negato i preparativi, le barriere, etc. Un testimone come Luca Abbà il 28 aprile ha detto “alcune di queste cose erano state predisposte e tra la notte e la mattina sono state impiantate sul campo”. Cito ancora il PM “Li hanno gasati mentre scappavano, e quelli che si trovavano nell’area museale si sono materializzati nel bosco al mattino?”. Allora è evidente che anche preparare la resistenza, perché questo è stato il 27 giugno, non significa preordinare le violenze, ma preordinare un meccanismo per reagire quando arrivano le forze dell’ordine. Avete sentito molti testimoni parlare di resistenza, resistenza passiva, non violenta. Ma poi le cose sono andate diversamente…

Perdità della sovranità? Ehm, di cosa stiamo parlando?

Induce al sorriso la caricatura che in alcuni appunti fatti dalla procura, anche in altri processi, si è detto che ci sarebbe la perdita della sovranità nazionale del territorio, si fa riferimento all’art. 241 del cp che è l’attentato contro l’unità dello stato… Mi induce al sorriso che in uno scenario in cui c’è uno spostamento dei luoghi decisionali in altre istituzioni, la Banca Europea decide come si vive in Italia e altrove e la perdita di sovranità viene definita ad un territorio alpino della valsusa ? E’ un paradosso…

Concludo per dirvi che dietro quei sassi, dietro quelle giornate, c’è il conflitto sociale, degradato a fenomeno di ordine pubblico da parte della procura senza rendersi conto che è un fenomeno di più alta prospettiva, ed è anche frutto del conflitto sociale che c’è stato negli anni passati, penso allo Statuto dei Lavoratori che ha innescato una serie di battaglie politiche negli ani ’60 e 70, e li’ ci stanno anche i sassi di piazza Statuto e di C.so Traiano. Il conflitto sociale è un fenomeno più complesso che deve essere attentamente valutato. Quindi mi stupiscono certe affermazioni della procura quando ci parlano di “violenza inaudita non comparabile con altri episodi” e che gli “scontri in valsusa il 3 luglio sono durati più di ogni altra situazione nel paese”, io difendo una certa area e vi garantisco che episodi come quello valsusino ce ne sono stati a decine anche solo negli ulitmi anni

La ricostruzione storica degli eventi del 27 giugno

Tento di avvicinarmi progressivamente alle responsabilità degli imputati partendo da una ricostruzione storica degli eventi. E qui mi stupisce che soprattutto la pubblica accusa NON abbia utilizzato quella splendida consulenza che abbiamo offerto in prova nelle ultime udienze, perché quella cosulenza è straordinariamente importante perché consente di ricostruire esattamente quelle giornate. Se voi vedete il filmato di un tizio che lancia un sasso, poi quella di un tizio che spara un lacrimogeno, voi non vedete l’esatta sequenza, e l’operazione che ha fatto il consulente  Carlo Bauschmidt  è un’operazione essenziale, i filmati sono sicuramente uno dei caposaldi probatori con cui ci dobbiamo confrontare.

Operatore in modalità “alber watching”

Tutti sappiamo che il filmato non è neutrale perché riflette la personalità dell’operatore, “fotografare o filmare significa soprattutto inquadrare e inquadrare significa soprattutto escludere”, quindi l’operatore cinematografico o fotografico seleziona e fa delle scelte, a volte incongrue o ridicole. Vi faccio vedere il solito esempio che sembra emblematico  quando in un momento… ecco, per terra c’è Soru, c’è un pestaggio in corso, e l’operatore è in alber watching… Questo è un esempio per dirvi anche i filmati vanno soppesati e valutati con attenzione.

Alberwatching

Vorrei partire da una cronologia storica, ho selezionato una serie di clip che riguardano alcuni momenti cruciali. Tenterei di produrre al tribunale una memoria con tutti questi rilievi cronologici, produrrò 3 memorie, una che riguarda il 193 bis, una sul concorso, e una (…).

Partirei dalla prima clip che riguarda l’inizio della vicenda, siamo alle 5:52 della giornata del 27 giugno, qui si vede la galleria vuota, arrivano le fdo, inizia la giornata del 27 giugno per quanto ci riguarda. Seconda clip: alle 6:19:57 vediamo un camion che sfila e che porta una grossa pinza, il camion si ferma a pochi metri dall’ingresso della galleria, di li’ a poco verrà scaricata la pinza. Alle 6:37:53 si vede Turi Vaccaro, che fa yoga sopra la galleria, alle 6:42 compare sull’autostrada e pochi secondi dopo viene bloccato. Le immagini rilevano che ci sono molte persone sulla barricata, Petronzi ci dice che ci sono circa 200 persone attorno alla famosa  barricata Stalingrado. In tutto nell’area due o tre mila persone, dice Petronzi, ci dice anche che la pinza non è condotta da un operatore delle FDO perché ci va una particolare competenza tecnica (pag. 58 trascrizione) poi alle 7:39 un funzionario parla ai manifestanti. Immediatamente dopo si sente dalla barricata dei manifestanti che gridano VOCE, ALZA LA VOCE, NON SI SENTE e poi riprende un coro, GIU’ LE MANI DALLA VALSUSA.Una stessa teste sentita il 28 aprile ha dichiarato di non aver sentito nessun avviso di scioglimento di quello che era il gruppo di persone che stavano davanti alla barricata. Importante che questa mancata audizione sia confermata da un teste.

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Alle 7:41 parte l’uso dell’idrante, verso la barricata, ed in contemporanea ecco la pinza che si avvicina alla barricata e inizia ad aggredirla. Passano un po’ di secondi ed ecco che si vede dalla barricata un manifestante che, da sopra la galleria, spruzza una sostanza, probabilmente è liquido, non è schiuma dell’estintore. Accanto a lui ne compare un altro, e alle 7:42 inizia a pompare e spruzza una schiuma dall’estintore.

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Poi si vede 7;43 del fumo nero, e si vede la pinza che aggredisce la barricata e strappa il legname da sotto la barricata, quindi inizia a sfondare in qualche modo la barricata. Nuovamente compaiono dei manifestanti che pongono in essere gli atti di resistenza rispetto a quest’attività che la procura ha classificato come violenza contro pubblico ufficiale. Si vedono quattro manifestanti che lanciano della sostanza bianca, impastata con acqua, che sia calce, vernice, non si capisce cosa sia …

Disse il PM “Veramente se avessero avuto paura sarebbero rimasti sulla barriera? Avrebbero potuto scendere”. Si chiama resistenza.

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Alle 7:53 vengono raggiunti da uno spruzzo dei vigili che usano l’idrante, ci sono nuovi lanci di sostanza bianca, alle 7;55 la pinza si gira dall’altra parte, compare poi un caterpillar che toglie materiale da sotto la pinza, si vede un manifestante che spruzza nuovamente l’estintore ed è l’imputato Maniero, spruzza schiuma dalle 8:16 per circa 50 secondi. Poi il caterpillar esce dalla galleria inseguito dal fumo e infine alle 8:16 arriviamo ad un punto significativo, la pinza taglia una parte importante della barricata, e questa specie di balconata su cui sono appoggiati i manifestanti sprofonda indietro e si sente la gente che grida VERGOGNA! VERGOGNA! Questo mi serve poi per commentare questa affermazione che viene dalla pubblica accusa. “In quest’aula” dicono i PM “ho sentito testimoni che hanno parlato di grande timore per l’incolumità dei manifestanti che stavano sulla stalingrado”, e ancora “Io tutta questa paura non l’ho notato perché avevano un atteggiamento provocatorio, veramente se avessero avuto paura sarebbero rimasti sulla barriera? Avrebbero potuto scendere”. Ora, che la pinza operasse vicino, è un dato indiscutibile, che ci fosse rabbia e determinazione è evidente, i manifestanti non se ne vanno, decidono di restare li per tentare di stoppare i lavori. Una teste, la signora Pognant, dice il 27 maggio 2014 che la pinza si muoveva a pochi cm dai manifestanti e le immagini lo confermano.

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Ad un certo punto si vede una seconda pinza, 8:18:20, che si dirige dall’altra parte, verso Bardonecchia, e aggredisce le barriere franginvento dell’autostrada. A questo punto nei minuti successivi le immagini mostrano un signore con i capelli bianchi e le mani alzate vicino alle fdo che sta interloquendo, eccolo qua, le fdo sono li’ vicino e questo signore alza le mani e inizia a interloquire. Accanto a lui comparirà tra un attimo …. ecco, si vede quel signore con la camicia rossa a scacchi, Galliano, un consigliere comunale, che ricordava poco o nulla, ma qui ha inizio il segmento di vicenda che riguarda Imperato. Qui vedete i poliziotti che arrivano e di li’ a poco, 8:32:37, qualcosa sta succedendo li’ sul dirupo, vedrete del fumo che si alza da li’, è un estintore…

Evitiamo fraintendimenti, perché il PM ha dato dei dati sbagliati.

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Mandiamo avanti la clip, alle 8:40 si vede quel signore che interloquisce con la polizia, alle 8:41:12 si vedono le fdo che avanzano in qualche modo facendo arretrare i manifestanti. Vorrei evitare che si cadesse in un fraintendimento perché il PM ha dato dei dati sbagliati. Il PM ci dice che ha aperto il varco, e quello alla Stalingrado si apre alle 9:02 mentre questo si apre prima, alle 8;30 è già aperto…. il varco da Stalingrado si apre mezz’ora dopo. Il PM dice che aperto il varco si è dato l’ordine ai reparti di uscire… per creare un diversivo, mentre i reparti avevano aperto il varco ed erano usciti dalla Stalingrado, si cercava un diversivo dalla parte opposta, i manifestanti si disponevano con le mani alzate creando una barriera fisica allo scopo di rallentare l’avanzata delle forze dell’ordine e , badate bene, consentire ai manifestanti di perpetrare le violenze alle fdo. E’ completamente errato sul piano CRONOLOGICO, l’uscita dalla galleria è intorno alle 9:05, la vicenda chiamata DIVERSIVO avviene MEZZ’ORA PRIMA… il “lancio di sassi” da parte dei manifestanti avviene subito dopo le 9:05, è del tutto evidente che questo non è un diversivo fatto per rallentare le operazioni ma soprattutto per consentire ai manifestanti di perpetrare atti di violenza.

26 lacrimogeni lanciati in circa 2 minuti

Sentendo le parole del PM l’equivoco è particolarmente importante, soprattutto per Imperato, perché quando Imperato compirà quella condotta la polizia non è ancora uscita, non ci sono atti di violenza. Petronzi il 5 luglio 2013 dice che la fuga dei manifestanti sarebbe stata favorita da altre attività ma la fuga arriva alle 9:15… “aperto il varco”, secondo Petronzi, “per creare un diversivo rispetto alla violenza commessa sull’altro fronte”, ma non è così, sull’altro lato non c’è violenza, non si trattava di rompere nessuna pressione, forse si trattava sì di un diversivo, perché la pinza aveva fatto sprofondare il terrazzamento in cui i manifestanti erano posizionati e allora si è deciso di creare un diversivo nella speranza che i manifestanti perdessero l’attenzione sulla stalingrado, ma la ricostruzione cronologica è sbagliata. Andiamo all’altra CLIP, vedete sono i primi lanci che dalla via dell’Avanà vengono fatti verso il piazzale, arrivano alle 8:42:55, alle 8;43 si vedono una serie di lanci, se voi guarderete le immagini, io ho guardato e ho sentito anche gli spari, ho contato nei due minuti che separano il primo lancio, 8:42:55… in due minuti 26 lacrimogeni lanciati, guardate le immagini, nella zona del piazzale.

Lanci fatti dalla zona dell’Avanà, in maniera che io posso definire criminale perché non si vede dove vanno a finire questi lanci… anche per una mera questione di buon senso il lacrimogeno serve a fare allontanare la gente, se non vedo chi c’è sul piazzale faccio un’operazione del tutto fuori protocollo e i comportamenti non corretti da parte della pubblica amministrazione hanno un rilievo sul 393 bis come vi dirò tra poco. Qui è la zona del piazzale, si vede gente affannata, che scappa, è la zona che per alcuni testi era la zona sicura dove dovevano concentrarsi. E’ invasa da lacrimogeni, vedete siamo alle 8:45 sono già arrivati molti lacrimogeni in quella zona. Vediamo l’altra clip a conferma del fatto che li’ a quell’ora ci fossero già numerosi lacrimogeni, si vedono i fumi, si vede la gente che si mette un fazzoletto sulla bocca. Vedete qui ci sono lacrimogeni nei boschi, importanti perché l’avvocatura dello Stato ha negato che fossero stati lanciati lacrimogeni nei boschi.

piazzale_lacrimogeni

Vediamo un attimo delle foto che il collega Bongiovanni ha prodotto e che danno bene il senso di quello che è capitato nella zona del piazzale della Maddalena. Ecco, queste sono le foto prodotte, la zona è completamente invasa dai lacrimogeni e qui siamo alle 8:45, un momento in cui i veri e propri scontri non sono ancora iniziati. Andiamo con l’altra clip. E’ una clip importante perché ci consente di apprezzare le distanze e ci consente di capire come la barriera Stalingrado… e dico subito che tutti i lesionati di quel giorno sono su quel terrapieno e la clip 15 e la 16 ci permettono di apprezzare quelle distanze (se riusciamo a farle vedere).

Vedete quelle sono le tende.. nel frattempo alle 8:49 si vede di nuovo la pinza pericolosamente vicina ai manifestanti, qui siamo nella zona del piazzale e la zona della barricata è proprio al di sotto del piazzale, questo verde è il terrapieno da cui poi arriveranno i sassi. Alle 8:49:14 parte un getto di schiuma verso la pinza che lavora su Stalingrado e alle 8:50:06 si vedono due ragazze, due persone che lanciano dei sassi contro.. che cosa? Non contro la polizia, che non è ancora uscita, ma contro la pinza. Vengono identificate come Cecur e Avossa, la presunta Avossa aveva lanciato dei sassi a parabola, questa fanciulla ne lancia circa 4 contro la pinza, non contro la polizia che è ancora dentro la galleria. Alle 8:51:30 si vede ancora il fumo dei lacrimogeni sul piazzale poi si vedono dei lacrimogeni sparati direttamente contro la barricata stalingrado e lo si apprezza perché dalla barricata vengono rimandati indietro i lacrimogeni,si vede proprio il fumo che si sposta e ritorna sull’autostrada.

Alle 8:51:40 si vedono dei sassi che precipitano dall’alto della galleria…. Ecco, i primi sassi sono quelli che voi vedete alle 8;50:06, a questi lanci ne seguono altri, sempre diretti contro la pinza che sta lavorando sull’autostrada. 8:52:10 c’è un’altra clip…  Ecco, qui è importante, significativo ed emblematico, si vedono persone che raccolgono lacrimogeni e tentano di spegnerli nella zona del piazzale, quindi prosegue il lancio di lacrimogeni nella zona del piazzale.

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Andiamo alla clip 20, riguarda solo il fumo di lacrimogeni sulla barricata, poi alle 8:53:30 si vedono due manifestanti che lanciano sassi contro la pinza, poi due manifestanti che lanciano altri sassi contro la pinza, con la fionda, la polizia non si vede ancora, alle 9:01:08 clip 21 si vede il lancio di un lacrimogeno contro la barricata, il primo lancio diretto, ad altezza d’uomo, contro la barricata. Poi seguono altre immagini, altri 7 lanci di lacrimogeni uno dietro l’altro, l’ultimo alle 9:01:58 tutti diretti nella zona della barricata.Alle 9:03:33 si sente un poliziotto, un dirigente OP, che dice “a testuggine, veloce”, che vuol dire che la polizia si prepara all’uscita, non ci sono ancora stati lanci di pietre verso i poliziotti. Poi si vede un manifestante che si asciuga gli occhi e alle 9:05 arriviamo alle condotte più penalmente rilevanti, i lanci di sassi. La polizia esce dalla galleria, accompagnata dallo spruzzo dell’idrante, e appena esce c’è della gente sul terrapieno che inizia a dotarsi di sassi che hanno raccolto sul terrapieno e la polizia viene fatta oggetto del lancio di sassi… siamo alle 9:05:07. Allora fermiamo le immagini perché mi pare importante spiegare cos’è successo fino ad ora.

L’importanza di ordinare correttamente la sequenza di eventi:

Poco prima delle 6 sono iniziate le operazioni, intorno alle 7:40 inizia il lavoro della pinza, alle 7:51 primo spruzzo d’estintore contro la pinza, primi sassi dalle 8:50 in avanti, alle 8:20 la pinza rompe dall’altra parte la barriera frangivento, alle 843 primi lanci della polizia nella zona dell’Avanà, fino alle 9 non ci sono stati lanci contro le fdo ma solo sostanza bianca e fumo con l’estintore o lanci contro la pinza. Dalle 9:05 in avanti ci sono lanci contro i poliziotti, ma un quarto d’ora prima ci sono i primi lanci di lacrimogeni contro la barricata. Quindi la sequenza è: alle 9:05 iniziano i lanci, ma prima di questi lanci ci sono stati già lanci di lacrimogeni contro le persone sulla barricata e una sequenza di lanci di lacrimogeni diretti contro la gente che staziona li’, ancora prima ci sono stati i lanci sul piazzale. Perché è importante? PErché non è escluso che la gente che alle 9:05 si trova sul terrapieno fosse gente che si trovava sul piazzale, improvvidamente gasata dai lanci di lacrimogeni fatti proprio sul piazzale…. questa è la sequenza, dopo di che va interpretata, per capire se c’è un rilievo del 393 bis ma questi sono fatti. Luca Abbà, sentito il 28 aprile 2012, aveva detto, per provare a raccontare il clima emotivo di quella vicenda, che l’escavatore aveva fatto saltare i nervi a molta gente che si trovava li’, per la salute che veniva messo a repentaglio dei manifestanti che stazionavano li… si tratterà di capire se sono atti arbitrari o no ma i fatti cronologicamente non possono essere messi in discussione.

Alle 9:07:21 c’è una piccola carica della polizia e nel frattempo continua il lancio di lacrimogeni nella zona del terrapieno, dopo di che alle 9:08 :07 alzate l’audio del computer, un poliziotti dice al lanciatore SPARAGLI IN FACCIA che significa che il lancio era tutt’altro che a parabola secondo le intenzioni di costui. Alle 9:14:49 si vedono ancora dei manifestanti, tra due secondi vedrete le divise blu, di li’ a poco la polizia salirà in forze dal terrapieno, ecco gli agenti accompagnati da un buldozer .. circa 9:15.

L’arrivo degli agenti sul piazzale

Cito dalla ricostruzione dei PM: “solo alle 9:18 gli agenti arrivano al piazzale… la situazione torna alla calma quando da via dell’Avanà arriva un contingente” ma in realtà gli agenti erano arrivati già prima.. Vediamo la zona del piazzale ,qui ci sono stati moltissimi lanci, io ne ho contati 26 in due minuti, voi avete le testimonianze delle persone sentite in quest’aula, c’è particolare tensione tra le fdo… Quando le forze dell’ordine arrivano da Avanà e da Stalingrado ovviamente molti manifestanti si dileguano verso i boschi. Noi abbiamo delle immagini dove si vedono i reparti che sparano verso i manifestanti, poi si sente che qualcuno grida “fermi, state fermi”, poi “reparto Padova stiamo fermi” mentre si vede da molte immagini che gli agenti scalpitano.

L’avvocatura di Stato dice che “ci sono state persone in fuga dal piazzale che percorrevano il sentiero boschivo e durante il percorso… (…) C’erano dirigenti che volevano fare identificazione ma dovevano lasciarli andare, ponti d’oro , strade aperte…  (l’avvocatura nega che ci siano stati lanci di lacrimogeni mentre le persone fuggivano nei boschi)

L’avvocatura di Stato ritirerà la richiesta di danno? Le immagini dimostrano che ci fu lancio di lacrimogeni mentre le persone fuggivano nei boschi.

Aggiunge l’avvocatura che “se la polizia avesse effettuato un’azione di questo tipo ritirerebbe la richiesta di danno”, bene , ci aspettiamo che la ritiri, vedete che il bosco è pieno di fumi, significa che sono stati lanciati dei lacrimogeni nel bosco, per quale ragione sono stati lanciati i lacrimogeni nel bosco non lo so ma da quanto ha detto mi ASPETTO che RITIRI LA RICHIESTA DI DANNI. Le immagini vanno avanti… si sente un operante che dice “GUARDA STO COGLIONE” o “PEZZO DI MERDA”… questo per segnalarvi come i nervi fossero scossi anche da parte dei poliziotti, sta di fatto che quando si arriva sul piazzale di fronte a gente inerme si fa un inseguimento, 9:26:30…  ecco alle 9:22 si sentono i dirigenti che gridano FERMI! FERMI, e si vedono gli agenti che inseguono le persone nel boschi,CE LO DICONO LE IMMAGINI. Petronzi il 5 luglio ha detto “non abbiamo inseguito quelli che scappavano sul piazzale”, poi nel controesame “non escludo l’inseguimento”. Gli inseguimenti ci sono stati, non so quanto sia rilevante, mi sembrava importante restituirvi il senso poi del comportamento in campo in quella giornata, comportamenti non appropriati anche tenuti dalla controparte. Poi i testi della difesa, definiti irrilevanti dai PM, che hanno dato uno spaccato sul movimento no tav e hanno raccontato questa vicenda.

Lanci devastanti, arrivavano da tutte le parti, paura e insicurezza (27 giugno)

Provo a dire due cose rapidissime: tutti i testi hanno insistito sul fatto che sono stati lanciati tantissimi lacrimogeni in modalità indiscriminate anche contro chi faceva le rirpese, Petronzi ha parlato di 280 ma è una sottostima se in due minuti ne ho contati 26, Acquaviva Mario parla di devastante lancio, Vittorio Bertola, altri, “paura e insicurezza”, “infinito numero di lacrimogeni sparati”, “arrivavano da tutte le parti”, “Infinito numero”, testi che convergono su un numero spropositato di lacrimogeni che incombono su gente che scappa, Paolo Ferrero riferisce anche di una telefonata con il prefetto, una pluralità di testi che dicono tutti la stessa cosa: inseguimenti, lanci di lacrimogeni verso il bosco, gente in condizioni precarie, stanno male, vomitano, sono in condizioni precarie (lambert e altri testi). Questo è il contributo che abbiamo dato come difensori alla ricostruzione storica, lacrimogeni che arrivano anche nella tenda del pronto soccorso, lo riferisce anche Lambert, il teste Abbà parla di furia dei poliziotti nel voler inseguire anche la gente nei boschi, insulti plurimi verso amministratori, alcuni agenti non ascoltavano gli ordini… C’è stato, successivamente, quell’ignobile episodio della distruzione delle tende nel campeggio, dove abbiamo trovato tende lacerate, devastate dalla furia di chi invece doveva custodire quel luogo (ci hanno anche urinato dentro).

L’avvocatura di Stato ritiene che nei boschi i lacrimogeni non sono arrivati e dice perché non l’abbiamo chiesto a Petronzi, ma io ho chiesto a Petronzi se aveva visto comportamenti poco ortodossi… le modalità di lancio le avete viste, i lacrimogeni andrebbero lanciati per fare spostare l’agente (per effetto del gas) e bisognerebbe anche vedere dove si lanciano, non come si è fatto nel piazzale.

Sul concorso di persone nel reato

Veniamo al 393 bis, il concorso di persone nel reato. Si tratta innanzitutto di puntualizzare e bilanciare quelli che sono gli interessi in campo, da un lato l’ordine pubblico e dall’altro un diritto tutelato, il diritto di riunione. Convenzione europea diritti dell’uomo, art. 11, noi dobbiamo confrontarci con quelle che sono le modalità possibili nel nostro ordinamento di interrompere una riunione, e allora il riferimento è a quello del TULPS che risente del clima in cui è stato emanato, è stato concepito negli anni ’30. Vediamo rapidamente i riferimenti normativi: l’articolo 22 del TU che dice che l’invito a sciogliere manifestazione o riunione dice che dev’essere fatto da un ufficiale.. art.24 deve essere in divisa con sciarpa tricolore, far precedere l’invito dalle parole “in nome della legge”. Art. 23 se l’invito rimane senza effetto vengono impartiti tre squilli di tromba che possono essere sostituiti da intimazioni verbale. Se le tre intimazioni sono senza effetto si procede con l’utilizzo della forza. L’art. 26 specifica che non si può operare la forza prima che il relativo ordine sia stato impartito dall’ufficiale. Sono norme obsolete ma hanno un senso specifico.

Perché questo protocollo? E perché sono di tassativa interpretazione? Perché è necessario che TUTTI i soggetti siano messi in condizione di capire cosa sta succedendo, perché in una manifestazione le aspirazioni, le pratiche, le idee, possono essere diversi, possono esserci manifestanti pacifici o non pacifici e allora devo adottare queste modalità altrimenti è illegittimo….  Tutto questo ha una rilevanza perché per quanto riguarda la zona del cancello dell’Avanà li’ c’è stata una comunicazione orale fatta con alcuni amministrativi e non certo con la totalità dei manifestanti presenti. Nella zona della barricata ancora meno, c’è stata quell’intimazione con la gente che grida “non si sente, non si capisce”, allora si può ragionare di 393 b?

(…) Pronuncia 140 del 1998 corte costituzionale :”Costruire l’arbitrarietà come un (…).

I rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione non devono risolversi in modo autoritario… la differenza tra i sistemi democratici e quelli totalitari sta proprio in questo

I rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione non devono risolversi in modo autoritario… la differenza tra i sistemi democratici e quelli totalitari sta proprio in questo, e si sviluppano orientamenti in cui sostanzialmente, la faccio breve, quali sono i due caposaldi ? Da un alto che il comportamento del pubblico ufficiale può essere ritenuto arbitrario sia perché illegittimo sia perché formalmente illegittimo ma condotto con modalità sconvenienti. (cita una sentenza del 2005, condotta villana, scorretta, sconveniente).

In queste vicende del 27 giugno e del 3 luglio noi abbiamo un piccolo campionario di comportamenti scorretti e sconvenienti, l’avvocatura sul punto ha interloquito dicendo “non siamo mica di fronte a una rissa tra tifosi, le fdo possono e devono utilizzare i lacrimogeni in determinate circostanze”, è vero ma il problema è la modalità, se sparo senza vedere dove vanno o li sparo ad altezza uomo, commetto un atto che in sé è legittimo ma è contemporaneamente sconveniente. Vi farei vedere un video delle due giornate con un campionario di condotte “scomode”… Un conto è la legittimità dell’atto, un conto è un atto legittimo ma condotto con modalità scorrette…

Scorrono ancora le immagini e vengono mostrati altri istanti “scorretti”, uso non corretto del manganello, calci…

La questione del CONCORSO DI PERSONE NEL REATO. Noi sappiamo che nel nostro ordinamento la responsabilità a titolo di concorso si incardina su un modello di tipizzazione, è necessario aver fornito un contributo causale rilevante … è una soluzione legislativa che il codice Rocco ha adottato.. in Germania si distingue tra correità e partecipazione e si distingue tra partecipazione e agevolazione.

(…)

Mi interessa segnalarvi il dibattito sul paradigma della causalità, causalità equivalente, disposta dal nostro codice sostanziale, di fronte a fenomeni variegati e molto più articolati che spesso non entrano in questo perimetro che appare stretto. Certe condotte possono sfuggire ad un nesso causale ma essere tuttavia sanzionabili. (….)

La Cassazione ha detto cose molto diverse tra di loro, ha detto tutto e il contrario di tutto, abbiamo sentenze , sui terreni dell’agevolazione e del concorso morale e sulla presenza non casuale sul luogo del reato, parla di possibile concorso quando l’autore materiale abbia tratto maggior senso di sicurezza o stimolo all’azione.. o addirittura quando abbia palesato una chiara adesione morale all’azione illecita altrui. In qualche modo a volte la valutazione dell’ambito concorsuale dei singoli concorrenti viene riferita ad una valutazione ipotetica ed ex-ante perché è difficile stabilire i nessi psicologici tra due possibili concorrenti… dobbiamo valutare se quella condotta possa avere in qualche modo favorito il concorrente  a portare avanti l’attività.

Cita l’articolo “concorso di persone e dogma causale

Il PM dice che l’apporto causale può essere fornito anche solo rimanendo sul luogo , rafforzando la condotta altrui senza commettere direttamente l’azione tipica. Ma la Cassazione ci dice che queste modalità di rafforzamento devono essere enucleate e provate, e non valutate con una prognosi prossima, ex ante.
Il PM dice “non ci troviamo di fronte a concorsi morali ma concorsi materiali, in alcuni fragenti è stato evidente che l’azione violenta era stata concertata…” e ancora ” possiamo pensare che fosse improvvisazione? Saremmo ingenui , c’è stato travisamento, preparazione, ecc… gli stessi dicono che sapevano che sarebbero arrivati, i testi dicono che volevano fare resistenza passiva, abbiamo visto che cos’era la loro resistenza passiva”, dice sempre il pm.

L’organizzazione c’è stata, ma sempre per la resistenza e non per attacchi violenti.  Il PM sposta il tiro sulla questione delle lesioni dicendo che gli scontri dimostrano che a monte c’ la preventiva accettazione degli esiti lesivi… allora è superfluo andare ad individuare il singolo oggetto che ha colpito l’agente o il singolo manifestante che ha colpito l’agente, tutti i manifestanti devono rispondere di qualsiasi lesione”. Ma qui c’è confusione, un conto è il dolo diretto se c’è organizzazione, ma rispetto alla prevedibilità c’è un reato diverso… la collega di LTF dice “io posso ignorare il fatto di non sapere chi è il lanciatore ma occorre concentrarsi sull’unitarietà del fatto collettivo, così insegna la Cassazione”…. e cita il previo concerto di cui ha già parlato il PM. In più aggiunge che tutti hanno agito con rafforzamento specifico, e con dolo… la strategia era preorganizzata la sera prima, fa riferimento alla scelta di non aderire all’invito allo sgombero e allora la giurisprudenza dice che c’è la prova di dolo diretto previo concerto collettivo, e rafforzamento della condotta altrui.

“Ma allora tutte le persone presenti quel giorno avrebbero dovuto essere imputate in questo processo!”

Allora le due questioni che vanno trattate sono…. ovviamente la questione del concorso si pone per tutti coloro che non hanno commesso un’azione, ildiscorso lesioni è più delicato. I due terreni sono questi. Da un lato la valutazione di quelle condotte che non sono che atti di resistenza, dall’altro le condotte cui seguono lesioni ma noi non abbiamo nessuna prova che il lancio di oggetto colpisca il soggetto B che si trova di sotto, non sappiamo quali sono i soggetti che hanno colpito le fdo, come facciamo a giungere a profili di responsabilità penale in assenza della prova che il lancio che hanno fatto ha raggiunto un poliziotto? Tutto si supera se noi ragioniamo in termini generali, e non specificatamente sulle singole condotte, ma allora tutte le persone presenti quel giorno avrebbero dovuto essere imputate in questo processo, allora la mera presenza con quelle modalità non consente ancora di dire che c’è concorso, il previo concerto riguarda le singole posizioni ma non certo con quell’armamentario posto in campo, le barricate, le barriere, etc,perché in quel caso gli imputati dovrebbero essere due o tremila, mentre invece mi pare evidente la responsabilità delle condotte violente.

Non c’è premeditazione, le lesioni avvengono nel momento in cui la polizia alle 9:05 esce dalla galleria e tentano di conquistare il terrapieno. L’iniziativa che i manifestanti prendono nei confronti delle fdo è estemporanea, non concordata, lo si vede dal fatto che si vedono raccogliere sassi ma non si può spalmare su tutti i presenti…

(…) Noi dobbiamo ragionare su quelle condotte e capire se.. nel momento in cui vengono lanciati quei sassi il soggetto A si trovava li’ o era in un’altra zona? Selezione in chiave di localizzazione e cronologica…  Noi possiamo riferire che rinforzavano o agevolavano l’intenzione di quelli che lanciavano i sassi solo se  si trovavano li’. I PM hanno tentato un’operazione di questo tipo ma secondo me hanno equivocato straordinariamente.. Tobia alle 8;23:25 si trova nell’altra zona dell’autostrada, in quel piccolo dirupo al di sotto della Torino  Bardonecchia, ebbene vedremo dettagliatamente qual era la condotta attribuita ad Imperato, ma alle 9:05  è in tutt’altra zona.. dobbiamo enucleare questo convincimento con elementi più convincenti. Vediamo cosa dice la Cassazione sul punto…. il paradigma causale, affermare la responsabilità penale individuale… contributo atipico… non esime il giudice dall’obbligo di motivare e spiegare esattamente perché quella condotta atipica è servita ad agevolare o rafforzare l’autore del reato. Bisogna rappresentarsi l’evento del reato e partecipare esprimendo una volontà criminosa uguale a quella dell’autore del reato.

Cito la sentenza Manino, ci sono alcuni passaggi rilevanti che consentono di dire che la Cassazione a sezioni unite ha ripudiato con argomentazioni importanti che vi risparmio anche se avrei voluto leggerle, le troverete nella mia memoria, quello che è importante è che la cassazione ha ribadito l’importanza di un contributo eziologico, ha richiesto che la valutazione venisse fatta con giudizio controfattuale, ha escluso la possibilità di introdurre la teoria di aumento dei rischio e ha detto che non si può utilizzare surrettiziamente la causalità psichicica… se c’è stato un rafforzamento, in sintesi, questo va provato sulla base di specifiche condotte.

Scendiamo sul concreto, nella memoria troverete ulteriori citazioni,un politologo statunitense… ora vorrei provare a scendere sul concreto sull’armamentario giuridico, l’impalcatura cui dobbiamo riferirci Per quanto concerne il reato di lesioni noi non sappiamo chi abbia lanciato il sasso colpendo l’agente caio. Come possiamo passare alla responsabilità a titolo di concorso? I modelli sono diversi, quello cavalcato dalla pubblica accusa è dolo diretto… ma non c’è la prova che tizio abbiamo colpito caio.. possiamo sostenerlo se c’è un’organizzazione preventiva ma non c’è in questo caso modo di entrare in questo quadro. Quella del 116 è l’ipotesi del concorrente che commette un reato più grave, due persone concordano un reato, ne viene commesso uno ulteriore, che viene richiamato nell’alveo del concorso atipico perchè poteva essere preventivamente supposto dal soggetto che ha commesso il reato concordato.

Si tratta di ragionare sul piano concreto… se tizio, caio, sempronio lanciano sassi contro le fdo, non si sa dove finiscano i sassi ma la polizia riceve da qualcuno dei sassi, quella condotta di resistenza consentiva di prevedere lo sviluppo successivo, quindi era uno sviluppo prevedibile che lanciare dei sassi dal terrapieno avrebbe avuto come logico sviluppo prevedibile che qualcuno dei sassi avrebbe potuto colpire gli agenti sotto, quindi concorso anomalo.

Il ragionamento di dire “ma qui è stato previsto, non solo PREVEDIBILE”, tornerebbe se fossimo di fronte ad un reato come da 110, ma qui ragioniamo su un’ipotesi diversa, il soggetto non ha offerto nessun contributo causale alla realizzazione del reato. Se A e B tirano pietre e la pietra che colpisce il poliziotto l’ha mandata B ma noi mandiamo a processo A noi non possiamo dire che A risponde della pietra lanciata da B. Il fatto che io l’avessi previsto e voluto ha un senso nel momento in cui io dò un contributo a quel reato, allora possiamo ragionare solo in chiave di 116, al più. C’è una sentenza di cassazione 25446, rispetto al 116 in riferimento al reato commesso oltre quello non concordato.  (…)

Al più possiamo ragionare sul concorso anomalo, ma dopo quest’ultima sentenza della cassazione neanche questo possiamo dire.  (…)

L’assunto del PM, “Tutti hanno concordato tutto”, non sta in piedi.

Potreste recuperare l’assunto del PM “tutti hanno concordato tutto” ma è un assunto che non sta in piedi. Arrivo ai miei assistiti. Avossa viene individuata in una delle due fanciulle che lancia alle 8:50:06, non si vede il lancio fatto dalla presunta Avossa ma dalla presunta Cecur. Utilizzerò le slide che la procura ha usato nella discussione. Qui ci sono una serie di fotografie…. prima domanda è contro chi lancia questi sassi? Il filmato ci restituisce come sono andate le cose, 8:50:06, la polizia entre alle 9:05 quindi quelle pietre vengono lanciate contro la pinza che sta frantumando l’autostrada.

Ci dicono che avrebbero riconosciuto Avossa perché ad un certo punto avrebbe abbassato il sottocasco, e/o avrebbe tolto il casco,  ma ci sono discrepanze nelle loro testimonianze rispetto a quanto riportato nelle annotazioni. C’è poi il teste Lazzarini che dice che non aveva con sé nessun casco, due dei suoi testi ci dicono che poco prima di questa vicenda Avossa si stava recando in un’altra zona che non era quella…. certo si può ipotizzare che Avossa ci abbia ripensato, ma la loro testimonianza ci offre una traccia importante, anche se non dirimente. Poi la questione identificazione, entrambi i consulenti dicono che quella non è Avossa, ragionando sul taglio delle sopracciglia, poi sulla statura e qui credo si veda chiaramente…  Il consulente parla poi di una piega, un’imperfezione cutanea, una cicatrice che Avossa non ha. Il PM chiede una corrispondenza su 25 tratti facciali ma qui abbiamo tratti ridotti, tuttavia siamo di fronte a una comparazione di elementi specifici e caratterizzanti. La Pedrotta parla anche di variazioni di età.. e ha rilevato che le fotografie prodotte sono distanti nel tempo ma non è cosi’ , la comparazione è stata fatta con fotografie del 2006, del 2001 e sempre del 2011, fino al 2013, e si vede che Avossa sostanzialmente non ha mai cambiato la fisionomia del viso e le caratteristiche delle palpebre. Si dice poi che l’alterazione della palpebra potrebbe essere dovuta al fatto che si è grattata gli occhi ma in quel momento nella zona della barricata non sono ancora avvenuti i lanci di lacrimogeni, quindi è un’affermazione sbagliata, doppiamente sbagliata, perché se ci fosse un ispessimento della parte inferiore dovrebbe esserci anche della parte superiore. C’è poi la cicatrice, che Avossa non ha e che consente di dire che quel soggetto non è Avossa. Io ho un’intimissima sicurezza che non sia Avossa, ho un segreto professionale e non posso andare oltre…. ma si vede bene nella foto che c’è in basso, quella fotografia che Avossa non ha, la differenza è sensibile, quella non è AVOSSA, io smetto di fare l’avvocato se quella è AVOSSA…. e chiedo agli altri avvocati di fare la stessa cosa. E’ curioso che queste domande non se le faccia la pubblica accusa che avrebbe invece il dovere di porsele..

[segue trascrizione di Eleonora Forno]

Ore 11.30 Novaro dice che molto ha disquisito la Pedrotta sul fatto che si nega pur rivendicando la propria partecipazione ai fatti. Pare invece normale la cosa, e così ha fatto l’imputata. Il capo d’imputazione di Avossa parla di minacce violente a pubblico ufficiale, ma quando si va a dettagliare si parla invece di minacce agli operai, è diverso. Gli operai non sono incaricati di pubblico servizio. Anche i lanci dall’estintore di altri imputati, stesso discorso.
Inoltre, sostiene l’avvocato:
“non è un messaggio verbale da un soggetto ad un altro prova di istigazione. Chiedo quindi l’assoluzione per Avossa e anche per Maniero su questo capo d’imputazione… lo stesso per per l’art.5, sanzione aumentata nel corso degli anni…Per quanto riguarda il danneggiamento caterpillar, difficile contestarlo all’imputata Avossa…”
Imputato Tobia Imperato: l’avv. Novaro mostra fotogrammi e 2 filmati che provano da più punti quanto fosse scoscesa l’area e come in quei momenti l’amministratore Galliano prima interloquisca e poi cada per terra, così come Imperato precipita all’indietro: le immagini non sono particolarmente chiare ma si vede un interfaccia tra Imperato e un poliziotto, e immediatamente dopo Imperato cade. Il teste Galliano ha reso testimonianza di non avere visto gesti di aggressione, e ha parlato di “reciproco sostegno”. Non bastano foto confuse per parlare di lesioni resistenza e i capi imputati a Imperato. Imperato nella sua deposizione parla di volontà di arrestare avanzata FFOO, di resistenza non violenta e nel merito di non ricordare precisamente ma di essersi probabilmente attaccato al poliziotto, certo di non avere compiuto azioni violente e certo di essere scivolato. Anche per la cronologia delle lesioni degli agenti, avvenute in altro ambito e in altro orario, Imperato non c’entra niente, che la Procura non si sia fatta domande stupisce veramente. Che Imperato fosse anarchico ci interessa poco.
L’avv. passa alla testimonianza di Bindi Jacopo, che ha detto di aver vissuto i fatti come atto di prevaricazione. Vengono visionati foto prese dall’elicottero che provano quanto fosse convulsa e caotica la situazione, intorno alle 9:08 dopo che la polizia è uscita verso le 9:05.
Si vede la barricata e importante è sapere che la gente che era lì era già stata colpita dai lacrimogeni tirati una decina di minuti prima. Inoltre non c’è la prova che la pietra che aveva in mano l’abbia poi tirata effettivamente: è un’ipotesi, probabile o meno, non abbiamo prove che Bindi abbia lanciato quella pietra. Per quanto riguarda l’istigazione verso gli altri, Bindi la nega nella sua testimonianza: ognuno pensava a sé e faceva quel che riteneva giusto. Chiedo l’assoluzione-
Imputato Maniero: identificato e accusato dai fotogrammi di avere in mano specie di asta ricurva, specie di bastone ed estintore. In testimonianza ha detto di aver usato spruzzo di estintore senza lanciarlo. Di avere usato i bastoni per tirare giù le reti, nessuna prova l’abbia lanciato, così l’asta e i danneggiamento bulldozer:
“Chiedo quindi l’assoluzione almeno per 3 dei capi d’imputazione, ma anche per il 4 che è il bulldozer”.
L’avv. Novaro prosegue dichiarando di voler parlare delle
“intemperanze verbali che ci sono state in aula. Mi sembra discutibile l’atteggiamento della Procura, come nel caso di Alberto Perino o di Ilaria Lisi la ragazza manganellata… E mi sembra curioso l’assenza di responsabilità rilevata, mentre l’attenzione scattava in caso contrario. “
Novaro chiede le attenuanti generiche perché è evidente che chiedere pene superiori ai 3 anni è fuori tempo e luogo, e accenna al clima del fascismo e della prima costituzione della repubblica. Gli umori pubblici cambiano, e cita le persone morte nel canale di Sicilia.
Cita diversi articoli della Costituzione che difendono valori che sono alla base del Movimento Notav, e parla di convinzione profonda di chi manifestò. Fa presente i dati del movimento e di RFI, rete ferroviaria italiana, che dimostra scarsi passaggi, quindi inutilità alta velocità. Parla dei costi: i 26 miliardi ora discussi da Corte Conti francesi; del costo a km a confronto con la Francia: un’opera dispensiosa e inutile. Ma non è solo questo. Ci sono i rischi per la saluta: uranio amianto polveri sottili, il prosciugamento falde idriche.
Si richiama anche ad attenuante della provocazione, dato il comportamento delle FFOO, che è un indirizzo consolidato a differenza di quanto detto dalla Pm.
Le pene richieste, come quella per Avossa, sono strabilianti, a parte il fatto che non ha fatto niente. Anche il discorso della recidiva va rimodulata, è sproporzionata. Il pm aveva detto che chi avesse riconosciuto la sua responsabilità avrebbe avuto riduzioni di pena, cosa non avvenuta nonostante l’ammissione dell’imputato.
Per le richieste di parte civile, fa rilevare la differenza tra prognosi, di cui si argomenterà in seguito. Parla delle richieste dell’Avvocatura: “perchè non chiedono un miliardo? Non si può sparare le cifre a caso”. Che danno hanno avuto?
Richieste SAP, il sindacato, quello che applaude gli assassini di un ragazzo – ripete 2 volte l’avvocato – si deve preoccupare per la sua immagine di ben altro. Per quanto riguarda la cifra richiesta, su che base? Visto che non ci sono prove. Quale il criterio di quantificazione cifre?
…“credo sia sgradevole quello che sto per dire. La partecipazione delle parti civili è stata sobria, oggi non ci sono. Non hanno fatto nulla in questo processo e chiedono cifre enormi”
In conclusione, cita le parole di Fissore: “sapevamo che stavamo difendendo la nostra terra, e tutto il paese, perché buttare miliardi su quest’opera è criminale”.
Non si tratta quindi di violenze di pochi scalmanati, senza collocare nel contesto il ragionamento sul perché sono stati tirati dei sassi e si è manifestato.
L’avv. cita inoltre a questo proposito una testimonianza dalla Palestina sulle ragioni e le reazioni degli offesi.

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Ore 12:25 l’avv. Ghia fa presente che per la propria difesa i 30 minuti ancora disponibili, causa improrogabile impegno di uno dei giudici annunciato a inizio udienza, non sono sufficienti. Botta e risposta tra accusa e difesa, gli avvocati chiedono più rispetto per il loro lavoro..  termina l’udienza, la prossima è il 4 novembre, con Ghia, Bertone, Rasulo.

Simonetta Zandiri

I SOLDI DEVONO GIRARE NELL’ECONOMIA REALE E NON TRA LE BANCHE PER PERMETTERGLI DI SPECULARE ANCORA!!

ahhhh che si sia capito che i QE di cui tanto gli Usa invocano l’uso anche in Ue e che la Germania (perndendosi attacchi infondati) ripudia servono solo alle banche?

I soldi devono girare nell’economia reale

Andrea Colletti – Deputato del M5S

“Vi ricordate le operazioni del 2011 dove le banche hanno ricevuto 1.000 miliardi dalla BCE a tassi vicini allo 1% e con i quali hanno comperato titoli di stato facendo utili a palate con i BTP al 6/7% di rendimento senza rischiare nulla? Bene, la BCE durante l’estate, dopo quasi 6 anni di crisi, disoccupazione record ed inflazione quasi piatta, si è resa conto della necessità di erogare denaro all’economia reale.

Il 3 Luglio la BCE ha annunciato in maniera trionfale le nuove operazioni definendone la quantità, circa 1.000 miliardi, e le modalità di erogazione. Draghi con vigore e sicurezza dichiarava: “le banche private che riceveranno questi soldi saranno obbligate a prestarli all’economia reale”. Mentre tutti osannavano le nuove operazioni e il presidente della BCE, i nostri portavoce studiavano attentamente il documento tecnico di attuazione, scoprendo purtroppo che al suo interno non era previsto nessun obbligo concreto di prestito da parte delle banche verso l’economia reale.

Le banche private avranno quindi la possibilità di ottenere finanziamenti a lungo termine ad un tasso dello 0,15% annuo e per minimo 2 anni, e con questi soldi potranno fare quello che vogliono: speculare sui titoli di stato, sui derivati, sul mercato azionario, ecc. Nelle varie audizioni di Draghi al Parlamento europeo i nostri portavoce – fra cui Marco Valli che vedete nel video – gli hanno chiesto più volte di chiarire ai cittadini la faccenda, ma a voce il presidente ha sempre cercato di sviare il discorso, dicendo l’ultima volta “io faccio l’interesse dei cittadini e non degli amici della City e Wall Street” (guardate il VIDEO!).

Stanchi di questo atteggiamento, i nostri ragazzi in parlamento hanno fatto un’interrogazione diretta alla BCE con obbligo di risposta scritta, per smascherare l’inganno. La risposta è arrivata (http://buff.ly/1xzhJ05). Il presidente Mario Draghi, incalzato, non ha potuto girare intorno alle domande e ha ammesso che le banche potrebbero comperare titoli di stato con questi soldi e che non esistono di fatto obblighi concreti di destinazione. Alcuni media hanno ripreso la notizia, OMETTENDO tuttavia di citare il fatto che fosse grazie al M5S che la verità era venuta a galla.

Chiederemo ora a Draghi se ritiene giusto continuare a prestare soldi a tassi dello 0,15% alle banche private per ingrassare le tasche dei top manager e dei loro azionisti mentre cittadini e imprese in difficoltà devono morire, affidarsi agli strozzini o, quando sono fortunati, pagare tassi di interesse molto più alti. Avrà il coraggio di dirci la verità?”

https://www.facebook.com/video.php?v=597817537011134

I nuovi poveri sono gli autonomi a partita Iva

Roberto Ciccarelli
http://ilmanifesto.info/storia/i-nuovi-poveri-sono-gli-autonomi-a-partita-iva/

Senza diritti alla malat­tia o al soste­gno al red­dito, non avranno una pen­sione. Ma i loro con­tri­buti finan­ziano il Wel­fare degli altri lavo­ra­tori. I dati dell’Osservatorio XX mag­gio su para­su­bor­di­nati e pro­fes­sio­ni­sti iscritti alla gestione sepa­rata dell’Inps descri­vono l’esistenza del nuovo pro­le­ta­riato in Italia

Il ritratto dei nuovi poveri a par­tita Iva lo ha fatto ieri l’Osservatorio dei lavori dell’associazione 20 mag­gio pre­sen­tando a Roma il terzo rap­porto sui dati della gestione sepa­rata dell’Inps. Anche con l’entrata in vigore delle regole della delega sul lavoro, in discus­sione in par­la­mento, su mille euro gua­da­gnati ad un auto­nomo reste­ranno in tasca 515 euro con­tro i 903 di un lavo­ra­tore dipen­dente. Gli iscritti a que­sta cassa dell’Inps hanno un com­penso lordo medio di 18.640 euro, un red­dito netto da 8.670 euro annui per 723 euro mensili.

Par­liamo di un pro­le­ta­riato a tutti gli effetti che non ha diritto alle tutele uni­ver­sali con­tro la malat­tia e versa con­tri­buti per una pen­sione (oggi il 27% del red­dito, il 33% entro il 2019), ma rischia di non avere una pen­sione. I suoi con­tri­buti ser­vono oggi a coprire i debiti delle altre gestioni Inps, quella dei diri­genti ad esem­pio. Que­sti lavo­ra­tori non hanno diritto agli ammor­tiz­za­tori sociali ma con i loro com­pensi pro­du­cono un Pil pari a 24 miliardi e assi­cu­rano all’Inps un get­tito di 5 miliardi e 805 milioni annui. Que­sti dati dimo­strano che i pre­cari finan­ziano il Wel­fare senza avere nulla in cam­bio. Al danno si aggiunge dun­que la beffa. E i red­diti restano molto bassi: 10.128 euro annui per i con­tratti a pro­getto, ad esem­pio i call center.

Bassi anche i com­pensi per i dot­tori di ricerca all’università (13.834 euro lordi) o per i medici spe­cia­liz­zandi (18.746 lordi). Per i gior­na­li­sti free­lance appena 9 mila all’anno. Le donne tra i 40 e i 49 anni sono le più pena­liz­zate: gua­da­gnano 11.689 euro in meno all’anno rispetto agli uomini.

La crisi ha aumen­tato la disoc­cu­pa­zione. Nell’ultimo anno sono stati persi 166.867 occu­pati, i col­la­bo­ra­tori a pro­getto sono dimi­nuiti di 322.101 unità dal 2007 al 2013, e nel solo 2012 sono pas­sati da 647.691 a 502.834, con una fles­sione di ben 145 mila unità. Un con­tri­buto deter­mi­nante è stato for­nito dalla riforma For­nero che ha impo­sto l’introduzione dei minimi tabel­lari dei dipen­denti. Que­sto ha pro­dotto un esodo verso il lavoro nero, le «false par­tite Iva» o la disoccupazione.

Acca­drà qual­cosa di diverso con Renzi? Per i para­su­bor­di­nati iscritti alla gestione sepa­rata no. Lo sgra­vio pre­vi­sto dalla legge di sta­bi­lità per le assun­zioni a tempo inde­ter­mi­nato (con un mas­si­male fis­sato a 6200 euro) non ren­derà «più com­pe­ti­tivi» que­sti con­tratti rispetto ai lavori dove i com­pensi minimi non sono rego­lati da accordi col­let­tivi. Per le imprese sarà sem­pre più con­ve­niente assu­mere un pre­ca­rio per poi non rin­no­var­gli il con­tratto. Il pro­blema non verrà risolto nem­meno dal sala­rio minimo ipo­tiz­zato nella Delega per­ché non può essere appli­cato nella plu­ra­lità dei set­tori del lavoro para­su­bor­di­nato e tanto meno in quello auto­nomo a par­tita Iva.

C’è anzi il rischio che, con il per­du­rare della crisi e con la con­fu­sione del governo det­tata da una scarsa cono­scenza delle forme del lavoro, il sala­rio minimo diventi il mas­simo che le aziende pagano. La strada potrebbe essere quella di sta­bi­lire un equo com­penso per le par­tite Iva indi­vi­duali per evi­tare che il Jobs Act le spinga verso il lavoro nero o l’inoccupazione. Per l’Associazione 20 mag­gio la solu­zione sarebbe quella di ricon­durre gli «ati­pici» nella con­trat­ta­zione col­let­tiva, un’opzione fin’ora tra­scu­rata dai sin­da­cati. Resta da capire la situa­zione di coloro che non pos­sono, o non vogliono, diven­tare dipen­denti. Ver­ranno lasciati al loro destino di esuli invo­lon­tari, oppure si pos­sono imma­gi­nare forme di tutele uni­ver­sali o un red­dito di base?  

Keynes non Era Mica tanto De sinistra

Da quando sono bambino sento fare convegni e scrivere libri e articoli intitolati “Marx, Keynes e il…” implicando che Marx e Keynes siano simili o complementari o compatibili tra loro. Credo che esistano migliaia di articoli, libri e convegni intitolati “Marx e Keynes”

Peccato solo che Keynes ritenesse Marx un pensatore privo di qualunque valore, che dicesse che leggerlo fosse solo una perdita di tempo, tanto è vero che in tutta la sua vasta produzione non si è mai degnato di prenderlo in considerazione. Se leggi qualunque biografia di Keynes ci sono tutte le lettere a Shaw o Russell o Sraffa e tutti gli altri a Cambridge che trovavano Marx importante per cui assillavano il povero Keynes incitandolo a studiare Marx. E il nostro John rispondeva sempre “… mi sono sforzato ancora una volta visto che me lo chiedevi tanto di leggere qualcosa d’altro di Marx, ma continuo a non capire cosa ci trovi…”

Viceversa Keynes trattava con rispetto la visione politica di Hayek, il padre del “liberalismo puro”, benchè sulla teoria monetaria e macro avessero polemizzato aspramente. Ci sono le lettere di Keynes a Hayek del 1946 quando uscì il famoso libro di Hayek contro il comunismo “The Road to Serfdom” in cui il nostro John Maynard lo loda e dice che è in gran parte accordo con Hayek nella sua critica dell’economia pianificata socialista
Se leggi gli intellettuali italiani sembrerebbe che Keynes era una para-socialista avverso al liberalismo e un alleato di Marx nella storia del pensiero…quando in realtà Keynes disprezzava Marx come qualcuno che non che valeva nemmeno la pena di leggere e viceversa era in molte cose d’accordo con il bau bau degli intellettuali di sinistra italiani, “il cattivo” Frederik von Hayek

Keynes era un personaggio eclettico come si suol dire, cioè difficile da definire, ma una cosa è abbastanza certa: che non era “de sinistra” nell’accezione solita del termine: era per un maggiore intervento dello stato nell’economia e per reprimere la rendita finanziaria. Ma era anti-comunista, non era affatto socialista e nemmeno laburista, era anche protezionista (dal 1937 in poi), abbastanza nazionalista ed era persino presidente della società di Eugenetica.

Se metti assieme queste cose, interventismo dello stato nell’economia per sostenere la domanda e dare sussidi, repressione della rendita finanziaria e degli interessi, protezionismo, un certo nazionalismo (britannico), un tocco di eugenetica…. avresti oggi… forse la Lega o la LePen…

http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=6057&reply_id=123568794&topicGroupID=1

QUELL’INUTILE DIFESA DI (QUESTO) LAVORO NOVECENTESCO

Postato il Martedì, 28 ottobre

Maurizio Landini si batte come un leone, bisogna ammetterlo. Con capacità e convinzione. E con efficacia mediatica fuori dal comune. Non come la moscissima Camusso, praticamente incapace di suscitare la benché minima scintilla in chicchessia tanto in piazza quanto, soprattutto, in televisione.
Landini invece il suo mestiere lo sa fare benissimo. Il punto è che si tratta di un mestiere in rottamazione, tanto quello del lavoratore. Che quasi non c’è più.

Beninteso, la Fiom riguarda i metalmeccanici, e il suo primo esponente fa il suo mestiere, sempre attento a non sgarrare di un millimetro rispetto al suo mandato (anche se sono in molti, ad augurarselo, nella classe lavoratrice, sperando in quel “Partito Landini” di cui si parla sempre più insistentemente). La difesa dei metalmeccanici da parte della Fiom è certamente più evidente rispetto a quella dei sindacati di qualsiasi altro settore lavorativo. E Landini si guarda bene, come è giusto che sia, dal far percepire con nettezza il successivo passo politico che pure molti si aspettano.

Senonché ad ascoltarlo, cercando di ragionare più a fondo del particolare nel pure quale si cimenta, si è facilmente preda dello sconforto. Perché se da una parte ci sono le sacrosante rivendicazioni degli operai, e dall’altra quelle rapaci delle industrie che delocalizzano e riducono la forza lavoro per aumentare i profitti e i dividendi degli azionisti, sopra ogni altra cosa è con il mondo che ci troviamo di fronte che tanto gli uni quanto gli altri si devono confrontare. E quel mondo ci dice – da tempo – che è proprio il lavoro a essere agli sgoccioli. Soprattutto quel lavoro manuale che appare oggi la contesa della scontro.

È almeno un decennio ormai che le “fabbriche” non producono utili in modo persistente, che i lavoratori vengono emarginati e resi più poveri e che la spirale discendente di quel sistema, in altri tempi si sarebbe detto del fordismo, si avvita sempre più indistricabilmente su se stessa.

Oggi dove ci sono i macchinari, gli investimenti materiali e la necessità della forza lavoro ci sono i debiti. Dove nel business regna il virtuale e la finanza, dunque nulla di materiale, ci sono gli utili. Tanto che gli imprenditori che possono quanto meno diversificano i propri settori di intervento smantellando il più possibile il regno materiale per lanciarsi nella speculazione di quello virtuale.

Così da una parte abbiamo governi (e quello di Renzi ne è un fulgido esempio) che operano per facilitare tale smantellamento, e dall’altra i lavoratori di una classe in via di estinzione che combattono per perdere meno terreno possibile, ma sopra a tutto c’è l’inesorabile cambiamento del mondo del lavoro e della produzione nel suo complesso che non lascia scampo a battaglie di sorta. Perché il risultato finale è già scritto nella pietra.

Per intenderci: non è licenziando i lavoratori che si può indurre le fabbriche a produrre di più e non è lottando per tenere un posto di lavoro in più che si può arginare l’emorragia di senso e il funzionamento di una società dei consumi in decadenza irreversibile. Naturalmente è superfluo sottolineare che una società che licenzia e precarizza pone le basi per la sua assoluta impossibilità di riprendere a funzionare, altro che ripresa.

Il labirinto di inutilità all’interno del quale si muove l’attuale diatriba sul lavoro ha come unico effetto, pertanto, quello di non lasciare tempo né spazio mentale per cercare di immaginare come potrebbe essere quella “nuova società”, quel “nuovo paradigma” che è invece indispensabile inventare, tentare, sperimentare e promuovere. Così il tutto si risolve in una classe lavoratrice asserragliata in trincea, la quale perde terreno passo passo inesorabilmente, e la classe imprenditoriale di vecchio stampo che avanza: sul deserto. Perché se è vero che i lavoratori diventano sempre più schiavi, è vero altresì che qualunque industriale i suoi prodotti, realizzati a costi inferiori quanto si vuole, con lavoratori-schiavi quanto si riesce, a qualcuno dovrà pur venderli, poi. E vendere nel deserto non è certo possibile.

Landini, per tornare a chi più di altri appare in grado di proporre qualcosa che valga la pena di essere ascoltata, ci prova. Ma in una direzione che non porta da nessuna parte. Perché posto che il sistema della merce è agli sgoccioli, di lavoro, di occupazioni, la nostra società ha e avrà comunque bisogno. Ed è di nuovi lavori, di nuove occupazioni (cioè di una nuova società) che è indispensabile discutere, non di come trattenere i lavoratori all’interno di un sistema che ha già ampiamente dimostrato di non riuscire più a funzionare.

Un solo esempio: che senso ha continuare a lottare per 200 o 500 posti di lavoro in più o in meno in una fabbrica di automobili che nessuno vuole più e neanche riesce a comperare ove ancora le volesse? Non sarebbe forse il caso di lottare affinché gli stabilimenti che una volta producevano automobili oggi si convertano nel produrre qualcosa di cui oggi c’è (e ci sarà) effettivo bisogno?

Di materia e di oggetti, di meccanismi e di tecnologia, a meno di ritornare all’età della pietra, nel mondo ci sarà sempre bisogno. Anche Leonardo era ingegnere e meccanico. Il punto è capire su quale settore valga la pena puntare. Quale sia necessario portare avanti. Quale sia indispensabile inventare del tutto. E quale vada abbandonato.

Non è di un nuovo modello di automobile che abbiamo bisogno. O di un nuovo telefonino o di un televisore a 4 o 5D, ma di servizi e opere che magari puntino al recupero, alla messa in sicurezza dell’esistente, alla riduzione dei consumi, degli sprechi e degli scarti. Non abbiamo bisogno di aggrapparci all’ultima catena di montaggio che produce marmitte per automobili che poi restano invendute. Bisognerebbe riconvertire i lavoratori in occupazioni delle quali c’è realmente bisogno. Solo al caso italiano abbiamo un Paese che crolla pezzo a pezzo dal punto di vista idrogeologico, abbiamo un Paese che cade in frantumi dal punto di vista urbanistico e che dipende energeticamente dagli altri. E che accumula scorie che nessuno ha ancora trovato il modo di eliminare e soprattutto di non produrre.

È un Paese, il nostro, che potrebbe sopravvivere quasi solo di vento e di sole, e di turismo quasi in ogni borgo. E allora è nell’energia che non produce scorie che le “industrie” dovrebbero investire, e nelle tecnologie che potrebbero usufruirne. È nel ripristino di strade e collegamenti per far raggiungere ai turisti i posti più incantevoli (disseminati ovunque) che si dovrebbe puntare. Non esiste quasi altro Paese al mondo dove vi sia una così alta concentrazione di paesaggi, di cultura, di storia, dove vi sia clima tanto favorevole e cultura alimentare che tutto il mondo ci invidiano, dove in luogo di puntare ancora a testa bassa al mondo delle merci sia invece possibile virare decisamente verso un futuro con meno oggetti ma con più servizi funzionanti, con più bellezza, con più benessere. Non parliamo naturalmente di cementificazione, quanto di riqualificazione dell’esistente. Che è enorme e ha altissimo valore. Attraverso il quale fare dell’ospitalità e del buon vivere la occupazione non alienante, non inquinante e non distruttiva per dare un lavoro a tutti.

Ma questo necessita di visione, di prospettiva e di volontà. Tutti aspetti dei quali la nostra classe di intellettuali, di imprenditori e di politici appare del tutto priva.

Valerio Lo Monaco

Fonte: www.ilribelle.com

Link: http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2014/10/28/quellinutile-difesa-di-questo-lavoro-novecentesco.html

28.10.2014

Commissione inchiesta TAV: il PD voterà a favore oppure è solo un ridicolo teatrino delle parti?

Dopo la folgorazione sulla via di Damasco del sen. Esposito (PD) che finalmente apre gli occhi sui costi ed i balletti delle cifre sulla Nuova Linea Torino – Lione ci aspettiamo ora che alle parole anche di Civati e Frantoianni seguano chiarezza e volontà di andare a fondo delle questioni.

E’ incardinato presso l’8a Commissione al Senato il DDL a mia prima firma che istituisce una Commissione di inchiesta parlamentare sul TAV avente anche ad oggetto (all’art. 1 lettera a) i costi dell’opera, l’entità di quelli già sostenuti e di quelli ancora da sostenere a carico del bilancio dello Stato e ciò anche al fine di verificare l’esistenza di oneri occulti o illeciti lievitazioni in corso d’opera.

Il PD, per il momento, ci ha fatto capire di non gradire il testo ma ci auguriamo che questo cambio di rotta, questa presa di coscienza, possa far evolvere la loro posizione.

Solo con questa commissione potremmo chiarire le vicende circa le iscrizioni a bilancio di cifre fantasiose, monitorare finalmente i flussi finanziari generati e finalmente togliere quel velo di opacità su tutto ciò che ruota intorno a queste grande ed inutile opera.

Il PD dismetta l’omertà sul TAV, prenda coraggio, e si schieri dalla parte della trasparenza contribuendo ad approvare la commissione di inchiesta!

Marco Scibona – Senatore M5S